Finanza e
Felicità
da un testo di Claudio Ferrari
Abbiamo lasciato l’economia in
mano agli “specialisti”
•
•
Ci hanno fatto credere si trattasse di
materia complicata
Obbedisce invece a meccanismi molto
semplici
la finanza etica e i movimenti ad
essa complementari
• il consumo critico,
• il commercio equo e solidale,
• l’ecologia
provano a riappropriarsi dei suoi processi e a
riconsegnarli al cittadino tramite…
• la democrazia economica
• la responsabilità individuale
• l’uso consapevole del denaro delle risorse
facendo da volano
all’economia civile…
• ma soprattutto:
rendendosi mezzo di
autorealizzazione personale…
• portatrice di valori
• costruttrice di dignità
FINANZA + FELICITÀ
provocazione?
• In momenti storici e di pensiero diversi,
finanza e felicità hanno goduto di giusta
complementarietà figlia del buon senso
e dell‘ingegno dei grandi maestri della
filosofia morale
• Rapporti causa-effetto non sintetizzabili in
“IL DENARO NON FA LA FELICITÀ”
dottrina ARISTOTELICA:
Felicità fine ultimo dell’uomo
Denaro è uno “strumento”
le dottrine delle grandi religioni:
• centralità del bene collettivo
• uguaglianza dei diritti
• buona amministrazione delle risorse che
l’uomo ha ricevuto in prestito da Dio
le operazioni finanziarie introdotte dal
MERCANTILISMO,
• interesse, prestito, banche,
causa principale
• abbandono della ricerca
del bene comune
• passaggio da:
reciprocità basata sul DONO
a
scambio di equivalenti, basato sul
CONTRATTO
istanze di eguaglianza
sociale, da sempre presenti nella
Le
coscienza dell’uomo
•
•
•
•
Reazione all’ingiustizia
Nascita movimenti pauperistici
Fondazione Monti di Pietà (Francescani)
Carità vista come liberazione e
redenzione
Dall’umanesimo civile
le basi della filosofia morale
• Economia civile (“pubblica felicità”) scuola
napoletana (Genovesi, Tonti)
• Esperienze mutualistiche
(da meum/tuum = ciò che è mio è tuo)
Avvento della rivoluzione
industriale:
• Le sirene della redditività – l’involuzione di
Banche Popolari e Casse Rurali e del
movimento cooperativistico
Contraddizioni del modello
economico capitalistico
• Palese amoralità delle • Scandalosa
istituzioni finanziarie –
diseguaglianza tra
prioritaria ricerca della
ricchi e poveri, intesi
massimizzazione del
sia come individui che
profitto, investimento
come popolazioni,
nei settori più nocivi
schiacciante
dell’attività produttiva
sfruttamento dei
(armi, alcool, petrolio,
Paesi del cosiddetto
gioco d’azzardo, ecc.)
Terzo Mondo
Non potendo lasciar loro un
mondo migliore,
lasciano ai figli
I SOLDI
La finanziarizzazione
dell’economia
• Ricerca del massimo rendimento investendo in
settori speculativi e non produttivi (5 vs 95)
• Nel mondo,ogni giorno,1800-2000 mld US$
• Aumento esponenziale dei redditi nei Paesi
occidentali – i ricchi sempre più ricchi
• La “mano invisibile del MERCATO” dovrebbe
risolvere i problemi creati dal mercato stesso
(Adam Smith)
• Contraddizione più palpabile: divergenza fra
reddito e felicità (PIL indicatore incongruo)
Di fronte all’evidente fallimento
del P.I.L.
diversi economisti hanno cercato di allargare
il ventaglio degli indicatori di benessere,
inserendo:
• il livello di istruzione
• la longevità
• il tasso di mortalità infantile
• valori ambientali (I.S.E.W. = Index of
Sustainable Economic Welfare)
Spostare l’attenzione sull’uomo
e sulle sue reali aspirazioni
• Generazione
innovativa di studiosi
di economia (Sen,
Easterlin, Younus,
Zamagni, Bruni,
Becchetti, ecc.)
• Concentrazione un
po’ esagerata e
calvinista su lavoro e
produttività induce:
• competitività, fretta,
senso di colpa,
condannando
l’inclinazione verso
• momenti sentimentali
e conviviali, quali
l’ozio, l’ascolto degli
altri, lo scambio
gratuito
L’economia classica ha piegato la “TEORIA
DEI BISOGNI” a suo uso e consumo:
• Soddisfatti i bisogni primari ha privilegiato i
bisogni secondari anziché dare la
precedenza a quelli relazionali (gratuiti) e
a quelli creativi (spesso non monetizzabili)
• Innescato un circuito perverso di induzione
di nuovi bisogni e riduzione dei tempi di
godimento dei beni
• Riduzione al minimo dell’utilità marginale
di ciascun prodotto al fine di provocarne
continuamente la richiesta di altri
(“consumismo”)
Si può essere ricchi da soli
per essere felici
bisogna essere
almeno in due
Del godimento di un bene fa
parte la condivisione con altri
• Condizionamento sulla proprietà privata
• Contrattazione come parte del piacere
prodotto da un bene in quanto momento di
reciprocità
• Fattore tempo: possibilità di godere
appieno di un bene o di un’opportunità.
• Se il lavoro viene dilatato a dismisura
possedere molti oggetti non compensa
relazioni e momenti perduti
ALTRUISMO prova suprema della
non dipendenza dal possesso
• Quante persone sacrificano volontariamente
cose importanti, talvolta addirittura la propria
vita, per aiutare un prossimo a volte
sconosciuto?
• Economicamente viene definito come un
comportamento irrazionale
• Perché all’insoddisfazione e allo stress causati
dal sistema di scambio capitalistico fa da
contrappunto la piena realizzazione di sé
di chi dà e il recupero della dignità di chi riceve?
La cultura del dare è innata
nell’azione umana
• Attività di volontariato a
diversi livelli di
sacrificio/altruismo
• Politica attiva (ormai solo
teoricamente)
• Teoria della Sostenibilità:
• Aspetto individuale:
• Recupero del proprio
tempo (libero e
lavorativo)
• Ricerca della qualità in
luogo della quantità
• Approfondimento delle
proprie relazioni familiari,
amicali e comunitarie
• Elevazione del proprio
livello culturale
• Aspetto collettivo:
• vengono perseguiti
obiettivi che hanno origini
primordiali:
• l’armonia con la natura,
la solidarietà, in ultima
analisi il contenitore di
tutto: la PACE
Relazione fra economia e felicità
Solo un uso diverso del denaro
• può contribuire a liberare popolazioni e strati
sociali in difficoltà, ridistribuire il reddito, ridare
fiato alle economie locali riducendo impatto e
sprechi;
• può restituire voce e dignità agli oppressi e
consentire a tutti – persino ai ricchi alienati –
una vita più piena con l’affermazione definitiva
dei diritti, della partecipazione democratica, della
gioia di vivere e dell’uguaglianza intesa come
non-discriminazione a qualsiasi livello,
diventando così applicazione pratica del motto:
“Lentius, profundius,
suavius”
Alexander Langer