La fine della Repubblica romana
 Nel primo secolo a.C. la repubblica romana si stava dissolvendo in un bagno di
sangue.
 Si era infatti concluso da poco il conflitto tra il popolare Mario e l’aristocratico
Silla*, durante il quale erano state pubblicate le liste di proscrizione e Roma era
stata occupata dagli eserciti dei contendenti come una città nemica.
 A questo conflitto si era sostituito quello tra Pompeo, Crasso e Giulio Cesare, dal
quale quest’ultimo sarebbe uscito vincitore proprio nel periodo in cui,
presumibilmente, Catullo è morto.
La fine della Repubblica romana
Roma era continuamente sconvolta da sanguinosi disordini: prima la congiura di Catilina,
sventata dal console Marco Tullio Cicerone, poi i conflitti tra i sostenitori dei triumviri, tra i
quali anche Publio Clodio, (fratello della Clodia di Catullo), violento tribuno della plebe
sostenitore di Cesare, autore dell’esilio di Cicerone e morto assassinato .
Proseguiva il processo di proletarizzazione dei piccoli contadini che, una volta persa la loro
proprietà, si mettevano al servizio dei generali più abili e ingrossavano le clientele dei
personaggi più potenti.
Cronologia
Lotte tra Mario e Silla.
Dittatura di Silla
Congiura di Catilina 63
a.C.
Pompeo e Crasso dominano
Roma Ascesa di Giulio
Cesare
Anno 60 primo triumvirato
Anni 48 \ 44 vittoria di Cesare su
Pompeo e suo governo
Anno 44 assassinio di Cesare
Anni 43 \ 31 Ottaviano si impone
dopo aver ottenuto la testa di
Cicerone, aver sconfitto i
congiurati e aver eliminato Marco
Antonio suo ex alleato e la regina
Cleopatra
Anni 58 \ 52 Cesare in
Gallia
3

Mario e Silla
http://www.romaspqr.it/ROMA/Storia/Storia-Mario_e_silla.htm
Dopo la morte di Caio e Tiberio Gracco, il potere passò ai
signori della guerra, Mario e Silla.
Mario, zio di Cesare, era un uomo nuovo (non aveva cioè
antenati illustri) e tra il 102 e il 101 a. C., sconfisse due
popolazioni germaniche: i Cimbri e i Teutoni, che
minacciavano la Repubblica e trovandosi così a capo del
partito democratico, cioè quello che sosteneva i diritti del
popolo (o almeno così faceva credere).
4

 Capo del partito senatorio (cioè quello dei nobili,
degli aristocratici) era invece Silla, altro grande
generale. Egli marciò contro Roma con il suo esercito
per scacciare Mario ed i suoi seguaci. Fu la prima volta
che un esercito romano marciò contro la stessa
Repubblica
5

MARIO E SILLA
La lotta civile tra Mario e Silla fu tremenda ed alla fine Roma e
l'Italia caddero in mano a Silla che eliminò i suoi oppositori
con le famose liste di proscrizione nelle quali erano scritti i
nomi di coloro che dovevano essere uccisi e ai quali dovevano
essere confiscati i beni. In questo modo morirono circa 5.000,
cittadini anche innocenti
Silla anticipò quello che poi sarà il regime imperiale. Nel 79 a. C. si
ritirò a vita privata e un anno dopo morì.
Cicerone e Catilina
Lucio Sergio Catilina era un nobile romano che dopo la dominazione di
Silla desiderava impadronirsi dello stato, su cui esercitare potere
assoluto.
Egli cercò di farsi eleggere console nell'elezioni del 64 a.C., riprovandoci
dopo che la sua candidatura non era stata accettata nel 66 a.C.
Catilina cercò di attirare il consenso dei votanti con un programma
elettorale che prevedeva l'abrogazione dei debiti: un provvedimento
sostanzialmente demagogico che veniva incontro innanzitutto alle
esigenze della nobiltà che si era rovinata finanziariamente con spese
eccessive.
Egli però venne battuto dall'avversario Cicerone perché costui, anche se non
appartenente ad una famiglia nobile, era un ottimo oratore protetto da Pompeo
e dall'aristocrazia senatoria.
7

 Il primo tentativo di Catilina di uccidere Cicerone
fallì. Infatti il console era venuto a sapere tutte le
informazioni da Fulvia, matrona romana che usava
concedersi agli uomini ricchi e potenti per trarne ovvi
vantaggi, non ultimo tra questi le informazioni da
vendere. Era amante di Quinto Curio, complice di
Catilina coinvolto nella congiura ma, stanca della
relazione, aveva deciso di interromperla. L'uomo cercò di
indurla a cambiare idea, descrivendole il futuro di
ricchezze che la aspettava una volta compiuta la
congiura.
8

LA CONGIURA DI CATILINA
Venuta a conoscenza del piano dei congiurati, andò a riferire a
Cicerone il progetto del suo amante e lui la convinse a continuare la
relazione per scoprire nuove informazioni. Così fece Fulvia e lo
sciocco Quinto Curio le rivelò la data e il modo con cui sarebbe
stato attuato il piano. Grazie a questo colpo di fortuna, Cicerone
sfuggì al primo attentato alla sua vita facendosi negare in casa e
impedendo che i sicari entrassero.
 Temendo ormai per la sua vita, oltre che per la repubblica,
Cicerone cercò di far fare a Catilina un passo falso e lo
attaccò pubblicamente in Senato apostrofandolo con le
frase rese celebri dalla prima catilinaria. Catilina, di
fronte alle accuse (anche di aver fatto uccidere l
moglie e il figlio) abbandonò improvvisamente la
seduta e fuggì da Roma con la scusa di dover sbrigare
degli affari urgenti in Etruria. Giunto a
destinazione, sempre più infuriato, decise di attuare,
servendosi di un esercito composto da ex soldati di Silla,
il piano in base al quale avrebbe messo a ferro e
fuoco la città nei giorni dei Saturnali, eliminando
tutti i senatori suoi avversari, in primis il console.
10

 Il momento sarebbe stato favorevole perché durante
i festeggiamenti venivano abolite regole e
convenzioni. All'insegna del motto "Semel in anno
licet insanire" (un volta all'anno è lecito impazzire),
ci si mascherava e i servi diventavano padroni e
viceversa; l'ubriachezza era diffusissima, regnava una
grande confusione e nessuno si sarebbe potuto
accorgere di qualunque anormalità. Inoltre Catilina
aveva programmato incendi strategici nella città
per distogliere l'attenzione dei vigili del fuoco,
che allora avevano anche funzioni di polizia.
11

 Intanto era giunta a Roma un'ambasceria degli Allobrogi,
popolazione gallica venuta per lamentarsi di mancanze
nei loro confronti. I congiurati, che cercavano il
maggior numero di sostenitori possibili, proposero
ai galli di unirsi a loro ma essi, fiutando il pericolo,
si recarono da Cicerone, che li convinse a fingere di
accettare l'alleanza a patto di far mettere per iscritto
tutto quanto implicasse la congiura chiudendo le
lettere con il sigillo personale impresso sulla
ceralacca per autenticarne il contenuto. In tal modo
l'ambasceria li avrebbe portati al re degli Allobrogi
che avrebbe poi deciso se accettare o no. Le lettere
partirono da Roma, ma furono subito intercettate da un
posto di blocco che Cicerone aveva fatto appostare con
l'ordine di requisire le buste ma di non rompere i sigilli.
Le buste furono poi aperte in Senato e si scoprirono
tutti i congiurati, molti dei quali erano essi stessi
senatori: la congiura fallì.
12

LA CONGIURA DI CATILINA
Le lettere partirono da Roma, ma furono subito
intercettate da un posto di blocco che Cicerone aveva fatto apposta
con l'ordine di requisire le buste ma di
non rompere i sigilli. Le buste furono poi aperte in Senato e si
scoprirono tutti i congiurati, molti dei quali erano essi stessi
senatori: la congiura fallì.
 L'interrogativo fondamentale riguardava ora il destino dei
congiurati e nel senato si manifestarono due linee di
opinione: da un lato quella più radicale sostenuta da
Cicerone e Catone, secondo la quale essi andavano
messi subito a morte, dall'altro quella più moderata,
sostenuta da Cesare, secondo la quale essi dovevano
essere condannati al confino in qualche sperduto
municipio.
14

Secondo la legge i condannati avevano diritto
all'appello al popolo per far commutare un'eventuale sentenza di
morte e per questa ragione, temendo che il popolo accettasse la
grazia dei condannati mentre lui
non voleva più correre pericoli, Cicerone fece
sgozzare tutti i suoi nemici illegalmente
quella sera stessa, nelle segrete dell'orribile carcere detto per
ironica fatalità "tulliano".
 Per questo atto compiuto ai danni di cittadini romani senza
processo, sarà successivamente chiamato in tribunale ed
esiliato ma questo esilio non durò a lungo.
 Venne inviato contro Catilina un esercito comandato
ufficialmente dal collega di Cicerone, sorvegliato però
attivamente da alcuni commissari perchè sospetto di aver preso
parte alla congiura. Alla vigilia dello scontro finale, questo
dubbio console marcò visita per un presunto malore e il
comando venne affidato ad ufficiali fedeli a Cicerone.
 In questa circostanza il cospiratore mostrò il suo valore di
guerriero lottando fino alla fine: fu ritrovato agonizzante nel
folto dei nemici, con ferite solo sulla parte anteriore del corpo,
segno che non aveva mai cercato la fuga.
16

 http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_romana_(49-45_a.C.)
 La Guerra civile romana del 49 a.C., nota anche come Guerra
civile di Cesare, è uno degli ultimi conflitti sorti all'interno
della Repubblica Romana. Essa consistette in una serie di
scontri politici e militari fra Giulio Cesare, i suoi sostenitori
politici, e le sue legioni, contro la fazione tradizionalista e
conservatorista nel Senato Romano, chiamati anche Optimates,
spalleggiata dalle legioni di Pompeo.
 Molti storici concordano nel dire che la guerra civile fu una
logica conseguenza di un lungo processo di decadenza delle
istituzioni politiche di Roma, iniziata con la carriera disastrosa
di Tiberio Gracco, e continuata con la riforma delle legioni
di Gaio Mario, la sanguinaria dittatura di Lucio Cornelio Silla,
ed infine nella svolta proposta dal Primo Triumvirato.
17

 Che l'analisi sia o meno corretta, questi eventi
frantumarono le fondamenta della Repubblica, ed è
chiaro che Cesare volse abilmente in suo favore
l'opportunità offertagli dalla decadenza delle
istituzioni. Dopo una lunga lotta militare e politica fra
il 49 e il 45 a.C., combattuta
in Italia, Grecia,Egitto, Africa, e Spagna, Cesare sconfisse
nella Battaglia di Munda l'ultima fazione tradizionalista
del senato.
18

LA CRISI DELLA REPUBBLICA ROMANA
Gli effetti della guerra civile di Cesare e Pompeo portarono
profondi cambiamenti nelle tradizioni politiche della
repubblica che da questo punto in poi non furono più
recuperati.
Pompeo e Crasso
 L’avvento e la signoria di Pompeo (79-48 a.C.)
 Dopo il ritiro di Silla, egli divenne l’uomo del Senato,
difensore degli interessi dell'aristocrazia.
20

 **Imprese in Oriente
 In quel momento Roma si trovava di fronte a molteplici
pericoli: dalle scorribande dei pirati nel mediterraneo
alle incursioni dei barbari, fino ai nuovi intrighi di
Mitridate in Asia.
 Pompeo assunse allora l’incarico della guerra
contro i pirati, facendosi concedere poteri eccezionali:
per tre anni ricevette il comando supremo su tutti i
mari e le coste, dal Bosforo fino alle colonne
d’Ercole (lo stretto di Gibilterra). Mai un imperator
aveva racchiuso in sé così tanti poteri, e questo era un
ulteriore segno del degrado delle istituzioni
repubblicane.
21

-

-Contro Spartaco
Pompeo diede man forte a Crasso, l'uomo più ricco di
Roma, impegnato militarmente contro Sprtaco e i suoi
gladiatori, che non riusciva a sconfiggere. La vittoria fu
infine ottenuta, e Pompeo rientrò a Roma pieno di gloria
e divorato dall’ambizione. Un’ambizione che inizia a
spaventare il Senato, contro il quale si formerà
un’alleanza tra Pompeo e Crasso, che troverà in seguito il
suo campo di azione in Oriente.
http://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/spartac
o.htm
22

 Nel 60 a.C. Cesare cercò di ottenere il consolato per
l’anno successivo. Nello stesso momento,
probabilmente in quell’estate, concluse un patto
segreto con Pompeo e Crasso che, mentre lui,
sebbene di origine patrizia, disponeva dell’appoggio
dei populares, avevano rispettivamente il prestigio
militare e il denaro. Questo accordo ha preso il nome di
primo triumvirato.
23

 Di fatto a Roma regnava l’anarchia, e le cose si complicarono
maggiormente quando Crasso morì nel disastro della battaglia di
Carre (53 a.C.) durante la quale le legioni romane erano state
annientate dal popolo dei Parti, impadronitisi delle loro insegne.
 Rottura del triumvirato e sconfitta di Pompeo
 Mentre Cesare portava avanti la conquista delle Galli, Pompeo
dominava a Roma. Quando Cesare si liberò dei suoi nemici Galli,
scoppiò il suo conflitto con Pompeo.
 Infatti la rottura avvenne nel 50, ma fu solo quando Cesare, di
ritorno dalla Gallia, passò il Rubicone, nel 49 a.C., che ebbe
inizio la guerra civile.
24

 Mentre Cesare si impadroniva di Roma, Pompeo e
i suoi abbandonarono l’Italia con l’intenzione di
raggiungere l’Asia. Vinto in Grecia a Farsalo, nel
48, Pompeo raggiunse l’Egitto dove fu assassinato
dai ministri del faraone, ma Cesare non si mostrò
riconoscente verso di loro favorendo l’ascesa al
trono della sorella del re, la regina Cleopatra.
 Il fiume che oggi si trova nella Romagna, segnava storicamente il
confine tra l’Italia e la Gallia Cisalpina: attraversarlo con le proprie
truppe significava dunque marciare armati sul suolo sacro.
25

La dittatura di Cesare
(si veda documento specifico)
Dal 46 al 44 a.C. era signore di Roma, forte del prestigio delle sue
vittorie, accumulando onori, e nel frattempo completò i suoi poteri:
nel 46, infatti, gli venne attribuita la dittatura per dieci anni; nel
44, un senatoconsulto lo proclamaò dittatore a vita. Le monete lo
raffiguravano con una effigie (privilegio regale), il giuramento di
fedeltà era fatto in suo nome (privilegio riservato solo a Giove), la sua
statua era esposta in Campidoglio insieme con quella dei sette re, e
lui, nominato anche parens patriae, si presenta come un nuovo
Romolo. Nel 44 Cesare aveva 57 anni, e sembrava invulnerabile sia
per la propria reputazione, sia perché è in possesso pieno delle sue
capacità militari, politiche e intellettuali. I suoi partigiani gli erano
tutti fedeli e aveva previsto una campagna contro il popolo dei
Parti, e già 16 legioni erano stanziate in Epiro e in Macedonia.
26

 Nel 45 però era già era nata l’idea di liberarsi di lui,
temendo che volesse diventare re, e anche alcuni dei
cesariani erano passati dalla parte dei congiurati che si
raggrupparono intorno all’idea di libertas per
giustificare il loro gesto. La congiura si compì il 15
marzo del 44, giorno delle Idi, in Campo Marzio, appena
prima della seduta in cui il Senato avrebbe dato il via alla
guerra contro i Parti. Un gruppo di congiurati, guidati da
Cassio e Bruto (suo figlio adottivo) lo uccise con 25
coltellate. La sua morte avrebbe aperto un nuovo, lungo
periodo di guerre civili, che sarebbero durate per 13 anni.
Questo non piacque al popolo, beneficiato da Cesare con una
politica di donazioni, costruzione di opere pubbliche e leggi
di difesa contro le pretese dell’aristocrazia. La morte di
Cesare determinò anche la fine della repubblica
aristocratica che si richiamava all’ideale della libertas e
l’avvento di un regime personale definito impero ma di
fatto una monarchia.
27

Un gruppo di congiurati, guidati da Cassio e Bruto (suo figlio
adottivo) lo uccise con 25 coltellate. La sua morte avrebbe aperto
nuovo, lungo periodo di guerre civili, che sarebbero durate per 13
anni. Questo non piacque al popolo, beneficiato da Cesare con una
politica di donazioni, costruzione di opere pubbliche e
leggi di difesa contro le pretese dell’aristocrazia.
La morte di Cesare determinò anche la fine della repubblica
aristocratica che si richiamava all’ideale della libertas e l’avvento
un regime personale definito impero ma di fatto una
monarchia.
Bruto, Cassio, Antonio e Ottaviano
Morto Cesare, l’idea dei congiurati era quella di gettarne
il cadavere nel Tevere e di proclamare il ritorno della
libertà, tuttavia, di fronte alle ostilità del popolo che
era venuto a sapere dell’assassinio, i congiurati guidati
da Cassio e Bruto dovettero trovare rifugio sul
Campidoglio. Dal marzo del 44 fino alla fine del 43,
dopo molti tentennamenti, la situazione fu
ristabilita: Marco Antonio si attirò il favore del
popolo impugnando il testamento di Cesare e
comunicandone il contenuto, organizzò i funerali del
dittatore e ne pronunciò un elogio funebre.Bruto e
Cassio, con gli altri congiurati, furono costretti ad
abbandonare Roma.
29

 Erede della ricchezza, di fama e in denaro, di Cesare, era
Ottavio, suo pronipote, che raggiunse i veterani di quello
che con una adozione era diventato suo padre ed essi lo
accolsero come suo successore. Reclutò inoltre 3.000 uomini
e si pose come rivale di Antonio, col quale tuttavia stabilì
un accordo provvisorio concedendogli cinicamente in
regalo l’assassinio di Cicerone.
 Antonio, dopo un soggiorno ad Alessandria, divenne l'amante
della regina Cleopatra. Le fonti antiche, dalla parte di Ottavio,
presentano Antonio come lo zimbello di Cleopatra, che avrebbe
voluto spartire l’impero territoriale romano con i figli di lei e
magari spostare la capitale da Roma ad Alessandria. Si tratta
sicuramente di esagerazioni.
30

 Con un senatoconsulto si dichiarò guerra ad Antonio,
che viene sciolto da tutti i suoi poteri, e a Cleopatra. Lo
scontro tra i due eserciti ebbe luogo nel Mar Adriatico il 2
settembre del 31 a.C. , ad Actium (Azio). La battaglia fu
vinta da Ottavio, divenuto ormai padrone di tutto il
territorio romano, e unica figura potente. Marco antonio e
Cleopatra si tolsero la vita.
31

La fine della democrazia a Roma
Nel 28 Ottavio inaugura il suo sesto consolato e diventa
princeps senatus, cioè il primo che parla durante le assemblee,
quello che è in grado – dunque – di orientare le udienze. Nello
stesso anno sono emanate leggi morali e suntuarie che
aumentano i privilegi dei buoni cittadini: la Repubblica di un
tempo sembra restaurata.
Nel 27 Ottavio rimette tutti i suoi poteri al Senato, che di contro
lo prega di restare. Si giunge allora ad un compromesso, che
sarebbe durato parecchi secoli:
-per dieci anni Ottavio riceve il comando delle province in
cui stazionano le truppe, e questo imperium proconsolare gli
sarebbe stato rinnovato fino alla sua morte (per periodi di dieci e
cinque anni)
32

  Ora Ottavio dispone del potere legale che gli mancava;
 -il Senato, per parte sua, conserva la gestione delle
province pacificate, cioè che non comportano un esercito
, sappiamo però che l’imperatore intervenne anche nelle
province senatorie.
33

 Vengono inoltre emanati tre decreti, tra i quali il più
importante è
 1)Assegnazione del titolo di Augustus (che Ottavio
porterà come cognome). Questo termine era ripreso dal
gergo religioso: Augustus è «il portatore di auctoritas».
Tutto quello che Ottavio compirà da questo momento in
poi, dunque, sarà aumentato da una qualità superiore,
in rapporto con la divinità. Dal 27, insomma, Ottavio
diventa Imperator Caesar Divi Filiius Augustus, nome
che segnala il suo imperium (nel praenomen), la sua
filiazione divina («figlio del Divino»), il cognomen
Caesar che diventa «nome di famiglia», nonché la sua
nuova qualità di «portatore di Auctoritas».
34

 Augusto giunse a sommare in sé:
 -l’imperium proconsolare rinnovabile, rifiutando a tutte le
altre magistrature che gli furono proposte (la dittatura,
censura a vita e consolato perpetuo) dal Senato e dal
popolo romano (accetterà solo missioni eccezionali);
 -la tribunicia potestas: senza essere membro della
plebe, infatti, Augusto possedeva tutti i poteri dei tribuni
della plebe (sacrosanctitas e inviolabilità, veto sugli altri
magistrati, diritto di convocare il Senato, diritto di porre
leggi, ius auxilii), ma il suo potere si estende non solo a
Roma ma anche per tutto l’impero territoriale romano.
- la carica di Pontifex Maximus
 Le istituzioni della Repubblica, tra cui non solo il Senato e
le magistrature, ma anche i comizi, continuano ad
esistere, e Augusto è un semplice cittadino, tuttavia
tutte le decisioni da prendere sono subordinate alla35

Le istituzioni della Repubblica, tra cui non solo
il Senato e le magistrature, ma anche i comizi,
continuano ad esistere, e Augusto è un semplice cittadino,
tuttavia tutte le decisioni da prendere sono subordinate alla
sua ultima parola.
Egli lascia funzionare tutto, ma in realtà è la sua sola parola
essere legge.