Il processso di valutazione - Dipartimento di Scienze Psicologiche

Il processo di valutazione in
Psicologia Clinica e in Psicoterapia
Lezione n. 1
Laboratorio di Valutazione Diagnostica
Multidimensionale
Docente: Tiziana SOLA
Principi fondanti
della Psicologia Clinica
Essa concerne lo studio dell’uomo nella sua
completezza alle prese con delle situazioni
E’ una psicologia dinamica che studia i
differenti registri di conflitto dell’uomo nelle
sue interazioni con l’ambiente
E’ interessata alla situazione storica
dell’uomo, alla sua evoluzione intesa in modo
unitario, dalla nascita alla morte
Il Metodo della Psicologia Clinica
definito da D. Lagache e J. Favette-Boutonnier
La situazione clinica è un processo
di osservazione orientato verso la totalità e
la singolarità dell’essere umano dove,
contrariamente all’approccio sperimentale,
il clinico e la relazione stabilita col paziente
fanno parte dei parametri essenziali
Colui che adotta il metodo clinico
prende in conto le modalità di
gestione della vita intrapsichica
e intersoggettiva
nella storia individuale e gruppale,
accompagnato da una concezione
dell’essere umano marcata dalla
unicità, dalla singolarità e
soprattutto dalla complessità
L’Esame psicologico
Funzione principale della Psicologia Clinica
Per J. Guillaumin è innanzitutto “un atto di
osservazione” che si svolge nel contesto di uno o
più incontri che conferiscono storicità alla relazione
clinico-paziente e si espleta a partire dalla
partecipazione emotiva dei due interlocutori
Per D. Anzieu questo atto si apparenta ad altre
forme di incontro interpersonale ma con la finalità di
“far penetrare l’oggettività nella soggettività”
L’incontro clinico implica sempre
un processo di comprensione
R. Laing “L’arte di comprendere l’altro nel suo modo
di essere nel mondo consiste nel mettere i suoi atti in
relazione al suo modo di vivere la situazione in cui si
trova con noi” (L’Io diviso, 1969)
B. Callieri “E’ il soggetto così inteso, nella sua
relazione esistenziale irripetibile, nella sua storia
interiore, è esso ad essere il presupposto
fondamentale per la comprensione clinica” (Breviario
di Psicopatologia, 1996)
L’essere umano e’ considerato
nella sua totalita’
Egli si esprime in termini organici
(perché possiede un corpo) e psichici
(perché possiede un’anima)
In ogni relazione di aiuto, qualunque sia
la natura del trattamento, va sempre
considerata l’azione psicologica del
curante
Finalità dell’incontro clinico
• E’ un incontro finalizzato a rispondere ad una
richiesta di aiuto attraverso il “prendersi cura”
• Nella maggior parte dei casi prevede una
valutazione delle problematiche presentate dal
paziente, sia in termini di diagnosi nosografica,
sia in termini di analisi dei processi profondi
rispondenti alla diagnosi psicodinamica
• La finalità è sempre quella di individuare
l’intervento di cura più oppurtuno
Diagnosi nosografica
• La valutazione del disturbo è in termini
esclusivamente sintomatici.
• E’espletata in riferimento a format che indicano
procedure e classificazioni prestabilite da
manuali di riferimento (DSM IV), simili per ogni
paziente.
• La finalità è quella di realizzare, il più
correttamente possibile, un esame obiettivo.
• Presupposto di base: i sintomi sono segno di
malattia; la loro eliminazione è il ritorno in salute
Diagnosi psicodinamica
• La valutazione, a partire dai sintomi, è rivolta
principalmente alla persona e all’analisi dei conflitti
intrapsichici inconsci nel loro intersecarsi con la sua vita
sociale
• Tiene conto della natura del sistema difensivo della
persona
• Individua potenzialità e risorse da impiegare in una
eventuale presa in carico terapeutica
• Presupposto di base: i sintomi esprimono un complesso di
problematiche, l’arresto di un processo, la rottura di un
equilibrio che bisogna ricostruire su basi diverse da quelle
precedenti
COSA E’ IL PROCESSO
PSICODIAGNOSTICO?
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Diagnosi deriva dal greco dià che significa “attraverso” e da
gnôsi, ovvero “conoscenza”
Il significato originario della diagnosi richiama dunque un
processo di conoscenza veicolato da una dinamicità che dal
segno esterno, il sintomo, deve condurci all’esplorazione del
modo di essere del paziente
Cercare cioè di individuare il senso che quel sintomo (o quei
sintomi) ha nella storia esistenziale del paziente e che lo stesso
cerca di trasmettere al mondo
Al riparo da ogni rischio di riduzionismo, il processo diagnostico,
inserito in una prospettiva clinico-dinamica, si realizza attraverso
il vivere della relazione medico-paziente, in un’atmosfera di
ascolto e di condivisione emotiva
“Il medico non può limitarsi al ‘ruolo’ di
‘osservatore’ neutrale e impassibile: chiamato
solo a registrare i ‘fatti’ come vuole ogni scienza
esatta; ma egli deve inserire nel contatto con il
paziente la sua intera personalità. Sono così
designate quella affectivité-contact che sigilla il
senso di ogni autentica relazione interpersonale
e quella diagnosi ‘par pénétration’ che mette in
crisi ogni altra impostazione psicodiagnostica”
Eugenio Borgna (1988)
LA DIAGNOSI IN PSICOTERAPIA:
MISERIA E NOBILTA’...
• Il rapporto tra diagnosi e terapia è storicamente conflittuale
• Il ceto “nobile” di chi cura ha sempre relegato la diagnosi e
gli eventuali ausili di cui essa si serve a una funzione
operatoria, ritenendola una mera pratica strumentale
• Alcune posizioni in campo psicoanalitico vanificano
l’utilità della diagnosi ravvisando in essa il rischio di
congelare le percezioni che il terapeuta ha del paziente e il
pericolo conseguente di immobilizzare l’evoluzione del
rapporto terapeutico stesso
LA NECESSITA’ DI FARSI UN’IDEA DEL
PAZIENTE
• Per quanto una diagnosi rigidamente stabilita possa minare
il fluire e il divenire della storia analitica del paziente (col
suo terapeuta), il vanificare l’importanza di una
valutazione iniziale del paziente rischia di mistificare
l’essenza dell’incontro iniziale e l’essenza del processo
conoscitivo che conduce il clinico a farsi un’idea del
paziente, nel tentativo di comprendere il modo migliore di
aiutarlo
…→
Didier Anzieu
“Tuttavia quali che siano i timori e le critiche, niente può
cancellare il fatto fondamentale che l’essere umano si
costituisce, si ricostituisce e si protrae in e attraverso un
intreccio di identificazioni e di proiezioni. Gli altri si fanno
prima o dopo delle immagini di me; io stesso credo di
sentire o sapere come funziona lo spirito di un tale o di un
altro. Piuttosto che colpevolizzarsi o deprimersi per questo,
vale la pena introdurre là la misura, cioè la precisione, la
visione d’insieme e la temperanza”
Préface al testo di J. GUILLAUMIN, La dynamique de l’examen
psychologique, (2à edizione) Bordas, Paris 1977