L’Euro Origini e storia La Conferenza dell’Aja (dicembre 1969: approfondimento • Unione economica e monetaria. Istituita una commissione presieduta da Pierre Werner (primo ministro lussemburghese). Relazione Werner (1970) indica l’unione come obbiettivo per il 1980, parla di una possibile moneta comune, e di una politica economica comune diretta dalle istituzioni CEE da raggiungere in 10 anni. • Molte delle soluzioni indicate allora non sono molto lontane da quelli raggiunte con l’UEM nel 1999. • Sulla impostazione «monetarista» (francese) prevale quella «strutturalista» (tedesca). Il contesto dei primi tentativi di unione monetaria • Fine della stabilità monetaria determinata da Bretton Woods a causa dell’indebolimento del dollaro. • Frequenti movimenti speculativi sulle monete europee. • Mutamenti delle parità mettono a rischio il mercato comune e soprattutto la PAC, basata su prezzi unici. • Rafforzare la autonomia monetaria europea e il coordinamento delle politiche economiche era ritenuto il logico sbocco del compimento dell’Unione Doganale Disordine monetario e crisi della Comunità (1971-1974) • 14 agosto 1971. Nixon pone fine alla convertibilità del Dollaro. Le monete europee reagiscono in ordine sparso. Si rivaluta il Marco rispetto alle altre monete. • Dicembre 1971. riunione di Washington. Fine della parità fisse. Fluttuazioni concordate: il tunnel. Marzo 1972: valute europee concordano un “serpente monetario” all’interno del tunnel con il dollaro. • Appare evidente l’impossibilità di raggiungere l’obbiettivo di una Unione Monetaria Europea, prevista dal Piano Warner. Il «serpente» monetario • Dibattito sull’integrazione monetaria: prevale la necessità di una “convergenza” preliminare secondo le indicazioni tedesche. • Il “serpente” non regge alle scosse dell’inflazione, e dello shock petrolifero (autunno 1973). Lasciano la sterlina (1972), la lira, il franco francese. Rimangono le valute parte dell’area del marco tedesco. • Caos monetario dovuto a crisi delle bilance dei pagamenti, inflazione a due cifre, forti conflitti sociali in paesi chiave (vedi Italia, G.B). 1975-1980: lo scenario dell’integrazione economico monetaria • Si impone l’urgenza di evitare fluttuazioni eccessive dei cambi nella Comunità, frenare la speculazione, dare stabilità e leadership al sistema. • Proposta per la creazione di un sistema monetario europeo: Jenkins (1977), poi Schmidt (1978) e Giscard d’Estaing ne concordano i dettagli. • Lo Sme approvato al Consiglio Europeo di Bruxelles (dicembre 1978). 1975-1980: lo scenario dell’integrazione economico monetaria • Il sistema Monetario Europeo. La creazione dell’ECU, valuta composita, moneta di regolamento delle transazioni. Il valore ECU era una media ponderata delle monete dei paesi membri. • Il meccanismo di cambio (o Accordo Europeo dei Cambi) stabilisce una parità centrale e una banda di fluttuazione (2,25%) delle singole monete rispetto all’ECU. Margini più ampi (6%) per monete deboli. • Attivazione di meccanismi di credito per paesi in difficoltà. • I cambi erano semi-fissi, si potevano cambiare con decisione congiunta. • Sistema più flessibile, ma più strutturato e vincolante del «serpente» • Prevale nel sistema la moneta più forte: il marco tedesco. Il funzionamento dello Sme • Cosa comportava il Sistema monetario europeo? Un quadro di stabilità ancorato a una politica deflazionista, gestita dalla Bundesbank, che gli altri paesi dovevano seguire. • Il marco tedesco era l’unico ad avere autonomia internazionale. I movimenti marco/dollaro pesavano sui cambi interni allo SME. Il rafforzamento del marco sul dollaro portava a riallineamenti frequenti. • Il peso degli interventi per stabilizzare le monete ricadeva sulle Banche centrali delle monete deboli: sistema asimmetrico. Il sistema Monetario Europeo • L’Italia aderisce allo SME, con una banda di oscillazione più ampia (6% v 2,5%). • La sterlina non aderisce all’Accordo Europeo dei Cambi ma entra nel paniere ECU. • Nel primo periodo 1979-1987 contrassegnato da alta inflazione e squilibri internazionali: una serie di 11 riallineamenti controllati, tra monete forti (marco tedesco) e monete deboli (lira, franco, sterlina irlandese) Il sistema Monetario Europeo • 1987-1992 – periodo di crescita e di decrescita dell’inflazione: il sistema diventa più rigido, pochissimi riallineamenti. Si attua la liberalizzazione del mercato dei capitali. • Il sistema porta a una maggiore stabilità di cambi, a una minore inflazione, e alla convergenza delle politiche economiche dei paesi membri con quella della Germania Occidentale. • All’inizio degli anni 1990 una nuova recessione e i processi innescati dall’unificazione tedesca mostrano la fragilità dei risultati conseguiti e portano a una grave crisi dello SME. Il consiglio Europeo di Hannover (1988) • Liberalizzazione dei capitali (effettiva al 1990) • Esame dei progressi sul Mercato Interno e diffusione Rapporto Cecchini: Stima effetti completamento Mercato Interno: più 7% del PIL e 5 milioni posti di lavoro. • Si stabilisce un Comitato Delors per fare un rapporto sull’Unione Monetaria. Comitato Delors • Composto dai Governatori delle Banche centrali dei Dodici e presieduto da Jacques Delors: per formulare una proposta concreta di Unione monetaria • Karl Otto Pöhl capo della Bundesbank chiede e ottiene: Banca centrale europea indipendente dai politici Con missione di tenere bassa l’inflazione Requisiti preliminari: bassa inflazione, basso deficit e stabilità monetaria. Si adotta cioè la necessità della convergenza macroeconomica fra vari paesi da conseguire per tappe • Rapporto Delors pubblicato aprile 1989 individua tre fasi per il raggiungimento dell’Unione monetaria. • Adottato dal Consiglio europeo di Madrid (giugno 1989) come base per una conferenza intergovernativa sull’Unione Economica e Monetaria. Unione Economica e Monetaria: il quartetto incompatibile (Delors e Padoa-Schioppa) • Mercato Interno = fine barriere ↓ • Liberalizzazione capitali = fine restrizioni ↓ • Cambi fissi = fine delle svalutazioni ↓ Impossibile una politica monetaria su base nazionale = Politica monetaria comune = Moneta comune Moneta unica L’unificazione tedesca e il processo europeista • Estate 1989: fuga in massa delle popolazione dalla Germania orientale in Austria attraverso l’Ungheria. • Autunno 1989: manifestazioni popolari in Germania orientale. Cade Honecker. • 9-10 Novembre 1989: crolla il muro di Berlino. • 28 Novembre: Kohl annuncia al Bundestag l’intenzione di riunificare la Germania. Dubbi e paure in Francia, in GB e in URSS. • Germania europea o Europa tedesca L’unificazione tedesca e il processo europeista • 8-9 Dicembre 1989: Consiglio Europeo di Strasburgo. Kohl e Genscher confermano impegno sull’integrazione europea per ottenere via libera sulla riunificazione. • 17 Gennaio 1990 Kohl: “la casa tedesca deve essere costruita sotto un tetto europeo”. • Febbraio 1990: colloqui 2+4 (le due Germanie e i quattro alleati della 2° guerra mondiale). • 28 Aprile 1990: Consiglio Europeo straordinario di Dublino. Superate le perplessità di Mitterand. Francia e Germania propongono conferenza intergovernativa per l’integrazione politica europea insieme a una per definire l’Unione Economica e Monetaria La Gran Bretagna sotto assedio e la caduta della Thatcher • Consiglio di Madrid (giugno 1989): la Gran Bretagna accetta di aderire allo Sme. La Thatcher sotto pressione. L’adesione avviene nell’ottobre 1990 • Accordo di Schengen per l’abolizione delle frontiere: la Gran Bretagna contraria. • Consiglio di Strasburgo (dicembre 1989): la Thatcher contraria alla Carta sociale europea e all’Unione monetaria. • 1990: ostilità appena velata della Thatcher alla riunificazione tedesca. • 27-28 Ottobre 1990 Consiglio straordinario di Roma: la Thatcher in minoranza sull’Unione monetaria. • Novembre 1990: sfida di Heseltine alla Thatcher. Elezioni nel partito conservatore: la Thatcher si dimette. John Major diventa primo ministro. • I sostenitori della Thatcher diventano irriducibili euroscettici. La via per Maastricht → Consiglio Europeo di Hannover ↓ ↓ ↓ Liberalizzazione dei capitali Comitato Delors → Esamina UEM ↓ Giugno 1989 Consiglio di Madrid → prima fase dell’UEM ↓ Conferenza intergovernativa sull’UEM Giugno 1988 Autunno 1989 → cade il muro di Berlino Giugno 1990 → Consiglio di Dublino ↓ Conferenza Intergovernativa sulla Unione Politica ↓ Dicembre 1991 Consiglio di Maastricht Trattato sull’Unione Europea • Firmato a Maastricht nel febbraio 1992 • Si basa sui tre pilastri: uno di politiche di integrazione, e due di politiche intergovernative • Il punto centrale del Trattato è l’Unione Economica e Monetaria • Entra in vigore nel novembre 1993 (essendo stato inizialmente bocciato da un referendum in Danimarca Trattato dell’Unione europea • Competenze dell’Unione: 1. Sistema di votazione: più frequente la maggioranza qualificata, Settori di attività. L’Unione estende le competenze a: politica di R&S, Ambiente, Industria,educazione-formazione, reti transeuropee di comunicazioni, protezione dei consumatori, Sanità e politica sociale 3. Più forte la politica di coesione economica e sociale Politica sociale contenuta in un protocollo aggiuntivo firmato da undici Stati per opt-out della GB (Blair firmerà nel 1987) 2. Trattato dell’Unione europea • Principio di sussidiarietà meglio specificato, per bilanciare l’allargamento delle competenze. (“Nelle materie in cui non ha competenze esclusive l’Unione interviene, conformemente al principio di sussidiarietà, soltanto se e nella misura in cui le finalità dell’azione prevista non possano essere sufficientemente realizzate dagli Stati membri…”). • Il Primo ministro GB Major la vuole nel trattato come garanzia per gli Stati Nazionali. Si presta a interpretazioni opposte: diventa bandiera di euroscettici e di federalisti. Calendario per l’Unione Economica e Monetaria 1° Fase → Consolidamento del Sistema Monetario Europeo e completamento mercato interno. 2° Fase (1994) → Creazione Istituto Monetario Europeo, prepara le nuove istituzioni e le nuove regole 3° Fase → si fissano irrevocabilmente i cambi e si devolve la sovranità a Sistema europeo di banche centrali 1997 (con voto di maggioranza nel Consiglio), o 1999 (Paesi che rispettano i criteri adottano moneta comune). Prende avvio l’Unione Economica e Monetaria Regno Unito si auto-esclude con un opt-out Criteri di convergenza di Maastricht • • • • • Debito interno non superiore al 60% del PIL. Deficit annuale non oltre il 3% PIL. Inflazione entro l’1,5% della media dei tre migliori Stati membri. Una moneta stabile per almeno due anni all’interno dello SME. Tasso d’interesse a lungo termine non più del 2% della media dei tre migliori Stati membri. • Trattato concedeva una certa flessibilità se ci si approssimava, pur senza raggiungerli, ai criteri del 3% per il deficit e del 60% per il debito. I criteri scelti e la rigida calendarizzazione delle date indicava il prevalere di un modello rigido, di ispirazione «tedesca» Riforma delle Istituzioni • Nuovi poteri al Parlamento europeo: diritto alla codecisione su alcune materie, diritto di richiedere alla Commissione nuove proposte, voto di fiducia alla Commissione. • Mandato della Commissione esteso a cinque anni, come per il Parlamento Europeo • Rafforzamento del ruolo del Consiglio Europeo • Istituzione del Comitato delle Regioni (consultivo) • Prevista istituzione della Banca centrale europea. Secondo e terzo pilastro del Trattato • Le decisioni importanti vengono prese a l’unanimità. • 2° pilastro – politica estera e di sicurezza comune (PESC). • 3° pilastro – cooperazione in materia di polizia e di giustizia e affari interni (GAI) riguarda politica di asilo, immigrazioni, frodi internazionali, cooperazione servizi segreti ecc. Unificazione tedesca e lo SME • L’imposizione del marco tedesco come moneta della ex-DDR (un cambio del tutto artificiale) e gli ingenti trasferimenti per finanziare la riunificazione, portano a nuova inflazione e ad alti tassi di interesse tedeschi. • Alti tassi di interesse tedeschi si riverberano sullo SME aggravando la recessione che era già in atto. L’economia europea negli anni 1990 • 1984-1989: anni di crescita economica • 1989: Unificazione tedesca porta a una politica di alti tassi di interesse • 1990-1992: Recessione europea • Cresce il tasso di disoccupazione • 1992 settembre: Crisi del Sistema monetario europeo: svalutazione di lira e sterlina che abbandonano il sistema. • 1993-: Riprende la crescita con tassi più modesti che negli USA. Ratifica di Maastricht e crisi dello Sme • Referendum danese: 2 giugno 1992 bocciato il trattato con un’esigua maggioranza. • Referendum francese (Settembre 1992): vince il sì di strettissima misura. Ondata di anti germanesimo popolare. • Estate-Autunno 1992: crisi del Sistema monetario europeo. La Germania rifiuta di abbassare i propri tassi di interesse. Scontro fra Norman Lamont (Cancelliere dello Scacchiere GB) e Schlesinger a Bath. • Mercoledì nero 16 Settembre 1992: la sterlina, la lira e la peseta colpite da speculazione escono dallo Sme. Il franco francese si salva. • Tempesta politica in GB: la sterlina si svaluta del 20% sul marco. Il governo Major sotto attacco dagli euroscettici. • Luglio 1993: nuova crisi dello Sme. La Bundesbank si rifiuta ancora di abbassare i tassi. Crollo del franco francese, sostenuto però dalla Bundesbank.Le fasce di fluttuazione dello SME allargate al 15%. Verso l’euro (1995-1996) • 1995: la Commissione accerta che solo il Lussemburgo soddisfa i criteri di convergenza sul deficit pubblico al 3% PIL. Dubbi su Francia e Germania. Forti preoccupazioni su Italia e Spagna • Dicembre 1995: Consiglio europeo di Madrid posticipa terza fase UEM al 1999. Banconote in “euro” a partire dal gennaio 2002. Decisione sull’idoneità da prendersi nel 1998. Patto di stabilità e crescita (1996) • Dicembre 1996: pressioni tedesche portano al Patto di stabilità e di crescita. Stati membri si impegnano: al pareggio dei bilanci pubblici nel medio termine A correggere entro un anno ogni disavanzo eccessivo secondo le indicazioni del Consiglio Europeo a una relazione annuale alla Commissione a subire sanzioni in caso di sforamento del tetto del 3% (eccetto che come risultato di una grave recessione) Il deficit viene elevato a criterio fondamentale Il patto di Stabilità era impostato con criteri rigidi, e poco flessibili, e avrebbe di fatto impedito a molti paesi di svolgere una politica anti-ciclica in caso di crisi. Fu voluto dalla Germania per contrastare il presunto o vero «lassismo» dell’Italia e di altri paesi Trattato di Amsterdam • Giugno 1996: indetta Conferenza intergovernativa per aggiornare i trattati. • Primavera 1997: vittoria dei laburisti di Blair. • Primavera 1997: Chirac rieletto in Francia anticipa elezioni parlamentari che portano alla elezione dei socialisti di Jospin. Si indebolisce l’asse Chirac-Kohl. • Giugno 1997: Vertice di Amsterdam. Tensioni fra Francia e Germania. Nuovo trattato con modesti progressi soprattutto in campo di crescita e occupazione. Si introduce il principio della «cooperazione rafforzata». L’euro diventa realtà • L’Italia è alla rincorsa dell’euro. • 1992-1993 crollo politico: fine della Prima Repubblica, • crollo finanziario: avviate misure drastiche di risanamento • Momento chiave estate 1996. Incontro Prodi-Aznar. Governo dell’Ulivo vara privatizzazioni, riforme, aumento delle imposte. I conti migliorano. • Maggio 1998 Undici Stati promossi dalla Commissione e dal Consiglio Europeo di Bruxelles. Escluse Grecia (per non rispetto dei criteri) e Svezia (per non adesione allo SME), Gb e Danimarca scelgono di non prendere parte esercitando l’opt out. • Maggio 1998 Wim Duisenberg designato primo governatore della BCE. Trattato di Nizza • Modifiche istituzionali necessarie in vista dell’allargamento imminente all’Europa orientale. • 7-9 dicembre 2000 Vertice di Nizza: • Rafforzato il ruolo del Presidente della Commissione • Commissione europea: a partire dal 2005 un Commissario per ogni Stato membro. • Parlamento europeo. Aumento degli eurodeputati da 626 a 732 e ridistribuzione dei seggi. • Consiglio europeo riponderazione dei voti per la maggioranza qualificata. • Estensione del voto a maggioranza qualificata, eccetto che per le materie più delicate. • Cooperazioni rafforzate possibili fra almeno 8 Stati membri. • Proclamata la Carta dei diritti fondamentali dell’UE (rimane fuori dai Trattati). Allargamento all’est • 16 aprile 2003: firmati i Trattati di adesione di 10 paesi che entrano a far parte della Comunità il 1 maggio 2004. • Per altri 2 paesi: Bulgaria e Romania l’ingresso nell’Unione previsto per il 1 gennaio 2007. • Nuovi paesi membri: i tre paesi Baltici, Polonia, Ungheria, Rep. Ceca, Slovacchia, Slovenia, Cipro e Malta. Da Nizza a Lisbona • Insoddisfazione per i risultati di Nizza, parziali e poco chiari. Crescente disaffezione dei cittadini. L’Irlanda boccia il Trattato in un referendum. • Il Consiglio Europeo di Laeken del dicembre 2001 convoca una Convenzione sul futuro dell’Europa in vista di un nuovo Trattato. Da Nizza a Lisbona • Dalla Convenzione, seguita da una Conferenza intergovernativa scaturiva un Trattato che istituiva una Costituzione Europea (ottobre 2004) • Maggio e giugno 2005 referendum in Olanda e Francia bocciano il Trattato • Si ridimensionano le ambizioni e si arriva nel Consiglio Europeo di Lisbona al Trattato di Lisbona (dicembre 2007) Trattato di Lisbona • Molto meno ambizioso del precedente trattato costituzionale. Consta di 70 articoli (contro i 448 del precedente). • Riformula le regole di funzionamento delle istituzioni: Commissione, Consiglio e Parlamento. • Istituisce un presidente permanente del Consiglio Europeo e un ministro degli Esteri della UE. • Entra in vigore nel dicembre 2009. Problemi attuali dell’Unione • Problemi interni: • a) bassa crescita economica in paesi importanti. Si può rilanciare il processo di riforme e di liberalizzazione? Quali strategie? La strategia di Lisbona (liberista) e la strategia di Delors, degli investimenti pubblici europei. • b) esiste un asse egemonico della politica europea? Funziona l’asse Francia-Germania o hanno interessi diversi? La Germania è diventata il dominus economico dell’UE per il successo avuto nel superare la crisi finanziaria e la capacità di rilanciare il suo modello economico. Problemi attuali dell’Unione • Problemi esterni • Rapporti Europa-Stati Uniti. Difficoltà crescenti su molti fronti. Divisione fra i paesi europei. • Problemi dell’allargamento alla Turchia e rapporti con il mondo arabo.