Congregazione per l’Educazione cattolica della S. Sede Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova. Instrumentum laboris L’occasione: anniversari 2015 Gravissimum educationis (28 ottobre 1965), dichiarazione del Concilio vaticano II sull’educazione Ex corde Ecclesiae (15 agosto 1990), costituzione apostolica sulla identità e missione dell’università cattolica “opportuna e preziosa occasione per raccogliere le indicazioni del Magistero e tracciare orientamenti per i decenni futuri” Attualità della GE Con GE il Concilio compie una scelta di campo e di metodo: l’attenzione all’uomo, alla presenza dei laici nel mondo contemporaneo, all’apostolato dei laici, all’evangelizzazione e all’ecumenismo presuppongono processi di natura educativa. Il documento è frutto di un lungo lavoro redazionale, che da un iniziale e generico schema “De Scholis”, evolvendo a “De Scholis Catholicis”, ha via via ampliato gli orizzonti, conducendo ad una riflessione di alto livello sull’educazione. Si tratta di educazione cristiana all’interno e in funzione di una concezione educativa che appartiene a tutti gli uomini e si configura come un diritto e un dovere dell’uomo in quanto tale. Gravissimum educationis, in piena sintonia anche con le Dichiarazioni internazionali dei Diritti dell’Uomo e del Fanciullo, esplicitamente citate in nota al documento conciliare, afferma che “tutti gli uomini, di qualunque razza, condizione ed età, in forza della loro dignità di persona, hanno il diritto inalienabile ad una educazione che risponda al proprio fine, convenga alla propria indole, alla differenza di sesso, alla cultura e alle tradizioni del loro paese, ed insieme aperta ad una fraterna convivenza con gli altri popoli al fine di garantire la vera unità e la vera pace sulla terra. La vera educazione deve promuovere la formazione della persona umana sia in vista del suo fine ultimo, sia per il bene delle varie società.” tenuto conto del progresso della psicologia, della pedagogia e della didattica, debbono essere aiutati a sviluppare armonicamente le loro capacità fisiche, morali ed intellettuali, ad acquistare gradualmente un più maturo senso di responsabilità nell’elevazione ordinata ed incessantemente attiva della propria vita e nella ricerca della vera libertà … Debbono anche ricevere, a mano a mano che cresce la loro età, una positiva e prudente educazione sessuale. Debbono inoltre essere avviati alla vita sociale in modo che (…) possano attivamente inserirsi nelle diverse sfere della umana convivenza, siano disponibili al dialogo con gli altri e contribuiscano di buon grado all’incremento del bene comune. Analogamente (…) hanno diritto di essere aiutati sia a valutare con retta coscienza e ad accettare con adesione personale i valori morali, sia alla conoscenza approfondita ed all’amore di Dio” (GE, 1) Ponendo grande attenzione alle scienze umane in continua evoluzione, il Concilio non trascura, circa l’educazione, alcuna dimensione della persona (capacità fisiche, morali, intellettuali, senso di responsabilità, dimensione relazionale e sessuale, vita sociale), e precisa che l’uomo, grazie all’educazione, diviene cittadino, coopera al bene comune, allo sviluppo e alla pace. Alcuni anni più tardi l’UNESCO non esita quasi a parafrasare il testo conciliare declinando i pilastri dell’educazione (imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme, imparare ad essere). L'educazione, dice l’UNESCO, “deve contribuire allo sviluppo totale di ciascun individuo: spirito e corpo, intelligenza, sensibilità, senso estetico, responsabilità personale e valori spirituali.” Oggi contesto mutato…ma valgono L’affermazione della Chiesa a sostegno e servizio della promozione delle persone L’istruzione e l’educazione come bene comune Il sostegno a quanti si oppongono all’imperante liberalismo L’educazione non può essere asservita al potere economico e alle sue logiche Sostenere la partecipazione della donna alla vita culturale Dunque, quale scuola oggi? La scuola educa prima di tutto attraverso il contesto di vita, il clima, la qualità delle relazioni interpersonali. Elementi di qualità che orientano l’azione ◦ Dignità di ogni persona e sua unicità (rifiuto educazione di massa) ◦ Equilibrata attenzione agli aspetti cognitivi, affettivi, sociali, professionali, etici ◦ Promozione della ricerca ◦ Rispetto delle idee, apertura al confronto Dunque, quale scuola oggi? “il modo in cui si apprende sembra oggi essere più rilevante del che cosa si apprende: un insegnamento che promuova solo l’apprendere ripetitivo, che non favorisca la partecipazione attiva degli studenti, che non accenda la loro curiosità, non è sufficientemente sfidante da suscitare la motivazione” “se non è indifferente il come l’alunno apprende, non lo è nemmeno il che cosa…. importante selezionare gli elementi essenziali del patrimonio culturale accumulato nel tempo e lo studio sulle grandi questioni che l’umanità si è trovata e si trova ad affrontare. Altrimenti il rischio è affrontare e fornire solo ciò che sembra oggi utile” APRIRE IL CUORE E LA MENTE …. Al mistero e alla meraviglia del mondo e della natura, alla coscienza e consapevolezza di sé, alla responsabilità verso il Creato, all’immensità del Creatore Ma apprendere è considerato ancora oggi da molti studenti un obbligo o una imposizione. È probabile che questo dipenda anche da una incapacità della scuola a comunicare agli alunni, oltre alle conoscenza, la passione, che è la molla della ricerca. È desiderabile che si propongano agli studenti occasioni per sperimentare la ricaduta sociale di quanto stanno studiando (nesso scuola/vita) SFIDE EDUCATIVE “dobbiamo riformulare l’antropologia che si trova alla base della nostra visione di educazione del XXI secolo. Si tratta di un’antropologia filosofica che deve essere un’antropologia della verità. Un’antropologia sociale dove si concepisce l’uomo dei suoi rapporti e nel suo modo di esistere. Un’antropologia della memoria e della promessa, che fa riferimento al cosmo e che prende a cuore lo sviluppo sostenibile. Un’antropologia che fa riferimento a Dio. Lo sguardo di fede e di speranza scruta la realtà per scoprirvi il progetto nascosto di Dio …” Domande…. I giovani che noi educhiamo si preparano alla leadership degli anni 2050. Quale sarà il contributo della religione all’educazione alla pace, allo sviluppo, alla fraternità? Come educheremo alla fede e nella fede? Come creeremo le condizioni preliminari per accogliere il dono, educare alla gratitudine, al senso dello stupore, agli interrogativi, per sviluppare il desiderio di giustizia e di coerenza? Sfide concrete, sul campo Formazione e selezione capi d’istituto La relazione con le famiglie La sfida del dialogo e delle differenze La sfida della società dell’apprendimento (“è necessaria una certa umiltà nel considerare quello che la scuola può fare, in un tempo nel quale le reti sociali stanno diventando sempre più importanti”) La sfida dell’educazione integrale (non cedere alla logica tecnocratica ed economica) La promozione di competenze di tipo riflessivo, in termini di coscienza, di pensiero critico, di azione creatrice e trasformatrice La sfida della “deculturazione”: “superficialità tra gli studenti e fra molti docenti, un impoverimento non solo della ragione, ma della stessa capacità di immaginazione, di pensiero creativo” Conclusioni aperte (il questionario) “La formazione di una persona si svolge in un processo realizzato negli anni, da molti educatori, a cominciare dai genitori … l’insegnamento non è solo un processo di trasmissione di conoscenze o di addestramento, ma una guida alla scoperta dei propri talenti, allo sviluppo della competenza professionale, all’assunzione di importanti responsabilità sia intellettuali, sia sociali, sia politiche. Ancora di più, insegnare è accompagnare i giovani nella ricerca della verità, della bellezza, di ciò che è giusto e buono, in una comunità che apprende e non solo insegna.” “Educare non è un mestiere, ma un atteggiamento, un modo di essere: per educare bisogna uscire da se stessi e stare in mezzo ai giovani, accompagnarli nelle tappe della loro crescita mettendosi al loro fianco. Donate loro speranza, ottimismo per il loro cammino nel mondo …” (papa Francesco)