DISTURBI PSICOPATOLOGICI
NEGLI ADOLESCENTI
________gianfranco del buono________
• Depressione: sindrome caratterizzata da una
alterazione di uno stato affettivo
• Disturbi del comportamento alimentare
• Psicosi: è alterato l’esame, il giudizio di realtà
• Disturbi d’ansia
• Altri tipi di possibili psicopatologie adolescenziali:
disturbi di personalità, dipendenza o abuso di sostanze
Depressione negli adolescenti
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• E’ più frequente di quanto immaginato: uno studio
di Marcelli (1990) dimostra che il 40% circa di
adolescenti che giungono a consultazione
presentano qualche sintomo di depressione, ma con
criteri diagnostici ristretti tale percentuale cade al
9% circa.
• In oltre il 90% dei casi si presenta associata ad un
altro disturbo (soprattutto di personalità).
• Frequentemente la depressione nell’adolescenza si
presenta accompagnata a comportamenti devianti
che non sono frequenti nella depressione dell’adulto
(ciò può rendere difficile la diagnosi).
• Nel 20% dei casi, il disturbo affettivo si complica
con l’abuso di alcool o di altre sostanze stupefacenti
(che vengono assunti a scopo di automedicazione).
Sintomi caratteristici
della depressione adolescenziale
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• Rallentamento psicomotorio, (sembra il sintomo più
sicuro della depressione adolescenziale) con apatia,
mutismo, mancanza di volontà. È caratteristico il
percepire lo scorrere più lento del tempo.
• Autosvalutazione, che dipende dal contesto
culturale.
• Aggressività diretta contro di sé (più
frequentemente degli adulti gli adolescenti tendono
a realizzare soluzioni definitive) e contro altri.
• Abusi di alcool e di sostanze stupefacenti,
insicurezza generica, comportamenti delinquenziali.
• Autoisolamento, timidezza eccessiva, pianto
immotivato, eccessiva adesione agli schemi del
gruppo.
• I sintomi fisici sono soprattutto presenti sotto forma
di anoressia, bulimia e disturbi del sonno.
Angoscia - Lutto - Depressione
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• ANGOSCIA: paura di un pericolo imminente,
impreciso, che si accompagna a reazioni neuro
vegetative.
• LUTTO: dolore morale conseguente ad una perdita,
è momentaneo, non c’è la perdita dell’autostima
(tipica della depressione).
• DEPRESSIONE: sindrome psicopatologica ben
definita, che può o meno accompagnarsi ad
angoscia.
Disturbi del comportamento alimentare
• ANORESSIA: dovuta al digiuno autoimposto, allo
scopo di raggiungere una magrezza eccessiva e al
timore dell’obesità. Si raggiunge un grado di
emaciazione con conseguenze mediche e
psichiatriche significative.
• BULIMIA: caratterizzato dalle “abbuffate” (binge
eating), senza una vera e propria fame, seguita da
comportamenti atti ad evitare l’aumento di peso
(vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici ed
emetici) o diete più o meno rigide, preoccupazione
eccessiva (paura) di diventare grassi. Il peso
corporeo può essere normale.
• DISTURBO DA ALIMENTAZIONE
INCONTROLLATA: caratterizzato da abbuffate,
(più volte durante la settimana), che possono
portare ad un grave aumento di peso.
Alcune caratteristiche della ANORESSIA
• Dimagrimento: del 20-30%, ma che in alcune forme
può raggiungere il 50% del peso iniziale.
• Amenorrea: sia primaria che secondaria. Può
persistere anche dopo la normalizzazione del peso.
• Iperattività: fisica e mentale. Più la paziente si sente
magra, più si sente energica.
• Percezione distorta dell’immagine corporea: paura
eccessiva di essere grassa, che persiste anche
quando il peso si è di molto ridotto.
• Disinteresse per la sessualità: vi è quasi una
negazione delle trasformazioni corporee dovute alla
pubertà.
• Il cibo e i pasti diventano il fulcro di un sistema di
rituali.
Alcune caratteristiche della BULIMIA
• Bisogno intenso e irresistibile di ingurgitare grandi
quantità di cibo.
• Sentimento di perdita di controllo sulle proprie
capacità di limitarsi.
• Manovre atte a limitare l’aumento di peso (vomito
autoindotto, lassativi, diuretici.
• Diete più o meno rigide, più o meno riuscite.
• Timore di diventare grassi, con un vissuto
problematico riguardo la propria immagine
corporea.
• I livelli di autostima dipendono dal peso corporeo.
Epidemiologia dei disturbi del
comportamento alimentare
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• La frequenza (prevalenza) della anoressia giunge
allo 0,5-1%.
• E’ molto più frequente nel sesso femminile
(rapporto femmine/maschi 10/1). Anche se tale
rapporto sta cambiando negli ultimi anni.
• L’età di comparsa va dalla prima adolescenza ai 25
anni, anche se qualche caso ha avuto inizio dopo i
30 anni.
• Per quanto riguarda la bulimia, alcuni indagini su
studenti liceali indicano una presenza di crisi
bulimiche che può arrivare anche all’80% !!
• La frequenza di bulimia sembra variare dall’1 al 3%
nelle giovani adulte.
EVOLUZIONE
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Secondo Marcelli l’anoressia può avere tre “forme” di
evoluzione:
•
•
•
Forme minori: frequenti, dopo un episodio di
alcuni mesi, c’è una guariugione spontanea.
Forme intermedie: episodi di anoressia con
recuperi anche parziali di peso (per le crisi
bulimiche). A distanza di tempo vi può essere
una guarigione completa nel 50% dei casi,
mentre in altri casi vi può essere una
sovrapposizione di altri disturbi psichiatrici (si
può strutturare una nevrosi che può risultare
invalidante)
Forme cachettiche: forme gravi, è possibile la
morte (5-7% dei casi totali), per la denutrizione,
per una malattia intercorrente o anche per il
suicidio.
Differenze e similitudini
tra anoressia e bulimia
• Il fattore discriminante viene ad essere lo
scadimento delle condizioni fisiche: sotto l’85% del
normale peso corporeo si parla di anoressia; Al
disopra è più corretto parlare di bulimia.
• Anoressia e bulimia possono condividere: crisi
bulimiche, restrizioni dell’apporto calorico,
manovre di eliminazione, la paura patologica di
ingrassare.
• La distorsione dell’immagine corporea, se presente
nella bulimia, non appare così grave come
nell’anoressica (che giunge anche ad una intensità
delirante).
• La paziente anoressica riesce ad autocontrollarsi, la
bulimica no.
Alcune gravi complicanze dell’anoressia
• La depressione complica frequentemente
l’anoressia (dal 35 all’80% dei casi)
• Squilibri idroelettrolitici
• Alterazioni del ritmo cardiaco
• Alterazioni dell’alvo (stipsi)
• Edemi periferici
• Rallentamento della frequenza cardiaca
• Aritmie
• Ipotensione
• Anemia
• Alterazioni della pelle
• Alopecia
• Riduzione della fertilità
• Osteoporosi
• Pancreatite
• Complicanze renali
Disturbo da alimentazione incontrollata
• Episodi di abbuffate, con sensazione di perdita di
controllo nelle capacità di limitarsi.
• Sensazioni di disagio per quello che si è fatto
(vergogna, sensi di colpa).
• Non ci sono comportamenti compensatori (né
l’utilizzo di purganti, diuretici, né di vomito
autoindotto, né di esagerata attività fisica).
Sintomi più frequenti
della schizofrenia e delle psicosi
• Deliri.
• Allucinazioni.
• Disturbi formali del pensiero (esempio:
deragliamenti e incoerenza).
• Comportamenti bizzarri.
• Espressioni affettive incongrue al contesto
ambientale.
• Riduzione della normale gamma di espressioni
affettive (appiattimento affettivo).
• Marcato decadimento alla cura della propria
persona.
• Apatia assoluta, e mancanza di progettualità
riguardo la propria vita.
“BREAKDOWN” EVOLUTIVO
(secondo Laufer) è un evento critico che
precede lo sviluppo della psicopatologia e
costituisce un indicatore diagnostico di
viraggio verso un disturbo grave, ma è
inadatto a definire il tipo di disturbo
che si può sviluppare.
• Estraniarsi dai coetanei
• Tendenza alla masturbazione coatta
• Improvvise aggressioni nei confronti di un genitore
edipico
• Repentina fobia della scuola
• Sforzo di riportare il corpo pubere allo stato
prepubere
• Tendenza ad infliggere danni o lesioni al corpo
• Tentativi di suicidio
Disturbi d’ansia negli adolescenti
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Preoccupazioni ipocondriache
Condotte isteriche - esempio lo svenimento
Condotte ossessive
Preoccupazioni legate al proprio corpo (in seguito alle
trasformazioni puberali), che vengono definite
“dismorfofobie”
• Disturbo da attacchi di panico
• Fobie sociali