"La lingua non è sufficiente a
dire e nemmeno la mano riesce
a scrivere tutte le meraviglie del
mare" Cristoforo Colombo
Il mare è il cuore pulsante del nostro
pianeta… cuore colmo di segreti e
meraviglie sconosciute.
Mezzo attraverso cui si sono incontrate e
scontrate storie,culture e popoli, resta
nonostante sia l’elemento più vasto del
nostro pianeta il meno conosciuto…
C’è ancora molto da scoprire sui misteri
della vita acquatica e sugli organismi che
popolano le profondità degli oceani:
almeno un terzo delle specie marine sono
ignote…
Nelle profondità degli abissi le condizioni di
vita sono estremamente difficili. Assenza
di ossigeno, mancanza di luce e la forte
pressione esercitata a quelle profondità
ci lascia immaginare un ambiente
proibitivo per qualsiasi forma di vita..
Una delle meraviglie più vicine a noi è il lago
Urania, situato nel Mediterraneo a 3.500 metri
di profondità, dove alcuni batteri vivono in
condizioni «extraterrestri».
La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori
guidato dall'Università degli Studi di Milano.
Lo studio, ha interessato l’ambiente microbico
del lago sottomarino Urania, uno dei bacini
anossici ipersalini situati nel Mar
Mediterraneo orientale a una profondità di
oltre 3500 m.
Urania è uno degli ambienti più estremi del nostro pianeta,
caratterizzato non solo da elevata profondità e salinità, ma
anche da assenza di luce e ossigeno e da alte concentrazioni di
metano e soprattutto di idrogeno solforato, quest’ultimo
altamente tossico per molti organismi compreso l’uomo. I
ricercatori hanno descritto l’esistenza di una complessa
comunità di microrganismi lungo la colonna d’acqua
ossigenata sovrastante: si tratta di uno strato di soli 2 m su
una colonna d’acqua di oltre 3500 m, che genera un gradiente
di salinità e di nutrienti in grado di sostenere particolari attività
metaboliche.
Conosciamo più dell’infinito spazio profondo che del
nostro mare, orizzonti e meraviglie geologiche che
sono tutt’oggi fonte di ricerca e di studio… La Fossa
delle Marianne è la depressione oceanica conosciuta
come la più profonda al mondo.
È localizzata a nord-ovest dell'Oceano
Pacifico, ad est delle isole Marianne, vicino al
Giappone. La fossa, che forma un leggero arco
lungo circa 2 500 km, si trova in corrispondenza
dell'incontro di due placche tettoniche, in una zona
di subduzione, dove la placca del Pacifico si insinua
sotto la placca delle Filippine.
Il punto più profondo si trova a circa 11 000 metri sotto
il livello del mare. Nei pressi della Fossa delle
Marianne (come vicino a tutte le altre fosse
sottomarine), sono presenti molti vulcani
sottomarini.
–
Il Trieste partì da San Diego il 5 ottobre 1959 alla volta
dell'isola di Guam, per dare inizio al progetto Nekton
(una serie di immersioni nella profondissima fossa
delle Marianne).Il 23 gennaio il Trieste raggiunse il
punto più profondo della fossa delle Marianne con a
bordo Jacques Piccard e Don Walsh, della U.S. Navy.
Questa fu la prima volta che un batiscafo, con o
senza equipaggio, raggiunse quella profondità. I
sistemi di bordo indicarono una profondità di 11.521
m, anche se successivamente questo dato fu portato
a 10.916 m, e misure ancor più precise nel 1995
portarono la profondità a 10.911 m. sino ad una
misurazione definitiva del 2009 pari 10.902 m.
Da sempre il mare è stato fonte continua di
risorse messe a disposizione dell’uomo, che
però davanti a tanta possibilità spesso
adotta un comportamento volto verso lo
sfruttamento e la mancanza di rispetto nei
confronti del mare e i suoi abitanti.
L’inquinamento marino è causato da diversi
fattori: scarichi delle navi, scarichi urbani ed
industriali, scarichi di idrocarburi, rifiuti
solidi; a questi vanno aggiunti, inoltre, gli
incidenti petroliferi che causano le
cosiddette “maree nere” e l’eutrofizzazione,
quest’ultimo un fenomeno che negli ultimi
tempi sta notevolmente sviluppandosi. Si
tratta dell’arricchimento nelle acque di
sostanze nutritive, in particolare azoto,
fosforo e zolfo; che portano ad un
arricchimento di alghe e piante acquatiche.
Insieme all’inquinamento,ciò che distrugge la fauna
marina è il sempre più esteso e drammatico sviluppo
della pesca di frodo. La pesca di frodo e la pirateria
ittica rappresentano da anni un business
plurimiliardario che sta distruggendo i mari del globo.
Secondo una stima il volume complessivo mondiale
della pesca di frodo va dai due ai quindici miliardi di
dollari. Alcuni dei pesci “rubati” dai mari possono
avere
un valore commerciale che arriva a toccare cifre
altissime: il tonno blu, ad esempio, può costare anche
50.000 euro.
Il concetto di pesca di frodo racchiude in se molti
aspetti, tutte attività messe in atto a danno sia delle
comunità ittiche e delle acque, che delle attività
commerciali e della salute pubblica laddove, per
esempio, vengano a mancare le norme igieniche
prima della messa in commercio del pescato
Il mare è sempre stato presente nella vita dell’uomo, il
quale ha cercato di avvicinarlo a sé, di conquistarlo,
di navigarlo liberamente, senza vincoli, senza
ostacoli, di vivere le emozioni che solo
quell’immensa distesa di acqua può trasmettere, di
sentire la brezza soffiare sul viso, vederla
sospingere la vela dell’imbarcazione, per
raggiungere orizzonti lontani…
La vela… su essa si basa lo sport che appassiona
migliaia e migliaia di uomini che vivono a stretto
contatto con il mare.
Disciplina che si pratica sul mare o in acque interne
con imbarcazioni dotate di alberatura a vela che
utilizzano, per muoversi, la sola spinta del vento. Le
barche a vela si usano sia per diporto (crociere e
pesca) sia per gareggiare in competizioni dette
regate. Si distinguono imbarcazioni a deriva mobile
o "derive" e imbarcazioni "a bulbo"; queste ultime
sono spesso dotate di una cabina per
l'alloggiamento dell'equipaggio e vengono perciò
definite "cabinati" oppure "yacht d'altura" per il fatto
che consentono di percorrere lunghi tragitti in mare
aperto.