Semi Supervised Learning

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Data Mining e Scoperta di Conoscenza
Outline
 Introduzione al Semi-Supervised Learning
 Algoritmi di semi-supervised learning
 Self Training
 Generative Models
 T-SVMs

Inductive models vs. Trasductive models
 Graph-based Algorithms
 Multiview Algorithms
 References
Introduzione al Semi-Supervised
Learning
 Problema:
 Predizione del comportamento di un dato sistema
 Input:
 Insieme di campioni, estratti dal dominio del sistema, di cui è
nota la classificazione
 Insieme di campioni del dominio la cui categorizzazione non
è nota
 Output:
 Un modello di predizione addestrato sul campione
etichettato e sull’insieme di dati la cui classe è sconosciuta
Introduzione al Semi-Supervised
Learning
 Perché il semi-supervised learning?
 I campioni non etichettati sono economici
 I campioni etichettati spesso sono costosi
 L’annotazione umana è noiosa e dispendiosa
 Le etichette spesso richiedono conoscenza di dominio e
consultazione di esperti del settore
 Le etichette richiedono a volte l’utilizzo di dispositivi specializzati
 Possibili miglioramenti della qualità della predizione a basso
costo
Introduzione al Semi-Supervised
Learning
 Notazione:
 campione x, etichetta y
 Predittore f : X  Y
 Dati etichettati  X l , Yl   ( x1:l , y1:l )
 Dati senza etichetta X u  xl 1:n , disponibili durante
l’addestramento
 Solitamente l  n
 Test Set X test  xn 1:m , non disponibile durante
l’addestramento
Introduzione al Semi-Supervised
Learning
 A cosa servono i campioni senza categorizzazione?
 Assumendo che ogni classe sia un gruppo ben
localizzato
 Il decision boundary viene spostato
Introduzione al Semi-Supervised
Learning
 Non sempre il semi-supervised learning porta a
miglioramenti della qualità dei predittori
Self Training
 Algoritmo:
1. Addestra un modello (a scelta) f su  X l , Yl 
2. Effettua la predizione su un x  X u
3. Aggiunge x, f x al training set
4. Torna al passo 2 fino al soddisfacimento (dipende dalle
diverse varianti)
5. Addestra nuovamente f sul nuovo training set ottenuto
6. Torna al passo 2 fino al soddisfacimento (dipende dalle
diverse varianti) rimuovendo, se si desidera, dal training set
i campioni aggiunti
 Assunzione:
 La predizione ottenuta ad ogni passo ha una buona qualità
Self Training
 Varianti:
 Quante e quali tuple aggiungere al training set?
 Quante volte addestrare il modello scelto?
 Quante e quali tuple rimuovere dal training set
arricchito?
Self Training
 Pro:
 Il più semplice algoritmo di self training
 E’ di facile adattamento ad ogni algoritmo di predizione
tradizionale
 Contro:
 Gli errori del modello scelto vengono potenziati
 Non sempre converge
Generative Models
 Dati etichettati:
Supponendo che i dati siano
governati da distribuzioni
guassiane, qual è il decision
boundary?
Generative Models
 Nell’esempio proposto si hanno due classi, quindi:
 Il vettore di parametri   w1 , w2 , 1 , 2 , 1 , 2 
 I Gaussian Mixture Models (GMMs)
px, y |    p y |   px | y,   wy N x;  y ,  y 
 La classificazione si calcola
px, y |  
p  y | x,   
 px, y |  
y
Generative Models
 Il modello più verosimile con relativo decision
boundary
Generative Models
 Aggiungendo i campioni non etichettati
Generative Models
 Il modello più verosimile con relativo decision
boundary
Generative Models
 La differenza: i modelli massimizzano quantità diverse
Generative Models
 Modelli generativi per il semi-supervised learning
 Tendono a quantificare
p X l , Yl , X u |     p X l , Yl , X u , Yu |  
Yu
 Attraverso le ipotesi



MLE: stima di massima verosimiglianza
MAP: stima della massima probabilità a posteriori
Approcci Bayesiani
Generative Models
 Esempio: GMM con MLE logaritmica con k classi
 Dai dati etichettati
 Facile calcolare i parametri con un approccio MLE (vedi
l’EM – Expectation Maximization)
 Dai dati non etichettati
Generative Models
 Il modello con i dati non etichettati è molto più
complesso
 Soluzioni:
 EM
 Approssimazioni variazionali
 Ottimizzazioni dirette
Generative Models
 Pro
 Possiedono un framework matematico probabilistico
molto forte
 Se il modello è scelto con criterio, allora ottengono
ottimi risultati
 Contro
 Difficile è la verifica del modello
 Trovano ottimi locali
 Se il modello scelto non è corretto allora le tuple non
etichettate degradano la qualità
Generative Models
 Esempio di modello non corretto
T-SVMs
 Le Trasductive Support Vector Machines (T-SVMs)
sono l’estensione al semi-supervised learning delle
SVMs
T-SVMs
Le SVMs cercano l’iperpiano di separazione che tende a massimizzare il margine tra
le etichette dei campioni.
H+
H-
w
d
M
T-SVMs
 Le T-SVMs massimizzano anche un margine, che dipende
non solo dai campioni etichettati ma anche dai dati senza
categorizzazione
SVM
T-SVM
T-SVMs
T-SVMs
 Pro
 Utilizzabili ovunque siano utilizzabili le SMV
 Hanno un ben definito framework matematico
 Contro:
 Ottimizzazione complessa
 Trovano ottimi locali
 Approccio trasduttivo e non generativo (induttivo)
Inductive models vs. Trasductive
models
 L’induzione (alla base della maggior parte delle tecniche di
learning) è un procedimento attraverso il quale si cerca di
stabilire una legge universale (modello generativo globale) da un
insieme di casi specifici
 Approccio generale, valido per ogni istanza del dominio
 Complessità nel generare i modelli
 Obiettivo ben più modesto si pone l’approccio transductive a cui
non interessa la costruzione di un modello globale ma
semplicemente costruire un modello che sia adatto ad uno
specifico insieme di istanze
 Approccio diretto sui dati  modelli semplici e specifici
 Trova una soluzione solo per i dati in input

Nuovi dati comportano un nuovo addestramento
Graph-based Algorithms
 I dati sono visti come nodi di un grafo
 I legami tra i dati sono indicati attraverso gli archi
(pesati) di un grafo
 Assunzione di base:
 Istanze connesse da legami forti tendono ad avere la
stessa etichetta di classe
Graph-based Algorithms
 Attraverso le istanze non etichettate è possibile
cogliere strutture interessanti nei dati
Graph-based Algorithms
 Il legame tra le istanze può essere matematicamente
definito attraverso le funzioni di similarità e distanza,
es.:
 Modelli k-NN
 Modelli a decadimento di similarità
 Similarità lungo i percorsi:
Graph-based Algorithms
 Pro:
 Possiedono un ben definito framework matematico
 Ottima qualità dei risultati, se il grafo è adatto ai dati
 Contro
 Sono sensibili alla struttura dei grafi e dei pesi dei loro
archi
 Bassa qualità dei risultati, se il grafo è non adatto ai dati
Multiview Algorithms
 Idea: analizzare i dati sotto aspetti diversi
 I dati possono essere divisi per caratteristiche
indipendenti
 Da queste partizioni (che comprendono anche dati non
etichettati) si generano più modelli
 I modelli generati, in combinazione, effettuano la
predizione finale
Multiview Algorithms
 Esempio. Analisi di pagine web
 Le pagine web possono contenere testo ed immagini
 Si possono dividere le informazioni multimediali dal
testo
 Si possono addestrare due modelli: uno sul testo ed uno
sulle immagini
 La classificazione delle pagine web avverrà tramite la
combinazione dei due modelli
Multiview Algorithms
 Idee di base dell’algoritmo Co-training:
 Si divide il data set in due porzioni condizionalmente
indipendenti

Ogni partizione deve essere popolata da un numero
sufficiente di campioni, tale da permettere l’addestramento di
un predittore
 Si addestrano due modelli di predizione sui due diversi
sotto data set
 I modelli si addestrano vicendevolmente
Multiview Algorithms
 Nel dettaglio:
1. Divide  X l , Yl  in X l(1) , Yl (1)  e X l( 2) , Yl ( 2 ) 
(1)
(1)
( 2)
( 2)
2. Addestra f1 su X l , Yl  ed f2 su X l , Yl 
3. Classifica Xu con f1 ed f2 separatamente
4. Aggiungi al training set i campioni (x, f(x)) di Xu che
hanno maggiore confidenza per f1 ed f2
5. Riaddestra sul nuovo training set f1 ed f2
6. Torna al passo 3 fino al soddisfacimento (dipende dalle
diverse varianti) rimuovendo, se si desidera, dal
training set i campioni aggiunti
Multiview Algorithms
 Co-training pro:
 Molto semplice, come il self training. Adattabile a tutti i
predittori esistenti
 Meno sensibile agli errori rispetto al self training
 Co-training contro:
 Le suddivisioni dei dati potrebbero non essere
significative
 Modelli che usano tutti i dati potrebbero risultare
migliori
References
 Olivier Chapelle, Alexander Zien, Bernhard Scholkopf
(Eds.). (2006). Semi-supervised learning. MIT Press.
 Xiaojin Zhu (2005). Semi-supervised learning literature
survey. TR-1530. University of Wisconsin-Madison
Department of Computer Science.
 Matthias Seeger (2001). Learning with labeled and
unlabeled data. Technical Report. University of
Edinburgh.
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