Visualizza e stampa la "SCHEDA TASSONOMICA" in

 Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei Lodigiani P.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi 0371 432700 | 0371 30499 @ [email protected] MEDUSA
Classe
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Nome italiano
Schifozoi
Celenterati
Cyaneidae
Cynea capillata
Medusa
Morfologia:
Le meduse di dimensioni maggiori si ritrovano negli Cnidari Scifozoi, le cosiddette scifomeduse, tra le quali primeggia la Cynea
capillata, diffusa nei climi temperati ed artici, che può raggiungere i 2,5 m di diametro. Lo stadio polipoide è molto spesso ridotto e
nella Stygiomedusa e Pelagia nocticula, specie oloplanctoniche, risulta invece assente. Nei Cubozoi, la struttura dell''ombrello è di
forma cubica con simmetria tetraradiale. Le cubomeduse, diffuse nei mari tropicali, sono di piccole dimensioni, raggiungendo al
massimo i 14 cm con la Chironex fleckeri, tuttavia sono molto pericolose e talvolta mortali anche per l'uomo, che li ha così
soprannominate "vespe di mare". Lo stadio medusoide si trova invece assente negli Cnidari della classe Anthozoa e in alcune
specie di Idrozoi (p.e. l'Hydra), dove in molti altri casi prevale la forma polipoide coloniale e l'idromedusa è di dimensione e vita
ridotta. La forma generica di una medusa è quella di un polipo rovesciato. Può essere immaginata come un sacco leggermente
appiattito, dove si riconoscono una zona superiore convessa, l'esombrella, ed una regione inferiore concava, detta subombrella, al
cui centro è posta la bocca che si collega alla cavità gastrovascolare mediante una struttura tubulare chiamata manubrium. Dal
margine subombrellare si propagano dei tentacoli urticanti a scopo di difesa e di predazione. Le meduse hanno il corpo composto
principalmente da acqua (circa il 98%) infatti, se si prende una medusa e si lascia su un sasso al sole, dopo un po' di tempo
incomincerà a sciogliersi. I loro tentacoli ospitano delle particolari cellule, gli cnidociti, che funzionano una volta sola, per cui
devono essere rigenerate. Hanno funzioni difensive ma soprattutto offensive (per paralizzare la preda). Esse si attivano quando
vengono toccate, grazie a un meccanocettore detto cnidociglio,ed estroflettono dei filamenti urticanti detti cnidae. Le cnidae
possono essere di diverso tipo: nematocisti o spirocisti, e sono collegate ad appositi organuli, cnidoblasti che contengono una
liquido urticante. Le cnidae, in genere, inoculano una sostanza che uccide la preda per shock anafilattico. Il liquido urticante ha
azione neurotossica o emoliente, la cui natura può variare a seconda della specie, ma di solito è costituita da una miscela di tre
proteine a effetto sinergico: ipnossina, talassina e congestina. L'ipnossina ha effetto anestetico, quindi paralizzante; la talassina ha
un comportamento allergenico che causa una risposta infiammatoria; la congestina paralizza l'apparato circolatorio e respiratorio.
Anche se non tutte le meduse sono urticanti, alcune , come le cubomeduse, sono particolarmente pericolose per l'uomo: in taluni
casi possono causare anche la morte per shock anafilattico.
Riproduzione e accrescimento:
La riproduzione delle meduse è di tipo sessuale, cioè tramite formazione di gameti che generalmente vengono emessi
nell'ambiente esterno dove si attua la fecondazione. Negli Scifozoi si possono distinguere varie fasi: La femmina depone le uova
nel mare. Il maschio libera gli spermatozoi che le fecondano. Dallo zigote nasce la planula, una larva che scende e si fissa sul
fondale dove poi successivamente assume la forma di un polipo e prende il nome di scifostoma (simile ad una attinia) Lo
scifostoma si divide in seguito in efire, giovani meduse che diventeranno adulte. Talvolta la riproduzione è asessuata: quando per
gemmazione dai polipi solitari, o talvolta dalle meduse, si staccano dei piccoli polipi secondari o delle piccole meduse; oppure
quando il polipo si riproduce per strobilazione, ossia subisce una serie di divisioni trasversali, ricordando una pila di piatti, e da ogni
piatto si genera una medusa. Altre volte si verifica la riproduzione sessuata quando le cellule riproduttive derivano da individui
diversi. La riproduzione asessuata è relativamente veloce, semplice e garantisce un gran numero di nati. Il
grande limite è che tutti i nuovi individui sono identici tra loro. La riproduzione sessuata, invece, comporta l'incontro delle cellule
riproduttive appartenenti ad individui diversi: per questo motivo le meduse creano degli sciami e i polipi vivono vicini. La struttura di
base è rappresentata dal polipo, che misura non più di 1-2 cm. Esso vive a lungo e può generare altri polipi (così da sembrare
immortale) e talvolta delle meduse. Queste ultime non sono altro che dei polipi un po' appiattiti e capovolti, così da essere
completamente libere di muoversi. La medusa si differenzia dal polipo, non solo per il fatto di non essere ancorata al suolo, ma
1 www.fipsaslodi.it Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei Lodigiani P.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi 0371 432700 | 0371 30499 @ [email protected] anche per la consistenza gelatinosa del corpo (costituita da oltre il 90% di acqua). Il diametro della medusa varia dai pochi
centimetri sino ai due metri.
Alimentazione:
La medusa rappresenta una fase della vita dei Celenterati, durante la quale si lascia trasportare dalle correnti marine. Il corpo è
una sorta di sacco, la cui cavità funge da intestino (anche se la digestione, più che nella cavità, è effettuata nelle cellule che la
tappezzano), e da vari tentacoli. Inoltre, è presente un'unica apertura che permette l'entrata e l'uscita del cibo. Per alcuni periodi, il
sacco è ancorato al suolo marino con i tentacoli e la bocca rivolti verso l'alto, e viene chiamato polipo; in altri periodi, nuota
nell'acqua tenendo bocca e tentacoli rivolti verso il basso ed è chiamato medusa. I tentacoli permettono di convogliare il cibo verso
la bocca.
Comportamento:
Questi animali posseggono un modesto apparato muscolare, nervoso e sensoriale. Nonostante ciò, si tratta di predatori, capaci di
uccidere crostacei, molluschi vermi e pesci di varia dimensione. Non sorprende, quindi, scoprire che posseggono delle cellule
urticanti che vengono utilizzate ogni volta che un animale viene sfiorato da un celenterato. Il liquido urticante è costituito di
sostanze che possono provocare difficoltà respiratorie e circolatorie. Nell'uomo il liquido urticante provoca solitamente reazioni
cutanee.
Distribuzione:
Sono animali marini che popolano tutti i mari e gli oceani a diverse profondità, dalla superficie sino agli abissi.
2 www.fipsaslodi.it