TITOLO
L’origine della filosofia
Lezione per la Classe …….
di un Liceo …….
Destinatari : alunni classe III Liceo Classico
Tempi di realizzazione : 2 h
Metodologie e strategia : Lezione partecipata con LIM;
cooperative learning.
Strumenti: testi degli autori, proposti mediante il libro di testo, le
fotocopie, i file.
Modalità di verifica: quesiti scritti e orali, valutazione dell’elaborato
creato in modalità di cooperative learning.
Valutazione: La valutazione si baserà sulle risposte ai quesiti della
verifica sommativa, ma anche sugli interventi in classe avvenuti nel
corso della discussione. Gli indicatori della valutazione sono:
Proprietà espositiva e terminologica
capacità di dare definizioni adeguate.
capacità di sintesi e collegamento.
• Premessa:
Questa lezione si prefigge lo scopo di avviare gli studenti allo studio della
filosofia, mettendo a fuoco lo status epistemologico della disciplina e il suo
ambito di ricerca, attraverso il momento iniziale della sua storia. La lezione
presenterà, pertanto:
- le differenze tra il pensiero filosofico e quello mitico/religioso.
- la peculiarità del pensiero greco rispetto a quello orientale.
- la contestualizzazione storico-politica del tema trattato.
- le domande fondamentali della filosofia.
- i primi filosofi e le loro teorie.
- la lettura che alcuni filosofi del Novecento hanno dato dell’origine della
filosofia.
La lezione si inserisce nella programmazione
didattica annuale, volta all’acquisizione delle
competenze chiave trasversali:
Comunicazione nella madrelingua;
Competenze sociali e civiche;
Consapevolezza ed espressione culturale.
competenze disciplinari:
- Esprimersi in modo coerente, fluido e
appropriato;
- conoscere il lessico (storico, filosofico o
politico-giuridico);
-definire, confrontare e collegare temi e concetti;
- contestualizzare nello spazio e nel tempo; argomentare;
- analizzare testi, documenti e fonti; disputare; approfondire
- lavorare a livello interdisciplinare;
- individuare la specificità del discorso storico, filosofico e politicogiuridico;
- cogliere il nesso causale tra concetti e/o eventi;
- comportarsi secondo i principi e i valori di Cittadinanza e Costituzione.
• Obiettivi:
- Essere capaci di concettualizzare e problematizzare
una nozione.
- Essere capaci di argomentare una tesi.
- Acquisizione dei primi termini chiave della
filosofia, per la formazione di un lessico
disciplinare.
“ La storia dell’antica filosofia greca, specialmente da
Talete a Platone, è uno splendido racconto, fin troppo
bello per essere vero. In ogni generazione troviamo
almeno una nuova filosofia, una nuova cosmologia di
sorprendente originalità e profondità. Come era
possibile questo? Naturalmente, non c’è una
spiegazione per l’originalità e il genio. Si può cercare,
tuttavia, di gettarvi un po’ di luce. Qual era dunque il
segreto degli antichi? Ritengo si tratti di una
‘tradizione’ – ‘la tradizione della discussione critica’.
Karl Popper, Congetture e confutazioni
«L'Europa spirituale ha un luogo di nascita. Non parlo di un luogo
geografico, di un paese, per quanto anche questo senso sia legittimo;
parlo di una nascita spirituale che è avvenuta in una nazione, o
meglio per merito di singoli uomini e di singoli gruppi di uomini di
questa nazione. Questa nazione è l'antica Grecia del VII e del VI
secolo a.C. Qui si delinea un nuovo atteggiamento di alcuni uomini
verso il mondo circostante. Da questo atteggiamento derivò una
formazione spirituale di un genere completamente nuovo, la quale si
trasformò rapidamente in una forma culturale sistematicamente
conclusa. I Greci la chiamarono filosofia. Nella sua traduzione esatta,
questo termine non significa altro che scienza universale, scienza del
cosmo, della totalità di tutto ciò che è. […]
Per quanto possa sembrare paradossale, io considero la nascita della
filosofia, di una filosofia che include tutte le scienze, il fenomeno
originario dell'Europa spirituale».
Edmund Husserl
La filosofia nasce nell’Ellade del VI secolo a.C.
Perché in Grecia?
Mancanza di
una religione
rivelata
Dinamica
circolazione
di merci e
idee
Polis e
democrazia
FILOSOFIA COME SAPERE CRITICO
«Presso tutte, o quasi, le civiltà troviamo qualcosa di simile a un
insegnamento religioso e cosmologico, e presso alcune società si
trovano delle scuole. Queste, […]lungi dal costituire luoghi di
discussione critica, assolvono al compito di impartire una determinata
dottrina e di conservarla pura e immutata. Compito di una scuola è il
tramandare alla generazione successiva la tradizione, cioè la dottrina del
suo fondatore, del suo primo maestro, e a tal fine la cosa più
importante è mantenere inviolata la medesima dottrina. Una scuola del
genere non accetta mai una nuova idea. Le concezioni nuove sono
eresie […] E’ chiaro che in una scuola del genere non possiamo
aspettarci di trovare una storia delle idee, e neppure il materiale per essa.
Non si ammette infatti che le idee nuove siano tali: tutto viene attribuito
al maestro. […]
Come è naturale, in una simile scuola non può svolgersi alcuna discussione
razionale. Potranno svilupparsi argomenti contro i dissenzienti e gli eretici,
o contro scuole rivali. Ma la dottrina viene difesa principalmente ricorrendo
a rigide asserzioni, a dogmi e a condanne, piuttosto che con il ragionamento.[…] Il carattere della filosofia greca, e delle scuole filosofiche, è
notevolmente diverso dal tipo di scuola dogmatica ora delineato. […] Le
nuove idee vengono proposte come tali, e sono il risultato di una critica
aperta. Invece dell’anonimato troviamo una storia delle idee e dei loro
creatori. Si tratta di un fenomeno unico, strettamente legato alla
straordinaria libertà e creatività della filosofia greca. Come possiamo
render ragione di tale fenomeno? ‘Quanto dobbiamo spiegare è la nascita di
una tradizione’. Una tradizione che consente e incoraggia le discussioni
critiche fra scuole diverse e, ancor più sorprendentemente, all’interno di una
stessa scuola. Eccetto che fra i pitagorici, non troviamo mai una scuola
dedita alla conservazione di una dottrina. Troviamo invece cambiamenti,
idee nuova, modifiche, e la critica aperta del maestro».
Karl Popper, op. cit.
MONDO GRECO
MONDO
ORIENTALE
-Monarchie stataliste e
accentratrici.
-Caste sacerdotali che detengono le
chiavi del sapere e del potere.
-Società statica.
-Sapere essenzialmente religioso.
-
Direzione democratica dello
Stato.
-
-
Accanto all’aristocrazia, ceto
mercantile ricco.
Società dinamica.
-
Molteplicità dei saperi.
IL THAUMAZEIN
«Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa
della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle
difficoltà più semplici, in seguito, […] giunsero a porsi problemi sempre
maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli
del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero
universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di
non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual
modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che
destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi
dall’ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere
e non per conseguire qualche utilità pratica. E il modo stesso in cui si sono
svolti i fatti lo dimostra: quando c’era già pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all’agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a
ricercare questa forma di conoscenza. É evidente, dunque, che noi non la
ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; e, anzi, è
evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è
asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera:
essa sola, infatti, è fine a se stessa. […]Tutte le altre scienze saranno più
necessarie di questa, ma nessuna sarà superiore».
Aristotele, Metafisica, 982b-983a.
«L'Europa non è più un aggregato di nazioni contigue che si
influenzano a vicenda soltanto attraverso il commercio e le lotte
egemoniche, bensì uno spirito nuovo che deriva dalla filosofia e
dalle scienze particolari che rientrano in essa, lo spirito della libera
critica e della libera normatività, uno spirito impegnato in un
compito infinito, che permea tutta l'umanità e crea nuovi e infiniti
ideali! […]
La funzione che la filosofia deve costantemente esercitare all'interno
dell'umanità europea è una funzione di guida per tutta l'umanità».
Edmund Husserl