Diapositiva 1 - Istituto Comprensivo Casalgrande

Distretto di Scandiano
Formazione
A.S. 2014/2015
Comunità in rete
STORIE SOCIALI
a cura di Patrizia Scardilli
15 Gennaio 2015
…MAI VISTE?
LE STORIE SOCIALI: cosa sono?
✤
Una “storia sociale” è un breve racconto che serve a
descrivere oggettivamente una persona, un evento, un
concetto, una situazione sociale (Gray, 2004).
✤
Lo scopo è quello di condividere con il bambino
informazioni rilevanti che riguardano il dove, il
quando ha luogo una situazione, chi è coinvolto, cosa
accade e perchè.
A cosa servono?
✤
Spesso le storie sociali vengono scritte quando viene
identificata una situazione nuova e servono ad
indicare alcune azioni adeguate, cioè quello che il
bambino potrebbe fare per affrontarla.
✤
Per guidare il bambino verso una regola o una
risposta nuova e adatta a una situazione sociale
comune o problematica.
Come sono strutturate?
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Hanno un TITOLO che riassume il significato generale
della storia
Utilizzano FRASI BREVI accompagnate da foto o
immagini che possano descriverle chiaramente
Utilizzano linguaggio letterale
Le storie sociali sono formate da una combinazione di
3 tipi di frasi: Descrittive, soggettive e direttive
1) Descrittive: Descrivono un contesto o un ambiente
Ogni giovedì alle 10:15 con i miei compagni lascio la
classe per andare in palestra
2) Soggettive: Descrivono lo stato interiore, i sentimenti
e le convinzioni del bambino
Alcuni bambini pensano che la palestra sia un ambiente
troppo grande e rumoroso e possono sentirsi nervosi.
Anch'io a volte mi sento nervoso
3) Direttive: Indicano in modo diretto qual è la risposta
più adeguata in una certa situazione sociale
Cercherò di stare tranquillo in palestra. Potrò stare
vicino a un compagno e fare insieme gli esercizi
richiesti dal professore
Le frasi direttive iniziano sempre con espressioni come
“Cercherò di..” “Una cosa che potrei fare è...” Questi
accorgimenti riducono la pressione che il bambino può
avvertire di “fare subito giusto” o di fare esattamente
quanto suggerito. Le frasi direttive possono limitarsi a
suggerire o elencare varie alternative.
Come costruirle?
Nel costruirle bisogna tenere conto di vari elementi:
✤ caratteristiche individuali: Il contenuto e il formato devono
essere adattati all'età e alle capacità di lettura e
comprensione del testo del bambino.
✤ Preferenze e interessi: Una storia può contenere riferimenti
ai personaggi, agli animali o ai luoghi preferiti del bambino, in
modo da individualizzare la storia e aumentare la motivazione
del bambino a prestare attenzione al contenuto.
✤ Uso della prima persona: L'uso della prima persona
permette l‘identificazione nel personaggio della storia e
presuppone che il bambino a cui è destinata sia competente.
”Qual'è la più grande, la più importante, la più utile regola
di tutta l'educazione? E' di non guadagnar tempo ma di
perderlo”
Jean-Jacques Rousseau in “Emilio o
Dell’educazione"
01
Come somministrarle?
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L‘ideale per leggere una storia la prima volta è un ambiente tranquillo
senza troppe distrazioni. Si può iniziare semplicemente dicendo “leggiamo
questa storia”
Se possibile è utile la lettura della storia da parte del bambino stesso e
con i compagni.
Condividere i concetti principali con tutte le persone che ruotano intorno a
lui
La frequenza con cui il bambino leggerà la storia dipenderà
dall'argomento della storia: es. una storia sui diversi modi di salutare va
ripassata tutte le mattine, una su un'occasione speciale va ripassata
qualche giorno prima della ricorrenza, una che descrive un'attività
giornaliera va ripassata prima dell'occorrenza di tale attività.
Il ripasso della storia può essere ridotto fino a che il bambino ne può fare
a meno.
VEDIAMO INSIEME QUALCHE ESEMPIO…
non chiamateci STORIELLE!!
Linee guida
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
01
social stories
Dai dati di una revisione sistematica di elevata qualità (senza metanalisi)1
emergono prove, fornite da 5 dei 6 studi inclusi (4 RCT, 2 studi di coorte;
n=135), che gli interventi sullo sviluppo delle abilità sociali attraverso
l’utilizzo delle social stories in soggetti con disturbi dello spettro
autistico producono nel breve termine (da 1 giorno a 6 settimane)
risultati statisticamente significativi a favore dell’intervento sperimentale,
in una serie di outcome connessi all’interazione sociale. Nessuno
studio confronta però l’intervento social stories con altri trattamenti attivi.
In conclusione, prove scientifiche limitate supportano l’efficacia delle
social stories nel miglioramento a breve termine dei sintomi “sociali”
associati ai disturbi dello spettro autistico nei bambini di età scolare; tali
prove preliminari a supporto di un effetto positivo delle social stories
consentono di considerare questo intervento come promettente.
Utilizzi efficaci
✤
Alunno di scuola primaria
✤
Diagnosi: Disturbo dello spettro autistico
✤
linguaggio congruente per lessico e comprensione (alto
funzionamento)
✤
comportamenti problema di entità non grave ma comunque
disfunzionali e bizzarri, in alcuni casi fastidiosi
✤
utilizzo delle storie sociali per lavorare su comportamenti adeguati
alla situazione sociale
2 situazioni target
1. SEGUIRE LA LEZIONE FOCALIZZANDO LA
PROPRIA ATTENZIONE SULL’INSEGNANTE
SENZA DISTRAZIONI E INTERVENTI NON
PERTINENTI
2. CONDIVIDERE CON I COMPAGNI IL MATERIALE
SCOLASTICO EVITANDO DI PRENDERLO SENZA
CHIEDERE PERMESSO
intervento
ASCOLTARE LA MAESTRA
Mi chiamo…. e dico che è una buona idea ascoltare la maestra. La maestra ci
aiuta ad imparare.
Quando si ascolta la maestra è più facile imparare.
La maestra è contenta quando i bambini ascoltano.
Se devo fare una domanda, posso alzare la mano e aspettare che la maestra o
qualcun altro mi aiuti.
Cercherò di ascoltare quando la maestra sta spiegando, così imparo e tutti siamo
contenti.
Quando la maestra dice “Attenti bambini!” dobbiamo ascoltare.
intervento
CONDIVIDERE, CIOE’ DIVIDERE CON GLI ALTRI, IL MATERIALE SCOLASTICO
Io cercherò di dividere le mie cose, temperino, colla, gomma, penna, con i miei
compagni.
Altre volte altri compagni divideranno le loro cose con me.
Di solito è una buona idea condividere le cose, mettere insieme le cose e poi
dividerle con gli altri.
Se io divido le mie cose con un compagno, questo può diventare mio amico.
Quando divido le mie cose con un compagno posso sentirmi felice.
Condividere le cose con gli altri ci fa sentire tutti più felici.
Grazie per l’attenzione
buon lavoro!
BIBLIOGRAFIA- SITOGRAFIA
✤ http://autismo33.it
✤ http://www.freewebs.com/kidscandream
✤ www.iocresco.it
✤ Gray
C. (2004) Il libro delle storie sociali, Gussago (BS), Vannini
✤ Pontis
M. (2013) Autismo e bisogni educativi speciali, Milano,
FrancoAngeli