LA RIPRODUZIONE Tivan Federica 3^C Scuola secondaria di primo grado Falcone e Borsellino a.s. 2016-2017 Lo scopo della riproduzione Gli organismi che vivono sulla Terra devono la loro esistenza alla riproduzione, ovvero, alla capacità di generare organismi simili alla specie del loro creatore. La continuità della vita è una caratteristica comune a tutti gli esseri viventi. Nella specie umana è legata a fattori psicologici e affettivi, e si manifesta come desiderio di un uomo e una donna di unirsi per generare un figlio. La riproduzione umana Gli esseri umani si riproducono in maniera sessuata. In essa, il primo passo che porterà alla nascita è l’incontro della cellula uovo proveniente dalle ovaie (organi sessuali della donna) e lo spermatozoo, proveniente dai testicoli (organi sessuali dell’uomo). Queste cellule sono dette gameti. Dalla fusione di essi nasce lo zigote e il processo che porta alla sua formazione si chiama fecondazione. Nel nucleo dei gameti sono presenti 23 cromosomi, e sono 46 nelle cellule del corpo umano, perciò lo zigote ne possiede 46. zigote Cellula uovo e spermatozoo Come è fatta la cellula uovo Come è fatto lo spermatozoo • ha una forma sferica ed è racchiusa in un rivestimento proteico. • Contiene il nucleo e un citoplasma ricco di materiale di riserva. • • è piccolo, dalla forma idrodinamica. È formato da una testa, che contiene il nucleo; davanti ad esso c’è l’acrosoma che contiene enzimi capaci di fare sciogliere gli strati della cellula uovo e poi troviamo il collo, dove sono contenuti i mitocondri che forniscono energia per il movimento della coda. L’apparato riproduttore maschile L’apparato riproduttore maschile deve produrre spermatozoi da trasferire poi in quello della donna. Gli spermatozoi sono prodotti nei due testicoli, contenuti in una sacca chiamata scroto. Ogni testicolo è formato dai tubuli seminiferi in cui ogni giorno, dai tredici ai settant’anni, si sviluppano milioni di spermatozoi, che poi passano nell’ epididimo, lungo e sottile tubicino arrotolato posto sopra ogni testicolo, per poi confluire nel dotto deferente e si raccolgono nella vescicola seminale. Durante questo percorso si mescolano al liquido secreto dai canali attraversati, formando lo sperma, che fornisce allo spermatozoo nutrimento. Durante il rapporto sessuale lo sperma passa attraverso l’ uretra, condotto che attraverso il pene. Con la eiaculazione lo sperma viene spinto fuori per entrare nell’ apparato riproduttore femminile. L’apparato riproduttore femminile L’apparato riproduttore femminile deve produrre cellule uovo, accogliere lo zigote e far nascere l’individuo. È formato da ovaie, piccole ghiandole a forma di mandorla. All’interno si trovano i follicoli, sacchi dove maturano le cellule uovo. Fino alla pubertà le ovaie contengono circa 500.000 ovociti (cellule uovo non mature), ma solo 500 matureranno nel proprio follicolo e saranno espulsi uno ad uno. Da ogni ovaia partono le due tube di Falloppio, che raccolgono la cellula uovo matura espulsa e la spingono verso l’utero. L’utero è un organo muscolare cavo, con pareti spesse ed è situato dietro la vescica, ma davanti l’ intestino retto. La parte inferiore è chiamata collo dell’utero e continua con la vagina. La vagina è un canale muscolare, in grado di dilatarsi durante l’accoppiamento e al momento del parto. L’apertura della vagina è parzialmente chiusa da una membrana, l’imene che si lacera durante il primo accoppiamento. È circondata da genitali esterni che costituiscono la vulva, formata da due pieghe grandi e piccole, ovvero, le labbra e dal clitoride. Il ciclo ovarico Nella donna la produzione di gameti è un processo ritmico detto ciclo ovarico, dalla durata di 28 giorni. Il primo ciclo segna l’inizio della pubertà, fino ai 50anni con la fine del ciclo l donna entra in menopausa. Il ciclo è regolato dagli ormoni prodotti dall’ipofìsi: - l’ormone follicolostimolante (FSH); -l’ormone luteinizzante (LH). Nella prima fase (dal 1° al 14° giorno), l’ipofisi produce FSH, che induce il follicolo alla maturazione della cellula uovo e a produrre estrogeni (ormoni). Questi fermano la produzione di FSH, stimolando quella di LH e determinando l’ispessimento della mucosa uterina un arricchimento dei vasi sanguigni, per permettere all’utero di accogliere l’eventuale cellula uovo fecondata. Man mano che la cellula uovo matura, il follicolo si riempie di un liquido. Al 14° giorno esso scoppia liberando la cellula uovo matura, avviene l’ovulazione. Dopo, per effetto dell’LH, il follicolo rotto si trasforma in corpo luteo, che continua a preparare la mucosa uterina a un’eventuale gravidanza e a inibire la produzione di FSH . Se la fecondazione non è avvenuta, al 26°-28° giorno la mucosa uterina si sfalda e i vasi sanguigni si rompono. Essi insieme alla cellula uovo non fecondata, vengono espulsi attraverso la vagina, creando il flusso mestruale, che dura 4-5 gg. se la fecondazione avviene, ha inizio la gravidanza. La fecondazione La fecondazione avviene grazie al rapporto sessuale, il pene emette, all’interno della vagina, lo sperma contenente gli spermatozoi, che risalgono le vie dell’apparato riproduttore femminile, ma solo alcuni di essi riescono ad arrivare fino alla cellula uovo. Uno solo può penetrarla e fecondarla; infatti quando lo spermatozoo perfora la membrana della cellula uovo, essa forma una barriera invalicabile. La cellula fecondata (zigote) contiene 23 cromosomi materni e 23 paterni. Dopo la fecondazione Avvenuta la fecondazione, lo zigote si divide secondo la segmentazione. Le cellule che si formano rimangono addossate in una sfera, detta morula. durante queste divisioni, la morula scende lungo l’ovidotto, raggiungendo l’utero. Qui cambia aspetto: le cellule si spostano all’esterno, formando la parete della sfera; mentre il resto si raggruppa a un polo di essa, diventando così blastocisti. Dopo il suo arrivo nell’utero, essa si annida nella parete uterina. Inizia così la gravidanza, che dura nove mesi. Durante la gravidanza Dopo l’annidamento le cellule della blastociti si differenziano per dare origine ai tessuti a agli organi del feto. Le cellule più esterne formano due membrane che devono proteggere l’embrione: -l’amnios, un sacco pieno di liquido che circonda l’embrione fino alla nascita; -il corion, è provvisto di estroflessioni (villi coriali) che si inseriscono nella mucosa uterina per formare la placenta. La placenta è un organo spugnoso costituito da tessuto materno e tessuto dell’embrione. L’embrione è collegato ad essa tramite il cordone ombelicale (canale contenente vasi sanguigni). Grazie alla placenta, l’embrione può nutrirsi e respirare. I suoi prodotti di rifiuto passano per suoi vasi sanguigni a quelli della madre, che li eliminerà. Mentre si forma la placenta, l’embrione abbozza i suoi organi, e al 2° mese ha un aspetto più da bambino. Al 3° mese l’embrione prende il nome di feto e dal 5° mese in poi gli apparati si definiscono e al 7° mese il bambino è completo. Nelle ultime settimane esso cambia posizione: mette la testa vicino all’imboccatura dell’utero, verso il canale dell’uscita. Il parto Il parto inizia con la contrazione dell’utero grazie all’ossitocina e alle prostaglandine. Nella fase iniziale (il travaglio), essi devono dilatare il collo dell’utero e la vagina per permettere il passaggio del bambino, e dopo iniziano le contrazioni efficaci. Il sacco amniotico si rompe, provocando la fuoriuscita del liquido che contiene. Dopo la rottura delle acque, le contrazioni diventano sempre più intense fino a che nasce il bambino. Uscito il bambino,il cordone ombelicale viene reciso ( al bambino rimane una cicatrice in corrispondenza dell’ombelico) dopodichè il bambino emette un vagito, piange e respira. Dopo l’utero si ricontrae per fare uscire la placenta. Le malattie sessualmente trasmessibili In medicina, una malattia venerea o malattia trasmissibile sessualmente è una malattia infettiva che si trasmette principalmente per contagio diretto in occasione di attività sessuali. La maggior parte delle inizialmente non presenta sintomi e ciò si traduce con un maggior rischio di trasmetterle ad altre persone. I sintomi e i segni della malattia possono includere perdite dalla vagina, dal pene, ulcere sui o intorno agli organi genitali e dolore pelvico. Una malattia venerea acquisita prima o durante una gravidanza può causare danni al nascituro. Alcune malattie sessualmente trasmissibili possono causare problemi di sterilità. Più di 30 diversi batteri, virus e parassiti possono causare questo tipo di malattie. Le infezioni batteriche più spesso coinvolte includono, tra le altre, la clamidia, la gonorrea e la sifilide. Le malattie sessualmente trasmissibili di tipo virale possono essere, ad esempio, l'herpes genitale, l'AIDS e il condiloma acuminato, mentre tra i parassiti, tra gli altri, si possono includere la tricomoniasi. Nonostante solitamente le malattie si trasmettano durante un rapporto sessuale, alcune di queste possono essere trasmesse anche attraverso il contatto con sangue contaminato e tessuti, con l’allattamento al seno o durante il parto. Test diagnostici per le malattie veneree sono facilmente disponibili nel mondo sviluppato, ma spesso questo non è il caso nei Paesi in via di sviluppo. L’appelitivo “veneree” a questo genere di malattie si riferisce a Venere, dea mitologica dell’amore. Alcune delle malattie -Gonorrea: è una malattia da contatto. Infatti, per la donna basta sedersi su superfici infette, pulirsi con asciugamani infetti o indossare intimo infetto. Il batterio sopravvivere per alcune ore al contatto con l'aria; -Sifilide: è una complessa infezione sessualmente trasmissibile. La sifilide è un'infezione genitale che causa escoriazioni e facilita la trasmissione dell'HIV. Si sviluppa in diversi stadi, Ciascuno caratterizzato da sintomi e decorso diverso. Dal momento che alcune casi della malattia hanno un lungo decorso senza manifestazioni cliniche evidenti, è possibile un'evoluzione progressiva in assenza di diagnosi e terapia. Se non è trattata adeguatamente, la sifilide può causare danni al sistema nervoso e ai vasi arteriosi, disturbo mentale e morte. Grazie a un semplice test diagnostico e all'elevata efficacia dell'antibioticoterapia, è oggi un'infezione potenzialmente controllabile dai sistemi di sanità pubblica; -Virus del papilloma umano: può dare, a seconda del sierotipo, condilomi o essere causa diretta de carcinoma della cervice uterina, quindi la morte, come lo sono gli HPV 16 e 18. L'infezione da papillomavirus ha di fatto inizio con un contatto sessuale a livello genitale. Va tenuto presente a questo proposito che l'infezione può anche essere trasmessa ad aree del corpo non ricoperte dal profilattico; -Candidosi: quella della Candida albicans è la più comune; -AIDS: dovuta a infezione da retrovirus HIV. La trasmissione avviene tramite sangue, liquido seminale. Come prevenire le malattie Il modo più efficace per prevenire la trasmissione sessuale di malattie sessualmente trasmissibili è quello di evitare il contatto di parti del corpo o con liquidi biologici con un partner infetto. L'uso corretto del preservativo riduce il contatto e il rischio, tuttavia anche con il suo uso vi può essere una possibilità di trasmissione di alcune malattie Se vi è una storia di un possibile rischio, prima di iniziare il contatto sessuale, è necessario sottoporsi a dei test. Molte infezioni non sono rilevabili immediatamente dopo l'esposizione, per cui deve essere aspettato un tempo sufficiente tra le possibili esposizioni e i test perché essi siano precisi. VACCINI: Sono disponibili alcuni vaccini che proteggono da alcune malattie. PRESERVATIVI: I preservativi e il profilattico femminile forniscono una protezione solo se usati correttamente come una barriera e solo da e verso l'area che copre. Le aree scoperte sono ancora suscettibile di molte malattie sessualmente trasmissibili. Malattie sessualmente trasmissibili, come anche le infezioni virali, possono essere prevenute con l'uso del preservativo in lattice, in poliuretano o inpoliisoprene. Alcuni microrganismi e virus sono abbastanza piccoli da passare attraverso i pori della pelle dei preservativi naturali, ma sono ancora troppo grandi per passare attraverso quelli di lattice o sintetici. Al fine di proteggere meglio se stessi e il partner da malattie sessualmente trasmissibili, il vecchio preservativo e il suo contenuto devono essere considerati contagioso. Pertanto, il vecchio preservativo deve essere correttamente smaltito. Un nuovo preservativo deve essere utilizzato per ogni atto del rapporto sessuale. L'utilizzo di più di un preservativo contemporaneamente aumenta la possibilità di rottura, annullando l'efficacia come una barriera. Grazie dell’attenzione…