Il Sistema solare - Liceo "Jacopone da Todi"

Il Sistema solare
•Introduzione
•Origini del sistema solare
•Corpi minori
•Caratteristiche generali dei pianeti
•Marte e Giove
Il Sole
•Caratteristiche generali
•Nucleo
•Zona radiativa
•Zona di Transizione
•Zona convettiva
•FOTOSFERA
–Macchie solari
–Granulazioni
–Protuberanze
–Brillamenti
•Atmosfera: Cromosfera e la corona solare
Introduzione:
SISTEMA SOLARE
Il sistema solare è il sistema planetario a
cui appartiene la terra; è costituito da un
varietà di oggetti celesti mantenuti in
orbita dalla forza di gravità del sole.
E’ formato da otto pianeti, dai rispettivi
satelliti naturali, da cinque pianeti nani e
da miliardi di corpi minori. Quest’ ultima
categoria comprende gli asteroidi, le
comete, e le meteoriti.
Le dimensioni del sistema solare sono difficilmente definibili. Esso si trova in
un braccio della nostra galassia, la Via Lattea. Il sistema solare compie una
rivoluzione all’ interno della stessa Galassia, percorrendo un’ orbita ellittica;
per compiere questa rivoluzione esso impiega circa 200 milioni di anni.
http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_solare
http://astrolink.mclink.it/sist_sol.htm
La nebulosa
Una nebulosa è un agglomerato interstellare di polvere idrogeno e gas.
La maggior parte delle nebulose sono diffuse e ciò significa che sono molto
estese e che non hanno dei confini ben definiti. Molte nebulose si formano
grazie al collasso gravitazionale del gas presente nel mezzo interstellare.
Mentre la materia collassa sotto il proprio peso, si possono formare stelle
massive al centro che ionizzano il gas circostante con la loro radiazione
ultravioletta, creando il plasma.
Le dimensioni di queste nebulose variano in base alla grandezza originaria della
nuvola di gas. Generalmente si distingue tra nebulose oscure e luminose:
queste ultime sono nubi di gas illuminate da una stella.
Esse si formano in vari modi, ad esempio nell'esplosione di una supernova,
oppure quando una nebulosa planetaria (Questo tipo di nebulosa e' costituito
da una stella centrale caldissima, compatta e di piccole dimensioni,
al centro di un disco o un anello gassoso luminoso) espelle gli strati esterni di
gas:
in questo caso, al centro della nebulosa resta una stella molto calda,
che emette radiazione ultravioletta; la radiazione eccita il gas della nebulosa e
fa si' che esso emetta luce.
La nebulosa
Nebulosa oscure
Nebulosa luminosa
Nebulosa planetaria
Circa 5 miliardi di anni fa, dopo l’esplosione di una supernova, al centro della
nebulosa si sarebbe creata una parte più densa e di conseguenza la nube, sotto la
spinta della forza gravitazionale, avrebbe cominciato a contrarsi. In pochi milioni di
anni, nella zona centrale, la densità e la temperatura sarebbero aumentate e si
sarebbe formato il proto-Sole. Contemporaneamente, la contrazione avrebbe
causato un aumento della velocità di rotazione e della forza centrifuga del sistema.
Così la nube si sarebbe appiattita, assumendo un aspetto simile a un disco rotante
intorno al Sole. Il collasso gravitazionale della massa del proto-Sole avrebbe
causato un incremento della temperatura nella zona più centrale.
Il graduale collasso di una nube
interstellare porta alla formazione di densi
agglomerati di gas e polveri oscure al cui
interno si forma la protostella, circondata
da un disco che ha il compito di
accrescerne la massa .Il destino della
protostella dipende dalla massa che riesce
ad accumulare: se questa è dell’ ordine di
grandezza di 1/100 di quella del sole, nella
protostella le reazioni nucleari non si
innescano, se invece ha una massa maggiore,
la stella si accende.
La pressione e la densità dell‘ idrogeno nel centro nella nebulosa
divennero grandi a sufficienza per avviare la fusione nucleare nella
protostella : La fusione è il processo di reazione nucleare col quale 4
nuclei di idrogeno danno origine ad un solo nucleo di elio. I 4 nuclei di
idrogeno hanno una massa maggiore rispetto al nucleo di elio, nel
corso della reazione la quantità di materia mancante si trasforma in
una grandissima quantità di energia .
Il vento solare prodotto
dall’ “accensione” del
Sole spazzò via i gas e le
polveri e gran parte
della massa del Sole
stesso allontanandoli
nello spazio
interstellare e fermando
il processo di crescita
dei vari pianeti .
La teoria prosegue ipotizzando che da questa nube di gas e polveri, grazie alla
progressiva aggregazione di particelle, si formarono corpi di dimensioni via via
maggiori fino ai pianeti.
Si stima che il sistema solare interno fosse troppo caldo per impedire
la condensazione di molecole volatili quali acqua e metano: vi si formarono
pertanto dei planetesimi relativamente piccoli (fino allo 0,6% della massa
del disco).
Questi corpi rocciosi
evolveranno successivamente
nei pianeti di tipo terrestre
quali Mercurio, Venere,
Terra e Marte.
La teoria prosegue ipotizzando che da questa nube di gas e polveri, grazie alla
progressiva aggregazione di particelle, si formarono corpi di dimensioni via via
maggiori fino ai pianeti.
Si stima che il sistema solare interno fosse troppo caldo per impedire
la condensazione di molecole volatili quali acqua e metano: vi si formarono
pertanto dei planetesimi relativamente piccoli (fino allo 0,6% della massa
del disco).
Questi corpi rocciosi
evolveranno successivamente
nei pianeti di tipo terrestre
quali Mercurio, Venere,
Terra e Marte.
Più esternamente, oltre la frost line, si svilupparono invece i "giganti gassosi",
Giove e Saturno, mentre Urano e Nettuno catturarono meno gas e si
condensarono attorno a nuclei di ghiaccio.
Il processo di formazione dei pianeti (Terra inclusa) durò circa 10 milioni di anni.
I corpi minori del sistema solare
Asteroidi
Meteoriti
Comete
Satelliti
Pianeti nani
Un asteroide (a volte chiamato pianetino o planetoide) è un
corpo celeste simile per composizione ad un pianeta
terrestre ma più piccolo, e generalmente privo di una forma
sferica; ha in genere un diametro inferiore al chilometro,
anche se non mancano corpi di grandi dimensioni, giacché
tecnicamente anche i corpi particolarmente massicci
recentemente scoperti nel Sistema solare esterno sono da
considerarsi asteroidi
Ne sono stati scoperti più di 7000 e ogni anno ne vengono scoperti a centinaia. Attualmente sono conosciuti
26 asteroidi con diametro di 200 chilometri. L’ asteroide più grande è Cerere , infatti, contiene circa il 25 %
della massa di tutti gli asteroidi messi insieme. In successione di grandezza ci sono : 2 Pallas, 4 Vesta …..
Gli asteroidi sono classificati secondo vari tipi in base ai loro spettri e alla composizione chimica:
Tipo c: comprende più del 75% degli asteroidi conosciuti. Sono estremamente scuri e hanno più o meno la
stessa composizione chimica del Sole.
Tipo s: comprende il 17% degli asteroidi conosciuti . Sono relativamente luminosi.
Tipo m: la maggior parte dei rimanenti. Sono abbastanza luminosi.
Gli asteroidi sono classificati, inoltre, in base alla loro posizione nel sistema solare:
-Cintura Principale: situata tra Marte e Giove
-Asteroidi vicini alla Terra: sono quelli che si avvicinano alla Terra
Infine, ci sono anche alcuni asteroidi che si trovano nelle zone esterne del Sistema solare: essi sono designati
con il nome di Centauri.
http://www.pd.astro.it/MOSTRA/NEW/A2031AST.HTM
Fino ad ora, sono oltre
1000 le meteoriti cadute
presenti nelle maggiori
collezioni mondiali,
mentre sono ormai 31000
quelle ritrovate.
I meteoriti sono frammenti di corpi celesti di varie
dimensioni vaganti nello spazio che, entrati negli strati alti
dell'atmosfera, si disintegrano per l'elevata temperatura
provocata dall'attrito oppure si frantumano precipitando a
terra con una scia luminosa. La maggior parte delle
meteoriti si disintegrano in aria, e il contatto con la
superficie terreste è raro. I meteoriti più grandi possono
colpire il terreno con forza considerevole, formando così un
cratere meteorico. Il tipo di cratere dipenderà dalla
grandezza, dalla composizione, dal livello di
frammentazione e angolo di impatto della meteora.
Le meteoriti sono state divise, tradizionalmente, in tre grandi categorie:
• rocciose
• ferrose
• ferro-rocciose
http://it.wikipedia.org/wiki/Meteorite
Sono innocue “palle di neve sporca”, composte da rocce mescolate a gas congelati, acqua, metano,
ammoniaca e polvere. Le comete provengono da un insieme di milioni e milioni di corpi rocciosi detto
“nube di Oort”. Quando qualche cosa disturba la l’orbita delle comete, uno di questi pezzi di roccia
ghiacciata sfugge dalla nube e si avvicina al Sole a grande velocità esso entra in una orbita molto
allungata e diventa una cometa. Alcune comete percorrono un’orbita chiusa, di forma ellittica, perciò
si ripresentano periodicamente, mentre altre percorrono un’orbita aperta e quindi passano solo una
volta in prossimità del Sole. Non appena la comete si avvicina a poche centinaia di milioni di
chilometri dal Sole, il ghiaccio che contiene incomincia a vaporizzare, formando attorno al nucleo
roccioso una nube sferoidale di gas e polveri, detta chioma. Una cometa può impiegare migliaia di
anni a compiere un’orbita intorno al Sole, ma è visibile soltanto quando è più vicina ad esso , cioè per
poche settimane o per pochi mesi. Man mano che la cometa si avvicina al Sole, l’intensità e la
pressione della radiazione solare cambia: la quantità di gas e polveri che vaporizza aumenta, così la
coda si allunga. Le comete sono luminose perché le particelle che compongono la chioma e la coda
diffondono la luce del Sole. Man mano che la cometa si allontana, la coda si accorcia sempre più fino a
non essere più visibile. Il nucleo di una cometa ha dimensione di pochi chilometri, ma ad ogni
successivo passaggio nelle vicinanze del Sole, una buona parte del materiale di cui è composta va
dispersa nello spazio. Le comete, quindi, non sono eterne perché si disgregano.
http://www.pd.astro.it/planet/L15_11S.html
Si dice satellite naturale un qualunque corpo celeste che
orbiti attorno ad un corpo diverso da una stella, come ad
esempio un pianeta. Nel sistema solare si conoscono oltre
150 satelliti naturali e si presume che ne esistano anche
attorno ai pianeti di altre stelle.
Per estensione, si indica cl termine di satellite naturale qualunque oggetto di origine non artificiale che
orbiti intorno ad un oggetto di massa più grande;
Si pensa che la maggior parte dei satelliti abbia avuto origine nella stessa ragione del disco protoplanetario
in cui ha avuto luogo la formazione del suo corpo madre.
Molti satelliti del sistema solare esterno sono probabilmente asteroidi catturati, oppure frammenti di corpi
più grandi distrutti da un impatto,o una porzione del pianeta stesso, scagliata nello spazio in seguito ad un
impatto. La maggior parte dei satelliti naturali conosciuti presenta un chiaro fenomeno di risonanza orbitale
con altri corpi, oppure di rotazione sincrona(completano una rotazione per una rivoluzione. .
I principali satelliti del Sistema Solare sono la Luna, che
orbita attorno la Terra, i satelliti medicei Io, Europa,
Ganimede e Callisto, in orbita intorno a giove, il satellite
di Saturno Titano e il satellite di Nettuno Tritone
http://it.wikipedia.org/wiki/Satellite_naturale
Il 24 agosto 2006, l’Unione Astronomica Internazionale ha stabiliti che
un pianeta possa definirsi tale nel momento in cui soddisfi i seguenti
requisiti:
-deve orbitare intorno a una stella;
-deve avere una massa sufficiente a far si che l’autogravità gli conferisca una forma sferica
-deve avere una massa insufficiente ad innescare le reazioni nucleari all’interno del nucleo
-deve aver “fatto pulizia”lungo la sua orbita e nelle immediate vicinanze di essa
Con quest’ultima condizione si intende
che il pianeta deve aver accumulato su
di sé il materiale che si trova nei
dintorni della propria orbita; ma nel
momento in cui cessa di essere valida
una sola di queste quattro condizioni,
non si può parlare di pianeta.
In particolare, se sono soddisfatte le prime tre, ma non la quarta, si rientra nella categoria dei pianeti nani.
Fanno parte di questa categoria Cerere, Plutone e 2003 UB313 successivamente chiamato Eris. Cerere
appartiene alla fascia degli asteroidi, Fra Marte e Giove. Plutone e Eris appartengono alla fascia di Kupier. Dal
2006 quindi i pianeti del Sistema Solare sono scesi da nove a otto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Pianeta_nano
Caratteristiche generali dei
pianeti
Introduzione
I pianeti terrestri
I pianeti gioviani
distanze
introduzione
I pianeti sono corpi rocciosi o fluidi molto grandi, di forma circa sferica.
Essi percorrono un’orbita intorno il sole e contemporaneamente una
intorno al proprio asse.
Intorno al Sole orbitano otto pianeti principali: allontanandoci dal Sole
incontriamo Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano,
Nettuno. I pianeti si suddividono in pianeti terrestri e pianeti gioviani a
seconda della loro distanza dal sole.
I pianeti terrestri
Un pianeta terrestre (detto anche pianeta roccioso) è un pianeta
composto per lo più di roccia e metalli. Il termine deriva direttamente dal
nome del nostro pianeta, Terra, ed è stato adottato per indicare i pianeti
del sistema solare interno in contrapposizione ai pianeti del sistema
solare esterno detti giganti gassosi, che invece sono pianeti privi di una
superficie solida, composti da una combinazione di idrogeno, elio e
acqua in varie combinazioni di gas e liquido. I pianeti terrestri hanno
sempre la stessa struttura generale: un nucleo centrale metallico, per la
maggior parte di ferro, con un mantello di silicati, e possibilmente una
crosta
I pianeti terrestri del sistema
solare
Il Sistema solare conta quattro pianeti terrestri: Mercurio, Venere, la Terra e
Marte. È probabile che un tempo ne esistessero altri, ma la maggior parte sono
stati espulsi dal Sistema tramite effetti fionda gravitazionali, o distrutti in seguito
ad impatti. I pianeti terrestri si trovano nella porzione interna del Sistema. Ciò
determina temperature superficiali relativamente alte e moti di rivoluzione più
veloci rispetto ai pianeti giganti del Sistema solare esterno, mentre quelli di
rotazione sono più lenti.
Sono inoltre accomunati dall'assenza o basso numero di satelliti naturali e da
dimensioni relativamente piccole (meno di 15 000 chilometri di diametro)
I pianeti gioviani
Pianeta gioviano (denominato anche gigante gassoso) è un termine
astronomico generico, inventato dallo scrittore di fantascienza James Blish e
ormai entrato nell'uso comune, per descrivere un grosso pianeta che non sia
composto prevalentemente da roccia. I giganti gassosi in realtà possono avere
un nucleo roccioso, ed effettivamente si sospetta che un tale nucleo sia
necessario per la loro formazione. La maggior parte della loro massa è
tuttavia presente sotto forma di gas (oppure gas compresso in uno stato
liquido). A differenza dei pianeti rocciosi, i giganti gassosi non hanno una
superficie ben definita.
I pianeti gioviani del sistema
solare
Il sistema solare presenta quattro giganti
gassosi: Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
Il termine "gigante gassoso" è spesso una definizione poco corretta. A titolo di
esempio, Giove presenta una spessa atmosfera composta principalmente
da idrogeno ed elio gassosi, con tracce di altri composti chimici come
l'ammoniaca, ma la maggior parte della sua massa è sotto forma di idrogeno allo
stato liquido o metallico, forse con un nucleo roccioso o composto
da nichel e ferro. La composizione degli altri giganti gassosi è simile, ma Urano e
Nettuno contengono più acqua, ammoniaca, e metano: in questi casi è plausibile
che il metano si dissoci alle altissime pressioni e che il carbonio cristallizzi
direttamente come diamante; secondo alcuni astronomi è possibile che Urano e
Nettuno abbiano nuclei interni di diamante.
Distanze
pianeta
Distanza
media dal
sole (milioni
di km)
Distanza
media (u.a.)
Perielio(milio Afelio(milioni
ni di km)
di km)
mercurio
57,91
0,387
46
69,8
venere
108
0,723
107,5
108,9
terra
149,6
1
147,1
152,1
marte
227,94
1,564
206,6
249,2
giove
778,4
5,209
740,7
816,1
saturno
1426,98
9,539
1349,5
1504,0
urano
2870
19,18
2735,6
3006,4
nettuno
4497
30,06
4459,6
4536,9
MARTE
• Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e
l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre, dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene
inoltre chiamato il Pianeta rosso, a causa del suo colore caratteristico
dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono.
• Il pianeta, pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature
medie superficiali piuttosto basse (tra -140 °C e 20 °C), è, tra i pianeti del
sistema solare, quello più simile alla Terra: infatti, nonostante le sue
dimensioni siano intermedie fra quelle del nostro pianeta e della Luna (il
diametro è circa la metà di quello della Terra e la massa poco più di un
decimo), presenta inclinazione dell'asse di rotazione e durata del giorno
simili a quelle terrestri; inoltre la sua superficie presenta formazioni
vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni
geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di
un'idrosfera. Tuttavia la superficie del pianeta appare fortemente
craterizzata, a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (attività
geologica, atmosferica e idrosferica in primis) in grado di modellare le
strutture tettoniche; inoltre, la bassissima densità dell'atmosfera non è in
grado di consumare buona parte dei meteoriti, che quindi raggiungono il
GIOVE
• Giove è il quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal
Sole, il più grande di tutto il sistema planetario: la sua massa
corrisponde infatti a 2,468 volte la somma di quelle di tutti gli altri
pianeti messi insieme.[10] È classificato, al pari di Saturno, Urano e
Nettuno, come gigante gassoso.
• Giove ha una composizione simile a quella del Sole: infatti è
costituito principalmente da idrogeno ed elio, con piccole quantità di
altri composti, quali ammoniaca, metano ed acqua. Si ritiene che il
pianeta possieda un nucleo solido, presumibilmente di natura
rocciosa, costituito da carbonio e silicati di ferro, circondato da un
mantello di idrogeno metallico e da una vasta copertura
atmosferica, che generano su di esso delle altissime pressioni.
L'atmosfera esterna è caratterizzata da numerose bande e zone di
tonalità variabili dal color crema al marrone, costellate da formazioni
cicloniche ed anticicloniche, tra cui la Grande Macchia Rossa. La
rapida rotazione del pianeta gli conferisce l'aspetto di uno sferoide
oblato e genera un intenso campo magnetico, che dà origine ad
un'estesa magnetosfera; inoltre, a causa del meccanismo di KelvinHelmholtz, Giove (come tutti gli altri giganti gassosi) emette una
quantità di energia quasi pari a quella che riceve dal Sole.
A causa delle sue dimensioni e della composizione simile a quella
solare, Giove è stato considerato per lungo tempo una "stella fallita": in
realtà, solamente se avesse avuto l'opportunità di accrescere la propria
massa sino a 75-80 volte quella attuale, il suo nucleo avrebbe ospitato
le condizioni di temperatura e pressione favorevoli all'innesco delle
reazioni di fusione nucleare dell'idrogeno in elio, il che avrebbe reso il
sistema solare un sistema stellare binario.
La grande forza di gravità di Giove contribuisce, assieme a quella del
Sole, a plasmare le principali strutture del sistema solare, in quanto la
sua attrazione bilancia le orbite degli altri pianeti ed il suo vasto pozzo
gravitazionale "ripulisce" il sistema dai detriti che si trovano a vagare in
prossimità del gigante gassoso, che altrimenti rischierebbero di andare
ad impattare contro i pianeti più interni. Il campo gravitazionale del
gigante gassoso trattiene un numeroso stuolo di satelliti ed un sistema
di evanescenti anelli, stabilizzando inoltre una nutrita schiera di
asteroidi troiani.
Il pianeta, conosciuto sin dall'antichità, ha rivestito un ruolo
preponderante nel credo religioso di numerose culture, tra cui i
Babilonesi, i Greci e i Romani, che hanno identificato l'astro con il
sovrano degli dei. Il simbolo astronomico del pianeta (♃) è una
rappresentazione stilizzata del fulmine del dio, suo principale attributo.
Caratteristiche generali
Il sole è stella da cui ricaviamo luce e calore, si trova nella Via
Lattea; una galassia a forma di spirale. Il sole è a 70.000 a.l.
dal centro della galassia. È una stella gialla; ha cioè una
temperatura di circa 6000°.
All’interno il sole può essere suddiviso in tre parti principali: il
nucleo, la zona radiativa e la zona convettiva.
In superficie sono presenti la fotosfera e la cromosfera.
Nella fotosfera sono presenti:
-Le macchie solari:aree meno calde che appaiono perciò di colore
più scuro.
- I brillamenti: violente emissioni di energia alle quali si associa
un intenso flusso di particelle atomiche
IL SOLE

Il sole è la stella madre del sistema
solare, attorno alla quale orbitano
gli otto pianeti principali ( tra cui la
Terra), i pianeti nani, i loro satelliti
e altri innumerevoli corpi celesti. Il
sole costituisce da solo il 99,8%
della massa del sistema. E' una
stella di medie dimensioni,
classificata come nana gialla ed ha
una temperatura superficiale di
5780 K. Il sole genera ogni
secondo una grande quantità di
energia, emessa sotto forma di
radiazioni elettromagnetiche;
queste radiazioni permettono la
vita sulla Terra. Collocato all'
interno del Braccio di Orione, il
sole orbita attorno al centro della
Via Lattea ad una distanza media di
circa 26000 anni luce impiegando
225 milioni di anni per compiere un
giro completo.
IL NUCLEO: LA STRUTTURA
INTERNA DEL SOLE

Il nucleo solare è la parte
più interna del Sole, e di
conseguenza la più calda
(circa 15 milioni di gradi
centigradi). Al suo interno
si svolgono le reazioni di
fusione nucleare,
responsabili della
produzione di energia del
Sole, del suo risplendere e
in definitiva del
sostentamento della vita
sulla Terra.
LA ZONA RADIATIVA: LA
STRUTTURA INTERNA DEL
SOLE

Situata all' esterno del
nucleo, la zona radiativa
si estende da circa 0,2
sino a 0,7 raggi solari;
essa assorbe l' energia
prodotta dal nucleo e la
trasmette per
irraggiamento agli strati
superiori.
La Zona di Transizione
La zona di transizione solare è una regione dell'atmosfera del Sole,
compresa tra la cromosfera e la corona solare; è visibile dallo spazio con
l'ausilio di telescopi sensibili agli ultravioletti. È sede di alcune importanti
transizioni dell'atmosfera solare:
•Al di sotto, la gravità
domina la forma di gran
parte delle strutture, al
di sopra, sono le forze
dinamiche a prevalere e a
dominare le strutture; la
zona di transizione
stessa non è uno strato
ben definito ad una
particolare altitudine.
•Al di sotto, gran parte
dell'elio non è
completamente ionizzato e
irradia energia
efficacemente; al di sopra,
l'elio è completamente
ionizzato. Questo ha un
profondo effetto
sull'equilibrio termico.
• Al di sotto, la
materia è opaca a
particolari colori
associati alle linee
spettrali, così gran
parte delle linee
spettrali formatesi
al di sotto della
zona di transizione
sono linee di
assorbimento nell'infrarosso,
nella luce visibile e nel vicino
ultravioletto, mentre molte
delle linee formate al di sopra
o nella zona di transizione
sono linee di emissione
nell'ultravioletto e nei raggi
X. Ciò fa del trasferimento
radiativo dell'energia
attraverso la zona di
transizione un processo
notevolmente complesso.
•La zona di transizione è visibile nelle immagini riprese negli ultravioletti
dalla sonda TRACE, dove appare come una debole nebulosità sopra la
superficie scura (vista con gli ultravioletti) del Sole e al di sotto della
corona.
La Zona Convettiva
La Zona convettiva è uno strato
interno del Sole e delle stelle, in cui
l'energia termica, attraverso i moti
convettivi, viene portata negli strati
più esterni del corpo celeste, ossia in
superficie. I moti convettivi stellari
consistono in movimenti del plasma
all'interno della stella, che di solito
formano correnti circolari di
convezione che riscalda il plasma in
discesa, il quale, dopo essere risalito,
cede energia all'esterno,
raffreddandosi, raddensandosi e
riprecipitando verso l'interno. Nel
Sole, la zona convettiva occupa il 30%
del raggio, e si trova nella parte
esterna, a contatto con la superficie.
LA FOTOSFERA
La fotosfera del Sole ha una temperatura che
varia dagli 8000 ai 4200 °C circa,
decrescendo con l'allontanamento dagli strati
più interni per quelli più esterni. Per questo
ha un colore giallo. La fotosfera non è
omogeneamente brillante in tutti i suoi strati,
ma si fa più tenue in quelli periferici, per
cosiddetto fenomeno dell'oscuramento al
bordo. Altre stelle possono essere più calde
o più fredde. La fotosfera solare è composta
da celle di convezione chiamate granuli; ogni
granulo è una tempesta di fuoco, al centro
della quale del gas caldo sale dall'interno
della stella, raffreddandosi e ricadendo ai
bordi per moto convettivo. La granulazione
resta una delle prove fondanti della presenza
di moti convettivi all'interno del Sole, mentre
non sappiamo d'altra parte se queste
formazioni si trovino anche su altre stelle,
perché sono troppo piccole per essere viste.
Wikipedia – La fotosfera
Macchie Solari
Wikipedia- Le macchie solari
www.bo.astro.it
Le macchie solari furono scoperte da Galileo
Galilei nel 1610. Una macchia solare è una
regione della fotosfera che è distinta da una
temperatura minore dell'ambiente circostante e
da forte attività magnetica. Una macchia compare
inizialmente sul disco solare sotto forma di un
minuscolo poro, appena percettibile. Nello spazio
di pochi giorni i pori si sviluppano, proliferano, si
allargano, si fondono insieme, dando luogo a
gruppi di macchie, i quali in un periodo di circa un
mese si dissolvono per far posto ad altri gruppi.
Il fenomeno della comparsa di macchie sulla
fotosfera solare ha carattere di periodicità e
prende il nome di ciclo delle macchie. Anche se in
realtà le macchie solari sono estremamente
luminose, il contrasto con le regioni circostanti,
ancora più luminose, le rende chiaramente visibili
come macchie scure. Numerose macchie simili
sono state osservate anche in stelle diverse dal
Sole.
Il numero di macchie che appaiono sulla
superficie del Sole è stato misurato a partire dal
1700, e stimato all'indietro fino al 1500. La
tendenza è quella di un numero in aumento, e i
valori più grandi sono stati registrati negli ultimi 50
anni.
Il numero di macchie solari è correlato con
l'intensità della radiazione solare.
Durante il Minimo di Maunder esse quasi
scomparirono, e la Terra nello stesso periodo si
raffreddò in modo consistente.
La correlazione tra i due eventi è oggetto di
discussioni nella comunità scientifica.
Le osservazioni consentono di affermare che le
macchie sono sedi di vere e proprie aree
cicloniche, simili (ma su scala infinitamente più
grande) a trombe d'aria, che succhiano il
materiale dagli strati immediatamente inferiori
della fotosfera e lo proiettano in alto con moto
vorticoso, raffreddandolo.
Un dato importante che riguarda le macchie è
quello del forte campo magnetico associato ad
esse, fino a qualche migliaio di gauss. I campi
magnetici delle macchie di testa e delle macchie
di coda hanno sempre polarità magnetica
opposta.
Le Granulazioni
La fotosfera solare è composta da celle
di convezione chiamate granuli. La
granulazione è dovuta ai moti convettivi
presenti nello strato fotosferico. Si
presenta sotto forma di granuli luminosi,
solitamente tondeggianti o esagonali. Di
dimensioni dell'ordine di 700 km, la loro
temperatura è da 100 a 200 gradi
superiore a quella circostante; compaiono
e si dissolvono con una vita media di 9
minuti e sono particolarmente evidenti nei
periodi di minimo dell'attività solare. Si
stima che ad ogni istante siano presenti
contemporaneamente almeno 4 milioni di
granuli sulla superficie del Sole. Esistono
comunque anche dei moti turbolenti su
scala più ampia, che danno origine alla
cosiddetta supergranulazione.
Digilander. libero. it/.../Sole/sole.htm
Wikipedia
Scoperta delle granulazioni
hi-pro.rigelcomputers.com/viewtopic.php?t=1226
www.bossilo.it
L'inglese Richard Carrington,
birraio ed astronomo dilettante,
fu il primo ad osservare la
granulazione fotosferica
nell'Ottocento. Il Padre gesuita
Angelo Secchi, direttore
dell’osservatorio vaticano,fu il
primo ad interpretare i granuli
come la sommità di colonne di
gas caldo ascendente. Questa
interpretazione è stata
successivamente confermata da
raffinate osservazioni
effettuate sia dalla Terra che
dai satelliti e dai modelli fisici
proposti per spiegare la
struttura del Sole.
Le Protuberanze
• Una protuberanza solare è un
enorme e luminoso getto di plasma
solare
che,
partendo
dalla
cromosfera, si estende nella zona
della corona solare allontanandosi
per migliaia di chilometri, spinto
dalle forze del campo magnetico del
Sole. Getti di gas emessi con
violenza dalla superficie del Sole.
Alcune
protuberanze,
rimangono
invariate per più giorni; altre
cambiano
forma
e
scompaiono
rapidamente.
• Le
protuberanze
solari
sono
costituite in gran parte da idrogeno
e altri gas dell'atmosfera del Sole.
• Una protuberanza si può formare in
circa una giornata, e può vivere per
diverse
settimane.
Alcune
protuberanze possono frammentarsi
e
dare
origine
a
giganteschi
brillamenti
wikipedia
I Brillamenti
Sono chiamati brillamenti (o anche
flare, improvvisa fiammata) eventi
eruttivi che partono dalla
fotosfera di una stella, cioè della
sua superficie luminosa,
estendendosi verso la sua corona.
Nel nostro Sole, questi eventi
hanno una certa regolarità e
caratterizzano la cromosfera.
I brillamenti sono spesso causati
dal rilascio di energia. L'eruzione
in cui consiste il brillamento si
manifesta a livello della
cromosfera con delle protuberanze
o arcate, mentre a livello della
corona, si producono delle
espulsioni di massa.
Wikipedia
Notizie dal cosmo
La frequenza varia: da molti al
giorno
quando
il
Sole
è
particolarmente "attivo", a circa
uno alla settimana quando invece è
"quieto". Essi impiegano molte ore
o anche giorni per "caricarsi", ma
l'eruzione solare vera e propria
impiega pochi minuti per rilasciare
la sua energia. Le onde d'urto
risultanti viaggiano lateralmente
attraverso la fotosfera e verso
l'alto attraverso la cromosfera e
la corona, a velocità dell'ordine di
5.000.000 di chilometri all'ora
(ovvero 1.389 km/s, contro i
300.000 chilometri al secondo
della velocità della luce).
Wikipedia
Quando avvengono dei brillamenti nella
cromosfera vengono emesse radiazioni e
getti di gas a temperature elevatissime.
www.pd.astro.it/eclisse/. Cosa.
htm
Nella fotosfera avvengono i
brillamenti che possono
causare interruzioni di
energia elettrica e causare
danni anche alle linee di
trasmissione della corrente
sulla Terra.
Digilander. libero. it/.../Sole/sole.htm
Cromosfera
Dove si trova la Cromosfera …?
La cromosfera è il secondo strato più esterno dell'atmosfera solare, è visibile ad occhio nudo solo nel corso
di un'eclisse solare. Essa si distingue per essere più calda rispetto alla fotosfera, lo strato successivo verso il
sole.
La cromosfera si trova tra la fotosfera e la corona, che è la parte più esterna dell'atmosfera del sole; questa è
di circa 1. 250 miglia e il suo nome significa sfera di colore rossastro. Questa colorazione è dovuta a un tipo
particolare di idrogeno.
Nonostante questo colore, di solito è impossibile vedere la cromosfera dalla Terra senza un’attrezzatura
speciale. L'unica eccezione è nel corso di una eclisse totale di Sole, quando la luna è direttamente in
linea di demarcazione tra la terra e il sole. A questo punto, la cromosfera appare come una serie di
macchie rosse intorno a un cerchio nero a tinta unita.
La logica suggerisce che la cromosfera sia la parte più fredda rispetto ad altre parti dell’atmosfera del
sole, perché è la più lontana. In realtà, è decisamente quella più calda.
Confronto tra la terra e il sole.
Quando è visibile, la cromosfera appare di flusso. Ciò accade perché i gas sono emessi da essa a varie
lunghezze d'onda. Durante un'eclisse nel 1868, gli astronomi hanno osservato una linea di colore giallo
brillante in questa. In un primo momento hanno pensato che fosse sodio, ma in realtà si tratta di un
elemento relativamente nuovo e sconosciuto: l’elio.
Vi è una notevole quantità di movimento dei gas all'interno della cromosfera. I più comuni sono spicole
verticali, pennacchi di gas che si innalzano e poi ritornano verso il sole.
Questa può anche produrre filamenti, costituiti da plasma, che possono talvolta portare a espulsioni di
massa coronale, durante le quali il plasma lascia completamente l'atmosfera del sole. Ciò può influenzare il
clima del pianeta e può anche avere un effetto sui satelliti degli altri pianeti.
La Cromosfera è la zona più
luminosa del sole.
www.cosar.info
La corona
solare
La parte più esterna dell’atmosfera del
sole è la corona solare.
Composta soprattutto da gas come
l’idrogeno e da vapori provenienti
dall’atmosfera solare, la corona solare, è
visibile solamente durante le eclissi
solari totali o con l’ausilio del
coronografo. Si estende per centinaia di
milioni di chilometri e viene suddivisa
solitamente in tre patri: la parte
interna,quella intermedia e la parte
esterna. La sua densità continua a
decrescere man mano che ci si
allontana dal Sole mentre la temperatura
segue un comportamento molto strano.
Wikipedia – La corona solare
Il meccanismo esatto di riscaldamento
è tema di dibattito scientifico, ma le
principali ipotesi includono l'induzione
del campo magnetico solare e le onde
di pressione sonica (l'ultima possibilità
è meno probabile). La corona viene
dispersa dalla forza del vento
solare nelle sue estremità. Essa non è
egualmente distribuita attorno alla
superficie solare: durante i periodi di
quiete si trova nelle regioni equatoriali,
con "buchi" nelle regioni polari, mentre
durante i periodi di attività solare essa
si trova attorno all'equatore e ai poli ed
è maggiormente presente nelle aree
dove ci sono le macchie solari.