Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Introduzione. Che cos’è la sociologia?
Che cos’è la sociologia?
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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Introduzione. Che cos’è la sociologia?
Sapere sociologico comune = il patrimonio di conoscenze,
legato all’esperienza diretta, che ognuno utilizza per orientarsi
nella vita sociale.
Limiti di questo sapere:
- è concentrato nel presente
- lo spazio sociale degli individui è circoscritto
- è facilmente influenzabile e deformabile dal “sentito dire”
La sociologia, come scienza sociale, attraverso i suoi strumenti,
supera i limiti della sociologia ingenua di senso comune,
formulando interrogativi sulla base di una riflessione teorica
sedimentata e cercando risposte a questi interrogativi sulla base
di informazioni raccolte sistematicamente.
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Introduzione. Che cos’è la sociologia?
Sociologia  studio scientifico della società
=
l’insieme delle ricerche di coloro che si riconoscono e
sono riconosciuti da altri (istituzioni universitarie,
specialisti di altre discipline) come sociologi.
La sociologia può aiutarci a capire meglio il mondo
in cui viviamo, ma non può darci certezze assolute:
può darci soltanto ragionevoli certezze.
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Società = popolazione, collettività stabilmente
insediata su un territorio delimitato, i cui rapporti
sono abbastanza durevoli da consentire la
riproduzione dell’esistenza, la soddisfazione dei
bisogni vitali e la sedimentazione di una comune
cultura da cui discendono le norme che regolano la
vita della collettività.
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Introduzione. Che cos’è la sociologia?
Quali sono i confini della sociologia rispetto alle
altre scienze della società?
A questo interrogativo si è cercato di dare risposta
in modi diversi:
- soluzione gerarchica
- soluzione residuale
- soluzione analitica o formale
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Soluzione gerarchica (Auguste Comte, 1798-1857)
La sociologia è la “regina” delle scienze, in quanto ultima di
un processo evolutivo della conoscenza umana che, partendo
dall’astronomia e dalla fisica e passando per la chimica e la
biologia, arriva fino a essa.
Soluzione residuale (1970, Runciman)
La sociologia deve occuparsi di tutto quanto non è, o non
ancora, oggetto di un’altra scienza sociale specializzata.
Soluzione analitica o formale (Georg Simmel, 1858-1918)
La sociologia non è una scienza che studia una determinata
classe di oggetti, ma è un metodo, una prospettiva analitica
che dall’infinita varietà dei fenomeni sociali, oggetto delle
singole discipline, isola le forme di associazione dissociandole
dal loro contenuto particolare.
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Introduzione. Che cos’è la sociologia?
La nascita della sociologia si inquadra all’interno di
un processo che porterà all’avvento della modernità
e che è stato accompagnato da tre grandi
“rivoluzioni”:
• la rivoluzione scientifica
• la rivoluzione industriale
• la rivoluzione francese
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Rivoluzione scientifica
A partire dal XVII secolo si assiste:
 allo spettacolare sviluppo delle scienze della natura
 all’applicazione del metodo sperimentale, fondato
sull’osservazione dei “fatti”, ad ambiti di indagine sempre
più vasti
 a un insieme di scoperte, che gettano nuova luce sui
“segreti” della natura.
Verso la fine del XVIII secolo incomincia a diffondersi la
fiducia nella possibilità di estendere allo studio dell’uomo,
della società e della cultura, gli stessi principi del metodo
scientifico che stavano dando tanti buoni risultati nello
studio dei fenomeni naturali.
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Rivoluzione industriale
In Inghilterra, verso la fine del XVIII secolo, prende
avvio una trasformazione radicale dei processi
produttivi che comporta profonde innovazioni a
livello sociale, economico e tecnologico e che
ridefinisce la società.
La sociologia nasce come necessità di comprendere
quelle profonde e ambivalenti trasformazioni, che
delineavano quella che sarà la società moderna.
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Rivoluzione francese
In Francia, verso la fine del XVIII secolo, si assiste
simbolicamente alla fine di un’epoca e di un
ordinamento politico fondato sul principio dinastico e
il potere assoluto.
Lo scettro passa dalle mani del re a quelle del popolo
e si affermano i valori di uguaglianza e libertà.
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Vi sono alcuni temi “forti” che attraversano la storia
della disciplina e restano tuttora al centro della
riflessione sociologica.
Su tali temi si sono costruite formulazioni diverse,
che si sono poi consolidate in veri e propri
paradigmi, tra i quali:
-
paradigma
paradigma
paradigma
paradigma
dell’ordine
del conflitto
della struttura
dell’azione
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Paradigma dell’ordine
Che cosa tiene insieme la società e come è possibile
l’ordine sociale in un’epoca in cui enormi
trasformazioni economiche, sociali e culturali hanno
infranto la credenza nella sacralità della tradizione e
della religione?
Thomas Hobbes (1582-1679)
Gli uomini si sottopongono all’autorità coercitiva dello
stato, riuscendo a controllare la loro natura egoistica
e violenta, che porterebbe alla disgregazione sociale.
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Adam Smith (1723-1790)
Il mercato è l’elemento connettivo che tiene insieme
gli individui e i gruppi, nel perseguimento dei loro
diversi interessi egoistici.
Herbert Spencer (1820-1903) e Auguste Comte
(1798-1857)
La società è un organismo le cui parti sono connesse
tra loro da una rete di relazioni di interdipendenza.
L’equilibrio che si genera tra le parti non è mai
statico, bensì dinamico, sottoposto cioè a un continuo
processo di evoluzione e di adattamento.
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Georg Simmel (1858-1918)
La differenziazione sociale che caratterizza la
modernità produce individualizzazione ed
eterogeneità tra gli individui. Gli esseri umani in
virtù di questa loro diversità devono sempre più
fare affidamento sugli altri per soddisfare le proprie
esigenze. In tal senso, si estendono e
approfondiscono relazioni di interdipendenza.
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Emile Durkheim (1858-1917)
Per comprendere cosa tiene insieme la società
occorre individuare la profonda connessione tra
forme di divisione del lavoro e forme di solidarietà.
Società pre-moderne = divisione del lavoro scarsa
= solidarietà meccanica
Società moderna = divisione del lavoro avanzata =
solidarietà organica
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Ferdinand Tonnies (1855-1936)
La comunità è organica fondata su rapporti di intimità,
riconoscenza, condivisione e in cui gli individui si sentono uniti
gli uni agli altri.
La società è meccanica fondata sui rapporto di scambio e
l’interesse personale che mettono in relazione non gli individui
nella loro totalità, ma soltanto le loro prestazioni.
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Paradigma del conflitto
Karl Marx (1818-1883)
In ogni società i rapporti sociali fondamentali sono quelli che si
instaurano nella sfera della produzione e distribuzione dei beni e
servizi che servono alla società stessa per funzionare e riprodursi.
In ogni società esistono due fondamentali classi contrapposte, i cui
rapporti determinano la struttura di classe e sono conflittuali, in
quanto presuppongono interessi antagonistici.
Il conflitto di classe è la grande forza della storia, il motore del
mutamento sociale.
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Max Weber (1864-1920)
Il conflitto non si riduce alla lotta di classe. Le classi
non sono l’unica (e neppure la prevalente)
struttura, intorno alla quale si organizzano gli
interessi in conflitto.
La sfera economica non è l’unica nella quale si
manifesta il conflitto. Accanto a essa si collocano le
sfere della politica, del diritto, della religione.
Le varie sfere non sono isolate l’una dall’altra, ma
reciprocamente connesse.
Il conflitto non è una condizione patologica della
società, ma la sua condizione normale che può
generare sia ordine sia mutamento.
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Paradigma della struttura
Concezione olistica del sociale: la società è l’unità prioritaria di
analisi, gli individui sono veicoli attraverso i quali la società si
esprime.
Per spiegare i comportamenti umani, bisogna ricondurli alle
coordinate sociali nelle quali si manifestano.
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Emile Durkheim: la società viene prima degli
individui.
I fatti sociali possono essere spiegati solo da altri
fatti sociali, non si può partire dal comportamento
degli individui, dalle loro motivazioni e dalla loro
personalità, per arrivare alla società.
Un classico esempio è il suicidio, non vi è
comportamento considerato più individuale, eppure
in esso operano cause sociali.
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Paradigma dell’azione
Individualismo metodologico  i fenomeni
macroscopici devono essere ricondotti alle loro
cause microscopiche (le azioni individuali).
Per spiegare le azioni individuali è necessario tener
conto dei motivi degli attori.
=
Per spiegare le azioni individuali è necessario tener
conto dei motivi degli attori.
Non si possono imputare azioni a entità astratte o
ad attori collettivi di cui si ipostatizzare l’unità.
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Max Weber
per spiegare i fenomeni sociali, di qualsiasi natura
essi siano, è sempre necessario ricondurli ad
atteggiamenti, credenze e comportamenti
individuali e di questi si deve cogliere il significato
che rivestono per l’attore.
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Teoria  corpus di concetti generalizzati, logicamente
interdipendenti, dotati di un riferimento empirico: una teoria è
rilevante sul piano empirico se da essa possiamo ricavare delle
congetture passibili di confutazione
Il rapporto tra teoria e ricerca empirica in sociologia si articola come
un rapporto di scambio reciproco = la teoria alimenta la ricerca/la
ricerca pone nuovi interrogativi alla teoria
La difficoltà (o l’impossibilità) di sottoporre a prova empirica teorie
molto generali ha indotto Merton a sostenere che la sociologia debba
orientarsi verso la formulazione di teorie a medio raggio
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Ricerche esplicative  volte a verificare (o falsificare)
un’ipotesi teorica, vale a dire una proposizione nella
quale siano messi in relazione fenomeni da spiegare
(variabili dipendenti) e fenomeni che li spiegano
(variabili indipendenti)
Ricerche descrittiva  il cui intento è prevalentemente
esplorativo o descrittivo
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