Vite on-line: trasformazioni nello/dello spazio pubblico
Università del Salento - Dipartimento di Scienze sociali e Comunicazione
18 aprile 2008
Memorie digitali e riti di commiato
La Rete come nuovo spazio antropologico per la
commemorazione e l’elaborazione del lutto
di Alessandra Micalizzi
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Premesse
 Mutamenti socio-antropologici
• Lenta espropriazione dell’esperienza della morte nella
tarda Modernità (Giddens, 1991)
– Medecalizzazione del morente (Elias, 1986)
– Individualismo
– Crisi delle certezze scientifiche e delle credenze religiose
Etc
• Svuotamento di senso dei rituali e dei riti - soprattutto della
tradizione giudaico cristiana (Baudrillard, 1989)
• Mezzi di comunicazione di massa come mediatori di
esperienza, inclusa l’esperienza della morte (Thompson, 1998)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –
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–2
2
Premesse
 Mutamenti socio-tecnologici
• La Rete come iper-meta-medium narrativo (De Carli, 1997)
in grado di fornire nuovi contesti di socializzazione e di rimediazione dell’esperienza quotidiana.
– De-materializzazione dei corpi
– De-territorializzazione delle relazioni (nuove coordinate
spazio-temporali
– Estroflessione cognitiva, emotiva ed esperienziale
– “Disseminazione” identitaria
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –
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–3
3
Premesse
Più in particolare, media come tecnologie della memoria (Grande,
1999)
Internet, oggi:
 costituisce uno delle forme più presenti e sempre più diffuse
della progressiva esteriorizzazione della memoria:
 accessibilità
 conservazione
 Datazione
Rispetto ai media tradizionali
 consente la negoziazione/co-costruzione del contenuto:
 l’interattività;
 orizzontalità;
 utilizza una forma narrativa particolare: l’oralità secondaria
(Ong, 1983)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –
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4
Frame teorico di riferimento
Il
frame di riferimento metodologico
interpretativo , è quello narrativo:
e
concettuale-
• L’uomo è dotato di una capacità narrativa che lo distingue dagli
altri animali (Fisher, 1991)
• Le narrazioni come principale il costrutto comunicativo e
processo cognitivo alla base dell’organizzazione e comprensione
della conoscenza
• «Lo statuto di narrabilità appartiene a pieno titolo all’esistente
umano: gli appartiene come un aspetto irrinunciabile della vita»
(Cavarero, 1997)
• «ogni essere umano, senza neanche volerlo sapere, sa di
essere un sé narrabile immerso nell’auto-narrazione spontanea
della sua memoria»
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –
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–5
5
Obiettivi conoscitivi
Ipotesi:
•
La Rete può offrire un nuovo contesto per la circolazione e la
costruzione di simboli e contenuti:
–
psicologici
–
sociali
–
antropologici
intorno all’esperienza della morte
Macro-obiettivi
1. Ricostruire le forme e i modi del comunicare l’esperienza della
morte attraverso i vari servizi e strumenti offerti di Internet
2.
individuare motivazioni, pratiche d’uso e funzioni della rete nei
processi di elaborazione della perdita e di conservazione del
ricordo.
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –
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–6
6
Metodologia
• Analisi qualitativa del contenuto (Fase I):
– Contestuale
– Testuale
• Osservazioni ambienti di interazione (forum-blog)
• Interviste via mail con (Fase II):
– Fruitori di ambienti dedicati alla memoria
– Membri di comunità per l’elaborazione del lutto
– Amministratori/facilitatori/promotori di iniziative
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –
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–7
7
Metodologia
Fase Desk
Osservazioni
Analisi
del contenuto
Osservazione
partecipante
palese
Analisi qualitativa
del contenuti
Osservazione
non partecipante
Mappe delle concordanze
Osservazioni
Analisi del contenuto
Analisi qualitativa
del contenuti
Osservazione
partecipante
palese
Mappe dellenon
concordanze
Osservazione
partecipante
Fase Field
Interviste narrative a fruitori:
Frequentatori di cimiteri virtuali
Blogger
Partecipanti a forum sul lutto
Interviste narrative ad amministratori
Amministratori di cimiteri virtuali
Moderatori di comunit à on-line
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –
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–8
8
Metodologia (Fase I)
•
Analisi contestuale:
1.
principali caratteristiche grafiche
2.
aggiornamento del sito
3.
il tema o argomento principale
4.
la natura multi o mono autoriale
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –
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–9
9
Metodologia (Fase I)
•
Analisi Testuale: le caratteristiche proprie della narrazione
–
l’oggetto della narrazione: aneddoto, vissuto, emozione,
qualità
–
soggetto narrato: il protagonista della narrazione stessa.
–
referente della narrazione: a chi è effettivamente rivolta la
narrazione
–
Scopo della narrazione: esprimere, condividere, descrivere
–
tempo della
prossimo
Prof. Marino Livolsi
narrazione:
presente,
passato,
passato
Università IULM, Milano –– 10
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10
Metodologia (Fase I)
Oggetto
Aneddoto
Vissuto
Emozione
Qualità
Scopo
Esprimere
Condividere
Descrivere
Tempo
Presente
Prof. Marino Livolsi
Passato
Passato
prossimo
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11
Metodologia (fase II)
Interviste via mail:
1. Recit de vie  svolta narrativa che aveva indotto
l’ingresso nella rete (motivazioni e aspettative)
2. Pratiche d’uso  dinamiche relazionali (gestione del
tempo e attività svolte in rete)
3. Funzioni della Rete  contestualizzazione dell’esperienza
on-line nel proprio vissuto
Osservazione (partecipante palese) di 3 comunità dedicate al tema
del lutto e diversi blog.
 www.ricercathanatosinrete.splinder.com
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 12
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12
Campione
• 250 siti (circa) di cui:
– 15 blog
– 17 siti della memoria (di cui 11 cimiteri virtuali)
– 6 forum
• 62 interviste di cui:
–
–
–
–
32 con fruitori di forum
15 con blogger
12 con fruitori di siti della memoria
(3 a promotori di iniziative affini)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 13
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13
Reperimento e tempi
• Analisi del contenuto:
– Ricerca per parola chiave
– Criteri di selezione delle pagine individuate
• Interviste:
– Contatto via mail (attraverso mediatore)
– Segnalazione o auto-segnalazione sul nostro blog
• Tempi:
– febbraio-luglio 2007
Prof. Marino Livolsi
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14
I risultati
la Rete come spazio antropologico per proto-ritualità
commemorative
(riti post-liminari)
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Siti di scienza
La morte
scientifica
Siti di psicologia
Contenuto reale
Mappa sul tema “Morte”
Pena di morte
La morte
macabra
Siti teologici
Prof. Marino Livolsi
Contenuto simbolico
Siti siti di confessioni religiose
Siti pseudo - religiosi
Photo album
di morti
Siti splatter
Siti filosofici
La morte
mistica
Siti della
memoria
La morte
reale
La morte
politica
Siti di sociologia
Focus generico
Siti di
informazione
Cimiteri degli
oggetti
Cimiteri degli
animali
Focus specifico
Blog gotici
La morte
gotica
Forum gotici
Università IULM, Milano –– 16
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16
Narrare dell’altro
Mappa sintetica: tipologie di ricordi digitali
Ricordi
Memorie virtuali
Epitaffi
Passato
Monumenti virtuali
Narrare all’altro
Narrare agli altri
Aggiornamenti
Sfoghi
Narrare di sé
Ammaestramenti
Esperienze
Testimonianze
Reportage
Presente
Prof. Marino Livolsi
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17
Digital commemorations
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 18
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18
Alcuni esempi
• Reportage:
«Sono ancora viva e vegeta. Queste ultime settimane sono state un po’
durette perché ho subito altri 2 interventi. Ho il petto ricucito come
Rambo e sono in attesa che tolgano i punti. Peccato,. In estate mi
piaceva mettere delle magliette scollate (…). I miei capelli sono
ricresciuti. Parecchio. Niente più soldato Jane. Ora è il tempo della
sciura con la permanente (perché questo è quello che sembro) (…)»
(post del 22 giugno 2004)
• Monumenti virtuali
«quando la memoria diventa impegno si ha la forza di dimenticare le
cose. Insieme a tanti altri, in sintonia con tanti dolori, abbiamo avuto
la consapevolezza che possiamo cambiare uno stato di cose, con mille
difficoltà, in una strada in salita ma non impossibile da percorrere. Le
strade difficili necessitano di compagni di viaggio capaci di mettere da
parte il loro dolore (…) » (sito in memoria di Carbone vittima della
mafia)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 19
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19
Alcuni esempi
• Epitaffi
«la mia mamma non c’è più, se n’è andata di domenica all’ora di pranzo ha fatto
in modo di allontanare me e mia sorella da lei e di andarsene senza farsi
vedere, senza farci soffrire. (…)forse la mia mamma era un po’ apprensiva, ma
lo era per proteggermi; forse un po’ schietta, perché diceva sempre quello che
aveva in mente, ma questo modo mi ha insegnato a preferire la sincerità alle
false moine e proprio per questo era apprezzata da chi aveva
vicino»(www.unamamma.it)
• Ricordi
«un figlio svelto di testa e di lingua, invece di un “Rambo scala
montagne”, era sempre stata la mia silenziosa preferenza e così avevo
provato quel maldestro tentativo d’insegnarti l’alfabeto già da quando
eri in pancia. Non ho mai capito se tu apprezzassi da non competente
il cantare o se lo accettassi per amore mio, sta di fatto che ben presto
elaborasti la tua strategia per zittirmi, “parlare tu” lasciandomi l’esiguo
spazio che dedicai a prendere fiato. La mia vendetta arrivava la sera
quando tu volevi dormire e io mi sfogavo a disturbarti raccontandoti
storie prive si senso logico» (www.unpapaquasiasi.splinder.com)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 20
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20
Alcuni esempi
• Aggiornamenti
«sono qui a pretendermi una tazza di caffè. Carla dice che sono un diesel..faccio
fatica a partire…ieri sera sono uscita invitata con delle amiche di Marisa…al
ritorno da casa…mi han chiesto se ho figli. Mi ero preparata dolce amore…ed ho
risposto, si due, uno qui e uno su. Poi han voluto sapere ..anche perché chi me
l’ha chiesto è volontaria della Croce Rossa..Amore mio voglio averti con
me…vicino
a
me…ti
porto
nel
mio
cuore»
(tratto
da
www.amaranto.splinder.com)
• Sfoghi
«ciao mio dolce principe, sembra che le cose non vadano proprio come
speravo. C’è stato un momento in cui pensavo di avere superato il
peggio, invece mi rendo conto che ci saranno un bel po’ di onde nel
mio prossimo futuro, “molto giù, un po’ così così”. Non ho voglia di
morire ma non riesco a trovare un motivo valido per vivere adesso che
il cervello si è riposato e sbloccato è ritornato l’inferno nella mia
mente..ti vedo ovunque..ti penso sempre e non vedo come potrà
andare meglio» (post di papà qualsiasi 4 luglio 2003)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 21
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21
Alcuni esempi
• Esperienze
«quando un figlio muore devi vestire la veste del lutto … devi
camminare a capo chino.. devi consumare gli occhi con le
lacrime.. devi imbrattarti nel fango delle tue stesse lacrime..
devi spegnere i tuoi occhi.. devi commiserarti e compiangerti..
non devi più avere certezze.. non devi parlare.. non devi più
vivere.. »
• Ammaestramenti
«lasciali tutti stare e soprattutto non ti aspettare che
comprensione dagli altri, sai io l’ho trovata in poche persone e
soprattutto in persone che non avrei mai sospettato.. le
persone hanno paura del dolore terribile che proviamo e non lo
vogliono avvicinare… il dolore è scomodo, fa paura, “porta
male”… vedrai le cose piano piano avranno una piccola
schiarite, il dolore credo che non ci lascerà mai ma prenderà
un’altra piega»
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 22
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22
Alcuni esempi
• Memorie
«Come in un semplice orto si coltivano piccole e preziose bontà,
così C., con affetto e devozione si prese cura di tutti. Nata ad
Avigliano nel 1912, portava il soprannome di Fabicchjie.
Conosciuta in paese da tutti come zia C.; ha colorato per tanto
tempo l’angolo della piazza dove andava a vendere i prodotti
dell’orto. E proprio intorno all’orto si è svolta la sua lunga e
semplice vita…»
Testimonianze (autobiografiche)
«sono nato a Roma in una strada che oggi non esiste più perché si
trovava alle Pendici del Campidoglio e quando il fascismo decise
di fare una via dei fori imperiali un intero quartiere venne
distrutto(…) ho vissuto molta miseria.»
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 23
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23
Le commemorazioni digitali
Alcune caratteristiche:
• Destrutturate:
– Non esiste un’etichetta di comportamento
– Linguaggio spesso colloquiale e intimo
– Temporalità sancita in funzione del rapporto che lega defunto
all’autore del post
– Non connesse a un luogo deputato alla memoria  spazio
personale del defunto (blog, tread di forum, pagine personali etc,
oltre che siti della memoria)
• Aperte e distribuite
• Interattive: non solo tra i soggetti che ne prendono parte ma
anche e soprattutto con il defunto
• Spontanee: spesso si “innescano” grazie al post di un fruitore
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 24
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24
Le commemorazioni digitali
• Referenzialità multi-mediale: rimandi da altri contesti mediali
agli spazi della Rete per il ricordo e la memoria
• Simili ai luoghi fisici della memoria e della commemorazione
(Hess, 2007) MA:
– Possibilità di presentificazione dell’evento attraverso la
lettura (e non semplice ricordo del ricordo)
Nel caso particolare delle commemorazioni digitali di personaggi
famosi:
• Esempi particolari di Parasocial-relations (Horton, Whol,
1956) relazioni quasi reciproche
• Democratizzazione del ricordo
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 25
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25
Le commemorazioni digitali: funzioni
•
una funzione educativa: offrire la propria esperienza per
“educare”£ alla vita
«ho scelto questo aneddoto perché altri potessero riflettere sulla propria vita,
su quanto siamo fortunati e non sappiamo di esserlo e su come la vita sia
fatta anche e soprattutto di sacrifici»
•
una funzione celebrativa: commemorare attraverso la scrittura
in uno “luogo” pubblico – sia pure virtuale
«Su come andrebbe utilizzato questo spazio, direi nel modo in cui è utilizzato
adesso, ovvero un luogo dove lasciare testimonianze e pensieri per i propri
cari e per far si che le persone che leggono sappiano che grande persona era
mia cugina, l'utilizzo di internet anche in questo caso permette di raggiungere
le persone ovunque vi sia linea telefonica, questo permette anche a gente che
non ha mai conosciuto la persona scomparsa di poterla "conoscere" e magari
pregare per lei.»
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 26
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26
Le commemorazioni digitali: funzioni
- funzione auto-celebrativa: dimostrare di ricordare:
«(…)Credo fosse un modo di esprimere il mio dolore, esternandolo. Volevo
far sapere che anch'io, come tutti gli altri, soffrivo per quello che era
successo. Forse è stato anche un po’ di "egoismo", nel senso che volevo
mostrare, forse dimostrare, che volevo bene a Paola e che lasciare quel
messaggio era un simbolo, per dire "nella tua vita c'ero anch'io e te lo
dimostro"...»
•
•
una funzione dialogica:
–
–
interattività verso altri e verso il proprio caro
ricollocare il proprio defunto all’interno di un nuovo spazio, fatto
di memoria, fatto dei ricordi condivisi durante la sua esistenza
(Crozzoli Aite, Mander 2007;, Campione 2005, etc)
Una funzione mnestica:
conservazione nel tempo del ricordo di chi si è amato
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 27
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27
Le commemorazioni digitali: funzioni
f. dialogica
Uso privato
Prof. Marino Livolsi
f. educativa
f. mnestica
f. celebrativa
Uso pubblico
Università IULM, Milano –– 28
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28
I risultati
la Rete come spazio antropologico per proto-ritualità
di elaborazione del lutto
(riti liminari o di margine)
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Le comunità virtuali: rituali e pratiche d’uso
Sono state individuate 5 fasi:
1.
la fase di ambientazione
identificazione/proiezione

prevalentemente
lettura

« ho iniziato a leggere ed è stato triste perché il senso di compassione, nel
senso latino, l'ho sentito immediatamente; come stessi rivivendo io quello
strazio allo stesso tempo, però, mi sono sentita subito meno sola e ho
realizzato che la mia esperienza non è l'unica e che le reazioni e I sentimenti
erano comuni a tante altre mamme...ho iniziato a risentirmi mamma, ho
riconosciuto me in altre donne speciali..» (Clelia)
2.
la fase di presentazione  introduzione della propria storia 
accoglienza (rito)
«fare parte del forum è come avere un' altra "famiglia" nel senso che si
appartiene ad un gruppo in cui i legami personali sono fortificati dalla
condivisione di un'esperienza forte e crescono nel reciproco scambio ed
aiuto..» (Clelia)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 30
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30
Le comunità virtuali: rituali e pratiche d’uso
3.
la fase di partecipazione  scrittura/lettura  costruzione dei
legami prevalentemente con:
– Chi vive un lutto simile al proprio
– Chi vive un lutto “complementare” (effetto sostituzione)
– Chi vive la stessa fase del lutto
Comportamento selettivo verso determinati tipi di contenuti “isole di
differenza”
« Non riesco a leggere i post di chi ha perso la mamma perché avendo perso
mio padre... ora il mio terrore è perdere lei. NO non so leggere neanche
chi ha perso un figlio perché secondo me non c'è dolore più grande. In
quel caso non c'e rassegnazione.» (Sandra)
4.
la fase della responsabilizzazione  scrittura agli e per gli altri 
assistenza
«Io, in un certo senso mi sento la più "vecchia" come esperienza vissuta in
quanto sono l'unica per ora che racconta la sua storia come se già facesse
parte di un passato più lontano (rispetto al loro) e che nel frattempo ha già
avuto un altra gravidanza» (Laura)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 31
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31
Le comunità virtuali: rituali e pratiche d’uso
5.
l’uscita dal gruppo che corrisponde a:
•
la presenza passiva all’interno della vita comunitaria: la più
frequente forma di completamento del percorso all’interno del
gruppo
•
il completamento della propria elaborazione e l’uscita
matura dal gruppo: solo un caso registrato tra gli intervistati
«il mio giudizio su questa esperienza "on line" non può essere che
positiva perché mi ha aiutato ma credo,anche, sia arrivato il
tempo di voltare pagina. Voglio cercare di superare questo dolore
... e forse, per riuscirci, devo darci un taglio. Anche con il
forum. » (D.)
•
l’abbandono brusco e repentino della propria partecipazione.
«le uscite sono spesso degli abbandoni: finora un’uscita vera e
propria non c’ è stata…» (Marida)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 32
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32
Le comunità virtuali: i ruoli
• Non vi sono – e ciò è riconosciuto unanimamente – ruoli
specifici che possono interferire sul piano della relazione

rapporto tra pari
• Le uniche figure distinguibili all’interno del gruppo sono i
moderatori/facilitatori:
– il capo:
• gestisce, organizza e protegge i confini dello spazio
virtuale: «ho stretto un rapporto speciale con C., lei
pensa a tutte noi»
• offre supporto emotivo: «la spalla su cui piangere»
– l’invisibile presenza: assiste
meccanismi di socializzaizone.
Prof. Marino Livolsi
e
fa
da
collante
nei
Università IULM, Milano –– 33
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33
I blog e tempi di partecipazione: protoritualità?
Attività
Apice attività di scrittura
Inizio riduzione presenza in Rete
Ambientazione
Uscita dallo spazio
tempo
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 34
[email protected]
34
I blog e tempi di partecipazione: protoritualità?
•
la chiusura della spazio: le motivazioni possono essere molteplici:
–
superamento/rimozione definitiva:
–
atto di disconoscimento di uno spazio
•
la sporadica visita/abbandono: uscita matura dal forum. Il blog
diviene uno spazio della memoria, ricordo cristallizzato in bit:
« il blog si è naturalmente spento, con qualche scritto ogni tanto,
spesso più assomiglianti a comunicati che a storie di vita.» (PQ)
•
il cambiamento di argomento del blog:
–
tipica per spazi che esistevano prima dell’esperienza della perdita
–
naturale conversione ad altri contenuti ad altri contenuti,
seguendo le evoluzioni e i risvolti narrativi delle storie “uniche”
dei propri autori
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 35
[email protected]
35
Blog e comunità: funzioni
f. contenitiva
Uso privato
Prof. Marino Livolsi
f. terapeutica
f. di condivisione
f. mnestica
Uso pubblico
Università IULM, Milano –– 36
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36
Conclusioni
Per una lettura sintetica
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Le quattro macro funzioni della Rete
• Funzione sociale:
– riduzione le distanze, fisiche e psicologiche, rispetto al lutto/morte
– risemantizzazione dei termini
– riconquista di uno scambio effettivo di comunicazione e di relazione
• Funzione pedagogica:
– accettare, esperire, preparare, accompagnare, salutare, celebrare,
narrare e infine tacere (Mantegazza, 2004)
• Funzione antropologica:
– condivisione del momento del commiato secondo nuove protoritualità
– luogo di ricongiunzione dei mille frammenti identitari ove celebrare
la fine di una vita e la consacrazione alla sua eternità
• Funzione psicologica:
– la narrazione digitale come l’autoterapia della scrittura e della
rilettura di sè
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 38
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38
La meta-funzione
• Il bisogno di presenza (Di Fraia, 2007):
«la paura della perdita di presenza (…)corrisponde alla paura
atavica che da sempre accompagna l’uomo, originandosi
dall’anomalia stessa della sua condizione esistenziale: quella di
essere l’unica tra le specie viventi conosciute che è consapevole
del proprio esistere. (…)»
dietro al click con cui pubblicate in rete i vostri pensieri, un gesto
in fondo così banale nella sua sempre più diffusa quotidianità, si
nasconde consapevole o meno, il vostro desiderio di opporvi al
destino; di lasciare un’orma visibile su questa terra; di produrre
una traccia di voi che possa sopravvivervi» (ivi, p. 175)
Prof. Marino Livolsi
Università IULM, Milano –– 39
[email protected]
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