Suggestionabilità e tecniche
di ascolto:
La tutela del minore vittima e/o
testimone di abuso o maltrattamento
Dott.ssa Gradante Federica
Avv. Algeri Lorenzo
Psicologia della testimonianza
• Interrogare e intervistare a fini investigativi
significa attivare nel soggetto che risponde
processi relativi alla percezione, alla memoria, alla
comunicazione.
• La testimonianza di chi ha assistito ad un eventoreato è una delle fonti più importanti su cui si
fonda l’accertamento dei fatti, in particolare in
certi procedimenti come quelli dell’abuso su
minore.
• Buona parte della verità processuale si fonda infatti
sulla Resocontazione dei fatti.
Psicologia della testimonianza
Caratteristiche quali età, sesso, aspetti di personalità,
coinvolgimento emotivo in un evento, livello di
traumaticità dell’evento, influenza di accadimenti
precedenti, contemporanei e successivi all’esperienza
in questione rappresentano gran parte delle variabili
in gioco durante la testimonianza.
La memorizzazione degli eventi avviene in base allo
schema cognitivo: conoscenze pregresse o strutture
mentali che organizzano le esperienze passate ed
influenzano la ritenzione di nuove esperienze.
Il soggetto ci darà nel resoconto la versione dei fatti più compatibile al
suo schema.
Psicologia della testimonianza
• In sede processuale al minore è chiesta la testimonianza di
eventi nei confronti dei quali lo stesso ha una doppia
posizione; può essere sia vittima sia testimone.
• Deve esporre fatti relativi a reati in cui i protagonisti sono
persone significative e pregnanti per il minore (es i
genitori).
• È un testimone fondamentale perché spesso questi reati
intrafamiliari non hanno altre fonti se non il minore stesso e
l’aggressore (es. bambino che assiste alla violenza del padre
nei confronti della madre).
• Altra problematica è la tipologia del reato, se sessuale,
spesso non è penetrativo ed è difficile accertare l’avvenuta
violenza perché non lascia tracce.
Il processo mnestico
La memoria è composta da più sistemi dotati di
specifiche proprietà e funzioni.
Il modello multiprocesso di Atkinson e Shiffrin
è un modello input-output composto da tre componenti:
• il registro sensoriale (RS): sistema a capacità elevata
ma di rapido decadimento
• la memoria a breve termine
• la memoria a lungo termine
Il processo mnestico
La MBT conserva le informazioni per circa mezzo
minuto e ha una capacità e durata limitata.
Il passaggio delle informazioni dalla MBT alla MLT è in
funzione:
• della reiterazione delle informazioni nella MBT
• dell'integrazione e organizzazione del materiale
La MLT è in grado di mantenere la traccia mnestica per
giorni, mesi o addirittura anni.
Il processo mnestico
Modello dei magazzini multipli
(Atkinson & Shiffrin, 1968, 1971)
Reiterazione
Stimolo
Registro
Sensoriale
Decadimento
MBT
MLT
Il processo mnestico
A questo modello ha fatto seguito nel 1974 quello di
Baddeley e Hitch che spiega la “working memory”.
Non si distingue più in modo netto tra depositi a breve e
lungo termine ma vi è la possibilità di trattenere le
informazioni ricevute con diverse modalità sensoriali
per poi lasciarle cadere o passarle alla MLT.
È necessaria un’elaborazione più profonda che connette le
informazioni alle conoscenze pregresse.
Questa elaborazione sarebbe compiuta dall’esecutivo
centrale regolato a sua volta dalle aree pre frontali.
Il processo mnestico
La MLT è suddivisa generalmente in due grosse categorie:
 Memoria Dichiarativa o Esplicita, si riferisce alla
conoscenza esplicita come la definizione di una parola, è
un tipo di conoscenza direttamente accessibile alla
coscienza e esprimibile a parole.
 Memoria Procedurale o Implicita, si riferisce alle
procedure che utilizziamo nello svolgimento di un
compito,è un tipo di conoscenza tacita, non
verbalizzata. Può riguardare abilità motorie o sequenze
di azioni es. andare in bicicletta
Il processo mnestico
La Memoria Retrospettiva permette di recuperare dalla
memoria fatti o episodi del passato;
La Memoria Prospettica permette di ricordare piani,
intenzioni e azioni che svolgeremo in futuro.
Es. Ricordarsi di prendere una pillola
Es. Ricordarsi di consegnare un libro in biblioteca
N.B. Un compito di Memoria Prospettica contiene
sempre elementi Retrospettivi.
Es. Come si chiama la pillola che devo prendere?
Il processo mnestico
La Memoria Autobiografica si riferisce al ricordo di
informazioni legate al sé.
Comprende 3 livelli organizzati gerarchicamente:
 Estesi periodi di vita (es. quando ho vissuto all’estero)
 Eventi generali (es. la scorsa estate)
 Eventi specifici (es. la cena di martedì scorso)
N.B. Sebbene il senso generale del ricordo sia corretto,
spesso i dettagli sono ricordati scorrettamente.
I ricordi autobiografici hanno carattere Ricostruttivo.
Il processo mnestico
Il minore per la testimonianza deve saper usare
soprattutto due tipi di memoria a lungo termine:
 MEMORIA EPISODICA, contribuisce alla ritenzione
di specifici eventi ed esperienze di vita chiaramente
collocabili nel tempo e nello spazio, è la più utile ai
fini della testimonianza.
Es. Che tempo faceva il giorno in cui hai sostenuto
l’esame?
Es. Cosa hai mangiato a pranzo domenica?
Il processo mnestico
 MEMORIA SEMANTICA, si riferisce a conoscenze
astratte e generali sul mondo apprese direttamente o da
altri, conoscenza concettuale e linguistica.
Es. Ditemi il nome dei primi 5 mammiferi che vi
vengono in mente.
N.B. Anche questo tipo di memoria è fondamentale ai
fini della testimonianza, al minore è infatti chiesta la
capacità di recuperare un evento specifico dalla
memoria e di saperlo spiegare, narrare.
Sviluppo della memoria nel minore
Memoria Episodica e Semantica (Tulving, 1972)
Si osserva che nei bambini al di sotto dei 3-5 anni si ha
una significativa difficoltà a livello della Memoria
Episodica mentre vi è una ricchissima capacità di formare
e accrescere la Memoria Semantica.
Tra 1 e 2 anni il bambino impara centinaia di parole,
regole linguistiche,informazioni su oggetti, animali,
persone mentre di rado è capace di rievocare con
completezza un singolo specifico episodio.
Sviluppo della memoria nel minore
Memoria Autobiografica
Data la scarsa capacità organizzativa del materiale
mnestico del bambino nei primi 2 anni di vita la
memoria autobiografica non esiste prima dei 5-7 anni.
 Con l’aumentare dell’età aumentano i ricordi circoscritti - gli
episodi e diminuiscono quelli ricorrenti - eventi di routine;
 i bambini molto piccoli ricordano degli script, cioè eventi
che si ripetono con una certa uniformità, mentre quelli più
grandi - 7 e 9 anni - sono già capaci di ricostruire una
esperienza originale producendo un ricordo personale
con caratteristiche di episodio.
Sviluppo della memoria nel minore
Memoria Autobiografica
 La Nelson ha mostrato che nei bambini piccoli è più
frequente il ricordo di uno script, per esempio “Che cosa
si fa solitamente all’asilo” piuttosto che il ricordo di un
evento singolo “Che cosa è successo ieri all’asilo?”.
 Ciò che manca nei bambini di 2 –3 anni
fondamentalmente è la capacità di riflettere sui propri
ricordi e saperli organizzare.
Sviluppo della memoria nel minore
Memoria Autobiografica
 Nei bambini sotto i 7 anni vi sono ricordi di immagini e
di emozioni, ma viene a mancare ancora la componente
narrativa propria della M.Autobiografica.
 Manca la rievocazione conscia delle esperienze con la
distinzione della fonte e del contesto del ricordo, fino a
quando essi non diventano capaci di riflessione e di
autocoscienza;
Sviluppo della memoria nel minore
Memoria Autobiografica
 I ricordi riferiti in forma di episodi autobiografici sono per lo
più l’effetto di un racconto di familiari oppure sono
ricostruzioni prodotte con l’aiuto di altri adulti.
 I bambini piccoli – sotto i 5 - non rispondono oppure
inventano, basandosi sulle narrazioni portate dai
genitori o confondendole con le proprie dando origine
a ricordi confabulatori.
 A partire dai 9-10 anni identificano meglio la fonte
dell’informazione es. Mamma mi diceva..
Sviluppo della memoria nel minore
In linea generale
 Si osserva una forte crescita tra i 6-9 anni, un leggero
rallentamento tra i 9 e i 13, fino a raggiungere quasi un
plateau durante l’adolescenza. Questo livello poi si
conserverebbe per tutta l’età adulta e subirebbe un
declino con l’inizio dell’invecchiamento.
 I processi di Categorizzazione e Organizzazione
dell’informazione aumentano progressivamente tra i 6 e i 7
anni. L’incremento della memoria negli anni seguenti
riguarda compiti cognitivi più complessi che richiedono
controllo e rielaborazione dell’informazione.
Sviluppo della memoria nel minore
In linea generale
 Strategie: sono deliberate e consce dopo i 5 anni sia
nella fase di apprendimento in cui si forma la
codifica,sia in quella di richiamo o rievocazione.
Qui c’è l’influenza degli adulti e della scuola, che rendono esplicite
queste strategie.
 I meccanismi di base sottostanti ai processi mnestici
sono comunque gli stessi nei bambini e negli adulti: i
ricordi sono dimenticati gradualmente, recuperati
attraverso indizi e modificati da nuove informazioni.
Il processo mnestico: fattori di
disturbo nella percezione dell’evento
•
•
•
•
Limiti fisiologici - es. bambino o anziano
Deficit sensoriali - es. vista offuscata
Droghe e psicofarmaci
Durata e condizioni di osservazione coinvolgimento emotivo – aspetti contestuali
• Fattori legati a qualità dell’evento - Traumaticità
dell’evento
• Rapporto del percepito con il percepiente - es. è
coinvolto un adulto pregnante per il minore.
Il processo mnestico: fase di codifica
Sotto i 6 anni i bambini riferiscono meglio il «cosa» è
successo e se sulla scena del crimine erano presenti
degli oggetti.
Sono più portati a decodificare dettagli centrali -what,
how, why- piuttosto che periferici -when, where.
Il problema è determinato dal fatto che i bambini
possono considerare periferico un dettaglio centrale a
fini giudiziari e viceversa es. ci riferisce a cosa stava
giocando, dettaglio per lui importante.
Fattori di disturbo nella fase di
ritenzione-trattenimento del ricordo
Entrano in gioco due tipi di interferenze:
• INTERFERENZA
RETROATTIVA:
un
informazione appresa in un secondo momento
(«più recente») interferisce con il recupero di un
informazione appresa in precedenza («più
vecchia»).
• INTERFERENZA
PROATTIVA:
un
informazione appresa in precedenza («più
vecchia») interferisce con il recupero di un
informazione appresa successivamente («più
recente»).
Fattori di disturbo nella fase di
ritenzione-trattenimento del ricordo
Nel bambino in questa fase incide:
• Il tempo che intercorre prima che venga recuperata
l’informazione
• Quando il minore è vittima di reato solitamente il
tempo del reato (TR) non coincide con il tempo della
denuncia (TD).
• Prima di arrivare al TD il bambino comunica a
qualcuno (adulto o minore) il presunto abuso, ci sarà
quindi un TA/M (tempo dell’adulto/minore) che
intercorre.
• Il tempo è dilatato e peggiora la qualità del ricordo.
Fattori di disturbo nella fase di
recupero e riproduzione del ricordo
• Decadimento naturale della traccia mnestica.
• L’attività ricostruttiva, è una fase peculiare del
ricordo soprattutto nel bambino; riferiamo i ricordi
che riteniamo essere più coerenti col nostro
schema.
• Le tecniche di interrogatorio
• Le interferenze da informazioni successive ovvero
quelle che il testimone acquisisce quando gli
vengono fatte le domande.
• Le pressioni sociali es il bambino potrebbe sentirsi
in colpa per aver denunciato il papà.
Fattori di disturbo nella fase di
recupero e riproduzione del ricordo
Tecniche di interrogatorio
Effetto di MISINFORMAZIONE
Rischio di inserire un informazione fuorviante
L’informazione sbagliata modifica il ricordo
Il bambino ricorda l’informazione sbagliata e finisce
per cancellare quella corretta
Fattori di disturbo nella fase di
recupero e riproduzione del ricordo
Distorsione della memoria sia a livello di resoconto e
di rappresentazione dell’evento
Arrivo addirittura a cancellare l’informazione giusta
Totale distorsione, si è completamente compromessa la qualità del
ricordo
Un bambino arriva a ricordare un evento mai vissuto
(misinformation effect)
Fattori di disturbo nella fase di
recupero e riproduzione del ricordo
L’attività ricostruttiva
• Il bambino in sede processuale deve narrare un
evento e la resocontazione dei fatti non sempre
coincide con il ricordo (memoria ricostruttiva).
• La nostra memoria funziona secondo un
meccanismo di ricostruzione piuttosto che di
riproduzione.
Fattori di disturbo nella fase di
recupero e riproduzione del ricordo
• Il ricordo non è una
fotocopia dell’evento
• La memoria è un
processo ricostruttivo
• Il ricordo di un evento è
una delle possibili
ricostruzioni che
facciamo a partire dai dati
a nostra disposizione
Fonti di distorsione della memoria
Le fonti di distorsione della memoria possono essere:
• Interne legate alle caratteristiche di chi osserva
l’evento es deficit visivi ecc
• Esterne legate alle condizioni di osservazione
dell’evento es vicini, lontani, ambiente poco
illuminato ecc
• Relazionali legate alle modalità ed al contesto in cui
viene recuperata l’informazione.
Fonti di distorsione della
memoria: il falso ricordo
Il falso ricordo si crea spesso in maniera inconsapevole, è
l’esito di un processo di ristrutturazione della memoria;
l’eventuale errata o distorta rievocazione non è generata da
intenzionalità del soggetto ma da fenomeni di suggestione.
Perché il FR diventi strutturato:
1. l’evento suggerito deve essere plausibile
2. Il soggetto dovrà costruire un immagine del ricordo
intorno al quale creare una narrazione
3. Ci deve essere un errore nella valutazione della fonte es.
«non ricordo chi me l’ha detto»
Fonti di distorsione della
memoria: il falso ricordo
Il
falso
ricordo
è conseguenza del
Misinformation effect ed è influenzato da:
FATTORI COGNITIVI
FATTORI SOCIALI
Coerenza con gli schemi
cognitivi del soggetto.
Credibilità della persona che
invia il messaggio fuorviante
es. una maestra, un genitore.
Falsa testimonianza e falso ricordo
• Diversamente dal FR, una comunicazione di un
evento non aderente alla realtà caratterizzata da
consapevolezza e volontarietà in chi la riporta,
viene definita come falsa testimonianza.
Vulnerabilità psicologica dell’interrogato
COMPLIANCE
La tendenza del soggetto ad assecondare una
proposta che gli viene fornita dall’esterno per
ottenere un vantaggio immediato.
Il soggetto è pienamente consapevole dell’influenza
ricevuta ed accetta di adeguarsi alle richieste del suo
interlocutore.
Volontà di compiacere l’interlocutore per evitare
conflitti.
Vulnerabilità psicologica dell’interrogato
ACQUIESCENZA
La tendenza del soggetto a rispondere in modo
affermativo al di là del contenuto, è un modo di
essere, una caratteristica di personalità.
Diversamente dalla compliance, nel soggetto non c’è
l’intento di ottenere un vantaggio.
Vulnerabilità psicologica dell’interrogato
SUGGESTIONABILITA’
È la tendenza individuale a rispondere in
specifico a stimoli suggestivi.
modo
La suggestione riguarda caratteristiche specifiche
contenute nello stimolo, mentre la suggestionabilità
ha a che fare con le caratteristiche della persona
stimolata a rispondere, è la tendenza del soggetto a
non resistere allo stimolo suggestivo.
Vulnerabilità psicologica dell’interrogato
SUGGESTIONABILITA’
In età evolutiva è fortemente circostanziale,
situazionale, contestuale, legata cioè non alla fascia
d’età
ma
al
setting
domanda-risposta
(suggestionabilità interrogativa)
Anche una differenza di ruoli può determinare
suggestionabilità nel minore per esempio se è un
poliziotto ad interrogarlo.
Vulnerabilità psicologica dell’interrogato
Errori guidati da Suggestioni
I bambini molto facilmente si lasciano suggestionare dalle
domande dell’adulto importante, se credono di dover
dare per forza una risposta: così potevano dire di aver
visto un adulto col cappello - che in realtà non
aveva - se la domanda era “Dimmi di che colore
era il cappello del signor X”
Vulnerabilità psicologica dell’interrogato
Errori guidati da Suggestioni
Sotto l’effetto della pressione suggestiva, i bambini costruiscono
ricordi falsi in cui includono i suggerimenti ricevuti,
dimenticando le fonti delle informazioni.
Il fenomeno è tanto più intenso quanto più i
soggetti sono sensibili all’autorità di chi li
suggestiona e quanto più sono ricchi di
immaginazione.
Vulnerabilità psicologica dell’interrogato
Errori guidati da Suggestioni
L’informazione suggestiva non solo accresce il grado di
plausibilità di un evento anche se raro, ma in alcuni casi
aumenta anche la credenza di aver assistito all’evento o di
averlo sperimentato.
Questi ricordi sono falsi, anche quando sono ricchi di
immagini flash e di dettagli.
Vulnerabilità psicologica dell’interrogato
Errori guidati da Suggestioni
C’è anche il rischio di sottovalutare testimonianze veritiere di
bambini su violenze che hanno subito: ci sono
bambini timidi o insicuri che lungi dall’inventare
episodi e dettagli immaginari, si confondono e si
rinchiudono nella negazione, non tanto per un
meccanismo di rimozione ma per la paura di non
essere creduti dall’adulto.
Occorre quindi concentrarsi sulle modalità di
conduzione degli interrogatori.
Indicazioni bibliografiche
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Cavedon A. , Calzolari M.G. (2001), Come si esamina un testimone, Giuffrè,
Milano.
De Leo G., Scali M., Caso L. (2005), La testimonianza. Problemi, metodi e
strumenti nella valutazione dei testimoni, Il Mulino, Bologna.
Dèttore D. , Fuligni C. (1999), L’abuso sessuale sui minori, Mcgraw-Hill,
Milano.
Scali M., Calabrese C., Biscione M.C. (2003), La tutela del minore: le tecniche
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Cavedon A., Calzolari M.G. (2001), Come si esamina un testimone, Giuffrè,
Milano.
Mastroberardino S. (2011), L’intervista cognitiva, Carocci, Roma.
D’ambrosio C. (2010), L’abuso infantile Tutela del minore in ambito
terapeutico, giuridico e sociale, Edizioni Erickson, Trento.
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
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