arte latina - Liceo Classico D`Annunzio Pescara

Excursus storico e culturale nell’affascinante e caratteristica
arte latina!
ORIGINI
FONDAZIONE
DI
ROMA
753 a.C
Mura
Serviane
(cinta
muraria più
antica)
PRIMI LAVORI
PUBBLICI AVVIATI
DAI RE ETRUSCHI
TARQUINIO PRISCO E
SERVIO TULLIO
Santuario di
Giove
Capitolino
(dedicato a
Giove,
Giunone e
Minerva)
Cloaca
Massima
(sistema di
canalizzazione)
Foro
Romano
(grande
piazza
centro
della vita
pubblica)
)
FONDAZIONE DI ROMA
753 a.C.
-Mura Serviane:
Le Mura Serviane sono le prime mura
di Roma del VI secolo a.C., fatte costruire
da Tarquinio Prisco, secondo la tradizione,
poi ampliate e dotate di un ampio fossato dal
successore, Servio Tullio, dal quale presero il
nome.
 Tempio di Giove Capitolino: Fu il centro del culto dello stato
romano e secondo la leggenda fu stabilito in concorrenza al santuario dedicato
a Iuppiter Latiaris sul Mons Albanus, vicino ad Alba la lunga.
 Cloaca Massima: usufruiva dell'esperienza sviluppata
dall'ingegneria etrusca, con l'utilizzo dell'arco a volta che la rendeva più stabile
e duratura nel tempo. Fu una delle prime grandi opere di urbanizzazione.
Aveva origine nella Suburra e, attraverso l'Argileto, il Foro, il Velabro, il Foro
Boario, si scaricava nel Tevere nei pressi di Ponte Emilio.
 Foro Romano: Il Foro Romano, situato nella valle compresa tra il
Palatino e il Campidoglio, era in origine paludoso ed inospitale. La valle venne
utilizzata tra X e VII secolo a.C. come necropoli dei primi villaggi stanziati sulle
colline circostanti. La piana del Foro Romano, solo verso il 600 a.C., ad opera
del re etrusco Tarquinio Prisco, venne drenata con la costruzione della Cloaca
Massima e ricevette una pavimentazione in tufo; la piazza di forma rettangolare
nacque come luogo destinato agli scambi commerciali e alle attività politiche e
giudiziarie, nel punto in cui convergevano importanti strade.
LA ROMA DI
AUGUSTO
 Con il passaggio dalla
Svetonio, Vita di Augusto XXXVIII,3
«Abbellì in tal modo l’Urbe, non certo
adorna come avrebbe richiesto la
maestà dell’impero e sempre soggetta a
inondazioni e a incendi, che potè
vantarsi a buon diritto di lasciarla di
marmo (marmoream) dopo averla
ricevuta di mattoni (latericiam)»
Repubblica all’Impero,
Roma cambiò il proprio
assetto urbanistico.
 Gli imperatori del I e del II
sec. d.C. diedero il via a
grandi lavori pubblici che
ne esaltassero il prestigio e
il potere. I nuovi edifici
rivestirono una notevole
importanza anche come
forma di propaganda
politica
I FORI
IMPERIALI
Il luogo più interessato da questa attività edilizia fu il foro,
cuore della Cesare aveva costruito una nuova sede per il
Senato: la curia Iulia al posto della curia Hostilia, andata
distrutta in un rogo.vita politica e sociale dell’Urbe
Cesare aveva costruito una nuova sede per il
Senato: la curia Iulia al posto della curia Hostilia,
andata distrutta in un rogo.
Augusto fece ripavimentare il foro in travertino ed
edificò un nuovo foro, più grande, con nuove
basiliche per amministrare la giustizia nuovi
templi
ARA PACIS
DI AUGUSTO
Anche il Campo Marzio fu oggetto di trasformazione in età
imperiale. Vi sorgeva il monumento più rappresentativo della
propaganda politica di Augusto: l’Ara Pacis, fatta innalzare al
termine delle guerre civili per esaltare l’immagine di Augusto
come pacificatore e per ricollegare a origine mitiche la gens
Iulia, fondata dall’eroe Enea, figlio di Venere.
L’Ara Pacis Augustae (13-9 a.C.) è la riproduzione in marmo di
un’ara, l’antico altare romano circondato da uno steccato in
legno, ornato di ghirlande di fiori e dui teste di bue offerte in
sacrificio. La decorazione a rilievo presenta sia motivi
naturalistici sia soggetti di intento celebrativo: l’origine mitica
di Roma e il corteo di Augusto., con i sacerdoti, i funzionari e i
membri della famiglia imperiale.
DOMUS
IMPERIALI
I Palazzi Imperiali di Roma occupano il colle Palatino, che si affaccia verso
nord sul Foro Romano, e verso sud sul Circo Massimo. È un imponente
complesso di edifici che esprime in modo visibile la potenza e ricchezza
degli imperatori da Augusto (di cui ancora appare visibile la residenza, tra le
meglio conservate) fino almeno al IV secolo, sinché Roma cesserà di
essere sede imperiale con Costantino, anche se ancora ai tempi
di Teodorico (come dimostrano gli ampliamenti realizzati da quest'ultimo)
quest'area era deputata ad ospitare la sede del potere sovrano. I palazzi
imperiali si compongono di due strutture, quella pubblica (la Domus Flavia,
edificata per la gran parte da Domiziano), aperta ai cittadini e agli stranieri,
dove si manifestava lo sfarzo e la potenza dell'imperatore, e quella privata
(la Domus Augustana), dove abitava l'imperatore e la sua corte. A questa
sotto Settimio Severo si aggiunse una sezione aggiuntiva (un vero nuovo
palazzo identificato dai moderni come Domus Severiana) con robusti archi
portanti che fuoriuscivano dal fianco della collina.
Le sontuose dimore che gli imperatori si fecero costruire, generalmente sul colle
Palatino, sono la testimonianza più eloquente del mutamento di prospettiva: esse
erano il segno di una ricchezza e di un potere smisurati che segnavano una
distanza incolmabile tra il princeps e il popolo.
La più celebre era senza dubbio la Domus aurea,
voluta da Nerone.
Si estendeva dal colle Palatino all’Esquilino,
occupando un’area che comprendeva un’intera valle
STRADE ROMANE
Numerose strade collegavano l’Italia con le province, seguendo
prevalentemente l’andamento delle coste, ma talvolta
spingendosi anche nelle zone più interne.
Le strade che collegavano tra loro le varie province, invece,
rappresentavano un mezzo efficace per espandere l’influenza
commerciale, grazie all’integrazione tra il trasporto terreno e
quello marittimo: i porti maggiori si incrociavano con le vie
principali rendendo il commercio più redditizio.
Le strade principali erano, già nell’antichità, riportate su
mappe molto elaborate e dettagliate. La più importante è la
Tabula Peutingeriana, un itinerario completo dell’Impero
Romano risalente probabilmente al III a.C.
via Appia: da Roma a
Capua, prolungata
fino a Brindisi
via Emilia: da
Rimini a
Piacenza,
prolungata fino
a Milano
via Flaminia: da
Roma a Rimini;
IMPORTANTI VIE ROMANE
via Aurelia: da Roma a
Pisa, prolungata fino
alla Liguria urelia: da
Roma a Pisa, prolungata
fino alla Liguria.
via Cassia: da Roma a
Firenze, prolungata fino
all’innesto con le vie
Aurelia a ovest ed Emilia
a nord.
via Latina: da Roma
a Benevento
ROMA NELL’EPOCA FLAVIA
Costruzione di anfiteatri: gli anfiteatri, paragonabili
agli attuali stadi, se non fosse per l’inaudita ferocia
dei combattimenti che vi avvenivano. Gli ambienti
articolati di questi edifici e ciò che è rimasto delle loro
coperture curve rappresentano, ancor oggi, una viva
testimonianza della grande maestria edilizia dei
romani. Particolare importanza riveste
l’Amphitheatrum Flavium, ovvero il “Colosseo” .
IL COLOSSEO
Il Colosseo, originariamente conosciuto come Amphitheatrum
Flavium (italiano: Anfiteatro Flavio) o semplicemente come Amphitheatrum, è il più
grande anfiteatro del mondo, situato nel centro della città di Roma. In grado di contenere un
numero di spettatori stimato tra 50.000 e 75.000 unità, è il più importante anfiteatro romano,
nonché il più imponente monumento della Roma antica che sia giunto fino a noi, conosciuto in
tutto il mondo come simbolo della città di Roma e uno dei simboli d'Italia.
Inserito nel 1980 nella lista dei Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO, assieme a tutto il Centro
storico di Roma, le Zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia e la Basilica di San Paolo fuori
le mura, nel 2007 il complesso, unico monumento europeo, è stato anche inserito fra le Nuove
sette meraviglie del mondo, a seguito di un concorso organizzato da New Open World
Corporation (NOWC).
L'anfiteatro è stato edificato in epoca Flavia su un'area al limite orientale del Foro Romano. La
sua costruzione fu iniziata da Vespasiano nel 72 d.C. ed inaugurato da Tito nell'80, con ulteriori
modifiche apportate durante il regno di Domiziano. L'edificio forma un'ellisse di 527 m di
perimetro, con assi che misurano 187,5 e 156,5 m. L'arena all'interno misura 86 × 54 m, con una
superficie di 3.357 m². L'altezza attuale raggiunge 48,5 m, ma originariamente arrivava a 52 m.
La struttura esprime con chiarezza le concezioni architettoniche e costruttive romane della
prima Età imperiale, basate rispettivamente sulla linea curva e avvolgente offerta dalla pianta
ellittica e sulla complessità dei sistemi costruttivi. Archi e volte sono concatenati tra loro in un
serrato rapporto strutturale.
HIC UBI SIDEREUS PROPIUS VIDET ASTRA
COLOSSUS ET CRESCUNT MEDIA PEGMATA
CELSA VIA, INVIDIOSA FERI RADIABANT ATRIA
REGIS UNAQUE IAM TOTA STABAT IN URBE
DOMUS. IC UBI COSPICUI VENERABILIS
AMPHITEATRI ERIGITUR MOLES, STAGNA
NERONIS ERANT. HIC UBI MIRAMUR VELOCIA
MUNERA THERMAS, ABSTULERAT MISERIS TECTA
SUPERBUS AGER. CLAUDIA DIFFUSAS UBI
PORTICUS EXPLICAT U UMBRAS, ULTIMA PARS
AULAE, DEFICENTIS ERAT. REDDITA ROMA SIBI
EST ET SUNT TE PRAESIDE, CAESAR, DEICIAE
POPULI, QUAE FUERANT DOMINI.
-Marziale LIBER SPECTACULORUM 2.
Qui dove il Colosseo di bronzo guarda le stelle
più da vicino e le alte macchine teatrali si
alzano in mezzo alla strada, splendevano le
sale odiose di un imperatore crudele e una sola
casa occupava ormai tutta la città. Gli stagni
di Nerone si trovavano qui dove sorge la
venerabile mole del gigantesco anfiteatro. Qui
dove ammiriamo la rapida costruzione delle
terme un parco superbo aveva rubato le case ai
poveri. Qui dove il portico di Claudio stende la
sua vasta ombra c’era la parte estrema del
palazzo incompiuto. Roma è stata restituita ai
Romani: sotto di te, o imperatore, il paradiso
di un sovrano è diventato il paradiso del
popolo.
LA ROMA DI ADRIANO
l’impareggiabile capacità
costruttiva dei romani raggiunse livelli altissimi con il Pantheon.
E’ l’unico tempio di Roma che possiamo ammirare intatto.
Dedicato a tutti gli dei, fu completamente riedificato
dall’imperatore Adrano intorno al 125 d.C. Un’unica grande sala,
di forma cilindrica è sormontata da una cupola perfettamente
emisferica. Il raggio della cupola corrisponde all’altezza delle
pareti nella sala, in modo tale che, se immaginassimo di
completare la sfera, questa toccherebbe il pavimento . Al
culmine della cupola si trova l’unica apertura dell’edificio: un
oculo che simboleggia il sole. L’interno della cupola infatti
simboleggiava la volta celeste, come era testimoniato dalle stelle
dorate.
LA COSTRUZIONE DEL PANTHEON:
PITTURA
Benchè i romani attribuissero più valore alla pittura su tavola
che a quella parietale, della prima non è rimasto quasi nulla.
Diverse invece sono le pitture murali che hanno attraversato
i secoli , soprattutto quelle ben conservate di alcune ricche
abitazioni di Roma e Pompei.
Nei dipinti, le pareti diventano una sorta di spazio
immaginario che a volte propone finte strutture
architettoniche così articolate da sembrare vere,altre volte
ricrea ambienti naturalistici ricchi di vegetazione, altre ancora
rimanda a eventi storici o racconti mitologici.
Le pareti potevano essere impreziosite anche da splendidi
mosaici, che più frequentemente venivano utilizzati per
ricoprire i pavimenti.
AFFRESCO NELLA
CASA DI
MELEAGRO
Nella cosiddetta Casa
di Meleagro, a Pompei
, una giovane donna ci
spia da una porta
socchiusa.. Ma è solo
un dipinto! Lo scorcio
della porta e delle finte
architetture non è
corretto, perché i
romani non
conoscevano ancora le
leggi matematiche
della prospettiva, ma
l’effetto è piuttosto
sorprendente.
AFFRESCO DI UN
GIARDINO NELLA
VILLA DI LIVIO
Fronde verdeggianti,
cariche di bacche e di
frutti, popolate da
uccelli e dipinte con
un’attenzione sugli
effetti di luce così da
sembrare quasi vere. E’
ciò che si trova nella
Villa di Livio, dove la
pittura trasforma le
pareti in sieri
verdeggianti. Nel
chiuso di una stanza, è
creata l’illusione di
uno spazio
completamente
aperto.
L’ARTE MUSIVA
“Ecco che cominciano a
voler dipingere con le
pietre.”
-Plinio il Vecchio
La frase di Plinio il
Vecchio testimonia come
a Roma il mosaico avesse
assunto caratteristiche
sempre più raffinate, ben
otre la mera funzione
originaria di
impermeabilizzare i
pavimenti. I soggetti
erano molteplici: molto
frequenti erano i motivi
geometrici. L’iconografia
era strettamente legata al
luogo cui si trovava.
A sinistra, IL mosaico
policromo dell’imperatore
Giustiniano.
Villa dei Misteri
Una delle più belle e ricche
ville (e sicuramente la più
enigmatica) che gli scavi
archeologi di Pompei hanno
portato è la Villa dei
Misteri.
I misteri sono raffigurati
negli affreschi dell’ampia
sala principale, dove figure a
grandezza naturale ci
parlano di antichi riti
dedicati a Dioniso.
Probabilmente derivati da
un dipinto ellenistico, i
dipinti hanno un significato
che rimane ancora
misterioso. Come l’affresco
qui a sinistra, il cui
significato non è stato
ancora decifrato con
certezza nonostante le
molte ipotesi formulate a
riguardo.
By:
Michaela
Giulia
Chiara
Valeria Linda