Scheda del film di E.Strazza

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SCHEDA DEL FILM: “IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A
RIGHE”
Di Egidio Sreazza
III C “Keplero”
CONTESTO STORICO IN GERMANIA PRIMA DEL 1933
Il 28 ottobre 1918 la costituzione del 1848 venne emendata per rendere il Reich una
democrazia parlamentare: diversamente dalla costituzione del 1871 il Cancelliere
avrebbe risposto al Parlamento, il Reichstag, e non più all'Imperatore. La nuova
costituzione del Reich entrò in vigore con la firma da parte del presidente del Reich
Friedrich Ebert l’11 agosto 1919. Il periodo che va dal 1919 al 1933 è conosciuto
come Repubblica di Weimar. Il Partito comunista tedesco venne istituito da Rosa
Luxemburg e Karl Liebknecht nel 1918, e il Partito nazionalsocialista dei Lavoratori
tedesco, conosciuto in seguito come Partito nazista, venne fondato nel gennaio 1919.
La Germania soffrì pesantemente degli effetti della Grande Depressione, delle dure
condizioni dettate dal trattato di Versailles, e della lunga instabilità politica. Inseguito
a ciò vennero istituite truppe paramilitari da parte di più partiti e vi furono migliaia di
omicidi a sfondo politico. I paramilitari intimidivano gli elettori e seminavano
violenza e rabbia tra gente che soffriva di un elevato tasso di disoccupazione e
povertà.
CONTESTO STORICO IN GERMANIA TRA IL 1933 E IL 1945
Questo portò alla nomina, da parte del presidente del Reich Paul von Hindenburg, di
Adolf Hitler come Cancelliere del Reich il 30 gennaio 1933. Il 27 febbraio 1933, il
Reichstag venne dato alle fiamme. Alcuni diritti democratici di base vennero
rapidamente aboliti in virtù di un decreto di emergenza. L'attivazione di una legge
diede ad Adolf Hitler pieno governo e potere legislativo. Solo il Partito
socialdemocratico della Germania votò contro; i comunisti non erano in grado di
presentare opposizione, in quanto i loro 81 seggi in parlamento era stati annullati
sulla base del decreto conseguente all’incendio del Reichstag. Si creò uno stato
centralizzato totalitario con un unico partito. L'industria venne strettamente
regolamentata con quote ed esigenze, spostando l'economia verso una produzione di
guerra. Ad una conferenza di ministri tenuta il 20 agosto 1935 vennero discussi gli
effetti economici sulla nazione causati delle violente azioni delle squadre d'assalto
(SA) naziste nei confronti delle attività ebraiche. Adolf Wagner, rappresentante del
partito alla conferenza, sostenne che tali eccessi sarebbero terminati una volta che il
governo avesse varato una chiara politica nei confronti degli ebrei. Nel corso della
conferenza, Hjalmar Schacht, Ministro dell'Economia, obiettò che arbitrari
comportamenti del partito avrebbero impedito il suo lavoro di ricostruzione
economica della Germania. Gli ebrei possedevano attitudini imprenditoriali che
potevano essere utilmente sfruttate per migliorare la condizione economica della
Germania. Schacht non prese posizioni di condanna morale e, semplicemente,
propose di lasciar trascorrere la legislatura perché si chiarisse la situazione. Il 15
settembre 1935, durante l'annuale congresso del partito a Norimberga, vennero
annunciate due nuove leggi che per questo presero il nome di leggi di Norimberga.
Entrambe le leggi appaiono, sul piano della tecnica legislativa, piuttosto improvvisate
(gli esperti di "questioni ebraiche" del Ministero dell'Interno vennero frettolosamente
rispediti a Norimberga in aereo): la prima legge, la legge sulla cittadinanza del
Reich, negava agli ebrei la cittadinanza germanica. Gli ebrei non furono più
considerati
cittadini
tedeschi
(Reichsbürger),
divenendo
Staatsangehöriger
(letteralmente «appartenenti allo Stato»). Questo comportò la perdita di tutti i diritti
garantiti ai cittadini come, ad esempio, il diritto di voto; la seconda legge, la legge
per la protezione del sangue e dell'onore tedesco, proibiva i matrimoni e le
convivenze tra "ebrei" (per la prima volta venne utilizzato esplicitamente il termine
invece che il precedente "non-ariani") e "tedeschi" . La legge proibiva inoltre il
lavoro di ragazze "tedesche" al disotto dei quarantacinque anni di età in famiglie
"ebree". Nel 1939 la Germania occupa la Polonia, le forze tedesche vennero spostate
a ovest dopo l'attacco alla Polonia (durato una ventina di giorni), mentre il 17
settembre 1939 l'Armata Rossa sovietica metteva in atto un'invasione da est in
applicazione del patto Molotov-Ribbentrop (patto siglato per non aprire più fronti di
guerra), che venne rotto in seguito dalla Germania, con l’entrata in guerra contro
l’URSS (1941). Nel 1942, precisamente il 20 gennaio, si tenne in una villa sulla riva
del lago Wannsee, una località vicino a Berlino, una conferenza su come attuare la
“Soluzione finale della questione ebraica”. L'ordine per l'avvio della conferenza fu
dato dal Reichsmarschall Hermann Göring su proposta di Hitler. Verificata
l'impossibilità pratica di trasportare gli ebrei nel Madagascar a causa dell'andamento
negativo della guerra, si cercò una soluzione alternativa. All'inizio del dibattito,
Heydrich espose il problema del trasporto degli ebrei di tutta Europa nell'area di
influenza tedesca. Dopo varie discussioni venne presa la decisione di compiere una
vera e propria pulizia etnica, uno sterminio totale della razza ebraica dall'Europa. Nei
piani di Heydrich e degli altri gerarchi nazisti, la "Soluzione finale" avrebbe
coinvolto ben 11 milioni di ebrei. A questo punto restava da decidere il modo con cui
questo sterminio andava effettuato: le fucilazioni di massa, infatti, eseguite fino ad
allora da gruppi speciali delle SS (Einsatzgruppen), creavano tuttavia molti problemi
ai soldati, per cui venne scartata. Al termine della pagina 7 del protocollo si legge:
« Adesso, nell’ambito della soluzione finale, gli ebrei dovrebbero essere utilizzati in
impieghi lavorativi a est, nei modi più opportuni e con una direzione adeguata. In
grandi squadre di lavoro, con separazione dei sessi, gli ebrei in grado di lavorare
verranno portati in questi territori per la costruzione di strade, e non vi è dubbio che
una gran parte verrà a mancare per decremento naturale ». Nel 1942 viene aperto il
campo di concentramento e sterminio di Aschwitz (III). Tra il 1942 e il 1943 vengono
uccisi 3 milioni di ebrei. Il 16 ottobre 1943, nonostante aver versato i 50 chili d’oro
richieste dalle autorità tedesche, questi deportano gli ebrei della comunità romana. Il
27 gennaio 1945 il campo di Aschwitz viene liberato dalle truppe sovietiche. La
prima armata che entrò nel lager fu la LX Armata del Primo Fronte Ucraino. Vennero
trovati circa 7,000 prigionieri ancora in vita. Inoltre, vennero trovati migliaia di
indumenti abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di entrare nel
lager e 8 tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto.
DESCRIZIONE DELLA FAMIGLIA DI BRUNO (dal film: “Il bambino con il
pigiama a righe”)
Nel film “Il bambino con il pigiama a righe” la famiglia di Bruno è composta,
principalmente, da quattro persone: Walter (David Thewils), il padre di Bruno, un
ufficiale delle SS che ricevendo la promozione di comandante di campo (di
concentramento) si trasferisce con la famiglia nella campagna vicina a questo, dal
figlio Bruno è tenuto in gran conto, infatti questo lo ritiene “un buon uomo”, però nel
corso della storia Bruno comincerà ad avere dubbi sul suo lavoro e comportamento;
Gretel (Amber Beattie), la sorella di Bruno, durante il soggiorno in campagna subisce
un cambiamento (in negativo) del carattere, che spaventa la famiglia, dovuto agli
insegnamenti del suo precettore e all’infatuazione verso il tenente Kotler (Rupert
Friend); la madre di Bruno (Vera Farmiga) è la prima ad accorgersi di ciò che in
realtà avveniva nel campo attraverso una battuta del tenente Kotler, lei invece
credeva che il campo fosse solo uno di lavoro; Bruno (Asa Butterfield) è il
protagonista del film, è un bambino di otto anni, vivace e curioso, e proprio questa
sua caratteristica lo porta a non dare ascolto agli ammonimenti della madre e di
esplorare il retro della villa, fino ad arrivare al campo dove incontra e fa amicizia con
Shmuel (Jack Scanlon).
VIAGGIO DI BRUNO E DEPORTAZIONE IN 16
OTTOBRE (scritto da Giacomo Debenedetti)
Sia nella storia de “Il bambino con il pigiama a righe” che nel “16 ottobre” di De
Benedetti e presente il tema del viaggio. Nella prima storia Bruno non è d’accordo di
lasciare la città in cui vive, Berlino, con tutti i suoi amici e conoscenti per andare in
un luogo che non conosceva e dove non sapeva di nessuno. Nella seconda storia il
“viaggio” è differente in quanto si tratta della deportazione della comunità ebraica
romana. La sera prima della deportazione (15 ottobre) fino alle cinque del mattino del
giorno dopo i tedeschi, circa un centinaio, sparano a vuoto per impaurire gli abitanti
del ghetto. Successivamente per le strade (del getto) iniziano i rastrellamenti, il libro
fa riferimento a via S. Ambrogio, i soldati tedeschi si sparpagliano nel quartiere per
non far fuggire nessuno mentre altri irrompono nelle case. Finita la fase di
rastrellamento. inizia quella dell’incolonnamento, durante la quale i soldati spingono
e strattonano gli ebrei fino al luogo di destinazione. L’itinerario della colonna in
marcia, dopo aver lasciato il ghetto, è lungo il Tevere fino alla palazzina delle
Antichità e Belle Arti, tra la chiesa di Sant’Angelo e il teatro Marcello, qui, in
un’area di scavi, vengono smistati gli ebrei.
LA SCOPERTA DA PARTE DI BRUNO DEL CAMPO
E IL X CAPITOLO (Del libro: “Il bambino con il
pigiama a righe” scritto da John Boyne)
Bruno nella sua nuova casa si annoia molto, così passa il tempo leggendo libri che
parlano di esploratori e di esplorazione, infatti a lui piace esplorare egli piacerebbe da
grande diventare un esploratore famoso. Ecco così che inizia a curiosare tra la sua
casa e il giardino, compreso il retro, vietatogli dai genitori. Proprio in una delle sue
“esplorazioni” del retro del giardino arriva, attraversando un bosco, a un campo di
concentramento, senza saperlo. Avvicinandosi al recinto del campo incontra un
bambino, che sta dentro, con lui fa amicizia, perché a casa non ha più nessuno con cui
parlare, così Bruno conosce Shmuel, un bambino polacco deportato li con tutta la
famiglia.
SINTESI DE “LE NOSTRE NOTTI” (dal libro: “Se
questo è un uomo” di Primo Levi)
Nel capitolo “Le nostre notti” di “Se questo è un uomo” Levi spiega bene come erano
le vite dei prigionieri ebrei dei campi di notte quando bisognava dormire. Prima di
tutto dice che si doveva dividere la cuccetta con un compagno (le luci si spegnevano
alle undici), poi che ci si doveva anche conquistare lo spazio nelle cuccette cercando
di non svegliare gli altri, che magari già dormivano per la stanchezza dei duri giorni
di lavoro. Una volta addormentati Levi racconta degli incubi ricorrenti fatti da lui
stesso e dagli altri, quasi fossero un’altra punizione. Al momento della sveglia,
sempre prima dell’alba, tutti dovevano rifare il letto e vestirsi in tempo per andare al
campo per un altro giorno di lavoro.
IL TRADIMENTO DI BRUNO E IL CAMBIO DI
CARETTERE NELLA SORELLA GRETEL
Una delle sequenze che più mi ha colpito nel film è stata quella i cui Bruno tradisce
Shmuel, quando questo viene incaricato di pulire l’argenteria. Bruno gli offre un
pezzo di torta ma nel frattempo il tenente Kotler li vede e sgrida violentemente
Shmuel senza che Bruno intervenga difendendo l’amico, andandogli pure contro.
Bruno per la paura e la soggezione che ha nei confronti del tenente non ha aiutato
l’amico, anche se poi Shmuel acconsente di tornare amico di Bruno quando questo
glielo chiede, ritornando al campo.
Un'altra scena interessante è quella che mostra il cambiamento della sorella Gretel,
mentre giocava a scacchi con Bruno. Il suo carattere si vede diventare più violento e
aggressivo per gli insegnamenti fattole dal suo maestro e per aver passato molto
tempo con il tenente Kotler.
INCONTRO TRA LA FIABA E REALTA’ CHE
DIVENTA TRAGEDIA
Dopo aver fatto pace ed essere ritornati amici, Shmuel chiede a Bruno di aiutarlo nel
cercare il padre che non vede da giorni, ecco che allora Bruno, per farsi perdonare del
torto commesso, accetta e con una buca riesce ad entrare nel campo, mentre Shmuel
gli passa una camicia di prigionia. Nel campo però i due bambini vengono presi da
una pattuglia che stava portando alcuni prigionieri alle camere a gas. Così i due amici
muoiono, troppo prima che i genitori di Bruno possano fermare tutto.
ASSOCIAZIONE ENTRATA DI BRUNO AL CAMPO
E USCITA DI LEVI
Si può fare un rapporto tra l’entrata di Bruno e l’uscita di Levi dal campo. Infatti
dopo che Bruno entra, cioè alla fine della storia, poco dopo muore; mentre Levi alla
fine quando tutto sembra perduto si salva, grazie anche alla sua malattia che non gli
consentiva di camminare al freddo, per abbandonare il campo e alla liberazione del
campo da parte del’armata rossa. Sia Bruno che Levi sono però vittime della violenza
nazista, infatti anche se Bruno muore per il gas, Levi morirà suicida dopo, per i troppi
ricordi del campo, che non abbandonavano i suoi pensieri.
Alcune fonti sono state prese da Wikipedia
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