Come è possibile che il cielo notturno
sia buio nonostante l'infinità di stelle
presenti nell'universo?
Jean-Philippe Loys de Chéseaux ipotizza:
• Universo simmetrico
• Il numero di stelle presenti in uno strato sferico varia
in modo proporzionale al quadrato della distanza dal
centro
• Ogni fascia di stelle emana la stessa intensità
luminosa
Deduzione: Cielo luminoso giorno e notte
Impossibile!
• Matematicamente la luce giunge direttamente a
destinazione se il mezzo attraversato è trasparente. Lo
spazio dovrebbe quindi essere trasparente per far si
che noi percepiamo la totale intensità luminosa.
Impossibile!
• Oscuramento interstellare  la luce subisce
delle attenuazioni lungo la distanza che percorre
Aumentando le distanze aumenta l’effetto
Le stelle distanti illuminano meno di quelle vicine
Heinrich Wilhelm Mathias Olbers
1823, Paradosso di Olbers:
1. La luce si diffonde in tutto lo spazio e l'intensità
luminosa varia in modo proporzionale all'inverso del
quadrato della distanza.
2. Il numero delle stelle attorno alla terra aumenta con la
relativa distanza, in modo tale da controbilanciare la
diminuzione di intensità.
• Ma allora se la quantità di luce che giunge da
uno strato di stelle è sempre la stessa,
qualunque sia la distanza che le separa da
noi, come può il cielo risultare buio di notte?
ATTENZIONE!
Cheseaux considerava un Universo sferico e
finito, con raggio pari a 3000 miliardi di anni
luce, in cui la luminosità delle stelle sarebbe
180000 volte più intensa di quella solare.
Superamento Paradosso
• Si abbandona l’idea di un universo finito,
omogeneo e statico.
Il Primo fu Lord Kelvin nel 1901, le cui idee
furono anticipate dallo scrittore Edgar Allan
Poe che nel 1848 pubblicò il suo saggio
‘’Eureka’’ in cui scrisse:
‘’Were the succession of stars
endless, then the background of the
sky would present us a uniform
luminosity, like that displayed by
the Galaxy – since there could be
absolutely no point, in all that
background, at which would not
exist a star. The only mode,
therefore, in which, under such a
state of affairs, we could
comprehend the voids which our
telescopes find in innumerable
directions, would be by supposing
the distance of the invisible
background so immense that no ray
from it has yet been able to reach
us at all’’
"Se la successione delle stelle
fosse infinita, lo sfondo del
cielo avrebbe una luminosità
uniforme, come quella della
nostra Galassia, perché non
potrebbe esserci alcun punto, in
tutto lo sfondo, privo di una stella.
Il solo modo, perciò, in cui
potremmo comprendere i vuoti
osservati dai nostri telescopi in
tutte le direzioni, sarebbe
supporre che la distanza dello
sfondo sia così grande che nessun
raggio luminoso possa ancora
aver avuto il tempo di
raggiungerci"
Grande rilevanza per due ragioni:
- Tiene conto della velocità finita di
propagazione della luce.
- Suppone un Universo in evoluzione, in cui i
raggi luminosi non ci hanno ancora raggiunto.
Poe ha il merito di aver concepito un universo newtoniano
non statico, ma in evoluzione dinamica.
Nel 1976 il poeta Lawrence Ferlinghetti, nato a
Yonkers nel 1919, nella sua raccolta ‘’Who are we
now’’ scrisse la poesia Olbers Paradox, e in questi
versi il poeta colora con l’immaginazione questo
fenomeno fisico riuscendo quasi a rendere l’invisibile
visibile:
And I heard the learned
astronomer
whose name was Heinrich Olbers
speaking to us across the
centuries
about how he observed with
naked eye
how in the sky there were
some few stars close up
and the further away he looked
the more of them there were
with infinite numbers of clusters
of stars
in myriad Milky Ways & myriad
nebulae
So that from this we can deduce
that in the infinite distances
there must be a place
there must be a place
E io udii il colto
astronomo
il cui nome era Henrich Olbers
parlare con noi attraverso i
secoli
sul suo modo di osservare
ad occhio nudo
sul fatto che in cielo ci fossero
poche stelle vicine e
più spingeva lontano lo sguardo
più erano numerose
con numeri infiniti di grappoli
di stelle
in miriadi di Vie Lattee & miriadi di
nebulose
Da questo si può dedurre
che nelle distanze infinite
ci deve essere un posto
ci deve essere un posto
dove tutto è luce
where all is light
e che la luce viene da quell’alto luogo
and that the light from that high
dove tutto è luce
place
semplicemente non è ancora arrivata
Where all is light
qui
simply hasn't got here yet
ragione per cui abbiamo ancora la notte
which is why we still have night
But when at last that light arrives Ma quando quella luce finalmente arriva
quando finalmente arriva qui
when at last it does get here
la parte del giorno che ora chiamiamo
the part of day we now call Night
Notte
will have a white sky
avrà un cielo bianco
little black dots in it
con piccoli puntini neri piccoli buchi neri
little black holes
dove un tempo erano le stelle
where once were stars
E allora in quel posto simbolico
And then in that symbolic
così pieno di poesia
so poetic place
che ci apparterrà
which will be ours
noi saremo le vere ombre di noi stessi
we'll be our own true shadows
la nostra stessa illuminazione
and our own illumination
su una terra al tramonto.
on a sunset earth.