XX Congresso Nazionale S.I.C.D. 10-11-12 Ottobre Hotel Ergife Roma “IL DOLORE DELL’ARTICOLAZIONE TEMPORO- MANDIBOLARE: PUNTO DI VISTA DEGLI ALGOLOGI” D.VISCUSO-M DI GIOSIA-A.BARBERA-S. SEMBRONIO DR. DOMENICO VISCUSO MEDICO CHIRURGO ODONTOIATRA SPEC. IN ORTOGNATODONZIA PSICOTERAPEUTA SPEC. IN PSICOTERAPIA Prof. a.c. SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN ORTOGNATODONZIA UNIVERSITA’ DI CAGLIARI MEDICO EFFETTIVO PRESSO IL REPARTO DI GNATOLOGIA ISTITUTO STOMATOLOGICO ITALIANO- MILANO DEFINIZIONE -SINDROME DI COSTEN -SADAM -DISTURBO TEMPORO-MANDIBOLARE (TMD) -DISTURBO CRANIO-MANDIBOLARE (CMD) -DISTURBO CRANIO-CERVICO-MANDIBOLARE APPARATO STOMATOGNATICO occlusione dentale atm muscoli DISFUNZIONE DISORDINE TEMPORO-MANDIBOLARE LIMITAZIONE FUNZIONALE DOLORE DIAGNOSTICA DIFFERENZIALE DISTURBI ARTICOLARI CLASSIFICAZIONE: -internal derangement (incoordinazione condilo-meniscale) -ipermobilità -disturbi infiammatori -osteoartriti (non infiammatorie) -anchilosi -disturbi congeniti e di sviluppo -fratture LO STATO DELL’ARTE SUI DISORDINI CRANIOMANDIBOLARI M. MOLINA, D.VISCUSO. TO 2OO2: ED. UTET INTERNAL DERANGEMENT (incoordinazione condilo-meniscale) SPOSTAMENTO DEL DISCO CON RIDUZIONE: -spostamento funzionale -click reciproco -dislocazione funzionale SPOSTAMENTO DEL DISCO SENZA RIDUZIONE DISTURBI MUSCOLARI CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI MUSCOLARI -co-contrazione protettiva (splintaggio muscolare) -dolore muscolare ritardato (mialgia) -spasmo muscolare -contrattura muscolare -miosite -contrattura miostatica -contrattura miofibrotica -dolore miofasciale da punti trigger -( fibromialgia ) D. VISCUSO “La patologia disfunzionale della muscolatura masticatoria in PROGRESSI IN ODONTOIATRIA 4; Torino UTET 2005 Funzione normale evento risoluzione Protezione (co-contrazione/spasmo) -contrattura -miosite -c.miostatica -c.miofibrotica -dolore miofasciale da pt -fibromialgia EPIDEMIOLOGIA STUDI CONDOTTI SU POPOLAZIONE ADULTA HANNO DIMOSTRATO CHE DAL 40 AL 75% DEGLI INDIVIDUI ESAMINATI AVEVA ALMENO UN SEGNO DI DISFUNZIONE I SINTOMI ( DOLORE FACCIALE, DOLORE ARTICOLARE, ECC.) SONO/ERANO PRESENTI NEL 33% DEGLI INDIVIDUI TALE VARIABILITA’ E’ DOVUTA AL FATTO CHE DAI VARI AUTORI E’ ATTRIBUITA DIVERSA IMPORTANZA AI SEGNI E AI SINTOMI M. MOLINA e D. VISCUSO 2002 NEI BAMBINI I DISTURBI CMD SONO OSSERVATI CON MINORE FREQUENZA I DISTURBI AUMENTANO CON L’AUMENTARE DELL’ETA’ SIA IN FREQUENZA CHE IN GRAVITA’ NEL SECONDO E TERZO DECENNIO DI VITA. DOPO I 44 ANNI TENDONO A DIMINUIRE E DIVENTANO RARI DOPO I 65 ANNI M.MOLINA e D.VISCUSO 2002 IL RAPPORTO DONNE / UOMINI NEI PAZIENTI RICHIEDENTI LE CURE DEI CMD VARIA A SECONDO DELLE RICERCHE DA 3/1 A 9/1 M.MOLINA e D.VISCUSO 2002 EZIOLOGIA TRAUMI: traumi diretti traumi indiretti microtraumi FATTORI ANATOMICI: relazioni scheletriche relazioni occlusali FATTORI FISIOPATOLOGICI: fattori sistemici fattori locali FATTORI PSICOLOGICI FATTORI PREDISPONENTI: (aumentano il rischio dei CMD) -alcune malocclusioni -iperlassità legamentosa FATTORI SCATENANTI: (ai quali si deve l’inizio dei CMD) -traumi diretti -stress fisico e psicologico FATTORI PERPETUANTI: (favoriscono la cronicizzazione) -iperattività muscolare I VARI FATTORI POSSONO SCAMBIARSI DI RUOLO ! VANNO TUTTI INDIVIDUATI ED ELIMINATI! TRAUMI DIRETTI: collutazione sport iatrogeni accidentali INDIRETTI: colpo di frusta MICROTRAUMI: parafunzioni strumenti musicali FATTORI ANATOMICI RELAZIONI SCHELETTRICHE: -prognazie -retrognazie (la II cl. II div. è la più rischiosa) -asimmetrie RELAZIONI OCCLUSALI: -stabilità dentale -stabilità occlusale (contatti bilaterali uniformi) -stabilità ortopedica (corretto alloggiamento condilare) FATTORI FISIOPATOLOGICI FATTORI SISTEMICI: -disvitaminosi -tireopatie -ipoglicemia -patologie reumatiche -ecc.. FATTORI LOCALI: -patologie dentali -patologie dell’orecchio -patologie cervicali -cefalee -ecc.. FATTORI PSICOLOGICI STRESS ANSIA: primaria secondaria DEPRESSIONE: primaria secondaria VANTAGGIO SECONDARIO RIMOZIONE DEL SINTOMO D’altra parte è ben noto che l’ansia provoca iperattività muscolare WILLY PASINI. “PSICOLOGIA ODONTOIATRICA” MILANO:MASSON 1992 I DISTURBI ARTICOLARI E MUSCOLARI NELL’AMBITO DEI CMD SONO INQUADRABILI COME GLI STESSI DISTURBI DEGLI ALTRI DISTRETTI DELL’APPARATO MUSCOLOSCHELETRICO, CON LA DIFFERENZA CHE IN QUESTO AMBITO INTERFERISCONO DUE COMPONENTI PECULIARI: -L’OCCLUSIONE DENTALE -GLI ASPETTI PSICOLOGICI (PARAFUNZIONI) -STORIA CLINICA DEL PAZIENTE -ANNOTAZIONE DEI DOLORI SPONTANEI -ISPEZIONE DEL VISO -VALUTAZIONE DEI MOVIMENTI MANDIBOLARI -PALPAZIONE DELLE ATM -PALPAZIONE DEI MUSCOLI CCM -VALUTAZIONE DEI RUMORI ARTICOLARI -VALUTAZIONE DELL’OCCLUSIONE (eventuale articolatore a v.m.) -RX ( opm, tlo, strati,tc) -RMN -ASSIOGRAFIA (dati discordanti in lett.) -ELETROMIOGRAFIA (dati discordanti in lett.) LINEE GUIDA AADR PER LA DIAGNOSI E LA TERAPIA DEI DISORDINI TEMPOROMANDIBOLARI Traduzione a cura dei componenti italiani della European Academy of Craniomandibular Disorders (EACD) La American Association of Dental Research ( AADR) riconosce che i disturbi temporomandibolari (TMD) comprendono un gruppo di condizioni muscoloscheletriche e neuromuscolari che coinvolgono le articolazioni temporomandibolari (ATM), i muscoli masticatori e i relativi tessuti. I segni e i sintomi associati a questi disturbi sono vari e possono includere difficoltà nel masticare, nel parlare e in altre funzioni orofacciali. Sono anche spesso associati a dolore acuto o persistente e i pazienti spesso soffrono di altri disturbi algici (comorbidità). Le forme croniche di TMD possono portare ad assenza dal lavoro o peggioramento delle interazioni sociali con una riduzione complessiva della qualità della vita. Sulla base delle evidenze derivanti da studi clinici, sperimentali ed epidemiologici: 1. Si raccomanda che la diagnosi differenziale dei TMD o di condizioni algiche orofacciali correlate sia basata principalmente su informazioni ottenute dalla anamnesi del paziente, dall'esame clinico e, quando indicato, da tecniche di imaging delle ATM appropriatamente selezionate. La scelta di procedure diagnostiche aggiuntive si deve basare su dati, pubblicati in riviste a controllo redazionale (peer-reviewed), vcomproanti efficacia diagnostica e sicurezza. Tuttavia, circa le metodiche strumentali attualmente disponibili per la diagnosi di TMD, c'è consenso nella recente letteratura scientifica che, fatta eccezione per le varie modalità di imaging, nessuna di esse dimostri la sensibilità e specificità richieste per discriminare tra soggetti normali e pazienti TMD o in grado di distinguere tra sottogruppi di TMD. Attualmente, quando indicato, si possono impiegare anche nei pazienti affetti da TMD procedure diagnostiche mediche routinarie o esami di laboratorio utilizzati per valutare condizioni ortopediche, reumatologiche e neurologiche simili. Inoltre possono essere impiegati vari test psicometrici standardizzati e convalidati per valutare gli aspetti psicosociali connessi alla presenza di sintomi TMD in ciascun paziente. 2. Si raccomanda vivamente, se non vi sono specifiche e giustificabili indicazioni contrarie, che il trattamento di pazienti TMD sia basato inizialmente sull'impiego di modalità terapeutiche conservative e reversibili, basate sull’evidenza scientifica. Studi sulla storia naturale di molti TMD suggeriscono che essi tendono a migliorare o risolversi nel tempo. Mentre nessuna terapia specifica si è rivelata universalmente efficace, molti trattamenti conservativi hanno dimostrato di essere almeno altrettanto efficaci nel fornire un sollievo sintomatico quanto modalità terapeutiche più invasive. Dal momento che tali trattamenti non producono modificazioni irreversibili, essi presentano molti meno rischi di produrre danno. Le cure professionali devono essere rinforzate con un programma di assistenza a domicilio in cui i pazienti vengono istruiti sul loro disturbo e sul come gestire i propri sintomi. RDC/TMD RESEARCH DIAGNOSTIC CRITERIA FOR TEMPOROMADIBULAR DISORDERS S.F. DWORKIN