Narramilmondo - Istituto Comprensivo Parini

Un viaggio attraverso i
continenti
alla scoperta delle fiabe
più belle …
Ognuno di noi, nel viaggio della vita, si trasforma nel confronto con
l’altro, in un continuo divenire del proprio essere.
La fiaba, per i bambini, è
un’occasione, un modo divertente
ed emozionante per confrontarsi
con realtà diverse dalla propria, che
vivono, si riproducono e si
raccontano attraverso la fantasia, la
creatività, la magia delle parole e
delle immagini.
Entrare con la mente e con il “cuore” nel mondo delle fiabe apre a
nuovi incontri, che invitano alla scoperta dell’altro, al riconoscimento
della ricchezza delle altrui culture, alla consapevolezza delle
profonde somiglianze che legano tutti i popoli della Terra, chiamando
ognuno all’accoglienza e al rispetto.
Rita Cattaneo
Ci presentiamo
Nella nostra classe ci sono bambini originari di paesi
di tre differenti continenti della terra …
EUROPA: Albania, Italia
AFRICA: Marocco
ASIA:
India
… un modo divertente per conoscere questi paesi è quello
di entrare nelle loro fiabe: potremo viaggiare sulle ali della
fantasia in ambienti e luoghi diversi e trovarci nella vita di
villaggi lontani, attraverso la parola scritta e narrata …
Albania
India
Italia
Marocco
Le fiabe
Scheda - flash
La bandiera
Notizie
SUPERFICIE:
28.748 kmq
CAPITALE:
Tirana
LINGUA:
albanese
RELIGIONE:
islamica
ortodossa
cattolica
MONETA:
lek albanese
La bandiera dell’Albania
ha il fondo rosso: al centro
campeggia un’aquila nera
a due teste che richiama
l’eroe Skanderberg che
lottò contro i Turchi che
avevano invaso la sua
terra. L’aquila a due teste
era anche il simbolo
dell’Impero Bizantino.
Insieme al nostro compagno di origine albanese abbiamo ricercato
notizie sulla sua terra e abbiamo elaborato il seguente testo.
INTRODUZIONE
L’Albania è uno stato dell’Europa sud–orientale
e si trova nella parte occidentale della penisola
Balcanica. È 10 volte più piccola dell’Italia:
confina a nord con la Serbia e il Montenegro, a
est con la Macedonia e a sud-est con la
Grecia. La capitale dell’Albania è Tirana; altre
città importanti sono: Durazzo, Elbasan,
Scutari, Valona.
Tirana
IL TERRITORIO
Alpi Albanesi
Il territorio dell’Albania è prevalentemente
montuoso e comprende diverse cime che
superano i 2500 metri. I rilievi comprendono le
Alpi Albanesi, che corrispondono alle propaggini
meridionali delle Alpi Dinariche, il massiccio del
Korab e quello del Tomorit. Le uniche zone
pianeggianti si trovano sulla fascia costiera che
si estende dalla città di Valona (a sud) fino al
confine settentrionale.
IL CLIMA
L’Albania ha un clima tipicamente
mediterraneo sulle regioni costiere,
con inverni miti e umidi ed estati calde
e secche. All’interno il clima è di tipo
continentale
con
forti
escursioni
termiche stagionali.
aquila reale
foglie di carpino
lupo
LA FLORA E LA FAUNA
La vegetazione, lungo la costa, è
formata da specie tipiche della flora
mediterranea: ulivi e agrumi. Il
territorio interno è invece occupato da
foreste di latifoglie: querce e carpini
che, a quote più elevate, lasciano
posto a faggi e conifere. La fauna
selvatica che popola le regioni interne
è
costituita
prevalentemente
dall’aquila, dal lupo e dal cinghiale.
ATTIVITA’ DELL’UOMO
Importante
è
l’agricoltura:
il
frumento, il mais, la segale e l’orzo
sono i cereali più coltivati. Larga
diffusione hanno le colture della vite,
dell’ulivo e degli agrumi. Molto diffuso
è l’allevamento di ovini. L’industria
tessile, alimentare e chimica sono
ancora in via di sviluppo.
Scheda - flash
La bandiera
Notizie
SUPERFICIE:
3.287.263 kmq
CAPITALE:
Nuova Delhi
LINGUA:
hindi
RELIGIONE:
induista
islamica
cristiana
sikh
MONETA:
rupia indiana
La bandiera dell’India deriva
da quella del partito che
aveva
portato
il
paese
all’indipendenza: l’arancione
indica il sacrificio, il bianco la
verità, il verde la lealtà. La
ruota al centro è una
“chakra”, la ruota Buddista.
Il nostro compagno di origine indiana è molto orgoglioso della sua terra, di
cui conosce tante cose: insieme ad alcuni di noi ha scritto questo testo sul
suo misterioso e colorato paese.
INTRODUZIONE
L’India si trova in Asia, è 10 volte più grande
dell’Italia. Confina con la Cina, il Pakistan e il
Bangladhesh. La capitale è Nuova Delhi che è
stata costruita dagli Inglesi tra il 1912 e il
1931. Altre città importanti sono: Bombay,
Calcutta e la Città Blu.
La Città Blu
IL TERRITORIO
Il territorio dell’India è composto da tre parti:
una zona montuosa a nord che incornicia il
paese, una grande pianura alluvionale e un vasto
altopiano che si protende nell’Oceano Indiano. Il
fiume più importante è il Gange (2700 km).
Il Gange
IL CLIMA
A causa della superficie molto estesa, ci
sono tanti tipi di clima che vanno da quello
monsonico a sud, a quello temperato a nord.
Il clima monsonico è caratterizzato, nel
periodo tra giugno e luglio, da piogge molto
forti che possono causare inondazioni
disastrose.
Le
temperature
scendono
raramente sotto i 20 gradi.
LA FLORA E LA FAUNA
La pianura del Gange ospita una rigogliosa vegetazione con
tante specie di piante, soprattutto mangrovie e sal. Sulle
cime himalaiane si trovano poche piante che resistono al
freddo, sulle pendici vivono conifere, querce e magnolie.
Nelle zone costiere c’è la foresta pluviale, con
sempreverdi, bambù e alberi d’alto fusto (teak e
sandalo). In alcune zone paludose si è sviluppata la
giungla, fitta e impenetrabile. Alberi da frutto tipici
sono: mango, papita, gianum, lici, amrud (di cui sono
ghiotti i pappagalli). In India ci sono molte varietà di
animali: felini (tigre, leone, leopardo delle nevi, pantera,
ghepardo), elefanti, rinoceronti, scimmie, serpenti,
coccodrilli, pappagalli.
ATTIVITA’ DELL’UOMO
La bachicoltura
Il cotone
L’agricoltura è ancora alla base
dell’economia del paese: si coltiva
soprattutto il riso, che è uno dei
principali alimenti in uso in India, ma
anche il frumento, la canna da
zucchero, il cotone, la iuta e il tè.
L’allevamento è diffuso ovunque e
riguarda soprattutto i bovini da latte,
non da carne perché la religione
induista considera l’animale sacro e
non può mangiarlo. Diffuso è anche
l’allevamento
dei
bachi
per
la
produzione della seta. L’industria è in
via di sviluppo.
Scheda - flash
La bandiera
Notizie
SUPERFICIE:
301.338 kmq
CAPITALE:
Roma
LINGUA:
italiano
RELIGIONE:
cattolica
MONETA:
euro
Il tricolore italiano fu usato per la
prima volta nel 1797 a Reggio
Emilia. La scelta dei colori è legata
allo
stemma
della
Legione
Lombarda: il bianco e il rosso erano
i colori di Milano, il verde il colore
della Guardia Civica della città. Nel
1848 Carlo Alberto di Savoia adotta
il tricolore con lo stemma sabaudo
al centro, che diventerà la bandiera
del Regno d’Italia nel 1861. Lo
stemma sabaudo scomparirà alla
nascita della Repubblica Italiana.
Alcuni compagni hanno raccolto notizie sul paese dove la maggior parte di
noi è nato e dove tutti noi viviamo …
INTRODUZIONE
L’Italia si trova nella parte meridionale
dell’Europa e ha una forma molto particolare:
assomiglia a uno stivale. È una penisola che si
protende nel Mar Mediterraneo, lunga 1185 Km
e larga 585 Km. Ha due grandi isole: la Sicilia
e la Sardegna.
IL TERRITORIO
Il territorio italiano è molto vario: l’Italia è incorniciata a nord dalla
catena delle Alpi, dove si trova la cima più alta d’Europa (Monte
Bianco) e attraversata per tutta la sua lunghezza dagli Appennini. Le
colline costituiscono circa il 40% del territorio, le pianure circa il
25%. La più vasta è la Pianura Padana al nord ed è percorsa dal
fiume più lungo d’Italia, il Po. Sul territorio italiano sono presenti
molti laghi (di origine glaciale: Garda, Maggiore, Como ) e fiumi,
concentrati soprattutto al nord.
IL CLIMA
L’Italia si trova nelle zona temperata della Terra. Inoltre
trovandosi nel mezzo del mediterraneo, gode di un clima mite:
il mare infatti accumula il calore del sole e lo restituisce via
via alla terraferma. In generale si può dire che l’Italia ha un
clima mite di tipo mediterraneo. La grande varietà del
territorio italiano determina però condizioni climatiche diverse:
nelle zone alpine, a causa dell’altitudine, il clima è rigido
d’inverno e fresco d’estate, nella pianura Padana invece, la
lontananza dal mare determina un clima continentale, con
inverni freddi ed estati afose.
LA FLORA E LA FAUNA
La vegetazione e le specie animali che vivono in Italia sono legate alle caratteristiche del territorio e al
clima. Si distinguono:
- il paesaggio alpino con boschi di latifoglie (castagni, querce, faggi) fino ad un’altitudine di 1200 m,
boschi di aghifoglie (pini, abeti, larici) fino ai 2000 m e bassi cespugli, rododendri, muschi oltre i 2000 m.
Animali tipici sono: camosci, stambecchi, marmotte, falchi, aquile reali.
- il paesaggio padano (della Pianura Padana) caratterizzato da boschi di faggi, olmi, pioppi, ontani, robinie
ridotti però a poche zone e da aree arbustive con erica e brugo, abitati da animali selvatici: scoiattoli,
lepri, fagiani, uccelli di vario tipo.
- il paesaggio mediterraneo, lungo le coste, caratterizzato dalla macchia mediterranea (pino marittimo,
ulivo, quercia da sughero, mirto, ginestra). Animali tipici sono il riccio, l’istrice, il coniglio selvatico, il
cinghiale che si incontrano con una certa frequenza solo nelle aree protette.
ATTIVITA’ DELL’UOMO
L’economia italiana si base soprattutto sulle attività industriali,
concentrate
maggiormente
al
nord:
industrie
siderurgiche,
meccaniche, chimiche, tessili ed alimentari. Anche l’agricoltura,
l’allevamento, la pesca e l’artigianato hanno un buon sviluppo.
Importante è il turismo favorito dalla bellezza del paesaggio, dal
clima mite, dall’arte.
natura
arte
Scheda - flash
La bandiera
Notizie
SUPERFICIE: 485.730 kmq
CAPITALE:
Rabat
LINGUA:
arabo
RELIGIONE: islamica
MONETA:
dirham marocchino
La bandiera del Marocco risale al XVI secolo: il
rosso è il colore dei re marocchini e indica il
legame con Maometto. La stella verde è il simbolo
del sigillo di Salomone e fu aggiunta nel 1915.
Due nostri compagni sono nati in Marocco: insieme a loro abbiamo
elaborato questo testo sulla splendida terra africana.
INTRODUZIONE
Il
Marocco
è
uno
stato
dell’Africa
settentrionale, poco più grande dell’Italia.
Confina a nord con il Mediterraneo, a est e
sud-est con l’Algeria. A sud con il Sahara
Occidentale, a ovest con l’Oceano Atlantico. La
Spagna possiede due protettorati, Ceuta e
Melilla, sulla costa mediterranea. La capitale è
Rabat, altre città importanti sono Casablanca e
Marrakech.
IL TERRITORIO
Il Marocco ha un territorio che comprende le pianure più estese e i
monti più alti dell’Africa settentrionale. Ci sono i rilievi del Rif,
paralleli alla costa mediterranea e la catena dell’Atlante che si
snoda dall’oceano per tutta la lunghezza del paese. Lungo la costa
atlantica, bassa e uniforme, si succedono da nord a sud fertili
pianure; la costa mediterranea è più alta e frastagliata e presenta
un’unica pianura.
IL CLIMA
Il clima nella fascia costiera è mite; verso
l’interno gli inverni sono più freddi e le
estati più calde. Sulle cime più alte c’è la
neve quasi tutto l’anno. Le piogge, più
abbondanti nelle regioni nord-occidentali e
scarse ad oriente e a meridione (Sahara), si
concentrano di più nei mesi invernali.
LA FLORA E LA FAUNA
La vegetazione caratteristica del Marocco è la steppa
arbustiva, nelle regioni costiere invece il clima ha favorito
lo sviluppo della macchia mediterranea. Sui versanti dei
rilievi, a quote elevate, crescono boschi di pini e querce,
ad altitudini inferiori, querce da sughero. Sui bassi
versanti meridionali dell’Atlante, ha inizio una scarsa
vegetazione di tipo desertico. La fauna selvatica
comprende specie europee (volpe, coniglio, cinghiale,
lontra, scoiattolo) ed africane (dromedario, gazzella,
babbuino, capra selvatica)
ATTIVITA’ DELL’UOMO
L’economia è basata sulle attività agricole: cereali, vite, colture
fruttifere (agrumi) e ortofrutticole. Diffuso è l’allevamento di
ovini, caprini e bovini. Il settore industriale si riduce allo
sfruttamento minerario. Molto importante è il turismo.
turismo
allevamento
Le caratteristiche
I racconti delle mamme
I “cattivi” nelle fiabe
Il confronto
Il messaggio
FIABE ALBANESI
Le fiabe albanesi, oltre a narrare di principi e principesse, sono legate alla cultura
contadina. Sono allegre, piene di scherzi giocati agli sciocchi e agli scrocconi, ai
pigri, agli orchi avidi e alle streghe maligne. Alcune ricordano da vicino le fiabe
popolari del sud dell’Italia: infatti in Sicilia e in Calabria esistono molte comunità
venute dall’Albania in secoli lontani.
FIABE MAROCCHINE
Principi, principesse, diavoli, beduini, cammelli sapienti: ecco i personaggi delle
fiabe che, ancora oggi, si raccontano in Marocco. Accanto alle fiabe di magia,
dove tutto può accadere, troveremo anche storie di astuzie ed imbrogli. Le fiabe
in Africa, quindi anche in Marocco, vengono narrate la sera, in modo particolare
nelle notti di luna piena, attorno al fuoco che raccoglie piccoli e grandi. Alcuni
proverbi africani dicono che le fiabe, raccontate di giorno, portano una malattia
della pelle: è la notte il momento delle fiabe!
FIABE INDIANE
Un tempo si pensava che l’India fosse il luogo in cui hanno avuto origine tutte le
fiabe e, anche se le cose non sono proprio così, verrebbe voglia di crederlo:
migliaia sono infatti le storie che vengono da una cultura millenaria, in cui il
raccontare ha un ruolo importantissimo. Le fiabe indiane sono piene di magia,
colori, enigmi, insegnamenti e sono popolate da principi, contadini, furbi e
sciocchi.
Laureta
Jasvir
Adele
Laureta, rispondendo alle nostre domande, ci
ha raccontato che, quando era molto piccola e
viveva a Scutari in Albania, era la sua mamma
che le raccontava le fiabe. Quando era un po’
più grande, suo fratello, maggiore di lei di dieci
anni, per farla spaventare le raccontava fiabe
inventate da lui, dove si agitavano fantasmi,
spiriti e zombie. Il “momento delle fiabe” era
la sera, prima di dormire: infatti durante la
giornata, la scuola e il lavoro dei genitori non
permettevano di trovare tempo per i racconti.
Le fiabe venivano di solito raccontate,
raramente lette.
Laureta amava le fiabe in cui si muovevano principesse e
personaggi buoni: la sua preferita era “Cenerentola”, non le
piaceva invece ”Alice nel paese delle meraviglie” perché era troppo
complicata. Quando Laureta era piccola non esistevano film o
videocassette di fiabe, ma a lei piaceva molto immaginare, con la
sua fantasia, i personaggi delle fiabe che ascoltava.
Laureta è venuta a scuola e ci ha raccontato
una bellissima storia della sua infanzia …
C’era una volta una mamma capra
che aveva sette caprette. Un giorno
la mamma dice ai suoi sette piccoli:
“La mamma deve uscire, voi non
dovete aprire la porta a nessuno,
solo a me, perché lì fuori c’è il lupo
che non aspetta altro di entrare per
mangiarvi!”. La mamma dà un bacio
a tutti e se ne va.
Il lupo, nascosto in mezzo agli
alberi, vede mamma capra uscire e,
tutto contento, va verso la casa
delle caprette e bussa alla loro
porta. Le caprette chiedono: “Chi
bussa alla nostra porta?”. Il lupo,
mascherando la voce, risponde:
”Aprite bambini miei, sono la
mamma. Ho dimenticato una cosa
…”. Una delle caprette sta per
aprire la porta, ma il fratello
maggiore la ferma e dice: “Aspetta,
ricorda cosa ci ha detto la
mamma!”. Poi chiede: “Se sei la
mamma, metti una delle tue zampe
sotto la porta!”. Il lupo mette la
zampa sotto la porta e le caprette
capiscono che è il lupo perché
vedono una zampa nera, non
bianca come quella della loro
mamma.
Il lupo arrabbiato se ne va, pensando a come fare per entrare nella
casa. Poi gli viene un’idea: prendere un sacco di farina, metterci la
zampa e farla diventare bianca come quella di mamma capra. Il lupo
prende il sacco di farina e va dritto verso la casa, bussa di nuovo
dicendo di essere mamma capra. “Se sei la nostra mamma, metti la
zampa sotto la porta” rispondono le caprette. Il lupo mette la zampa
nel sacco di farina, poi la infila sotto la porta. Le caprette intuiscono
che qualcosa non va in quella zampa e, tutti insieme, cominciano a
soffiarci sopra: la zampa ritorna nera …
Il lupo infuriato se ne va, pensando
ad un altro modo per entrare nella
casa e … si accorge che sul tetto c’è
un enorme camino che potrebbe fare
da “porta”. Tutto contento prende
una scala lunghissima. Le caprette,
spaventate, non sanno cosa fare, ma
il fratello maggiore le tranquillizza:
prende un pentolone d’acqua e lo
mette sul fuoco del camino. Il lupo
intanto, salito sul tetto, si cala dal
camino, ma cade nell’acqua bollente.
Le caprette mettono sulla pentola un
enorme e pesante coperchio e
aspettano l’arrivo della mamma …
Quando mamma capra ritorna, le caprette le dicono: ”Siamo stati bravi
come tu volevi, siamo riusciti ad eliminare il lupo cattivo che voleva
mangiarci!”. Mamma capra, baciandoli ad uno ad uno, risponde: “Bravi
figlioli, vi voglio tanto, tanto bene!”.
Abbiamo incontrato Jasvir: è venuta a scuola, per
l’occasione (di solito si veste come noi), con uno
splendido vestito indiano di seta verde chiaro,
formato da pantaloni larghi e da una tunica ricamata
lunga fino al ginocchio. Ci ha spiegato che questo
abito si chiama “sut” e che la sciarpa di seta dello
stesso colore dell’abito, si chiama “ciunni”. Aveva
anche gioielli indiani, molto belli: anelli, orecchini,
collane. Sembrava una principessa delle fiabe!
Abbiamo rivolto a Jasvir molte domande perché
eravamo molto curiosi di sapere come erano le
fiabe indiane e come venivano raccontate. Aiutato
da suo figlio, che è un nostro compagno e che a
volte traduceva nella sua lingua (punjabi) le nostre
domande, abbiamo saputo che era il papà che
raccontava le fiabe alla piccola Jasvir, alla sera,
prima di andare a letto. A Jasvir non piacevano le
fiabe che facevano paura e il suo papà evitava di
raccontarle, per farla dormire tranquilla.
Le storie preferite da Jasvir erano quelle di due personaggi, Akbar (il
re) e Birbal (il suo consigliere saggio): racconti con un insegnamento,
conosciuti in tutta l’India e tramandati di generazione in generazione.
Jasvir ce ne ha raccontato uno …
Un
giorno
Akbar
e
Birbal
discutevano: Akbar diceva che con
il denaro si poteva esaudire ogni
desiderio dei bambini, bastava
comprare ciò che volevano. Birbal
invece affermava che i bambini non
potevano essere accontentati solo
con i soldi.
Birbal propone allora ad Akbar: “Io
per un po’ faccio tuo figlio e tu mio
padre!”. Vanno al mercato e Akbar
compra tutto ciò che Birbal
desidera: giocattoli, vestiti, oggetti
di ogni tipo …
Ad un tratto Birbal vuole comprare
un elefante e un piccolo vaso,
Akbar acconsente. Poi Birbal si
mette a piangere perché vuole a
tutti i costi infilare l’elefante nel
vaso.
Così Akbar capisce la lezione: non
si possono accontentare i bambini
solo con il denaro …
Un’altra fiaba raccontata da Jasvir …
C’erano una volta due bambini che
passeggiavano nella foresta. Scese la
sera, i due bambini, con il buio, non
riuscirono più a trovare la strada di
casa. Stanchi e affamati, videro in
lontananza la luce di una casetta,
bussarono ed aprì un uomo grande e
grosso: era l’orco Dilbar, famoso
perché era un ladro e perché amava
mangiare i bambini.
L’orco, fingendosi gentile, propose ai
bambini un gioco: fare il girotondo
intorno ad una grande pentola piena di
acqua bollente. In verità, voleva
spingerli dentro per cuocerli e
mangiarli. Ma i due bambini, che erano
furbi e avevano capito le intenzioni di
Dilbar, dissero di non aver compreso
bene e di mostrar loro cosa avrebbero
dovuto fare.
L’orco cominciò così a girare intorno
al pentolone … i due bambini, pronti
e svelti, fecero cadere nel pentolone
Dilbar, che morì. I due bambini il
mattino dopo ritornarono al loro
villaggio, annunciando che il ladroorco non c’era più e che tutti
potevano vivere felici e contenti.
Ci siamo divertiti a porre
domande
anche
ad
Adele,
italiana, nata proprio a Gorla
Minore, mamma di una nostra
compagna. Ci ha raccontato che
quando era bambina, il suo papà,
che aveva un negozio di
macelleria e allevava mucche, le
raccontava molte fiabe, spesso
inventate da lui e in dialetto
gorlese. Di solito le narrava
quando, insieme, andavano a dar
da mangiare alle mucche o
durante la pausa di chiusura del
negozio. Alla sera, per mandarla a
letto velocemente, le raccontava
la storiella della “gamba rossa”,
infilando sulla mano una calza
rossa e facendola muovere: lei e
suo fratello si spaventavano e
scappavano a dormire!
La storiella della “gamba rossa” è legata ad uno scherzo, fatto in tempi lontani,
dagli uomini alle loro donne riunite nella stalla per festeggiare con un pranzetto la
“giubietta”, alla fine dell’inverno. Dalla botola che si apriva nel soffitto, era stata
calata una calza rossa imbottita di paglia, mentre una voce cavernosa diceva:
“Don, don
andé a durmì
che stasìa i da murì,
se credì no a Diu ca la manda
guardé in aia che ga vegn giò la gamba”
Si narra che le donne, spaventatissime, abbiano abbandonato la cenetta
… che gli uomini, ovviamente, si sono affrettati a consumare …
Tratto da “Fragui dul tempuindré” di Peppo Ferri
Adele ricorda in particolare una fiaba in dialetto gorlese,
che il suo papà le raccontava quando era bambina … l’ha
raccontata anche a noi … in italiano però!
C’era una volta, in una casetta di
campagna, una famiglia molto
numerosa:
il
bambino
più
giovane, Bizzarileù, era molto,
molto piccolo, talmente piccolo
che stava sul palmo di una mano.
Poiché erano assai poveri, tutti si
dovevano aiutare. Un giorno il
padre, prima di andare in
campagna a raccogliere il fieno,
chiese
a
Bizzarileù
di
raggiungerlo, verso sera, con il
cavallo e il carro.
Bizzarileù obbedì e, entrato in un
orecchio del cavallo, intraprese la
strada per andare dal padre. Sulla
strada
due
persone
disoneste,
precisamente due ladri, videro il
cavallo avvicinarsi tutto solo e
sentirono una voce che diceva ; ”Va là,
Nina … va là!”. Rimasero di stucco e
non capivano da dove arrivasse la voce
fino a quando il piccolo uscì
dall’orecchio e si presentò, spiegando
dove fosse diretto.
I due lo seguirono e chiesero al padre di
vender loro il piccolo Bizzarileù: infatti la
sua minuscola dimensione avrebbe
potuto aiutarli ad aprire le porte entrando
nelle serrature, facilitando i loro furti.
Il padre non voleva assolutamente vendere uno dei suoi figli, ma Bizzarileù lo
convinse, dicendogli anche di chiedere, come pagamento, una cassa piena di soldi. I
due accettarono e presero con loro il piccolo Bizzarileù. La sera stessa i due ladri
andarono a fare una rapina, ma appena Bizzarileù si infilò nella serratura, scappò,
chiamò le guardie che arrivarono e arrestarono i due furfanti.
Il piccolo tornò tranquillamente a casa dalla sua
famiglia che, con i soldi guadagnati con
l’astuzia di Bizzarileù, visse felice e contenta.
IL LUPO
LA
STREGA
L’ ORCO
Nelle fiabe dei vari paesi del mondo,
spesso si incontra questa figura: è
sempre l’antagonista. Si tratta quasi
sempre di un lupo nero, minaccioso,
cattivo,
pericoloso
e
astuto.
Rappresenta
l’ignoto,
lo
sconosciuto, la paura, tutto ciò che
il protagonista deve superare,
usando buon senso e coraggio. E’
obbligatorio quindi tifare per i
protagonisti che, con le loro azioni,
riescono alla fine a dare al lupo ciò
che si merita: UNA SONORA
LEZIONE!!
Il termine italiano “strega” deriva dal latino
STRIX,
uccello
notturno
simile
al
barbagianni. La corrispondente parola
inglese WITCH, invece, deriva dalla parola
“saggia”.
Le streghe, inquiete figure che attraverso
incantesimi
e
magie
provocano
improvvisi turbamenti nello sviluppo
della storia, si agitano in molte fiabe in
ogni parte del mondo. Esiste però una
differenza tra le streghe delle fiabe
dell’Europa del Sud e quelle dell’Europa
del nord. Le prime sono megere mangiabambini, misteriose creature della notte,
vecchie a bordo di scope volanti; le
seconde
sono
veggenti,
curatrici,
vecchie sagge.
Gli
orchi
vengono
generalmente
rappresentati simili a uomini, ma molto
alti, grossi, muscolosi, con una barba
folta e irsuta e con il ventre prominente.
Un’altra caratteristica degli orchi è la
stupidità, che spesso è ciò di cui si serve
l’eroe della storia per sconfiggerlo. In
molte tradizioni gli orchi sono in grado di
mutare aspetto e forma. Vivono spesso
in palazzi o castelli sperduti, ma anche in
caverne e paludi. Molti personaggi delle
fiabe, pur non essendo direttamente
descritti come orchi, ne rappresentano
alcuni elementi tipici: due esempi sono
Mangiafuoco di Pinocchio e Barbablù.
I PROTAGONISTI: hanno nomi e abitudini legate ai loro
paesi di origine, sono tutti personaggi positivi.
GLI ANTAGONISTI: esprimono le paure dei vari popoli,
sono brutti, cattivi, maligni.
I MEZZI MAGICI: hanno il potere se usati nel giusto
modo di cambiare la situazione in una migliore. Sono oggetti
legati all’uso del proprio paese.
IL TEMPO: non è mai determinato, è sempre indefinito.
I LUOGHI: sono quelli caratteristici del paese di origine.
Nei racconti dei vari popoli, nonostante le differenze,
ci si trova alle prese con gli stessi problemi:
La lotta tra il bene e il male
Le prove che si devono affrontare, come momenti che
aiutano a crescere e a maturare
I temi trattati sono quelli della vita di tutti:
La nascita e la morte
L’amicizia e l’amore
La paura e i desideri
Attraverso le fiabe si può scoprire che
NON SIAMO poi tanto DIVERSI tra di noi
Le
stesse
paure
… anche se ognuno di noi è UNICO per le sue
caratteristiche, le sue doti, le sue capacità, la sua
simpatia …