• GENERE (trad. lett. dell` inglese g ender)→ genere sessuale

 GENERE (trad. lett. dell’ inglese gender)→ genere sessuale→
Nella grammatica inglese infatti il termine gender venne
inizialmente usato per riferirsi ad una specifica distinzione tra
classi di nomi, «corrispondente, grosso modo, alle distinzioni di
sesso (e assenza di sesso) negli oggetti denotati».
 In italiano, a differenza dell’ambito anglosassone, genere viene
usato come sinonimo di tipo, specie. Altri significati del termine:
genere grammaticale, genere letterario, genere umano, genere
sessuale, mentre in inglese il genere umano è mankind e il genere
letterario è genre.
 Il vocabolo, mutuato dunque dalla grammatica, ha le sue radici
etimologiche nel genus latino e nel genos greco, che significa
razza, famiglia, parente o specie (da gen, generare, produrre) e che
in diverse lingue ha dato poi luogo a parole indicanti appunto la
«specie» o la «classe»
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ALCUNE DEFINIZIONI DI GENERE
«Gli uomini e le donne sono, è ovvio, diversi. Ma non
sono cosi diversi come il giorno e la notte, la terra e il
cielo, lo yin e lo yang, la vita e la morte. Dal punto di
vista della natura gli uomini e le donne sono più simili
gli uni alle altre che a qualsiasi altra cosa –alle
montagne, ai canguri o alle palme da cocco. L’idea che
siano diversi tra loro più di quanto ciascuno di essi lo è
da qualsiasi altra cosa deve derivare da un motivo che
non ha niente a che fare con la natura»
(Gayle Rubin, The traffic in Women: Notes on the 'Political Economy' of
Sex)
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La Rubin in realtà usa l’espressione sex-gender system,
(sistema sesso-genere) con la quale denomina
«l’insieme dei processi, adattamenti, modalità di
comportamento e di rapporti, con i quali ogni società
trasforma la sessualità biologica in prodotti dell’attività
umana e organizza la divisione dei compiti tra gli
uomini e le donne, differenziandoli l’uno dall’altro:
creando, appunto, il genere»
(S. Piccone Stella, C. Saraceno, Introduzione. La storia di un concetto e di
un dibattito, in Ibidem, Genere. La costruzione sociale del femminile e del
maschile, Il Mulino, Bologna, 1996, p. 7)
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«Genere è un modo di classificare, di indicare
l’esistenza di tipi. In particolare il genere propone un
nome per il modo sessuato con il quale gli esseri
umani si presentano e sono percepiti nel mondo: nella
società convivono due sessi e il termine “genere”
segnala questa duplice presenza. Si tratta dunque di
un termine binario, non univoco: gli uomini, come le
donne, costituiscono il genere»
(S. Piccone Stella, C. Saraceno, Introduzione. La storia di un concetto e
di un dibattito, in Ibidem, Genere. La costruzione sociale del femminile e
del maschile, Il Mulino, Bologna, 1996, p. 8).
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«Il genere è quella struttura delle relazioni sociali che è incentrata
sull’arena riproduttiva e quell’insieme di pratiche, regolate da
questa stessa struttura, che fanno rientrare le differenze
riproduttive dei corpi nei processi sociali. In altre parole, il genere
riguarda il modo in cui la società si rapporta ai corpi umani, e i
diversi effetti che questo ha sulle nostre vite personali e sul destino
della nostra collettività […] Quando parliamo di genere non stiamo
parlando di semplici differenze o di categorie fissate una volta per
tutte: parliamo di relazioni, di linee di confine, di pratiche, di
identità e di immagini attivamente create nel corso di processi
sociali; si tratta di qualcosa che emerge in specifiche circostanze
storiche, modella la vita delle persone in maniera profonda e spesso
contraddittoria, ed è soggetto al conflitto e al cambiamento storico»
(Connell, Questioni di genere, Il Mulino, Bologna, 2002, pp. 40, 65)
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