Orientamenti per il rispetto della spiritualità del paziente nella pratica clinica Daniele Mugnaini Stefano Lassi Setting clinico (medico, psicologico o psicoterapeutico) Dimensione del disagio psicologico/esistenziale del paziente Tale dimensione è in relazione con la sofferenza fisica e le altre dimensioni psicologiche Potenzialità delle risorse spirituali/religiose «del paziente» di influenzare (spesso positivamente) la dimensione disagio/benessere psicologico/esistenziale Oxford University Press Handbook of religion and health di Koenig HG et al. (2012). Una rassegna critica e sistematica di più di 3000 ricerche quantitative pubblicate su riviste scientifiche. Nel bilancio della sofferenza e del disagio, più o meno secondari a condizioni precarie di salute fisica e psichica, non di rado il coping religioso offre senso, speranza, emozioni e sentimenti positivi, indici di benessere, contributo alla Qualità di Vita. A partire dalla mole di dati scientifici che questo manuale ci mette a disposizione, si può affermare che le evidenze a oggi a disposizione depongono per un effetto generalmente (anche se non sempre) positivo fra costrutti di tipo religioso/spirituale (particolarmente la partecipazione religiosa) e indici di salute quali: minore depressione, recupero più veloce da episodi depressivi, minor tasso di suicidio, minor uso, abuso e dipendenza da alcol, minor uso, abuso e dipendenza da droghe, tasso di malattie coronariche, ipertensione, funzionamento migliore del sistema immunitario, funzionamento migliore del sistema endocrino, tasso minore di tumori, prognosi migliore in casi di tumore, longevità, maggiore benessere e felicità (selfreported): senso della vita, speranza, ottimismo, perdono. Obiettivi Riconoscere tale potenzialità in nome - dell’onestà scientifica - del rispetto autentico del paziente e dei suoi valori - della promozione del benessere integrale del paziente …comporta per alcuni un mettere da parte l’eventuale giudizio negativo sull’esperienza religiosa e spirituale (es. «essa collude con la nevrosi e l’immaturità umana») «Risorse religioso/spirituali del paziente» significa che il clinico non «pressa» il paziente ad abbracciare valori religiosi che non gli appartengono, piuttosto indaga delicatamente se il paziente riconosce in sé delle risorse di questo tipo, se le ha mai riconosciute o se ne è alla ricerca, al fine di promuoverne la valorizzazione in ordine al suo benessere Medicina generale con particolare riferimento alle malattie terminali. D'Souza R (2007). The importance of spirituality in medicine and its application to clinical practice. Med J Aust 21;186(10 Suppl):S57-9. Lo et al. (2002). Discussing religious and spiritual issues at the end of life: a practical guide for physicians. JAMA 13;287(6):749-54. Saguil A, Phelps K. (2012). The spiritual assessment. Am Fam Physician 15;86(6):546-50. Surbone A, Baider L. (2010). The spiritual dimension of cancer care. Crit Rev Oncol Hematol 73(3):228-35. Vermandere M et al.. (2011). Spirituality in general practice: a qualitative evidence synthesis. Br J Gen Pract 61(592):e749-60. Ambito psicologico e psichiatrico Hanno già stilato documenti affinché siano scoraggiati pregiudizio e discriminazione nel modo in cui medici e psicologi trattano la religiosità/spiritualità dei loro pazienti. PRINCIPALI RIFERIMENTI SCIENTIFICI American Psychiatric Association Linee-guida della Commissione su Religione, Spiritualità e Psichiatria American Psychological Association Divisione 36 “Psicologia e religione” (che vede la religione un fattore significativo nel funzionamento umano) Linee-guida per chi eroga servizi di tipo psicologico a persone diverse per etnia, lingua o cultura Resolution on Religious, Religion-Based and/or Religion-Derived Prejudice (2007) World Psychiatric Association Revised proposal for a consensus or position statement on spirituality and religion in psychiatry Wiley-Blackwell / World Psychiatric Association Religion and psychiatry beyond boundaries di Verhagen P et al. (2010) The Royal College of Psychiatrists http://www.rcpsych.ac.uk/mentalhealthinformation/therapies/spiritualityandmentalhealth.aspx Recommendations for psychiatrists on spirituality and religion Position Statement PS03/2011 • La dimensione religiosa influenza infatti in modo importante e sottostimato il comportamento della maggioranza delle persone. • La Religiosità/Spiritualità determina ambiti di esperienza spesso centrali nelle dinamiche esistenziali psicologiche delle persone, con esiti anche di natura medica. In alcuni pazienti ha a che fare coi valori organizzatori di molte scelte importanti e quotidiane, che riguardano ciò che viene sentito come bene vero e ultimo. • Frequentemente tali ambiti di esperienza, ai fini del benessere del paziente, non vengono tematizzati dal medico o dallo psicologo e a volte vengono considerati poco rilevanti, in un’ottica di riduzionismo biologicotecnicistico. Deontologia sulla R/S del paziente Innanzitutto rispettare la dimensione spirituale/religiosa o la posizione atea o agnostica del paziente significa non considerarla e non tematizzarla col paziente come meramente “riducibile a meccanismi psicologici” (es. meccanismo irrazionale per ridurre l’ansia o per tutelare legami affettivi), magari patologici (es. che possono cioè intralciare il percorso di guarigione e/o di autentica maturazione umana perseguiti dalla terapia). Significa rispettare il ruolo che tale dimensione può rivestire nella vita del paziente, in termini di percezione e interpretazione (es. percepire e decodificare, o non, segni del trascendente), motivazione (es. desiderio, o non, di connettersi con realtà trascendenti), attribuzione di senso e di fiducia (es. far riferimento, o non, a una tradizione religiosa, a una comunità e/o a leader spirituali/religiosi). Convinzioni, visioni del mondo e valori religiosi/spirituali e la pratica psichiatrica. Linee-guida della Commissione su Religione, Spiritualità e Psichiatria (American Psychiatric Association) I clinici devono mostrare rispetto per i valori, le convinzioni e le visioni del mondo del paziente. E’ utile ai clinici ottenere informazioni su convinzioni, visioni del mondo e valori legati alla spiritualità/religiosità del paziente, così da poter rispettarli in fase di assessment e di trattamento. L’empatia per il paziente è essenziale. I conflitti intrapsichici o fra le convinzioni, le visioni del mondo e i valori del paziente e quelli del clinico dovrebbero essere ben gestiti, preoccupandosi della vulnerabilità che può avere il paziente a conformarsi al clinico. Le interpretazioni che riguardano i valori, le convinzioni e le visioni del paziente dovrebbero essere fatte con un rispetto empatico per il significato e l’importanza che tali valori/convinzioni/visioni rivestono per il paziente. Chi eroga servizi di tipo psicologico aiuta i clienti ad aumentare la consapevolezza dei loro stessi valori culturali. Chi eroga servizi di tipo psicologico rispetta il ruolo che nella vita del cliente hanno i membri della sua famiglia, le strutture della sua comunità di appartenenza, le gerarchie, i valori e le credenze proprie della sua cultura. Cfr. Linee-guida APA per chi eroga servizi di tipo psicologico a persone diverse per etnia, lingua o cultura (American Psychological Association) Di solito, si dovrebbe prendere in considerazione un'esplorazione delicata e sensibile delle eventuali credenze religiose e della spiritualità dei pazienti, che possono costituire una componente essenziale nell’ambito della valutazione clinica. Cfr. The Royal College of Psychiatrists - Recommendations for psychiatrists on spirituality and religion Position Statement PS03/2011 Si invita alla presa di coscienza dei limiti del ruolo dell’operatore sanitario nell’affrontare temi di interesse religioso, sia a livello clinico che teorico, specialmente fin tanto non esistano percorsi di formazione mirata. Incoraggia il rispetto di eventuali comunità religiose a cui il paziente appartiene e invita gli operatori a ben gestire le differenze potenzialmente significative fra i valori loro e quelli del cliente. Cfr. Risoluzione APA sul pregiudizio religioso Le comunità religiose e spirituali possono facilitare l’integrazione del cliente nella comunità sociale in senso lato. Le comunità religiose e spirituali possono offrire stabilità, positive motivazioni e supporto pratico per le persone, anche con malattia mentale. Il clinico sa che alcuni clienti potrebbero non aver fiducia in clinici che non condividono con loro la stessa visione del mondo. Il clinico dovrebbe tematizzare presto nel suo rapporto con il paziente le differenze potenzialmente significative fra lui e il cliente circa i valori, le convinzioni e le visioni del mondo di tipo spirituale e religioso. Cfr. Convinzioni, visioni del mondo e valori religiosi/spirituali e la pratica psichiatrica. Linee-guida della Commissione su Religione, Spiritualità e Psichiatria (American Psychiatric Association) Formazione necessaria Dalle Linee-guida APA per chi eroga servizi di tipo psicologico a persone diverse per etnia, lingua o cultura (American Psychological Association) Chi eroga servizi di tipo sanitario è consapevole di come il proprio background culturale, i propri valori, i propri atteggiamenti e certe proprie convinzioni distorte hanno un’influenza sui processi clinici. Egli/Ella si sforza così di correggere tali pregiudizi e tali distorsioni. Il Documento dell’APA sul pregiudizio religioso ricorda come sono proprio le valutazioni negative (più o meno consapevoli, e più o meno limitate alla dimensione emotiva ed affettiva) che alimentano atteggiamenti pregiudiziali in genere, quindi anche nei confronti di chi ha o si presenta con convinzioni e valori diversi nell’ambito della dimensione esistenziale, spirituale e religiosa, e continua affermando l’opportunità di condurre ricerca, assessments e trattamenti che siano sensibili alla dimensione spirituale e religiosa del paziente. E’ importante che ogni medico e psicologo accrescano conoscenze e tecniche di anamnesi R/S, relative alle molteplici forme di posizioni rispetto alla R/S, anche per intercettare proprie posizioni pregiudiziali, emozioni negative, quindi atteggiamenti scorretti nei confronti del paziente religioso (o non), o per lavorare su proprie resistenze a riconoscere il ruolo di certa dimensione religiosa/spirituale nella vita del paziente. Conclusioni Molti pazienti trovano nella spiritualità/religione un valido aiuto per affrontare problemi di salute, stress e disagio psicologico. Molti di questi vorrebbero sentirsi liberi di parlarne col medico o lo psicologo. Molti pazienti hanno dei valori nell’ambito spirituale o religioso che vogliono vedere rispettati quando concordano col medico o lo psicologo il percorso di aiuto e la terapia da intraprendere. Molti pazienti aumentano l’alleanza terapeutica se vedono rispettata la loro dimensione religiosa/spirituale, il che spesso si traduce in migliori esiti di salute. Medici e psicologi sono invitati a rispettare le credenze R/S del paziente sia verbalmente che con messaggi non verbali, devono essere disposti a parlare col paziente dei suoi bisogni R/S e, nel caso in cui il paziente lo desideri, incoraggiano il paziente a mettere in gioco le proprie risorse personali di tipo esistenziale e R/S. E’ auspicabile che medici e psicologi facciano una sorta di breve anamnesi sulla dimensione R/S o comunque delle risorse esistenziali per conoscere l’eventuale background spirituale/religioso del paziente, eventuali aspetti R/S che interferiscono positivamente o negativamente con lo stato di salute, eventuali aspetti che possono entrare in conflitto con alcune indicazioni del medico o dello psicologo, eventuali risorse R/S passate che potrebbero essere rimesse in gioco, nonché la presenza di uno “stallo spirituale” che aumenta il malessere. Il medico o lo psicologo dovrebbe porre particolare attenzione a non procurare imbarazzo, ansia o disagio, dovrebbe quindi evitare di parlarne prima che un rapporto di fiducia sia stato stretto o di usare espressioni che potrebbero essere mal interpretate, dovrebbe evitare messaggi espliciti o impliciti di disappunto per una diversità di vedute nell’ambito R/S, nell’ambito di un’interazione reciprocamente rispettosa. D’altra parte, il medico e lo psicologo non “prescrivono” azioni di tipo R/S, non insistono se il paziente non desidera fare un’anamnesi della dimensione R/S, non confondono il proprio ruolo con quello di consulente spirituale e non fanno niente che non rispetti l’autodeterminazione e il bene dal paziente.