I popoli dell’Italia
antica
Campania, Lucania, Molise, Puglia
Raffaele De Rosa
Unitre Soletta 22.1.2016
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Sommario
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I popoli dell’Italia antica in numeri
La primavera sacra
I popoli della Campania antica
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I popoli della Lucania antica
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I Lucani
I popoli della Puglia antica
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Gli Osci
I Sanniti
Gli Apuli/Japigi
La campagna di Pirro
La battaglia di Canne
La via Appia
Raffaele De Rosa
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I popoli dell’Italia antica in numeri
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Si stima che in Italia vivessero all'inizio del VI a. C. all’incirca 3 milioni di abitanti,
di cui:
130’000 Lucani
570’000 Siculi
450’000 Messapi
200’000 Bruzi
200’000 Campani
200’000 Sanniti
250’000 Osci
600.000 Etruschi
1’000’000 Greci
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La primavera sacra
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La Primavera Sacra (latino Ver Sacrum) era una ricorrenza rituale di origine
italica, praticata poi da diversi popoli dell'Italia antica, che comportava la
fondazione di nuove colonie.
Veniva celebrata in occasione di carestie e in momenti difficili, o per scongiurare
un pericolo particolarmente grave.
Un altro fattore importante era la pressione demografica, per cui tramite questo
rituale si favorivano i processi migratori.
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La primavera sacra
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Questo rituale era diffuso presso le popolazioni italiche traeva origine da una
promessa al Dio Mamerte/Marte e consisteva nell'offrire, come sacrifici, tutti i
primogeniti nati dal 1º marzo al 1º giugno (oppure quelli nati dal 1º marzo al 30
aprile) della seguente Primavera.
Gli animali venivano effettivamente sacrificati, mentre i bambini non venivano
realmente immolati, crescevano piuttosto come sacrati (cioè protetti dagli Dei)
per poi, giunti all'età adulta, dover emigrare per fondare nuove comunità
(colonie) altrove.
In questa maniera nasceva un nuovo popolo.
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La primavera sacra
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La migrazione era guidata secondo una procedura totemica: si interpretavano i
movimenti ed il comportamento di un animale-guida, per trarne auspici e
indicazioni sulla direzione del viaggio.
Ogni tribù aveva un animale sacro agli Dei: per i Sanniti era il toro, per i Lucani
il lupo, per i Piceni il picchio e così via.
È molto probabile che non si facesse ricorso ad un animale reale, ma che gli
abitanti marciassero sotto un vessillo su cui l’animale era raffigurato.
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La primavera sacra
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Con ogni probabilità le vie di espansione dei popoli italici seguivano gli
antichissimi sentieri battuti ancora oggi durante la transumanza del bestiame
nella parte meridionale degli Appennini.
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I popoli della Campania antica:
gli Osci
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Gli Osci/Oschi erano una popolazione indoeuropea di ceppo sannitico della
Campania antica preromana.
Il nucleo centrale del loro insediamento era l'entroterra del Golfo di Napoli, ma
testimonianze osche, soprattutto linguistiche, sono attestate in un'area assai più
ampia, estesa verso est e verso sud, fino all'attuale Calabria settentrionale.
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I popoli della Campania antica:
gli Osci
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Campania, anticamente usato per la designazione della pianura attorno a
Capua, deriva dal nome del popolo dei Campani a sua volta riconducibile a osco
kappano, kapvano cioè abitante di Capua da etrusco capys “falco” quindi “luogo
del falco (delle paludi)” (NDI 75. 85);
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I popoli della Campania antica:
gli Osci
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Pompei ed Ercolano furono fondate da genti osche nel VI secolo a.C.
Pompei deriva da osco *pompe “cinque” e allude forse alla riunione di cinque
villaggi (NDI 300).
Ercolano anticamente si chiamava Resina e dovrebbe essere ricondotto a un
appellativo osco che significava “terra impaludata” (NDI 155).
Nola deriva da osco *Nuvla (*Nuvela/*Nuvila) “città nuova” (NDI 261)
Iscrizioni osche si possono ancora riconoscere su alcune facciate di case ed
edifici di Pompei, dove in epoca romano-repubblicana veniva ancora parlato
l'osco.
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I popoli della Campania antica:
gli Osci
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Iscrizioni osche si possono ancora riconoscere su alcune facciate di case ed
edifici di Pompei, dove in epoca romano-repubblicana (fino al I sec. a. C.) veniva
ancora parlato l'osco.
L'osco è stato scritto in alfabeto latino, alfabeto greco e in alfabeto etrusco.
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I popoli della Campania antica:
gli Osci
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Il termine Osci deriva da osco ops-ci (cfr. lat. ops “risorsa, forza, potenza”, VLI
1004-1005).
Il significato del nome etnico potrebbe essere "popolo dei lavoratori" o forse
anche "popolo degli adoratori della dea Ops” (cioè la Dea dell’Abbondanza e
della Fertilità, VLI 1005).
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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I Sanniti furono un antico popolo italico stanziato nel Sannio, corrispondente
agli attuali territori della Campania nordorientale, dell'alta Puglia, di gran parte
del Molise, del basso Abruzzo e dell'alta Lucania.
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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I Sanniti definivano il proprio territorio come Safinim e se stessi col il nome di
Safineis.
Il nome è riconducibile alla radice italica *Sab-/*Saf- presente anche in Sabini e
Sabelli che deriva a sua volta da indoeuropeo *swe-bho “proprio”.
In latino Safinim è diventato Samnium e Safineis si è trasformato in Samnites.
Il significato del nome Sanniti dovrebbe essere quello di “coloro che
appartengono alla tribù” (Pokorny 1986 300, DNI 351)
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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I Sanniti sono particolarmente conosciuti nella Storiaper le loro guerre contro i
Romani (le cosiddette tre Guerre Sannitiche combattute tra il 343 a. C. e il 290
a. C.).
Nella seconda guerra sannitica i Romani furono sconfitti nel 321 a. C. presso la
località di Caudium (probabilmente nei pressi di Montesarchio in provincia di
Benevento) e subirono l’onta delle cosiddette “forche” attraverso le quali
dovettero passare i soldati sconfitti.
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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I Sanniti si suddividevano in quattro tribù principali: Caudini, Irpini, Pentri e
Carricini.
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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Secondo alcune antiche leggende la tribù dei Pentri, guidata dal "bove", si
sarebbe fermata a nord del fiume Tifernus e avrebbe fondato la città di
Bovianum (Bojano/Boiano in provincia di Campobasso, NDI 53) che era,
secondo lo storico romano Tito Livio, capitale del Sannio.
Il Tifernus corrisponde oggi al fiume Biferno nel Matese. Il significato dei due
nomi potrebbe derivare rispettivamente da osco *tifa “colle” o greco tîfos
“palude stagnante, palude” e da osco *mat “montagna” (NDI 51, 221),
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I popoli della Campania antica: i
Sanniti
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La tribù degli Irpini guidata dal "lupo" (in osco hirpus, NDI 193-194) si sarebbe
fermata nelle valli del fiume Calore. L’Irpinia è dunque “la terra degli Irpini”.
Avellino, anticamente Abellinum, da prelatino *abel “mela”, quindi “luogo dove
ci sono tante mele” (NDI 34);
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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La tribù dei Picentini guidata dal "picchio" (lat. picus) si sarebbe fermata a sud
del Terminio (tra la provincia di Avellino e quella di Salerno).
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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i Caudini, guidati dal "cinghiale“, si sarebbero stanziata tra i monti del Partenio
nella Conca avellana (Avella in provincia di Avellino, NDI 34).
Il termine Partenio deriva dal greco parthenos “vergine” (cfr. il santuario di
Montevergine).
Secondo la leggenda Napoli fu fondata dalla sirena Parthenope.
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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Nel Sannio preromano esistevano pochi centri urbani di una certa grandezza.
Quella sannitica era una società rurale e le città erano costituite principalmente
da capanne di pastori.
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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Molto popolari erano i combattimenti tra gladiatori: fu probabilmente dai Sanniti
che tale cruento passatempo venne importato a Roma.
Per lungo tempo, infatti, il solo tipo di gladiatore conosciuto a Roma era quello
noto come sannita.
Originariamente i combattimenti si svolgevano solo in occasione dei funerali.
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I popoli della Campania antica:
i Sanniti
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Benevento, anticamente Maleventum, da prelatino mal “colle, altura”, quindi
“luogo di montagna” (NDI 47).
I Romani confusero mal con latino malus “cattivo” e eventus “evento”, quindi
“luogo malvagio”, e lo cambiarono in beneventus “buon evento” dopo la vittoria
su Pirro avvenuta nei pressi della città;
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I popoli della Lucania antica:
i Lucani
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I Lucani (in greco Leukanoí) furono una popolazione appartenente al ceppo
italico e di lingua osca, che giunse, nel V secolo a.C., nella terra che da essi
prese il nome di Lucania.
Il termine greco fa riferimento alla voce osca *leuc- “capo, estremità” e i Lucani
erano dunque “gli abitanti residenti all’estremità (della Penisola)” (NDI 212).
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I popoli della Lucania antica:
i Lucani
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Il rapporto tra i Lucani e i loro vicini Bretti/Bruzi in Calabria, i Greci delle
colonie in Italia, i Sanniti e i Romani fu oscillante tra alleanze e conflitti.
I Lucani furono definitivamente “romanizzati” solo nel primo secolo a. C.,
quando ottennero la cittadinanza insieme ad altre popolazioni italiche
sottomesse.
I Lucani e i Sanniti furono gli ultimi ad ottenere la cittadinanza romana.
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I popoli della Lucania antica:
i Lucani
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La necropoli di Paestum costituisce un’importante fonte su alcuni aspetti della
società lucana.
Il tema principale degli affreschi delle tombe lucane è quello del ritorno del
guerriero.
Sempre dagli affreschi e dagli arredi funebri si possono osservare alcune
caratteristiche dell’abbigliamento dei guerrieri: il cinturone di bronzo, elemento
distintivo dei maschi in età adulta, la corazza a tre dischi e l’elmo corinzio,
spesso adornato con penne d’uccello (costumi tipici delle popolazioni sannitiche)
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I popoli della Lucania antica:
i Lucani
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Gli usi dei Lucani erano in tutto simili a quelli delle altre popolazioni sannitiche:
abitavano città poste su alture e vivevano prevalentemente di pastorizia, anche
se, nel secolo successivo al loro insediamento, alla pastorizia si associò
l'agricoltura e si diffuse l'uso di abitare in fattorie sparse sul territorio.
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I popoli della Puglia antica:
gli Apuli/Japigi
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Gli Apuli o Japigi furono un'antica popolazione indoeuropea proveniente
dall'Illiria che stabilirono tra il secondo e il primo millennio a.C. nell'attuale
Puglia.
Il nome di Puglia era anticamente Apulia, a sua volta un riadattamento del
greco Iápudes/Iápuges “iapigi” da una forma illirica *jap “oltremare” (NDI 311).
Gli Apuli/Japigi erano popolazioni di pastori e agricoltori, oltre che ottimi
allevatori di cavalli.
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I popoli della Puglia antica:
gli Apuli/Japigi
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Quando gli Iapigi attraversarono il mar Adriatico sbarcarono in Puglia e si
amalgamarono con la popolazione indigena dando origine ai due gruppi che i
Greci chiamarono Dauni e Peucezi: rispettivamente i Dauni nella provincia di
Foggia (Capitanata) e i Peucezi nella Terra di Bari e sulle Murge.
La parte meridionale della Puglia, cioè il Salento, invece, era abitata dai
Messapi.
Successivamente la zona abitata dai Dauni e dai Peucezi venne chiamata
Apulia dagli storiografi romani e Apuli quei due popoli.
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I popoli della Puglia antica:
gli Apuli/Japigi
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La zona dei Messapi venne denominata dai Greci Calabria e Salentini il
popolo che vi abitava.
Calabria, originariamente usato solo per il Salento, dal IX sec. solo per l’attuale
regione deriva dal nome dell’antico popolo dei Calabri forse riconducibile a una
forma prelatina *cal(a) “roccia”, quindi i Calabri erano gli “abitanti delle rocce”
(NDI 70);
Salento da illirico *sala “luogo presso l’acqua”, latino salum “mare”, quindi
“luogo presso il mare” (NDI 336);
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La Campagna di Pirro
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Nel 281 a.C. la città di Taranto entrò in conflitto con Roma che era già diventata
una potenza egemone, e si muoveva con l'intenzione di sottomettere tutte le
città greche dell'Italia meridionale.
I tarantini mandarono una delegazione a Pirro, perché intervenisse e la salvasse
dalla conquista romana.
Tra i più importanti alleati di Pirro ci furono le tribù dei Lucani, dei Bruzi e dei
Messapi.
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La Campagna di Pirro
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Nel 279 a.C. i Romani si scontrarono con Pirro ad Ascoli Satriano (FG), dove
furono nuovamente sconfitti (persero 6000 uomini), infliggendo tuttavia, in
proporzione, perdite talmente alte alla coalizione greco-italico-epirota (3500
soldati) che Pirro fu costretto a riparare in Sicilia con l'esercito, presso quelle
stesse città che pretendeva di proteggere, per evitare ulteriori scontri.
Nel 275 a.C. i Romani mossero a battaglia contro un esercito epirota stanco e
provato da anni di lotte lontano dalla patria, presso Maleventum.
La battaglia, sebbene risultasse inconcludente dal punto di vista tattico, segnò la
decisione del re epirota di ritornare in patria, dal momento che non aveva
ricevuto alcun rinforzo dalla Grecia e dagli altri sovrani ellenistici cui era stata
fatta richiesta.
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La battaglia di Canne
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La battaglia di Canne del 2 agosto del 216 a.C. è stata una delle principali
battaglie della seconda guerra punica, ed ebbe luogo in prossimità della città di
Canne nell'attuale Puglia.
L'esercito di Cartagine, comandato con estrema abilità da Annibale, accerchiò e
distrusse quasi completamente un esercito numericamente superiore della
Repubblica romana guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio
Varrone.
È considerata come una delle più grandi manovre tattiche della storia militare e,
in termini di caduti in combattimento, una delle più pesanti sconfitte di Roma.
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La battaglia di Canne
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Un elenco dettagliato delle città e popoli italici che parteciparono alla battaglia di
Canne è riportato nel libro VIII del poema Le puniche di Silio Italico (Mai l'itala
terra fu scossa da maggiore tempesta di armi e di cavalli, ché si temeva l'ultimo
destino di Roma e del popolo, né si aveva più speranza di tentare dopo di
questa un'altra battaglia).
Tra di essi c’erano anche i Sanniti, i Lucani e i Salentini.
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La Via Appia
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La via Appia è una strada romana, che collegava l'antica Roma a Brundisium
(Brindisi), il più importante porto per la Grecia e l'Oriente, nel mondo dell'antica
Roma. L'Appia è probabilmente la più famosa strada romana di cui siano rimasti
i resti; la sua importanza viene confermata dal soprannome che i Romani le
avevano dato: regina viarum.
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La Via Appia
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I lavori per la costruzione iniziarono nel 312 a.C., per volere del censore Appi
Claudio Cieco (Appius Claudius Caecus, appartenente alla Gens Claudia), che
fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente che collegava Roma alle
colline di Albano.
I lavori di costruzione si protrassero fino al 190 a.C., data in cui la via completò il
suo percorso fino al porto di Brindisi.
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