Istituto Comprensivo Largo Volumnia
COSTRUIRE COMUNITA’ DI PRATICA
28 APRILE 2016
PIANO DI MIGLIORAMENTO
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Nel Piano di Miglioramento la creazione di comunità di pratica è il momento apicale
che indica la direzione dei processi di miglioramento.
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Nella presentazione di febbraio sono stati analizzati alcuni aspetti della comunità di
pratica ed oggi ci proponiamo di compiere di una riflessione ulteriore.
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Partiremo da alcune domande chiave alle quali cercheremo di dare delle risposte.
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1) Quale importanza può rivestire la costruzione di Cdp nella scuola?
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2) Quali differenze ci sono con altri gruppi di lavoro?
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3) Quali aspetti psicologici, sociologici ed antropologici sono coinvolti nella Cdp?
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4) Cosa ci proponiamo di realizzare in questo incontro?
1) Quale importanza può rivestire la costruzione di Cdp nella scuola?
Una premessa:
L’insegnante non agisce per forza di inerzia, in modo abitudinario, ma va a
ricercare quotidianamente, in modo intenzionale e sistematico, le
modalità più adeguate per rispondere alle situazioni che incontra.
Gli insegnanti sono chiamati ad ampliare il quadro di riferimento in modo da evitare un
pericolo in agguato: ritenere che le soluzioni fino a quel momento adottate siano le uniche
possibili e le più naturali, perché hanno fornito in passato dei risultati accettabili correndo il
rischio di rinchiudersi in un individualismo sterile. Occorre valorizzare le esperienze pregresse
e “le pratiche di eccellenza” attuate finora, si intende stimolare al massimo il confronto, la
condivisione di criteri e il coinvolgimento massimo degli attori.
La scuola nell’operare dei cambiamenti che portino ad uno sviluppo è chiamata ad osservare,
valutare, prendere decisioni, introdurre delle modifiche, monitorare come si sviluppano quei
cambiamenti, raccogliere dati sui risultati e renderli pubblici.
Come affermato nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo “La professionalità
docente si arricchisce attraverso il lavoro collaborativo, la formazione
continua in servizio, la riflessione sulla pratica didattica, il rapporto adulto
con i saperi e la cultura. La costruzione di una comunità professionale ricca
di relazioni, orientata all’innovazione e alla condivisione di conoscenze, è
stimolata dalla funzione di leadership educativa della dirigenza e dalla
presenza di forme di coordinamento pedagogico”.
«Il concetto di comunità di pratica può costituire dunque un modo innovativo
per sviluppare apprendimento individuale e collettivo. L'individuo è visto
al centro dei processi di apprendimento organizzativo e si avvale dei circuiti
virtuosi relativi ai contesti lavorativi e professionali in cui opera. L'interazione
in rete da parte dei membri di queste comunità - resa possibile dai sistemi di
ICT più avanzati - consente lo scambio rapido ed efficace delle competenze e il
miglioramento dei processi di condivisione e di appartenenza». (Alessandrini)
Caratteristiche della comunità di pratica
Per "comunità di pratica" intendiamo "gruppi di persone che hanno in comune un interesse o
una passione per qualcosa e che in base a questo interesse interagiscono con una certa
regolarità per migliorare il loro modo di agire" (E. Wenger )
Le tre dimensioni della comunità di pratica sono:
 impegno reciproco;
 impresa comune,
 prassi consolidata o repertorio condiviso.
La fitta rete di scambi e di confronto su prassi consolidate che si intende costruire è
finalizzata al miglioramento collettivo verso l'eccellenza.
«Le comunità di pratica posso essere descritte, in estrema sintesi, secondo tre
caratteristiche:
• un'identità che deriva dalla condivisione di interessi e soprattutto dalla dedizione e
lealtà dei suoi aderenti nei confronti della comunità. In queste condizioni, la comunità
acquisisce una competenza collettiva e i suoi membri imparano gli uni dagli altri;
• un'interazione all'interno della comunità che si esplichi in discussioni, attività in
comune, aiuto reciproco su un "dominio" tematico e operativo. (…)
• la presenza di un insieme di risorse e di pratiche condivise che sono il risultato del
continuo confronto informale e dialettico delle esperienze personali messe al servizio
della comunità. Il processo di sviluppo delle risorse può anche non essere svolto in
modo conscio ed intenzionale ma di attivarsi in maniera spontanea in conseguenza dei
rapporti sociali che si instaurano tra i membri della comunità». (Alessandrini 2010)
Riassumendo:
PUNTI CHIAVE
Per migliorare gli esiti degli alunni è necessaria la condivisione di processi e
percorsi favorendo la costruzione di una comunità di pratica
La rete di interscambio e la visione comune accresce
professionale
il senso di identità
Si vuole incentivare un’ottica di apertura e di confronto tra docenti,
studenti, famiglie e territorio
Realizzare una comunità di pratica significa puntare a costruire una conoscenza
collettiva condivisa, nell’ottica del miglioramento verso l’eccellenza
2) Quali differenze ci sono con altri gruppi di lavoro?
Particolarità della comunità di pratica
Una serie di fattori differenzia la
comunità di pratica da altri gruppi di
lavoro:
Nella comunità di pratica non si
chiede tanto di realizzare un prodotto
quanto di mettere in atto una serie di
azioni atte a creare un clima positivo,
attraverso la disponibilità all’ascolto
dell’altro e disponendosi al
confronto e allo scambio.
La scelta di appartenenza sarà
spontanea e motivante per i
componenti del gruppo che si
riconosceranno in esso attraverso
l’interesse e l’impegno a procedere.
Avranno molta importanza non solo
gli incontri istituzionali, ma
soprattutto gli scambi informali che
favoriranno una circolarità di
informazioni e una reciprocità
d’intenti.
3) Quali aspetti psicologici, sociologici ed antropologici sono coinvolti nelle Cdp?
.
Attraverso la costruzione di Cdp si vuole tendere al superamento della visione
individuale favorendo lo scambio anche informale con una condivisione e
socializzazione di pratiche sostenute da linguaggi, orientamenti, teorie condivise e
pratiche diffuse.
Il proposito è la creazione di un repertorio condiviso di
risorse strutturando un linguaggio comune
e
convergenti stili di azione.
«Il rapporto è circolare: tanto certe condizioni (di disponibilità alla
cooperazione, di apertura al dialogo e all’ascolto, di disponibilità a operare in
maniera collegiale, a esternare errori, emozioni e significati connessi, ecc.)
favoriscono l’attivazione di una CdP, tanto la vita stessa di un CdP può
rinforzare questi valori, atteggiamenti, linguaggi e comportamenti».
Alastra, Kaneklin, Scaratti
«Il fondamento dell’apprendere risiede dunque
nella partecipazione sociale ad una pratica, la
quale può essere schematicamente tematizzata
come l’insieme delle condotte degli attori
sociali impegnati nelle più disparate attività di
relazione con il loro contesto d’azione».
(Lipari)
Per quanto riguarda il primo livello di analisi, ogni pratica dà luogo ad una
produzione sociale di significato tra i membri che coincide sostanzialmente
con il processo di negoziazione del significato, ovvero quel processo
attraverso il quale i partecipanti coproducono un senso comune che viene
continuamente modificato e dal quale sono continuamente influenzati. E’ in
questa ottica che, secondo l’autore, “un significato è sempre il prodotto della
sua negoziazione (…) non esiste né in noi, né nel mondo ma in quella
relazione dinamica che è il vivere nel mondo” Tratto dalla scheda di Michela
Bastianelli sull’opera di Wenger E., (2006), Comunità di pratica.
Apprendimento, significato e identità, Milano, Cortina
« La pratica è dunque un punto di snodo fondamentale per una descrizione dei
processi di apprendimento: in quanto prodotta socialmente attraverso l’azione e
la negoziazione di significato, la pratica rende possibile l’apprendimento e
istituisce lo spazio della partecipazione degli attori in essa implicati. Ed è a partire
dalla pratica che è possibile identificare il reticolo relazionale degli attori coinvolti
nell’azione ed interessati ad essa. Questo reticolo, nella misura in cui sedimenta
nel tempo consuetudini relazionali stabili tali da generare linguaggi e culture
condivisi, può essere anche definito come una comunità».
Domenico Lipari, Sociologo, docente presso la Facoltà di Sociologia
dell’Università di Roma «La Sapienza»
«Un aspetto peculiare delle caratteristiche che assume
l’apprendimento all’interno di una comunità di pratica deriva dal fatto
che la conoscenza che si viene a costruire, in quanto prodotto di
un’attività di apprendimento distribuita e condivisa, è superiore,
per un effetto gestaltico, alla somma delle conoscenze individuali
dei membri del gruppo. La comunità professionale rappresenta un
tipo di organizzazione in cui la struttura formale non è imposta
dall’esterno ma condivisa, e i processi sociali naturali non sono
considerati un ostacolo allo sviluppo ma un elemento di coesione».
(Alessandrini 2010)
La Gestalt
Il tutto è più della somma
delle singole parti
L’interazione in rete di queste comunità resa possibile dalle TIC è
l’elemento che permette lo scambio rapido ed efficace delle
competenze e l’appartenenza dei loro membri ad una pluralità di
sistemi che si può estendere oltre l’ambito locale e nazionale fino a
raggiungere una dimensione globale. (Alessandrini)
ECONOMIA DEL DONO E CREAZIONE DI UN ARCHIVIO DIDATTICO
Fa riferimento alla teoria del dono di Marcel Mauss ed in particolare alla
tripartizione donare - ricevere - ricambiare che sarà poi richiamata da Latouche. Il
valore del dono sta nell'assenza di garanzie per il donatore. Un'assenza che
presuppone una grande fiducia negli altri. Si supera una visione individualistica e ci
si apre al confronto e allo scambio.
Interessante è l’aspetto della fiducia che si stabilisce con l’altro nell’atto del dono.
L’apertura verso nuove prospettive sta sia nel donare, sia nell’accogliere ciò che l’altro
ci dona con una propensione verso la valorizzazione delle proprie ed altrui
esperienze.
Ci si propone di dare espressione all' "economia del dono" quale misura dell'eccellenza.
Caratteristiche del dono
«Il dono è libero, non vi è nessun vincolo e nessun contratto che ci spinga a donare o a ricambiare.
E’ vero che un obbligo di ricambiare esiste, ma mai questo obbligo può essere paragonato a quello
contrattuale dello scambio commerciale. (…) L’assenza di coercizione e di costrizione fa sì che il dono
sia una scelta.
La seconda differenza riguarda la valutazione che facciamo dell’altro. A differenza dello scambio
mercantile nel dono non esistono garanzie. Questo presuppone ed alimenta fiducia in chi dà e in chi
riceve. (…) Al contrario dello scambio mercantile, che si basa sull’equivalenza dei beni scambiati, non
esistono garanzie di equivalenza nel dono o di restituzione dello stesso.
L’ultimo aspetto riguarda ancora il rapporto di reciprocità che si instaura attraverso il dono. Lo
scambio mercantile è incentrato sull’abolizione del debito: al termine della transazione le parti
risultano rispettivamente proprietarie del bene scambiato e prive di obblighi nei confronti dell’altra
parte. Il dono, al contrario, induce all’indebitamento. Infatti, la dimensione prolungata nel tempo
nella restituzione del dono crea un debito che mantiene attivo il legame tra le due o più parti».
(Harrison – Il dono fra reciprocità e dispendio)
«Questa riscoperta del dono tanto nel funzionamento della socialità
primaria quanto in quella secondaria sembra fondamentale nel momento
del trionfo esclusivo del capitalismo. Tutta l’economia solidale e
l’economia cosiddetta plurale si inscrivono in questa riscoperta dello
spirito del dono e della necessità di aggiungere un supplemento di anima
al mercato. I sistemi di scambio locale sono un esempio interessante e
caratteristico di questa ricerca di un’alternativa». (Harrison)
Si intende incentivare l’interscambio di buone pratiche mediante la creazione di
un archivio didattico nel quale tutti i docenti possano attingere in un processo di
continua crescita.
Attività di formazione
Sono previste attività di autoformazione e di formazione con il supporto di esperti
esterni. Per quest’ultimo aspetto, si prevede l’intervento della Prof. Giuditta
Alessandrini titolare dell'insegnamento di Pedagogia Generale presso la Facoltà di
Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Roma TRE, dove insegna
anche “Pedagogia Sociale e del Lavoro” e “Pedagogia delle risorse umane e delle
organizzazioni”.
Ci si propone di stimolare una riflessione sulle modalità ci co-costruzione dei
processi di insegnamento/apprendimento, di confronto e condivisione per favorire
il miglioramento e tendere all’eccellenza.
Cosa ci proponiamo di realizzare in questo incontro?
Dopo un primo momento di riflessione, il proposito è quello di suddividersi in
sottogruppi per riflettere su alcune pratiche realizzate nella nostra Istituzione
scolastica che hanno dato un positivo riscontro.
I sottogruppi saranno animati da alcuni referenti che avranno il compito di
suscitare interesse, promuovere la riflessione e favorire l’interscambio tra i
partecipanti.
Le proposte saranno raccolte in schede sintetiche predisposte nelle quali si
evidenzieranno gli aspetti significativi di quanto già realizzato e di quello che si
intende condividere per il prossimo anno.
AREA DI COMPETENZE
Comunità di Pratica (C.d.P.)
Collegamenti/espansioni
MUSICA
Melodramma/Musica/Identità nazionale
Strumento, canto, teatro/poesia, metrica.
In Canto.
STORIA
Storia politica (150 anni) e locale (80 Cagliero); archivio
storico.
Asse del tempo/storia dell'arte
Mostre/Pubblicazioni scolastiche.
ALIMENTAZIONE
Storia "materiale" (alimentazione)
Pubblicazioni scolastiche.
LINGUAGGI (MACRO)
Progetti europei (educhange)
Scrittura creativa/Albero delle storie (narrazione)
Pubblicazioni scolastiche
Lettura espressiva/linguaggio del corpo
Epica/Dante/Letteratura/Video
Teatro
Musica/Opera
Poesia
Musica/Opera/Scrittura
creativa/Metrica/Pubblicazioni scolastiche
Coro
Musica/Opera/Scrittura creativa/Metrica
Story telling
Inglese/Pubblicazioni scolastiche
Mimio studio/Learning object
MEDIA EDUCATION
Didapage/e-book
Ipertesto/Guida turistica beni
storico/artistici-archeologici (Indiana Jones
a Pompei)
Scratch
Grammatica & Robotica
Codirobi (infanzia)
Bebot (primaria)
Mindstorms (media)
Lapbook/Cartelletta che raccoglie dei minilibri di diverso formato
Grammar/Math box
Viaggi di Erodoto (carte)
Cineforum di Storia
Tutte le discipline (spec.
Matematica, scienze, geografia e
storia)
Grammatica/Coding/Pensiero
computazionale;
"edutainement".
MEMORIA
Shoah ed Internati Militari Italiani (I.M.I.)
I Giusti/Educazione a
comportamenti "pro sociali"
Fonti archivistiche (archivio storico anni
'30-'40, MACRO 2015-2016)
EDUCAZIONE
MOTORIA/FISICA
Vincenti "non perfetti"
Tornei
Miniolimpiadi
Handicap
LATINO
CITTADINANZA E
COSTITUZIONE
MATEMATICA &
SCIENZE
Metodo Ørberg
Stereotipi
Italiano; spagnolo.
Educazione a comportamenti
"pro sociali"
Laboratorio di scienze/giochi
matematici
TRASVERSALE 1
TRASVERSALE 2
Cooperative learning
Laboratorio di logica; I.N.VAL.S.I.
Metodo I.S.B.E. (Accademia dei Lincei)
Giochi d'Autunno
Olimpiadi delle Scienze Sperimentali
Ortodidattica
Presentazione della scheda di sintesi
FORMAT PER COMUNITA’ DI PRATICA
E’ stata mai realizzata in questo Istituto?............
Se sì in quali annualità?........................................
TITOLO/ARGOMENTO: ………………………………
Sintesi delle azioni intraprese e dei punti salienti
che potrebbero costituire una traccia per future
azioni progettuali
………………………………………………………………………………………………………………………………………
……........................................................................................................................................
Proposte per la riproposizione ed eventuali implementazioni
………………………………………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………
-
Nel caso in cui non sia stata mai realizzata nell’Istituto, sintesi delle azioni che si
intendono proporre……………………………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………………………………………
Ricaduta sull’utenza
…………………………………………………………………………………………………………………………………
RELATE
CREATE
DONATE
Modalità previste per la condivisione con il
gruppo dei docenti…………………………………………..
…………………………………………………………………………
Data
Firma dei docenti
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Si ringrazia per l’attenzione!
Materiale di approfondimento:
Comunità di pratica:
https://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_di_pratica
http://www.altrascuola.it/staff/steve/public/eliias/Alessandrini_CP_e_apprendimento.pdf
http://vm4718.cloud.seeweb.it/Scienze/EduAdu/DeCanale/Lezione%20XIV/Lezione_XIV.pdf
Attualità del tema delle comunità di pratica nei processi di apprendimento degli adulti nelle organizzazioni di
Giuditta Alessandrini (2010)
La formazione situata. Repertori di pratica Di Vincenzo Alastra,Cesare Kaneklin,Giuseppe Scaratti
Teoria del dono
http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/dono.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Saggio_sul_dono#Teoria_del_dono
http://www.filosofiatv.org/news_files3/140_dono.pdf