LA NARRAZIONE DI SÈ
4 MODELLI:
-
AGOSTINO - Le confessioni
MONTAIGNE - Saggi
PASCAL - Pensieri
ROUSSEAU - Le confessioni
"La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per
raccontarla“ (G. G. Márquez , Vivere per raccontarla)
IL NOVECENTO E LA SVOLTA LINGUISTICA
Nella filosofia
Analitici: Primo Wittgenstein: “La proposizione è un’immagine della realtà”
Secondo Wittgenstein: “I risultati della filosofia sono la scoperta di un qualche schietto
non-senso e di bernoccoli che l’intelletto si è fatto cozzando contro i limiti del
linguaggio”
Continentali: Heidegger:
“Ai vegetali e agli animali manca il linguaggio perché essi sono ognora imbrigliati nel
proprio ambiente, senza mai essere liberamente posti nella radura dell'essere che, sola, è
mondo. ….. Il linguaggio è avvento diradante-velante dell'essere stesso. … ”
(Se) si deve tentare di indicare un atteggiamento che attraversa se non tutte, almeno
Foucault: “l'uomo progressivamente perisce nella misura in cui più forte brilla al nostro
moltissime delle correnti filosofiche novecentesche e che non può essere riscontrato con
orizzonte l'essere del linguaggio”
tale ampiezza nei secoli precedenti: questo atteggiamento è quello che è stato indicato
come "svolta linguistica“ (R. Rorty, 1931-2007) ... qui interessava soprattutto individuare una
tendenza che pare caratterizzare gran parte delle diverse filosofie del Novecento.
Probabilmente (se è lecito avanzare ipotesi del genere) il fatto che del mondo e dell'uomo si
possa parlare solo analizzando il linguaggio e altri mezzi di espressione/comunicazione,
certamente in futuro apparirà come la caratteristica più saliente del pensiero novecentesco.
(U. Eco, Storia della civiltà europea, Vol. 14, pag. 409, 411)
M. Heidegger (1889-1976) M. Foucault (1926-1984)
L. Wittgenstein (1889-1951)
IL NOVECENTO E LA SVOLTA LINGUISTICA
Nell’antropologia
E. Sapir “Gli esseri umani... sono profondamente alle dipendenze dalla specifica lingua
che è divenuta il mezzo di espressione della loro società... I mondi in cui vivono società
differenti sono mondi differenti, non semplicemente lo stesso mondo cui sono state
attaccate etichette differenti”
Nella psicologia
E. Sapir (1884-1939)
S. Freud: “L'elemento narrativo, a mio avviso, gioca due ruoli nell'analisi: nella costituzione
della malattia da una parte, nella condotta della cura dall'altra. Nella costituzione della
malattia perché (la malattia) può essere considerata anche come una
"denarrativizzazione", per la quale il paziente è incapace di costruire un racconto della
propria vita che sia intellegibile ed accettabile. I sintomi appaiono come frammenti, come
brani di racconti non coordinabili in un racconto coerente. ... non si può, forse, considerare
la cura analitica come un rientro nel linguaggio, nella comunicazione, nella verità
all'interno del linguaggio? ... L'elemento narrativo, quindi, è già implicato nell'esperienza
analitica ... anche in virtù di ogni sorta di episodi conflittuali, i quali sono oggetto di
racconti, e precisamente, di racconti fantasmatici, come nel caso in cui il paziente crede che
quando era bambino suo padre fosse questo o quello.” . (P. Ricoeur e la psicoanalisi, pag. 148-49)
S. Freud (1856-1939)
J. S. Bruner: “La narrativa ci offre un mezzo pronto e flessibile per trattare gli incerti esiti
dei nostri progetti e delle nostre aspettative(…). E’ il nostro talento narrativo che ci dà la
capacità di trovare un senso nelle cose quando non ce l’hanno ... Il Sé è probabilmente la più
notevole opera d’arte che noi mai produciamo,sicuramente la più complessa.”
J. Bruner(1915- )
IL NOVECENTO E LA SVOLTA LINGUISTICA
La nascita di nuove scienze
Semiologia Scienza che studia l'uso dei sistemi di segni e dei codici che ne regolano l’uso
nel quadro della vita sociale
Narratologia studia le forme e i modi della narrazione, allo scopo di individuarne gli
elementi invarianti
Aristotele: Racconto = imitazione dell’azione
V. Propp:
Funzioni = sfere d’azione dei personaggi
“La tragedia è dunque imitazione di una azione nobile e compiuta, ... la quale per mezzo
della pietài enomi
del terrore
finisce
l’effettuare
la purificazione
di cosiffatte
passioni.
...
“cambiano
(e con essi
gli con
attributi)
dei personaggi,
ma non
le loro azioni,
o funzioni,
Poichélapoi
la tragedia
è imitazione
di un’azione
e si agisceun
daidentico
parte dioperato
alcuni agenti,
segue
donde
conclusione
che
la favola non
di rado attribuisce
a personaggi
Aristotele
(384 a.C.-322 a.C. )
che l’imitazione
è il racconto,
giacché
chiamosecondo
racconto
diversi.
Questo ci dell’azione
dà la possibilità
di studiare
la favola
leproprio
funzioniquesto.
dei personaggi.
Poetica)
...(Aristotele,
Per funzione
intendiamo l’operato d’un personaggio determinato dal punto di vista del
suo significato per lo svolgimento della vicenda. Esse formano le parti componenti
fondamentali della favola. Il numero delle funzioni che compaiono nella favole di magia è
limitato. .... molte funzioni si riuniscono logicamente in sfere determinate,che nel complesso
corrispondono agli esecutori e rappresentano quindi sfere di azione. Vediamo quante ne
comprende la favola: 1) Sfera d'azione dell'antagonista. ... 2)Sfera d'azione del donatore
(procacciatore). 3) Sfera d'azione dell'aiutante. 4) Sfera d'azione della principessa
(personaggio cercato). 5)Sfera d'azione del mandante. 6)Sfera d'azione dell'eroe. 7) Sfera
d'azione del falso eroe.” (V. Propp, Morfologia della fiaba)
V. Propp (1895-1970)
LA PROPRIA STORIA
Possiamo sapere "chi" qualcuno è o fu solo conoscendo la storia di cui egli stesso è
l'eroe - la sua biografia, in altre parole; qualsiasi altra cosa sappiamo di lui, compresa
l'opera che può avere prodotto o lasciato, ci dice solo "che cosa" egli è o fu.
Così, benché Socrate, che non ha mai scritto una riga e non ha lasciato opere, ci sia
meno noto di Platone e Aristotele, il fatto di conoscere la sua storia ci consente di
sapere chi fosse molto meglio e più a fondo di quanto non avvenga con Platone e
Aristotele, sulle cui opinioni siamo così bene informati. (H. Arendt – Vita Activa – La condizione
umana, pag. 193)
Chi qualcuno è =
la storia della sua vita
H. Arendt (1906-75)
UNA STORIA
La principale caratteristica di questa vita specificamente umana, la cui apparizione e la
cui scomparsa costituiscono eventi mondani, è di essere sempre ricca di eventi che in
definitiva si possono raccontare mediante una storia o scrivendo una biografia; di questa
vita, "bios" in quanto distinta dalla mera "zoe", Aristotele ha detto: «in un certo senso è
una specie di "praxis"». Infatti l'azione e il discorso . . . costituiscono certamente le due
attività il cui risultato finale sarà sempre una storia abbastanza coerente per essere
raccontata, per quanto possano sembrare accidentali o fortuiti i singoli eventi e il loro
occorrere. (H. Arendt – Vita Activa – La condizione umana, pag. 117)
Una storia =
Eventi / azioni accidentali o fortuiti
che costituiscono un discorso coerente
consentono di cogliere il significato della vita
Incontriamo i versi decisivi allorché Odisseo, giunto alla corte dei Feaci, viene intrattenuto
per ordine del re da un aedo, che canta alcune vicende della sua stessa vita, la sua lite con
Achille: nell'ascoltare, Ulisse si copre il volto e piange. Non aveva mai pianto prima, certo
non quando i fatti che ora sente narrare erano realmente accaduti. Soltanto ascoltando il
racconto egli acquista piena nozione del suo significato. Ed è lo stesso Omero ad affermare:
l'aedo canta per gli uomini e gli dei ciò che la Musa, Mnemosyne, che presiede al Ricordo, ha
ispirato alla sua mente. (H. Arendt, La vita della mente, pag. 221)
Cattedrale Santiago de Compostela, Autoritratto in pietra del
Maestro Matteo 1180
LA VITA UMANA COME UNITÀ NARRATIVA
= UN DISCORSO COERENTE E INTELLIGIBILE SU
ME STESSO
L'unità di una vita umana è l'unità di una ricerca narrativa. A volte le ricerche falliscono,
vengono frustrate, abbandonate, o si disperdono fra le frustrazioni; e anche le vite
umane possono fallire in tutti questi modi. Ma gli unici criteri di riuscita o di fallimento
per una vita umana considerata come un tutto sono i criteri di riuscita o di fallimento
per una ricerca narrata o da narrarsi. (A. MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 265)
Se la narrazione della nostra vita individuale e sociale deve continuare in modo
intelligibile (ed entrambi i tipi di narrazione possono precipitare nell'inintelligibilità),
sono sempre necessarie due condizioni: da un lato ci devono essere dei vincoli quanto
al senso in cui la storia può proseguire, e dall'altro, all'interno di questi vincoli ci
dev'essere una molteplicità indefinita di sensi in cui essa può proseguire. (MacIntyre,
Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 262)
l’unità di una vita =
una vita umana come un tutto
Una ricerca narrata o da narrarsi:
1 - un discorso coerente (Arendt)
2 - intelligibile: una narrazione vincolata ma che può proseguire in
molti sensi
A. MacIntyre (1929)
AZIONE E NARRAZIONE
Comprendere un’azione = collocare un episodio particolare in un insieme di narrazioni
contesti, intenzioni a breve, a lungo, a lunghissimo corso
l'atto diventa intelligibile perché trova il suo posto in una narrazione.
Collocarla
in una segmento
storia = discorso
coerente, intelliggibille
... uno stesso
di comportamento
umano può essere descritto correttamente in
molti
modi diversi.
domanda:
"Che altrettanto
cosa sta facendo
il tale?"
si può
rispondere
pari
Consideriamo
unAllaaltro
esempio
banale
di un
insieme
di con
risposte
verità
e pertinenza:corrette
"Sta scavando",
"Sta facendo
delsta
giardinaggio",
facendo
esercizio
compatibilmente
alla domanda:
"Che cosa
facendo il "Sta
tale?“:
"Sta scrivendo
fisico",
"Si sta "Sta
preparando
"Sta"Sta
facendo
un
moglie".
Alcune
di
frase",
finendo
il l'inverno",
suo
libro“,
contribuendo
dibattito
teoria
.una
. .nell'identificazione
e per
nella
comprensione
riuscite
di piacere
ciò chealaunsua
altro
sta sulla
facendo
queste
risposte
descriveranno
intenzioni
del
soggetto
agente,
altreunle
conseguenze
dell'azione“,
"Sta
cercando
in un
cattedra".
Qui
le intenzioni
possono
essere
procediamo
sempre
nel sensodidileandare
collocare
episodio
particolare
entro
insieme
di
preterintenzionali
delle
sue
azioni
(consapevoli
e
no)
.
...
se
la
sua
intenzione
primaria
è di
ordinate instoriche,
base al periodo
di tempo
a cuiglisi individui
riferiscono.
Ciascuna
dellei contesti
intenzioniinacui
breve
narrazioni
che riguardano
tanto
coinvolti
quanto
mettere
in èordine
ilessere
giardino
dell'inverno,
e in
solo
nelintenzione
fare
questo
fa
scadenza
e epuò
resa
intelligibile
soltanto
riferimento
a qualche
essi
agiscono
patiscono.
...prima
se rendiamo
intelligibili
leincidentalmente
azioni altrui
in questo
modo,
èa più
anche
fisico
e un
un carattere
piacere afondamentalmente
sua
abbiamo
unintipo
comportamento
da
lunga esercizio
scadenza;
e la ha
caratterizzazione
delmoglie,
comportamento
basedialle
intenzioni a più
perché
l'azione stessa
storico.
spiegare;
ma
la viviamo
sua
intenzione
primaria
di sono
compiacere
la moglie
scadenza
può
essere
corretta
soltanto se
anche
delle
caratterizzazioni
Èlunga
perché
noisetutti
delle narrazioni
eè lo
intendiamo
la alcune
nostra
vitafacendo
in baseesercizio
alle
fisico,
abbiamo
da spiegare
unforma
tipo
comportamento
del tutto
e dovremo
in base
a che
intenzioni
a che
scadenza
più di
breve.
Quindi il ècomportamento
è caratterizzato
narrazioni
viviamo,
la
della
narrazione
adatta
per diverso,
comprendere
le
ricercarne
la
comprensione
e
la
spiegazione
in
una
direzione
diversa.
adeguatamente
sappiamo
quali siano
le intenzioni
lunghissimo
azioni
degli altri. soltanto
Fuorché quando
nell'invenzione
letteraria,
le storie
vengonoa lungo
vissutee prima
di
Nel
primo
caso, l'episodio
è Dopo
stato
collocato
in un
ciclo
annuale
di attività
e il
termine
implicate,
e come
quelle
a termine
breve
siano
collegate
ad domestica,
esse. Di nuovo
essere
raccontate.
( MacIntyre,
la virtù
. Saggio dipiù
teoria
morale,
pag. 257)
comportamento
un'intenzione
che presuppone
tipola di
contesto
siamo coinvolti incarna
nella scrittura
di una narrazione
storica.un(A.particolare
MacIntyre, Dopo
virtù
. Saggio dicasateoria
con-giardino,
con
la
storia
narrativa
peculiare
di
tale
contesto,
in
cui
questo
segmento
di
morale, pag. 251-52)
comportamento diventa ora un episodio. Nel secondo caso l'episodio
stato collocato
nella
Raffaello – è
Autoritratto
con un amico
storia narrativa di un matrimonio, un contesto sociale molto diverso, sebbene collegato. Con
ciò voglio dire che non possiamo caratterizzare il comportamento prescindendo dalle
intenzioni, né le intenzioni prescindendo dai contesti che le rendono intelligibili tanto ai
soggetti agenti stessi quanto agli altri. ( MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 255 e 251)
AZIONI, PERSONAGGI E NARRAZIONE
Azioni =
forma narrativa
Personaggi = autori delle azioni e della narrazione
ma a differenza dei personaggi immaginari:
1- imprevedibilità - non decidono dove inizia la loro storia
-Subiscono costrizioni da parte dei contesti sociali
vincoli
e delle azioni degli altri
2- carattere teleologico - Condizionati dai fini e dalle mete che si propongono
Quella che ho chiamato una storia è una narrazione drammatica messa in atto in cui i
personaggi sono anche gli autori. È ovvio che i personaggi non partono mai
Questa
imprevedibilità
consempre
un secondo
trattores,
fondamentale
di della
tutteloro
le narrazioni
letteralmente
ab initio:coesiste
piombano
in medias
poiché l'inizio
storia
vissute:
un
certo
carattere
teleologico.
Viviamo
le
nostre
vite,
sia
individualmente
nelle
è già stato creato per loro dalle persone e dalle cose che li hanno preceduti. sia
... La
relazioni
reciproche,
alla luce
di determinate
concezioni
possibile
comune,
differenza
fra i personaggi
immaginari
e quelli
reali non di
staunnella
formafuturo
narrativa
di ciò un
futuro
in cuima
certe
e di
altre
respingono,
sembrano
che fanno,
nellapossibilità
misura in cicuiattraggono
sono autori
taleciforma
e delle alcune
loro stesse
azioni. già
precluse
e altre forse
inevitabili.
Nonpossono
esiste presente
che dove
non siavogliono,
informato
dall'immagine
Naturalmente,
proprio
come non
cominciare
non
possono
dineppure
un qualche
futuro,esattamente
e da un'immagine
del futuro che
compare
sempreènella
forma dia un
procedere
come vorrebbero;
ciascun
personaggio
sottoposto
telos
(o di una
di fini degli
e di mete)
cui ci dirigiamo
o manchiamo
di sue
dirigerci
costrizioni
da molteplicità
parte delle azioni
altri everso
dei contesti
sociali presupposti
dalle
e
nel
presente.
Imprevedibilità
e
teleologia
coesistono
dunque
come
parti
della
nostra
vita:
dalle loro azioni... Questa imprevedibilità (MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag.
come
261) i personaggi di una narrazione letteraria, non sappiamo che cosa accadrà in seguito,
ma ciononostante le nostre vite hanno una certa forma che si proietta verso il futuro.
Perciò le narrazioni che viviamo hanno un carattere tanto imprevedibile quanto
Raffaello
– Autoritratto
inserito
parzialmente teleologico. (MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio
di teoria
morale, pag.
261-nella
62) Scuola dei filosofi
SOGGETTO E NARRAZIONE
Soggetto = Attore + coautore della narrazione
sottoposto a costrizioni (vincoli + le narrazioni degli altri)
recita parti secondarie nelle narrazioni degli altri
... il soggetto non è solo un attore, ma anche un autore. ... ciò che un soggetto è in
grado di fare e di dire in modo intelligibile come attore è profondamente influenzato dal
fatto che non siamo mai più (e a volte anche meno) che i coautori delle nostre
narrazioni.
Solo nella fantasia viviamo davvero la storia che più ci aggrada. Nella vita, come
hanno osservato Aristotele ed Engels, ci troviamo sempre sotto determinate costrizioni.
Incominciamo in una situazione che non abbiamo scelto, e ci troviamo a far parte di
un'azione che non è stata
prodotta da noi. Ciascuno di noi, pur essendo il
protagonista del proprio dramma, recita parti secondarie nei drammi degli altri, e
ciascun dramma pone vincoli agli altri. Nel mio dramma, magari, sono Amleto, o il
guardiano di porci che può sempre diventare principe, ma per te sono soltanto "Un
gentiluomo", o nel migliore dei casi "Il secondo sicario", mentre tu sei il mio Polonio o
il mio Becchino, ma il tuo eroe personale. Ciascuno dei nostri drammi esercita
costrizioni su ciascuno di quelli altrui, rendendo il tutto diverso dalle parti che lo
compongono, e tuttavia sempre drammatico. ( MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale,
pag. 259)
Leonardo da Vinci – Autoritratto
L’IO COME PERSONAGGIO DI UNA NARRAZIONE
Io = il personaggio di una storia , Il tema di una storia vissuta:
1 – il responsabile delle azioni / esperienze che costituiscono la narrazione
le cui spiegazioni rendono intelligibile la narrazione
2 – colui che può chiedere spiegazioni agli altri (interconnessione delle storie)
Ho accennato sopra che "una" azione è sempre un episodio di una storia possibile: adesso
L'altroavanzare
aspetto una
dellatesi
soggettività
correlativo
primo: io quello
non sono
soltanto
vorrei
collegata narrativa
a questa ècirca
un altroal concetto,
di identità
Essere
il tema
una
narrazione
che va
dalla
alla
morte significa
responsabile
responsabile,
sono
anche come
uno
che
può
sempre
interrogare
gli essere
altri circa
la loro
personale.
...diGli
empiristi,
Locke
enascita
Hume
tentarono
di interpretare
l'identità
delle
azioni eesclusivamente
delle
esperienze
compongono
vitapsicologici.
narrabile
...I significa
appunto
dire
responsabilità,
che
può mettere
gli altri
in questione.
Faccio
parte
della
loro
storia come
personale
in che
termini
di stati
ouna
eventi
filosofi
analitici,
che
che
hamolti
senso aspetti
chiedergli
dimia.
un'interpretazione
intelligibile
che
essi
fanno
parte
della
Laeredi
narrazione
della vita
di chiunque
fa parte
di ciunconsenta
insieme
sotto
sono
ifornire
loro
tanto quanto
i narrativa
loro
critici,
si sono
arrabattati
intornodidi
capire
come interconnesse.
possa,frain tali
tempi
e luoghi
diversi,
esseree fornire
una
medesima
persona,
tuttavia
narrazioni
Inoltre,
chiedere
spiegazioni
svolge
ae sua
volta
alla
connessione
stati
ed questo
eventi
e l'identità
... Entrambi
non
sono riusciti
ad
essere
caratterizzato
in nella
modi costituzione
così
Quindi
l'identità
personale
è esattamente
un ruolo
importante
delle
narrazioni.
Chiederti
che cosa
hai fatto e
accorgersi
che
era stato
omesso
uno differenti.
sfondo,
la cui
mancanza
rende
il problema
insolubile.
quell'identità
personaggio
che
èdifferenze
richiesta
dall'unità
perché,sfondo
direpresupposta
che
cosa dal
hodall'unità
fatto e del
perché,
soppesare
legenere
fra
la personaggio
tua edila una
mia
Questo
è fornito
concetto
di storia
e da quel
di unità
del
narrazione.
(MacIntyre,
Dopo
. Saggio
diuna
teoria
morale,
pag.
264)
interpretazione
di ciò
che
ho
fatto
ediviceversa,
queste
sono di
componenti
essenziali
di tutte
che
una storia
richiede.
...lail virtù
concetto
persona
è quello
un personaggio
astratto
da
le narrazioni,
...
una
storia.
importante
osservare
non storichiede
affatto quindi
sostenendo
che iDa
concetti
Il Èconcetto
narrativo
della che
soggettività
due cose.
un lato,diionarrazione,
sono quellodi
intelligibilità
o di responsabilità
sianoritenere
più fondamentali
di quello
identità
personale.
Tali
che
gli altri possono
giustificabilmente
che io sia nel
corso di una
storia
vissuta che
presuppongono
l'applicabilità
concetto
identità
proprio
come
vaconcetti
dalla mia
nascita alla mia
morte; sono del
il tema
di unadistoria
che personale,
è la mia e non
quella
di
dei precedenti,
come in effetti
ciascuno
di questi
unquest'ultimo
altro, e che presuppone
ha il proprio l'applicabilità
significato peculiare.
Quando equalcuno,
come fanno
coloro
che
tre presuppone
l'applicabilità
degli
altri due.
. Saggio dispesso
teoria morale,
pag.
tentano
o commettono
il suicidio,
si lamenta
che(MacIntyre,
la vita è Dopo
privaladivirtù
significato,
e forse
264-65)
tipicamente
questa persona si sta lamentando
del fatto che la narrazione della sua vita le
Piero della Francesca - Autoritratto inserito in La Resurrezione
è divenuta
inintelligibile,
di qualsiasi scopo, di qualsiasiIdentità
movimento
verso un
Narrazione
intelligibile che è privaResponsabilità
personale
culmine o verso un telos. ... (MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 263)
FATTI E SPIEGAZIONI
Illuminismo Meccanicismo
No gerarchia di beni
Teoria
Aristotele
Osservazione
No valori
Azione
umana
Fini in base a una gerarchia di beni
Ma il manipolatore può agire in
base ai suoi fini e ai suoi valori
Si valori
Ovviamente l'errore era di supporre che l'osservatore potesse trovarsi faccia a faccia
IlUn'altra
concetto
implicazione
di "fatto", per
di questo
quantopassaggio
riguardafu
glirilevata
esseri umani,
un po' prima,
subisceda
una
Marx
trasformazione
nella terza
con i fatti, senza la mediazione di alcuna interpretazione teorica. Che questo fosse un
nel
delle
passaggio
sue
Tesidalla
suinFeuerbach.
visione
aristotelica
È un
evidente
quella
che l'interpretazione
meccanicistica.
meccanicistica
base allasiprima
dell'agire
l'azione
... dal
Seicento
poi
divenne
luogoa comune
che mentre gliIn
scolastici
erano
lasciati
errore, sia pure pertinace e longevo, è cosa su cui oggi i filosofi della scienza concordano
umana
umano
va
propria
spiegata
dell'illuminismo
teleologicamente,
comprendeva
quindi
sianaturale
non
una tesi
soloe sulla
può, prevedibilità
ma
deveavevano
essere
del
ingannare
circa
il carattere
dei fatti
dele mondo
sociale
perché
ampiamente. L'osservatore del ventesimo secolo guarda il cielo notturno e vede stelle e
caratterizzata
comportamento
in riferimento
umano, siaalla
unagerarchia
tesi sui
mezzi
appropriati
che
manipolare
i fini
tale
interposto un'interpretazione
aristotelica
fradei
se beni
stessi
e lacostituiscono
realtàper
esperita,
noidell'agire
moderni
pianeti; osservatori di epoche precedenti vedevano invece fessure in una sfera,
umano.
comportamento.
base ...
alla
Ciòdiciassettesimo
seconda,
che Marxl'azione
capìeèdel
che
umana
un tale
nonsoggetto
solo può,
(il
manipolatore)
ma deve
essere
èdi
(cioè, noiInmoderni
del
diciottesimo
secolo)
ci siamo
strappati
attraverso le quali si poteva scorgere la luce che era dall'altra parte. Ciò che ciascun
caratterizzata
costretto
a considerare
senza nessun
lee proprie
azioni
in
a tali
maniera
beni.
assai
In base
diversa
da
prima,
i fatti
in cui
che
dosso l'interpretazione
la riferimento
teoria
e abbiamo
affrontato
ialla
fatti
equella
l'esperienza
osservatore ritiene di percepire, è e deve essere determinato mediante concetti carichi
concernono
considera
ill'azione
comportamento
umana
comprendono
didicoloro
che
i moderni
fatti
stache
manipolando.
concernono
Infatti
ciòeche
egli
ha valore
riesceseaper
fargli
esattamente
. Appunto
in virtù
ciò quei
proclamarono
definirono
stessi
di teoria. ....
esseri
corrispondere
umani
(e ilnon
comportamento
soltanto
ciò presunzione,
che
deiessi
manipolati
ritengono
abbia
sue
intenzioni,
in base
motivazioni
seconda
e
illuministi
Naturalmente
questa
comealle
tutte
levalore);
presunzioni
delalla
genere,
era
L'ipotesi che Giove abbia sette lune viene sottoposta alla prova dell'osservazione
non
mete,
esistono
madiconsidera
fatti
riguardino
questeinconsapevole
ultime,
ciò che almeno
ha valore.
mentre
"Fatto“
èdiventa
impegnato
un concetto
in posizione
unalibero
simile
dai
il segno
un che
passaggio
e non
riconosciuto
da
una
di
mediante un telescopio; ma l'osservazione stessa ha bisogno di appoggiarsi alle teorie
valori,
manipolazione,
"essere" teoretica
come
diventaesenti
dalle(aMacIntyre,
leggi
"dovere",
che
governano
e virtù
tanto
la ildispiegazione
comportamento
quanto
interpretazione
aestraneo
un'altra.
Dopo la
. Saggio
teoria
morale, pag.
117)deila
dell'ottica geometrica. La teoria è necessaria per sostenere l'osservazione, proprio come
valutazione
manipolati.mutano
( MacIntyre,
il proprio
Dopo la virtù
carattere
. Saggio diinteoria
conseguenza
morale, pag.di
120-121)
questo divorzio fra "essere" e
l'osservazione per la teoria. ( MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio di teoria morale, pag. 115, 117)
"dovere". ( MacIntyre, Dopo la virtù . Saggio
di teoria
morale,
pag. 120)
Sofonisba
Anguissola
si ritrae
mentre Bernardino Campi ,suo antico maestro,
la ritrae nel gioco del ritratto del pittore che ritrae colei che ritrae. (1561)
LA VITA: UN RACCONTO IN CERCA DI UN NARRATORE
Una vita raccontata =
una vita esaminata (Socrate)
in cui ritroviamo le strutture del racconto
interpretata - intelligibile (MacIntyre)
Il racconto imita l’azione
La vita è agire (compiere azioni)
patire (subire azioni)
Vorremmo applicare al rapporto tra racconto e vita la massima di Socrate secondo cui
una vita non esaminata non è degna d'essere vissuta.
Se è vero che ... la vita si comprende soltanto attraverso le storie che raccontiamo su
di essa, ne consegue che una vita esaminata, nel senso socratico della parola ricordato
all'inizio, è una vita raccontata. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 169, 182)
Che cos'è una vita raccontata? È una vita in cui ritroviamo tutte le strutture
fondamentali del racconto. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 183)
Una vita è solo un fenomeno biologico finché non viene interpretata. ... Per aprire la
via a questa nuova fase dell'analisi, bisogna insistere sulla commistione di agire e
patire, di azione e di sofferenza, che costituisce la trama di una vita. È tale commistione
che il racconto vuole imitare in maniera creatrice. ... la definizione che lui stesso
(Aristotele) dà del racconto ... dice, l'«imitazione di un'azione», mimesis praxeos. (
Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 179)
P. Ricoeur (1913-2005)
IL RACCONTO UN TUTTO INTELLIGIBILE
La costruzione dell’intreccio (storia ben costruita)
= sintesi di elementi eterogenei
Compiuta dal narratore e dal lettore
1 – tra eventi/avvenimenti e il procedere della storia
2 – tra componenti diversi :
a- circostanze b- agenti/pazienti c- incontri e interazioni d- mezzi e fini e... la storia
raccontata
è sempre
dell'enumerazione,
entro un ordine seriale o di
risultati
non voluti
f-attese più
relative
al seguito
successione,
degli
avvenimenti
o degli eventi
che organizza
un tutto intelligibile.
( Ricoeur,
Tale da
produrre
una concordanza
discordante
o unaindiscordanza
concordante
Filosofia e linguaggio, pag. 171)
Lotta tra concordanza e discordanza  prevale concordanza  esperienza intelligibile
3 – tra
qualcosa
rimane
(la (di
storia)
e qualcosa
che passa
(gli avvenimenti)
Per conto
mio,
accettoche
dalla
Poetica
Aristotele)
il concetto
fondamentale
di costruzione
in greco
viene
detto si
mythos
e che
significa
stesso
favola
Sidell'intreccio,
può
direanche
che che
inda
ogni
storia
raccontata
trovano
due
specie
diallo
tempo:
da tempo
una parte
una(nel
è
sintesi
un
secondo
punto
di
vista:
esso
mette
insieme
componenti
eterogenei
In
generale
definisco
l'operazione
di costruzione
dell'intreccio
come sintesi
di elementi
senso
di storia
immaginaria)
eteoricamente
intreccio
(nel indefinita
senso di
storia
ben costruita).
E questo
secondo
successione
discreta,
aperta,
e
di
avvenimenti
(si
può
sempre
porre
come
circostanze
trovate
e
non
volute,
agenti
e
pazienti,
incontri
casuali
o
ricercati,
eterogenei.
...
Innanzitutto,
sintesi
fra
gli
eventi
o
i
molteplici
avvenimenti
e
la
storia
aspetto
del
mythos
di
Aristotele
quello
a
cui
mi
riferisco;
....
Ciò
che
Aristotele
chiama
Aristotelee la
concordanza
prevale sulla
discordanza,
dalacui
il valore
inestimabile
lain
domanda:
dopo
che cosa
avvenne?
E dopo?);
dall'altra,
storia
raccontata
presentadel
un
interazioni
che
pongono
gli
attori
in
relazioni
che
vanno
dal
conflitto
alla
collaborazione,
completa
e
una;
da
questo
primo
punto
di
vista,
l'intreccio
possiede
la
capacità
di
ricavare
intreccio
non
è
una
struttura
statica,
ma
un'operazione,
un
processo
integratore
che
racconto
per
fare ordine
nella nostra
esperienza temporale
... Ma la concordanza
è ...
altro
aspetto
temporale
caratterizzato
dall'integrazione,
dalla
culminazione
e
dalla
chiusura
mezzi
più o da
meno
appropriati
ai fini, infine,
risultati
non voluti;
l'unificazione
dii tutti
una
storia
molteplici
avvenimenti
o,
se
si proposito
preferisce,
di
trasformare
molteplici
trova
compimento
soltanto
nel
lettore
o
nello
spettatore,
nel
recettore
vivente
dellauna
storia
sempre
accompagnata
dalla
discordanza.
A
tal
la
tragedia
risulta
esemplare.
grazie
al
quale
la
storia
riceve
una
configurazione.
In
questo
senso
dirò
che
comporre
questi
fattori
in
una
storia
fa
dell'intreccio
una
totalità
che
può
esser
detta
concordante
e
avvenimenti
in( Ricoeur,
unasenza
storia;
a tal
riguardo,
evento èeventi
più chespaventosi
un'occorrenza,
qualcosa che
raccontata.
...
Filosofia
e linguaggio,
pag.un
170)
Non
v'è
tragedia
peripezie,
colpì
dì
fortuna,
e
commiserevoli,
storia
significa,
dalquesto
punto di
vista temporale,
una configurazione
da
successione.
discordante
(per
preferirò
parlare
ditrarre
concordanza
discordante
o diuna
discordanza
semplicemente
succede;
è
ciò
che
contribuisce
al
progresso
del
racconto
...
(
Ricoeur,
Filosofia
una
immensa colpa,
fatta d'ignoranza
e di equivoci temporale
più che di della
cattiveria.
Se
dunque
la
Già
indoviniamo
l'importanza
di
tale
caratterizzazione
storia,
nella
misura
Si ottiene una comprensione di tale composizione nell'atto di seguire una in
econcordante).
linguaggio, pag. 170)
concordanza
prevale
sulla discordanza,
ciòe non
che costituisce
il racconto
èciò
proprio
la lotta
cui
per noi
il tempo
insieme
ciò che passa
ritorna e, d'altro
canto,
che dura
e
storia;
seguire
unaèstoria
è un'operazione
molto complicata,
guidata
costantemente
da
fra concordanza
e discordanza
. ( Ricoeur,
Filosofia
e linguaggio,
pag. 183-184)
rimane.
... caratterizzare
storia
raccontata
come
unaetotalità
temporale
attese relative
al seguitoladella
storia,
...( Ricoeur,
Filosofia
linguaggio,
pag. 171) e l'atto poetico
come la creazione di una mediazione fra il tempo come passaggio e il tempo come durata.
Se si può parlare di identità temporale di una storia, bisogna caratterizzarla come qualcosa
dipinge( ilRicoeur,
proprioFilosofia
viso nel "Giudizio
Universale"
che perdura e rimane attraverso ciò che passaMichelangelo
e non ritorna.
e linguaggio,
pag.
171-172)
nella pelle scuoiata in mano a San Bartolomeo (1508/1512)
RACCONTO ED ETICA
Intelligenza narrativa
Etica
Intrecci
= saggezza pratica + giudizio etico
Racconti popolari
= virtù  felicità
tramandati dalla nostra cultura = schemi narrativi
non eterni
frutto di:
1 - sedimentazione
2 - innovazione
Romanzo
Aristotele non esitava a dire che ogni storia ben raccontata
insegnacontemporaneo
qualcosa; inoltre,
L'etica,
come
la concepiva
Aristotele
e come
può laesser
ancora
concepita
, tratta
diceva
che
storia
rivelanarrativo
aspetti
universali
della
condizione
che,
a taleha
titolo,
Dire
che
lo la
schematismo
possiede
anch'esso
sua umana
storia
eeche
questa
tutti la
i
astrattamente
del
rapporto
tra lasignifica
virtù
ilcertamente
perseguimento
della felicità.
La tradizione
funzione
della
poesia
è più
filosofica
della non
storia
degli estorici,
troppofare
dipendente
dagli
aspetti
aneddotici
caratteri
di una
tradizione,
l'apologia
della
... Il
poesia,
nella
sua
forma
narrativa
e
drammatica,
è
quella
di
proporre
all'immaginazione
della
vita; qualunque
sia tale rapporto
e storiografia,
è certo
la tragedia,
costituirsi
di una tradizione
risiede, frainpoesia
effetti,
nell'interazione
deichedue
fattori:
ed
alla meditazione
casi sedimentazione.
esemplari
costituiscono
altrettante
esperienzei di
pensiero,
l'epopea,
la commedia,
per non che
citare
chesedimentazione
i noti
generiattribuiamo
aristotelici,
dischiudono
dell'innovazione
e della
Alla
modelli
che
attraverso
impariamo
acostituiscono
unire
gli aspetti
eticiintelligenza
della
condotta
umana
allaè molto
felicità
un'intelligenza
particolare che
può venir
chiamata
narrativa
e che
sulla base cui
dell'esperienza
la tipologia
di costruzione
dell'intreccio
che più
cie
all'infelicità,
alla
buona
alla
sorte.
... È che
in ma
base
allavafamiliarità
che abbiamo
vicina alladisaggezza
pratica
e alcattiva
giudizio
morale
allanon
scienza,
e indigenerale
all'uso
permette
ordinare
la estoria
dei
generi
letterari;
perso
vista
che
tali
sviluppato
le modalità
di può
costruzione
dell'intreccio
tramandate
dalla
nostra
cultura
teorico
ragione.
Questo
essere dimostrato
facilmente.
( Ricoeur,
Filosofia
e linguaggio,
modelli della
noncon
costituiscono
essenze
eterne,
ma
procedono
da una storia
sedimentata
la cui
che
impariamo
a
collegare
le
virtù,
o
meglio,
le
eccellenze,
con
la
felicità
e
l'infelicità.
pag.
172)è stata occultata. ... I racconti popolari, i miti, i racconti tradizionali in generale,
genesi
Queste
poesia
universali
di cui parlava
Aristotele;
questi
sono piùlezioni
vicinidella
al polo
dellacostituiscono
ripetizione. gli
... Ma
se superiamo
l'ambito
di questima
racconti
sono
universali
un livello inferiore
rispetto
a quelli
della logica
e del pensiero teorico.
tradizionali,
la di
deviazione
prevale sulla
regola.
Il romanzo
contemporaneo
può per(
Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 172-73)
esempio in larga misura essere definito come un anti-romanzo, nella misura in cui le
Caravaggio
- Bacchino Malato
- Autoritratto
stesse regole divengono oggetto di una nuova
sperimentazione.(
Ricoeur,
Filosofia1594
e linguaggio,
pag. 174-75)
RACCONTO E VITA
La vita è resa intelligibile attraverso un racconto perché:
1 – la struttura dell’agire corrisponde ai componenti del racconto
2 – l’azione è un quasi-testo perché si serve di simboli
3 – l’esperienza è costituita da strutture pre-narrative:
Il primo
A- esperienza
ancoraggio
quotidiana
che troviamo
= concatenamento
per l'intelligibilità
di episodi
narrativa nella viva esperienza
Il secondo
ancoraggio
cheframmenti
la proposizione
narrativa
trova
nella
pratica
consiste
nella
stessa struttura
dell'agire
del
soffrire
umano.
...comprensione
comprendiamo
cosa
B – la
psicoanalisi:
dai
delepaziente
al racconto
più
comprensibile
risiede nelle
risorse
simboliche
del
campo pratico.
... Sequeste
l'azione
può in
effetti
venir
significano
progetto,
fine,
mezzo,personale
circostanze,
ecc. Tutte
nozioni
prese
insieme
costitutivo
dell’identità
raccontata,
èla perché
essa
è già
inessere
segni,del
regole,
norme
; essa
è sempre
costituiscono
trama
di
quella
chearticolata
potrebbe
definita
la
semantica
C – il giudice:
dal groviglio
dei
sospetti
alla
storia
colpevole
e alla
suadell'azione.
identità
mediata.
... In
altrele
parola,
è in
funzione
dipotrebbe
tale che
convenzione
simbolica
Senza
lasciare
l'esperienza
quotidiana,
non
siamo
portati
avenire
vedere
in
questo
Ma
in questa
trama
tutte
componenti
racconto
abbiamo
mostrato
Il simbolicamente
terzo
ancoraggio
deltroviamo
racconto
nella
vita
consiste
in del
ciòforse
che
chiamata
interpretare
tale
gesto
come
significante
o quèllo:
lofronetica
stesso
Vi
èpossiamo
un'altra
situazione
a cui
sembra
convenire
lalanozione
di storia
non raccontata.
Èdi
il
concatenamento
episodi
della
nostra
vita
non
ancora
raccontate,
storiegesto
che
sopra
sotto
il titolo
di sintesi
dell'eterogeneo.
...Èstorie
ègrazie
medesima
intelligenza
lache
qualità
pre-narrativa
dell'esperienza
umana.
adquesto
essa
che
abbiamo
il diritto
dicaso
alzare
le vita
braccia,
adell'azione
seconda
contesto,
come
un
modo
di
dialla
un
giudice
che
s'impegna
adel
scoprire
un essere
colpevole
sbrogliando
la matassa
richiedono
d'essere
raccontate,
storie
offrono
dei
d'appoggio
alcome
racconto?
...
presiede
comprensione
(eche
della
passione)
equindi
acompreso
quella
delvita
racconto.
( Ricoeur,
parlare
della
comepuò,
di una
storia
allo
stato
nascente,
epunti
della
salutare,
di
chiamare
unsituazioni
taxi,
o didivotare.
Prima
di essere
a interpretazione
Filosofia
e linguaggio,
pag.
d'intrighi
la 179)
quale
il cerca
sospettato
è coinvolto.
Sinelle
puòsottoposti
diredell'azione
che
l'individuo
Mi soffermerò
su
due
meno
quotidiane
quali
l'espressione
diappaia
storiai
un'attività
eentro
una
passione
in
racconto.
La comprensione
giunge
fino
sonoraccontata
interpretanti
interni
all'azione.
talprima
modo,che
simbolismo
«avviluppato
entro delle
storie»
che
gli forza
accadono
qualsiasi
venga
non ancora
s'impone
con
una
sorprendente.
paziente storia
che
si rivolge
a simboli
riconoscere,
nell'azione,
strutture
temporali
cheIn
domandano
lailIlnarrazione.
...conferisce
una
all'azione
unaIl prima
rende
l'azione
uncome
quasi-testo
entro primordiali»,
cui
i simboli
raccontata.
groviglio
in avviso,
cuiframmenti
è Esso
preso
sembra
allora
lagiàpreistoria
della
storia
allodipsicoanalista
glialeggibilità.
confida
di storie
sogni,
«scene
serie
situazioni
che,
mio
ci costringono
advissute,
accordare
all'esperienza
come
forniscono
leilregole
di
significato
in veduta
funzione
delle Questa
quali
lalepreistoria
condotta
stessastoria
può
raccontata,
cui virtuale
inizio
resta
scelto
dal
narratore.
della
è ciòil
episodi
conflittuali;
si può
a ragion
sostenere
che
sedute
d'analisi
tale
una narratività
che
costituisce
un'autentica
richiesta
di racconto.
Èabbiano
pervenire
interpretata.(
Ricoeur,
Filosofia
evasto
linguaggio,
che
ad
un
tutto
piùche
e le pag.
fornisce
uno
sfondo.diTale
sfondo
è costituito
fine la
e lega
l'effetto
che
l'analizzato
da180)
tali
frammenti
storie
un racconto
chedal
sia
caratterizzare
tali
situazioni
hotragga
introdotto
precedentemente
l'espressione
vivo
intrecciarsi
di tutte
lee storie
vissute.
Bisogna
chepag.
le 180)
storie
raccontate
insieme
più sopportabile
più comprensibile.
Taledunque
narrativa
della
«strutture
pre-narrative
dell'esperienza».
( Ricoeur,
Filosofia
einterpretazione
linguaggio,
- Particolare
Davide
con lapure
testa
Golia
emergano
da questoimplica
sfondo.che
Insieme
a Caravaggio
questa
emergenza,
emerge
ilraccontate
soggetto
teoria psicoanalitica
la storia
di una vita
proceda
da storie
nondel
(1610), dipinto nell’anno della morte, Davide porta in
implicato.
Filosofia
e linguaggio,
e rimosse (Ricoeur,
verso storie
effettive
chepag.
il 182)
soggetto
potrebbe accettare e assumere come
primo piano una testa da cui gocciola sangue: è la testa di
costitutive della propria identità personale..
( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 181-82)
Caravaggio.
RACCONTO E IDENTITÀ NARRATIVA
Identità narrativa = coerente
accessibile al divenire
interpretabile alla luce dei racconti proposti dalla nostra cultura
Noi siamo non tanto gli autori della nostra storia quanto i narratori della nostra vita
Appare chiaro, allora, che la nostra vita, colta con un solo sguardo, si mostra come il
Questa definizione della soggettività mediante l'identità narrativa comporta diverse
campo di un'attività costitutrice, derivata dall'intelligenza narrativa, con cui cerchiamo
implicazioni. Per prima cosa è possibile applicare alla comprensione di noi stessi il
di ritrovare, e non semplicemente d'imporre dal di fuori, l'identità narrativa che ci
gioco di sedimentazione e d'innovazione che abbiamo riconosciuto all'opera in ogni
costituisce.
tradizione. Allo stesso modo non si finisce mai di reinterpretare l'identità narrativa che
Insisto su questa espressione di identità narrativa, poiché ciò che chiamiamo
ci costituisce, alla luce dei racconti proposti dalla nostra cultura. In tal modo è grazie
soggettività non è né una sequenza incoerente d'eventi, né una sostanzialità
alle variazioni immaginative condotte sul nostro proprio ego che proviamo a ricavare
immutabile, inaccessibile al divenire. È proprio quel tipo d'identità che soltanto la
una comprensione narrativa di noi stessi, la sola che sfugga all'alternativa apparente
composizione narrativa può creare con il suo dinamismo. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag.
tra puro cambiamento e identità assoluta. L'identità narrativa si trova nel mezzo.(
184)
Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 1834-85
In tal modo impariamo a diventare il narratore della nostra storia senza diventare
interamente l'autore della nostra vita. ( Ricoeur, Filosofia e linguaggio, pag. 185)
Autoritratto con Vanitas di David Bailly (1651)
LA COMPRENSIONE NARRATIVA DI SE STESSI
la comprensione che ognuno ha di se stesso è narrativa
sono la storia della mia vita
una narrazione
di finzione tento intrecci diversi circa la mia esistenza.
in virtù di una dialettica tra attesa e rimemorazione
storica
progetti
Ristrutturare il proprio passato
Secondo
mia ipotesi
finale,
comprensione
ha di se
è narrativa:
Essendo, la
infatti,
il racconto
chelaognuno
narra diche
se ognuno
stesso, storico
e stesso
romanzesco
ad un
non posso
cogliere me stesso
al di fuori
del tempo
al di...fuori
racconto;
tempo,
è estremamente
difficile
dissociare
storiae,edunque,
romanzo.
Che del
il momento
tra ciò chenon
sono
e lafunzionare
storia della
questol'elemento
senso, la
narrativo
può
damia
solovita
al c'è
di una
fuoriequivalenza.
di ciò che In
chiamo
dimensione
narrativa
è costitutiva
comprensione
di sé. Essa possiede
la duplice
proiettivo. Poiché
la nostra
vita nondella
è terminata
e non conosciamo
la fine della
storia,
essere, ad
un tempo,
finzione.con
Da ciò
unache
parte,
infatti,
ilcaratteristica
racconto chedinarriamo
di noi
stessi è storica
sempre eindirelazione
attendiamo
"memoria"
i documenti
della mia
famiglia,
di
ancora dallasono
vita. anche
.... La visione
dell'avvenire
cheesistenza:
è davanti foto
a noidiesercita
un atto
effetto
nascita (da sul
cui qualcuno
potrebbeilvenir
a sapere
cheper
suoquesto
padre motivo
non è realmente
retroattivo
modo di rileggere
nostro
passato;
il raccontosuo
di
padre)
e così via.completamente
È questa una conoscenza
storica, documentaria.
dire
vita
si distingue
da quello letterario.
Nel racconto Dall'altra
letterariopotrei
la storia
è
che
il racconto
narro
di me
stessoe èanche
il romanzo
della
miaè vita
poiché
intrecci
conclusa
e si sache
come
essa
termina
se la sua
fine
aperta
vi è,tento
nondimeno,
diversi circa
la miadel
esistenza.
Ricoeur e la psicoanalisi,
pag. è
143-44)
un'ultima
pagina
libro. La(P.conclusione
di un libro
la sua ultima pagina, ultima
pagina che non ci è dato conoscere nel testo della nostra vita. Direi, allora, che in virtù
di una dialettica tra attesa e rimemorazione ognuno di noi può ristrutturare in un
certo modo il proprio passato e, così, avere di che progettare. (P. Ricoeur e la psicoanalisi,
pag. 149,152)
Rembrandt – Autoritratti (1629, 1669)
IL SÈ
Apologia dell’io
Cartesio l’io come qualcosa di autoevidente
fondante ma solo pensiero
Filosofie del soggetto
Ermeneutica del sè
Destituzione dell’io
Hume
riflessivo
medesimezza / ipseità
Ipseità / alterità
immaginazione, credenza
Nietzsche fittizio, arbitrario
Autoritratto
1648
con Hume l'era del dubbio e del sospetto. ... a bravo empirista, egliRembrandt
postula –per
ogni idea
una
corrispondente
(«Ci retoriche
vuol sempre
qualche
impressione
per
produrre
i impressione
tre principali
aspettiparadigmatico
del nascoste,
sé, una
e cioè:
la soggetto
deviazione
della
riflessione
Nietzsche
faqui
emergere
ledell'ermeneutica
strategie
obliate
e anche
ipocritamente
Considero
come
delle
filosofie
del
che
questo
sia
17) e all'esame del «suo interno» egli trova soltanto una diversità
un'idea
reale...»
attraverso
l'analisi,
la dialettica
dell'ipseità
eche
della
medesimezza,
infine
laempirico
dialettica
rimosse
e negate
inpersona—ego
nome
della immediatezza
della
riflessione.
. .” Un
'pensare',
così di
formulato
in
prima
cogito—,
sia
l'«io»
si
definisca
come
io
questa ambizione
di
fondazioneinvariabile
ultima si èrelativa
andata all'idea
radicalizzando
da egli
Cartesio
a Kant,
esperienze
e nessuna
impressione
un sé,
conclude
che
e dell'alterità.
...
una
prima
idea
dello
chediaffatto:
separa
l'ermeneutica
del
come
lo io
pongono
i teorici
della
conoscenza,
non
siscarto
presenta
si tratta
dialtro
una
o dell'ipseità
come
trascendentale,
sia
che
l'«io»
sia
posto
assolutamente,
cioè
senza
poi da Kant
a Fichte e infine
allo Husserl
delle Meditazioni
cartesiane,
«Poiché
èdispiega
di per
quest'ultima
è un'illusione.»
... Dire
Nella
spiegazione
della
illusione
dipone—o
identità,
Hume
sé
dalle
filosofie
del
Cogito.
sé
non
significa
dire
io.
L'io
si
è
deposto.
Il sé
finzione
affatto
arbitraria,
ottenuta
con
l'isolare
un
elemento
dal
processo
e
sottrarre
corrispettivo,
o relativamente,
... Per
tale che
motivo,
l'espressione
filosofieche
delnon
soggetto
sé
così
evidente
che
sono
io
che
dubito,
intendo
e
che
desidero,
v'è
qui
quelle
risorse
di
sottigliezza
che,
dopo operazioni
aver
fattolagrande
impressione
suritorno
Kant,
hanno
è
implicato
come
riflessivo
in
quelle
cui
analisi
precede
il
verso
tutti
gli
altri,
si
tratta
di
una
costruzione
artificiale
al
fine
di
farsi
capire...
qui
viene
è bisogno
ritenuta di
quiaggiunger
equivalente
a quella
filosofie del
Cogito. Meditazione
Sempre per questo
motivo,...
nulla
per di
spiegarlo»
(Cartesio,
metafisiche)
lasciato
un'impronta
duratura
sulla
discussione
ulteriore.
Entrano
in
scena
duequella
nuovi
stesso.
Su
questa
dialettica
dell'analisi
e ildella
riflessione
si di
innesta
immaginato
in primo
luogo
un l'«io»
atto che
non
esiste,
'pensare',
e in secondo
luogo
un
laesso
disputa
del
Cogito,
in
cui
è
di
volta
in
volta
in
posizione
forza
o
di
questol'immaginazione
soggetto di dubbio
è radicalmente
disancorato
dal momento
che il significa
corpo
concetti,
e
la
credenza.
...
Dire
che
la
credenza
genera
finzioni,
dell'ipse soggettivo
emidell'idem.
delogni
medesimo
e dell'altro
corona
(P. Ricoeur
, Sè
substrato
in La
cuidialettica
hapiù
origine
atto
di questo
e nient'altro:
cioè
debolezza,
è trascinato
sembrata
la
idonea
per
far risaltare
finpensiero
dall'inizio
la. .problematica
proprio
viene
nel
disastro
dei
corpi.
...
l'«io»
perde
definitivamente
ogni
annunciare
un
tempo
in cui lasono
credenza
sarà
diventataLaincredibile.
non...faporre
ancora
come il
altro,
pag.
92, 94) l'autore
tanto
fare
quanto
fittizi»
(Nietzsche,
Volontà
diHume
potenza)
del
sé,
...
(in
quanto)
l'ermeneutica
del
sé
si
situa
ad
uguale
distanza
e
dall'apologia
determinazione
singolare
diventando
pensiero,
vale
a essere
dire intelletto.
. a(P.quella
Ricoeur
Sè
questo
passo e suggerisce
cheCogito
l'unitàodella
personalità
può
assimilata
di, una
una
sostanza
al
di
sotto
del
una
causa
dietro
di
esso,
«non
è
che
una
semplice
del
Cogito
dalla
sua destituzione. (P. Ricoeur , Sè come altro, pag. 78-79)
come
altro, e
pag.
79, 80,82)
repubblica
o
di
un
Commonwealth,
i cui membri
nonadcessano
di cambiare
mentre
abitudine grammaticale,
quella di aggiungere
un agente
ogni azione».
(P. Ricoeur
, Sè
permangono
i legami
come altro, pag.
90,91) di associazione. Sarà Nietzsche a compiere il passo del sospetto. . (P.
Ricoeur , Sè come altro, pag. 9217-18)
Rembrandt – Autoritratto nello studio 1629
ERMENEUTICA DEL SÈ
Ermeneutica del sé:
A - riflessivo
Non direttamente nell’io ma nei segni in cui si oggettiva:
1- ciò che dice 2 - ciò che fa 3 - ciò che racconta di sè 4 - ciò di cui è responsabile
descrivere
narrare
prescrivere
B – dialettica medesimezza / ipseità
... La tesi secondo la quale la teoria narrativa trova una delle sue principali giustificazioni
Ricoeur
dichiara
di
prender
congedo
filosofie
del
.... la...da
scelta
per
ladi
nel
ruolo da
essa esercitato
il puntodalle
di La
vista
descrittivo
sull'azione,
ecome
il punto
Essere
sempre
il fra
medesimo
possibilità
di Cogito.
essere
diverso
sono
riflessione
concreta
la una
via lunga
deiprescrivere—in
segni, in cui cui
il
vista
prescrittivo
.... Miimplicava
si è imposta
triade:dell'attraversamento
descrivere, raccontare,
C – sidialettica
Ipseità
/ alterità
Sé inrecuperarsi.
quanto
altro… tale
intrigo
storie
soggetto
oggettiva
etriade
a partire
da cuiimplica
può
sceltadinon
era
priva di
ogni
momento
della
stessa
un rapporto
specifico
fra
costituzione
conseguenze
per
il Cogito,
prima
fra
tutela lateoria
perdita
della
fondativa
prima
l'identità-ipse
mette
in gioco
una
dialettica
chenarrativa
risultacertezza
complementare
quella
dell'azione
e costituzione
del
sé.
Ora,
non
sarebbe
in inagrado
di
persona: una
soggetto
che tornaevale
a sé
dall'analisi
esteriorizzazioni
dell'ipseita
eil della
cioè
dialettica
sé
e proprie
dell'altro
daun
sé.segmento
Finché si
esercitare
talemedesimezza,
mediazione,
a ladire
quella del
didelle
essere
più che
Ilintenzionali
problema dell'identità
presenta
così
un
doppio
versante,
privato
e
pubblico.
Una
storia
è,ledell'identità-medesimezza,
precisamente,
séprese
enostri
non
un
io,dell'altro
«fondo
efrancese:
non niente
una
resta
nel circolo
l'alterita
séopaco»
non mostrare
presenta
intercalato
nella
sequenza
discreta
seunnon
sida
potesse
che
... due
sono
dimensioni
delunSédei
in studi,
considerazione
dal
filosofo
lale
disuperficie
vita si mescola
a
storie
di
vita
altrui.
...
il
fatto
di
ritrovarsi
in
un
intrico
di
storie,
lungi
trasparente.
(D. Iannotta,
Introduzione
a Sèal
come
41-42)
di
originale:
«altro»
lista
degli
antonimi
dipossono
«medesimo»,
azioni
organizzate
in figura
racconto
presentano
tratti
chepag.
essere
elaborati
medesimezza
e l'ipseitò.
Lanella
prima
rimanda
Sé altro,
come
medesimo
a se accanto
stesso:
ila
dal costituire una complicazione secondaria, deve essere considerata l'esperienza
«contrario»,
«diverso»
e di
così
Le In
cose
vanno
tutto
diversamente
se si
tematicamente
soltanto
nel quadro
un'etica.
altri
termini,
teoria
narrativa
opera
carattere è«distinto»,
indice
di questa
identità
chevia.
portiamo
in
noi edel
chela
definisce
la continuità
originaria in materia; l'intrico di storie precederebbe infatti ogni questione di identità
mette
coppia
l'alterita
con
titolo
suggerisce
un'alterita
che
non
è—o
una
e propria
mediazione
fraIllanostro
lamedesima
descrizione
eche
la Tuttavia,
prescrizione
soltanto
se
Ho
designato
quattro
piani,
o quattro
strati,
di persona.
ciò
potrebbe
una
tra vera
ilinbambino
e l'adulto:
si l'ipseità.
è sempre
il costituire
discorso
del
Sé
narrativa o altro. ... Questo intrico è osservabile tanto a livello individuale quanto a livello
che
è soltanto—un
termine
paragone,
un'alterita
quindi
cheetiche
possa
essere
l'ampliamento
delqui,
campo
e di
l'anticipazione
delle considerazioni
vengono
fenomenologia
ermeneutica
della
persona:
linguaggio,
racconto,
vita
eticaa
nonnon
si arresta
ma sipratico
apre
alla
ipseità:
attraverso
laazione,
mia
progettualità,
tendo
collettivo dell'identità. . (P. Ricoeur , Percorsi del riconoscimento, pag. 121)
costitutiva
dell'ipseita
stessa.
Séla
come
un
suggerisce
dall'inizio
chepotenzialità,
l'ipseita
del
implicate
nella
stessa
dell'atto
di altro
raccontare.
Per fin
il momento
basti
dire
che,(e
in
D'altronde,
si struttura
dovrebbe
piùecorrettamente
parlare
di: dispiegare
uomo
parlante,
uomo
agente
trascendere
il carattere
medesimezza,
per
le mie
se
stesso racconti,
implica
l'alterita
adlaunpropria
grado
così
intimo
che
l'una
non
lascia
pensare
senza
parecchi
ilcon
sé cerca
identità
sulla
scala
un'intera
vita;
fra le
aggiungerei
uomo
sofferente),
uomo
e personaggio
delsi
suo
racconto
di azioni
vita,
confrontandomi
la possibilità
dinarratore
essere
diverso
da di
come
sono.
L'imprevisto,
la
l'altra,
passa piuttosto
nell'altra—come
diremmo
in linguaggio
Al
brevi,
..che
, el'una
connessione
una
vita,
di cui
parla
Dilthey
nei
suoi hegeliano.
saggi
teorici
enecessità
infine
uomo
responsabile.
(P.diRicoeur,
La
persona,
pag. 39)
dilafronteggiare
nuovi
eventi,
consentono
di superare
la mera
dimensione
«come»
vorremmo
la gradi
significazione
forte,che
soltanto
ad 42una
sull'autobiografia,
si stratificano
dei
di complessità
teoria dell'azione
della medesimezza
eannettere
dirigersi verso
la ipseità.
(G. Martini
in legata
P. portano
Ricoeurnon
e lalapsicoanalisi,
pag.
)
comparazione—se
stesso
somigliante
ad un
altro—,, Sèma
adaltro,
unapag.
implicanza:
sé in quanto.
al livello richiesto dalla
teoria
narrativa'..
(P. Ricoeur
come
92, 94)
Artemisia Gentileschi - Autoritratto come allegoria della Pittura (1638-39)
..altro. (P. Ricoeur , Sè come altro, pag. 78)
L’ERMENEUTICA DEL SÉ E LA VERITÀ
Cartesio
= certezza
assoluta
Cogito
Attestazione,
credenza
senza garanzia
Il sè cartesiano
Spiegare = riorganizzazione
dei fatti
in un tutto
Attestazione,
credenza
senzaintellegibile
garanzia
Il sè
Una storia sopprtabile/ possibile su me stesso
Cogito cartesiano
Nietzsche = sospetto
la ricostruzione dell'insieme dei rapporti di sé con gli altri e con sé stesso
Un ultimo tratto approfondirà lo scarto fra la nostra ermeneutica e le filosofie del Cogito.
tante storie possibili Ogni storia risolve qualche frattura e ne crea altre
Esso concerne il tipo di certezza al quale può pretendere di pervenire ... l'attestazione
definisce quella sorta di certezza alla quale può pretendere di pervenire l'ermeneutica,
di manipolazione
... Possibilità
ilsoltanto
dire vero
ed ilall'esaltazione
fare vero non
Identità
si riconciliano,
non
stabile,
forse,
fessure
nelladacostruzione
nella
non
rispetto
epistemica
del Cogito
acon
partire
Cartesio, maoanche
ricostruzione
una
storia
coerente
partire
dai frammenti
della
nostra
rispetto
suadiumiliazione
in Nietzsche
eai suoi
successori.
L'attestazione
sembra
Possoalla
parlare
di
verità
quando
io posso
riconoscere
me
stessosparsi
come
coluiesigere
che è il
esperienza?
...
Spiegare,
allora,
vuol
dire
qui
riorganizzare
i
fatti
in
un
tutto
intelligibile
che di
meno
dell'unadiequesta
più dell'altra.
... L'attestazione,
effetti,
presenta
innanzitutto
come
detentore
sofferenza,
che ha questa in
storia;
e lasistoria
che io
posso raccontare
costituisce
unica
eÈidentità
continua
(anche
sedinon
ricopre
lo spazio
di
un'intera
vita).
l'identità
narrativa
non
è ...
unal'attestazione
stabile
e senza
fessure;
ecredo-in».
come
è possibile
comporre
una
sorta
diuna
credenza.
scaturisce
dall'«io
Con
ciò
essa
me
stesso,
è storia
me
stesso.
dunque
qualcosa
ben
diverso
dall'adeguamento
ad siuna
....esteriorità:
Abbiamo
poc'anzi
dichiarare
che
le connessioni
causali
sono
segmenti
diversi
intrighi
proposito
deirivelazione
medesimi
accadimenti
(i quali,
per
ciò
stesso,
non
meritano
avvicina
alla testimonianza,
come
rammenta
la
stessa
etimologia,
nella
misura
in cui è ...
èapotuto
piuttosto
la
di
una
interiorità
nella
sua
struttura
sopportabile.
Le
che
attestano
lastessi
fragilità
dell'identità
personale
collettiva
non
sono
illusorie;
esplicativi
interpolare
nel
processo
di comprensione
diricorso
interpretazione
proprio
più
d'essere
chiamati
avvenimenti),
sempre
possibile
sullanon
proprio
nellada
parola
delglitestimone
che
si
crede.
Non
puòoofar
ad
alcuna
istanza
ilminacce
narrativo
dovrebbe
essere
liberato
anche
dacosì
certièsipregiudizi,
come
ad costruire
esempio
che
non
infatti
irrilevante
che
ideologie
potere
intraprendano,
con
inquietante
perché
lache
comprensione
èlenarrativa
segmenti
parziali
tale
o tal'altro
propria
vita
intrighi
differenti,
anzi
opposti.
((P.
Ricoeur
,esplicativi
sé come
altro,
pag.storie
379
)di relative
epistemica
più
elevata
della
credenza,
si preferisce,
della
fiducia
che
si
annette
vièsia
una
unica
storia
vera.
...eodisiise
possono
raccontare
più
aglialla
stessi
successo,
la
manipolazione
di
tali
identità
...
principalmente
grazie
alle
risorse
di
frammento
di
storia
sono
integrati
in
una
struttura
narrativa.
La
convalida
degli
enunciati
triplice
dialetticadidella
riflessione
e dell'analisi,
e della...medesimezza,
se
avvenimenti;
conseguenza
il "conflitto
delledell'ipseità
interpretazioni"
si rinviene nel del
racconto
variazione
offerte
dal
lavoro
di
configurazione
narrativa,
dato
che
sempre
analitici
trae
quindi
lapossibilità
sua
natura
specifica ...dalla
sua
ultima
adpossibile,
un potere
"impegno
stesso
e dell'altro
da sé.
... Questa
confidenza
sarà,
voltareferenza
a volta,
nel
di
stesso
tra
molteplici
narrative.
Io penso
che
al
di èconfidenza
là
della coerenza
narrativa,
come
abbiamo
sopra,
raccontare
altrimenti.
Queste
risorse
riconfigurazione
narrativo",
in segnalato
virtù
delnel
quale
tentiamo
integrare
dei
fenomeni
isolati
strani
un
dire,
potere
di tare,
potere
di riconoscersi
quale
personaggio
racconto,
infinein
nel
ci nel
sia
la ricostruzione
dell'insieme
dei di
rapporti
di sé
con
gli
altri di
edi
con
sée stesso.
Questa
diventano
così delle
risorse
manipolazione..
((P.«eccomi!»—secondo
Ricoeur
, sé come
altro,
pag.
379
) attraverso
"unico
processo
unificato
odiin
un'unica
sequenza
di
eventi“
. (P.Bisogna
Ricoeur
epassare
la psicoanalisi,
pag.
82-un
potere
rispondere
all'accusa
con l'accusativo:
un'espressione
cara
ideadi
di
ricostruzione
è più
importante
di quella
di coerenza.
a83)
Lévinas.
In quanto
fiducia senza
garanzia,
in quanto
racconto...che
io comprendo
per andare
al dima
là anche
della frattura
checonfidenza
il raccontopiù
ha forte
creatodinel
ogni
sospetto,
del delle
sé può
pretendere
tenersi ad
distanza dal
tempo
stessol'ermeneutica
che ne ha risolte
altre.
(P. Ricoeur e di
la psicoanalisi,
pag.eguale
164- 167)
Cogito esaltato da Cartesio e dal Cogito che Nietzsche dichiara decaduto. ((P. Ricoeur , sé
De Chirico - Autoritratto nel parco con costume del seicento (1959)
come altro, pag. 97-99)