Pedagogia e didattica speciale - Università degli Studi della Basilicata

TFA
Primo Modulo:
Didattica e Pedagogia speciale
Pedagogia e didattica speciale:
processi e strumenti sperimentali
2 aprile 2013
Prof. Domenico Milito
1
I significati di
Pedagogia e Didattica speciale
Prof. Domenico Milito
2
Pedagogia
e
Didattica speciale
due orientamenti scientifici integrati ma non sovrapponibili
Prof. Domenico Milito
3
Pedagogia speciale
Spesso è identificata con l’insegnamento speciale
per allievi con
bisogni educativi particolari,
con un restringimento considerevole
del proprio campo di indagine
e una ridotta capacità
di leggere la complessità dei problemi sociali
Prof. Domenico Milito
4
Ruolo della pedagogia speciale
Identificare i bisogni speciali delle persone
Saperli leggere ed interpretare in maniera precisa
Delineare risposte adeguate per soddisfarli
Sviluppare una riflessione che:
-guidi l’operatività
-sia in grado di orientarsi nella complessità dei bisogni e nella
molteplicità delle risposte possibili.
Per Montuschi (1997) “il compito della pedagogia speciale è quello
di rendere sempre più speciale ogni forma di intervento educativo
trasformando in patrimonio comune la capacità di cogliere i
problemi, le competenze nell’ affrontarli, la padronanza
nell’ipotizzare opzioni nelle risposte educative”
Prof. Domenico Milito
5
Didattica speciale
Significa orientarsi con un approccio scientifico
(costruito sulla base delle conoscenze disponibili
e verificato con specifiche esperienze)
non solo nella direzione di individuare
le attività più adeguate da svolgere,
ma anche in quella di
valutarne l’applicabilità nel contesto integrato e
l’utilità per tutti gli allievi
(non solo per quelli con disabilità)
in modo da riuscire a strutturare
un modello riproducibile
in momenti diversi e in altri ambienti.
Prof. Domenico Milito
6
Didattica e Pedagogia speciale
La Didattica speciale
non può essere considerata semplicemente come il
braccio operativo della pedagogia speciale, trattandosi di
una disciplina autonoma in grado di proporre interventi
articolati sulla base di modelli teorici.
È importante:
rivendicare uno spazio autonomo senza prendere le
distanze dalla pedagogia speciale, la cui riflessione risulta
determinante per inquadrare i bisogni speciali e le
direttrici da percorrere
conferire ai modelli di intervento la dignità e lo spessore
7
richiesti.
Prof. Domenico Milito
Processi e strumenti sperimentali:
- La ricerca
-La ricerca-azione
- La ricerca ad unum
- La ricerca sperimentale (i test)
8
Prof. Domenico Milito
La ricerca
È un metodo scientifico di conoscenza
In particolare, la ricerca educativa è una
metodologia che si avvale delle tecniche
dell’osservazione sistematica e della
sperimentazione, impiegate, del resto, anche da
altre scienze come la psicologia, la sociologia,
l’antropologia culturale
9
Prof. Domenico Milito
La ricerca-azione
Modalità atte a
intervenire nelle
più diverse realtà
(metodologia
applicata)
Metodologia che
aiuta a meglio
comprendere,
definire, studiare i fenomeni
10
Prof. Domenico Milito
La ricerca-azione
Elabora una nuova metodologia che tende all’affinamento
dei dati, allo studio della realtà per una risoluzione dei
problemi che questa pone grazie al coinvolgimento del
ricercatore in un progetto che salda in un’unica
interazione la ricerca con l’azione
11
Prof. Domenico Milito
La ricerca-azione
Secondo Kurt Lewin
si articola nei seguenti punti e momenti
•Pianificazione
•Esecuzione
•Indagine o valutazione
12
Prof. Domenico Milito
Una delle caratteristiche della ricerca azione:
la ricerca ad unum
Approccio olistico al problema senza parcellizzazione
della ricerca in aspetti settoriali o unilaterali.
Viene affrontata la situazione rivolgendo l’attenzione a
tutti gli aspetti del processo educativo.
La ricerca azione tenta di superare il modello che analizza
un problema scomponendolo in problemi più semplici.
13
Prof. Domenico Milito
La ricerca sperimentale
Consiste nell’osservazione e nell’analisi
di un avvenimento
che si verifica in condizioni accuratamente controllate
14 14
Prof. Domenico Milito
Gli stadi della ricerca sperimentale
1.
2.
3.
4.
5.
Individuazione delle variabili
Controllo delle variabili
Definizione del piano dell’esperimento e soggetti da utilizzare
Scelta dei criteri
Scelta di test, esami o strumenti
15 15
Prof. Domenico Milito
1. Individuazione delle variabili
1. Il ricercatore deve decidere quali variabili a suo avviso
influenzano l’apprendimento e la comprensione da parte
degli alunni del nucleo concettuale presentato (es.
elettromagnetismo) e quali di queste variabili egli vuole
manipolare direttamente.
(Es: il ricercatore può ritenere che la variabile in questione
sia una sola: il metodo d’insegnamento; oppure che le
variabili siano due, cioè il metodo di insegnamento e il
quoziente di intelligenza)
16 16
Prof. Domenico Milito
2. Controllo delle variabili
2. Il ricercatore deve decidere come controllare le altre variabili
che risultano importanti ai fini dell’esperimento.
Considerare, cioè, lo schema generale dell’esperimento che
intende condurre.
Se decide che il metodo d’insegnamento è l’unica variabile
importante, lo schema del suo esperimento deve essere tale
da garantire che, se il metodo A viene applicato con un
gruppo di alunni e il metodo B con un altro gruppo, qualsiasi
differenza tra i risultati raggiunti dai due gruppi derivi dalla
diversità dei metodi e da nessun’altra causa
17 17
Prof. Domenico Milito
3. Definizione del piano dell’esperimento e
soggetti da utilizzare
3. Il ricercatore deve prendere in considerazione tanto il piano
dell’esperimento che i soggetti da utilizzare.
Per esempio, l’esperimento verrà effettuato utilizzando come
allievi che presentano un livello di abilità medio o superiore
alla norma oppure soggetti che presentano tutti i livelli di
abilità possibili? Ovvero si limiterà a studiare studenti di un
solo sesso?
18 18
Prof. Domenico Milito
4. Scelta dei criteri
4. Dopo aver risolto i problemi precedenti, il ricercatore deve
decidere i criteri in base ai quali sceglierà i campioni
rappresentativi della popolazione in esame, come
raggruppare i soggetti scelti e in base a quali criteri
assegnare un metodo di insegnamento all’uno piuttosto che
all’altro gruppo
19 19
Prof. Domenico Milito
5. Scelta di test, esami o strumenti
5. Il ricercatore deve decidere quali test, esami o altri strumenti
usare per controllare i risultati dell’esperimento.
Talvolta gli strumenti adatti esistono già, talvolta, invece, è
necessario inventarli
20 20
Prof. Domenico Milito
Gli strumenti di ricerca:
I Test
21 21
Prof. Domenico Milito
I Test
I test trovano larga applicazione nel campo dell’educazione, della
psicologia e della psichiatria; sono tra i più utili strumenti di ricerca.
Tali strumenti sono stati costruiti allo scopo di misurare:
-l’abilità intellettuale in generale,
-le attitudini,
-il rendimento o i risultati ottenuti,
- le caratteristiche della personalità,
- gli atteggiamenti e gli interessi di una persona.
Vengono, inoltre, ampiamente applicati allo scopo di:
selezionare, classificare e indirizzare, oltre che per valutare i
programmi educativi e terapeutici
22 22
Prof. Domenico Milito
Il test standardizzato:
È un test per cui sono state fissate norme precise di
somministrazione e di assegnazione dei punteggi e una serie
fissa di domande.
Inoltre, esso deve essere stato collaudato mediante l’uso di
campioni rappresentativi scelti all’interno della popolazione
cui il test è destinato, allo scopo di stabilire le nome per la sua
applicazione.
Il procedimento e il contenuto standard permettono di
somministrare lo stesso test in luoghi diversi e in tempi diversi.
23 23
Prof. Domenico Milito
Tipi di test
I test possono essere classificati in molti modi diversi:
- Test di gruppo
- Test individuali
- Test “carta e matita”
- Test di manipolazione di oggetti
24 24
Prof. Domenico Milito
- I Test di gruppo, che vengono progettati per poter essere
somministrati a molti soggetti contemporaneamente; inoltre, i
soggetti stessi scrivono le loro risposte.
Sono particolarmente utili quando è necessario esaminar
contemporaneamente un gran numero di soggetti come, per
esempio, tutti gli alunni.
In questo genere di test viene solitamente attribuita molta
importanza al tempo di esecuzione
- Test individuali sono destinati ad essere impiegati in situazioni
molto simili a quelle delle interviste, in cui l’intervistatore pone le
domande e di solito registra anche le risposte. Rispondono allo
scopo di ottenere una valutazione precisa e dettagliata su di un
25 25
singolo soggetto
Prof. Domenico Milito
I test “carta e matita” pongono delle domande sotto forma
di frasi o di disegni; il soggetto deve rispondere
sottolineando, segnando o circondando con un tratto di
penna una delle risposte alternative che gli vengono
presentate, oppure scrivendo una parola, una frase o un
giudizio nello spazio bianco lasciato a tale scopo.
Nei test “a carta e matita” il soggetto deve possedere un
qualche livello di abilità nella lettura per essere in grado di
comprendere le istruzioni, le domande e le risposte; questi
test, perciò, non possono essere usati quando i soggetti sono
analfabeti oppure non parlano inglese.
26 26
Prof. Domenico Milito
Nei test di manipolazione di oggetti le prove vengono
presentate in modo concerto; in essi il soggetto deve
rispondere manipolando degli oggetti, per esempio pezzi di
legno o schede.
Questi test non sono adatti per essere somministrati a
gruppi di soggetti, mentre vengono adottati per i singoli
soggetti.
27 27
Prof. Domenico Milito
Altri tipi di test
I test possono essere classificati sulla base dei fenomeni che
devono misurare.
Si dividono in :
- Test di abilità mentale
- Test attitudinali
- Test di profitto
28 28
Prof. Domenico Milito
-Test di abilità mentale
L’abilità mentale è stata misurata per molti anni con l’utilizzo di
test, ma non è stato mai raggiunto un pieno accordo sull’esatta
natura di ciò che con questi test viene valutato.
Le varie opinioni proposte hanno, tuttavia, molti punti in
comune e la maggior parte degli psicologi è probabilmente
disposta ad accettare una definizione che comprenda sia la
capacità di scoprire le relazioni importanti esistenti tra gli
oggetti, sia la capacità di applicare queste relazioni a situazioni
nuove ma simili alle precedenti.
29 29
Prof. Domenico Milito
I test che misurano le conoscenze e le abilità che sono state
esplicitamente insegnate al soggetto vengono chiamati test di
profitto, mentre quelli che misurano le qualità più generali del
pensiero che sembra siano state apprese senza uno specifico
insegnamento, coma la capacità di ragionamento, la comprensione e
il livello di sviluppo concettuale, vengono indicati come test di abilità
mentale o di intelligenza.
Così, sia i test di profitto che quelli di intelligenza misurano la
cultura e le capacità già acquisite, ma i test di intelligenza non ne
sono così direttamente condizionati come quelli di profitto
30 30
Prof. Domenico Milito
- I Test attitudinali
sono finalizzati a valutare specifiche abilità mentali, come la
capacità meccanica e di manipolazione, le potenzialità artistiche
e musicali e l’attitudine a lavorare in specifici settori
professionali come quello delle lingue, della medicina e delle
scienze.
31 31
Prof. Domenico Milito
-I Test di profitto
Sono stati costruiti per misurare la capacità esecutiva posseduta
in relazione ad un’abilità o conoscenza acquisita mediante
l’addestramento o l’istruzione.
Se usati per misurare i risultati
dell’insegnamento/apprendimento è importante rendersi conto
che se il contenuto di una disciplina viene cambiato, o se viene
alterata la successione degli argomenti della disciplina, può
accadere che le domande del test, che originariamente erano
selezionate sulla base della loro capacità di comprendere tutto il
contenuto della disciplina, non rispondono più alla loro
32 32
funzione.
Prof. Domenico Milito