Diapositiva 1 - Magarotto Torino

Secondo alcuni storici, Torino fu fondata dagli antichi Egizi: Fetonte,figlio di
Iside, avrebbe scelto l’incrocio sacro tra i due fiumi (la Dora e il Po) per
erigere un centro di culto al dio Api, proprio il dio-Toro.
I DUE FIUMI
Un altro presupposto altamente magico è dovuto dalla
confluenza fra due fiumi: il Po e la Dora, che formano come un
“anello
d’acque lucenti” attorno alla città.
E’ proprio dall’acqua che Torino ha tratto le sue origini industriali,
trasformando in energia meccanica il flusso dei canali che hanno
dato vita a centinaia di officinette. Oggi i canali sono stati tutti
coperti perché considerati “sconci”: abbiamo indubbiamente
dimenticato quanto sono serviti.
“Il Po rappresenta il Sole” ci dice un operatore del magico
cittadino. “La Dora invece è la Luna”. Dall’unione feconda di
questi due astri nasce una città regale: Torino. Allo stesso modo
il Po simboleggia il sacro Nilo e Iside sua sposa è la Dora. Alla
confluenza i due fiumi tracciano sul suolo le linee di base di una
piramide; aggiungendone una ipotetica, sopraelevata in altezza,
abbiamo come vertice la collina di Superga. In questo punto
sorge il sole, e sempre qui, dai loro sepolcri sotto la Basilica, i
Re di casa Savoia vegliano sulla città dove hanno per secoli
regnato.
Il Po nasce da una sorgente pura, dai ghiacciai del Monviso, e
come una grande artena vitale solca la città risparmiato dai
grandi inquinamenti. La Dora invece lambisce i grandi complessi
industriali e l’ospedale per malattie infettive (Amedeo di Savoia).
In essa vengono convogliati gli scarichi delle industrie che il
fiume raccoglie portandoli via, come se fossero i mestrui della
città. Confluisce nel Po, scaricandovi il suo fardello d’acque non
più chiare, fuori Torino, quasi a voler preservare la città da
queste lordure .
La sua pianta romana pone le quattro porte d’ingresso in corrispondenza
dei quattro punti cardinali e tutta la città è allineata sul 45° parallelo,
segnato dall’obelisco che domina Piazza Statuto.
IL LUOGO
Una città non nasce mai per caso. Anche se alle origini più lontane c’è
soltanto un agglomerato di poche capanne, col progredire della civiltà,
man mano che l’insediamento si espande per l’arrivo di nuovi abitanti,
si tiene sempre conto di un fatto fondamentale nella vita umana, un
fattore importante quanto vita stessa: quello magico-religioso.
Non appena il villaggio assume proporzioni di una certa importanza, si
pensa immediatamente a fortificarlo con la creazione di mura di cinta e
torri di vedetta. Per queste ultime si scelgono orientamenti strategici tali
da poter dominare il nemico, Per le porte di accesso invece si sceglie
una posizione propizia, rivolta ad astri benevoli ed ai punti cardinali da
cui questi si alzano etramontano.
Questa è una norma adottata generalmente in tutto il mondo e in tutti i
tempi. Tihauanaco, sede di una civiltà antichissima e pressoché
sconosciuta, conserva ancora due enormi monumenti: la “puerta del
Sol” e quella dedicata alla Luna, i due ingressi alla città ormai
scomparsa. Roma, com’è noto, nacque da un quadrato magico tracciato
con l’aratro. Il punto fu scelto secondo gli auspici tratti dal volo degli
uccelli. Paestum, che fu città ricca e fiorente fu tracciata con ingressi a
mare, a monte ed in corrispondenza del sorgere e tramontare del sole.
Anche l’antico tracciato romano di Torino apriva le quattro porte
d’accesso sui quattro punti cardinali, e la via principale era stata
disegnata in modo tale da seguire la linea ascendente del Sole, la
medesima che ritroveremo più avanti esaminando l’oroscopo della città.
Torino è il vertice dei due triangoli geografici individuati dagli studiosi di
esoterismo: quello di magia bianca che la legherebbe a Praga e a Lione e
quello di magia nera che la congiungerebbe a Londra e a San Francisco.
Città sacra e diabolica
Torino, l’unica ad avere due
cuori: uno bianco e uno nero.
Nessun edificio di Torino
sembra essere stato costruito a
caso: è come se tutta la città
obbedisse ad un unico,
misterioso progetto …
In epoca romana la città terminava alla Porta Segusina (l'attuale Porta Susa) da qui
partiva la Via delle Gallie.
I Romani consideravano molto infausta la posizione ad occidente per motivi strettamente
esoterici.
Ad occidente il sole tramonta, qui termina la luce del giorno ed inizia la tenebra della notte.
E' il confine tra il dominio del Bene e quello del Male. Fuori dalla Porta Segusina venivano
giustiziati i condannati e tumulati i defunti. Durante i lavori di scavo per il Sottopassaggio
della ferrovia Milano-Nord vennero riportate alla luce numerose tombe.
Piazza Statuto è uno dei numerosi punti
magici della città.
La piazza sorge sopra l’ultima necropoli
romana, un’antica “città dei morti” e
successivamente per secoli ospitò il
cruento patibolo di Torino.
Si scopre che la piazza è
della città
Il patibolo continuò a funzionare
ininterrottamente in Piazza Statuto
Furono i francesi a spostarlo di due o
trecento metri, dove attualmente c'è
l'incrocio fra Corso Regina Margherita e
via Cigna. I vecchi torinesi lo chiamano
ancora "il rondò della forca", perché
forca o ghigliottina si alternarono
secondo le usanze dell'epoca fino al
secolo scorso. Se i luoghi hanno quella
strana ed inquietante capacità di
ricordare, di conservare le emozioni
violente, soprattutto quelle cruente,
questa zona ne è quanto mai permeata.
Un luogo maledetto, dunque, una "valle
della morte" di cui fruitori della magia
nera sono perfettamente a conoscenza
E a ben guardare, nel cuore del piccolo giardino che occupa la piazza c’è un tombino. E
quel tombino porta a un misterioso mondo sotterraneo: per i più prosaici conduce al nodo
centrale delle fogne della città, per i più suggestionabili lì si trova la Porta dell’Inferno
(almeno così vuole il mito).
Un luogo poco felice, ma
comunque non eliminabile
dalla geografia della città. E
qui, all'occidente geografico
facevano coincidere
l'occidente della vita: la
"vallis occidanum" da cui
prese nome l'attuale
Valdocco, era soprattutto un
luogo di uccisione e di
sepoltura.
A poche centinaia di metri dalla piazza, superato corso Svizzera, si trova via
Michele Lessona dove un tempo stava la “Domus Morozzo” – di cui non v’è più
traccia –, ovvero la residenza torinese del più grande e più celebre esoterista di
tutti i tempi: Nostradamus.
La Domus Morozzo che ospitò Nostradamus si trovava all’inizio dell’odierna via Michele Lessona.
Ridotta a rudere fu ulteriormente devastata da un incendio e fino al 1983 ne rimaneva ancora in piedi
un muro, poi le ruspe del Comune lo abbatterono e tutta l’area è diventata un giardino pubblico.
Intorno al 1970 si parlò molto di una lapide che Nostradamus lasciò a ricordo del suo passaggio e che
avrebbe dovuto contenere un significato magico. Da studi fatti da fotografie scattate quando ancora
l’edificio era una villa qualcuno ne ricostruì il testo, davvero molto sibillino:
1556
Nostre Damus a loge ici
On il ha le paradis lenfer
Le purgatoire ie ma pelle
La victoire qvi mhonore
Avrala gloire qvi me
Meprise ovra la
Rvine hntiere
La traduzione è: "Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, L’Inferno e il Purgatorio. Io mi
chiamo la Vittoria. Chi mi onora avrà la gloria; chi mi disprezza avrà la rovina intera".
Il significato esplicito si riferisce ai terreni circostanti la tenuta, denominati Paradiso, Inferno e
Purgatorio. Vittoria è il nome della proprietaria della villa nel 1556. Sul significato nascosto, nessuno
ancora ha trovato la chiave di lettura... Sembra comunque che la lapide non sia andata distrutta
insieme con tutto l’edificio, ma sopravviva in una casa torinese il cui indirizzo è mantenuto
ovviamente segreto. del patibolo, dalla casa del boia e dal luogo di sepoltura dei giustizia
Nostradamus è ancora oggi una presenza avvolta dal mistero. E’ vissuto nel 1500, fu colto, viaggiò
moltissimo ed esercitò la professione di medico, ma fu anche astrologo, matematico, astronomo,
erborista, alchimista e scrittore.
E fu un profeta, anche se nebuloso.
Arrivò a Torino nel 1556 ufficialmente per visitare Margherita di Valois, moglie del Duca Emanuele
Filiberto di Savoia e già avanti negli anni, tanto da non poter dare un erede che avrebbe permesso al
Duca il suo rientro a Torino, secondo il trattato di Chateau Cambresis. Nostradamus aveva infatti la
fama di preparare un olio miracoloso in grado di combattere la sterilità dell’uomo e della donna, e
venne a tale scopo ospitato con discrezione nella villa "la Vittoria" denominata in seguito "il
Morozzo". Al Duca, Nostradamus predisse la nascita dell’erede e ne specificò anche il nome, Carlo
Emanuele, che sarebbe diventato il più grande capitano del suo tempo. Predisse anche che sarebbe
morto "quando un nove si troverà davanti a un sette": Carlo Emanuele morì infatti a 69 anni, prima di
compierne 70, e la profezia si avverò.
Ma torniamo in piazza Statuto e al patibolo: poco distante, in via Barbaroux,
si trova la chiesa dove veniva data l’ultima benedizione ai condannati. E’ la
chiesa della Misericordia - dal 1720 proprietà della confraternita della
Misericordia – che tutt’oggi espone in alcune teche di vetro il registro con i
nomi dei condannati, i cappucci neri, il “bicchierino” per un ultimo sorso e
il crocefisso (e, sotto una lastra di marmo, un ossario).
Sempre in zona,
un altro paio di
curiosità: nella
chiesa di Santa
Maria di Piazza vi
è un quadro della
Madonna che
alcuni vogliono
dipinto dallo
stesso San Luca;
in una località
segreta, da queste
parti, le leggende
vogliono che sia
conservato il velo
della Madonna.
Di lì, in pochi minuti, si arriva in piazza Solferino,
una delle principali della città. E qui l’attenzione
viene attirata dalla
rappresentazione allegorica che per gli
esoteristi rappresenta la Porta verso l’Infinito.
Nella città di Torino sembra che nulla sia stato lasciato
al caso, nemmeno l’orientamento delle chiese, dei
palazzi, il disegno delle piazze o addirittura le facciate
di certe costruzioni patrizie: gli architetti si sono
tramandati per secoli i significati nascosti dei simboli
attraverso le loro opere.
Per capire, o non capire ciò, dobbiamo rifarci alla
Massoneria che custodisce ancora il segreto dei
simboli e tornare a migliaia di anni fa quando Hiram
costruì a Gerusalemme il tempio di Re Salomone.
Hiram era il depositario dei segreti che provenivano da
Kha, l’architetto dei faraoni, e prima di lui da Toth, che
insegnò agli uomini linguaggio, scrittura e tecnologia.
La Massoneria, nella sua veste operativa, nasce come associazione di
mutuo appoggio e perfezionamento morale tra artigiani muratori. In
seguito si trasforma in una fratellanza speculativa di tipo iniziatico
organizzata su base mondiale e caratterizzata dal segreto rituale. I suoi
membri sono uniti da ideali condivisi, di natura sia morale che metafisica
(e nella maggior parte dei casi dalla comune credenza in un Essere
supremo, detto Grande Architetto). La Massoneria è una "disciplina
esoterica", nel senso che alcuni aspetti della sua attività interna non
sono rivelati al pubblico e rimangono segreti. I massoni forniscono
numerose ragioni per giustificare ciò, una delle quali è che la
Massoneria è un ordine iniziatico e si procede per iniziazioni, le quali
fungono da riconoscimento del livello spirituale raggiunto. È spesso
definita da i suoi membri "un particolare sistema di moralità velato
nell'allegoria e illustrato da simboli".
La Fontana Angelica di piazza Solferino è costruita secondo queste regole e
al di là della sua architettura esteriore c’è tutta una tradizione massonica
molto difficile da interpretare. Storicamente la fontana era stata richiesta al
Comune dal grand’Ufficiale Pietro Bajnotti a ricordo dei propri genitori, e
avrebbe dovuto essere collocata di fronte al Duomo.
In chiave esoterica la scelta di spostarla dove si trova oggi fu sbagliata,
perché la fontana ha perso l’orientamento verso est.
L’Inverno guarda verso oriente e,
insieme con l’Autunno, rappresenta i
giganti Boaz e Jaquim, i due
sostenitori delle colonne d’Ercole, i
guardiani della soglia che immette
sull’infinito. Boaz è la "parola di
passo", il primo grado
dell’iniziazione che il neofita compie
nel cammino per i trentatré scalini
delle logge massoniche. Jaquim
rappresenta la perfezione, la luce, la
conoscenza, mentre Boaz le tenebre
e l’ignoranza.
La conoscenza è simboleggiata dall’acqua che i due personaggi versano dagli otri, mentre
questi ultimi sono due simboli astrologici: l’acquario è l’età verso cui si avvicina l’umanità, e
l’ariete il segno sotto il quale si trova l’Italia.
Nel significato alchemico l’ariete è simbolo del vello d’oro, meta degli Argonauti, ma anche
momento di trasformazione della materia verso la perfezione. Il bimbo con i capelli a
raggiera è il frutto di ciò, è il Sole; quello con il pesce è il simbolo del Cristianesimo che si
avvicina al suo maestro.
Ancora pochi metri, e si arriva alla
piacevolissima piazzetta Corpus
Domini che ospita l’omonima chiesa
realizzata nel Seicento nell’esatto
punto in cui – nel 1453 – avvenne il
“Miracolo di Torino”: un ladro
tentava di vendere refurtiva sacra
proveniente dalla chiesa di Exilles in
Val di Susa; d’improvviso dal sacco
s’innalzò, splendente, un’ostia e
solo le preghiere dei fedeli e le
parole del vescovo Ludovico di
Romagnano la fecero ridiscendere.
Da piazzetta Corpus Domini
bastano pochi istanti per
raggiungere il centro della città:
piazza Castello.
E il cuore della città è anche il cuore della
magia, in particolare
gli esoteristi affermano che l’epicentro dell’energia positiva del
capoluogo si trova dove sorge palazzo Reale, tra la piazzetta
Reale e i giardini, in particolare in corrispondenza della fontana
dei Tritoni.
Poco più in là, nel Duomo,
riposa la Sindone, simbolo
del messaggio positivo del
cristianesimo.
La S.S. Sindone altro potente
talismano magico.
Il sacro lino che avvolse il Corpo di
Cristo nel sepolcro e che ne
conserva l’impronta è il massimo
emblema delle forze bianche.
A contorno di questo simbolo si
conservano un frammento del Sacro
legno ed i residui del “preziosissimo
Sangue di Cristo.
Il contesto magico non entra in
contraddizione con quello religioso:
molto spesso religione e magia
camminano sottobraccio, e nel caso
specifico della Sindone,religione
scienze e magia si fondono
perfettamente.
Punto fisico di separazione tra città del Bene e
città del Male (limen) quel tratto di cancellata
del Palazzo Reale compreso tra le statue
equestri di Castore e Polluce
I Dioscuri, letteralmente "figli di
Zeus", erano mitici eroi greci:
Castore, figlio di Zeus e Leda, era
domatore di cavalli, Polluce,
invece, figlio di Tindaro e Leda,
pugile.
Insieme parteciparono a molte
eroiche imprese, di cui la più
celebre fu la spedizione degli
Argonauti, guidati da Giasone
alla conquista del Vello d'oro.
Il centro riserva altre sorprese: il museo
Egizio dove è conservato il simbolo
dell’esoterismo, il “ Libro dei Morti”
espressione massima delle nere forze
occulte.
Il libro dei morti può essere considerato il più antico
libro illustrato del mondo. Si tratta di un rotolo di
papiri che veniva posto sul sarcofago od avvolto tra
le bende della mummia. Il papiro conteneva una
sorta di mappa dell' aldilà con una serie di formule
che il defunto doveva recitare per ottenere la
rinascita.
Sotto Palazzo Madama sono celate le cosiddette Grotte
Alchemiche che avrebbero ospitato gli “scienziati” di casa
Savoia a caccia della Pietra Filosofale.
Erano punti di potere eccezionali
Che sorgevano all’incrocio di linee
Telluriche, particolarissime per
Importanza ed energia.
Da qui, prendendo via Po si può dirigere verso il fiume,
oltre il quale – superata piazza Vittorio – riposa uno dei
simboli dell’esoterismo subalpino: la chiesa della Gran
Madre di Dio.
Due statue ornano la facciata, entrambe raffigurano
l'immagine di due divinità femminili dell'antichità, lo
rivelano i tipi di abiti che indossano e l'acconciatura dei
capelli; una tiene in mano un calice e guarda in direzione
indefinita, l'angelo che le sta di fronte si dice che indichi
con lo sguardo la direzione dove il Graal in Torino
dovrebbe essere custodito.
Non mancano studiosi che ritengono il Graal un oggetto
materiale realmente esistito: se questo corrispondesse alla
realtà, dove potrebbe trovarsi adesso?
Si è anche autorevolmente giunti a sostenere che
qualunque cosa fosse il Graal prima di essere
cristianizzato (un calderone gallese, un oggetto del rituale
egiziano o un tesoro cataro) ad ispirarne le storie nei
romanzi dell'epopea cavalleresca medioevale sarebbero
state le leggende sul Mandylion di Edessa (cioè la Sacra
Sindone, oggi a Torino) portata in Europa, sembra, dai
Cavalieri Templari e comunque da essi a lungo custodita.
Il nome ufficiale dell'ordine religioso e militare è: Ordine dei cavalieri poveri di
Cristo, più noto come Ordine dei cavalieri del tempio di Salomone o più
brevemente Ordine dei cavalieri Templari.
La congregazione si sviluppò nel 1119, a partire da una piccola formazione di nove
cavalieri capeggiata dai crociati francesi Ugo des Payens e Goffredo di Saint
Omer. Lo scopo dell'iniziativa, ben accolta da Baldovino II Re di Gerusalemme, era
quello di proteggere i pellegrini che si recavano in Terra Santa, lungo le insicure
vie che conducono da Gerusalemme al Giordano.
La caratteristica Croce Templare
rossa su fondo bianco, con le punte
allargate e gli estremi piatti o appena
incurvati verso l'interno
Cavalieri Templari
Il mantello è bianco (come quello dei
Cistercensi) con la croce rossa sul petto e
sulla spalla
Molte persone scelsero di vivere in questa
città:degli alchimisti Paracelso e Fulcanelli
al leggendario Cagliostro, dal filosofo
Friederk Neitkche ai medici John Dee e
Cesare Lombroso, dall’immortale Conte di
Saint Germain al famoso sensitivo Gustavo
Rol.
Einsiedeln, Svizzera 1493 - Salisburgo 1541
Medico e filosofo, uno dei personaggi più
importanti e complessi della scienza
rinascimentale. Fino al 1500 la composizione e i
mutamenti della materia erano spiegati sulla
base della dottrina dei quattro elementi di
Aristotele: acqua, aria, terra e fuoco. Paracelso,
per la prima volta, aggiunse ad essa una teoria
che contemplava la presenza nella formazione
e nei cambiamenti della materia, di tre principi:
sale, zolfo e mercurio. Egli inoltre rifiutò
l'insegnamento tradizionale della medicina,
dando vita ad una nuova disciplina, la
iatrochimica, basata sulla cura delle malattie
attraverso l'uso di sostanze minerali.
Un moralista individualista piuttosto che
un filosofo sistematico, influenzato da
Schopenhauer e dalla sua amicizia iniziale
con Richard Wagner, ha rifiutato
appassionato "la moralità slave" di
christianity per una nuova, moralità eroica
che affermerebbe la vita. Condurre questa
nuova società sarebbe una razza di
supermen di cui "alimenterà" lo
regolerebbe fuori "dal gregge" di umanità
inferiore. Le sue scritture, per esempio,
così Spake Zarathustra (1883-91) ed oltre
buon e diabolico (1886), più
successivamente sono state usate come
giustificazione filosofica per le dottrine di
nazi di superiorità razziale e nazionale; la
maggior parte dei eruditi, tuttavia,
considerare questo come un perversione
di pensiero del Nietzsche.
John Dee (1527/1606), è il più celebre
evocatore di spiriti. Fin da giovane si interessò
alla scienza, alla meccanica ed alla magia. A
venticinque anni era l'astrologo di corte presso
il re d'Inghilterra e poi della regina Elisabetta II
(dal 1559). Grazie a lui, viene fondata in
Inghilterra la prima biblioteca nazionale (egli vi
contribuisce anche con 4000 volumi di sua
proprietà). Nel 1564 scrive un trattato di cabala
chimica, "La Monade geroglifica", ma si
interessa anche di argomenti più profani, come
la cartografia, i problemi di navigazione (...), più
direttamente utili alla monarchia. Nel 1581,
incontra Edward Kelley, un pregiudicato che lo
porterà alla rovina. L'anno dopo, avviene un
fatto interessante: Dee riceve la "visita" di un
angelo, che gli porta una pietra simile ad un
cristallo nero. Infatti, l'astrologo, attraverso i
suoi studi, si dice fosse riuscito a comunicare
con gli angeli. La pietra donatagli dall'angelo
sarebbe ancora conservata al British Museum.
Così, Dee inizia a lavorare in coppia con Kelley.
Quest'ultimo, sotto l'effetto della pietra nera, ha
delle visioni, e l'astrologo le trascrive. Gli angeli
insegnano a Dee la "lingua di Enoch", quella
parlata da Adamo prima del peccato originale,
così riesce a ricostituire il "Libro di Enoch",
intriso degli ultimi segreti della Creazione.
Psichiatra, antropologo e criminologo del XIX
secolo.
Cesare Lombroso nacque a Verona nel 1835.
Incaricato di un corso sulle malattie mentali
all'università di Pavia nel 1862, divenne in seguito
(1871) direttore dell'ospedale psichiatrico di
Pesaro e professore di igiene pubblica e
medicina legale all'università di Torino (1876), di
psichiatria (1896) e infine di antropologia
criminale (1905).
Seguace e assertore del metodo positivistico, che
lasciò una notevole traccia nelle varie branche
medico-biologiche, Lombroso compì studi di
medicina sociale che costituiscono una delle fonti
principali della legislazione sanitaria italiana.
Claude Louis, conte di Saint-Germain, vissuto nel XVIII
secolo, Avventuriero dalle misteriose origini, giunse a
Parigi nel 1758. Entra a far parte della corte del re e
conosce Madame de Pompadour, che subisce il suo
fascino e alla quale racconta di essere immortale e di
aver conosciuto già un altro re di Francia, Francesco I,
vissuto nel XV secolo. Nel 1775 lo ritroviamo a Leipzig,
col nome di conte di Weldonne. Egli si diletta in
esperimenti scientifici. Afferma di aver scoperto l'elisir
della lunga vita. Alla fine del '700, ricompare ancora, ma
straordinariamente, secondo le testimonianze di chi lo
incontra, sembra ancora un ventenne. Chi era
veramente quest'uomo? Inventò davvero l'elisir della
giovinezza? C'è chi pensa che sia ancora vivo, da
qualche parte nel mondo.
Gustavo Adolfo Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903, giorno della Consolata. La famiglia
è agiata, il padre, Vittorio, è un noto avvocato che nel 1909 sarà nominato, per quasi un
ventennio, direttore della sede di Torino della Banca Commerciale Italiana. Enzo giagi
definisce Gustavo Rol un sensitivo capace di imprese che non hanno nulla di normale
che è impossibile interpetrare Gustavo Rol passa la sua infanzia tra Torino e San
Secondo di Pinerolo, dove la famiglia aveva una residenza del '700 Alla fine degli anni '30
Rol acquista un alloggio in via Silvio Pellico 31, dove abiterà fino alla morte Dalla
seconda metà degli anni ottanta sarà poi la dottoressa Catterina Ferrari, la cui amicizia
era iniziata già nel 1973, a prestare il suo aiuto quotidiano a Rol, fino alla sua morte,
avvenuta il 22 settembre 1994.
Un architetto austriaco sembra, oggi, aver trovato una chiave per decifrare
questo invisibile disegno. Le cinque residenze sabaude se collegate fra
loro formano una stella e ognuno di questi luoghi nasconde una storia
inquietante.
I 5 luoghi corrispondono architettonicamente ai 5 elementi del cerchio
costruttivo: Superga-terra, Moncalieri-metallo, Stupinigi-acqua, Rivoli-aria,
Venaria-fuoco
Il progetto studiato dall’architetto Muller prevede che da ognuno dei 5
vertici venga acceso un raggio laser. I 5 laser, incontrandosi in cielo,
disegnerebbero allora una stella a 5 punte che dominerebbe l’intera città di
Torino. Ma la stella a 5 punte è un chiaro simbolo esoterico
Venaria Reale
Castello di Rivoli
Stupinigi
Castello di Moncalieri
Basilica di Superga
L’uomo vive in un
recinto ben definito,
incastrato in un
quadrilatero, fra due
linee, fra le coordinate
del tempo (asse
Superga-Rivoli) e dello
spazio (asse
Moncalieri-Stupinigi).
L’elevazione della
stella, è
simbolicamente la
chiave per una nuova
cultura, in cui l’uomo è
in contatto con la
propria parte spirituale
(il triangolo verso
Venaria)
La costruzione della Palazzina di Caccia di Stupinigi fu iniziata nel 1729 verso la
fine del regno di Vittorio Amedeo II su progetto e con la supervisione di Filippo
Juvarra e fu seguita durante il regno dei suoi successori Carlo Emanuele III e
Vittorio Amedeo III.
La Palazzina fu dimora prediletta dei Savoia per feste e matrimoni; si ricordano in
particolare gli sponsali tra Maria Teresa, Principessa di Savoia e Filippo conte
d'Artois, principe reale di Francia, futuro Carlo X, celebrati nel 1773.
L'imponente Castello, posto in
posizione strategica sulla collina
morenica all'imbocco della Valle
di Susa, già casa-forte nel secolo
XI e passato ai Savoia nel XIV, fu
riplasmato dagli architetti
Ascanio Vitozzi, Carlo e Amedeo
di Castellamonte, Michelangelo
Garove e dal grande Juvarra nel
1715-27, che fornì un ambizioso
progetto di ampliamento, rimasto
incompiuto e del quale resta
testimonianza nella cosiddetta
Manica Lunga. Dal 1984, nelle
antiche sale decorate è ospitato il
Museo d'Arte Contemporanea,
Sorge su una delle colline che dominano Torino ed è stata costruita dal
re Vittorio Amedeo II in segno di ringraziamento alla Vergine Maria
dopo la sconfitta dei francesi assedianti, nel 1704. Il progetto è di
Filippo Juvarra.
L'ingresso alla chiesa avviene attraverso tre scalinate, che portano al
pronao di gusto classico. Ai lati del portico sporgono due corpi dai
quali si elevano gli eleganti campanili. La pianta è ottagonale, con
pilastri angolari a cui si addossano colonne corinzie poste su
basamenti ad andamento concavo. Le cappelle laterali conservano
dipinti del Ricci e del Beaumont e le pale marmoree del Cametti e del
Cornacchini.
A sinistra dell'ingresso alla Basilica c'è l'accesso alle tombe dei re e dei
principi del regno di Sardegna. Dietro l'edificio religioso sorge il
convento che ospitava la Congregazone dei sacerdoti regolari voluta da
Vittorio Amedeo. Sulla parte retrostante della costruzione il 4 maggio
1949 si schiantò l'aereo che riportava da Lisbona a Torino la squadra di
calcio del Grande Torino, causando una delle tragedie più tristi del
dopoguerra italiano. Ai campioni e ai loro accompagnatori morti
nell'incidente aereo è dedicata una lapide, nella parte retrostante del
complesso. Il muro contro cui finì l'aereo non è stato ricostruito ed è
ancora visibile.
Residenza estiva dei Savoia (presa a modello per realizzare Versailles) fu
iniziata nel Seicento per volere del Duca Carlo Emanuele II, su progetto di
A. Castellamonte e successivamente trasformata in sontuosa dimora da M.
Garove, F. Juvarra e B. Alfieri.
Proprietà sabauda sin dal 1250, venne
ristrutturato nel XVII secolo da Carlo
Amedeo di Castellamonte per volere di
Carlo Emanuele I. Durante l’occupazione
francese subì gravi danni e fu ridotto a
caserma e ad ospedale militare, fino a che,
a Restaurazione avvenuta, riprese la sua
funzione di residenza, in particolare grazie
all’intervento del re Vittorio EmanueleI, che
qui morì nel 1824. In seguito anche Vittorio
Emanuele II abitò a lungo il castello, e
ordinò di realizzare i due gabinetti del re e
della regina; a Moncalieri Vittorio Emanuele
II con il proclama del 1849 sciolse le
Camere, e trattò la celebre pace con
l’Austria. Vi soggiornarono Maria Clotilde e
Maria Letizia di Savoia. Il Castello fu una
delle sedi dei cavalieri Templari.
Torino appare insomma come un
complicato puzzle di storie, luoghi e
leggende.
Ma, come in ogni puzzle che si rispetti,
ogni tessera deve avere un ruolo preciso
e unico.
Che la soluzione sia proprio in una stella
laser proiettata nel cielo?