GALILEI La legge di caduta dei gravi Un esempio di applicazione del metodo IPOTETICO - DEDUTTIVO chi ha ragione? ARISTOTELE ESPERIENZA NATURALE GALILEO IPOTESI MATEMATICA ATTO CREATIVO I gravi cadono ad una velocità direttamente proporzionale al loro peso (più un oggetto è pesante, più velocemente cade) I gravi cadono ad una velocità direttamente proporzionale al tempo di caduta IPOTESI v = t ma siccome v = s/t e quindi s/t = t TEOREMA s = t al quadrato ATTENZIONE! DALL’IPOTESI DEDUCO MATEMATICAMENTE CONSEGUENZE VERIFICABILI L’ipotesi di Galileo vale solo per il vuoto Detto altrimenti: il peso non c’entra niente con la velocità di caduta dei gravi. Cadono tutti alla stessa velocità, che è proporzionale al tempo trascorso da quando il moto è iniziato Le giuste osservazioni di Aristotele non tenevano conto dell’attrito esercitato dall’aria, che spiega perché alcuni corpi cadono più velocemente di altri ESTRAPOLAZIONE da una serie di dati conosciuti estrapolo (tiro fuori) dati sconosciuti Vuoto V1……V2? Aria V2-v1= 1 Acqua V2-v1= 3 Olio V2-v1= 5 COME ARRIVA GALILEO ALLA SUA IPOETSI? PARS DESTRUENS ESPERIMENTO MENTALE PARS COSTRUENS ESPERIMENTO TECNICO PARS DESTRUENS I DUE SUICIDI Due suicidi che si lanciano separatamente da una torre e poi si abbracciano nell’istante t1, nell’istante t2 dovrebbero cadere a una velocità maggiore delle 2 precedenti (perché più pesanti), ma anche a una velocità media tra le 2 velocità precedenti E’ UNA DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO OVVERO UNA CONFUTAZIONE DELLA TEORIA ARISTOTELICA PARS COSTRUENS ESPERIMENTO DEL PIANO INCLINATO IL PROBLEMA ERA MISURARE I TEMPI PER PERCORRERE UN CERTO SPAZIO E GLI SPAZI PERCORSI UTILIZZO DI STRUMENTI MISURAZIONE E CALCOLO MATEMATICO: constatazione che il teorema dello spazio percorso proporzionale al quadrato dei tempi è vero (in un secondo la biglia avrà percorso una distanza x, in due secondi una distanza x elevata a potenza…) Dall’esperienza alla legge generale e dalla legge all’esperimento Dall’esperienza depurata dei suoi aspetti qualitativi, io posso trarre induttivamente un’ipotesi di legge generale (il corpo X si comporta nel modo Y) sempre formulata in termini matematici. Tale ipotesi va confermata sperimentalmente: è necessario verificare di nuovo nell’esperienza la validità dell’ipotesi fatta. In che modo si procede alla verifica? Bisogna costringere la natura, incalzarla, in modo che essa dia le risposte che vogliamo. Questo è l’esperimento: una sorta di interrogatorio al quale noi sottoponiamo la natura alle condizioni che noi decidiamo. Così noi conduciamo la natura a rispondere in base alle conseguenza che noi deduttivamente traiamo dall’ipotesi. Se la natura risponde producendo i fenomeni che noi prevediamo in base all’ipotesi, allora l’ipotesi è confermata e diventa legge. I DUE STRATI DELLA MATERIA bisogna distinguere nelle cose le proprietà soggettive e qualitative, che dipendono appunto da come il soggetto si rivolge alla realtà e dallo stato in cui il soggetto si trova, da quelle oggettive e quantitative, che riguardano l’oggetto a prescindere dalle condizioni personali del ricercatore. La prime sono le qualità come il salato o il dolce, il caldo o il freddo, il piacevole o il doloroso, il tenue o il consistente, il chiaro o lo scuro, il silenzioso o il rumoroso; le altre sono caratteristiche quantitative e misurabili, come appunto la figura, il moto, l’estensione, la figura. Le prime qualità vanno studiate solo «riducendole» alle seconde e nella misura in cui ciò è possibile farlo. Conoscenza extensive e intensive Con la matematica e la geometria noi abbiamo un concetto delle cose che, dal punto di vista della correttezza e precisione (intensive=intensivamente), è pari a quello divino. Infatti la somma degli angoli interni di un triangolo è uguale a uno piatto per tutti, uomini, angeli, Dio, così pure è il risultato dell’addizione 2+2. La differenza tra la conoscenza divina e quella umana sta nella sua estensione (extensive=estensivamente): mentre Dio conosce tutto ciò che è possibile conoscere (tutti i teoremi, tutte le figure, il funzionamento di tutti i fenomeni, noi ne conosciamo solo una parte. Copernico contro Aristotele Le nuove idee di Galilei vengono approfondite nei Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo in cui l’autore, mette a confronto il sistema aristotelicotolemaico con quello copernicano, finendo per sostenere, pur con molta prudenza (una prudenza che non gli risparmierà gli attacchi del Sant’Uffizio), il secondo. Il dialogo è impostato in modo che i tre partecipanti rappresentino ciascuno una posizione cosmologica diversa. I personaggi più importanti sono Salviati portavoce delle nuove teorie copernicane e Simplicio (nome di fantasia, con un riferimento commentatore aristotelico e matematico bizantino Simplicio di Cilicia, 490-560, ma forse anche nome evocativo da un lato alla semplicità di coloro che non vogliono approfondire le dottrine tradizionali, dall’altro alla falsa semplicità delle osservazioni naturalistiche basate sui soli sensi) difensore della tradizione. A mediare tra i due vi è Sagredo (Giovan Francesco Sagredo, 1571 – 1620, nobile veneziano, medio intenditore di scienze), il quale ha la funzione di rappresentare il lettore-tipo del dialogo, le sue domande e le sue curiosità. Lo sviluppo del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo Il Dialogo si sviluppa in quattro giornate. 1) Nella prima si delineano le posizioni in campo (Copernico e Aristotele) e si comincia a criticare la distinzione aristotelica tra mondo terrestre e celeste. 2) Nella seconda si tratta del moto di rotazione giornaliera della Terra sul proprio asse, e si dimostra in base al principio della relatività del moto – secondo il quale in un ambiente che si muove di moto uniforme, e in cui tutti i corpi sono solidali con il moto uniforme dell’ambiente, i corpi si comportano come se l’ambiente fosse fermo – che tale movimento avviene, malgrado le persone al suo interno non l’avvertano. Il Dialogo 2 Nella terza giornata si discute del moto di rivoluzione della terra attorno al sole, cominciando a citare come sostegno dell’ipotesi il fenomeno delle maree. Anche tale idea, introdotta originariamente da Copernico, sconfessa la dottrina aristotelico-tolemaica secondo cui il sole ruotava intorno alla Terra e non viceversa. Nella quarta giornata si cerca di sostenere che la dinamica delle maree è dovuta alla combinazione dei moti di rotazione e di rivoluzione della Terra. L’ESPERIMENTO DEL GRAN NAVILIO (2^ giornata) Riserratevi con qualche amico nella maggior stanza che sia sotto coverta di alcun gran navilio , e quivi fate d' aver mosche , farfalle e simili animaletti volanti ; siavi anco un gran vaso d' acqua , e dentrovi de' pescetti ; sospendasi anco in alto qualche secchiello , che a goccia a goccia vadia versando dell' acqua in un altro vaso di angusta bocca , che sia posto a basso : e stando ferma la nave , osservate diligentemente come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno verso tutte le parti della stanza ; i pesci si vedranno andar notando indifferentemente per tutti i versi ; le stille cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto ; e voi , gettando all' amico alcuna cosa , non più gagliardamente la dovrete gettare verso quella parte che verso questa , quando le lontananze sieno eguali ; e saltando voi , come si dice , a piè giunti , eguali spazii passerete verso tutte le parti . Osservate che avrete diligentemente tutte queste cose , benchè niun dubbio ci sia che mentre il vasello sta fermo non debbano succeder così , fate muover la nave con quanta si voglia velocità ; ché ( pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e in là ) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutti li nominati effetti , nè da alcuno di quelli potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma ... " OBIEZIONI AL MOTO DI ROTAZIONE Obiezioni fisiche della caduta dei gravi, volatili, proiettili principio di inerzia e di composizione dei moti Obiezione teologica: il sole si muove principio di relatività del moto IL PRINCIPIO DI INERZIA Ma come arrivò Galileo a formulare il principio di inerzia ? Vi arrivò sempre lavorando sul piano inclinato : osservò che mettendo sul famoso canaletto una biglia di bronzo lanciata ad una certa velocità , se lanciata in salita andrà progressivamente diminuendo di velocità ; viceversa , lanciata alla stessa velocità in discesa avrà un progressivo aumento di velocità . Con il classico processo di estrapolazione ( ricavare un dato sconosciuto tramite dati conosciuti ) arrivò ad ipotizzare che in assenza assoluta di declinazione o inclinazione del piano ( ossia in assenza di un fattore di disturbo che intervenga ) la biglia dovrebbe proseguire all' infinito nel moto in cui la si mette . E' un esperimento mentale e non verificabile concretamente in primis perchè ci vorrebbe un piano infinito per dire che la biglia prosegue in quel moto all' infinito ; e poi occorrerebbe un piano con attrito zero . Immaginando però un piano infinito e con attrito zero , allora si può capire come la biglia proseguirebbe all' infinito a rotolare . LA RELATIVITA’ GALILEIANA Sia che il sistema ( la nave , in questo caso ) sia fermo , sia che si muova chi é presente in esso non può accorgersi di ciò che capita al di fuori del sistema , non si può accorgere del movimento assoluto rispetto all' esterno : i moti é come se rientrassero tutti nel sistema in riferimento . Questa dimostrazione é di fondamentale importanza : il sistema copernicano , infatti , era criticato dalla Scrittura ( e Galileo mostra come in realtà il contrasto sia solo apparente ) , dall' autorità di Aristotele ( e Galileo rifiutava questa autorità ) e soprattutto dal senso comune : se la Terra girasse intorno al Sole , dicevano gli avversari di Copernico e di Galileo , noi dovremmo per forza accorgercene . Galileo si difende da questa obiezione mossagli tramite l' esempio del " gran navilio " : la Terra , come il " navilio " , va considerata come sistema chiuso ; noi che vi abitiamo siamo chiusi dall' atmosfera terrestre e percepiamo le cose come le si percepiscono in un sistema chiuso ( come se fossimo sotto coperta in una nave ). Insomma: percepiamo i movimenti dei corpi interni al sistema di riferimento ma non il movimento del sistema di riferimento in assenza di punti esterni. L’esperimento del gran naviglio “riserratevi con qualche amico nella maggiore stanza che sia sottocoverta di alcun gran navilio…”(dal “Dialogo”) Principio di inerzia: un corpo, se indisturbato, conserva indefinitamente il proprio stato. Principio di composizione dei movimenti: un corpo sollecitato contemporaneamente da due moti differenti si muove lungo la risultante Principio di relatività del moto: non è possibile, sulla base di esperienze compiute stando all’interno di un sistema, senza punti di riferimento esterni ad esso, decidere se il sistema si trovi in stato di quiete o si muova di moto rettilineo uniforme UNA NUOVA FISICA DIFENDENDO LA TEORIA COPERNICANA : confutazione argomenti contro la rotazione (volatili, del moto dei proiettili, della caduta di un grave da una torre) GALILEI INTUI’ EMBRIONALMENTE I PRINCIPI DI UNA NUOVA FISICA CHE VERRANNO POI FORMULATI COMPIUTAMENTE DA ISAAC NEWTON