LA NARRAZIONE DI SÈ 4 MODELLI: - AGOSTINO - Le confessioni MONTAIGNE - Saggi PASCAL - Pensieri ROUSSEAU - Le confessioni "La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla“ (G. G. Márquez , Vivere per raccontarla) IL NOVECENTO E LA SVOLTA LINGUISTICA Nella filosofia Analitici: Primo Wittgenstein: “La proposizione è un’immagine della realtà” Secondo Wittgenstein: “I risultati della filosofia sono la scoperta di un qualche schietto non-senso e di bernoccoli che l’intelletto si è fatto cozzando contro i limiti del linguaggio” Continentali: Heidegger: “Ai vegetali e agli animali manca il linguaggio perché essi sono ognora imbrigliati nel proprio ambiente, senza mai essere liberamente posti nella radura dell'essere che, sola, è mondo. ….. Il linguaggio è avvento diradante-velante dell'essere stesso. … ” (Se) si deve tentare di indicare un atteggiamento che attraversa se non tutte, almeno Foucault: “l'uomo progressivamente perisce nella misura in cui più forte brilla al nostro moltissime delle correnti filosofiche novecentesche e che non può essere riscontrato con orizzonte l'essere del linguaggio” tale ampiezza nei secoli precedenti: questo atteggiamento è quello che è stato indicato come "svolta linguistica“ (R. Rorty, 1931-2007) ... qui interessava soprattutto individuare una tendenza che pare caratterizzare gran parte delle diverse filosofie del Novecento. Probabilmente (se è lecito avanzare ipotesi del genere) il fatto che del mondo e dell'uomo si possa parlare solo analizzando il linguaggio e altri mezzi di espressione/comunicazione, certamente in futuro apparirà come la caratteristica più saliente del pensiero novecentesco. (U. Eco, Storia della civiltà europea, Vol. 14, pag. 409, 411) M. Heidegger (1889-1976) M. Foucault (1926-1984) L. Wittgenstein (1889-1951) IL NOVECENTO E LA SVOLTA LINGUISTICA Nell’antropologia E. Sapir “Gli esseri umani... sono profondamente alle dipendenze dalla specifica lingua che è divenuta il mezzo di espressione della loro società... I mondi in cui vivono società differenti sono mondi differenti, non semplicemente lo stesso mondo cui sono state attaccate etichette differenti” Nella psicologia E. Sapir (1884-1939) S. Freud: “L'elemento narrativo, a mio avviso, gioca due ruoli nell'analisi: nella costituzione della malattia da una parte, nella condotta della cura dall'altra. Nella costituzione della malattia perché (la malattia) può essere considerata anche come una "denarrativizzazione", per la quale il paziente è incapace di costruire un racconto della propria vita che sia intellegibile ed accettabile. I sintomi appaiono come frammenti, come brani di racconti non coordinabili in un racconto coerente. ... non si può, forse, considerare la cura analitica come un rientro nel linguaggio, nella comunicazione, nella verità all'interno del linguaggio? ... L'elemento narrativo, quindi, è già implicato nell'esperienza analitica ... anche in virtù di ogni sorta di episodi conflittuali, i quali sono oggetto di racconti, e precisamente, di racconti fantasmatici, come nel caso in cui il paziente crede che quando era bambino suo padre fosse questo o quello.” . (P. Ricoeur e la psicoanalisi, pag. 148-49) S. Freud (1856-1939) J. S. Bruner: “La narrativa ci offre un mezzo pronto e flessibile per trattare gli incerti esiti dei nostri progetti e delle nostre aspettative(…). E’ il nostro talento narrativo che ci dà la capacità di trovare un senso nelle cose quando non ce l’hanno ... Il Sé è probabilmente la più notevole opera d’arte che noi mai produciamo,sicuramente la più complessa.” J. Bruner(1915- ) IL NOVECENTO E LA SVOLTA LINGUISTICA La nascita di nuove scienze Semiologia Scienza che studia l'uso dei sistemi di segni e dei codici che ne regolano l’uso nel quadro della vita sociale Narratologia studia le forme e i modi della narrazione, allo scopo di individuarne gli elementi invarianti Aristotele: Racconto = imitazione dell’azione V. Propp: Funzioni = sfere d’azione dei personaggi “La tragedia è dunque imitazione di una azione nobile e compiuta, ... la quale per mezzo della pietài enomi del terrore finisce l’effettuare la purificazione di cosiffatte passioni. ... “cambiano (e con essi gli con attributi) dei personaggi, ma non le loro azioni, o funzioni, Poichélapoi la tragedia è imitazione di un’azione e si agisceun daidentico parte dioperato alcuni agenti, segue donde conclusione che la favola non di rado attribuisce a personaggi Aristotele (384 a.C.-322 a.C. ) che l’imitazione è il racconto, giacché chiamosecondo racconto diversi. Questo ci dell’azione dà la possibilità di studiare la favola leproprio funzioniquesto. dei personaggi. Poetica) ...(Aristotele, Per funzione intendiamo l’operato d’un personaggio determinato dal punto di vista del suo significato per lo svolgimento della vicenda. Esse formano le parti componenti fondamentali della favola. Il numero delle funzioni che compaiono nella favole di magia è limitato. .... molte funzioni si riuniscono logicamente in sfere determinate,che nel complesso corrispondono agli esecutori e rappresentano quindi sfere di azione. Vediamo quante ne comprende la favola: 1) Sfera d'azione dell'antagonista. ... 2)Sfera d'azione del donatore (procacciatore). 3) Sfera d'azione dell'aiutante. 4) Sfera d'azione della principessa (personaggio cercato). 5)Sfera d'azione del mandante. 6)Sfera d'azione dell'eroe. 7) Sfera d'azione del falso eroe.” (V. Propp, Morfologia della fiaba) V. Propp (1895-1970) LA PROPRIA STORIA Possiamo sapere "chi" qualcuno è o fu solo conoscendo la storia di cui egli stesso è l'eroe - la sua biografia, in altre parole; qualsiasi altra cosa sappiamo di lui, compresa l'opera che può avere prodotto o lasciato, ci dice solo "che cosa" egli è o fu. Così, benché Socrate, che non ha mai scritto una riga e non ha lasciato opere, ci sia meno noto di Platone e Aristotele, il fatto di conoscere la sua storia ci consente di sapere chi fosse molto meglio e più a fondo di quanto non avvenga con Platone e Aristotele, sulle cui opinioni siamo così bene informati. (H. Arendt – Vita Activa – La condizione umana, pag. 193) Chi qualcuno è = la storia della sua vita H. Arendt (1906-75) UNA STORIA La principale caratteristica di questa vita specificamente umana, la cui apparizione e la cui scomparsa costituiscono eventi mondani, è di essere sempre ricca di eventi che in definitiva si possono raccontare mediante una storia o scrivendo una biografia; di questa vita, "bios" in quanto distinta dalla mera "zoe", Aristotele ha detto: «in un certo senso è una specie di "praxis"». Infatti l'azione e il discorso . . . costituiscono certamente le due attività il cui risultato finale sarà sempre una storia abbastanza coerente per essere raccontata, per quanto possano sembrare accidentali o fortuiti i singoli eventi e il loro occorrere. (H. Arendt – Vita Activa – La condizione umana, pag. 117) Una storia = Eventi / azioni accidentali o fortuiti che costituiscono un discorso coerente consentono di cogliere il significato della vita Incontriamo i versi decisivi allorché Odisseo, giunto alla corte dei Feaci, viene intrattenuto per ordine del re da un aedo, che canta alcune vicende della sua stessa vita, la sua lite con Achille: nell'ascoltare, Ulisse si copre il volto e piange. Non aveva mai pianto prima, certo non quando i fatti che ora sente narrare erano realmente accaduti. Soltanto ascoltando il racconto egli acquista piena nozione del suo significato. Ed è lo stesso Omero ad affermare: l'aedo canta per gli uomini e gli dei ciò che la Musa, Mnemosyne, che presiede al Ricordo, ha ispirato alla sua mente. (H. Arendt, La vita della mente, pag. 221) Cattedrale Santiago de Compostela, Autoritratto in pietra del Maestro Matteo 1180 LA VITA UMANA COME UNITÀ NARRATIVA = UN DISCORSO COERENTE E INTELLIGIBILE SU ME STESSO L'unità di una vita umana è l'unità di una ricerca narrativa. A volte le ricerche falliscono, vengono frustrate, abbandonate, o si disperdono fra le frustrazioni; e anche le vite umane possono fallire in tutti questi modi. Ma gli unici criteri di riuscita o di fallimento per una vita umana considerata come un tutto sono i criteri di riuscita o di fallimento per una ricerca narrata o da narrarsi. (A. MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 265) Se la narrazione della nostra vita individuale e sociale deve continuare in modo intelligibile (ed entrambi i tipi di narrazione possono precipitare nell'inintelligibilità), sono sempre necessarie due condizioni: da un lato ci devono essere dei vincoli quanto al senso in cui la storia può proseguire, e dall'altro, all'interno di questi vincoli ci dev'essere una molteplicità indefinita di sensi in cui essa può proseguire. (MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 262) l’unità di una vita = una vita umana come un tutto Una ricerca narrata o da narrarsi: 1 - un discorso coerente (Arendt) 2 - intelligibile: una narrazione vincolata ma che può proseguire in molti sensi A. MacIntyre (1929) AZIONE E NARRAZIONE Comprendere un’azione = collocare un episodio particolare in un insieme di narrazioni contesti, intenzioni a breve, a lungo, a lunghissimo corso l'atto diventa intelligibile perché trova il suo posto in una narrazione. Collocarla in una segmento storia = discorso coerente, intelliggibille ... uno stesso di comportamento umano può essere descritto correttamente in molti modi diversi. domanda: "Che altrettanto cosa sta facendo il tale?" si può rispondere pari Consideriamo unAllaaltro esempio banale di un insieme di con risposte verità e pertinenza:corrette "Sta scavando", "Sta facendo delsta giardinaggio", facendo esercizio compatibilmente alla domanda: "Che cosa facendo il "Sta tale?“: "Sta scrivendo fisico", "Si sta "Sta preparando "Sta"Sta facendo un moglie". Alcune di frase", finendo il l'inverno", suo libro“, contribuendo dibattito teoria .una . .nell'identificazione e per nella comprensione riuscite di piacere ciò chealaunsua altro sta sulla facendo queste risposte descriveranno intenzioni del soggetto agente, altreunle conseguenze dell'azione“, "Sta cercando in un cattedra". Qui le intenzioni possono essere procediamo sempre nel sensodidileandare collocare episodio particolare entro insieme di preterintenzionali delle sue azioni (consapevoli e no) . ... se la sua intenzione primaria è di ordinate instoriche, base al periodo di tempo a cuiglisi individui riferiscono. Ciascuna dellei contesti intenzioniinacui breve narrazioni che riguardano tanto coinvolti quanto mettere in èordine ilessere giardino dell'inverno, e in solo nelintenzione fare questo fa scadenza e epuò resa intelligibile soltanto riferimento a qualche essi agiscono patiscono. ...prima se rendiamo intelligibili leincidentalmente azioni altrui in questo modo, èa più anche fisico e un un carattere piacere afondamentalmente sua abbiamo unintipo comportamento da lunga esercizio scadenza; e la ha caratterizzazione delmoglie, comportamento basedialle intenzioni a più perché l'azione stessa storico. spiegare; ma la viviamo sua intenzione primaria di sono compiacere la moglie scadenza può essere corretta soltanto se anche delle caratterizzazioni Èlunga perché noisetutti delle narrazioni eè lo intendiamo la alcune nostra vitafacendo in baseesercizio alle fisico, abbiamo da spiegare unforma tipo comportamento del tutto e dovremo in base a che intenzioni a che scadenza più di breve. Quindi il ècomportamento è caratterizzato narrazioni viviamo, la della narrazione adatta per diverso, comprendere le ricercarne la comprensione e la spiegazione in una direzione diversa. adeguatamente sappiamo quali siano le intenzioni lunghissimo azioni degli altri. soltanto Fuorché quando nell'invenzione letteraria, le storie vengonoa lungo vissutee prima di Nel primo caso, l'episodio è Dopo stato collocato in un ciclo annuale di attività e il termine implicate, e come quelle a termine breve siano collegate ad domestica, esse. Di nuovo essere raccontate. ( MacIntyre, la virtù . Saggio dipiù teoria morale, pag. 257) comportamento un'intenzione che presuppone tipola di contesto siamo coinvolti incarna nella scrittura di una narrazione storica.un(A.particolare MacIntyre, Dopo virtù . Saggio dicasateoria con-giardino, con la storia narrativa peculiare di tale contesto, in cui questo segmento di morale, pag. 251-52) comportamento diventa ora un episodio. Nel secondo caso l'episodio stato collocato nella Raffaello – è Autoritratto con un amico storia narrativa di un matrimonio, un contesto sociale molto diverso, sebbene collegato. Con ciò voglio dire che non possiamo caratterizzare il comportamento prescindendo dalle intenzioni, né le intenzioni prescindendo dai contesti che le rendono intelligibili tanto ai soggetti agenti stessi quanto agli altri. ( MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 255 e 251) AZIONI, PERSONAGGI E NARRAZIONE Azioni = forma narrativa Personaggi = autori delle azioni e della narrazione ma a differenza dei personaggi immaginari: 1- imprevedibilità - non decidono dove inizia la loro storia -Subiscono costrizioni da parte dei contesti sociali vincoli e delle azioni degli altri 2- carattere teleologico - Condizionati dai fini e dalle mete che si propongono Quella che ho chiamato una storia è una narrazione drammatica messa in atto in cui i personaggi sono anche gli autori. È ovvio che i personaggi non partono mai Questa imprevedibilità consempre un secondo trattores, fondamentale di della tutteloro le narrazioni letteralmente ab initio:coesiste piombano in medias poiché l'inizio storia vissute: un certo carattere teleologico. Viviamo le nostre vite, sia individualmente nelle è già stato creato per loro dalle persone e dalle cose che li hanno preceduti. sia ... La relazioni reciproche, alla luce di determinate concezioni possibile comune, differenza fra i personaggi immaginari e quelli reali non di staunnella formafuturo narrativa di ciò un futuro in cuima certe e di altre respingono, sembrano che fanno, nellapossibilità misura in cicuiattraggono sono autori taleciforma e delle alcune loro stesse azioni. già precluse e altre forse inevitabili. Nonpossono esiste presente che dove non siavogliono, informato dall'immagine Naturalmente, proprio come non cominciare non possono dineppure un qualche futuro,esattamente e da un'immagine del futuro che compare sempreènella forma dia un procedere come vorrebbero; ciascun personaggio sottoposto telos (o di una di fini degli e di mete) cui ci dirigiamo o manchiamo di sue dirigerci costrizioni da molteplicità parte delle azioni altri everso dei contesti sociali presupposti dalle e nel presente. Imprevedibilità e teleologia coesistono dunque come parti della nostra vita: dalle loro azioni... Questa imprevedibilità (MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. come 261) i personaggi di una narrazione letteraria, non sappiamo che cosa accadrà in seguito, ma ciononostante le nostre vite hanno una certa forma che si proietta verso il futuro. Perciò le narrazioni che viviamo hanno un carattere tanto imprevedibile quanto Raffaello – Autoritratto inserito parzialmente teleologico. (MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 261-nella 62) Scuola dei filosofi SOGGETTO E NARRAZIONE Soggetto = Attore + coautore della narrazione sottoposto a costrizioni (vincoli + le narrazioni degli altri) recita parti secondarie nelle narrazioni degli altri ... il soggetto non è solo un attore, ma anche un autore. ... ciò che un soggetto è in grado di fare e di dire in modo intelligibile come attore è profondamente influenzato dal fatto che non siamo mai più (e a volte anche meno) che i coautori delle nostre narrazioni. Solo nella fantasia viviamo davvero la storia che più ci aggrada. Nella vita, come hanno osservato Aristotele ed Engels, ci troviamo sempre sotto determinate costrizioni. Incominciamo in una situazione che non abbiamo scelto, e ci troviamo a far parte di un'azione che non è stata prodotta da noi. Ciascuno di noi, pur essendo il protagonista del proprio dramma, recita parti secondarie nei drammi degli altri, e ciascun dramma pone vincoli agli altri. Nel mio dramma, magari, sono Amleto, o il guardiano di porci che può sempre diventare principe, ma per te sono soltanto "Un gentiluomo", o nel migliore dei casi "Il secondo sicario", mentre tu sei il mio Polonio o il mio Becchino, ma il tuo eroe personale. Ciascuno dei nostri drammi esercita costrizioni su ciascuno di quelli altrui, rendendo il tutto diverso dalle parti che lo compongono, e tuttavia sempre drammatico. ( MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 259) Leonardo da Vinci – Autoritratto L’IO COME PERSONAGGIO DI UNA NARRAZIONE Io = il personaggio di una storia , Il tema di una storia vissuta: 1 – il responsabile delle azioni / esperienze che costituiscono la narrazione le cui spiegazioni rendono intelligibile la narrazione 2 – colui che può chiedere spiegazioni agli altri (interconnessione delle storie) Ho accennato sopra che "una" azione è sempre un episodio di una storia possibile: adesso L'altroavanzare aspetto una dellatesi soggettività correlativo primo: io quello non sono soltanto vorrei collegata narrativa a questa ècirca un altroal concetto, di identità Essere il tema una narrazione che va dalla alla morte significa responsabile responsabile, sono anche come uno che può sempre interrogare gli essere altri circa la loro personale. ...diGli empiristi, Locke enascita Hume tentarono di interpretare l'identità delle azioni eesclusivamente delle esperienze compongono vitapsicologici. narrabile ...I significa appunto dire responsabilità, che può mettere gli altri in questione. Faccio parte della loro storia come personale in che termini di stati ouna eventi filosofi analitici, che che hamolti senso aspetti chiedergli dimia. un'interpretazione intelligibile che essi fanno parte della Laeredi narrazione della vita di chiunque fa parte di ciunconsenta insieme sotto sono ifornire loro tanto quanto i narrativa loro critici, si sono arrabattati intornodidi capire come interconnesse. possa,frain tali tempi e luoghi diversi, esseree fornire una medesima persona, tuttavia narrazioni Inoltre, chiedere spiegazioni svolge ae sua volta alla connessione stati ed questo eventi e l'identità ... Entrambi non sono riusciti ad essere caratterizzato in nella modi costituzione così Quindi l'identità personale è esattamente un ruolo importante delle narrazioni. Chiederti che cosa hai fatto e accorgersi che era stato omesso uno differenti. sfondo, la cui mancanza rende il problema insolubile. quell'identità personaggio che èdifferenze richiesta dall'unità perché,sfondo direpresupposta che cosa dal hodall'unità fatto e del perché, soppesare legenere fra la personaggio tua edila una mia Questo è fornito concetto di storia e da quel di unità del narrazione. (MacIntyre, Dopo . Saggio diuna teoria morale, pag. 264) interpretazione di ciò che ho fatto ediviceversa, queste sono di componenti essenziali di tutte che una storia richiede. ...lail virtù concetto persona è quello un personaggio astratto da le narrazioni, ... una storia. importante osservare non storichiede affatto quindi sostenendo che iDa concetti Il Èconcetto narrativo della che soggettività due cose. un lato,diionarrazione, sono quellodi intelligibilità o di responsabilità sianoritenere più fondamentali di quello identità personale. Tali che gli altri possono giustificabilmente che io sia nel corso di una storia vissuta che presuppongono l'applicabilità concetto identità proprio come vaconcetti dalla mia nascita alla mia morte; sono del il tema di unadistoria che personale, è la mia e non quella di dei precedenti, come in effetti ciascuno di questi unquest'ultimo altro, e che presuppone ha il proprio l'applicabilità significato peculiare. Quando equalcuno, come fanno coloro che tre presuppone l'applicabilità degli altri due. . Saggio dispesso teoria morale, pag. tentano o commettono il suicidio, si lamenta che(MacIntyre, la vita è Dopo privaladivirtù significato, e forse 264-65) tipicamente questa persona si sta lamentando del fatto che la narrazione della sua vita le Piero della Francesca - Autoritratto inserito in La Resurrezione è divenuta inintelligibile, di qualsiasi scopo, di qualsiasiIdentità movimento verso un Narrazione intelligibile che è privaResponsabilità personale culmine o verso un telos. ... (MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 263) FATTI E SPIEGAZIONI Illuminismo Meccanicismo No gerarchia di beni Teoria Aristotele Osservazione No valori Azione umana Fini in base a una gerarchia di beni Ma il manipolatore può agire in base ai suoi fini e ai suoi valori Si valori Ovviamente l'errore era di supporre che l'osservatore potesse trovarsi faccia a faccia IlUn'altra concetto implicazione di "fatto", per di questo quantopassaggio riguardafu glirilevata esseri umani, un po' prima, subisceda una Marx trasformazione nella terza con i fatti, senza la mediazione di alcuna interpretazione teorica. Che questo fosse un nel delle passaggio sue Tesidalla suinFeuerbach. visione aristotelica È un evidente quella che l'interpretazione meccanicistica. meccanicistica base allasiprima dell'agire l'azione ... dal Seicento poi divenne luogoa comune che mentre gliIn scolastici erano lasciati errore, sia pure pertinace e longevo, è cosa su cui oggi i filosofi della scienza concordano umana umano va propria spiegata dell'illuminismo teleologicamente, comprendeva quindi sianaturale non una tesi soloe sulla può, prevedibilità ma deveavevano essere del ingannare circa il carattere dei fatti dele mondo sociale perché ampiamente. L'osservatore del ventesimo secolo guarda il cielo notturno e vede stelle e caratterizzata comportamento in riferimento umano, siaalla unagerarchia tesi sui mezzi appropriati che manipolare i fini tale interposto un'interpretazione aristotelica fradei se beni stessi e lacostituiscono realtàper esperita, noidell'agire moderni pianeti; osservatori di epoche precedenti vedevano invece fessure in una sfera, umano. comportamento. base ... alla Ciòdiciassettesimo seconda, che Marxl'azione capìeèdel che umana un tale nonsoggetto solo può, (il manipolatore) ma deve essere èdi (cioè, noiInmoderni del diciottesimo secolo) ci siamo strappati attraverso le quali si poteva scorgere la luce che era dall'altra parte. Ciò che ciascun caratterizzata costretto a considerare senza nessun lee proprie azioni in a tali maniera beni. assai In base diversa da prima, i fatti in cui che dosso l'interpretazione la riferimento teoria e abbiamo affrontato ialla fatti equella l'esperienza osservatore ritiene di percepire, è e deve essere determinato mediante concetti carichi concernono considera ill'azione comportamento umana comprendono didicoloro che i moderni fatti stache manipolando. concernono Infatti ciòeche egli ha valore riesceseaper fargli esattamente . Appunto in virtù ciò quei proclamarono definirono stessi di teoria. .... esseri corrispondere umani (e ilnon comportamento soltanto ciò presunzione, che deiessi manipolati ritengono abbia sue intenzioni, in base motivazioni seconda e illuministi Naturalmente questa comealle tutte levalore); presunzioni delalla genere, era L'ipotesi che Giove abbia sette lune viene sottoposta alla prova dell'osservazione non mete, esistono madiconsidera fatti riguardino questeinconsapevole ultime, ciò che almeno ha valore. mentre "Fatto“ èdiventa impegnato un concetto in posizione unalibero simile dai il segno un che passaggio e non riconosciuto da una di mediante un telescopio; ma l'osservazione stessa ha bisogno di appoggiarsi alle teorie valori, manipolazione, "essere" teoretica come diventaesenti dalle(aMacIntyre, leggi "dovere", che governano e virtù tanto la ildispiegazione comportamento quanto interpretazione aestraneo un'altra. Dopo la . Saggio teoria morale, pag. 117)deila dell'ottica geometrica. La teoria è necessaria per sostenere l'osservazione, proprio come valutazione manipolati.mutano ( MacIntyre, il proprio Dopo la virtù carattere . Saggio diinteoria conseguenza morale, pag.di 120-121) questo divorzio fra "essere" e l'osservazione per la teoria. ( MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 115, 117) "dovere". ( MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 120) Sofonisba Anguissola si ritrae mentre Bernardino Campi ,suo antico maestro, la ritrae nel gioco del ritratto del pittore che ritrae colei che ritrae. (1561) LA VITA: UN RACCONTO IN CERCA DI UN NARRATORE Una vita raccontata = una vita esaminata (Socrate) in cui ritroviamo le strutture del racconto interpretata - intelligibile (MacIntyre) Il racconto imita l’azione La vita è agire (compiere azioni) patire (subire azioni) Vorremmo applicare al rapporto tra racconto e vita la massima di Socrate secondo cui una vita non esaminata non è degna d'essere vissuta. Se è vero che ... la vita si comprende soltanto attraverso le storie che raccontiamo su di essa, ne consegue che una vita esaminata, nel senso socratico della parola ricordato all'inizio, è una vita raccontata. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 169, 182) Che cos'è una vita raccontata? È una vita in cui ritroviamo tutte le strutture fondamentali del racconto. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 183) Una vita è solo un fenomeno biologico finché non viene interpretata. ... Per aprire la via a questa nuova fase dell'analisi, bisogna insistere sulla commistione di agire e patire, di azione e di sofferenza, che costituisce la trama di una vita. È tale commistione che il racconto vuole imitare in maniera creatrice. ... la definizione che lui stesso (Aristotele) dà del racconto ... dice, l'«imitazione di un'azione», mimesis praxeos. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 179) P. Ricoeur (1913-2005) IL RACCONTO UN TUTTO INTELLIGIBILE La costruzione dell’intreccio (storia ben costruita) = sintesi di elementi eterogenei Compiuta dal narratore e dal lettore 1 – tra eventi/avvenimenti e il procedere della storia 2 – tra componenti diversi : a- circostanze b- agenti/pazienti c- incontri e interazioni d- mezzi e fini e... la storia raccontata è sempre dell'enumerazione, entro un ordine seriale o di risultati non voluti f-attese più relative al seguito successione, degli avvenimenti o degli eventi che organizza un tutto intelligibile. ( Ricoeur, Tale da produrre una concordanza discordante o unaindiscordanza concordante Filosofia e linguaggio, pag. 171) Lotta tra concordanza e discordanza prevale concordanza esperienza intelligibile 3 – tra qualcosa rimane (la (di storia) e qualcosa che passa (gli avvenimenti) Per conto mio, accettoche dalla Poetica Aristotele) il concetto fondamentale di costruzione in greco viene detto si mythos e che significa stesso favola Sidell'intreccio, può direanche che che inda ogni storia raccontata trovano due specie diallo tempo: da tempo una parte una(nel è sintesi un secondo punto di vista: esso mette insieme componenti eterogenei In generale definisco l'operazione di costruzione dell'intreccio come sintesi di elementi senso di storia immaginaria) eteoricamente intreccio (nel indefinita senso di storia ben costruita). E questo secondo successione discreta, aperta, e di avvenimenti (si può sempre porre come circostanze trovate e non volute, agenti e pazienti, incontri casuali o ricercati, eterogenei. ... Innanzitutto, sintesi fra gli eventi o i molteplici avvenimenti e la storia aspetto del mythos di Aristotele quello a cui mi riferisco; .... Ciò che Aristotele chiama Aristotelee la concordanza prevale sulla discordanza, dalacui il valore inestimabile lain domanda: dopo che cosa avvenne? E dopo?); dall'altra, storia raccontata presentadel un interazioni che pongono gli attori in relazioni che vanno dal conflitto alla collaborazione, completa e una; da questo primo punto di vista, l'intreccio possiede la capacità di ricavare intreccio non è una struttura statica, ma un'operazione, un processo integratore che racconto per fare ordine nella nostra esperienza temporale ... Ma la concordanza è ... altro aspetto temporale caratterizzato dall'integrazione, dalla culminazione e dalla chiusura mezzi più o da meno appropriati ai fini, infine, risultati non voluti; l'unificazione dii tutti una storia molteplici avvenimenti o, se si proposito preferisce, di trasformare molteplici trova compimento soltanto nel lettore o nello spettatore, nel recettore vivente dellauna storia sempre accompagnata dalla discordanza. A tal la tragedia risulta esemplare. grazie al quale la storia riceve una configurazione. In questo senso dirò che comporre questi fattori in una storia fa dell'intreccio una totalità che può esser detta concordante e avvenimenti in( Ricoeur, unasenza storia; a tal riguardo, evento èeventi più chespaventosi un'occorrenza, qualcosa che raccontata. ... Filosofia e linguaggio, pag.un 170) Non v'è tragedia peripezie, colpì dì fortuna, e commiserevoli, storia significa, dalquesto punto di vista temporale, una configurazione da successione. discordante (per preferirò parlare ditrarre concordanza discordante o diuna discordanza semplicemente succede; è ciò che contribuisce al progresso del racconto ... ( Ricoeur, Filosofia una immensa colpa, fatta d'ignoranza e di equivoci temporale più che di della cattiveria. Se dunque la Già indoviniamo l'importanza di tale caratterizzazione storia, nella misura Si ottiene una comprensione di tale composizione nell'atto di seguire una in econcordante). linguaggio, pag. 170) concordanza prevale sulla discordanza, ciòe non che costituisce il racconto èciò proprio la lotta cui per noi il tempo insieme ciò che passa ritorna e, d'altro canto, che dura e storia; seguire unaèstoria è un'operazione molto complicata, guidata costantemente da fra concordanza e discordanza . ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 183-184) rimane. ... caratterizzare storia raccontata come unaetotalità temporale attese relative al seguitoladella storia, ...( Ricoeur, Filosofia linguaggio, pag. 171) e l'atto poetico come la creazione di una mediazione fra il tempo come passaggio e il tempo come durata. Se si può parlare di identità temporale di una storia, bisogna caratterizzarla come qualcosa dipinge( ilRicoeur, proprioFilosofia viso nel "Giudizio Universale" che perdura e rimane attraverso ciò che passaMichelangelo e non ritorna. e linguaggio, pag. 171-172) nella pelle scuoiata in mano a San Bartolomeo (1508/1512) RACCONTO ED ETICA Intelligenza narrativa Etica Intrecci = saggezza pratica + giudizio etico Racconti popolari = virtù felicità tramandati dalla nostra cultura = schemi narrativi non eterni frutto di: 1 - sedimentazione 2 - innovazione Romanzo Aristotele non esitava a dire che ogni storia ben raccontata insegnacontemporaneo qualcosa; inoltre, L'etica, come la concepiva Aristotele e come può laesser ancora concepita , tratta diceva che storia rivelanarrativo aspetti universali della condizione che, a taleha titolo, Dire che lo la schematismo possiede anch'esso sua umana storia eeche questa tutti la i astrattamente del rapporto tra lasignifica virtù ilcertamente perseguimento della felicità. La tradizione funzione della poesia è più filosofica della non storia degli estorici, troppofare dipendente dagli aspetti aneddotici caratteri di una tradizione, l'apologia della ... Il poesia, nella sua forma narrativa e drammatica, è quella di proporre all'immaginazione della vita; qualunque sia tale rapporto e storiografia, è certo la tragedia, costituirsi di una tradizione risiede, frainpoesia effetti, nell'interazione deichedue fattori: ed alla meditazione casi sedimentazione. esemplari costituiscono altrettante esperienzei di pensiero, l'epopea, la commedia, per non che citare chesedimentazione i noti generiattribuiamo aristotelici, dischiudono dell'innovazione e della Alla modelli che attraverso impariamo acostituiscono unire gli aspetti eticiintelligenza della condotta umana allaè molto felicità un'intelligenza particolare che può venir chiamata narrativa e che sulla base cui dell'esperienza la tipologia di costruzione dell'intreccio che più cie all'infelicità, alla buona alla sorte. ... È che in ma base allavafamiliarità che abbiamo vicina alladisaggezza pratica e alcattiva giudizio morale allanon scienza, e indigenerale all'uso permette ordinare la estoria dei generi letterari; perso vista che tali sviluppato le modalità di può costruzione dell'intreccio tramandate dalla nostra cultura teorico ragione. Questo essere dimostrato facilmente. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, modelli della noncon costituiscono essenze eterne, ma procedono da una storia sedimentata la cui che impariamo a collegare le virtù, o meglio, le eccellenze, con la felicità e l'infelicità. pag. 172)è stata occultata. ... I racconti popolari, i miti, i racconti tradizionali in generale, genesi Queste poesia universali di cui parlava Aristotele; questi sono piùlezioni vicinidella al polo dellacostituiscono ripetizione. gli ... Ma se superiamo l'ambito di questima racconti sono universali un livello inferiore rispetto a quelli della logica e del pensiero teorico. tradizionali, la di deviazione prevale sulla regola. Il romanzo contemporaneo può per( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 172-73) esempio in larga misura essere definito come un anti-romanzo, nella misura in cui le Caravaggio - Bacchino Malato - Autoritratto stesse regole divengono oggetto di una nuova sperimentazione.( Ricoeur, Filosofia1594 e linguaggio, pag. 174-75) RACCONTO E VITA La vita è resa intelligibile attraverso un racconto perché: 1 – la struttura dell’agire corrisponde ai componenti del racconto 2 – l’azione è un quasi-testo perché si serve di simboli 3 – l’esperienza è costituita da strutture pre-narrative: Il primo A- esperienza ancoraggio quotidiana che troviamo = concatenamento per l'intelligibilità di episodi narrativa nella viva esperienza Il secondo ancoraggio cheframmenti la proposizione narrativa trova nella pratica consiste nella stessa struttura dell'agire del soffrire umano. ...comprensione comprendiamo cosa B – la psicoanalisi: dai delepaziente al racconto più comprensibile risiede nelle risorse simboliche del campo pratico. ... Sequeste l'azione può in effetti venir significano progetto, fine, mezzo,personale circostanze, ecc. Tutte nozioni prese insieme costitutivo dell’identità raccontata, èla perché essa è già inessere segni,del regole, norme ; essa è sempre costituiscono trama di quella chearticolata potrebbe definita la semantica C – il giudice: dal groviglio dei sospetti alla storia colpevole e alla suadell'azione. identità mediata. ... In altrele parola, è in funzione dipotrebbe tale che convenzione simbolica Senza lasciare l'esperienza quotidiana, non siamo portati avenire vedere in questo Ma in questa trama tutte componenti racconto abbiamo mostrato Il simbolicamente terzo ancoraggio deltroviamo racconto nella vita consiste in del ciòforse che chiamata interpretare tale gesto come significante o quèllo: lofronetica stesso Vi èpossiamo un'altra situazione a cui sembra convenire lalanozione di storia non raccontata. Èdi il concatenamento episodi della nostra vita non ancora raccontate, storiegesto che sopra sotto il titolo di sintesi dell'eterogeneo. ...Èstorie ègrazie medesima intelligenza lache qualità pre-narrativa dell'esperienza umana. adquesto essa che abbiamo il diritto dicaso alzare le vita braccia, adell'azione seconda contesto, come un modo di dialla un giudice che s'impegna adel scoprire un essere colpevole sbrogliando la matassa richiedono d'essere raccontate, storie offrono dei d'appoggio alcome racconto? ... presiede comprensione (eche della passione) equindi acompreso quella delvita racconto. ( Ricoeur, parlare della comepuò, di una storia allo stato nascente, epunti della salutare, di chiamare unsituazioni taxi, o didivotare. Prima di essere a interpretazione Filosofia e linguaggio, pag. d'intrighi la 179) quale il cerca sospettato è coinvolto. Sinelle puòsottoposti diredell'azione che l'individuo Mi soffermerò su due meno quotidiane quali l'espressione diappaia storiai un'attività eentro una passione in racconto. La comprensione giunge fino sonoraccontata interpretanti interni all'azione. talprima modo,che simbolismo «avviluppato entro delle storie» che gli forza accadono qualsiasi venga non ancora s'impone con una sorprendente. paziente storia che si rivolge a simboli riconoscere, nell'azione, strutture temporali cheIn domandano lailIlnarrazione. ...conferisce una all'azione unaIl prima rende l'azione uncome quasi-testo entro primordiali», cui i simboli raccontata. groviglio in avviso, cuiframmenti è Esso preso sembra allora lagiàpreistoria della storia allodipsicoanalista glialeggibilità. confida di storie sogni, «scene serie situazioni che, mio ci costringono advissute, accordare all'esperienza come forniscono leilregole di significato in veduta funzione delle Questa quali lalepreistoria condotta stessastoria può raccontata, cui virtuale inizio resta scelto dal narratore. della è ciòil episodi conflittuali; si può a ragion sostenere che sedute d'analisi tale una narratività che costituisce un'autentica richiesta di racconto. Èabbiano pervenire interpretata.( Ricoeur, Filosofia evasto linguaggio, che ad un tutto piùche e le pag. fornisce uno sfondo.diTale sfondo è costituito fine la e lega l'effetto che l'analizzato da180) tali frammenti storie un racconto chedal sia caratterizzare tali situazioni hotragga introdotto precedentemente l'espressione vivo intrecciarsi di tutte lee storie vissute. Bisogna chepag. le 180) storie raccontate insieme più sopportabile più comprensibile. Taledunque narrativa della «strutture pre-narrative dell'esperienza». ( Ricoeur, Filosofia einterpretazione linguaggio, - Particolare Davide con lapure testa Golia emergano da questoimplica sfondo.che Insieme a Caravaggio questa emergenza, emerge ilraccontate soggetto teoria psicoanalitica la storia di una vita proceda da storie nondel (1610), dipinto nell’anno della morte, Davide porta in implicato. Filosofia e linguaggio, e rimosse (Ricoeur, verso storie effettive chepag. il 182) soggetto potrebbe accettare e assumere come primo piano una testa da cui gocciola sangue: è la testa di costitutive della propria identità personale.. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 181-82) Caravaggio. RACCONTO E IDENTITÀ NARRATIVA Identità narrativa = coerente accessibile al divenire interpretabile alla luce dei racconti proposti dalla nostra cultura Noi siamo non tanto gli autori della nostra storia quanto i narratori della nostra vita Appare chiaro, allora, che la nostra vita, colta con un solo sguardo, si mostra come il Questa definizione della soggettività mediante l'identità narrativa comporta diverse campo di un'attività costitutrice, derivata dall'intelligenza narrativa, con cui cerchiamo implicazioni. Per prima cosa è possibile applicare alla comprensione di noi stessi il di ritrovare, e non semplicemente d'imporre dal di fuori, l'identità narrativa che ci gioco di sedimentazione e d'innovazione che abbiamo riconosciuto all'opera in ogni costituisce. tradizione. Allo stesso modo non si finisce mai di reinterpretare l'identità narrativa che Insisto su questa espressione di identità narrativa, poiché ciò che chiamiamo ci costituisce, alla luce dei racconti proposti dalla nostra cultura. In tal modo è grazie soggettività non è né una sequenza incoerente d'eventi, né una sostanzialità alle variazioni immaginative condotte sul nostro proprio ego che proviamo a ricavare immutabile, inaccessibile al divenire. È proprio quel tipo d'identità che soltanto la una comprensione narrativa di noi stessi, la sola che sfugga all'alternativa apparente composizione narrativa può creare con il suo dinamismo. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. tra puro cambiamento e identità assoluta. L'identità narrativa si trova nel mezzo.( 184) Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 1834-85 In tal modo impariamo a diventare il narratore della nostra storia senza diventare interamente l'autore della nostra vita. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 185) Autoritratto con Vanitas di David Bailly (1651) LA COMPRENSIONE NARRATIVA DI SE STESSI la comprensione che ognuno ha di se stesso è narrativa sono la storia della mia vita una narrazione di finzione tento intrecci diversi circa la mia esistenza. in virtù di una dialettica tra attesa e rimemorazione storica progetti Ristrutturare il proprio passato Secondo mia ipotesi finale, comprensione ha di se è narrativa: Essendo, la infatti, il racconto chelaognuno narra diche se ognuno stesso, storico e stesso romanzesco ad un non posso cogliere me stesso al di fuori del tempo al di...fuori racconto; tempo, è estremamente difficile dissociare storiae,edunque, romanzo. Che del il momento tra ciò chenon sono e lafunzionare storia della questol'elemento senso, la narrativo può damia solovita al c'è di una fuoriequivalenza. di ciò che In chiamo dimensione narrativa è costitutiva comprensione di sé. Essa possiede la duplice proiettivo. Poiché la nostra vita nondella è terminata e non conosciamo la fine della storia, essere, ad un tempo, finzione.con Da ciò unache parte, infatti, ilcaratteristica racconto chedinarriamo di noi stessi è storica sempre eindirelazione attendiamo "memoria" i documenti della mia famiglia, di ancora dallasono vita. anche .... La visione dell'avvenire cheesistenza: è davanti foto a noidiesercita un atto effetto nascita (da sul cui qualcuno potrebbeilvenir a sapere cheper suoquesto padre motivo non è realmente retroattivo modo di rileggere nostro passato; il raccontosuo di padre) e così via.completamente È questa una conoscenza storica, documentaria. dire vita si distingue da quello letterario. Nel racconto Dall'altra letterariopotrei la storia è che il racconto narro di me stessoe èanche il romanzo della miaè vita poiché intrecci conclusa e si sache come essa termina se la sua fine aperta vi è,tento nondimeno, diversi circa la miadel esistenza. Ricoeur e la psicoanalisi, pag. è 143-44) un'ultima pagina libro. La(P.conclusione di un libro la sua ultima pagina, ultima pagina che non ci è dato conoscere nel testo della nostra vita. Direi, allora, che in virtù di una dialettica tra attesa e rimemorazione ognuno di noi può ristrutturare in un certo modo il proprio passato e, così, avere di che progettare. (P. Ricoeur e la psicoanalisi, pag. 149,152) Rembrandt – Autoritratti (1629, 1669) IL SÈ Apologia dell’io Cartesio l’io come qualcosa di autoevidente fondante ma solo pensiero Filosofie del soggetto Ermeneutica del sè Destituzione dell’io Hume riflessivo medesimezza / ipseità Ipseità / alterità immaginazione, credenza Nietzsche fittizio, arbitrario Autoritratto 1648 con Hume l'era del dubbio e del sospetto. ... a bravo empirista, egliRembrandt postula –per ogni idea una corrispondente («Ci retoriche vuol sempre qualche impressione per produrre i impressione tre principali aspettiparadigmatico del nascoste, sé, una e cioè: la soggetto deviazione della riflessione Nietzsche faqui emergere ledell'ermeneutica strategie obliate e anche ipocritamente Considero come delle filosofie del che questo sia 17) e all'esame del «suo interno» egli trova soltanto una diversità un'idea reale...» attraverso l'analisi, la dialettica dell'ipseità eche della medesimezza, infine laempirico dialettica rimosse e negate inpersona—ego nome della immediatezza della riflessione. . .” Un 'pensare', così di formulato in prima cogito—, sia l'«io» si definisca come io questa ambizione di fondazioneinvariabile ultima si èrelativa andata all'idea radicalizzando da egli Cartesio a Kant, esperienze e nessuna impressione un sé, conclude che e dell'alterità. ... una prima idea dello chediaffatto: separa l'ermeneutica del come lo io pongono i teorici della conoscenza, non siscarto presenta si tratta dialtro una o dell'ipseità come trascendentale, sia che l'«io» sia posto assolutamente, cioè senza poi da Kant a Fichte e infine allo Husserl delle Meditazioni cartesiane, «Poiché èdispiega di per quest'ultima è un'illusione.» ... Dire Nella spiegazione della illusione dipone—o identità, Hume sé dalle filosofie del Cogito. sé non significa dire io. L'io si è deposto. Il sé finzione affatto arbitraria, ottenuta con l'isolare un elemento dal processo e sottrarre corrispettivo, o relativamente, ... Per tale che motivo, l'espressione filosofieche delnon soggetto sé così evidente che sono io che dubito, intendo e che desidero, v'è qui quelle risorse di sottigliezza che, dopo operazioni aver fattolagrande impressione suritorno Kant, hanno è implicato come riflessivo in quelle cui analisi precede il verso tutti gli altri, si tratta di una costruzione artificiale al fine di farsi capire... qui viene è bisogno ritenuta di quiaggiunger equivalente a quella filosofie del Cogito. Meditazione Sempre per questo motivo,... nulla per di spiegarlo» (Cartesio, metafisiche) lasciato un'impronta duratura sulla discussione ulteriore. Entrano in scena duequella nuovi stesso. Su questa dialettica dell'analisi e ildella riflessione si di innesta immaginato in primo luogo un l'«io» atto che non esiste, 'pensare', e in secondo luogo un laesso disputa del Cogito, in cui è di volta in volta in posizione forza o di questol'immaginazione soggetto di dubbio è radicalmente disancorato dal momento che il significa corpo concetti, e la credenza. ... Dire che la credenza genera finzioni, dell'ipse soggettivo emidell'idem. delogni medesimo e dell'altro corona (P. Ricoeur , Sè substrato in La cuidialettica hapiù origine atto di questo e nient'altro: cioè debolezza, è trascinato sembrata la idonea per far risaltare finpensiero dall'inizio la. .problematica proprio viene nel disastro dei corpi. ... l'«io» perde definitivamente ogni annunciare un tempo in cui lasono credenza sarà diventataLaincredibile. non...faporre ancora come il altro, pag. 92, 94) l'autore tanto fare quanto fittizi» (Nietzsche, Volontà diHume potenza) del sé, ... (in quanto) l'ermeneutica del sé si situa ad uguale distanza e dall'apologia determinazione singolare diventando pensiero, vale a essere dire intelletto. . a(P.quella Ricoeur Sè questo passo e suggerisce cheCogito l'unitàodella personalità può assimilata di, una una sostanza al di sotto del una causa dietro di esso, «non è che una semplice del Cogito dalla sua destituzione. (P. Ricoeur , Sè come altro, pag. 78-79) come altro, e pag. 79, 80,82) repubblica o di un Commonwealth, i cui membri nonadcessano di cambiare mentre abitudine grammaticale, quella di aggiungere un agente ogni azione». (P. Ricoeur , Sè permangono i legami come altro, pag. 90,91) di associazione. Sarà Nietzsche a compiere il passo del sospetto. . (P. Ricoeur , Sè come altro, pag. 9217-18) Rembrandt – Autoritratto nello studio 1629 ERMENEUTICA DEL SÈ Ermeneutica del sé: A - riflessivo Non direttamente nell’io ma nei segni in cui si oggettiva: 1- ciò che dice 2 - ciò che fa 3 - ciò che racconta di sè 4 - ciò di cui è responsabile descrivere narrare prescrivere B – dialettica medesimezza / ipseità ... La tesi secondo la quale la teoria narrativa trova una delle sue principali giustificazioni Ricoeur dichiara di prender congedo filosofie del .... la...da scelta per ladi nel ruolo da essa esercitato il puntodalle di La vista descrittivo sull'azione, ecome il punto Essere sempre il fra medesimo possibilità di Cogito. essere diverso sono riflessione concreta la una via lunga deiprescrivere—in segni, in cui cui il vista prescrittivo .... Miimplicava si è imposta triade:dell'attraversamento descrivere, raccontare, C – sidialettica Ipseità / alterità Sé inrecuperarsi. quanto altro… tale intrigo storie soggetto oggettiva etriade a partire da cuiimplica può sceltadinon era priva di ogni momento della stessa un rapporto specifico fra costituzione conseguenze per il Cogito, prima fra tutela lateoria perdita della fondativa prima l'identità-ipse mette in gioco una dialettica chenarrativa risultacertezza complementare quella dell'azione e costituzione del sé. Ora, non sarebbe in inagrado di persona: una soggetto che tornaevale a sé dall'analisi esteriorizzazioni dell'ipseita eil della cioè dialettica sé e proprie dell'altro daun sé.segmento Finché si esercitare talemedesimezza, mediazione, a ladire quella del didelle essere più che Ilintenzionali problema dell'identità presenta così un doppio versante, privato e pubblico. Una storia è,ledell'identità-medesimezza, precisamente, séprese enostri non un io,dell'altro «fondo efrancese: non niente una resta nel circolo l'alterita séopaco» non mostrare presenta intercalato nella sequenza discreta seunnon sida potesse che ... due sono dimensioni delunSédei in studi, considerazione dal filosofo lale disuperficie vita si mescola a storie di vita altrui. ... il fatto di ritrovarsi in un intrico di storie, lungi trasparente. (D. Iannotta, Introduzione a Sèal come 41-42) di originale: «altro» lista degli antonimi dipossono «medesimo», azioni organizzate in figura racconto presentano tratti chepag. essere elaborati medesimezza e l'ipseitò. Lanella prima rimanda Sé altro, come medesimo a se accanto stesso: ila dal costituire una complicazione secondaria, deve essere considerata l'esperienza «contrario», «diverso» e di così Le In cose vanno tutto diversamente se si tematicamente soltanto nel quadro un'etica. altri termini, teoria narrativa opera carattere è«distinto», indice di questa identità chevia. portiamo in noi edel chela definisce la continuità originaria in materia; l'intrico di storie precederebbe infatti ogni questione di identità mette coppia l'alterita con titolo suggerisce un'alterita che non è—o una e propria mediazione fraIllanostro lamedesima descrizione eche la Tuttavia, prescrizione soltanto se Ho designato quattro piani, o quattro strati, di persona. ciò potrebbe una tra vera ilinbambino e l'adulto: si l'ipseità. è sempre il costituire discorso del Sé narrativa o altro. ... Questo intrico è osservabile tanto a livello individuale quanto a livello che è soltanto—un termine paragone, un'alterita quindi cheetiche possa essere l'ampliamento delqui, campo e di l'anticipazione delle considerazioni vengono fenomenologia ermeneutica della persona: linguaggio, racconto, vita eticaa nonnon si arresta ma sipratico apre alla ipseità: attraverso laazione, mia progettualità, tendo collettivo dell'identità. . (P. Ricoeur , Percorsi del riconoscimento, pag. 121) costitutiva dell'ipseita stessa. Séla come un suggerisce dall'inizio chepotenzialità, l'ipseita del implicate nella stessa dell'atto di altro raccontare. Per fin il momento basti dire che,(e in D'altronde, si struttura dovrebbe piùecorrettamente parlare di: dispiegare uomo parlante, uomo agente trascendere il carattere medesimezza, per le mie se stesso racconti, implica l'alterita adlaunpropria grado così intimo che l'una non lascia pensare senza parecchi ilcon sé cerca identità sulla scala un'intera vita; fra le aggiungerei uomo sofferente), uomo e personaggio delsi suo racconto di azioni vita, confrontandomi la possibilità dinarratore essere diverso da di come sono. L'imprevisto, la l'altra, passa piuttosto nell'altra—come diremmo in linguaggio Al brevi, ..che , el'una connessione una vita, di cui parla Dilthey nei suoi hegeliano. saggi teorici enecessità infine uomo responsabile. (P.diRicoeur, La persona, pag. 39) dilafronteggiare nuovi eventi, consentono di superare la mera dimensione «come» vorremmo la gradi significazione forte,che soltanto ad 42una sull'autobiografia, si stratificano dei di complessità teoria dell'azione della medesimezza eannettere dirigersi verso la ipseità. (G. Martini in legata P. portano Ricoeurnon e lalapsicoanalisi, pag. ) comparazione—se stesso somigliante ad un altro—,, Sèma adaltro, unapag. implicanza: sé in quanto. al livello richiesto dalla teoria narrativa'.. (P. Ricoeur come 92, 94) Artemisia Gentileschi - Autoritratto come allegoria della Pittura (1638-39) ..altro. (P. Ricoeur , Sè come altro, pag. 78) L’ERMENEUTICA DEL SÉ E LA VERITÀ Cartesio = certezza assoluta Cogito Attestazione, credenza senza garanzia Il sè cartesiano Spiegare = riorganizzazione dei fatti in un tutto Attestazione, credenza senzaintellegibile garanzia Il sè Una storia sopprtabile/ possibile su me stesso Cogito cartesiano Nietzsche = sospetto la ricostruzione dell'insieme dei rapporti di sé con gli altri e con sé stesso Un ultimo tratto approfondirà lo scarto fra la nostra ermeneutica e le filosofie del Cogito. tante storie possibili Ogni storia risolve qualche frattura e ne crea altre Esso concerne il tipo di certezza al quale può pretendere di pervenire ... l'attestazione definisce quella sorta di certezza alla quale può pretendere di pervenire l'ermeneutica, di manipolazione ... Possibilità ilsoltanto dire vero ed ilall'esaltazione fare vero non Identità si riconciliano, non stabile, forse, fessure nelladacostruzione nella non rispetto epistemica del Cogito acon partire Cartesio, maoanche ricostruzione una storia coerente partire dai frammenti della nostra rispetto suadiumiliazione in Nietzsche eai suoi successori. L'attestazione sembra Possoalla parlare di verità quando io posso riconoscere me stessosparsi come coluiesigere che è il esperienza? ... Spiegare, allora, vuol dire qui riorganizzare i fatti in un tutto intelligibile che di meno dell'unadiequesta più dell'altra. ... L'attestazione, effetti, presenta innanzitutto come detentore sofferenza, che ha questa in storia; e lasistoria che io posso raccontare costituisce unica eÈidentità continua (anche sedinon ricopre lo spazio di un'intera vita). l'identità narrativa non è ... unal'attestazione stabile e senza fessure; ecredo-in». come è possibile comporre una sorta diuna credenza. scaturisce dall'«io Con ciò essa me stesso, è storia me stesso. dunque qualcosa ben diverso dall'adeguamento ad siuna ....esteriorità: Abbiamo poc'anzi dichiarare che le connessioni causali sono segmenti diversi intrighi proposito deirivelazione medesimi accadimenti (i quali, per ciò stesso, non meritano avvicina alla testimonianza, come rammenta la stessa etimologia, nella misura in cui è ... èapotuto piuttosto la di una interiorità nella sua struttura sopportabile. Le che attestano lastessi fragilità dell'identità personale collettiva non sono illusorie; esplicativi interpolare nel processo di comprensione diricorso interpretazione proprio più d'essere chiamati avvenimenti), sempre possibile sullanon proprio nellada parola delglitestimone che si crede. Non puòoofar ad alcuna istanza ilminacce narrativo dovrebbe essere liberato anche dacosì certièsipregiudizi, come ad costruire esempio che non infatti irrilevante che ideologie potere intraprendano, con inquietante perché lache comprensione èlenarrativa segmenti parziali tale o tal'altro propria vita intrighi differenti, anzi opposti. ((P. Ricoeur ,esplicativi sé come altro, pag.storie 379 )di relative epistemica più elevata della credenza, si preferisce, della fiducia che si annette vièsia una unica storia vera. ...eodisiise possono raccontare più aglialla stessi successo, la manipolazione di tali identità ... principalmente grazie alle risorse di frammento di storia sono integrati in una struttura narrativa. La convalida degli enunciati triplice dialetticadidella riflessione e dell'analisi, e della...medesimezza, se avvenimenti; conseguenza il "conflitto delledell'ipseità interpretazioni" si rinviene nel del racconto variazione offerte dal lavoro di configurazione narrativa, dato che sempre analitici trae quindi lapossibilità sua natura specifica ...dalla sua ultima adpossibile, un potere "impegno stesso e dell'altro da sé. ... Questa confidenza sarà, voltareferenza a volta, nel di stesso tra molteplici narrative. Io penso che al di èconfidenza là della coerenza narrativa, come abbiamo sopra, raccontare altrimenti. Queste risorse riconfigurazione narrativo", in segnalato virtù delnel quale tentiamo integrare dei fenomeni isolati strani un dire, potere di tare, potere di riconoscersi quale personaggio racconto, infinein nel ci nel sia la ricostruzione dell'insieme dei di rapporti di sé con gli altri di edi con sée stesso. Questa diventano così delle risorse manipolazione.. ((P.«eccomi!»—secondo Ricoeur , sé come altro, pag. 379 ) attraverso "unico processo unificato odiin un'unica sequenza di eventi“ . (P.Bisogna Ricoeur epassare la psicoanalisi, pag. 82-un potere rispondere all'accusa con l'accusativo: un'espressione cara ideadi di ricostruzione è più importante di quella di coerenza. a83) Lévinas. In quanto fiducia senza garanzia, in quanto racconto...che io comprendo per andare al dima là anche della frattura checonfidenza il raccontopiù ha forte creatodinel ogni sospetto, del delle sé può pretendere tenersi ad distanza dal tempo stessol'ermeneutica che ne ha risolte altre. (P. Ricoeur e di la psicoanalisi, pag.eguale 164- 167) Cogito esaltato da Cartesio e dal Cogito che Nietzsche dichiara decaduto. ((P. Ricoeur , sé De Chirico - Autoritratto nel parco con costume del seicento (1959) come altro, pag. 97-99)