Lineamenti storici e interpretativi dell`Insorgenza italiana

Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale
Lineamenti storici
e interpretativi
dell’Insorgenza italiana
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DEFINIZIONE PRELIMINARE
Per Insorgenza intendiamo un insieme di fenomeni storici
caratterizzati:
 dalla resistenza attiva di gruppi e di ceti, per lo più
popolari,
 contro i princìpi e gli agenti della Rivoluzione, nella sua
versione “francese” o in altra versione,
 in difesa di un ordine politico e sociale preesistente, del
“sovrano” legittimo, della religione e di diritti acquisiti
violati dalla Rivoluzione stessa.
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L’INSORGENZA COME CATEGORIA
 In base alla definizione data, essa può manifestarsi, in
presenza di Rivoluzione, in condizioni di tempo e di
luogo assai diverse.
[Esempi: la rivolta contadina di Tambov in Russia nel
1920-1921; il Messico fra il 1926 e il 1929 (rivolta dei
Cristeros); la Cruzada spagnola del 1936-1939].
 Come il “fascismo” o il “bonapartismo”, l’Insorgenza è
una categoria storico-politica e non solo una realtà
storicamente determinata.
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L’INSORGENZA CONTRO LA RIVOLUZIONE FRANCESE
 Per Insorgenza, nell’accezione più comune, si intende la
resistenza popolare contro la Rivoluzione del 1789 o
Rivoluzione francese, manifestatasi in Francia e nei
paesi europei da essa occupati nella sua fase
repubblicana (1792-1799), nonché nella sua fase
consolare (1799-1804) e imperiale (1804-1815), dominate
dalla figura di Napoleone Bonaparte (1769-1821).
 L’episodio più noto (ma non il maggiore) di questa
insorgenza è la cosiddetta “Vandea”, dal nome del
dipartimento della Francia occidentale che, dal 1793 al
1796, si sollevò in armi contro la Repubblica Francese.
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PERCHÉ INSORGENZA CON LA “I” MAIUSCOLA?
 Dopo il 1792 i princìpi della Rivoluzione del 1789 dalla
Francia dilagano in tutta Europa, come conseguenza
delle vittorie militari della Repubblica, del Consolato e
dell’Impero francesi.
 Insorgenze contro-rivoluzionarie, oltre che in Francia, si
hanno in Italia, in Belgio, nell’area renana, in Spagna, in
Svizzera, in Tirolo, nell’Istria, a Malta, nell’Isola d’Elba.
 Al di là delle finalità, l’Insorgenza presenta non poche
analogie con la Resistenza italiana ed europea, pur
superandola per partecipazione popolare e per vittime
subite dalle popolazioni.
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L’ANTICO REGIME
 E’ la fase ultima della civiltà costruita durante i dieci
secoli detti del Medioevo cristiano
 Una civiltà costruita dal basso, dopo il crollo dell’Impero
Romano, come frutto dell’incontro fra il germanesimo e
lo ius gentium romano, fecondati dall’universalismo
cristiano.
 Una civiltà illuminata dal Vangelo, basta sul diritto
naturale e docile alla Chiesa: è una civiltà austera e
sacrale: una società “[…] a misura d’uomo e secondo il
piano di Dio” (Giovanni Paolo II).
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L’ANTICO REGIME (cont.)
 Una società che presenta grande omogeneità e
coesione culturale, coniugata con un ancor ampio
pluralismo di ordinamenti giuridici e di forme di
rappresentanza politica.
 Soggetto dei diritti non è l’individuo singolo, ma
l’individuo nelle sue proiezioni sociali: famiglia, ceto,
professione, patria, vocazione.
 Non conosce lo Stato, in senso moderno, ma centri di
autorità, che si formano e si articolano gerarchicamente
per via di rapporti interpersonali e non burocraticolegali, secondo il modello feudale.
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L’ANTICO REGIME (cont.)
 Sfera religiosa e sfera civile, autorità spirituale e potere
temporale, Chiesa e Impero sono interdipendenti e
interoperanti.
 Nell’Antico Regime la civiltà medioevale è al suo
tramonto: alla fine del 1700 coesistono forme sociali e
culturali “ancora” medioevali e “già” moderne:
l’assolutismo dei sovrani e gli Stati nazionali sono
fenomeni moderni.
 Possibile alternativa alla Rivoluzione: una riforma che
tornasse alle origini della cristianità o l’evoluzione sul
modello britannico: la Rivoluzione francese è stata
invece vissuta dai suoi protagonisti come “[…] rottura e
inizio di una nuova epoca” (François Furet).
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LA RIVOLUZIONE FRANCESE
 Distrugge l’Antico Regime, ovvero:
— abolisce il feudalesimo;
— introduce diritti formali, espressi da costituzioni e
codici, che sanciscono l’uguaglianza giuridica;
— attua l’individualismo delle filosofie illuministiche;
— separa lo Stato dalla Chiesa;
— emancipa le minoranze religiose;
— inizia la secolarizzazione della società e della cultura.
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LA RIVOLUZIONE ITALIANA (fase “giacobina”)
 La Rivoluzione in Italia è resa possibile dall’invasione
delle armate francesi repubblicane, che ha inizio nel
1792-1796.
 I nuclei rivoluzionari italiani (i “giacobini”), d’accordo
con i capi militari e gli agenti francesi, danno vita a
nuove forme statuali repubblicane, “democratizzate”,
satelliti di Parigi, su una base territoriale nuova, che
abolisce il tradizionale particolarismo amministrativo.
 I beni della Chiesa vengono espropriati e venduti, gli
ordini religiosi soppressi, l’aristocrazia rimossa dal
potere, il clero assoggettato allo Stato.
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LA RIVOLUZIONE ITALIANA (fase “cesarea”)
 La fase “cesarea” (Consolato e Impero) di Napoleone
Bonaparte, pur temperando gli aspetti più dilaceranti
dell’esperienza “giacobina”, sistematizza e radica il
portato rivoluzionario in Italia
 Il codice Napoleone costituisce l’espressione più
compiuta del nuovo ordine
 Nascono una nuova classe di “aristocratici”, non più di
sangue, ma per funzione, di estrazione borghese e
censitaria; una burocrazia (i prefetti); un esercito e una
classe militare
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L’INVASIONE FRANCESE E LE REPUBBLICHE
 1792-1796, il Regno di Sardegna combatte contro la
Francia e viene sconfitto (armistizio di Cherasco); nel
1798 viene incorporato al territorio francese
 1796: Lombardia, la Liguria, Livorno, la Romagna;
Repubbliche Cispadana, Cisalpina e Ligure
 1797: Repubblica di Venezia, Valtellina, Marche
 1798: Marche, Umbria, Lazio; Repubblica Romana
 1799: Granducato di Toscana e Regno di Napoli;
Repubblica Napoletana
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LA GUERRA “FRANCESE”
La Francia repubblicana conduce in Italia (e in Europa)
una guerra di tipo nuovo, basata su:
 il sostentamento delle truppe da parte delle popolazioni
conquistate, attraverso spietate requisizioni;
 l’eversione dei governi nemici o neutrali;
 il drenaggio di risorse finanziarie e artistiche dei paesi
conquistati, a vantaggio del governo di Parigi;
 l’assoggettamento economico a favore degl’interessi
francesi;
 la coscrizione obbligatoria e l’impiego di milizie
straniere.
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CONDIZIONI E CIRCOSTANZE DA CONSIDERARE
L’Italia alla fine del Settecento è




divisa in diversi principati (repubbliche, regni, ducati);
frammentata territorialmente (conformazione
geografica della Penisola e carenza di linee di
comunicazione), e amministrativamente: ovunque
esistono antichi diritti e usanze (logica municipale);
fortemente appoggiata (come mentalità della
popolazione e socialmente) sulla Chiesa cattolica;
esposta all’influenza britannica sul mare, a quella
imperiale diretta (Lombardia) e indiretta (dinastie),
infine, a quella francese.
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L’INSORGENZA ITALIANA: LE FASI
L’Insorgenza italiana contro la Rivoluzione francese si
manifesta in tre grandi fasi:
 1792-1796, nel Regno di Sardegna,
 1796-1799, in tutta la Penisola,
 1803-1814, nell’Italia settentrionale e nelle Calabrie.
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I LUOGHI
L’Insorgenza italiana contro la Rivoluzione francese negli
anni 1792-1796 si manifesta nella parte occidentale del
Regno di Sardegna in guerra (la cosiddetta Guerra delle
Alpi) con la Francia rivoluzionaria.
 Milizie popolari si affiancano alle truppe regolari
sabaude nella lotta sulle montagne.
 Dopo l’armistizio di Cherasco (Cuneo) dell’aprile 1796
continuano la lotta in forma partigiana (i cosiddetti
barbets).
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1792-1796
PIEMONTE 1792-1796
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I LUOGHI (cont.)
L’Insorgenza italiana contro la Rivoluzione francese negli
anni 1796-1799 si manifesta a:
 1796: Pavia, Binasco e Casalmaggiore; Lugo di
Romagna; Garfagnana;
 1797: Bergamo, Brescia e relative Valli; Verona (le
“Pasque Veronesi”); Valtellina; Montefeltro e Marche;
Liguria orientale;
 1798: Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio, Valtellina;
 1799: Piemonte (“Massa Cristiana”), Val d’Aosta, Marche,
Abruzzo, Umbria, Calabria (“Santa Fede”), Puglia, in
Campania, Molise,Piemonte, Toscana (“Viva Maria!”).
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1796-1799
PIEMONTE E VAL D’AOSTA 1799
BERGAMO E BRESCIA 1797
VALTELLINA 1797-1798
PAVIA E BINASCO 1796
LUGO E MONTEFELTRO
1796-1799
LIGURIA 1797-99
AREZZO E
TOSCANA 1799
MARCHE E UMBRIA 1799
ABRUZZI 1798-99
LAZIO 1798-99
ISOLA D’ELBA 1799-1802
SANTA FEDE 1799
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I LUOGHI (cont.)
L’Insorgenza italiana contro la Rivoluzione francese negli
anni 1803-1814 si manifesta:
 1803: in Val Padana, in diversi luoghi;
 1805: nelle valli appenniniche piacentine e parmensi;
 1806-1809: nelle Calabrie;
 1809: in Tirolo, nel Veneto, in Valcamonica e in
Valtellina, in Val Padana;
 1814: Lombardia.
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TIROLO 1809
1805-1814
VENETO 1809
VALTELLINA 1809
EMILIA 1805
ABRUZZI 1806-1810
NAPOLI E CALABRIE 1806-1
810
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LE MODALITA’
L’Insorgenza italiana si manifesta come:
 insurrezione popolare,
 “piccola guerra” o “guerrilla” (guerriglia) o guerra
partigiana: sabotaggio, imboscate, attentati,
 guerra guerreggiata,
 “brigantaggio”.
E’ una guerra chiaramente di liberazione, che si tramuta
spesso in guerra civile, e conosce, soprattuto al Centro e
al Sud, le atrocità tipiche di questa guerra (rappresaglie
sui civili, eccidi, saccheggi, violenze, efferatezze, assalti
ai ghetti ebraici)
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CARATTERISTICHE DEI VARI EPISODI DI INSORGENZA






Sono moti popolari.
Tendono a riprodursi tenacemente, nonostante la dura
repressione franco-giacobina.
Sono per lo più spontanei.
Con poche eccezioni, nobili e preti la snobbano o la
temono (possibile ritorno alla fase pre-illuministica): i
leader sono capi-popolo.
Quasi sempre sono sconfitti.
Gli Alleati contro Napoleone se ne servono, talora
favoriscono gl’insorgenti, ma li smobilitano appena
possibile.
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I PROTAGONISTI
Dell’Insorgenza sono protagonisti:





solo sporadicamente, membri della piccola nobiltà
locale, religiosi e basso clero,
popolani e contadini in rivolta, che operano come
truppe “a massa”, ovvero in formazioni territoriali, a
mobilitazione temporanea, reclutate da “notabili”
locali, in base ad aggregazioni sociali preesistenti:
municipali, feudali, corporative,
bande di briganti,
frammenti di eserciti regolari e di milizie (ex guardie
campestri, finanzieri e gendarmi) degli antichi Stati,
formazioni regolari degli eserciti coalizzati.
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I PROTAGONISTI (cont.)
Dal lato degli avversari dell’Insorgenza italiana sono
protagonisti:
i nuclei rivoluzionari delle città (i “giacobini”),
la nobiltà e il clero “democratici”,
i commissari politici e gli agenti del Direttorio,
l’esercito francese,
le formazioni militari italiche delle repubbliche
“sorelle”, costituite da volontari e da coscritti,
 corpi franchi al servizio della Francia,
 i prefetti e la gendarmeria del Regno d’Italia.
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LE VITTIME DELL’INSORGENZA
 Non ci sono dati precisi, ma solo stime.
 Il generale francese Paul-Charles Thiébault, all’inizio del
1799, stimava in almeno 60.000 le vittime fra gl’insorgenti.
 E’ un numero altissimo in rapporto alla popolazione
italiana dell’epoca, circa 15,5 milioni di persone nel 1750
e circa 18 milioni nel 1800.
 Vi sono stime molto più alte: nel 1799 solo a Isernia “[…]
più di 1.500 persone furono passate a fil di spada”
(Niccolò Rodolico); altre centinaia ad Andria e a Trani.
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CHE COSA L’INSORGENZA NON E’

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


Una mera esplosione o ripresa di moti a sfondo
sociale, privi di coordinamento, o un’espressione di
lotta di classe.
Una macchinazione orchestrata dai nobili e dai preti.
Solo una forma di brigantaggio.
Una reazione contro i francesi in quanto tali o un
“anticipo” di “coscienza nazionale”, ovvero un “protoRisorgimento”.
Un rigurgito di “fanatismo” religioso e di “ignavia”
civile o semplice legittimismo.
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CHE COSA E’ L’INSORGENZA
Premessa: l’Insorgenza è ancora poco conosciuta, nei
suoi singoli episodi e come complesso.
L’Insorgenza si manifesta come:
 una forma di resistenza e di rigetto (analoga a uno
“shock anafilattico”) di fronte alla inoculazione violenta e
artificiale di elementi di modernità politica e sociale, che
mutano l’habitat e intaccano il mondo dei valori e delle
credenze delle popolazioni, soprattutto dei ceti più umili,
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CHE COSA E’ L’INSORGENZA (cont.)
 una forma di reazione contro il vuoto creatosi dal crollo
dell’Antico Regime e dal venire meno del riferimento
culturale e sociale costituito dalla religione e dalla
Chiesa, avvertito inizialmente attraverso l’ “empietà”
(sconosciuta) dell’invasore e dei “giacobini”,
 una forma di autodifesa spontanea contro la guerra
e contro il regime di occupazione rivoluzionari,
 la rivendicazione di diritti acquisiti (es.: il diritto di
portare le armi, l’autonomia) violati brutalmente dai
francesi.
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CHE COSA E’ L’INSORGENZA (cont.)
 l’espressione, in negativo e incompiuta, ma – per la
prima volta - chiara, di un sentire comune, di un
riferimento generalizzato a valori comuni, di una cultura
comune: ossia dell’identità italiana,
 l’espressione di un concetto di patria diverso da quello
moderno,
 la manifestazione della vitalità dell’ordine preesistente,
espresso dalla fedeltà al sovrano legittimo e alle antiche
forme di autogoverno,
 Un episodio del confronto geopolitico europeo fra le
potenze d’Europa
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INSORGENZA E RISORGIMENTO
 La Rivoluzione italiana prosegue nel Risorgimento:
l’indipendentismo e l’unità (pur necessari nel nuovo
contesto internazionale) nasconderanno i piani di
definitiva modernizzazione dell’Italia, di eliminazione
del potere temporale del Papa e di riforma della Chiesa,
contro cui si erano battuti gl’insorgenti.
 L’Insorgenza riesplode nel Mezzogiorno nel 1861-1865,
quando la Rivoluzione italiana riprende le forme del
1796-1799.
 La Rivoluzione italiana, per le sue modalità, rinnegherà
(inizialmente) il giacobinismo e “silenzierà” per sempre
l’Insorgenza, auto-attribuendosi caratteri nazionali
e popolari che non avrà mai.
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