70’ “… tutto questo è una specie di esempio, un’illustrazione di qualcos’altro?” “Certo, proprio così!”. Ma un esempio di che cosa? Marcello Sala ESEMPI LA GLI DISCUSSIONE CHE GREGORY BATESON NON POTEVA FARE AVREBBE POTUTO FARE L’evo-devo con Jean Piaget sui livelli di adattamento L’epigenetica L’empatia e i neuroni specchio Gregory Bateson in Mente e natura, 1979 pone la questione de i livelli logici dell’adattamento Se un uomo sale in quota il suo ritmo cardiaco accelera in modo reversibile La frequenza cardiaca, come ogni variabile somatica, può oscillare in un intervallo, ma una variabile al limite espone a una situazione di rischio, perché il sistema in tensione non può rispondere a ulteriori sollecitazioni in quella direzione (ad esempio sollevare pesi rimanendo in quota) Perciò, quando la tensione su una variabile si prolunga, come succede se il nostro uomo si stabilisce in montagna l’organismo tende ad alleviarla: il valore della variabile torna al centro dell’intervallo (= maggiore frequenza cardiaca media) questo richiede cambiamenti più sistemici (acclimatazione) rispetto alla risposta d’emergenza Altra possibilità di adattamento è il cambiamento genetico (che non riguarda il nostro alpinista, ma la sua stirpe) Le dinamiche di cambiamento adattativo si manifestano come se gli effetti dell’uso e disuso degli organi si trasmettessero attraverso le generazioni (lamarckismo) sostituendo il controllo somatico con quello genetico (dall’accelerazione della frequenza cardiaca all’acclimatazione con ritmi cardiaci più alti all’eredità di un cuore più veloce) Ma ereditare cambiamenti somatici sarebbe un errore: per riguadagnare la flessibilità di una variabile più superficiale si introdurrebbe una rigidità più profonda come cambiamento irreversibile (una popolazione geneticamente adattata a vivere in quota non può tornare a vivere al piano) Quindi: a) il cambiamento somatico ha una struttura gerarchica che corrisponde alla profondità delle richieste di adattamento b) il cambiamento genetico è il livello estremo: interviene solo quando il cambiamento somatico reversibile diventa permanente (cambia non il valore della variabile ma la sua regolazione) Per la sopravvivenza-riproduzione ci sono due modalità di adattamento: una in relazione all’interno dell’organismo alle regolarità dello sviluppo e alla fisiologia una in relazione all’esterno, alle richieste dell’ambiente Il meccanismo ‘interno’ è conservativo: lo sono la ricombinazione sessuale e i processi dell’epigenesi che favoriscono la conformità e compatibilità con ciò che già esiste Anche se DNA mutato esiste già alla fecondazione esso contribuisce all’adattamento molto più tardi La selezione in passato ha favorito cambiamenti che proteggono l’embrione da una forte pressione ambientale le variabili dell’embrione sono più stabili di quelle dell’adulto Questo assicura la conservazione delle forme e rende ragione del fatto che le strutture degli embrioni si assomiglino più di quelle degli adulti (omologie) Embrioni di quali animali? Il meccanismo ‘esterno’ dell’adattamento invece subisce il processo di selezione nell’interazione tra fenotipo e ambiente che è in continuo cambiamento La ‘selezione naturale’ esterna si manifesta come sopravvivenza-riproduzione differenziale dei discendenti in base alle loro caratteristiche, la cui diversità è assicurata dalla mutazione e dal rimescolamento casuale dei geni L’organismo individuale è capace di adattamenti somatici ma la selezione ha effetti sul pool genico della popolazione deposito di percorsi genetici alternativi e quindi sulla potenzialità dell’adattamento somatico I cambiamenti somatici adattativi creano un contesto per il cambiamento genetico (che resta aleatorio): le abitudini creano le condizioni per il processo di selezione prima fra tutte la sopravvivenza Ma i cambiamenti somatici sono quantitativi per gradienti, continui, e quindi “analogici” mentre la struttura è soggetta ai cambiamenti genetici che sono discontinui L’opposizione quantità/struttura, continuo/discontinuo analogico/digitale, è una barriera fondamentale tra il linguaggio del soma e quello dei geni: le “proposizioni descrittive” dei geni (informazioni) che danno origine a strutture profonde comuni (omologie) non sono mai disturbate da cambiamenti somatici UNA piccola STORIA DELLE IDEE 1809 – Jean Baptiste Lamarck: La fonte delle variazioni evolutive è nei cambiamenti dei comportamenti imposti dall’ambiente come ’’nuove abitudini’’ i caratteri acquisiti durante la vita con l’abitudine (uso e disuso) sono ereditati dalla prole Il comportamento dunque è il fattore centrale dell’evoluzione (al fianco di un fattore interno di ’’organizzazione’’) La teoria dell’evoluzione darwiniana per ’’selezione naturale’’ se - in una popolazione i caratteri sono variabili tra individui - c’è competizione per la sopravvivenza (nel reperire il cibo o nell’evitare i predatori) - una variante ha un vantaggio rispetto ad altre per la sopravvivenza o per la riproduzione - i caratteri di quella variante sono ereditari allora i portatori della variante vantaggiosa si riproducono più degli altri: la frequenza della variante vantaggiosa aumenta rispetto alle altre nella popolazione la frequenza della variante vantaggiosa aumenta attraverso le generazioni “L’origine delle specie per selezione naturale” 1859 Ma di fronte a un cambiamento ambientale l’adattamento si realizza prima di tutto non con la ‘selezione naturale’ su variazioni casuali (che richiede centinaia-migliaia di generazioni) ma con l’ habitat tracking «Di fronte a un cambiamento dell’ambiente, gli organismi di qualsiasi specie vanno alla ricerca di condizioni di vita familiari, di habitat che siano per loro ‘riconoscibili’ sulla base degli adattamenti già conseguiti. È questo l’inseguimento dell’habitat.» (Niles Eldredge, 1995) o con una variazione del comportamento (ad es. di dieta alimentare) Anche se consentiti dalle caratteristiche genetiche della specie sono adattamenti del soma individuale (ma a un cambiamento ciclico come quello stagionale risponde l’istinto migratorio, innato quindi sicuramente ereditario) Darwin si contrapponeva a Lamarck sulla ereditarietà dei caratteri acquisiti? No, la inserisce nella VI edizione de l’OdS 1880 - August Weismann: taglia la coda a topi per 22 generazioni e nessuno nasce con la coda corta: che cosa ne deduce? I caratteri acquisiti non si ereditano Come si spiega? Le cellule riproduttive che daranno origine alla prole (linea germinale) sono isolate dal resto del corpo dei genitori già in fasi precoci dello sviluppo dell’embrione ’’barriera di Weismann’’ 1885 ’’Effetto Baldwin’’ (James Mark Baldwin, 1896) Quando gli animali si trovano di fronte a un sfida ambientale singoli individui possono adattarsi attraverso l’apprendimento Questo permette alla popolazione di sopravvivere fino alla comparsa di nuove ’’variazioni congenite nella stessa direzione delle modifiche adattative’’ che renderanno superfluo l’apprendimento (’’selezione organica’’) Come si può distinguere un accomodamento fenotipico ripetuto da una fissazione ereditaria? Reversibilità: il fenotipo ’’accomodato’’ non permane se l’organismo è riportato nelle condizioni originarie Come funziona la ’’selezione organica’’? L’adattamento esterno può modificare il soma compreso l’ambiente interno le nuove mutazioni saranno selezionate da questo nuovo ambiente interno poiché esso si è modificato in relazione al cambiamento del fenotipo non è sorprendente che le mutazioni che seleziona ’’imitino’’ quel fenotipo Una buona parte degli accomodamenti che ’’preparano’’ i nuovi genotipi sono dovuti a processi dell’ontogenesi che realizzano strutture congenite ma lo fanno in relazione all’ambiente Metafore antropomorfizzanti più che spiegazioni Paul Alfred Weiss, 1923, 1960: Il comportamento è una sintesi di preformazioni espressioni coordinate dell’organizzazione vivente e costruzioni in risposta a perturbazioni imprevedibili A perturbazioni esogene un sistema risponde con reazioni endogene che conducono a un nuovo equilibrio ( autopoiesi) (es. le cellule si rinnovano continuamente in modo che viene mantenuta l’identità dell’organismo es. il sistema cognitivo si ristruttura dinamicamente) Ne risulta una grande regolarità d’insieme e una grande variabilità nei dettagli (es. forme delle piante) Ma l’organizzazione dipende ’’a priori’’ dai geni? L’organizzazione consiste in un processo epigenetico che spiega la relazione tra istinti innati e comportamenti 1942 – Conrad Waddington: Le callosità sotto la pancia dello struzzo che lo proteggono quando si accovaccia si formano durante la crescita in risposta alla pressione e abrasione del terreno adattamento somatico ma appaiono già quando è ancora nell’uovo: è una forma di eredità di un carattere acquisito? come si spiega in termini evolutivi? L’adattamento somatico dell’individuo è più rapido perché negli antenati è stata selezionata una variante genetica che predispone quell’adattamento La caratteristica a 4 ali della Drosophila è effetto di una variazione genetica (mutazione del gene bithorax) Waddington espone popolazioni di pupe di Drosophila a etere ne nascono insetti con 4 ali: fenotipo indotto Tra questi sceglie i più conformati a quel fenotipo li fa riprodurre e, delle pupe che ne derivano, espone una parte a etere e una parte no verso la 30a generazione da pupe non esposte a etere nascono alcuni insetti adulti con 4 ali (eredità di caratteri che imitano fenotipi indotti = fenocopie) Da incroci successivi si vede che questo fenotipo non dipende dal gene bithorax, ma da un complesso di geni (assimilazione genetica) Ma il fenotipo non è determinato dal genotipo? I tratti fenotipici sono prodotti del percorso di sviluppo ma lo sviluppo che porta alla forma è dotato di plasticità Le vie dello sviluppo dell’embrione sono come i percorsi di una pallina in un territorio: può solo scendere ma il percorso è “canalizzato” dalla forma del terreno nello sviluppo l’azione dei geni è come la trazione di “tiranti sotterranei” che modellano il “paesaggio epigenetico” l’interazione con l’ambiente può produrre piccole variazioni della loro trazione diverse traiettorie della pallina = diverse espressione dei geni diverse condizioni dello sviluppo Colin Pittendrigh, 1958 «… la natura non aleatoria dell’adattamento è interamente dovuta alla capacità dell’organismo (e non dell’ambiente) di accumulare e trattenere informazione per via tanto filogenetica quanto ontogenetica.» Questo che cosa significa? L’adattamento è frutto di una organizzazione teleonomica Jacques Monod, 1970 «… una delle proprietà fondamentali caratteristiche di tutti i viventi, nessuno escluso: quella di essere oggetti dotati di un progetto, rappresentato nelle loro strutture e al tempo stesso realizzato mediante le loro prestazioni […] alla quale daremo il nome di teleonomia.» «… il concetto di teleonomia […] è estremamente ambiguo poiché implica l’idea soggettiva di ‘progetto’. […] il progetto teleonomico essenziale consiste nella trasmissione, da una generazione all’altra, del contenuto di invarianza caratteristico della specie.» «Il concetto di teleonomia implica l’idea di una attività orientata, coerente, costruttiva. In base a questi criteri le proteine devono dunque essere considerate gli agenti molecolari essenziali delle prestazioni teleonomiche […] mentre l’invarianza genetica si riferisce esclusivamente alla classe degli acidi nucleici.» «Tutte queste prestazioni teleonomiche delle proteine si basano sulle loro proprietà ‘stereospecifiche’ cioè sulla capacità di ‘riconoscere’ altre molecole (comprese altre proteine) dalla loro forma, determinata dalla struttura molecolare.» «… la coordinazione tra cellule, tessuti o organi è assicurata da sistemi specializzati che non consistono esclusivamente nel sistema nervoso e in quello endocrino, ma anche in interazioni dirette tra le cellule […] le interazioni molecolari che assicurano la trasmissione e l’interpretazione dei segnali chimici sono dovute a proteine dotate di proprietà di riconoscimento stereospecifico…» «… negli esseri viventi la complessità, la ricchezza e la potenza della rete cibernetica superano di gran lunga ciò che lo studio delle sole prestazioni globali dell’organismo permetterebbe appena di intravedere. […] tutte le attività che concorrono allo sviluppo e alla moltiplicazione della cellula sono subordinate, senza alcuna eccezione, le une alle altre, direttamente o no.» «… la funzione esercitata dalle prestazioni teleonomiche nell’orientamento della selezione assume un peso sempre maggiore nella misura in cui aumenta il grado di organizzazione e quindi di autonomia dell’organismo nei confronti dell’ambiente in cui esso vive, e ciò a un punto tale che si può indubbiamente ritenere decisiva questa funzione negli organismi superiori, la cui sopravvivenza e possibilità di riproduzione dipende innanzitutto dal comportamento.» «…le grandi articolazioni dell’evoluzione sono da attribuirsi all’invasione di nuovi spazi ecologici. La comparsa dei Vertebrati tetrapodi […] trae proprio origine dal fatto che un pesce primitivo ’’scelse’’ di andare a esplorare la terra, sulla quale però era incapace di spostarsi se non saltellando in modo maldestro e creando così, come conseguenza di una modificazione di comportamento, la pressione selettiva grazie alla quale si sarebbero sviluppati gli arti robusti dei tetrapodi.» IL COMPORTAMENTO MOTORE DELL’EVOLUZIONE Jean Piaget 1976 Jean Piaget 1896-1980 «… Nella tarda adolescenza sviluppò un forte interesse per i molluschi, tanto da collaborare part-time con il direttore del Museo di Scienze naturali di Neuchâtel. Ancora prima del termine degli studi i suoi scritti divennero molto noti nell'ambiente tanto che gli venne offerta la cura della sezione molluschi del museo di storia naturale di Ginevra. Dopo la scuola superiore studiò scienze naturali e ottenne anche il Dottorato. …» Lymnaea stagnalis GLOSSARIO PIAGETIANO COMPORTAMENTO: «l’insieme delle azioni che gli organismi esercitano sull’ambiente esterno modificandone gli stati o cambiando la propria situazione in rapporto ad esso: per esempio la ricerca di cibo, la costruzione di un nido, l’uso di uno strumento…» ASSIMILAZIONE e ACCOMODAMENTO: sono le dinamiche fondamentali dell'attività mentale che agiscono ricorsivamente ai vari livelli dello sviluppo: da una parte si tratta di «incorporare le cose all'attività propria del soggetto, quindi 'assimilare' il mondo esterno alle strutture già costruite» dall'altra di “riadattare queste in funzione delle trasformazioni subite, quindi 'accomodarle' agli oggetti esterni.” (es. suzione) Come Piaget pone il problema In che modo il comportamento agisce nel processo evolutivo? È solo il risultato di processi di selezione che aumentano la sopravvivenza o interviene causalmente nella formazione dei caratteri morfologici? È determinato dai meccanismi del genoma o la sua organizzazione retroagisce sul genoma? Lamarck: «…non sono gli organi, cioè la natura e la forma delle parti del corpo di un animale ad aver dato luogo alle sue abitudini e facoltà, ma, al contrario, sono le sue abitudini, la sua maniera di vivere e le circostanze nelle quali si sono imbattuti gli antenati ad avere, col tempo, costituito la forma del suo corpo e le facoltà di cui gode» La critica di Piaget alla risposta lamarckiana… - L. attribuisce ai comportamenti (’’azioni’’ o ’’abitudini’’) un’origine esogena in quanto determinati da ’’circostanze’’ proprie dei diversi ambienti ma ogni condotta implica processi endogeni manca la relazione tra queste variazioni esogene e il processo di organizzazione interno Ma molto spesso le nuove abitudini non sono imposte da un cambiamento ambientale ma innescate da attività esplorative dell’organismo Ogni accomodamento all’ambiente è sempre relativo a un’assimilazione degli elementi esterni a una struttura comportamentale anteriore L’assimilazione comportamentale diversamente da quella fisiologica non ha ragione di mantenersi stabile ma tende ad ampliare il campo di attività fino a innescare l’accomodamento La critica di Piaget alla risposta lamarckiana… - L. attribuisce ai comportamenti (’’azioni’’ o ’’abitudini’’) un’origine esogena in quanto determinati da ’’circostanze’’ proprie dei diversi ambienti mentre ogni condotta implica processi endogeni - Manca la relazione tra queste variazioni esogene e il processo di organizzazione interno - L. non distingue tra istinti (ereditari genetici) e abitudini (somatiche) Istinti Comportamenti che anticipano situazioni future che dipendono dall’ambiente esterno (es. quando un animale è sottoposto a prove sperimentali di soluzione di problemi) Si può parlare di ’’comportamenti’’ nel caso delle piante? Con dei limiti: - assenza di sistema nervoso - solo movimenti di parti dell’organismo che è fissato al suolo - l’azione della pianta non si esercita tanto sull’esterno quanto su se stessa: le modificazioni dell’oggetto esterno non sono determinate direttamente (eccezione: carnivore) ma sono reazioni dell’oggetto utili alla pianta sollecitate dai dispositivi della pianta Istinti - Es. assunzione di cibo da parte dell’Ameba https://www.youtube.com/watch?v=W6rnhiMxtKU dalla sensibilità a contatto alla sensibilità a distanza dal riconoscere lo stimolo come alimento al ricercarlo attivamente Da una successione regolare di processi a una anticipazione finalizzata Qual è il problema? Il genoma contiene informazioni su come è organizzato e funziona l’organismo e quindi sul ’’programma’’ biochimico della morfogenesi ma come è informato sulle azioni necessarie per raggiungere il cibo in un ambiente specifico? Teleonomia Istinti - Es. - (Ameba) https://www.youtube.com/watch?v=1OfRWsDAUvU Gli pseudopodi dell’ameba possono essere usati anche per la locomozione con spostamento di tutto il corpo - Lamellibranco Crassostrea: le branchie diventano organi che filtrano il cibo (la respirazione viene esercitata da tutta la superficie corporea): adattamenti a vita sedentaria - Ritualizzazioni (Tinbergen - Lorenz) cambiamenti di funzione di condotte con formazione di segnali sociali Utilizzo di una condotta in situazioni nuove diverse (assimilazione accomodamento) Istinti - Es. Ciclidi del lago Vittoria Moltissime specie imparentate con diverse abitudini alimentari Haplochromis welcommei veloce e di forma affusolata aggredisce altri pesci e si nutre delle loro squame che raschia via grazie a file di dentini che formano una raspa La specie progenitrice è simile ai pesci che raschiano alghe che però sono più tozzi e vivono vicino alle rocce Che storia evolutiva si può supporre? Una sovrappopolazione delle zone rocciose potrebbe avere spinto i progenitori a cercare nuove fonti di cibo da assimilare al raschiamento Le forme di welcommei più simili a quelle dei mangiatori di pesci sarebbero accomodamenti conseguenti Comportamento che richiede coordinazione condotte-morfologie Istinti - Es. Tele diverse in diverse specie di ragno senza un apparente significato adattativo della diversità sembrano prodotti di diverse composizioni (casuali) di condotte motorie elementari Comportamento che richiede una combinatoria estrinseca Qual è la base fisiologica della combinazione? I geni coinvolti non agiscono isolatamente bensì in un sistema integrato di regolazioni Istinti - Es. Formazione dei semi I semi trasportati da animali (in frutti carnosi) hanno nocciolo resistente alla digestione e insieme trasportabile negli escrementi I semi trasportati dal vento sono leggeri e insieme hanno una forma che dà presa all’azione dell’aria Alla combinatoria estrinseca tra caratteri si aggiunge una connessione funzionale (in relazione alla disseminazione) di carattere teleonomico combinazioni implicative Istinti - Es. Comportamenti sociali tra animali: Nel gabbiano Larus argentatus compare una macchia rossa nel becco che il piccolo colpisce innescando il rigurgito Costruzione correlata di un segnale materiale nell’adulto e di un comportamento che lo esige nel piccolo I significati dei segnali sono condivisi e le condotte implicate reciprocamente (combinazioni implicative) Che cosa comporta questo? Improbabile che tali condotte connesse ma separate nello sviluppo siano frutto di processi di selezione indipendenti Lo scambio di segnali implica la coscienza? La ’’comprensione’’ dei segnali può essere spiegata da elementi materiali (es. ferormoni) che provocano la reazione Istinti - Es. Evoluzione da forme simili alla lucertola pentadattila allo scincide tridattilo allo Pseudopodus apodus con solo arti posteriori vestigiali agli orbettini privi di arti La perdita delle zampe viene compensata dal movimento di reptazione tipico dei rettili Comportamenti che compensano modifiche morfologiche negative Comportamenti che compensano modifiche morfologiche negative: qual è il problema? È molto improbabile che si verifichino contemporaneamente mutazioni casuali sfavorevoli a livello di morfologia e compensatorie a livello di comportamenti (la probabilità della coincidenza di due eventi è il prodotto delle due probabilità e qui si tratta di due serie di eventi) Ipotesi: il comportamento compensatorio si è prima affermato come accomodamento somatico individuale e poi si è evoluto attraverso fenocopie Istinti - Es. tunicati (Ascidia) cordati di origine molto primitiva adulto sessile a sifone che filtra il cibo larva mobile dotata di corda che respira con branchie e nuota con pinne Questo che cosa implica? Il genoma dell’organismo deve avere sotto-programmi di sviluppo distinti che non si attivano simultaneamente devono essere attivati dall’ambiente che agisce sul sistema di regolazione Gli istinti (comportamenti ereditari) mostrano una convergenza con le forme dell’intelligenza: l’intelligenza è un insieme di meccanismi di coordinazione che permettono a un individuo di comporre connessioni di operazioni particolari di varietà e specificità sempre rinnovate nel corso di un funzionamento costruttivo Per l’individuo umano tali combinazioni di operazioni in relazione alla soluzione di problemi sono intenzionali mentre i processi elementari dell’istinto non lo sono [Mancuso!] La convergenza non dimostra che l’intelligenza è identica all’istinto, ma che affonda le radici nella vita organica Come? La risposta neodarwiniana (dagli ‘30 del ‘Novecento) Un nuovo comportamento ereditario non diversamente da una nuova morfologia è prodotto dalle variazioni aleatorie (mutazioni e ricombinazioni) genetiche filtrate dal processo di ‘selezione naturale’ All’azione diretta dell’ambiente di Lamarck si sostituisce un effetto probabilistico: l’evoluzione è un accumulo di casi fortuiti rivelatisi a posteriori vantaggiosi nella relazione con l’ambiente perché favoriscono la sopravvivenza/riproduzione La critica di Piaget… La selezione preserva i più adatti alla pura sopravvivenza quindi adattamento = sopravvivenza ma gli adattamenti dei comportamenti adeguano la condotta agli aspetti più differenziati dell’ambiente il comportamento diventa funzionale a - l’estensione dell’ambiente abitabile e conoscibile - l’esplorazione: moltiplicazione di possibilità [Monod] - una strutturazione dell’ambiente da parte dell’organismo l’accrescimento dei poteri dell’individuo oltrepassa la pura sopravvivenza della specie I processi fisiologici centrati sul mantenimento dell’organizzazione interna attraverso la riproduzione (ricombinazione sessuale di caratteri già fissati) sono conservativi le modificazioni più profonde sono originate dal comportamento che è intrinsecamente adattativo per via dei processi di accomodamento all’ambiente esterno che presenta problemi nuovi all’organismo [Bateson] Es. orchidea martello: https://www.youtube.com/watch?v=wmgKABRCZpo la morfogenesi del fiore è inseparabile dal ‘comportamento’ (l‘insetto appartiene all’ambiente esterno) Adattamenti differenziati e dettagliati all’ambiente si possono spiegare solo attraverso la selezione di variazioni casuali? La relazione stretta tra organi specializzati e loro funzionamento comportamentale rende improbabile una evoluzione per accumulo di variazioni aleatorie indipendenti e convergenti i meccanismi genetici non possono essere indipendenti dai feedback provenienti dal contesto epigenetico La formazione degli istinti non può originare solo da variazioni aleatorie ma mostra meccanismi di combinazione e connessione che rispondono a una organizzazione dinamica globale del sistema-organismo [Weiss] La funzione (relazione con l’ambiente) modifica la forma (struttura organica)? Sì, ma per assicurare l’adattamento sarebbe sufficiente che a ogni generazione si riformassero gli accomodamenti sul piano fenotipico (es. condotte apprese: linguaggi umani, canti di uccelli) Le variazioni morfologiche ereditarie sono selezionate non perché anticipano delle relazioni con l’ambiente ma perché rendono possibile una gamma di adattamenti La teleonomia del comportamento in relazione con l’ambiente implica coincidenza tra saper fare e conoscere (es. ameba) ma non si tratta di una intelligenza operante fin dall’inizio non ha un carattere finale-intenzionale bensì causale e meccanico grazie alla cibernetica di sistemi a feedback causalità circolare (reticolare) Genesi degli istinti Livello I: accomodamenti somatici fenotipici individuali II: sostituzione con caratteri genetici [Bateson] III: comportamenti complessi dovuti a meccanismi combinatori e costruttivi (sistema nervoso) Il comportamento precede il sistema nervoso? Negli organismi più semplici si trovano già cellule sensibili connesse a cellule motrici (circuiti percezione-azione) Anche animali privi di sistema nervoso posseggono caratteri funzionali (sensibilità percettiva, comandi motori, capacità di apprendimento…) che nel corso dell’evoluzione si sono sviluppati coordinati e centralizzati di pari passo con le loro strutture organiche fino alla formazione di un cervello Livello I: accomodamenti somatici fenotipici individuali II: sostituzione con caratteri genetici III: comportamenti complessi ’’Assimilazione genetica’’: un carattere fenotipico prodotto inizialmente come risposta somatica all’ambiente (ad es. l’assunzione di un cibo nuovo meno appetibile in risposta alla scarsità di quello abituale) si conserva anche in assenza delle condizioni esterne che sono state necessarie per la sua formazione quindi come modifica del genotipo Waddington, 1942: «Il comportamento determina l’ampiezza e il tipo di pressione evolutiva alla quale è sottomesso l’animale […] e determina la natura dell’ambiente al quale si sottomette e il carattere delle forze selettive con cui si confronta» Ma come si spiega la modifica del genotipo in relazione a perturbazioni esterne senza tornare al lamarckismo? L’ ’’assimilazione genetica’’ non è la fissazione genetica del fenotipo bensì un rimpiazzamento di questo attraverso un processo endogeno che ingloba informazioni sull’ambiente Ipotesi: in relazione alle influenze dell’ambiente esterno un nuovo comportamento può provocare un disequilibrio profondo (= ‘perturbazione’) attraverso la segnalazione di uno stato anomalo dell’organizzazione sistemica si sensibilizzano i geni regolatori si producono grazie alla plasticità variazioni di canalizzazione epigenetica questa nuova organizzazione epigenetica modificata dal nuovo comportamento in relazione con l’ambiente è l’ambiente interno che seleziona le variazioni genetiche di tratti responsabili dei processi di sviluppo (cibernetica) carattere y morfospazio carattere x Quale, tra le forme e , è più simile alla forma ? e sono espressione di genomi più simili? Più che la distanza tra le forme sviluppate è importante la modifica del percorso di sviluppo che l’embrione deve compiere per arrivare a quella forma La relazione tra genoma e ambiente pone dei vincoli (canalizzazione epigenetica) all’espressione dei geni Qual è il significato evolutivo dell’ ’’assimilazione genetica’’? È l’effetto del cambiamento ambientale su una plasticità (capacità di cambiamento) ereditaria La popolazione inizialmente occupa un ambiente stabile e la plasticità non è espressa se l’ambiente diventa rapidamente sfavorevole grazie alla plasticità si producono nuovi fenotipi senza una variazione genotipica permettendo alla popolazione di sopravvivere Con quali conseguenze? Il processo di ’’selezione’’ avviene nel nuovo ambiente finché si fissa un nuovo fenotipo ereditario vantaggioso (evo-devo) Evo-devo (evolutionary developmental biology) SVILUPPO = processo morfogenetico di modificazione dell’organismo nel tempo della vita individuale EVOLUZIONE = modificazione delle forme viventi attraverso il succedersi delle generazioni (ereditarietà) Ogni forma vivente è il risultato di un processo di sviluppo: la comparsa di forme nuove nell’evoluzione (evo-) dipende da qualche modificazione nel processo dello sviluppo (-devo) Ciò che viene ereditato è una configurazione di informazioni non sui caratteri del fenotipo finale ma sulla organizzazione dello sviluppo di quei caratteri (epigenetica) e su come questa organizzazione può reagire all’ambiente in cui si sviluppa Marcello Sala UNA DISCUSSIONE MANCATA PER POCHI METRI con Jean Piaget sui livelli di adattamento