La percezione visiva - Corso di Tecniche di rappresentazione dello

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corso tecniche di rappresentazione dello spazio
A.A. 2009/2010
docente Arch. Emilio Di Gristina
la percezione visiva
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la percezione visiva
il termine “percezione visiva” sottintende la visione e la comprensione delle caratteristiche spaziali
di oggetti, nonché la percezione dello spazio in quanto tale
Determinate condizioni determinano nella nostra mente una percezione tridimensionale della
realtà, diversi studi sui fenomeni percettivi hanno individuato alcuni elementi determinanti del
fenomeno percettivo
La dimensione percepita, la vicinanza/lontananza, la simmetria, la “buona forma”, il moto comune
o casuale, la continuità di direzione, l’uniformità di lunghezza etc. sono determinanti per la nostra
“visione” del mondo esterno
ma quanto sopra non ci garantisce una corretta visione della realtà e un’errata percezione è
facilmente possibile, gli studi della Gestalt e le illusioni ottiche ne sono un chiaro esempio
l’occhio umano
Il nostro occhio è lo strumento con cui “catturiamo le immagini” che sono successivamente
rielaborate dalla nostra mente e rapidamente confrontate anche con il bagaglio mnemonico di
essa
Il nostro occhio, al pari di una camera oscura o di una fotocamera, è costituito sinteticamente da
tre parti:
la parte ottica il cristallino
il diaframma (iride)
un’area fotosensibile la retina, recettori nervosi e che presenta la massima ricettività nella fovea
centrale
la percezione binoculare o stereoscopica, elaborata nella nostra mente e mediata da fattori sia
fisiologici che psicologici, è quella che in sintesi ci garantisce la piena comprensione della
profondità tridimensionale della scena che osserviamo
Si consideri che la plasticità o tridimensionalità di una scena può essere colta dalla nostra mente
anche monocularmente soltanto in base alla distribuzione della luce, al colore e quindi alle ombre
che vediamo sugli oggetti.
la gestalt
"L'insieme è più della somma delle sue parti"
per comprendere il mondo circostante si tende a identificarvi forme secondo schemi che ci sembrano adatti - scelti
per imitazione, apprendimento e condivisione - e attraverso simili processi si organizzano sia la percezione che il
pensiero e la sensazione; ciò avviene di solito del tutto inconsapevolmente.
con particolare riferimento alla percezioni visive, le regole principali di organizzazione dei dati percepiti sono:
buona forma (la struttura percepita è sempre la più semplice)
prossimità (gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze)
somiglianza (tendenza a raggruppare gli elementi simili)
buona continuità (tutti gli elementi sono percepiti come appartenenti ad un insieme coerente e continuo)
destino comune (se gli elementi sono in movimento, vengono raggruppati quelli con uno spostamento coerente).
figura-sfondo (tutte le parti di una zona si possono interpretare sia come oggetto sia come sfondo).
movimento indotto (uno schema di riferimento formato da alcune strutture che consente la percezione degli oggetti)
pregnanza (nel caso gli stimoli siano ambigui, la percezione sarà buona in base alle informazioni prese dalla retina).
queste regole si applicano spesso anche nel caso delle illusioni ottiche
il termine Gestalt fu usato per la prima volta da Ernst Mach
in seguito Edmund Husserl e Christian von Ehrenfels ripresero il termine da Mach nelle loro teorie psicologiche a
fondamento filosofico
fondatori della psicologia della Gestalt sono di solito considerati Kurt Koffka, Wolfgang Köhler e Max Wertheimer che sono
stati certamente i principali promotori e teorizzatori scientifici di questa corrente di ricerca in psicologia, i loro studi psicologici
si focalizzarono soprattutto sugli aspetti percettivi e del ragionamento (problem-solving)
regola della vicinanza o prossimità
gli elementi del campo percettivo vengono uniti in forme unitarie quanto minore è la distanza tra di loro
il Libro Dei Mutamenti - I Ching
regola della somiglianza
gli elementi vengono uniti in forme coese quanto maggiore è la loro somiglianza
regola del destino comune
gli elementi che hanno un andamento solidale tra di essi,
e differente da quello degli altri elementi, vengono uniti in forme
in un immagine si tenderà ad unificare le linee con la stessa direzione, orientamento e/o movimento,
secondo l'andamento più coerente, percependo le forme più semplici ed equilibrate.
regola della chiusura
le linee che formano delle figure chiuse tendono ad essere viste come unità formali
a nostra mente è predisposta a fornire le informazioni mancanti per chiudere una figura,
pertanto i margini chiusi o che tendono ad unirsi si impongono come unità figurale su quelli aperti
un esempio classico è il triangolo di kanisza
regola della continuità di direzione
una serie di elementi posti uno di seguito all'altro,
vengono uniti in forme in base alla loro continuità di direzione.
nella figura dell’esempio a sinistra percepiamo come unità continua le linee AB e CD e non AC e DB o ancora AD e CB.
secondo il principio di chiusura la nostra percezione dovrebbe evidenziare le aree riempite di nero nella parte bassa dell’esempio in in alto
a destra, intercettate dall'intersezione della spezzata e dalla linea curva; in realtà questo non succede poiché in generale risulta definita la
linea curva che di svela la spezzata
ciò accade perchè la nostra percezione tende ad evidenziare la forma che presenta il minor numero di cambiamenti e interruzioni nelle
linee o nei contorni
la curva dell’esempio con il suo andamento armonioso resta ben distinta dalla linea spezzata, che presenta molte variazioni decise
regola dell'esperienza passata
elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra di loro
tendono ad essere uniti in forme comprese in modo unitario ed univoco
si noti che l’esempio raffigurato vale solo per chi già conosce il nostro alfabeto
regola della figura-sfondo
tutte le parti di una zona si possono interpretare sia come oggetto sia come sfondo
la stella di Köhler, si può intendere come un insieme di elementi, segmenti ed archi,che danno la percezione di una forma identificata
come una stella, se si inscrive la stella in una circonferenza si ottiene una doppia stella, quella originale più una seconda generata dalla
nuova forma circolare
osservando la nuova figura, inizialmente,si potrà riconoscere la stella originaria ma, fissandola per un certo tempo al centro, essa
scompare, facendo prevalere la seconda stella formata dai settori più ampi della forma: di fatto si origina la percezione di un'alternanza
ciclica tra le due forme: è evidente quindi come la modifica di un singolo elemento agisce sulla percezione dell'intera forma.
alcuni elementi che influenzano la nostra percezione della profondità
grandezza degli oggetti, più grande = più vicino / più piccolo = lontano
sovrapposizione e viceversa, un oggetto “nascosto” da un altro è più lontano
trasparenza, un oggetto percepito
contemporaneamente ad essa
attraverso
una
superficie
trasparente
viene
visto
disposizione di luci e ombre, l’esempio di una sfera illuminata è immediato, si tenga presente che il
passaggio netto luce/ombra ci consente di percepire uno spigolo, mentre un’ombra che sfuma
gradualmente ci suggerisce immediatamente una superficie curva
luminosità, un oggetto più luminoso viene percepito come più vicino
nitidezza e grado di dettaglio se sono maggiori ci danno l’idea che un oggetto sia più vicino
all’osservatore di un altro
si badi che più sono gli “indizi” contemporaneamente percepiti maggiore sarà la percezione di
profondità percepita, e si noti che a volte alcuni elementi percettivi potrebbero risultare in conflitto
grandezza, sovrapposizione, trasparenza, luce/ombra influenzano la percezione
grandezza degli oggetti, più grande = più vicino / più piccolo = lontano
sovrapposizione e viceversa, un oggetto “nascosto” da un altro è più lontano
trasparenza, un oggetto percepito attraverso una superficie trasparente viene visto contemporaneamente ad essa
disposizione di luci e ombre, l’esempio di una sfera illuminata è immediato, si tenga presente che il passaggio netto
luce/ombra ci consente di percepire uno spigolo, mentre un’ombra che sfuma gradualmente ci suggerisce
immediatamente una superficie curva
luminosità, un oggetto più luminoso in genere viene percepito come più vicino
forme che creano illusione di profondità «reversibile»
il rombo ed il parallelogrammo sono figure che l’occhio non riesce a percepire come piatte,
inoltre possono produrre l’illusione di forme reversibili
un classico esempio è il cubo di Louis Albert Necker
texture, nitidezza e/o grado di dettaglio influenzano la percezione
esiste una serie di figure che l’occhio percepisce come disposte nello spazio, non piatte
anche le texture possono influenzare la percezione visiva delle dimensioni e della distanza
nitidezza e grado di dettaglio se sono maggiori ci danno l’idea che un oggetto sia più vicino all’osservatore di un
altro
dimensione apparente
nella prospettiva accidentale due oggetti di dimensioni simili ma rappresentati a distanze diverse appaiono anche di
dimensioni diverse: il più vicino è più grande del suo simile più distante
questa regola può essere utilizzata per costruire false prospettive dando l’illusione della profondità
la riproduzione di effetti atmosferici influenza la percezione di un disegno
nell’esempio l’effetto dell’atmosfera, in genere utile per le prospettive aeree, è ottenuto con variazioni tonali, o di
colore: il primo piano risulterà più scuro o fortemente colorato, saturo, e ben a fuoco e distinto da uno sfondo più
chiaro eventualmente in un disegno complesso anche meno ricco di dettagli o non nettamente a fuoco
la posizione influenza la percezione dello spazio
il quadrato superiore è percepito come poggiato, quello inferiore come infisso nel terreno
Rudolf Arnheim - arte e percezione visiva
analogie strutturali tra percezione di forme grafiche ed eventi acustici
nel famoso esperimento gestaltico di Köhler venne chiesto di attribuire a due figure morfologicamente
complementari, la prima tondeggiante mentre la seconda spigolosa, i nome assolutamente arbitrari di Maluma e
Takete
le risposte al test generalmente univoche consentono di ipotizzare analogie strutturali tra oggetti visivi ed eventi
acustici e/o fonetici
percezione e movimento
anche il movimento influenza fortemente la nostra percezione dello spazio
il movimento può verificarsi in orizzontale, in verticale, lungo l’asse visuale, attorno ad un asse
orizzontale o verticale o del tutto casualmente – il cinema sfrutta profondamente nei piani
sequenza questi elementi
il movimento in senso orizzontale o verticale sia che sia il soggetto sia che sia l’ambiente intorno
ad egli è detto “parallasse di movimento”, quindi le diverse velocità angolari apparenti degli oggetti,
essendo inversamente proporzionali alle distanze, forniscono informazioni attendibili sulle distanze
il movimento lungo l’asse visuale è detto di “avvicinamento o allontanamento”, ogni diminuzione
della distanza accompagna un’espansione dell’immagine/oggetti percepiti, mentre un aumento
della distanza produce una riduzione dell’immagine osservata – espansione o contrazione
interessano un oggetto se l’osservatore è fermo (es. un’automobile che ci viene incontro) o tutta la
scena se è l’osservatore a muoversi
il movimento attorno ad un asse orizzontale o verticale è detto “oscillatorio o rotatorio” ed è
caratterizzato ad esempio da alternanze nella percezione della distanza relativa, osservando
un’apparente inversione di movimento e l’oggetto osservato presenta un orientamento ambiguo o
reversibile
in realtà il movimento si presenta in modo complesso e in varie combinazioni, anche con gli
elementi precedentemente descritti, cambiamenti di forma e movimento nonché di forma durante
il movimento, e maggiore è il numero di informazioni che l’osservatore potrà acquisire più precisa
sarà l’idea dello spazio che lo circonda e ridotto il margine di errore percettivo
spazio e forma
la percezione è l’insieme delle sensazioni/informazioni che una forma trasmette ad un osservatore,
le sensazioni sono quindi le “unità elementari” della conoscenza
i concetti di spazio e forma sono interdipendenti nell’arte e nell’architettura
il concetto di forma richiama quello di materia,
la forma è definita in maniera elementare dalle tre dimensioni larghezza, spessore e altezza che
ne determinano il volume e definisce immediatamente uno “spazio” percepito
ma lo spazio è il contenuto o il contenitore?
che differenza c’è tra lo spazio naturale e quello artificiale?
forma, funzione, rappresentazione, necessità
la forma come pensiero è un atto conoscitivo
la forma come materia è un atto comunicativo
lo spazio è condizione della forma e risulta generato da essa stessa
lo spazio aristotelico e altri concetti spaziali
Aristotele ha dato una definizione dello spazio significativa, senza entrare in questioni più complesse relative ai
concetti di materia, di incorporeità, di immaterialità o cosmogoniche che le straordinarie menti dei filosofi hanno
esaminato ed elaborato durante la storia dell’uomo
Lo spazio aristotelico non è indifferente alla materia, e risulta come somma di tutti i luoghi e tutte le cose ed definito
da esse stesse
Un bicchiere è il limite, lo spazio, dell'acqua che contiene; naturalmente il bicchiere e l'acqua possono esistere indipendentemente dai loro
limiti, ma solo in quanto sostanza che essendo prima non può avere un limite.
Lo spazio e il luogo vengono percepiti grazie al movimento. Solo se vedo dei corpi che si muovono posso anche concepire lo spazio in cui
si muovono. Senza lo spazio non esisterebbe il movimento, ma senza movimento non è pensabile lo spazio. Ragione per cui, è
necessario negare l'esistenza del vuoto, inteso come essere non dipendente da alcun corpo.
Tali concetti vengono ribaltati dai filosofi naturalisti italiani, ad esempio Bernardino Telesio e Francesco Patrizi, che
determineranno anche la nascita della prospettiva come metodo scientifico di rappresentazione inquadrata dalle
concezioni spaziali e cosmologiche rinascimentali
Newton raccoglie e plasma in un tutto organico e coerente l'eredità di Cartesio, Galileo e simultaneamente quella
di Bacone e di Boyle, definendo il concetto di spazio e tempo assoluti
Lo spazio assoluto, per sua natura privo di relazione a qualcosa di esterno, rimane sempre simile a se stesso ed immobile
Newton raccoglie e plasma in un tutto organico e coerente l'eredità di Cartesio, Galileo e simultaneamente quella di
Bacone e di Boyle, definendo il concetto di spazio e tempo assoluti
Nel XX secolo Albert Einstein elaborando la teoria della relatività introduce il concetto di spazio-tempo che
amplia il concetto di tridimensionalità
…potrei definire come tempo e non come spazio quel vuoto
che mi è parso di riconoscere nell'attraversarlo.
Italo Calvino