La persona umana: individuo, dono e comunione La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni • 1. Perché parliamo di “persone”? La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni • 1. Perché parliamo di “persone”? • 2. Persona, verità e libertà La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni • 1. Perché parliamo di “persone”? • 2. Persona, verità e libertà • 3. Corpo ed anima: la persona come essere vivente La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni • 1. Perché parliamo di “persone”? • 2. Persona, verità e libertà • 3. Corpo ed anima: la persona come essere vivente • 4. La persona e la morte La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni • 1. Perché parliamo di “persone”? • 2. Persona, verità e libertà • 3. Corpo ed anima: la persona come essere vivente • 4. La persona e la morte • 5. Il riconoscimento della persona La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni • 1. Perché parliamo di “persone”? • 2. Persona, verità e libertà • 3. Corpo ed anima: la persona come essere vivente • 4. La persona e la morte • 5. Il riconoscimento della persona • 6. Creare la comunione: la promessa e il perdono La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni • 1. Perché parliamo di “persone”? • 2. Persona, verità e libertà • 3. Corpo ed anima: la persona come essere vivente • 4. La persona e la morte • 5. Il riconoscimento della persona • 6. Creare la comunione: la promessa e il perdono • 7. Il bene comune: fondamento della comunione La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni • 1. Perché parliamo di “persone”? • 2. Persona, verità e libertà • 3. Corpo ed anima: la persona come essere vivente • 4. La persona e la morte • 5. Il riconoscimento della persona • 6. Creare la comunione: la promessa e il perdono • 7. Il bene comune: fondamento della comunione • 8. La communio personarum e il dono di sé La persona umana: individuo, dono e comunione Schema delle lezioni • 1. Perché parliamo di “persone”? • 2. Persona, verità e libertà • 3. Corpo ed anima: la persona come essere vivente • 4. La persona e la morte • 5. Il riconoscimento della persona • 6. Creare la comunione: la promessa e il perdono • 7. Il bene comune: fondamento della comunione • 8. La communio personarum e il dono di sé • 9. Chi fa parte della comunità delle persone? La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. • Libri: La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. • Libri: • H. Jonas, Organismo e libertà. Verso una biologia filosofica, Einaudi, Torino 1999. La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. • Libri: • H. Jonas, Organismo e libertà. Verso una biologia filosofica, Einaudi, Torino 1999. • R. Spaemann, Persone. Sulla differenza tra “qualcosa” e “qualcuno”, Editori Laterza, Roma-Bari, 2005. La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. • Libri: • H. Jonas, Organismo e libertà. Verso una biologia filosofica, Einaudi, Torino 1999. • R. Spaemann, Persone. Sulla differenza tra “qualcosa” e “qualcuno”, Editori Laterza, Roma-Bari, 2005. • R. Spaemann, Natura e ragione. Saggi di antropologia, Edizioni Università della Santa Croce, Roma 2006. La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. • Libri: • H. Jonas, Organismo e libertà. Verso una biologia filosofica, Einaudi, Torino 1999. • R. Spaemann, Persone. Sulla differenza tra “qualcosa” e “qualcuno”, Editori Laterza, Roma-Bari, 2005. • R. Spaemann, Natura e ragione. Saggi di antropologia, Edizioni Università della Santa Croce, Roma 2006. • K. Wojtyła, Persona e atto, in: ID., Metafisica della persona. Tutte le opere filosofiche e saggi integrativi, a cura di G. Reale e T. Styczen, Bompiani, Milano 2003, 829-1216. La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. • Saggi: La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. • Saggi: • J. Ratzinger, “Concerning the Notion of Person in Theology”, Communio 17 (1990) 439-54. La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. • Saggi: • J. Ratzinger, “Concerning the Notion of Person in Theology”, Communio 17 (1990) 439-54. • J. Ratzinger, “Libertà e verità”, Studi Cattolici 430 (dicembre 1996). La persona umana: individuo, dono e comunione Bibliografia: • N.B.: Per l’esame, che sarà orale, sarete responsabili di un libro o dei tre saggi elencati qui. • Saggi: • J. Ratzinger, “Concerning the Notion of Person in Theology”, Communio 17 (1990) 439-54. • J. Ratzinger, “Libertà e verità”, Studi Cattolici 430 (dicembre 1996). • K. Wojtyła, “La famiglia come «communio personarum»”, in: ID., Metafisica della persona. Tutte le opere filosofiche e saggi integrativi, a cura di G. Reale e T. Styczen, Bompiani, Milano 2003, 1463-79. Perché parliamo di persone? Perché parliamo di persone? • Tesi fondamentale (da sviluppare): Perché parliamo di persone? • Tesi fondamentale (da sviluppare): • Alla base del nostro parlare di persone si trova la differenza interna dell'uomo rispetto al suo esserecosì, cioè rispetto alla sua natura, rispetto al suo determinato essere (Sosein). Perché parliamo di persone? • Tesi fondamentale (da sviluppare): • Alla base del nostro parlare di persone si trova la differenza interna dell'uomo rispetto al suo esserecosì, cioè rispetto alla sua natura, rispetto al suo determinato essere (Sosein). • Una persona è un essere che possiede la sua natura Perché parliamo di persone? • Tesi fondamentale (da sviluppare): • Alla base del nostro parlare di persone si trova la differenza interna dell'uomo rispetto al suo esserecosì, cioè rispetto alla sua natura, rispetto al suo determinato essere (Sosein). • Una persona è un essere che possiede la sua natura • La persona è portatore di una natura, non qualcosa opposto o al di là della natura, ma il chi che possiede questa natura. Perché parliamo di persone? • Tesi fondamentale (da sviluppare): • La persona è origine dell’individuo singolo, ancora più originale che la natura lo è. Questo non nel senso che l’individuo non abbia alcuna natura o che potesse decidere esso stesso liberamente ciò che sia, ma nel senso che può prendere posizione di fronte a questa sua natura. Perché parliamo di persone? • Tesi fondamentale (da sviluppare): • La persona è origine dell’individuo singolo, ancora più originale che la natura lo è. Questo non nel senso che l’individuo non abbia alcuna natura o che potesse decidere esso stesso liberamente ciò che sia, ma nel senso che può prendere posizione di fronte a questa sua natura. • “Persona” è il modo concreto ed individuale in cui nature razionali esistono. Perché parliamo di persone? • Tesi fondamentale (da sviluppare): • La persona è origine dell’individuo singolo, ancora più originale che la natura lo è. Questo non nel senso che l’individuo non abbia alcuna natura o che potesse decidere esso stesso liberamente ciò che sia, ma nel senso che può prendere posizione di fronte a questa sua natura. • “Persona” è il modo concreto ed individuale in cui nature razionali esistono. • questo vale anche dove questa natura razionale non è ancora pienamente sviluppata o dov’è impedito il suo pieno sviluppo. Perché parliamo di persone? • Tesi fondamentale (da sviluppare): • La persona è origine dell’individuo singolo, ancora più originale che la natura lo è. Questo non nel senso che l’individuo non abbia alcuna natura o che potesse decidere esso stesso liberamente ciò che sia, ma nel senso che può prendere posizione di fronte a questa sua natura. • “Persona” è il modo concreto ed individuale in cui nature razionali esistono. • questo vale anche dove questa natura razionale non è ancora pienamente sviluppata o dov’è impedito il suo pieno sviluppo. • Potenzialità attiva Perché parliamo di persone? • Come utilizziamo la parola “persone” di solito? Perché parliamo di persone? • Come utilizziamo la parola “persone” di solito? • 1. L'uso numerico: “aspettiamo otto persone per la cena” – astratto ed impersonale Perché parliamo di persone? • Come utilizziamo la parola “persone” di solito? • 1. L'uso numerico: “aspettiamo otto persone per la cena” – astratto ed impersonale • 2. L'uso predicativo: “questo essere è una persona” – le qualità li dobbiamo già conoscere – poi: nomen dignitatis Perché parliamo di persone? • Come utilizziamo la parola “persone” di solito? • 1. L'uso numerico: “aspettiamo otto persone per la cena” – astratto ed impersonale • 2. L'uso predicativo: “questo essere è una persona” – le qualità li dobbiamo già conoscere – poi: nomen dignitatis • 3. L'uso teatrale: sui programmi teatrali si trova l'indicazione delle “persone del dramma”, cioè i ruoli che sono interpretati dagli attori. Perché parliamo di persone? • Che cosa imperiamo da questi usi? Perché parliamo di persone? • Che cosa imperiamo da questi usi? 1. La parola “persona” non serve per fini descrittivi che ci aiutano ad individuare le caratteristiche di una cosa e ad identificare questa cosa. Perché parliamo di persone? • Che cosa imperiamo da questi usi? 1. La parola “persona” non serve per fini descrittivi che ci aiutano ad individuare le caratteristiche di una cosa e ad identificare questa cosa. 2. Non c'è una qualità che si chiama “essere persona”. Piuttosto, “persona” definisce il portatore di determinate qualità. Perché parliamo di persone? • Che cosa imperiamo da questi usi? 1. La parola “persona” non serve per fini descrittivi che ci aiutano ad individuare le caratteristiche di una cosa e ad identificare questa cosa. 2. Non c'è una qualità che si chiama “essere persona”. Piuttosto, “persona” definisce il portatore di determinate qualità. 3. Attribuiamo una dignità a chi attribuiamo questa parola. Perché parliamo di persone? • Che cosa imperiamo da questi usi? 1. La parola “persona” non serve per fini descrittivi che ci aiutano ad individuare le caratteristiche di una cosa e ad identificare questa cosa. 2. Non c'è una qualità che si chiama “essere persona”. Piuttosto, “persona” definisce il portatore di determinate qualità. 3. Attribuiamo una dignità a chi attribuiamo questa parola. 4. Altre volte utilizziamo la parola solo per una denominazione puramente numerica che astrae da ogni altra determinazione. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 1. Il detto di Sarastro (Flauto magico): «Chi non si rallegra per questi insegnamenti, non merita di essere un uomo». Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 1. Il detto di Sarastro (Flauto magico): «Chi non si rallegra per questi insegnamenti, non merita di essere un uomo». • Come è possibile che siamo in grado di capire questo detto? Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 2. L'uso del pronome personale “io” Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 2. L'uso del pronome personale “io” • Chi dice «io», esiste. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 2. L'uso del pronome personale “io” • Chi dice «io», esiste. • sulla referenza dell'«io» non grava alcuna indeterminatezza, anche se qualcuno si dimenticasse di chi e che cosa è; «io» si riferisce a chi dice «io», indipendentemente da tutto ciò che egli ancora è. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 2a. L'uso del pronome personale “io”: La persona forse è un “io”? Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 2a. L'uso del pronome personale “io”: La persona forse è un “io”? • No. Non a caso chi è caduto nell'amnesia domanda «chi sono io?», «dove sono io?». Egli presuppone di non essere «un io», ma un qualcuno fatto così e così, che si trova da qualche parte nel mondo. Egli, appena ha qualche coscienza, sa di non essere soltanto coscienza. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 3. La necessità di integrazione (C. G. Jung1875-1961) Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 3. La necessità di integrazione (C. G. Jung1875-1961) • Persone possono distanziarsi in un tipo di «negazione determinata» di certe qualità, desideri, impulsi. Possono dispiacersi di essere quello che sono, possono desiderare di modificare se stessi. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 3. La necessità di integrazione (C. G. Jung1875-1961) • Persone possono distanziarsi in un tipo di «negazione determinata» di certe qualità, desideri, impulsi. Possono dispiacersi di essere quello che sono, possono desiderare di modificare se stessi. • Nessuno è semplicemente e tout court quello che è. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 3. La necessità di integrazione (C. G. Jung1875-1961) • Persone possono distanziarsi in un tipo di «negazione determinata» di certe qualità, desideri, impulsi. Possono dispiacersi di essere quello che sono, possono desiderare di modificare se stessi. • Nessuno è semplicemente e tout court quello che è. • L’accettazione di sé è un processo, che presuppone la non-identità e deve essere inteso come consapevole acquisizione del non-identico, come «integrazione». Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 4. “Volizioni di secondo grado” (Harry Frankfurt *1929) Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 4. “Volizioni di secondo grado” (Harry Frankfurt *1929) • Persone possono desiderare di avere o non avere determinati desideri. Non valutano soltanto le cose che corrispondono ai loro desideri, ma valutano i loro desideri stessi. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 5. La lingua Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 5. La lingua • Per poter parlare si deve prendere una posizione eccentrica. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 5. La lingua • Per poter parlare si deve prendere una posizione eccentrica. • Il punto di vista del destinatario, il suo ascolto della parola pronunciata, viene già anticipato nel parlare. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 5. La lingua • Per poter parlare si deve prendere una posizione eccentrica. • Il punto di vista del destinatario, il suo ascolto della parola pronunciata, viene già anticipato nel parlare. • Se qualcuno dice: «io provo dolore», questa affermazione non è una continuazione del gridare con altri mezzi. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 6. La “scoperta” del cuore: Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 6. La “scoperta” del cuore: • Il problema del male: Perché l'uomo fa il male se ciò che vuole veramente è il bene? Perché non conosce il bene. Ma perché non conosce il bene? Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 6. La “scoperta” del cuore: • Il problema del male: Perché l'uomo fa il male se ciò che vuole veramente è il bene? Perché non conosce il bene. Ma perché non conosce il bene? • La risposta del NT: l’uomo non conosce il bene perché non vuole conoscerlo. Il peccato consiste «nel fatto che essi non mi credono». Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 6. La “scoperta” del cuore: • Il problema del male: Perché l'uomo fa il male se ciò che vuole veramente è il bene? Perché non conosce il bene. Ma perché non conosce il bene? • La risposta del NT: l’uomo non conosce il bene perché non vuole conoscerlo. Il peccato consiste «nel fatto che essi non mi credono». • Il cuore è il fondamento senza fondamento. L'identità del cuore si trova in un luogo più profondo di ogni determinazione qualitativa. Perché parliamo di persone? Evidenze per la differenza interna dell'uomo rispetto al suo essere-così: 6. La “scoperta” del cuore: • Il problema del male: Perché l'uomo fa il male se ciò che vuole veramente è il bene? Perché non conosce il bene. Ma perché non conosce il bene? • La risposta del NT: l’uomo non conosce il bene perché non vuole conoscerlo. Il peccato consiste «nel fatto che essi non mi credono». • Il cuore è il fondamento senza fondamento. L'identità del cuore si trova in un luogo più profondo di ogni determinazione qualitativa. • Il concetto del cuore è lo stesso che si trova alla base di quello successivo di persona Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 1. Teatro Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 1. Teatro • lat. persona; greco prosopon: “per-sonare” – la maschera di chi recita, poi, la parte recitata Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 1. Teatro • lat. persona; greco prosopon: “per-sonare” – la maschera di chi recita, poi, la parte recitata • il ruolo nella società, lo status sociale Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 1. Teatro • lat. persona; greco prosopon: “per-sonare” – la maschera di chi recita, poi, la parte recitata • il ruolo nella società, lo status sociale • momento della non-identità Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 1. Teatro • lat. persona; greco prosopon: “per-sonare” – la maschera di chi recita, poi, la parte recitata • il ruolo nella società, lo status sociale • momento della non-identità • A differenza del nostro significato, persona non era ciò che sta dietro il ruolo e rende possibile l'interpretazione, ma il ruolo stesso Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 1. Teatro • lat. persona; greco prosopon: “per-sonare” – la maschera di chi recita, poi, la parte recitata • il ruolo nella società, lo status sociale • momento della non-identità • A differenza del nostro significato, persona non era ciò che sta dietro il ruolo e rende possibile l'interpretazione, ma il ruolo stesso • Ciò che si trova dietro al ruolo è la «natura». L'antichità non conosce ritorno dell'uomo alla sua natura Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 2. Grammatica Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 2. Grammatica • La filologia alessandrina viene adattata dai grammatici latini che usano il concetto di “persona” per individuare i tre ruoli grammaticali: Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 2. Grammatica • La filologia alessandrina viene adattata dai grammatici latini che usano il concetto di “persona” per individuare i tre ruoli grammaticali: • la persona che parla, Perché parliamo di persone? • La storia del concetto “persona” 2. Grammatica • La filologia alessandrina viene adattata dai grammatici latini che usano il concetto di “persona” per individuare i tre ruoli grammaticali: • la persona che parla, • la persona alla quale si parla, e Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 2. Grammatica • La filologia alessandrina viene adattata dai grammatici latini che usano il concetto di “persona” per individuare i tre ruoli grammaticali: • la persona che parla, • la persona alla quale si parla, e • la persona di cui si parla Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 3. La giurisprudenza della Roma antica Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 3. La giurisprudenza della Roma antica • con “persona” viene indicato lo status particolare o del libero nei confronti dello schiavo o dell'uomo nei confronti di tutte le altre entità. Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 3. La giurisprudenza della Roma antica • con “persona” viene indicato lo status particolare o del libero nei confronti dello schiavo o dell'uomo nei confronti di tutte le altre entità. • Gli schiavi sono poi «personae alieno juri subiectae» a differenza delle «personae sui juris». Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 3. La giurisprudenza della Roma antica • con “persona” viene indicato lo status particolare o del libero nei confronti dello schiavo o dell'uomo nei confronti di tutte le altre entità. • Gli schiavi sono poi «personae alieno juri subiectae» a differenza delle «personae sui juris». • l’uso antico della parola: definire gli uomini non come esemplari di una specie e come istantaneizzazione di un concetto, ma come portatori di un ruolo sociale in senso lato o come titolari di uno status giuridico. Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • Gesù afferma di essere «una sola cosa» con il Padre; Giovanni chiama il Logos, che s'incarnò in Gesù, direttamente «Dio». Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • Gesù afferma di essere «una sola cosa» con il Padre; Giovanni chiama il Logos, che s'incarnò in Gesù, direttamente «Dio». • Gesù parla di Dio come di «suo Padre»; nella preghiera il Padre è il suo interlocutore Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • Gesù afferma di essere «una sola cosa» con il Padre; Giovanni chiama il Logos, che s'incarnò in Gesù, direttamente «Dio». • Gesù parla di Dio come di «suo Padre»; nella preghiera il Padre è il suo interlocutore • NT parla del «Pneuma» di Dio, che attraverso Cristo si è effuso sugli uomini Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • Gesù afferma di essere «una sola cosa» con il Padre; Giovanni chiama il Logos, che s'incarnò in Gesù, direttamente «Dio». • Gesù parla di Dio come di «suo Padre»; nella preghiera il Padre è il suo interlocutore • NT parla del «Pneuma» di Dio, che attraverso Cristo si è effuso sugli uomini • Come pensare l'unicità di Dio in una forma che si può conciliare con la differenza tra Padre, Figlio e Pneuma intesa come differenza interna a Dio stesso? Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • L'infinita potenza dell'Uno non consente alcuna moltiplicazione, ma soltanto una differenziazione interna, sulla base della quale questa unità ora viene pensata come processo di auto-mediazione Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • L'infinita potenza dell'Uno non consente alcuna moltiplicazione, ma soltanto una differenziazione interna, sulla base della quale questa unità ora viene pensata come processo di auto-mediazione • Questa interna differenziazione non può essere pensata come qualitativa, come se le ipostasi sarebbero distinte l'una dall'altra. Nella concezione cristiana il Logos non è diverso (eJteron), ma un altro (eJterov), distinto dal Padre solo per l'asimmetria della relazione: il Padre genera il Figlio, non il Figlio il Padre. Per il resto la differenza è puramente numerica. Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • Ma come si può pensare la differenza puramente numerica delle emanazioni l'una dall'altra e dalla loro origine, senza avere a disposizione l'idea di una separazione spaziale? Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • Ma come si può pensare la differenza puramente numerica delle emanazioni l'una dall'altra e dalla loro origine, senza avere a disposizione l'idea di una separazione spaziale? • I teologi greci: “ipostasi” - «ciò che esiste autonomamente». Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • Ma come si può pensare la differenza puramente numerica delle emanazioni l'una dall'altra e dalla loro origine, senza avere a disposizione l'idea di una separazione spaziale? • I teologi greci: “ipostasi” - «ciò che esiste autonomamente». • I teologi occidentali, a partire da Tertulliano (160-220): fenomeno linguistico e concetto grammaticale di persona: «Quis loquitur? Ad quem loquitur? De quo loquitur?». Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • Il concetto di persona dei grammatici prescinde di fatto da ogni differenza tra le persone. Le persone sono distinte soltanto dalla loro posizione relativa in una situazione linguistica. Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 4. La dottrina della Trinità • Il concetto di persona dei grammatici prescinde di fatto da ogni differenza tra le persone. Le persone sono distinte soltanto dalla loro posizione relativa in una situazione linguistica. • «Una essenza, tre persone» diventa, alla fine, la formula cristiana ortodossa. Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 5. La cristologia Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 5. La cristologia • Come pensare Gesù Cristo come incarnazione del Logos divino eterno e allo stesso tempo come uomo nel senso vero e proprio? Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 5. La cristologia • Come pensare Gesù Cristo come incarnazione del Logos divino eterno e allo stesso tempo come uomo nel senso vero e proprio? • Gesù Cristo ha due «nature», quella divina e quella umana. Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 5. La cristologia • Come pensare Gesù Cristo come incarnazione del Logos divino eterno e allo stesso tempo come uomo nel senso vero e proprio? • Gesù Cristo ha due «nature», quella divina e quella umana. • L’unificazione individuale di queste due nature non consiste nella loro mescolanza, ma si fonda sul fatto che entrambe sono possedute da una persona (“unione ipostatica”). Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 5. La cristologia • Questa persona è quella divina, dunque appunto quella che si comporta con l'essenza divina in una maniera che consiste nel suo «possederla». Perché parliamo di persone? La storia del concetto “persona” 5. La cristologia • Questa persona è quella divina, dunque appunto quella che si comporta con l'essenza divina in una maniera che consiste nel suo «possederla». • Per il fatto che il nome proprio «Gesù» non è un'essenza, ma designa «qualcuno», dunque una persona che può essere portatrice di un'essenza, è possibile dire che Gesù è Dio, e contro la protesta dei monofisiti - Maria è Theotokos, è colei che partorisce Dio. Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • “Persona est naturae rationabilis individua substantia / subsistentia – La persona è la sostanza / sussistenza individuale di una natura razionale” Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Letteralmente: “ciò che sta sotto” Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Letteralmente: “ciò che sta sotto” • Modo sbagliato di pensarne: Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Letteralmente: “ciò che sta sotto” • Modo sbagliato di pensarne: CANE Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Letteralmente: “ciò che sta sotto” • Modo sbagliato di pensarne: abbaia CANE Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Letteralmente: “ciò che sta sotto” • Modo sbagliato di pensarne: abbaia pelo marrone CANE Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Letteralmente: “ciò che sta sotto” • Modo sbagliato di pensarne: abbaia ama la pelo marrone carne CANE Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Letteralmente: “ciò che sta sotto” • Modo sbagliato di pensarne: abbaia ama la pelo marrone carne CANE odia i gatti Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Letteralmente: “ciò che sta sotto” • Modo sbagliato di pensarne: abbaia ama la pelo marrone carne CANE odia i gatti altezza di 50 cm Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Un modo di esistere Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Un modo di esistere • Esiste in sé. Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Un modo di esistere • Esiste in sé. • Ha il suo proprio atto di esistere. Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Un modo di esistere • Esiste in sé. • Ha il suo proprio atto di esistere. • E’ un individuo. Boezio parla di una sostanza “individuale” per distinguerla da altri usi della parola (universali). Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Un modo di esistere • Esiste in sé. • Ha il suo proprio atto di esistere. • E’ un individuo. Boezio parla di una sostanza “individuale” per distinguerla da altri usi della parola (universali). • Non è attribuito ad altre cose (è “impredicabile”) ma altre “cose” – gli “accidenti” – vengono attribuiti ad essa. Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Che cosa è una sostanza? • Un modo di esistere • Esiste in sé. • Ha il suo proprio atto di esistere. • E’ un individuo. Boezio parla di una sostanza “individuale” per distinguerla da altri usi della parola (universali). • Non è attribuito ad altre cose (è “impredicabile”) ma altre “cose” – gli “accidenti” – vengono attribuiti ad essa. • Ma non è una qualità da parte delle sue caratteristiche: non esiste un cane senza il suo colore Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • Che cosa si intende con natura? Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • Che cosa si intende con natura? • Non è una cosa statica, un semplice essere ciò che si è. Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • Che cosa si intende con natura? • Non è una cosa statica, un semplice essere ciò che si è. • Si tratta di un principio dinamico: un principio di azioni e reazioni tipici. Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • Che cosa si intende con natura? • Non è una cosa statica, un semplice essere ciò che si è. • Si tratta di un principio dinamico: un principio di azioni e reazioni tipici. • La natura è la causa formale della sostanza. Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • Che cosa si intende con natura? • Non è una cosa statica, un semplice essere ciò che si è. • Si tratta di un principio dinamico: un principio di azioni e reazioni tipici. • La natura è la causa formale della sostanza. • E’ anche la sua causa finale: il fine del leone è il pieno sviluppo di tutto ciò che vuol dire essere un leone. Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • “Persona est naturae rationabilis individua substantia / subsistentia – La persona è la sostanza / sussistenza individuale di una natura razionale” Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • “Persona est naturae rationabilis individua substantia / subsistentia – La persona è la sostanza / sussistenza individuale di una natura razionale” • La natura razionale esiste in un modo individuale, nel modo di “essere-se-stesso” (Selbstsein). Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • “Persona est naturae rationabilis individua substantia / subsistentia – La persona è la sostanza / sussistenza individuale di una natura razionale” • La natura razionale esiste in un modo individuale, nel modo di “essere-se-stesso” (Selbstsein). • L'individuo che esiste in tal modo non può essere descritto adeguatamente da nessuna descrizione possibile. Perché parliamo di persone? La definizione di Boezio (476-525) • “Persona est naturae rationabilis individua substantia / subsistentia – La persona è la sostanza / sussistenza individuale di una natura razionale” • La natura razionale esiste in un modo individuale, nel modo di “essere-se-stesso” (Selbstsein). • L'individuo che esiste in tal modo non può essere descritto adeguatamente da nessuna descrizione possibile. • La sua denominazione non può essere sostituita da nessuna descrizione. La persona è incomunicabile: qualcuno, non qualcosa. Perché parliamo di persone? La definizione di Riccardo di San Vittore († 1173): Perché parliamo di persone? La definizione di Riccardo di San Vittore († 1173): • “Persona existens per se solum juxta singularem quamdam rationalis existentiae modum - un esistente che esiste per se stesso nel modo singolare dell'esistenza razionale.” Perché parliamo di persone? La definizione di Riccardo di San Vittore († 1173): • “Persona existens per se solum juxta singularem quamdam rationalis existentiae modum - un esistente che esiste per se stesso nel modo singolare dell'esistenza razionale.” • Critica Boezio: persona non può significare “sostanza”. Perché parliamo di persone? La definizione di Riccardo di San Vittore († 1173): • “Persona existens per se solum juxta singularem quamdam rationalis existentiae modum - un esistente che esiste per se stesso nel modo singolare dell'esistenza razionale.” • Critica Boezio: persona non può significare “sostanza”. • Ma Riccardo pensa qui di sostanza come statica essenza che “sta sotto le cose”. Ma non era questo che Boezio aveva in mente. Perché parliamo di persone? La definizione di Riccardo di San Vittore († 1173): • “Persona existens per se solum juxta singularem quamdam rationalis existentiae modum - un esistente che esiste per se stesso nel modo singolare dell'esistenza razionale.” • Critica Boezio: persona non può significare “sostanza”. • Ma Riccardo pensa qui di sostanza come statica essenza che “sta sotto le cose”. Ma non era questo che Boezio aveva in mente. • Già Boezio intendeva “sostanza” come modo individuale di esistere o “sussistenza”. Perché parliamo di persone? La definizione di Riccardo di San Vittore († 1173): • “Persona existens per se solum juxta singularem quamdam rationalis existentiae modum - un esistente che esiste per se stesso nel modo singolare dell'esistenza razionale.” • Critica Boezio: persona non può significare “sostanza”. • Ma Riccardo pensa qui di sostanza come statica essenza che “sta sotto le cose”. Ma non era questo che Boezio aveva in mente. • Già Boezio intendeva “sostanza” come modo individuale di esistere o “sussistenza”. • Riccardo: La persona non può essere sostanza, ma portatrice di una sostanza. Perché parliamo di persone? La definizione di Riccardo di San Vittore († 1173): • “Persona existens per se solum juxta singularem quamdam rationalis existentiae modum - un esistente che esiste per se stesso nel modo singolare dell'esistenza razionale.” • Critica Boezio: persona non può significare “sostanza”. • Ma Riccardo pensa qui di sostanza come statica essenza che “sta sotto le cose”. Ma non era questo che Boezio aveva in mente. • Già Boezio intendeva “sostanza” come modo individuale di esistere o “sussistenza”. • Riccardo: La persona non può essere sostanza, ma portatrice di una sostanza. • Personalità è un modo di esistere Perché parliamo di persone? Le persone formano una classe? Perché parliamo di persone? Le persone formano una classe? • No. Perché parliamo di persone? Le persone formano una classe? • No. • La personalità è un modo dell'esistenza, non un'entità qualitativa, ma l’attualità specifica e individuale di questa; esistenza, non essenza. Perché parliamo di persone? Le persone formano una classe? • No. • La personalità è un modo dell'esistenza, non un'entità qualitativa, ma l’attualità specifica e individuale di questa; esistenza, non essenza. • San Tommaso d'Aquino: il termine «uomo» indica una specie, una classe naturale, che è definita dai differenti predicati dei suoi elementi, «persona» non significa la classe, ma essenzialmente l'elemento di una classe, non in quanto elemento di questa classe, ma in quanto individuo. Perché parliamo di persone? Le persone formano una classe? • No. • La personalità è un modo dell'esistenza, non un'entità qualitativa, ma l’attualità specifica e individuale di questa; esistenza, non essenza. • San Tommaso d'Aquino: il termine «uomo» indica una specie, una classe naturale, che è definita dai differenti predicati dei suoi elementi, «persona» non significa la classe, ma essenzialmente l'elemento di una classe, non in quanto elemento di questa classe, ma in quanto individuo. • Persona, scrive Tommaso, non è propriamente un concetto ma un nome, è un nome per un individuum vagum, un individuo indeterminato. Perché parliamo di persone? Le persone formano una classe? • S. Tommaso (S.th. I,30,4: «Il nome persona non si usa per significare l'individuo come natura, ma per indicare il soggetto che sussiste in tale natura». Perché parliamo di persone? Le persone formano una classe? • S. Tommaso (S.th. I,30,4: «Il nome persona non si usa per significare l'individuo come natura, ma per indicare il soggetto che sussiste in tale natura». • «Persona» non è dunque un concetto di classe, ma un «nome proprio generale». Perché parliamo di persone? Perché abbiamo a disposizione un nome proprio generale solo per individui con una natura rationalis? Perché parliamo di persone? Perché abbiamo a disposizione un nome proprio generale solo per individui con una natura rationalis? • Perché gli individui con tale natura si trovano con la loro natura in una relazione che è differente rispetto agli altri individui. Essi non sono solamente «casi di». Perché parliamo di persone? Perché abbiamo a disposizione un nome proprio generale solo per individui con una natura rationalis? • Perché gli individui con tale natura si trovano con la loro natura in una relazione che è differente rispetto agli altri individui. Essi non sono solamente «casi di». • Tommaso scrive “le persone sono individui che esistono «per sé» e hanno il dominio delle proprie azioni”. Le loro azioni non derivano semplicemente dalla loro natura. Non accade qualcosa attraverso di esse, come nelle altre cose, ma esse agiscono in rapporto a se stesse. Esse sono libere. Perché parliamo di persone? Perché abbiamo a disposizione un nome proprio generale solo per individui con una natura rationalis? • La natura è un principio [i.e., origine] di azioni e reazioni specifiche. Nel concetto di persona viene pensato che il singolo individuo è ancora più originariamente il suo proprio origine. Perché parliamo di persone? Perché abbiamo a disposizione un nome proprio generale solo per individui con una natura rationalis? • La natura è un principio [i.e., origine] di azioni e reazioni specifiche. Nel concetto di persona viene pensato che il singolo individuo è ancora più originariamente il suo proprio origine. • Non nel senso che tali individui non avrebbero alcuna natura e dovrebbero decidere essi stessi liberamente ciò che sono, ma nel senso che essi possono arrestarsi di fronte a questa loro natura. Perché parliamo di persone? Perché abbiamo a disposizione un nome proprio generale solo per individui con una natura rationalis? • La natura è un principio [i.e., origine] di azioni e reazioni specifiche. Nel concetto di persona viene pensato che il singolo individuo è ancora più originariamente il suo proprio origine. • Non nel senso che tali individui non avrebbero alcuna natura e dovrebbero decidere essi stessi liberamente ciò che sono, ma nel senso che essi possono arrestarsi di fronte a questa loro natura. • Possono liberamente far proprie le leggi essenziali di questa oppure infrangerle e «degenerare». In quanto esseri pensanti, essi dunque non sono denominabili soltanto come appartenenti alla loro specie, ma come individui, che «esistono in una tale natura». Perché parliamo di persone? Perché abbiamo a disposizione un nome proprio generale solo per individui con una natura rationalis? • La natura è un principio [i.e., origine] di azioni e reazioni specifiche. Nel concetto di persona viene pensato che il singolo individuo è ancora più originariamente il suo proprio origine. • Non nel senso che tali individui non avrebbero alcuna natura e dovrebbero decidere essi stessi liberamente ciò che sono, ma nel senso che essi possono arrestarsi di fronte a questa loro natura. • Possono liberamente far proprie le leggi essenziali di questa oppure infrangerle e «degenerare». In quanto esseri pensanti, essi dunque non sono denominabili soltanto come appartenenti alla loro specie, ma come individui, che «esistono in una tale natura». • Ciò significa che esistono come persone.