Diapositiva 1 - Associazione Bresciana Cure Palliative "Maffeo

Le cure palliative in una
comunità solidale
Rudiano, martedì 14 aprile 2015
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1
Comunità

E’ un’insieme di persone che hanno :




Legami sociali
Valori condivisi
Occasioni di agire per l’insieme collettivo
nella convinzione di una reciprocità
generalizzata
Relazioni -interdipendenza
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Società




Mescola gli individui fuori dalle
appartenenze tradizionali
Stabilisce dei diritti
Emancipa l’individuo dal controllo del
gruppo
Sottintende un “contratto” con gli altri
attraverso i rapporti politici
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Comunità/società




Le comunità sono luoghi di identità e
nessuna identità è totale ed esaustiva
All’interno della società le comunità
rappresentano interessi e bisogni
Emancipazione non è assenza di vincoli,
ma scelta dei propri vincoli
Le identità possono essere
volontariamente scelte
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La salute sociale



Autonomia
Salute
Integrazione

Quantità di relazioni- quantità di
“comunità”
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5
Un buon livello di integrazione sociale e di
appartenenza e si realizza quando offre
all’individuo:




una identità riconosciuta
Una significatività per il proprio
contesto
Un buon livello di apprezzabilità
(riconoscimento positivo)
Possibilita’ di partecipazione
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L’azione volontaria
Destinazione
delle attività
Contenuto delle attività
DIRETTA Prestazione
d'aiuto
INDIRETTA
Impegno di tutela - di
pressione (lobbing-
advocacy
Prevalentemente
altruistico
(Rivolto ad altri
Interventi di volontariato
socio-assistenziale
Iniziative a tutela dei diritti
di altri (ad esempio dei
bambini…………)
Inclusivo dei soggetti
che prestano l'attività
(Rivolto a se stessi)
Self-help
Iniziative per il
riconoscimento dei propri
diritti (di cittadinanza, di
partecipazione …)
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L’azione volontaria



dono
Tutela e/o difesa dei propri diritti o
interessi
Partecipazione
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8
Il dono
Non gode della stessa libertà di uno scambio di mercato:

Simboleggia lo “scambio” dal quale nascono le relazioni tra gli
uomini

Una delle parti dona, l’altra si sentirà in obbligo – anche solo
moralmente – di contraccambiare tale dono.

Questo processo innesca una catena che crea il legame tra gli
individui che va ben al di là del puro scambio economico.

Il dono svela l’obbligo di reciprocità che sta alla base
della comunità umana
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9
Il dono e la reciprocità

nella socialità primaria – nella comunità
– dove i rapporti tra le persone sono più importanti del ruolo

funzionale che le stesse svolgono all’interno della società, il
dono è protetto: la reciprocità è attesa, dovuta, diretta –
prevede il contro-dono
Rischi ?
 dà vita a gerarchie sociali ed economiche che si trasformano
inevitabilmente in rapporti di forza
trasforma il ricevente in debitore impotente
Contromisure
 L’aiuto è anonimo (l’AVIS, le misericordie incappucciate,…)


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10
Il dono e la reciprocità

Nella socialità secondaria – nella società
– dove assume rilevanza la funzionalità degli attori sociali il
dono è generalizzato chi riceve non entra nella spirale del
dare, ricevere, il dono agli sconosciuti non prevede controdono,
non crea legami



Il dono generalizzato”, dice Godbut, “è una ruota che gira. Si dà non a
qualcuno ma alla società e si sa che si riceverà”
Nei sistemi di welfare si riceve senza ricambiare, la solidarietà si
istituzionalizza nelle amministrazioni,
Rischio?

le relazioni inaridiscono
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11
Il dono e la reciprocità

Nelle relazioni di aiuto organizzate e
riconosciute quali le associazioni di
volontariato, le parrocchie….



Si sviluppa un altruismo impersonale il dono è verso estranei
che non fanno parte di un sistema diretto di reciprocazione
Perché non sviluppi relazioni di potere, il dono deve essere
anonimo
Il fondamento è morale e nasce dal concetto di
appartenenza dalla responsabilità collettiva; L’azione
volontaria diventa azione pubblica (persegue il bene
pubblico)
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Il Terzo e Quarto Settore

Soggetti collettivi dotati di una struttura
organizzativa, stabilità, continuità
d’impegno




Carattere privatistico
Assenza di scopo di lucro
Erogazione di servizi riconosciuti utili alla
collettività
In grado di sviluppare relazioni di comunità
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13
Sono soggetti di Terzo settore

Le associazioni di volontariato

Le associazioni di promozione sociale

Le cooperative sociali
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14
Sono considerate associazioni
di promozione sociale……

le associazioni riconosciute e non
riconosciute, i movimenti, i gruppi e i
loro coordinamenti o federazioni
costituiti al fine di svolgere attività di
utilità sociale a favore di associati o di
terzi, senza finalità di lucro e nel pieno
rispetto della libertà e dignità degli
associati.
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15
Le Associazioni di promozione
sociale

. La Repubblica riconosce il valore sociale
dell'associazionismo liberamente costituito e
delle sue molteplici attività come espressione
di partecipazione, solidarietà e pluralismo; ne
promuove lo sviluppo in tutte le sue
articolazioni territoriali, nella salvaguardia
della sua autonomia; favorisce il suo apporto
originale al conseguimento di finalità di
carattere sociale, civile, culturale e di ricerca
etica e spirituale.
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Le associazioni d
volontariato
Legge 266/91 Art. 2
 per attività di volontariato deve intendersi
quelle prestata





in modo personale,
spontaneo,
gratuito
tramite l'organizzazione di cui il volontario fa
parte,
senza fini di lucro anche indiretto ed
esclusivamente per fini di solidarietà"
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CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’ DI
VOLONTARIATO

è servizio concreto:


legato alla "cultura del fare" produce
atti realizza un servizio per altri;
è fuori dal mercato:


non è compensato,
non comporta garanzie di status
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………………………….

produce aggregazione:




il volontariato è riconosciuto in quanto organizzazione
la dimensione collettiva determina finalità comuni e
riconoscibili, modalità condivise di intervento;
le ragioni del mettersi insieme non corrispondono a scelte
vocazionali irreversibili, ma sono scelte "fluide", legate a
istanze di partecipazione.
risponde al bisogno di partecipazione:




modalità di sperimentare nel concreto la verità dei valori in
cui si crede, in cui ci si riconosce,
politicità del quotidiano:
impegno a conferire senso e qualità alla propria vita
produce segni e simboli
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L’azione volontaria
Destinazione
delle attività
Contenuto delle attività
DIRETTA Prestazione
d'aiuto
INDIRETTA
Impegno di tutela - di
pressione (lobbing-
advocacy
Prevalentemente
altruistico
(Rivolto ad altri
Interventi di volontariato
socio-assistenziale
Iniziative a tutela dei diritti
di altri (ad esempio dei
bambini…………)
Inclusivo dei soggetti
che prestano l'attività
(Rivolto a se stessi)
Self-help
Iniziative per il
riconoscimento dei propri
diritti (di cittadinanza, di
partecipazione …)
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Le reti come forma delle relazioni
sociali

Reti primarie:
relazioni familiari, di parentela
…………..

Reti secondarie informali:

Reti secondarie formali :scambi fondati sul
scambi di
sostegno aggregano spirito di dono appartenenza
diritto

Reti economiche e di mercato: si fondano
sul principio dell’equivalenza utilizzano come metodo
il mercato – la relazione non crea vincolo se non in
rudiano14
aprile 2015 rapporto a ciò che si
scambia
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La relazione d’aiuto



È dono di tempo, di spazio, di parola e
di pensiero all’altro
Si mette a disposizione per una
relazione, un legame
Prefigura un’idea di comunità e ne
difende i valori
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La relazione


non è centrata sul problema, ma sulla
persona aiutata;
Si propone di riattivare e riorganizzare
le risorse dell’aiutato – e del suo
contesto – famiglia e servizi -
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Spazi dell’azione volontaria tra
le reti di aiuto:




Integrandosi tra le offerte formali (del
mercato o del diritto)
Affiancando il paziente (parente
sostituto)
Affiancando la famiglia ed il care giver
Promuovendo comunità e relazioni
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