Famiglia TOGAVIRIDAE Generalità Alphavirus Comprende i generi Rubivirus – Virus di forma sferica di 70nm di diametro – Nucleocapside a simmetria icosaedrica – Provvisti di envelope con proiezioni esterne – Genoma a RNA monocatenario a polarità + – Proteine strutturali – del capside (C) – dell’envelope (E1, E2, E3) Arterivirus 1 Genere Alphavirus Encefalite equina dell’est (EEE) Encefalite equina dell’Ovest (WEE) Encefalite equina venezuelana (VEE) Ospiti: equidi, uomo, uccelli, rettili e invertebrati Malattie di gravità variabile a seconda del sierotipo in causa La trasmissione attraverso i vettori condiziona la prevalenza stagionale o nelle zone caldo-umide L’insorgenza di segni neurologici è dovuta alla presenza di alte quote virali nel sangue Genere Rubivirus Rosolia dell’uomo 2 ARTERITE VIRALE EQUINA Malattia infettiva contagiosa del cavallo Caratterizzata da vasculite generalizzata con particolare interessamento delle arterie di medio calibro L'aborto è l’evento più grave di questa patologia Malattia in forte aumento in conseguenza: • dell'aumentato spostamento dei cavalli •del diffondersi della IA • del miglioramento della tecnica diagnostica 3 Eziologia Oggi classificato nell’Ordine Nidovirales Famiglia Arterivirus Genere Arterivirus Alla stessa famiglia appartiene il virus della sindrome respiratoria e riproduttiva del suino (PRRV) Virus labile ai solventi dei lipidi e all'azione dei detergenti inattivato a 56 °C Esiste un solo sierotipo probabile l’esistenza di varianti con differenti proprietà biologiche (virulenza) Spettro d' ospite: Equidi I purosangue sono meno sensibili In vitro cresce su colture primarie e continue di derma di cavallo e altre specie CPE caratterizzato da aumento 4di Ciclo di replicazione Gli arterivirus hanno struttura simile ai Togavirus?? e organizzazione genomica e modalità replicative simili ai Coronavirus 5 Epidemiologia La malattia è oggi diffusa a livello mondiale Giappone e Islanda sono esenti dal virus La % di sieropositività aumenta con l'aumentare dell'età degli animali considerati Molti focolai sono stati osservati nelle stazioni di monta • La trasmissione della malattia avviene essenzialmente per contatto diretto • via aerogena per quanto riguarda animali che presentino la malattia in forma acuta • via venerea, nelle stazioni di monta • Possibile la trasmissione transplacentare • Se l'infezione avviene in fase avanzata di gestazione la gravidanza viene comunque portata a termine ed il feto arriva a nascere 6 • Il virus si ritrova • Nelle secrezioni nasali nella fase acuta della malattia • Nelle urine per la persistenza a livello renale • Nelle feci, secrezioni vaginali ed uterine, feti abortiti • nel seme dove è presente ad alto titolo • Probabilità di contagio stimata tra l' 85 e il 100 % Possibile una forma asintomatica o paucisintomatica Il 30% degli stalloni sieropositivi risulta essere portatore e per molti anni trasmette l' infezione con il coito La persistenza del virus è possibile a tre livelli 1. negli animali convalescenti per 2-5 settimane 2. in casi intermedi per 3-8 mesi 3. nei soggetti con forma cronica anche per tutta la vita 7 Lo stallone portatore sano Lo stato di portatore sano è stato dimostrato nello stallone e nel puledro maschio post-puberale Lo stabilirsi e permanere del virus è androgeno-dipendente Lo stallone portatore sano è la riserva naturale del virus Il virus è presente in alcune ghiandole sessuali accessorie dalle quali è rilasciato al momento dell’eiaculazione Gli stalloni portatori trasmettono l’infezione solo attraverso la monta. La disseminazione del virus può quindi avvenire solo per via venerea o attraverso materiali contaminati dal virus Il virus nel tratto riproduttivo dello stallone non causa effetti negativi sullo stato generale di salute e sulla fertilità Una percentuale variabile di stalloni portatori sani eliminano il virus spontaneamente dai loro organi e cessano di essere portatori 8 Trasmissione 9 Eliminazione virus Stalloni portatori a breve termine Per alcune settimane Stalloni portatori a medio termine Per 3 – 9 mesi Stalloni portatori a lungo termine Per anni Maschi castrati Max 57 giorni Femmine Max 57 giorni La cavalla infetta NON diventa portatrice 10 Patogenesi Replicazione primaria MACROFAGI ALVEOLARI Porta d’ingresso Via inalatoria REPLICAZIONE A LIVELLO LINFONODALE VIREMIA (virus libero o associato ai macrofagi) Diffusione in tutto l'organismo escluso il SNC Cellule bersaglio: MACROFAGI e CELLULE ENDOTELIALI Siti di replicazione secondari: surrene, rene, fegato, tubuli seminiferi, tiroide, mesotelio e tunica media delle arterie 11 • I danni a livello vascolare sono rappresentati da: • Vasculite generalizzata • Aumento della permeabilità vasale • La localizzazione del virus a livello della tunica media delle arterie medie comporta un aumento dello spessore della parete dei vasi e conseguentemente scompensi circolatori • Le lesioni alle arterie tendono a cronicizzare • La localizzazione renale determina glomerulonefrite • Presenza di immunocomplessi, accompagnata da persistenza del virus per molto tempo • I casi di aborto sono dovuti al distacco della placenta per edema del miometrio e conseguente ridotta irrorazione placentare 12 Sintomi e lesioni Periodo di incubazione: 3-7 gg • I sintomi (compaiono in una modesta % di soggetti infetti) sono caratterizzati da: • Febbre e leucopenia • Anoressia, depressione, edema degli arti e dell' addome, penieno e fotofobia scrotale • Congiuntivite, ed edema palpebrale • Congestione della mucosa nasale, con secrezione sierosa. • Meno frequentemente si osserva opacità corneale, tosse, diarrea, debolezza • L'aborto, si riscontra nel 50% delle giumente infette senza segni premonitori, 13 Edemi diffusi 14 Emorragie viscerali e polmonari 15 • Le lesioni sono costituite da congestione, edema ed emorragie del sottocute, dei linfonodi, degli organi interni • Più pronunciate nei tessuti intorno alle piccole arterie • L'intestino tenue mostra edema segmentato con costrizione del lume ed arrossamento della mucosa • Comune la necrosi della ghiandola surrenale • Istologicamente si evidenzia arterite necrotica diffusa con edema, emorragie e trombi in molti tessuti, e piccoli infarti nel polmone ed intestino 16 Diagnosi Clinico-epidemiologica Spostamento di animali, stato febbrile precoce, leucopenia, edemi sottocutanei, aborto L'isolamento del virus è possibile a partire dal muco nasale e congiuntivale, dal seme o da tessuti di animali morti e feti abortiti Nella diagnosi sierologica (SN ed ELISA) si valuta la sieroconversione operando sul doppio campione La PCR è utilizzabile per l' identificazione degli animali portatori 17 Profilassi • Obiettivo: prevenire l’aborto, la malattia e la morte dei giovani puledri ed evitare lo stabilirsi dello stato di portatore nello stallone e nel puledro maschio post-puberale • Ridurre al minimo o eliminare il contatto diretto o indiretto di individui suscettibili con animali infetti • Situazioni di rischio: ippodromi, aste e altre manifestazioni ippiche o dove i cavalli sono concentrati in piccoli spazi • Eliminazione degli stalloni sieropositivi e degli eliminatori – Gli stalloni escretori possono tuttavia essere utilizzati con giumente vaccinate a patto che esse rimangono poi isolate dal resto del branco – Viceversa giumente sieropositive possono essere utilizzate con stalloni vaccinati o sieropositivi • Ad oggi è in atto un piano di controllo che si basa su di un esame sierologico degli stalloni da effettuarsi prima della stagione riproduttiva • Stabilire lo stato virologico del seme usato per l’inseminazione artificiale, specialmente se importato dall’estero 18 Programma di eradicazione (O.M. 13/1/94) • Identificazione degli animali sieropositivi – Sieroneutralizzazione in RK-13 con stipite referenza Bucyrus, titolo minimo 1:4 • Isolamento/identificazione virus in colture cellulari – Da sperma raccolto con vagina artificiale per 3 volte a distanza di 15 giorni • Prova dell’accoppiamento (Breeding test) – Monta 2 cavalle per 2 volte per 2-4 giorni consecutivi 19 • L'Immunizzazione è possibile attraverso l' utilizzo di vaccini attenuati previa autorizzazione sanitaria • Un vaccino inattivato, adiuvato è approvato ad uso commerciale in un numero limitato di paesi della CEE • E’ altamente raccomandato che tutti gli stalloni usati a fini riproduttivi siano rivaccinati annualmente sia per ottenere protezione clinica che per prevenire lo stabilirsi dello stato di portatore • Puledri maschi sessualmente immaturi fra i 6 e i 12 mesi di età dovrebbero essere immunizzati per le stesse ragioni • NON UTILIZZABILI IN ITALIA 20 Porcine Reproductive & Respiratory Sindrome (PRRS) Attualmente l’infezione è ubiquitaria • Sopravvivenza nell’ambiente non elevata: alcune settimane a 4 °C, pH 7.5; in allevamento meno di 1 giorno a 25 °C; • nell’acqua può resistere sino a 10 gg; • facilmente inattivato da calore, secco, comuni disinfettanti; • resistente al congelamento 21 Alta variabilità fra ceppi circolanti 22 Epidemiologia Ospite primario SUINO Altre specie suscettibili Germano reale (Anas platyrhinchos) Suscettibile all’infezione Elimina il virus per lunghi periodi (40 gg nelle feci) Trasmette l’infezione ad altri germani È in grado di infettare il suino Il ruolo epidemiologico è però marginale 23 Modalità di trasmissione • Il virus è eliminato con le secrezioni nasali, saliva, latte, feci, urine • L’escrezione virale è di durata variabile • La viremia (specie in suini giovani) può durare più di 2 mesi • Alcuni animali possono rimanere portatori a livello di orofaringe e tonsille anche più di 200gg dopo la fase viremica • È eliminato anche col seme, in modo intermittente (100 gg) • Possibile la trasmissione intrauterina nell’ultimo terzo di gravidanza • Trasmissione indiretta tramite aghi, strumenti, indumenti, veicoli • Possibile anche la trasmissione aerogena (fino a 3 km) 24 – I ceppi americani sono più patogeni dei ceppi europei – I due ceppi sono differenziabili geneticamente e antigenicamente – All’interno di entrambi i ceppi la variabilità sia dal punto di vista antigenico (cross-protezione), che da quello della patogenicità è elevatissima – La via più comune di infezione per un allevamento è l’introduzione di suini infetti – Nello stesso allevamento possono circolare stipiti diversi 25 Patogenesi Il virus ha uno spiccato tropismo per i macrofagi alveolari 26 Sintomi e lesioni La sintomatologia varia in rapporto a • Stipite virale • Tipo, gestione e stato sanitario dell’allevamento • Età, sesso, stato immunitario • Presenza di infezioni concomitanti e fattori di stress Nel verro si osserva Nei suinetti si osserva • Febbre (40 – 41 °C) • Debolezza alla nascita • Depressione • Ipoglicemia per ridotta assunzione di latte • Inappetenza (4 – 7 gg) • Sintomatologia respiratoria, diarrea • Calo della libido e della fertilità • Tremori, emorragie 27 Nei suini all’ingrasso si osserva • Sintomatologia respiratoria • Febbre • Inappetenza Nella scrofa si osserva • Febbre (40 –41 °C), depressione, inappetenza (4 – 7gg) • colpisce in successione gruppi diversi di animali • Aborti tardivi (oltre il 70° g), feti mummificati, parti prematuri, natimortalità • Suinetti deboli poco vitali, mortalità pre-svezzamento • Ritorni in calore (21 –35 gg dopo fecondazione) e ritardi nella comparsa dei calori post-svezzamento; • Agalassia, mastite, “orecchi blu”, sintomi respiratori 28 Le lesioni sono aspecifiche o assenti • presenti in animali in fase di accrescimento • Si osserva polmonite interstiziale • La gravità varia in relazione alla presenza di infezioni secondarie • Linfoadenomegalia • Nel feto si osserva polmonite interstiziale e arterite ombelicale necrotizzante 29 Diagnosi • Diretta • da sangue, polmone, tonsille, raschiato orofaringeo, fluido toracico di feti abortiti, seme • PCR, IF, IHC • Virus molto labile nei tessuti di animali morti • Indiretta • ELISA (Ab dimostrabili 7 –10 gg p. i.) • SN (Ab dimostrabili 2 –3 mesi p. i.) • IF • Prelevare materiale da campioni significativi di diversi gruppi di suini 30 Profilassi Igienico sanitaria • Introduzione di scrofette da allevamenti PRRS free • Seme o verri PRRS free • Strette misure di biosicurezza • Tutto pieno-tutto vuoto • Separazione fra reparti e restrizioni nell’accesso all’allevamento • Pulizie e disinfezioni degli ambienti, delle attrezzature e dei veicoli • Controllo degli infestanti • Distruzione delle carcasse di animali morti, feti e placente 31 Vaccinale • Disponibili vaccini spenti e vivi attenuati • Evitano la malattia ma non l’infezione • non proteggono al 100 % • Hanno scarsa cross-protezione con ceppi virali diversi • Necessitano di lungo tempo per indurre immunità (6 sett) • I vaccini vivi americani hanno causato danni in Europa 32