Crescita, decrescita, acrescita: dall’austerity all’integrazione europea Giorgio Anselmi Enna, Università “Kore”, 6 dicembre 2016 Partiamo da Bretton Woods (1944) • Dopo le catastrofi della guerra dei trent’anni del XX secolo (1914 – 1945), gli USA promuovono un nuovo ordine economico-monetario mondiale. • J. M. Keynes propone a nome del Regno Unito il Bancor, una moneta mondiale, ma gli USA (White) impongono l’egemonia del dollaro ed hanno gli strumenti per farlo. • Diversamente dal Gold Standard dell’800, che era un sistema multipolare (ogni moneta aveva una parità aurea), il nuovo Gold Exchange Standard è un sistema monopolare: il dollaro era convertibile in oro (35 $ per oncia) e tutte le altre monete erano convertibili in oro. • Per governare questo sistema nascono il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Il dilemma di Triffin (1911 – 93) • Robert Triffin dimostra che un sistema monetario internazionale fondato su una moneta nazionale non può sfuggire al dilemma che porta il suo nome. • Se il Paese che emette quella moneta esporta più di quanto importi, avremo una carenza di mezzi di pagamento (dollar shortage). • Se, al contrario, il Paese che emette quella moneta importa più di quanto esporta, sarà costretto ad emettere dollari in quantità superiore all’oro detenuto nei suoi forzieri. • Le due ipotesi si verificano in successione e costringono il Presidente USA Nixon a dichiarare la inconvertibilità del dollaro in oro (15 agosto 1971 – fine di Bretton Woods). Il dollar standard • Al gold standard succede così il dollar standard: il $ è ancora la moneta egemone, ma non è più convertibile in oro, diventa solo una moneta fiduciaria. • Gli USA possono emettere tutti i dollari che vogliono: - per permettersi enormi spese militari; - per indebitarsi verso l’estero; - per tenere basse le tasse e avere il consenso dei cittadini; Come è stato detto, gli USA potevano permettersi un “deficit senza lacrime”, di avere burro e cannoni, in altri termini di far pagare al resto del mondo l’ordine politico-militare che assicuravano. La caduta del Muro di Berlino e l’illusione dell’ordine monopolare • I costi crescenti dell’ordine mondiale dopo la fine dell’equilibrio bipolare portano gli USA a coltivare l’illusione di un ordine monopolare (la “fine della storia”) attraverso una globalizzazione non governata: - finanza creativa o selvaggia (leva finanziaria e creazione artificiale di ricchezza); - abbassamento delle tasse ai più ricchi (esempio della marea); - credito facile per sostenere la domanda (mutui subprime); - mantenere bassi i prezzi ed i salari con delocalizzazioni ed investimenti in aree sottosviluppate (Wal Mart; la CINA entra nel WTO, ecc.); - innovazione scientifica e tecnologica. La caduta del Muro di Berlino e l’illusione dell’ordine monopolare • Crescita Mutui SUB PRIME negli USA Lo scoppio della crisi (2007/8) • Alla lunga il sistema non poteva reggere, perché fondato sempre più sulla creazione artificiale di ricchezza (le bolle) senza corrispondenza con l’economia reale. • Nel 2007 scoppia la crisi dei mutui subprime e nel 2008 la crisi della Borsa di New York (Lehman Brothers) e delle altre principali borse mondiali. • Il settore finanziario privato (banche e assicurazioni) viene salvato dagli Stati (USA e Stati nazionali europei). • A questo punto inizia la speculazione contro gli Stati, in particolare contro alcuni Stati dell’Eurozona più indebitati, più deboli, col settore finanziario più malridotto. • La crisi, scoppiata negli USA, ha le conseguenze più gravi in Europa. Lo scoppio della crisi (2007/8) Debito Pubblico degli USA e risposta alla crisi della FED Una moneta senza Stato • L’economista Robert Mundell ha stabilito tre condizioni per rendere un’area monetaria ottimale: - flessibilità dei prezzi e dei salari (in Europa esiste); - mobilità territoriale del lavoro (ancora limitata in Europa); - soprattutto un bilancio centralizzato che trasferisca risorse dalle aree più ricche a quelle più povere (del tutto insufficiente in Europa). In assenza di tale bilancio adeguato, la strada seguita in Europa è stata la deflazione coatta dei Paesi deboli (diminuzione dei salari, delle pensioni, della spesa pubblica ed aumento delle tasse), con il risultato di innescare una spirare recessiva. Cosa fare • Abbiamo bisogno di un nuovo modello di sviluppo: quello americano è fondato sulla triade debito – consumi – inquinamento; quello del futuro deve essere fondato sulla triade risparmio – investimenti – riconversione socialmente ed ecologicamente sostenibile dell’economia. • Per far questo occorre un bilancio europeo adeguato (1 % del PIL quello europeo, 24 % quello USA) fondato su tasse europee (carbon tax, TTF) e sull’emissione di europrojectbonds. • Occorre un grande piano di investimenti per creare occupazione e riconvertire l’economia: una nuova rivoluzione industriale per un nuovo modello di sviluppo umano (dopo il tessile, le ferrovie, l’automobile, il computer, ora l’ambiente). … che cosa si è fatto: • Accordo per la redistribuzione delle quote nel FMI, con l’entrata del renminbi cinese nei DSP e quindi nelle riserve valutarie accanto a dollaro, euro, yen e sterlina (Obama ha ottenuto la ratifica dal Senato americano, nonostante la maggioranza repubblicana). • Accordi sul clima di Parigi (COP 21), riaffermati recentemente a Marrakesh. • A livello europeo: - clausole di flessibilità nell’interpretazione dei criteri di bilancio; - prime tappe dell’Unione bancaria (manca garanzia sui depositi); - provvedimenti della BCE, in particolare quantitative easing. - Recapiti per info e richieste Movimento Federalista Europeo Presidenza nazionale Via Poloni, 9 – 37122 Verona E-mail: [email protected] Tel. e fax: 045 8032194