Liberaci dal maschio, amen. Morte e rinascita dell’immagine maschile nella pubblicità di oggi Il maschio umiliato nello spot Alcune recenti immagini pubblicitarie basano la loro attrattiva sulla rappresentazione di un maschio umiliato (torturato, sculacciato, sbeffeggiato, rappresentato come un inetto, ridotto a oggetto, accessorio, sostituibile, senza carattere… etc etc. etc.) Ben venga l’uomo-oggetto, diranno le femministe, dopo anni di donne-oggetto. Questa brillante osservazione non spiega però come mai il maschio spara su se stesso: la stragrande maggioranza delle agenzie di pubblicità, e delle aziende produttrici, è infatti diretta da maschi. In questo caso sarebbe meglio dire maschi “femminilizzati”, governati cioè da un mix di insicurezze e da un atteggiamento di auto denigrazione che deriva dalla mancata trasmissione della identità e dei valori maschili nella epoca in cui l’uomo-padre è assorbito dal lavoro e l’educazione dei figli è affidata quasi completamente alle donne, che insegnano a essere “bravi bambini” secondo criteri femminili (1). (1)Claudio Risé: Essere Uomini, Red; Il Padre, assente inaccettabile, S.Paolo. Non sono quindi i ragionamenti “scientifici” o di mercato quelli che determinano la genesi di queste immagini, a parte un generico ammiccamento alle donne, da sempre maggiori consumatrici dei maschi, e l’attenzione non dichiarata al narcisismo gay. In pubblicità, una tecnica per trovare una idea per la campagna è quella del “brainstorming”: un gruppo di persone si chiude in una stanza e inizia a spararle grosse “senza l’ingombro di freni inibitori”, cercando di catturare qualcosa che faccia colpo (2). Questo processo finisce con il rappresentare per lo più le patologie dei “creativi”. Si spiega così come un gruppo governato da maschi possa avere prodotto e ritenuto degno di attenzione un panorama immaginifico basato sulla fantasia di un maschio degradato; associato per contrasto a una donna dominatrice, ultrasicura, professionalmente affermata, che viaggia tra i poli opposti di fata e di strega (una fantasia perversa più che un soggetto reale). L’eterno bambino è rappresentato spesso al guinzaglio della mamma, sollevato così dalla pesante responsabilità dell’essere maschio e padre. E’ un essere perso, un “cane senza naso”(4), sempre più femminilizzato, educato, meno aggressivo e istintuale. (2) Bruno Ballardini, La morte della Pubblicità, Castelvecchi Ed. (4)Claudio Risé, Il Maschio Selvatico, Red Edizioni. Questo maschio “debole”, dimentico e menomato nelle sue caratteristiche di portatore di responsabilità familiari e sociali, privato di una dimensione spirituale, bagaglio troppo ingombrante per potersi dedicare pienamente alla produzione di merci e di fatturato, riproduce se stesso su scala multinazionale via TV, riviste e cartelloni giganti in città. Per fortuna questa moda pubblicitaria sta segnando il passo, e riaffiorano a poco a poco immagini di un maschile più sano, che può avere i muscoli ma non diventa una soubrette svenevole, gioca con i figli ma non è un mammo, si occupa dei soldi ma non ha ancora venduto l'anima al diavolo. Ecco le tappe della via crucis del maschio maltrattato nella pubblicità… L'uomo bambino Stupido e dipendente praticamente perso senza di lei, la merce, o una donna superiore, che deve spiegargli tutto Molto più grande della tua voglia di crescere, dice il testo. Il bambino che non si stacca dal lecca-lecca rappresenta in effetti assai poca voglia di crescere… Se va avanti di questo passo può sperare al più di papparsi anche tutte le merci più in voga nel tentativo di costruirsi una parvenza di identità, e poter dire almeno: io sono quello che ha la Rover Inginocchiato e abbracciato al suo ventre, lei lo accoglie sotto la sua ala protettrice e vigila il mondo esterno Tonto, inetto,sognatore non tagliato per la vita pratica: un uomo che sa lavare i piatti sembra essere meno comune di un orso che va in bicicletta (ma i piatti non li lava la mamma?). Qui i piatti li ha lavati lei (ha ancora i guanti di plastica) lui però sta provando a asciugarne uno, un evento da filmare. Il dr. Schhneider, patron della Davidoff passata dai pregiati sigari di una volta ai profumi raffinati di oggi. Dall’evanescenza del fumo alla evaporazione dello spirito. Eco era una ninfa che riusciva ad incantare con la parola. Zeus se ne avvaleva per distrarre Giunone e poterla così tradire con le altre ninfe. Ma Giunone, scoperto l'inganno, punisce Eco togliendole la possibilità di parlare autonomamente: Eco da allora può solo riferire le parole che gli altri pronunciano (for man). Se la vita è troppo dura c'è sempre il ritorno nell'utero. La Famigli Si delizia una volta al mese tutti i possessori di una Carta Si (la Visa delle banche italiane) che insieme all'estratto conto possono gustare i dettagli della imbecillità di Sigismondo, ridicolizzato e salvato da Sibilla (colei che predice il futuro…) Queste storielle sul maschio deficiente integrale sono risparmiate ai possessori di carta oro (e poi dicono che i soldi non fanno la felicità…) Lei: (registro di voce da presa per il culo) Ma com’è che t’è venuta questa idea?! Lui: (imbarazzato e con l’aria ebete del bambino beccato con la mano nel vasetto della marmellata) …così, …emh… Lei: Ah cioè tu una mattina ti svegli e dopo tre anni che stiamo insieme te ne esci fuori con questa storia del matrimonio… Lui:(quasi per cambiare discorso) Hai visto in giro il mestolo? Lei:(che ha la vista a raggi X) C’e l’hai sotto al naso. (era anche sotto uno straccio, impossibile da vedere e ancora meno per lei che è lontana ma la frase serve solo a far passare bene l’idea che lui da solo si perde in un bicchier d’acqua) Lei:(cambia registro: ora fa la miciona offesa) Ma scusa… ma non stiamo già bene così? Lui:Certo, era solo per… (ha finito i neuroni, ma gli uomini si sa, ne hanno pochi) Lei: Allora io non vedo il problema… (gli passa un braccio sopra la spalla e guarda il risotto che lui sta facendo) … e questo risotto ai funghi? (assaggia il riso poi con fare virile prende lui e lo tira verso di sé) ...SPOSAMI! (gli da una pacca di scherno sul culo e se ne va sghignazzando) Lui: e ma… troppo tardi…. e mettiti in coda! (tenta di recuperare con un battuta ma non ci riesce). Mentre la voce fuori campo cita il risotto Knorr lei lo afferra di nuovo e gli schiocca un bacio tenendolo per la mascella, per un attimo gli occhi di lui si illuminano di una luce estatica e gli splende la faccia da deficiente. Visibile all’indirizzo: http://www.knorr.it/spot.mpg L'uomo zerbino Come si può sopportare alla lunga un essere così inferiore? Infatti lei abbandona la delicata e onerosa funzione di guida protettiva per passare alla seconda fase: mazziato e cornuto. Prima di cominciare a punirli bisogna giudicarli, e metterli ovviamente tutti tra i cattivi. Lei invece, secondo la didascalia, ascolta sempre, capisce ed è sincera, infatti è tra i buoni (essendo bona). Attenti alle bacchettate sulle dita… Va da sé che solo un uomo può essere così fetente, parola del giudice faccia d’angelo in persona Accessorio: complementare, subordinato, di secondaria importanza. Nel diritto; bene accessorio: che è destinato al servizio, all’utilità o all’ornamento di un altro bene, detto principale Sta guadando il catalogo STEFANEL. L’accessorio dopo. Ecco a voi lo zerbino intelligente: abbaia quando arriva qualcuno con i tacchi a spillo… Dimostrazione pratica: lo zerbino intelligente funziona anche se colpito lateralmente, per esempio sulle mani. La didascalia recita: ”Migliorare il domani. E' da sempre la filosofia NEC.L’alta tecnologia NEC già oggi è pronta a presentarvi un futuro ancora più luminoso. Per fare del mondo un universo da scoprire, fatto di suoni, dati, immagini. Sentite? Il futuro vi sta chiamando" Se il futuro ci chiama così, meglio il paleolitico… Di nuovo i piedi di lei, questa della donna fallica sembra essere una gran fissazione. Si poteva forse dare un taglio divertente (odor control), o sensuale… invece no: lui è ammesso per grazia divina al privilegio di baciarle i piedi: gli occhi socchiusi, per non abbagliarsi, un momento di mistico. In ginocchio davanti alla vedova nera (anche qui il contatto tramite il piede). Ricorda la vestizione del torero, in abito di tenebra anziché di luce. Strega occhi di ghiaccio cavalca in posa orgasmica mentre guarda verso lo spettatore con aria vogliosa, coscia profferta (questo l'ho già domato, dopo vieni tu) Lui sellato a dovere tenuto per i capelli (le idee, l’istinto) inesistente e sopraffatto, belloccio e obbediente, ovviamente sostituibile con un altro (per quello che fa!), trottare e zitto insomma. Qui la scarpa sostituisce il piede, l’ha sempre in mano lei. Lo sguardo con pupilla rossa diabolica fa capire che dopo ce n’è anche per noi. La scritta FIRE (fuoco sul nemico?, il fuoco della giustizia divina?) Del "bambino" si vede il culo esposto al pubblico dileggio e un pezzo di jeans, in fondo sisley vende quelli… Dietro: tende da alta corte. Finalmente qualcuno che si diverte! Lui ha l’ufficio da manager ma lei comanda. Questa scenetta rappresenta bene anche l’idea infantile che il potere è di per se stesso sempre immorale. Una scena rigorosa, lo spazio diviso in due parti, una luminosa e l’altra oscura. Manco a dirlo lui è dalla parte oscura. Non è senza rimedio però perché viene trascinato a viva forza (e conto la sua volontà, essere retrogrado) verso la luce. Ci sono però alcune ragnatele nella parte più oscura che lo vincolano al buio, poverino…ma niente paura: lo salverà lei, il corpo di dio, come recita la scritta dalla parte luminosa. Spiritata e irrefrenabile, con una energia da vera strega se lo tirerà dietro senza scampo. La sua forza è l’unica vera forza in gioco. Un mandala in metallo incrocio tra una ragnatela e un acchiappasogni indiano americano è la decorazione nella sua cintura. Lo illuminerà, malgrado lui. tradimento appena consumato (tracce di fango sulla giacca) adesso bisogna farglielo sapere con una bella foto con tanto di corna, è più sadico! (campagna SISLEY 2003) E lui paga… L’unisex Quello di lei. Ovviamente. Omologazione totale al femminile, dall'estetica al modo di essere e di sentire Il maschio dolce, guarda la vetrina dei dolci… Fotocopia della donna fino all' abito frou-frou con borsetta. Trattandosi di shopping, lei ha lo sguardo più vivace, lui la segue ma sembra (ironia della foto) meno entusiasta. Un’altra fotocoppia… Questa invece è una nuova marca di robot Qui i gelidi gemelli siamesi guardano una stella dalla luce un po’ freddina. La terra è ridotta a un deserto di ghiaccio e sale... sembra un un avvenire poco fertile. Finalmente un po’ di sole ma lui nel due pezzi pare ancora un recluso, o un bambino col vestito della mamma Bambina dalla voce cavernosa, diavoli trisessuati, confusione totale dei generi e anche di qualche specie animale, e qualcuno se lo beve... Visibile all’indirizzo: www.campariredart.it/com_break/index.asp Il viso e lo sguardo da fanciullo troppo delicato (o spietato). La mano invece è già da donna Femminile al 100%, ma forse siamo già al gay pride. Ciao maschio Lui scompare, surrogato, sostituito in versione migliorata da lei, o semplicemente eliminato… Mettiti nei miei panni. ma quanto sono trasgressiva? sono io la maledetta adesso caro jim. Un bacio al rossetto.. Le amichette. L'uomo oggetto. Attenzione ai colpi d’aria… …e alle sostanze tossiche. Il ritorno Ma nonostante tutto c'è ancora. Somiglia a un maschio, fa cose da maschio, sembra proprio lui. Resiste il vecchio eroe di poche parole… sa fare ancora qualcosa… sfida le intemperie e dialoga con la natura sa giocare semplicemente e divertirsi con i figli sa sporcarsi... …e se serve sa ancora menare! www.maschiselvatici.it a cura di guido venturini