Famiglia RETROVIRIDAE Generalità Comprende numerosi virus (soprattutto oncogeni) ampiamente diffusi nel mondo animale Il prefisso retro deriva dall’enzima reverse transcriptase trascrittasi inversa DNA polimerasi – RNA dipendente – Virus di forma sferica di 80100nm – Capside di forma variabile – Icosaedrico – Cilindrico – Conico – Provvisti di envelope – Genoma diploide costituito da due molecole identiche di RNA lineare monocatenario a polarità 1 L’ RNA comprende i geni: -gag (codifica per proteina di matrice, capside, NP) -pol (codifica per la trascrittasi inversa) -env (codifica per le glicoproteine dell’ envelope) Alcuni retrovirus possono avere oncogeni denominati v-onc, responsabili della trasformazione cellulare nel caso tali geni siano in aggiunta al normale patrimonio genetico si parlerà di virus oncogeni competenti nel caso invece essi si trovino a sostituire delle vere e proprie porzioni del patrimonio genetico si parlerà di virus oncogeni difettivi 2 CLASSIFICAZIONE: La famiglia comprende 7 Generi 1. Retrovirus tipo B dei mammiferi virus del tumore mammario del topo (MMTV) 2. Retrovirus tipo C dei mammiferi Virus della Leucemia Felina (FeLV) Virus del Sarcoma Felino (FeSV) Virus della Reticoloendoteliosi di pollo e tacchino 3. Retrovirus tipo C aviari Virus del complesso Leucosi/Sarcoma aviare Malattia linfoproliferativa del tacchino 3 4. Retrovirus tipo D Virus dell’adenomatosi polmonare della pecora 5. Retrovirus del gruppo BLV/HTLV Virus della Leucosi Enzootica del Bovino Human T- cell Lynphotropic Virus 6. Spumavirus Virus sinciziali del bovino e del gatto 7. Lentivirus Virus dell’Immunodeficienza umana (HIV), scimmia (SIV), bovina (BIV), felina (FIV) Virus Visna –Maedi della pecora Virus della Artrite encefalite caprina (CAEV) Virus dell’Anemia infettiva degli equini (EIAV) 4 Ciclo di Replicazione Adsorbimento Interazione peplomero – recettore cellulare Penetrazione Per endocitosi o fusione delle membrane Retrotrascrizione e formazione di una molecola di DNA bicatenario Integrazione nel DNA della cellula ospite (provirus) Fase di latenza assemblaggio e liberazione attraverso un meccanismo di gemmazione Trascrizione dell’ RNA messaggero e RNA genomico grazie alla presenza della polimerasi cellulare 5 6 Latenza Il fenomeno della latenza è reso possibile dall'integrazione del provirus nel genoma cellulare Tale fenomeno condiziona il lungo periodo di incubazione tipico di questi virus Gli anticorpi, anche se presenti, non risultano protettivi e sembra che condizionino la gravità dei sintomi Questi virus hanno la possibilità di mutare mediante drift antigenici le strutture superficiali e ciò può avvenire anche nello stesso animale 7 Resistenza ad agenti fisici e chimici – Sensibili ai solventi dei lipidi e ai detergenti – Relativamente resistenti ai raggi ultravioletti – Inattivati dopo 30’ a 56°C – Le glicoproteine superficiali possono essere parzialmente rimosse dagli enzimi proteolitici 8 Modalità di trasmissione Diretta a. malato a. sano T. orizzontale Indiretta Veicoli Vettori Congenita T. Verticale Genetica 9 LEUCOSI BOVINA ENZOOTICA (BLV) Malattia neoplastica delle strutture linfocitopoietiche a decorso cronico ed esito letale È caratterizzata da marcata linfoadenomegalia e da linfocitosi persistente Forme rare di leucosi sporadica Leucosi timica Ad eziologia ignota si riscontra in bovini sotto i 2 anni d’età con interessamento del timo e tendenza alla metastatizzazione Leucosi cutanea Segnalata in animali di 2-3 anni è caratterizzata da lesioni cutanee di tipo orticarioide, apruriginoso, ipercheratosico, alopecico, sanguinante o di tipo produttivo, verrucoso o nodulare Leucosi giovanile Caratterizzata da adenopatia generalizzata e frequente quadro leucemico in bovini di età inferiore ai 18 mesi 10 Eziologia Genere HTLV-BLV Cellule bersaglio Linfociti B, Mononucleati e Granulociti Sprovvisto di v-onc L’infezione dura tutta la vita Il virus è evidenziabile solo nei primi 10-12gg PI Comparsa di anticorpi neutralizzanti e persistenti indefinitamente La comparsa dei linfomi è legata alla influenza del provirus sui geni c-onc dei linfociti La formazione di progenie virale è soppressa Proteine virali continuamente prodotte dai Linfociti B Continua stimolazione antigene che causa proliferazione dei L. B Si instaura una linfocitosi persistente 11 Spettro d’ospite in vivo Spettro d’ospite in vitro Colture cellulari di rene, milza, polmone fetale bovino, pecora e bufalo bovino CPE con formazione di sincizi • Il virus è antigenicamente unico • Proteine strutturali glicosilate (gp30 e gp51) • Proteine di superficie • Rappresentano antigeni tipo-specifici • La gp51 è il determinante antigene essenziale ai fini dell’immunità • Proteine strutturali non glicosilate (p24, p15, p12, p10) • Proteine capsidiche • Rappresentano antigeni gruppo-specifici 12 Epidemiologia La malattia è presente in tutte le aree geografiche In Europa sono in atto piani di eradicazione • La trasmissione della malattia può avvenire attraverso diverse vie • Per via transplacentare • In conseguenza di una immunodepressione durante la gravidanza con passaggio di particelle virali libere (si verifica circa nel 5% dei casi) • Come conseguenza di lesioni placentari e passaggio di linfociti infetti • Trasmissione orizzontale diretta perinatale 13 • Trasmissione orizzontale diretta • Secrezioni tracheo-bronchiali • Operazioni di monta e quindi contatto fra mucose e presenza di linfociti infetti nel seme • Le operazioni di FA ed embryo-transfer non sembrano presentare rischi in virtù della diluizione del seme e dei lavaggi dell'embrione • Trasmissione orizzontale indiretta • Per via iatrogena (ematogena) per l'utilizzo di aghi o strumenti infetti, esplorazioni rettali non eseguite correttamente dal punto di vista igenico • Per puntura da parte di insetti ematofagi (zanzare, tabanidi) 14 Patogenesi Cellule bersaglio LINFOCITI B Penetrazione Viremia Integrazione nel DNA cellulare Attivazione dei c-onc cellulari Trasformazione neoplastica Sintomi e lesioni 15 Sintomi e lesioni Si riscontra in animali sopra i 4-5 anni d’età • Linfoadenomegalia • I linfonodi si presentano con superficie liscia, freddi, mobili, non dolenti, aumentati fino ad 8 volte, consistenza sodo-elastica, di aspetto lardaceo al taglio con perdita della distinzione fra corticale e midollare • Maggiormente colpiti i linfonodi viscerali (lombo-aortici e sacro-iliaci) rispetto a quelli scheletrici • La sintomatologia tipica si correla a fenomeni compressivi o di stiramento di organi, vasi e nervi per effetto della adenomegalia • Sono presenti disfagia, meteorismo, ittero da stasi, coliche, edema della giogaia, insufficienza cardiaca, esoftalmo in conseguenza di infiltrazione leucemoide retrobulbare, sofferenza abomasale per stenosi pilorica, melena 16 • Le lesioni dominanti sono caratterizzate da linfoadenomegalie diffuse, Linfoma cutaneo 17 Linfoma cutaneo: Numerosi noduli in parte confluenti e con aree alopeciche 18 Nodulo di linfoma cutaneo in sezione 19 Milza in sezione: abnorme ed irregolare ingrossamento dei corpuscoli di Malpighi 20 Particolare di emolinfonodi. Ingrossamento e infiltrazioni linfomatose grigiastre del parenchima 21 Neoformazioni linfomatose intestinali parietali e tumefazione dei linfonodi mesenterici. 22 Abomaso: Infiltrazione linfomatosa diffusa 23 Abomaso: Ulcera conseguente ad infiltrazione linfomatosa della mucosa 24 Rene: Infiltrazione linfomatosa massiva del bacinetto renale e dilatazione dei calici con atrofia della midollare da ristagno di urina 25 Utero: Linfoma infiltrante l’utero e i linfonodi uterini 26 Diagnosi La diagnosi clinica è abbastanza agevole in presenza di linfoadenomegalia policentrica La diagnosi necroscopica si basa sull'interessamento di vari organi In ordine di frequenza: cuore, abomaso, milza, rene La diagnosi virologica è possibile con la dimostrazione diretta del virus mediante ME e IF o mediante isolamento su colture di cellule permissive e successiva identificazione (IFD, PCR). La diagnosi sierologica si avvale di AGID ed ELISA (test ufficiali) gli anticorpi compaiono 4-6 settimane dopo l'infezione l'interferenza con gli anticorpi colostrali dura circa 6 mesi 27 Profilassi • E' in corso un piano di eradicazione in ambito comunitario che si basa sull'identificazione sierologica dei soggetti infetti e loro successiva eliminazione • L'Ordinanza Ministeriale del 1982 stabilisce le norme di profilassi della LBE, mentre l'Ordinanza Ministeriale del 1985 inquadra il piano di eradicazione su base volontaria • IL D.M.S.1996 stabilisce invece l'obbligatorietà del piano di risanamento su tutto il territorio nazionale • La profilassi vaccinale non è al momento praticabile né 28 ipotizzabile MAEDI-VISNA Maedi-Visna (dall’ islandese: dispnea e deperimento) Malattia infettiva degli ovini che può presentarsi in due forme cliniche – Polmonite interstiziale progressiva (Maedi) – Leucoencefalomielite (Visna) L’ infezione è caratterizzata da un lungo periodo di incubazione, evoluzione lenta e progressiva ed esito invariabilmente letale 29 Eziologia Genere Lentivirus Nelle fasi iniziali dell'infezione, il virus si trova nel sangue associato ai monociti, in uno stato di latenza Con la maturazione dei monociti in macrofagi a livello degli organi bersaglio il virus è poi in grado di riattivarsi Il virus è labile nell'ambiente esterno Spettro d’ ospite in vivo ovini Spettro d’ ospite in vitro Fibroblasti di vari tessuti: plesso corioideo, polmone, mammella Il virus produce un CPE sinciziogeno ed una attività litica più o meno accentuata in dipendenza dello stipite virale 30 STRUTTURA ANTIGENE Sono state evidenziate correlazioni antigeniche con CAEV (p25 e transmembrana); p25 (Ag capsidico) e gp135 (proteina dell’ envelope) sono le frazioni antigeni più importanti dal punto di vista diagnostico La gp135 da origine per clivaggio a due frazioni : gp40 (proteina transmembrana) e gp 70 (proteina esterna), più soggetta a variazioni antigeniche 31 Epidemiologia • L' infezione è oggi diffusa su scala mondiale – Indenni solo l’Australia e l’Islanda dove la malattia fu per la prima volta descritta (1954) e immediatamente eradicata • Modalità di trasmissione – Il virus viene trasmesso con il sangue, i secreti e gli escreti – Trasmissione per via orale • Attraverso il colostro e il latte – Trasmissione iatrogena • attraverso l'impiego di aghi, siringhe o altro materiale contaminato – Trasmissione per via aerogena • Tra soggetti con forma polmonare e animali sani a stretto e prolungato contatto – Trasmissione per via mammaria ascendente – Trasmissione per via coitale • possibile in condizioni patologiche concomitanti 32 – ad esempio una epididimite da brucella, condizione in cui un gran numero di Patogenesi Porta d’ingresso del virus Viremia Mediata dai linfociti vie respiratorie, orale, ecc. Localizzazione a tutti i distretti dell’organismo (polmoni, SNC, mammella, sinovia, linfonodi, milza) Lesioni all’encefalo Lesioni ai polmoni 33 Sintomi e lesioni • Maedi • Visna – Graduale scadimento delle condizioni generali – Encefalite demielinizzante – Dispnea e tosse secca senza febbre e scolo nasale – Portamento anormale della testa, tremori, paralisi degli arti posteriori – Polmonite progressiva interstiziale – Impossibilita a mantenere la stazione quadrupedale – Segnalati aborto, mastite interstiziale e artriti – Rapido decadimento dello stato generale – Decorso 3-6 mesi ad esito mortale – Esito letale 34 • La malattia colpisce solitamente soggetti di età compresa tra i 3 e i 4 anni • Forma polmonare – Dispnea progressiva, più evidente dopo uno sforzo – Deperimento fino alla cachessia – Morte per infezioni concomitanti – Mancato collassamento polmonare all’ apertura del torace – polmone aumentato in peso e volume ed evidenti le impronte costali – polmonite interstiziale con infiltrati linfoidi • Mastite induritiva – Asimmetria della mammella • Raro l’ interessamento articolare • Forme subcliniche imputabili a stipiti scarsamente patogeni o stadio preclinico • Forma nervosa – Mai osservata in Italia – Difficoltà locomotorie, debolezza sul treno posteriore 35 28 Novembre 2006 36 Lesioni di polmonite interstiziale prevalentemente al lobo caudale 37 Diagnosi • Rilievo di dispnea e mammelle squilibrate • Diagnosi differenziale con polmoniti parassitarie e adenomatosi polmonare • Isolamento virale a partire da espianti di polmone, milza, mammella, linfonodi, plesso corioideo • Identificazione mediante AGID ed Elisa • Diagnosi sierologica (AGID ed ELISA) attuabile dopo 4 settimane dal contagio 38 Profilassi Il controllo dell’ infezione assume particolare importanza per gli scambi intercomunitari Individuazione sierologica e successiva eliminazione dei soggetti infett Assicurarsi che i soggetti introdotti nel gregge siano indenni Somministrazione agli agnelli di colostro e latte risanato, colostro e latte bovino, o colostro e latte artificiale Non sono disponibili vaccini 39 ADENOMATOSI POLMONARE Malattia tumorale della pecora caratterizzata da formazioni neoplastiche di aspetto lardaceo a livello polmonare Eziologia Genere non ancora definito (tipo D/B) Il virus non possiede oncogeni Sequenze nucleotidiche correlate a quelle virali sono presenti nel genoma di pecore sane (seq. Endogene) Il virus non è isolabile su colture cellulari Le cellule bersaglio sono rappresentate da pneumociti di II tipo 40 Epidemiologia • La trasmissione avviene per via orizzontale attraverso le secrezioni bronchiali • Molto abbondanti nei soggetti con manifestazioni cliniche • Il genoma virale si ritrova in quantità modesta nel sangue e nel latte • Non si hanno elementi per considerare altre vie di contagio Patogenesi Il virus non contiene oncogeni e non si conosce ancora quale c-onc venga attivato Tipica è la proliferazione di cellule cubiche (di Clara) e cilindriche (pneumociti di II tipo), mentre nel 4% dei casi si ha la formazione di 41 Sintomi e lesioni • Periodo di incubazione di 2-3 anni – raramente la malattia si manifesta entro l'anno dal contagio • Si osserva dimagrimento, aumento della frequenza respiratoria sotto sforzo, dispnea e rantoli • Caratteristico il fatto che alzando l’animale per il treno posteriore si provoca abbondante fuoriuscita di essudato nasale 42 • Sulla parte dorsale dei lobi caudali dei polmoni si ha la formazione di noduli biancastri confluenti di aspetto lardaceo • Istologicamente tale lesione rappresenta un adenocarcinoma bronchiolo-alveolare a basso grado di malignità 43 Lesioni nodulari e nodulari-confluenti in tutti i lobi 44 Focolaio di adenomatosi mixomatoide 45 Diagnosi Clinica Riscontro di un abbondante essudato nasale, dispnea, dimagrimento e decorso cronico Anatomopatologica Presenza di lesioni patognomoniche Diagnosi sierologica: gli animali non sembrano produrre anticorpi a titoli rilevabili nel sangue Diagnosi virologica: il virus non risulta essere coltivabile È possibile effettuare PCR a scopo di ricerca avvalendosi di primers esogeno-specifici 46 Profilassi Sanitaria – Eliminazione dei soggetti con manifestazioni cliniche e della loro progenie – introdurre soltanto animali provenienti da allevamenti senza malattia da almeno 3 anni Immunizzante • Non sono disponibili presidi immunizzanti 47 ARTRITE-ENCEFALITE CAPRINA Malattia infettiva della capra che si presenta in due forme cliniche ben distinte • Forma nervosa: rara, si riscontra prevalentemente nei capretti • Forma articolare: si osserva in individui adulti, associata a mastite cronica e occasionalmente a polmonite interstiziale I danni economici riguardano il calo della produzione lattea e la perdita di soggetti con forma articolare grave L'infezione è ampiamente diffusa negli allevamenti 48 italiani Eziologia Genere Lentivirus Il virus è adattabile in vitro a linee antigenicamente correlato al Visna- fibroblastiche di origine caprina Maedi Cellule bersaglio Linea monocito/macrofagica La fase di latenza può essere più o meno La p27 (proteina del core) e la gp135 (glicoproteina dell' envelope) sono utili dal punto di vista diagnostico Consentono di rilevare precocemente l'infezione prima lunga fattore che condiziona della comparsa dei sintomi Presenza di anticorpi specifici 49 Epidemiologia In Italia la malattia è comparsa più di 10 anni fa, con l'importazione di razze miglioratrici da Francia e Svizzera L' infezione è diffusa su scala mondiale, dovunque sia praticato l'allevamento caprino Le indagini sieroepidemiologiche rilevavano infatti una maggiore prevalenza nelle razze Saanen o Alpina Attualmente, con il continuo e poco scrupoloso scambio di animali, l'infezione si è diffusa anche nelle razze autoctone 50 Modalità di trasmissione Il virus nei soggetti infetti è presente in due forme: • Particella virale matura • Genoma virale integrato Entrambi presenti nel sangue e in diversi distretti dell'organismo (milza, linfonodi, articolazioni, mammella, sottocute, SNC) in generale in tutti i distretti in cui vi è la presenza di macrofagi • Trasmissione aerogena • Soggetti con polmonite cronica interstiziale possono infettare altri soggetti, se posti a stretto e prolungato contatto • Trasmissione transplacentare • Raramente si è osservata sieroconversione in capretti allontanati da madri infette prima dell’assunzione colostro • È più verosimile però che l'infezione si contragga nel canale del parto, per ingestione accidentale di sangue materno o attraverso la lambitura del capretto da parte della madre. 51 • Trasmissione orale • Il secreto mammario (colostro e latte) è la via di trasmissione più frequente • Più del 75% delle capre infette, contrae l'infezione nei primi giorni di vita, attraverso la via alimentare • La pratica di alcuni allevatori di miscelare il colostro di più fattrici amplifica la diffusione del virus nell' allevamento • Il latte infetto costituisce la modalità di trasmissione più frequente negli animali adulti • Le femmine adulte infatti contraggono il virus per via mammaria ascendente • Riflusso di latte infetto dalla mungitrice alla mammella • Trasmissione venerea • Attraverso il liquido seminale di becchi infetti • In genere il seme non risulta infettante • Cause patologiche (es.: orchiti, epididimiti, ecc.) possono determinare un aumento di macrofagi e trasmettere la malattia (come sperimentalmente dimostrato in corso di Maedi degli ovini, in concomitanza di epididimiti dei montoni da infezione brucellare) • Trasmissione iatrogena • Non è da escludere la trasmissione attraverso l'uso di aghi, siringhe, 52 apparecchi per tatuaggio non sostituiti o decontaminati Patogenesi Porta d’ingresso del virus via orale Viremia Associata ai monociti Localizzazione a SNC, Sinovie, etc Lesioni all’encefalo Lesioni alle articolazione 53 Sintomi e lesioni • Forma neurologica – Capretti di 2-4 mesi – Zoppia, atassia e paralisi degli arti – Incoordinazione dei movimenti del collo e degli arti – Possibili sintomi respiratori per polmonite interstiziale – Esito mortale • Forma articolare – Soggetti di oltre un anno di vita – Sinovite e difficoltà della deambulazione – Colpite le articolazioni carpo-metacarpica e femoro-tibio-rotulea – Frequente coinvolgimento mammella il della 54 • Forma nervosa • Colpisce di solito capretti di età inferiore a 6 mesi • decorso afebbrile di qualche settimana, • Si osserva debolezza, atassia, difficoltà locomotorie • paralisi degli arti nelle fasi terminali • encefalomielite con infiltrazione leucocitaria (edema e manicotti perivascolari) 55 • Forma articolare • Colpisce soggetti adulti • Progressivo ingrossamento delle articolazioni del carpo • Difficoltà nella deambulazione e nella stazione quadrupedale • intensa dolorabilità articolare • Decubito sulle articolazioni carpali • progressivo scadimento delle condizioni generali e cachessia • Sinovite proliferativa, con protrusioni villari • Aumento del liquido sinoviale di aspetto sieroso o sieroemorragico • Depositi di fibrina nel lume articolare • Erosioni della cartilagine articolare e anchilosi • Polmonite interstiziale cronica • Interessamento mammario • Nei casi più lievi, si osserva asimmetria della mammella • Nelle forme gravi mastite induritiva con perdita della funzionalità dell' organo • Si osserva infiltrazione di elementi mononucleati a localizzazione periacinosa 56 e periduttale Capra. Sezione sagittale dell’articolazione del carpo. Artrite in corso di infezione da virus dell’artrite-encefalite caprina (CAEV). 57 Diagnosi • Diagnosi clinica – non presenta particolari difficoltà se la prevalenza dell'infezione in allevamento è alta • Non è raro trovare positività sierologica superiore al 90% – Il 5-20% dei soggetti adulti presenta ingrossamento mono o bilaterale delle articolari carpali o anomalie della mammella – Diagnosi differenziale con micoplasmosi – Difficoltosa con prevalenza dell'infezione inferiore al 20% • Il lungo periodo di incubazione (da 1 a 6-7 anni) e la modalità di trasmissione fanno si che quando cominciano i segni clinici nei primi animali, il virus ha già contagiato gran parte dell' effettivo 58 • Diagnosi di laboratorio – Indispensabile per i piani di eradicazione – Disponibili AGID ed ELISA • L’AGID presenta una buona specificità ma scarsa sensibilità (alto numero di falsi negativi) – applicabile in via preliminare per valutare la presenza o meno dell'infezione in un allevamento • L’ ELISA è dotato di buona sensibilità e specificità e consente di svelare l'infezione dopo 3-4 settimane dal contagio – Trova impiego in piani di eradicazione in molti paesi stranieri e, su base volontaria, in alcuni allevamenti del nord d'Italia 59 Profilassi • Non è disponibile profilassi vaccinale • La profilassi si basa sul risanamento dei greggi mediante l’individuazione e l’eliminazione dei soggetti positivi – Attuabile in condizioni di bassa prevalenza – In allevamenti con alta prevalenza ci si orienta sulla creazione di nuclei indenni a partire dalla progenie 60 • Linee guida per il risanamento – Immediato allontanamento di soggetti con sintomi clinici (artrite, polmonite, mastite) – Creazione di box per la progenie separato dagli animali infetti – Immediato allontanamento dei capretti alla nascita (evitando allattamento e lambitura) – Alimentazione dei capretti con colostro e latte artificiale, oppure colostro e latte bovino, o ancora colostro e latte di capra risanato mediante trattamento termico (56° per 60') – Periodici screening sierologici a partire dal 2° mese sul nucleo di rimonta con immediato allontanamento dei soggetti positivi – Utilizzo della progenie risanata per ricostituire l'effettivo del gregge – Progressiva eliminazione dei soggetti adulti infetti – Il gruppo di rimonta indenne non deve entrare in contatto con il gruppo dei sieropositivi (mungitura, abbeverata, pascolo dovranno essere organizzati in modo da evitare il passaggio dell'infezione) 61 • Il gregge è considerato indenne quando • l'ultimo soggetto infetto è stato eliminato • l'effettivo è risultato negativo a un doppio controllo a distanza di 6 mesi l'uno dall'altro • Misure necessarie per prevenire l'introduzione della malattia • I soggetti di nuova introduzione devono essere accompagnati da certificato di indennità da AEC e provenire da allevamento indenne • Controllo sierologico prima dell'introduzione e dopo 30 giorni di quarantena, prima dell'unione al resto dell'effettivo 62 ANEMIA INFETTIVA EQUINA Malattia a decorso variabile, acuto o cronico, caratterizzata da febbre intermittente, anemia, deperimento progressivo ed infezione persistente per tutta la vita dell’ animale 63 Eziologia Cellule bersaglio del virus sono rappresentate dai MACROFAGI Retrovirus del genere Lentivirus La latenza è in correlazione all’integrazione del genoma virale nella cellula ospite Sono possibili variazioni antigeniche nel corso dell’infezione Varianti del virus isolate in tempi successivi dallo stesso animale presentano mutazioni a livello del Il virus è emoagglutinante gene env nei confronti di eritrociti di Non danno reazione crociata con cavia anticorpi precedentemente prodotti dallo stesso animale Gli antigeni sono rappresentati dalla proteina capsidica p26 (Ac diagnostici) e dalla glicoproteina dell’envelope gp90 (Ac neutralizzanti) 64 Epidemiologia • Lo spettro d’ospite in vivo coinvolge gli equidi in generale • In vitro il virus replica su leucociti di cavallo e cellule di derma equino • Trasmessa sperimentalmente mediante inoculazione di sangue, latte/colostro, seme, urine • Possibile la trasmissione per via transplacentare • Il puledro può infettarsi per via orale, attraverso la suzione di colostro • La trasmissione indiretta è possibile mediante sangue infetto, grazie alla presenza di vettori passivi (tabanidi, zanzare, zecche, culicoidi) • La trasmissione attraverso il sangue è più efficiente con titolo virale elevato, in particolare nella fase acuta febbrile • Trasmissione iatrogena, attraverso strumenti, attrezzi od altro materiale infetto • Trasmissione per contatto diretto in condizioni di stretta coabitazione • Trasmissione venerea in seguito al coito. 65 Patogenesi Replicazione nei monociti/macrofagi Penetrazione Risposta immunitaria di tipo umorale (Ac-p26, Acgp90). L’attività patogena è di tipo immunomediato, essendo stata dimostrata una ipersensibilità di III tipo da immunocomplessi Gli immunocomplessi si depositano sulle membrane Comparsa di una patologia da immunocomplessi glomerulari e nei piccoli vasi di altri tessuti, determinando l'insorgere di glomerulonefrite ed alterazioni vasali; L'attivazione del Complemento e dei neutrofili comporta alterazioni vasali, aggregazione piastrinica, coagulazione intravasale e disturbi di circolo 66 • L'anemia è dovuta al fatto che gli antigeni virali rilasciati a livello sanguigno (solubili) aderiscono agli eritrociti • Gli anticorpi si legano ai globuli rossi, attivando il complemento e provocando emolisi (ipersensibilità citotossica di II tipo anticorpo dipendente, complemento mediata) • si parla pertanto di anemia emolitica immunomediata • Come conseguenza dell'azione del virus sul midollo osseo si può verificare una diminuita eritropoiesi, oltre a turbe del ricambio del ferro plasmatico • Il carattere ricorrente della patologia si spiega con l’alta frequenza di drift antigenici dell’envelope virale che genera nuove varianti non crossreattive • Ciò comporta una nuova produzione di anticorpi e l’innesco di una nuova patologia immunomediata 67 Sintomi e lesioni • Periodo d’incubazione di qualche settimana, di qualche mese, o non manifestare mai sintomi di malattia • Forma acuta – Febbre che dura 1-3 settimane, sudorazione, grave anemia, ittero, petecchie a livello sotto linguale (un tempo ritenute patognomoniche) – Congestione ed edema delle mucose oculocongiuntivali e nasali – Scolo nasale, costipazione e diarrea con manifestazioni coliche – Edema all’entrata di petto, addome, prepuzio, parti distali degli arti – Grave sindrome renale con albuminuria – Deperimento e morte in 2-3 settimane FINO U^ 68 • Forma subacuta – Stessi sintomi della forma acuta ma con una intensità minore e intermittenza variabile, in concomitanza di accessi febbrili ed apparente remissione – Gli attacchi possono ripetersi a distanza di settimane, mesi od anni, con un andamento che va diradandosi nel tempo – L’animale può venire a morte durante una di queste riacutizzazioni – Si susseguono lunghi periodi di apparente benessere, interrotti da brevi rialzi febbrili – Alcuni soggetti non manifestano sintomi, altri manifestano debolezza, dimagramento, edemi • Possibilità di una forma inapparente in soggetti portatori asintomatici • Le lesioni sono caratterizzate da • Emorragie su sierose e mucose, edemi • Congestione splenica, splenomegalia ed epatomegalia, steatosi, • Sangue chiaro, poco coagulabile • Nella forma cronica prevalgono fenomeni iperplastici a carico di milza e linfonodi 69 Diagnosi • Anatomoclinica • presenta alcune difficoltà per la varietà e diversa gravità dei quadri clinici • Sierologica • Il test ufficiale (AGID o test di Coggins) rileva Ac diretti verso la p26 • Gli anticorpi si formano dalle 2 alle 8 settimane dopo l'infezione • Rimangono rilevabili per tutta la vita • Gli anticorpi colostrali interferiscono con la sierologia diagnostica per 6 mesi • Virologica • Si avvale della PCR a scopo di ricerca 70 AGID Test di Coggins Pozzetto centrale: Ag Pozzetti sull’asse verticale in alto ed in basso : Siero+referenza Pozzetti laterali : 4 Sieri in esame 71 Profilassi • Identificazione degli animali infetti mediante test di Coggins e successivo isolamento e abbattimento dei soggetti positivi • Isolamento dei puledri nati da madri infette e loro controllo sierologico • controllo degli insetti vettori • Precauzioni nelle manualità cruente sugli animali • Non è attuabile un piano vaccinale 72 Retroviridae nel gatto Leucemia Felina FeLV Sarcoma felino FeSV Genere Retrovirus tipo C dei mammiferi Immunodeficienza felina FIV Genere Lentivirus 73 Leucemia Felina (FeLV) Malattia infettiva contagiosa del gatto letale responsabile di forme leucemiche e non tumorali. Determina immunodepressione e conseguente predisposizione a contrarre altre malattie infettive, protozoarie e parassitarie Eziologia Retrovirus tipo C dei mammiferi – Virus del sarcoma felino (FeSV) – Virus della leucemia felina (FeLV) •FeLV FeSV possono essere presenti contemporaneamente nello stesso animale •FeSV è “mutante difettivo” per un gene della cellula ospite che viene integrato nel provirus FeLV •FeSV contiene V-onc ed è capace di replicarsi solo in presenza di FeLV “helper” •FeSV può causare tumori multicentrici a rapida evoluzione 74 Antigenicità • Proteine dell’envelope • gp70 - antigene maggiore (adsorbimento;Ac.neutralizzanti per virus extracellulare e Ag tossici • p15E - antigene minore • Proteine nucleocapsidiche • p10, p12, p15 e p27 (Antigene comune a tutti i FeLV:A;B;C) • Antigene FOCMA (Feline Oncovirus Cell Membrane Associated) • È presente sulla membrana di cellule infette trasformate • Virus labile nell’ambiente • Non resiste all’azione di detergenti e disinfettanti • Inattivato rapidamente a 56°C ed essiccamento 75 Spettro d’ospite NATURALE SPERIMENTALE FeLVA solo su colture cellulari feline come ad esempio: FL74 cellule in linea continua originate da Linfoblasti di gatto Gatto domestico Gatto selvatico Leopardo? FeLVB e FeLVC anche su cellule di cane,uomo,scimmia, ecc. FeSV(in presenza di FeLV “helper”) replica su : fibroblasti di diversa origine animale determinando la comparsa di Ag FOCMA(Feline Oncovirus Cell Membrane Associated) 76 Epidemiologia Prevalenza maggiore si riscontra tra i gatti domestici che vivono in colonia o che hanno maggiori possibilità di contatto con altri gatti, ad esempio quelli che vivono nelle aree urbane rispetto a quelli isolati in ambienti rurali Maggior rischio corrono i gatti che vivono in collettività (allevamenti, gattili) rispetto ai gatti che vivono in casa Si riscontra prevalentemente in gatti pregiati (allevamentoselezione-consanguineità) e in soggetti maschi (allevamenti e gattili). Più predisposti all’infezione i soggetti giovani Non c’è rischio di contagio negli ambulatori veterinari se non c’è contatto diretto con un gatto che elimina virus o per via iatrogena 77 Modalità di Trasmissione Per via verticale : Transplacentare Colostro-Latte di madre viremica Per via orizzontale : Tramite Prodotti Morbosi quali: urina-feci saliva 78 • Contagio diretto tramite saliva infetta : • Leccamento • Morsicatura • Contagio indiretto tramite saliva infetta : Ciotole • Trasfusioni sangue (screening sierologici, donatori) • Insetti e ectoparassiti ematofagi • Per via venerea? 79 Patogenesi • Penetrazione per via oro-faringea • Replicazione nei linfonodi regionali • Viremia con diffusione negli organi linfoidi (milza, linfonodi, placche di Peyer) Animali “Progressor” Animali “Regressor” Viremia persistente di origine midollare Attiva produzione di Ac.Neutralizzanti Infezione permanente Blocco dell’infezione Nel 40% dei casi Portatori Asintomatici-eliminatori di virus Escretori di virus 30% dei casi A rischio di complicazioni e/o riacutizzazione 30% dei casi 80 Animali “Progressor” • Localizzazione del virus su diversi epiteli • apparato respiratorio • apparato digerente • apparato urinario • Durata dell’infezione persistente: 24-42 giorni • CORRETTO FQ 81 Tipi d’infezione • Efficace risposta immunitaria • Infezione non progredisce • Immunità per periodo di tempo variabile • Infezione persistente • Eliminazione virus con saliva ed altri prodotti morbosi • No risposta immunitaria / no inf. Persistente • Nascosto nel midollo osseo per 30 mesi • Eliminazione del virus o infezione persistente • Infezione latente o sequestro • Raramente contagiosi e non sviluppano malattia • Sieronegativi 82 Sintomi • Il quadro più frequente è FAIDS • correlato a immunodepressione sui linfociti T • frequente concomitanza con H. felis • Sindromi anemiche di tipo ipo-aplastico • • • • • astenia dimagramento pallore mucose apparenti predisposizione infezioni secondarie predisposizione sindromi emorragiche 83 • Comparsa di atrofia timica • elevata mortalità nei giovani • preludio di forme linfosarcomatose • Coinvolgimento apparato genitale • aborto • mortalità embrionale • cuccioli scarsamente vitali • endometriti • Apparato urinario • insufficienza renale cronica • proteinuria • uremia • glomerulonefrite da immunocomplessi • Iridociclite da immunocomplessi • Sindromi nervose • cecità, atassia, paresi • Patologie neoplastiche midollari e linfatiche 84 • Leucosi linfatiche monocentriche • • • • leucosi timica (compressione: disfagia, rigurgito) leucosi alimentare con sede intestinale primaria aumento volume reni turbe circolatorie (edemi, versamenti pleurici e addominali) • Insorgenza di neoplasie ematologiche senza lesioni anatomiche • Leucemia vera con aumento delle cellule linfoidi circolanti (fino a 120.000mm3) – Leucosi linfatiche multicentriche • • • • • • • adenomegalia generalizzata sistemica linfonodi di circa 2-3 cm anoressia dimagramento interessamento rene e fegato diarrea ulcerazioni intestinali per infiltrazioni della parete 85 • Nei gatti sotto i 4 mesi di età minore risposta immunitaria – maggiore suscettibilità • Capacità di indurre malattie associate • Malattie degenerative: anemia, epatite, enterite, disturbi riproduttivi • Malattie cancerose: linfosarcoma – leucemia • Immunosoppressione • Malattie collegate all’organo coinvolto: • Infezioni respiratorie croniche • Gengiviti e stomatiti croniche • Peritonite infettiva • Difficoltà di cicatrizzazione delle ferite • Ascessi • Infezioni croniche generalizzate 86 Palpazione dei linfonodi Sottomandibolari Inguinali Prescapolari Ascellari Poplitei 87 Anisocoriasi sx Lesione cronica non cicatrizzata sulla zampa anteriore Diminuzione WBC e RBC 88 Linfonodo popliteo: tumore maligno Tumore del piccolo intestino 89 Diagnosi • ELISA (screening) • IFA (conferma) • La vaccinazione non interferisce • ricerca antigene non anticorpi • Test su neonati • no interferenza con Ab materni • ELISA eseguibile in ambulatorio su sangue • Lacrime o saliva non eseguibile (poco attendibile) • ELISA + confermare con IFA in laboratorio • Possibili discordanze fra i due tests 90 ELISA test Negativo FeLV positivo FeLV e FIV positivo FIV positivo 91 Profilassi • Gatto + FeLV può vivere per mesi o anni • Eutanasia va decisa dal veterinario. In molti casi buona qualità di vita • Possibili fonti di contagio: proibire il contatto con altri gatti e la libera uscita • Proteggere il gatto da altre malattie correlate • Assicurare buona nutrizione • Ridurre ogni stress • Controllo dei parassiti • Precoce e aggressivo trattamento di ogni sintomo • NESSUNA CURA O TRATTAMENTO 92 Vaccinazione Somministrare a 9 settimane, richiamo dopo 2-4 settimane, ulteriore richiamo dopo 4 settimane, richiamo annuale. Terapia • Farmaci anti-virali • AZT: efficace ma troppi effetti collaterali • Farmaci che stimolano il sis. immunitario • Interferon per os senza effetti collaterali • Associare AZT e interferon o altri immunostimolanti • Altri farmaci anti-AIDS • Malattia cancerosa • Chemioterapia – sopravvivenza media 6 mesi 93 • Antibiotici • Tetracicline se presente Haemobartonella felis • Immunostimolanti • Cortisone • Prednisone favorisce diminuzione tumori • Vitamine del gruppo B • Fluidi reidratanti • Ormone eritropoietina anti anemia • possibile formazione anticorpi anti-eritropietina • Trasfusione di sangue • Stimolatori appetito • (Cyproheptadine) • Steroidi anabolizzanti • antianemici, stimolatori appetito • Mantenere un ambiente caldo 94 Immunodeficienza felina (FIV) • Primo caso nel 1986 in California con gatti che presentavano malattia simile all’AIDS • Presenza di anticorpi in tutto il mondo • Italia inclusa • Origine incerta • esclusa derivazione da altri Lentivirus • Stretta associazione con FeSV 95 Eziologia • Genere Lentivirus • FIV - Feline Immunodeficiency Virus • Molto simile agli altri Lentivirus • Core costituito da 3 proteine • p24, p15, p10 • Envelope, a doppio strato lipidico, formato da • proteina interna p18 • glicoproteina transmembrana gp41 • glicoproteina di superficie gp20 • responsabile adsorbimento • Trascrittasi inversa p54 96 • Isolato da gatti domestici • Anticorpi riscontrati in felidi selvatici • Leone, tigre, giaguaro, lince rossa ed altri • Replica esclusivamente su • Linfociti T • Macrofagi • Cellule nervose di gatto • stimolate con mitogeni Antigenicità • Nessuna correlazione con • FeLV, LEB, HIV, CAEV, Visna-Maedi • Reazioni crociate con • FeSV e Virus Anemia Infettiva Equina • Non è stata osservata “deriva antigenica” come in HIV • Elude difese immunitarie • Persiste in forma latente nei macrofagi 97 Epidemiologia • Maschi molto più suscettibili femmine • Meno comune nei gatti domestici e in aree rurali con bassa densità • Giappone – molti gatti liberi – 3 volte più diffuso che in USA • Aumenta con l’età – 5-8 anni • Infezione non evidente per molti anni • Molti soggetti sieropositivi restano sani x anni • Dopo 4/6 settimane declino globuli bianchi e aumento volume linfonodi 98 Modalità di trasmissione • Virus infettante nella saliva e nelle cellule infiammatorie di lesioni gengivali • Trasmissione per inoculazione di sangue o saliva con il morso o con aghi non sterili • Non dimostrata la trasmissione venerea, transplacentare o con il latte • Gatti sieropositivi sono una riserva di virus per possibile viremia persistente 99 Patogenesi • Cellule bersaglio • Linfociti T • Macrofagi peritoneali • Macrofagi del liquido cerebrospinale • Astrociti • in tali cellule si integra al DNA come provirus • Infezione prevalente nei Linfociti T con antigene di membrana CD4+ e CD8+ • Linfociti B non subiscono alterazioni 100 • Diminuzione progressiva dei CD4+ e CD8+ • Alterazione meccanismo di attivazione e regolazione del sistema immunitario • Comparsa di immunodeficienza • Gli anticorpi compaiono dopo 2-4 settimane • in alcuni casi dopo 1 anno • Persistono a titoli elevati fino alla fase di immunodeficienza (circa 7 anni) • Coesistenza di anticorpi e virus • Caduta delle difese immunitarie • Infezioni secondarie • Morte 101 Sintomi • 5 stadi clinici 1. 2. 3. 4. 5. acuto asintomatico linfoadenopatia persistente generalizzata LPG complesso AIDS-correlato ARC FAIDS 102 I stadio: acuto • Stadio iniziale • Febbre di lieve entità • Neutropenia e lieve leucopenia persistente x 2-4 settimane • Linfadenopatia generalizzata protratta x 2-9 mesi • Anemia • Diarrea • Remissione della fase clinica • Leucopenia assoluta • Mortalità bassa • Guarigione apparente • Animali portatori per tutta la vita 103 II stadio asintomatico • Lungo periodo clinicamente silente • possibile isolamento del virus dal sangue • Durata estremamente variabile • Alterazioni immunologiche • riduzione assoluta e relativa di CD4+ circolanti • diminuzione rapporto CD4+/CD8+ • soppressione risposta anticorpale T-dipendente • ipergammaglobulinemia • Comparsa di tali alterazioni entro 18-24 mesi 104 III stadio LPG • Caratterizzato da sintomi vaghi di malattia • febbre ricorrente • leucopenia • linfadenopatia • anemia • depressione del sensorio • anoressia, perdita peso e alterazioni comportamento • Insorgenza infezioni secondarie e opportuniste • 40% dei soggetti è sottoposto a visita veterinaria 105 IV stadio ARC • Interessa circa il 50% dei soggetti con FIV • Infezioni secondarie in 1 o più organi • Dimagramento (20%) • Alterazione crasi ematica (30%) • Linfadenopatia generalizzata • Infezioni croniche progressive cavo orale • gengiviti, periodontiti, stomatiti, ulcere • • • • Età media dei soggetti colpiti 10 anni Stadio generale di malattia peggiora nell’arco di mesi o anni Mortalità variabile dal 15 al 50% 106 Sopravvivenza non correlata all’età Gengivite • Lesioni cutanee • dermatiti batteriche • ascessi cronici • complicate da rogna demodettica o notoedrica • • • • Disturbi neurologici Disturbi oculari Alterata reattività immunitaria Neoplasie • • • • Vestibolite Polmonite Congiuntivite Disturbi gastro-enterici • dolori addominali • diarrea cronica intermittente • enterite cronica • Infezioni batteriche tratto 107 urinario V stadio • • • • • FAIDS Interessa circa il 10% dei soggetti Perdita di peso Anemia Leucopenia Infezioni multiple • Calicivirus, FeLV, Herpesvirus, Toxoplasma, Candida, Mycobacterium, Haemobartonella, Streptococcus, ecc. • Periodo di sopravvivenza 1-6 mesi 108 Diagnosi Clinica di sospetto • Infiammazione cronica della bocca e dei denti • Anemia e leucopenia • Diarrea cronica • Polmoniti • Malattie cutanee • Infezione dei seni nasali e degli occhi • Problemi neurologici 109 • Ricerca degli anticorpi nel sangue ELISA • Presenza anticorpi = presenza virus • Risultati negativi in fase precoce d’infezione • Eseguire test prima di introdurre un gatto in casa • Eseguire il test nuovamente dopo 6 mesi • Polymerase Chain Reaction • Isolamento del virus dal sangue (1, 4, 5 stadio) Gattini sotto i 6 mesi di età possono presentare anticorpi materni senza essere infetti 110 Terapia • Antibiotici ad ampio spettro • Terapia reidratante e nutritiva • Farmaci antivirali • Gatti in fase terminale: soppressione Corticosteroidi per complicanze di natura autoimmuni (trombocitopenia, poliartrite) Applicazione topica di lattoferrina bovina per le stomatiti resistenti ad antibiotici 111 Profilassi • Riduzione dei randagi • Castrazione maschi • Isolare gli animali infetti • Esecuzione programmi di vaccinazione • Alimenti di elevata qualità • Riduzione stress 112