Fasoli Giulia 1°A
Le meduse sono animali planctonici e sono tra i
primi organismi multicellulari che hanno
popolato il nostro pianeta.
Vivono prevalentemente nei mari e possono variare in forma, ma soprattutto in dimensione:
nei climi temperati e artici possono essere lunghe fino a 2 metri e mezzo.
La loro forma generica è quella di un polipo rovesciato e il 98% del suo corpo è costituito da
acqua.
Caratteristica fondamentale delle meduse è il colore quasi trasparente e i lunghi e sottili
tentacoli, su cui sono presenti particolari cellule che secernono filamenti urticanti usati per la
caccia e come strumento di difesa. Il liquido urticante è costituito da un insieme di tre
proteine che provocano un effetto anestetico, allergenico e paralizzante.
Esse depongono le loro uova in mare, facendo attenzione che cetacei, pesci palla e
tartarughe marine non provino a mangiarle. Questi predatori, immuni dal veleno delle
meduse, a loro volta usano la cavità digerente delle meduse stesse per depositare le proprie
uova al sicuro.
Le meduse hanno una notevole importanza nel ciclo del carbonio, in particolare in relazione
al problema del riscaldamento globale. Esse infatti, sarebbero in grado di assorbire grandi
quantità di carbonio in modo biologico, sottraendolo all'atmosfera.
I loro tentacoli ospitano delle particolari cellule, gli cnidociti, che funzionano una volta
sola, per cui devono essere rigenerate. Hanno funzioni difensive ma soprattutto
offensive. Esse si attivano quando vengono toccate, grazie a un meccanorecettore detto
cnidociglio, ed estroflettono dei filamenti urticanti detti cnidae. Le cnidae possono essere
di diverso tipo: nematocisti o spirocisti, e sono collegate ad appositi organuli, cnidoblasti
che contengono un liquido urticante. Le cnidae, in genere, inoculano una sostanza che
uccide la preda per shock anafilattico. Il liquido urticante ha azione neurotossica o
emolliente, la cui natura può variare a seconda della specie, ma di solito è costituita da
una miscela di tre proteine a effetto sinergico. Le tre proteine sono: ipnotossina,
talassina e congestina. L'ipnotossina ha effetto anestetico, quindi paralizzante; la
talassina ha un comportamento allergenico che causa una risposta infiammatoria; la
congestina paralizza l'apparato circolatorio e respiratorio.
Anche se non tutte le meduse sono urticanti,
alcune sono particolarmente pericolose per
l'uomo, in alcuni casi possono causare anche
la morte per shock anafilattico.
Le sostanze urticanti liberate dalle nematocisti,
tencacoli delle meduse, che provocano una
reazione infiammatoria acuta caratterizzata
da eritema, gonfiore, vescicole e bolle,
accompagnata da bruciore e sensazione di
dolore; questa reazione è dovuta all'effetto
tossico diretto del liquido. A volte, le meduse
possono provocare lesioni cutanee ritardate
nel tempo.
La reazione cutanea alla medusa ritardata
nel tempo rappresenta una entità clinica seria
nella quale si sviluppano lesioni di tipo
eczematose a distanza di giorni o di mesi
dopo il contatto con gli invertebrati, in questo
caso si può anche ricorrere, nei casi più gravi,
a terapie sperimentali.
Per lenire l’effetto urticante vengono utilizzate
soluzioni diluite a base di: bicarbonato di
sodio, ammoniaca o acido acetico per lenire
l'effetto urticante provocato dalle nematocisti
delle meduse.
Alcune classi di meduse, fra le quali le scifomeduse e i
cubozoi, dispongono di ropali, un organo sensoriale dotato di
occhi e da una statociste.
La statociste è una vescicola, contenente un corpo minerale
detto statolite (o statolito), che dà alla medusa il senso
dell'orientamento spaziale.
I ropali sono nettamente più evoluti nelle meduse Cubozoa,
dove includono fino a sei occhi, una neuropupilla sensibile
alla luce e una statociste. La struttura degli occhi può anche
essere complessa, con lenti simili al cristallino. Fra tutti i
cnidari, i cubozoi sono gli unici capaci di nuotare
attivamente per cacciare ed evitare ostacoli proprio grazie
all'elaborato sistema visivo dei loro ropali.
Nei ropali anatomicamente più semplici, gli occhi sono
sostituiti da una macchia oculare che permette all'animale di
regolare la sua profondità secondo l'intensità della luce.
La riproduzione delle meduse è di tipo sessuale, cioè avviene per tramite di gameti che
generalmente vengono emessi nell'ambiente esterno, dove avviene la fecondazione.
Negli Scifozoi si possono distinguere varie fasi:
^ la fase sessuale
la femmina depone le uova nel mare, il maschio libera gli spermatozoi che le fecondano,
dallo zigote nasce la planula, una larva che scende e si fissa sul fondale dove poi
successivamente assume la forma di un polipo e prende il nome di scifostoma (simile ad
una attinia);
^ la fase asessuale
lo scifostoma si divide in seguito in efire, giovani meduse che diventeranno adulte.