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L’accusativo è il caso del complemento
oggetto o diretto e indica un movimento
verso qualcosa o qualcuno.
L’uso latino corrisponde in genere a quello
italiano, ma esistono non pochi verbi
transitivi che hanno come corrispondente in
italiano un verbo intransitivo.
Si ricordano tra gli altri Iuvo, Adiuvo
(“aiutare”), Spero (“sperare”), Fugio (“sfuggire
a”, ma anche “evitare”).
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Ricordiamo in primo luogo i verba affectuum, cioè verbi che indicano un sentimento dell’animo,
come doleo (“mi dolgo”), gratulor (“mi congratulo”), miror (“mi meraviglio”):
Doleo mortem patris

“Mi dolgo della morte del padre”
Reggono l’accusativo anche verbi indicanti sensazione fisica (Oleo, Sitio = “Puzzo, Ho sete”) e
verbi di moto composti con una preposizione che regge l’accusativo (Circumeo, Praetereo...):
Catilina honores sitiebat

“Catilina aveva sete di cariche
pubbliche”
Tu curiam inire voluisti! (Cic.)

“Proprio tu hai voluto entrare nella curia!”
Richiedono l’accusativo della persona che compie l’azione i verbi apparentemente impersonali
Fallit, Fugit, Praeterit (“Sfugge”), Iuvat (“Piace”), Decet (“Conviene”), Dedecet (“Non è
conveniente”), Latet (“È ignoto”):
Nihil Ciceronem fugiebat

“Niente sfuggiva a Cicerone”
Nec me animi fallit quam sint obscura

“Non mi sfugge la difficoltà di tali questioni”
(Lucr.)
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Si usano solo alla terza persona singolare e sono:
Miseret, Miseruit (Miseritum est), Miserêre
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“Aver pietà, misericordia”
Piget, Piguit (Pigitum est), Pigere
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“Provare rincrescimento”
Pudet, Puduit (Puditum est), Pudere

“Vergognarsi”
Paenitet, Paenituit, Paenitere

“Pentirsi”
Taedet, Pertaesum est, Taedere

“Annoiarsi”
Questi verbi richiedono l’accusativo della persona che prova il sentimento e il genitivo
della cosa per la quale si prova il sentimento:
Nos non pudet veritatis

“Noi non abbiamo
vergogna della verità”
La cosa per la quale si prova il sentimento può essere espressa anche con un infinito o
con una proposizione infinitiva o ancora con una proposizione introdotta da quod (quia) o
da si: Me taedet vivere (“Ho in tedio la vita”) , Me piget fratrem erravisse (“Mi rincresce che
mio fratello abbia sbagliato”), ...
Nella perifrastica passiva, la persona che prova il sentimento va in dativo: Nobis
paenitendum est (“Noi dobbiamo pentirci”).
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Peto e quaero
Altri verbi che significano “domandare, chiedere” (verba rogandi) sono:
- Posco, Reposco, Flagito (“chiedere insistentemente”) - reggono il doppio accusativo, ma
la persona si trova anche espressa con a(ab) e ablativo;
- Oro, Rogo, Interrogo (“Pregare, chiedere”) - reggono un solo accusativo, o della persona
o della cosa. Si ha un doppio accusativo solo con un pronome neutro (Id te rogo) oppure
nell’espressione Rogare aliquem sententiam (“Chiedere a qualcuno il suo parere”). La
cosa viene in genere espressa con de+ablativo.
Peto,is, petivi (petii),petitum, petere ha il significato di chiedere qualcosa al fine di
ottenerla da qualcuno.
Quaero,is,quaesivi,quaesitum,quaerere significa invece “chiedere” un’informazione a
qualcuno.
I due verbi richiedono l’accusativo della cosa che si chiede. Per quanto riguarda la persona a
cui si rivolge la chiesa, Peto richiede a(ab) e l’ablativo, mentre Quaero richiede e(ex) e l’ablativo.
Il costrutto latino privilegia la direzione da cui proviene la cosa richiesta o l’informazione:
Coriolanus auxilium a Volscis petiit
“Coriolano chiese aiuto ai Volsci” (lett. “dai Volsci”)
E philosophis discipuli doctrinam quaerunt “I discepoli chiedono ai filosofi la loro visione del
mondo”
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petere urbem
Petere hostem
Petere magistratum
Petere fugam
Petere rem publicam
Quaerere aliquem
Quaerere de morte alicuius
Quaerere fugam
Quaerere invidiam in aliquem
dirigersi verso la città
assalire un nemico
aspirare ad una carica
fuggire
sovvertire lo stato
cercare qualcuno
fare un processo per la morte di qualcuno
prepararsi a fuggire
suscitare invidia contro qualcuno
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Doceo,es,docui,doctum,docere e celo,as,avi,atum,are, rispettivamente
“insegnare” e “nascondere”, reggono il doppio accusativo, quello della
persona e quello della cosa:
Doceo vos linguam latinam

“Vi insegno il latino”
Epistulam vos celo

“Vi nascondo una lettera”
Al passivo, Doceo è usato solo al participio doctus, accompagnato da
un ablativo di limitazione:
Doctus latinis litteris

“Istruito nella
letteratura latina”
Celo, invece, al passivo si costruisce col nominativo della persona che
viene tenuta all’oscuro e con de+ablativo della cosa che viene
nascosta:
Mater celata est de morte fratris
 “La madre fu tenuta
all’oscuro della morte del fratello
Nelle altre forme è sostituito dai verbi Instituor, Erudior, Imbuor
(“vengo istruito”) con a/ ab ed ablativo della persona che compie
l’azione.
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Accusativo di estensione
Dipende da aggettivi come longus (“lungo”), altus (“alto, profondo”)
e da verbi come patêre (“estendersi”):

Ager quinquentos pedes in latitudinem patebat

(Il campo si estendeva per cinquecento piedi in lunghezza)

Milites aggerem pedes octoginta altum exstruxêrunt

(I soldati costruirono un baluardo alto ottanta piedi).

“Annibale, all’età di nove anni, partì per la Spagna”
In latino il complemento di età può essere espresso in quattro modi:
1.
con l’accusativo del numero cardinale seguito dal participio natus
 (Hannibal, novem annos natus, in Hispaniam profectus est)
2.
con l’accusativo del numero ordinale aumentato di uno retto dal
participio agens,ntis:
 (Hannibal, decimum annum agens, in Hispaniam profectus est)
3. con il genitivo del numero cardinale retto da sostantivi come puer,
adulescens, vir, iuvenis, senex:
 (Hannibal, puer novem annorum, in Hispaniam profectus est).
4.
Con le voci del verbo habeo con accusativo come nella forma
italiana.
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Hannibal tum habebat novem annos et profectus est in Hispaniam
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È retto da verbi come absum e disto (“distare, essere lontano”):
Castra tria milia a Mediolano aberant“L’accampamento distava tre miglia da Milano”
Il numerale indicante la distanza va in
accusativo o ablativo oppure
Genitivo retto dagli ablativi spatio\intervallo
Come si può dedurre dall’esempio, il luogo dal quale viene misurata la distanza va espresso
con a(ab) e l’ablativo anche se si tratta di un nome di città.
COME IN ITALIANO ANCHE IN LATINO LA DISTANZA PUÒ ESSERE CALCOLATA IN GIORNI DI
CAMMINO CON GLI ACCUSATIVI ITER O VIAM DETERMINATI DA UN GENITIVO.
ZAMA QUINQUE DIERUM ITER A CHARTAGINE ABEST > ZAMA DISTA DA CARTAGINE 5 GIORNI
DI CAMMINO.
QUANDO NON È INDICATO IL LUOGO DELLA DISTANZA L’ESPRESSIONE CHE INDICA LA MISURA
DELLA DISTANZA È IN ABLATIVO PRECEDUTO DA A\AB.