Il Rock Progressive
Prof. Antonello D'Amico
http://www.damomo.it/lezioni.htm
Le origini
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Una volta si chiamava anche rock
romantico, rock barocco, rock sinfonico,
classic rock, art rock. Tutti termini
fuorvianti, in parte ridicoli, inesatti, non
esaustivi, infantili. Tutti comunque
migliori di progressive.
Tutti i lettori che un minimo si
interessano di musica rock sanno cos'è
questo genere musicale che ha avuto il
suo apogeo nella prima metà degli anni
70, magari non lo amano ma
presumibilmente hanno ascoltato alcuni
dischi dei principali gruppi e
probabilmente possono, o ritengono di
potere, riconoscere se un brano
appartiene al progressive o meno.
Elementi costituenti del Prog.
- Il rifiuto programmatico della "forma canzone", il rifiuto
della riduzione delle forme espressive del rock nell'ambito
della rigidità strutturale del ritornello come fulcro
dell'invenzione musicale.
- Il poter prevedere nell'ambito del dispiegarsi di tale
invenzione la creazione di pezzi molto lunghi, anche
suddivisi in sottosezioni, con l'alternarsi nello stesso brano
di situazioni musicali molto diverse.
- Il massiccio utilizzo di cambi di tempo nella ritmica,
spesso con tempi dispari.
Elementi costituenti del Prog.
- L'utilizzo di strumentazioni molto allargate che superino la triangolazione
chitarra-basso-batteria, con un utilizzo massiccio di tastiere (in particolare
due strumenti leggendari come l'organo hammond e il mellotron), vero
"marchio di fabbrica" per moltissimi gruppi progressive, ma anche di
strumenti a fiato e a volte intere sezioni d'archi o orchestre.
- Arrangiamenti molto ricchi e ridondanti, spesso con toni celebrativi e
epici.
- L'uso di strutturazioni spesso ritmicamente e melodicamente complesse
con marcato sfruttamento di situazioni armoniche mutuate dalla musica
classica (sia barocca che romantica), ma spesso anche dal jazz, con il
superamento parziale delle radici blues fino ad allora imprescindibili nel
rock.
Elementi costituenti del
Progressive
- In generale, lo svincolare la musica dal contesto sociale e/o politico; il
progressive non riflette il reale ma al limite lo stempera nel fantastico, non
porta messaggi sottotraccia ma solo estetismo fine a se stesso, puro,
incontaminato, cristallino. Il progressive è rock che nasce e si sviluppa nella
borghesia. Ovviamente a prescindere dalle opinioni sociali o politiche dei
singoli musicisti.
- Un uso molto limitato dell'improvvisazione.
- L'uso di testi, grafica, diremo in generale "look", tendente al metaforico,
criptico, fantastico.
- Un approccio strumentale tendenzialmente virtuosistico, con un rapporto
quasi epico del musicista con il proprio strumento.
Elementi costituendi del
Progressive
Nella musica progressive tali elementi spesso non sono presenti
contemporaneamente e alcuni elementi sono presenti in altri generi, specialmente
nella psichedelia, che infatti ha diversi punti di contatto e forme di passaggio con
il progressive, ma la sintesi di molti di questi elementi definiscono il genere.
Nell'ambito del progressive si annoverano dei capolavori così come dischi orrendi
e ridicoli, minimo comune denominatore è comunque il tentativo, in parte riuscito,
di vivere il rock come forma artistica in sé, senza alcuna altra determinazione (il
divertimento, l'energia, l'aggressività, il ballo, lo sballo, il messaggio, il
rilassamento).
In tal senso, il progressive, che un critico ha definito giustamente la forma matura,
post-adolescenziale, del rock, è stato negli anni d'oro il centro di una rivoluzione
copernicana in cui la "musica giovane" non è stata più giovane ma solo musica, e
in cui il rock ha assunto una dignità artistica fino allora sconosciuta.
Il progressive ha una
data di nascita?
Il progressive è un fenomeno principalmente europeo e in
particolare inglese. Esistono e sono esistiti gruppi
progressive a tutte le latitudini, dall'Est europeo all'Armenia,
dal Sudamerica al Barhein, dal Giappone (dove il genere ha
avuto e ha tutt'ora un certo seguito) all'Australia, ma nella
sua massima espressione e nelle sue origini il progressive è
un fenomeno inglese.
Negli Stati Uniti, l'altro grande centro focale della musica
rock, il progressive ha avuto espressione e diffusione
limitata. Non è difficile capirne il motivo, una musica
programmaticamente antispontaneistica, velleitaria, lontana in
tutti i sensi dalle radici "nere" del rock e che tenta di legarsi,
a volte in maniera anche posticcia, alla tradizione classica, è
quanto di più lontano dalle forme estetiche ed emotive del
rock statunitense.
Primi dischi Progressive
Ma c'è un primo disco progressive? A parere di chi scrive,
esistono nodi inespressi di progressive in nuce,
embrionale, in alcune espressioni legate al pop, alla
psichedelia o al rock-blues; alcuni esempi? i Beatles di
"Sgt. Pepper's" (1967) o anche di "Abbey Road" (ma
siamo già nel 1969), il rock blues barocco dei Colosseum
Naturalmente nella scena della fine degli anni 60
andrebbero segnalati come proto-prog anche le opere
prime dei Caravan, dei Soft Machine e dei primissimi
Pink Floyd, tutti gruppi però meritevoli di una trattazione
a parte.
L'età dell'oro (19691976)
Dopo "In The Court Of The Crimson King“ dei
King Crimson il progressive esplode e fino
a metà degli anni 70 è il genere di
riferimento e di maggior espansione del
rock. Molti sono i gruppi, moltissime le
proposte anche con sfumature molto
diverse, tali da rendere difficile stabilirne un
perimetro univoco, ma sostanzialmente il
progressive artisticamente,
commercialmente e storicamente si basa
sull'opera di pochi grandi gruppi capiscuola
che ne costituiscono il punto focale.
I GRUPPI PRINCIPALI.
i King Crimson che sono, nell'ambito del progressive, il
gruppo più raffinato e più ambizioso oltre che il più sfuggevole
e camaleontico.
il chitarrista Robert Fripp: linguaggio forbito, spesso verboso,
ironico, distaccato, intellettuale, è l'antitesi dell'iconografia del
musicista rock fino ad allora in voga. Non beve e non si
droga, o per lo meno tali aspetti restano nel privato, le sue
azioni, parole e musica non hanno nulla di spontaneo e
viscerale, sul palco suona spesso seduto, algido e distante, in
tal senso è il paradigma del musicista progressive,
l'incarnazione di un programma e di un'idea.
I Gruppi Principali.
Simbolo del progressive stesso però non sono i Crimson ma
i Genesis, il gruppo più famoso e più immediatamente
identificabile con il genere nella sua accezione più romantica
e favolistica. Caratteristiche del gruppo sono una solidissima
struttura compositiva, una forte articolazione dei brani, le
fughe tastieristiche (Tony Banks), parti chitarristiche sia in
arpeggio che solistiche (Steve Hackett) di grande
suggestione quasi pittorica, una voce non potentissima ma
fortemente teatrale ed evocativa (come sbagliare... Peter
Gabriel).
Altro "totem" del progressive, nonché gruppo
retrospettivamente più dilaniato dalla critica, gli
Emerson Lake And Palmer nascono dalle ceneri
dei Nice e hanno come figura cardine il tastierista
Keith Emerson. Il gruppo propone un progressive
incentrato sulle tastiere del leader,
Destino critico analogo avranno gli
Yes, che arrivano un po' tardivamente
al progressive, dopo due dischi di pop
paraprogressive (l'omonimo e "Time
And A Word" ), con "Yes Album", per
poi proseguire con due classici del
genere come "Fragile" (1971) e "Close
To The Edge" (1972).
I Jethro Tull nascono come gruppo di eclettico folkblues-rock (da ricordare "Stand Up" del 1969), con
"Aqualung" del 1971 si accentuano i caratteri
progressivi, ma è solo con i due dischi successivi
("Thick As A Brick" del 1972 e "A Passion Play
dell'anno dopo) che i Jethro Tull entrano in maniera
inequivocabile nel calderone del progressive,
Altro iter curioso è quello dei Pink Floyd, fautori agli esordi,
sia nella fase barrettiana che successiva, di una psichedelia
stralunata ma molto consapevole e razionale, lontanissima
dalla viscerale psichedelia californiana, ancora legata al
blues e al folk, piena anche di riferimenti colti, spiazzante e
sghemba, lisergica ma lucida e intellettuale. La fase
psichedelica dei Pink Floyd si chiude con due capolavori, il
doppio "Ummagumma" e la sottovalutata colonna sonora del
film "More". Poi, con la magniloquente suite di "Atom Hearth
Mother", il gruppo si inserisce a piano titolo nel filone del
progressive; da lì "Meddle" e i successi planetari di "The
Dark Side Of The Moon" (1973), "Wish You Were Here"
(1975), "Animals" (1977 ) e "The Wall" (1979).
Tra tutti, per importanza, spiccano i Van Der Graaf Generator di Peter Hammill,
gruppo rispettatissimo dalla critica anche dopo il ciclone punk e la new wave, che
nell'age d'or del progressive produce alcune gemme di esistenzialismo musicale,
I Deep Purple sono un gruppo rock britannico nato nel 1968, fra i più importanti ed
influenti gruppi rock di sempre. Insieme a gruppi come Led Zeppelin e Black
Sabbath, sono considerati i pionieri dell'hard rock e dell'heavy metal. Inoltre i Deep
Purple sono definiti generalmente come uno tra i primi gruppi heavy metal della
storia[9], anche se loro hanno sempre rifiutato di etichettarsi come tali.[10]
Ai Deep Purple va ricondotta l'unione di approccio e sonorità neoclassiche al tempo e
al ritmo tipici del blues e del rock and roll. Il suono della band comprende anche
elementi pop e progressive rock.
La crisi e il deserto (1977-1983)
Il progressive rimane il genere principale di tutto il rock fino alla metà degli anni
70, tanto da poter essere considerato la matrice dell'espressività musicale di
un intero decennio, di quella particolare aura che si avverte quando si ascolta
un disco "dei Settanta".
Nella seconda metà degli anni 70, il genere comincia a mostrare un po' la corda,
escono ancora buoni dischi ma si comincia ad avvertire qualche segno di
stagnazione.
I King Crimson sono sciolti (riappariranno nel 1981), i Genesis senza più Peter
Gabriel nel biennio 1976-1977 escono con due classici come "A Trick Of The
Tail" e "Wind And Wuthering" ma già nel '78 viene pubblicato " ...And Then
There Were Three", disco eccellente e pienamente progressivo ma anche
minato dal virus della deriva pop ("Follow You Follow Me" e "Many Too Many"
i singoli) che si renderà evidente nel decennio successivo;
La crisi e il deserto (1977-1983)
gli Yes nel '76 licenziano l'ottimo "Going For The
One", ma nel '78 lasciano perplessi tutti con
"Tormato",
gli Elp sfornano tour mastodontici e dischi non
all'altezza,
i Vdgg si suicidano nel '78 lasciando un disco di
chiara impronta new wave come il doppio dal
vivo "Vital"
La crisi e il deserto (1977-1983)
i Jethro Tull continuano con la media di un disco
all'anno, sicuramente senza infamia ma anche
senza grossi picchi; molti altri gruppi arrancano o
si stanno sciogliendo, in generale la produzione
è di livello inferiore a solo tre-quattro anni prima.
In tale contesto, esplode il fenomeno punk e
contestualmente la new wave, due momenti di
chiara discontinuità rispetto al passato prossimo;
L’Avvento della New Wave e del Punk
Rock
Con la deriva Punk e New Wave accusata dalla maggior
parte dei complessi progressive si crea una sorta di
regressione. L’illusione del Punk Rock sarà una
meteora nel firmamento musicale rispetto al
progressive.
Tra i due generi emergenti della fine dei 70, il successo
della disco-music, l'altra faccia della medaglia del punk:
stesso completo disimpegno, stessa veicolazione
pulsionale, stessi intenti, stesso legame con il
marketing. Quello che cambia è il target umano
manipolato e la capacità dei musicisti impegnati
(enorme il divario a favore della disco-music).
L’Avvento della New Wave e del Punk
Rock
Con il Punk rock, si ha una sorta di restaurazione
costituita da ritmi e da brani già ascoltati negli
anni 50, non c’è niente di innovativo in un brano
creato con due soli accordi.
E’ una regressione alla manipolazione delle
coscienze giovanili, è l'anestesia del pensiero, è
un ritorno alla musica come socialità.
Il Declino ?
Oltre a un calo qualitativo e al successo di altri
generi, un altro fattore inevitabile quanto banale
e prevedibile è più di ogni altro alla base della
crisi del progressive: il cambio inevitabile delle
mode, quell'oscuro e visibilissimo meccanismo
che porta un'espressione umana ad avere una
nascita, un apogeo e un declino.
Il Declino ?
nella seconda metà dei 70 il progressive è in declino.
Quasi morto. Il genere si dissolve, la maggior parte dei
gruppi a cavallo dei due decenni sono sciolti o hanno
cambiato genere, nuovi gruppi si vedono solo nelle
cantine, non c'è praticamente nulla, un deserto totale, la
stampa parla di progressive solo per attaccare
retrospettivamente il genere; esce ancora ottima
musica, sia ben inteso, ma non più progressive.
Sembrerebbe finita lì. Invece no.
Una rinascita carbonara
Nel 1983 appare nei negozi un disco. Si chiama "Script For
A Jester Tears". Il gruppo si chiama Marillion, evidenti
sono i richiami ai Genesis.
I Marillion proseguiranno con alterne vicende fino ai nostri
giorni, il terzo disco (una suite in due facciate e un
concept) "Misplaced Childhood" sarà il loro più grande
successo, ma ormai la scintilla è scoccata: dietro di loro
cominciano ad apparire altri gruppi, quasi tutti di matrice
Yes/Genesis: gli IQ, i Pendragon, i Twelth Night i
principali; qualcosa riappare sulla stampa, gli appassionati
cominciano ad avere qualche punto di riferimento in
qualche fanzine, negli anni la produzione continua a
crescere, nascono pure piccole etichette e negozi
specializzati. Il progressive diventa un genere di nicchia,
carbonaro, poco visibile ma tutt'altro che sparuto.
Il New Progressive
il new-prog (così verrà chiamato) per tutti gli anni
80 ha come riferimento il mainstream degli Yes e
dei Genesis, con però un importante cambio
nella strumentazione grazie all'avvento delle
tastiere elettroniche, che danno un mood più
moderno ai pezzi; poi prevale una certa
semplificazione del materiale, spesso
accattivante e orecchiabile ma di buon impatto
espressivo e sufficientemente strutturato.
Il Prog nel Nuovo Millennio
Dalla metà degli anni 90 il termine progressive comincia sempre più a fare
capolino nella stampa musicale ufficiale e generalista e tra gli appassionati di
rock in generale, il genere esce un po' dal dimenticatoio delle nostalgie e vive
un piccola fase di maggiore esposizione. Vediamo alcune delle ragioni:
• Prende piede e ha notevole successo un sottogenere del progressive: il
progressive-metal, cioè l'unione di strutturazione generale dei pezzi di tipo
progressive con sonorità, durezze, epicità e strumentazione tipiche del metal.
• La produzione prog-metal è notevole, la maggior parte dei dischi non può che
lasciare qualche perplessità tra i filologici progster "old-fashion", per via di una
epicità un po' facilona e di grana grossa, pregna di un tecnicismo muscolare
un po' banalotto e infantile, certo è comunque che almeno certi dischi dei
Dream Theatre ("Awake") e dei Queenryche ("Operation Mindcrime") vivono di
luce propria e che forse in un mondo musicale di depressi è salutare ogni
tanto ascoltare anche un assolo di John Petrucci dei Dream Theatre, l'ultimo
guitar-hero.
Il Prog nel Nuovo Millennio
Dulcis in fundo: sempre più insistentemente negli ultimi
anni si è parlato di (nuovo) progressive per una serie di
proposte musicali sia legate a una nuova vena
drammaturgica che ha fatto capolino nel rock
(Radiohead, Muse), sia legate a un certo post-rock
iperstutturale (Tortoise) o psichedelico-ambientale
(Sigur Ròs, Tarentel), sia al ritorno di una certa
ambizione sperimentale (Cerberus Shoal), sia a nuove
proposte di minimalismo epico (Godspeed You Black
Emperor!).