ATTIVARE PROCESSI DI
INNOVAZIONE
INNOVAZIONE
Cosa nuova, diversa
 Cambiamento, miglioramento

INNOVAZIONE
La prima definizione di innovazione è stata
coniata da Schumpeter (1942), il quale sottolinea
l’aspetto di novità dell’innovazione.
 L’innovazione si riflette in nuove uscite:






un nuovo bene
una nuova qualità di un bene
un nuovo metodo di produzione
un nuovo mercato
una nuova fonte di approvvigionamento
L’innovazione
non è
la solita storia…
INNOVAZIONE

Il concetto di innovazione può essere riassunto
nei seguenti termini:
fare le cose in modo diverso
(De Vries, Bekkers e Tummers, 2016).
INNOVAZIONE

La letteratura contemporanea usa spesso la
definizione di Rogers (2003, p. 12): l’innovazione è
«un’idea, una pratica o un oggetto che è
percepito come nuovo»

A partire da questa definizione Osborne e Brown
(2005) sostengono che l’innovazione è
una forma specifica di cambiamento
NUOVE IDEE

Steve Johnson riflette su come le nuove
tecnologie e il web, e la loro capacità di
moltiplicare le nostre "connessioni" possano
influire sul processo che porta alla creazione di
un'idea.
INNOVAZIONE
De Vries, Bekkers e Tummers (2016) definiscono
l’innovazione nel settore pubblico come:
l’introduzione di nuovi elementi
(nuova conoscenza, nuova organizzazione,
nuova gestione, nuove competenze
processuali)
che portano a una discontinuità con il
passato
 L’innovazione non consiste solamente nello
sviluppare una nuova idea, ma deve includere
anche la sua
effettiva realizzazione o applicazione nella
pratica quotidiana.

INNOVAZIONE NEL SETTORE PUBBLICO
L’innovazione nel settore pubblico negli ultimi
anni suscita sempre maggior interesse (Borins,
2014; Damanpour e Schneider, 2009; Hartley,
2013; Osborne e Brown, 2011; 2013; Walker,
2014).
 L’innovazione può contribuire a:
 migliorare la qualità dei servizi pubblici
 migliorare la capacità di risolvere i
problemi per affrontare le nuove sfide sociali

INNOVAZIONE NEL SETTORE PUBBLICO
La definizione di innovazione nel settore pubblico
è abbastanza ampia.
 De Vries, Bekkers e Tummers (2016) hanno fatto
una revisione della letteratura:


181 articoli e libri sull’innovazione nel settore
pubblico, pubblicati tra il 1990 e il 2014:
Definizione di innovazione
 Tipologia di innovazione
 Obiettivi dell’innovazione
 Antecedenti dell’innovazione
 Risultati dell’innovazione

TIPOLOGIE DI INNOVAZIONE NEL SETTORE
PUBBLICO

De Vries, Bekkers e Tummers (2016) identificano
quattro tipologie di innovazione nel settore
pubblico:
 innovazione di processo (miglioramento della
qualità e dell’efficienza di processi –amministrativi o
tecnologici- interni o esterni)
 innovazione di prodotto o di servizio
(creazione di nuovi prodotti o servizi pubblici)
 innovazione nella governance (sviluppo di nuove
forme e processi per far fronte a specifici problemi
sociali)
 innovazione concettuale (introduzione di nuovi
concetti o paradigmi che aiutano a ripensare la
natura di problemi specifici e possibili soluzioni)
TIPOLOGIE DI INNOVAZIONE NEL SETTORE
PUBBLICO
Queste tipologie spesso si intrecciano creando
forme ibride.
 L’innovazione nel settore pubblico è focalizzata
principalmente su aspetti amministrativi interni,
spesso guidati da processi di innovazione
tecnologica o informatizzata (innovazione di
processo).
 L’innovazione nella governance e l’innovazione
concettuale sono le meno esplorate, ma
recentemente proprio nell’innovazione della
governance si incentivano:
 la Collaborative Innovation
 e l’Open Innovation

TIPOLOGIE DI INNOVAZIONE NEL SETTORE
PUBBLICO
L’innovazione nel settore pubblico, si configura
come un processo top-down (guidato e orientato
dalla dirigenza) che sviluppa obiettivi di
ottimizzazione dei processi, di razionale gestione
delle risorse umane che tipicamente poggiano su
controllo/supporto informatizzato.
 Non è frequente invece il processo di innovazione
bottom-up finalizzato a un maggior benessere dei
professionisti e alla rilevazione delle aree di
potenziale miglioramento.

OBIETTIVI DELL’INNOVAZIONE NEL
SETTORE PUBBLICO
Il miglioramento delle prestazioni, in termini di
efficacia ed efficienza, è la motivazione che
spesso guida molti processi innovativi, l’obiettivo
è allora volto ad aumentare partecipazione e
cooperazione, per acquisire fiducia e
legittimazione.
 La fiducia è una risorsa importante in ogni
processo di innovazione.

INNOVAZIONE NEI SERVIZI

Ranci Ortigosa (2016, p. 2) sottolinea come
l’innovazione nelle politiche e nei servizi sociali
sia un cambiamento che realizza non solo una
novità, ma che
«la produce tramite un processo partecipato,
coinvolgente quanti sono o possono
divenire attori»
di quel processo di innovazione, riuscendo così a
creare nuove relazioni e nuovi ambiti
collaborativi.
INNOVAZIONE NEI SERVIZI COME
PROCESSO PARTECIPATO
Per identificare elementi utili e funzionali a
sviluppare e sperimentare pratiche innovative,
che prevedano davvero un processo partecipato è
opportuno fare riferimento a:
 Responsible Research and Innovation
 Social Innovation
 Open Innovation

RRI
La Responsible Research and Innovation (RRI) si
è recentemente diffusa in Europa, a partire
dall’esortazione della Commissione Europea per
la Scienza nel programma Società.
 Dal 2010 ad oggi il termine di ricerca
responsabile ha ottenuto crescente rilevanza e
attenzione, soprattutto nel contesto delle
strategie proposte nel progetto Horizon 2020, che
la incoraggiano e la sostengono come attività
trasversali.

RRI

Von Schomberg (2011, p. 9) definisce la RRI come
«processo trasparente e interattivo,
attraverso il quale gli attori sociali e gli
innovatori condividono reciprocamente la
responsabilità gli uni per gli altri,
dedicando un’attenzione particolare
all’accettabilità (soprattutto etica), alla
sostenibilità e alla desiderabilità sociale del
processo di innovazione, al fine di
consentire una corretta inclusione dei
progressi scientifici nel tessuto sociale»
RRI
Riguarda in primis il processo e poi il prodotto
dell’innovazione
 Il suo scopo è raggiungere risultati accettabili e
socialmente desiderabili.
 Per farlo è necessario:
 prevedere e valutare le possibili conseguenze
della ricerca e dell’innovazione,
 coinvolgere i diversi attori sociali, ovvero tutte
le persone interessate: ricercatori,
professionisti, organizzazioni ed enti, società
civile e rappresentanti politici.

RRI
Stahl (2013) sostiene che la RRI implica una
meta-responsabilità, che attinge e sviluppa,
promuovendola, la sottostante rete di nuove, o già
esistenti, competenze.
 L’obiettivo è formare, mantenere, sviluppare,
coordinare e allineare i processi esistenti o nuovi
di ricerca e innovazione, coinvolgendo i vari attori
e riconoscendo la loro responsabilità.
 L’accettabilità etica e la desiderabilità sociale e
politica della ricerca e dell’innovazione, grazie al
contributo di tutti, sono elementi imprescindibili.

RRI
La definizione della RRI come processo implica
una riflessione a più livelli di responsabilità:
 responsabilità del singolo ricercatore,
 responsabilità di ogni singolo attore sociale
coinvolto
 e meta-responsabilità condivisa.
 Si caratterizza quindi come una nuova modalità
di gestione (governance) dell’innovazione, che
deve essere vantaggiosa per tutte le parti
interessate.

RRI
Per questo la RRI rappresenta una modalità di
inclusione, finalizzata a prendere le decisioni più
vantaggiose per tutti, anche su questioni
controverse, attraverso il coinvolgimento del
maggior numero possibile di persone interessate
nel processo di ricerca e innovazione stesso.
 Questo comporta la trasformazione
da una scienza nella società
a una scienza per la società e con la società
(Laroche, 2011)

RRI


La RRI enfatizza il fatto che gli scopi della ricerca e
dell’innovazione dovrebbero puntare a giuste
conseguenze.
Stilgoe, Owen e Macnaghten (2013, p. 1570)
sostengono che fare innovazione responsabile significa
«prendersi cura del futuro attraverso la
gestione collettiva, nel presente, della
scienza e dell’innovazione».

L’innovazione responsabile richiede la capacità di
cambiare forma o direzione, per soddisfare le esigenze
delle parti interessate, rispecchiare i valori della
società e rispondere alle mutevoli circostanze del
contesto.
RRI: 4 DIMENSIONI INTEGRATE




Anticipazione: comporta un’attività di previsione (ad esempio,
delle varie tappe) e di valutazione della plausibilità (ossia della
conformità al contesto e alle normative pertinenti)
Riflessione: necessità di una collaborazione multidisciplinare e
di un collegamento costante tra ricercatori e rappresentanti
politici (che implica una comunicazione costante chiara e bidirezionale sulla natura della ricerca e sui suoi scopi ultimi)
Inclusione: che si realizza mediante ricorsivi incontri e confronti
(finalizzati a favorire la comunicazione bi-direzionale), nonché
l’impegno nel chiarire presupposti, ipotesi e obiettivi, nel motivare
al dialogo e nel riservare un’attenzione particolare per l’Open
Innovation
Reattività: comporta la capacità di tener conto delle nuove
conoscenze e di come queste emergono, nonché la capacità di
cambiare forma o direzione a seconda dei valori e delle richieste di
cambiamento degli attori coinvolti
SOCIAL INNOVATION
La RRI può essere vista come una forma di Social
Innovation.
 Le innovazioni sociali rappresentano nuove idee
(prodotti, servizi e modelli) che vanno incontro ai
bisogni sociali e che allo stesso tempo creano
nuove relazioni sociali e nuove collaborazioni.
 L’obiettivo finale è «aiutare a creare un futuro
migliore» (Pol e Ville, 2009, p. 884) senza
necessariamente portare a un profitto economico.

SOCIAL INNOVATION
Una nuova soluzione per un problema sociale che
sia più effettiva, efficiente e sostenibile, o una
soluzione esistente per cui il valore creato arriva
in primo luogo alla società considerata come un
tutto più che ai singoli individui.
 Può essere un prodotto, un processo di
produzione o una tecnologia, ma può anche essere
un principio, un’idea o una normativa.
 Innovazioni esplicitamente rivolte al bene
pubblico e sociale: si tratta di un’innovazione che
si fa carico delle sfide del sociale, che può
svilupparsi sia all’esterno sia all’interno dei
servizi pubblici.

SOCIAL INNOVATION
Cambiamento di concetti, processi o prodotti,
cambiamento organizzativo o dei finanziamenti.
 L’innovazione sociale cerca nuove risposte ai
problemi sociali identificando e direzionando
nuovi servizi che migliorano la qualità di vita
degli individui e delle comunità, tutto questo
identificando e implementando nuovi processi,
nuove competenze, nuovi lavori e nuove forme di
partecipazione.

SOCIAL INNOVATION

Crepaldi (2016, p. 12) riprendendo una
definizione della Commissione Europea evidenzia
che l’innovazione può dirsi sociale se è sociale
negli scopi e nei mezzi utilizzati per raggiungerli.
«In particolare, le innovazioni sociali sono
nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che
incontrano bisogni sociali (in maniera più
efficace delle alternative) e allo stesso
tempo creano nuove relazioni sociali o
nuove collaborazioni».
SOCIAL INNOVATION
L’innovazione sociale è un processo collettivo e
partecipativo, visto che si basa sull’interazione di
tutti gli attori che sono interessati a risolvere un
problema sociale, che mira a ideare e
implementare nuove modalità di comunicazione e
di collaborazione.
 Il coinvolgimento di tutte le parti interessate
nella progettazione, realizzazione e
implementazione di un’innovazione richiama la
nozione di Open Innovation.

SOCIAL INNOVATION

In seguito alla conclusione del concorso "Un
attimo di innovazione sociale" promosso dalla
Fondazione Italiana Accenture ecco il video che
raccoglie tutti i 122 filmati che hanno
partecipato.
Solidarietà, aiuto per i più bisognosi, mobilità
sostenibile, cooperazione, rispetto per l'ambiente,
cultura, cittadinanza attiva, tecnologia...questi
sono solo alcuni esempi di quello che i
partecipanti hanno voluto rappresentare
pensando all'innovazione sociale!
OPEN INNOVATION

Questo termine è stato usato per la prima volta
da Henry Chesbrough (2003) per descrivere un
nuovo modello di sviluppo basato sul libero flusso
di informazioni e di idee, al fine di raccogliere
suggerimenti dai professionisti che lavorano in
un particolare servizio, o in altri ambienti
istituzionali con i quali il servizio di partenza
collabora, per attivare dei processi di innovazione
che siano co-prodotti.
OPEN INNOVATION
Si basa su una serie di principi, tra i quali:
 la collaborazione
 la condivisione
 la trasparenza del processo
 e la pluralità di partecipanti
 Questo approccio prevede il coinvolgimento di
diversi professionisti al fine di integrare le
loro risorse e di creare valore.

OPEN INNOVATION

L’innovazione nel servizio pubblico comporta la
creazione di
«nuove idee, che permettono di creare valore
pubblico. Queste idee devono essere almeno
in parte nuove (e non solo dei
miglioramenti), devono essere discusse (e
non essere solo delle buone idee) e devono
essere utili»
(Mulgan, 2007, p. 6).
OPEN INNOVATION
La definizione di innovazione nel servizio
pubblico suggerita da Mulgan (2007), implica che
le nuove proposte debbano essere:
 accolte,
 integrate
 e considerate utili.
 Inoltre l’innovazione è vista come un processo che
include la creazione di conoscenza rilevante per lo
sviluppo e l’introduzione di elementi nuovi, utili
all’organizzazione e al servizio.

OPEN INNOVATION
Permette il fluire sistematico e continuo di
informazioni e idee nuove, dall’interno all’esterno
del servizio, e viceversa.
 L’integrazione delle idee che provengono
dall’esterno permette a ciascun servizio di essere
propositivo nei confronti degli altri, in un’ottica di
inter-servizi, riconoscendo pari dignità alle
diverse componenti e rafforzando la rete tra le
realtà che compongono complessivamente il
Servizio.

INNOVAZIONE E APPRENDIMENTO
Lundvall e Nielson (2007) sostengono che le
organizzazioni che puntano sull’apprendimento e
lo sviluppo sono quelle che più facilmente
riescono a produrre innovazione e, quindi, a
risultare competitive.
 Negli ultimi anni, l’apprendimento in contesto
organizzativo ha ampliato molto il suo significato,
ricomprendendo anche la capacità del singolo e
del gruppo di apprendere nel, per e
attraverso le pratiche di lavoro.

EMPLOYEE-DRIVEN INNOVATION

Concetto proposto da Høyrup (2010):
si tratta di un processo di innovazione
bottom-up che parte dai dipendenti di un
ente o di un’organizzazione.
EMPLOYEE-DRIVEN INNOVATION
Questa tipologia di innovazione è stata a lungo
trascurata, anche in letteratura, oltre che nella
società, a favore di approcci che esternalizzano il
processo di innovazione, affidandolo per esempio
ad agenzie e servizi esterni al luogo di lavoro.
 In questo modo spesso, soprattutto nella pubblica
amministrazione, si considera innovazione la
semplice introduzione di nuovi strumenti o
tecnologie (Innovazione di processo), oppure di ciò
che può essere mutuato da contesti altri come il
privato o da settori specializzati in ricerca e
sviluppo (Research & Development), ma questi
servizi deputati a proporre innovazione non
sempre forniscono proposte ad hoc.

EMPLOYEE-DRIVEN INNOVATION
Per la prima volta nel rapporto UNU-MERIT del
2008 della Commissione Europea la Employeedriven Innovation viene identificata come
innovazione, e non come semplice sviluppo,
perdendo quindi l’ascrizione al settore Research
& Development.
 In questo documento non ne viene offerta una
chiara definizione, ma se ne propone
l’identificazione sulla base di ciò che appunto non
è.

EMPLOYEE-DRIVEN INNOVATION


Høyrup (2010) propone una definizione articolata di
Emplyee-driven Innovation, sostenendo che è
un’innovazione focalizzata sul processo, e non su
un prodotto, è quindi il frutto di un modello non
lineare ma interattivo.
Per questo possiamo collegarla a quella che Ellström
(2010) identifica come Practice-based Innovation, cioè
un processo di integrazione virtuosa tra conoscenza
tacita e pratiche lavorative, dalla quale può scaturire
una proposta di cambiamento che a sua volta può
innescare ciò che il lavoratore percepisce come un
potenziale miglioramento (di un processo lavorativo,
di una situazione o contesto, oppure di una condizione
di lavoro).