Memoria - MaieuticaMente

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Memoria
Analisi di una funzione
della mente
Memoria:
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La memoria è la capacità di un organismo vivente di
conservare tracce della propria esperienza passata e
di servirsene per agire nel mondo, conoscere e
prevedere gli eventi futuri;
La funzione in cui si esprime la memoria è il
ricordo, la cui diminuzione o scomparsa caratterizza
il fenomeno dell’oblio.
Herman Ebbinghaus
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Ebbinghaus (1850 – 1909) pioniere
degli studi sulla Memoria;
Testo: La Memoria (1885)
È il primo psicologo a studiare in
modo sperimentalmente la memoria;
E. riteneva necessario studiare questa
funzione come una Funzione Pura
ovvero: slegata da ogni contesto di
vita e da ogni concreto utilizzo.
Studiava la pura e astratta memoria: le
sue reali potenzialità e modalità di
immagazzinare dati.
Ebbinghaus: la “curva dell’oblio”
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Per studiare il processo di memorizzazione, deve essere utilizzato:
materiale ignoto ai soggetti e quindi slegato dalle esperienze individuali;
Scelse a questo scopo delle sillabe senza senso: es. nor, rux, lef, ecc.
Il primo importante risultato sperimentale fu: tanto più lunga è la lista
degli stimoli tanto maggiore è il tempo di lettura e ripetizioni “a
mente” necessarie per ricordare la lista.
Esiste una relazione particolare tra quantità del materiale che deve essere
memorizzato e i tempi di apprendimento → se ad esempio occorrono 3
secondi per imparare una lista di 7 sillabe, ne occorrono 83 per una lista
di 12 sillabe .
Il merito di E. è di aver dato una descrizione quantitativa del fenomeno
dell’apprendimento e della memorizzazione.
Ebbinghaus: la “curva dell’oblio”
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Esiste una relazione tra
tempo che passa e oblio;
Immediatamente dopo la
memorizzazione del
materiale c’è una perdita
del ricordo
notevolissima,
Su una lista di 13 sillabe
memorizzate, dopo 19-20
minuti il materiale
ricordato “ritenuto” è
sceso al 60% (circa 8
sillabe);
Rapida perdita di memoria
E. Cercava di capire le capacità di
“ritenzione della mente” (memorizzare) al
trascorrere del tempo
Ebbinghaus
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Solo l’apprendimento ripetuto (o riapprendimento: ogni qual volta
impariamo qualcosa con il trascorrere del tempo una parte di ciò che
abbiamo appreso tende a non essere più ricordato – è quindi necessario
riapprenderlo attraverso l’esercitazione) a intervalli di tempo precisi es:
dopo 2 ore o dopo 4 ore, se l’apprendimento viene ripetuto, si può
garantire un notevole rallentamento dell’oblio e un
consolidamento delle conoscenze.
E. inoltre sottolinea l’importanza nel processo di memorizzazione
tramite “l’associazione per continuità temporale” → “per cui, ad
esempio, la sillaba numero 10 può richiamare soprattutto la numero 11, un po’ meno
la 12, meno ancora la 13, e via di seguito”
I processi della memoria
Il manifestarsi della memoria (i tipi di memoria):
 … È capitato a tutti di vivere situazioni o di vedere persone,
luoghi che hanno suscitato un ricordo confuso. Di solito in
momenti di questo tipo il ricordo poco a poco si fa più
chiaro e tutto torna alla memoria con i suoi contorni più
precisi …
 La reintegrazione: è costituito dal ricordo più completo
possibile di un evento del passato, localizzato spazialmente e
temporalmente.
 la spiegazione psicoanalitica è riferita al meccanismo di
difesa: rimozione
I processi della memoria
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Riconoscimento: è un processo di identificazione di un oggetto, persona,
situazione, precedentemente conosciuto e quindi ci appare come “già visto”
o familiare.
Così gli animali sarebbero dotati di meccanismi innati di riconoscimento
che consentono loro l’individuazione dei propri simili.
Un bambino già a 6 settimane di vita reagiscono ad un volto umano. Il
bambino ha impresso una raffigurazione schematica dei volti umani.
Ci sono i falsi riconoscimenti: l’impressione di conoscere qualcosa che in
realtà è sconosciuto.
Esempio: il déjà vu: una situazione nuova viene percepita come “già vista”.
Sono frequentemente descritti da soggetti epilettici e isterici per i quali
l’esperienza può durare giorni o ore. Mentre nelle persone normali permane
al massimo qualche secondo.
Psicoanaletticamente questo fenomeno può essere spiegato come il ricordo
di fantasie inconsce riattivato dalla situazione attuale.
I processi della memoria
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Misconoscimento: è un’esperienza in cui il soggetto percepisce
situazioni a lui ben note come nuove e estranee ( jamais vu).
Può verificarsi nelle schizofrenie, in alcune crisi epilettiche, in stati di
tossicità o di particolare affaticamento e stress.
Rievocazione: è il ricordo di qualcosa senza alcun riferimento
circostanziato al proprio passato (memorie motorie o procedurali,
inscritte nel nostro organismo); come “chi nuota, ad esempio, lo fa anche
senza ricordare esattamente quando è sceso in acqua per la prima volta” ;
Rievocare quindi: consente di utilizzare informazioni del passato nel
momento in cui è necessario farlo.
I processi della memoria
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Riapprendimento: consiste nel riutilizzare delle
conoscenze teoriche o pratiche apprese in passato e
poi non utilizzate per un certo tempo.
Le conoscenze apprese e poi non più utilizzate
vengono riapprese più rapidamente → minor
tempo e minor prove, esercizi; grazie alla ritenzione
mnemonica ( esperimenti di Ebbinghaus).
Che cosa facilita la memoria
Possiamo individuare 4 stadi:
 Struttura del materiale: Il
meccanismo di fissazione del
materiale agisce in base a dei criteri.
Indubbiamente la fissazione è
condizionata dalla struttura del
materiale da memorizzare.
Secondo gli psicologi della Gestalt è
la struttura dell’oggetto che
determina la fissazione del
ricordo.
 È più facile ricordare dei versi belli e
sintatticamente organizzati o delle
immagini semplici, che: parole o
immagini disorganizzate e senza
senso.
Che cosa facilita la memoria
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L’atteggiamento: l’interesse condiziona la
fissazione del ricordo. Se riteniamo che qualcosa sia
per noi importante riusciamo a ricordarla meglio.
Memory set: cioè la “disposizione a ricordarsi” →
indipendentemente dal reale interesse per il
contenuto da memorizzare, è un tipo di memoria
attivata da esclusive finalità pratiche e di adattamento
(vedi esperimento pag.108)
Che cosa facilita la memoria
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La tonalità emotiva: “si registra – memorizza – di più e meglio ciò che
ha: a) una coloritura emotiva positiva e piacevole. Seguono poi: b) i contenuti
con una tonalità spiacevole; da ultimo: c) vengono quelli neutri” (vedi pag.
108 – 109).
Con il passare del tempo i nostri ricordi si modificano, si ristrutturano nel
senso della semplificazione → il soggetto tende a dimenticare gli aspetti
spiacevoli di un avvenimento passato rafforzando invece i caratteri
positivi.
Gli psicologi giudiziari devono sempre tener conto, nel momento
dell’ascolto di una vicenda, che il ricordo subisce sempre delle
ristrutturazioni e che i fatti riportati, anche in buona fede, possono
subire delle omissioni importanti → per questo lo studio della
Testimonianza diventa un lavoro delicato fatto di minuziosi raffronti.
Studi sulla memoria di Alberto Oliverio
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Afferma Alberto Oliverio: “Le nostre aspettative e i nostri
desideri, consci e inconsci, contribuiscono infatti a
ristrutturare i ricordi: pensate, ad esempio, al modo in cui
seppelliamo alcune memorie sgradevoli, legate a nostre
azioni insoddisfacenti, o al modo in cui abbelliamo un fatto
in cui siamo stati protagonisti.”; L’arte di pensare, pag.23.
I ricordi con il passare del tempo vengono quindi
ristrutturati, cosicché il nucleo originario di una memoria
perde alcune sue caratteristiche, viene semplificato in favore
degli aspetti positivi.
I racconti autobiografici
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Come viene dimostrato dalle ricerche sui racconti
autobiografici l’individuo che a distanza di 2, 5, 10 anni
racconta un’esperienza fondamentale della sua vita → “lo
stesso evento viene narrato in modo diverso, i
particolari cambiano, cambia addirittura il suo
significato, la sua valenza emotiva, come se la
memoria, anziché corrispondere a una precisa
‘fotografia’ della realtà, fosse un pezzo di plastica che
gradualmente cambia forma col tempo” (Oliverio).
L’ottimismo mnestico
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Secondo lo psicoanalista freudiano Cesare Musatti nel 1949
ha quindi formulato la legge dell’Ottimismo Mnestico noi
tendiamo naturalmente a dimenticare gli eventi (o parti di
eventi) dal contenuto spiacevole per un’intrinseca finalità
biologica, ovvero: la difesa dal dolore.
“noi esercitiamo proprio un’azione selettiva sull’insieme dei
nostri ricordi, nel senso che ricordiamo più facilmente e
durevolmente gli avvenimenti piacevoli che non gli
accadimenti spiacevoli del nostro passato. […] Questa
tendenza risponde appunto a un’intrinseca finalità biologica:
la difesa dal dolore.” (Musatti, Trattato di psicoanalisi, 1949,
pag.40)
Dai sensi alla Memoria
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Come la mente assimila e trattiene le informazioni provenienti
dall’ambiente esterno? Vediamo 3 passaggi:
In un primo momento gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno
vengono percepiti da un registro sensoriale (udito, vista, gusto, tatto,
olfatto);
A questo punto l’informazione viene registrata dalla memoria immediata:
dalle grande quantità di stimoli percepiti, la mente, seleziona e da
attenzione (valuta) solo alcuni di questi Stimoli ritenuti più importanti
e necessari;
L’informazione passa quindi alla Memoria a Breve Termine, dove
rimane per poche decine di secondi prima di essere perduta o prima di
passare a sua volta definitivamente alla Memoria a Lungo Termine.
Il primo livello quindi: è quello del registro sensoriale, o memoria
sensomotoria, in quanto esiste un’autonomia di circa 450 millisecondi
soltanto per le informazioni visive e di circa 1500 millisecondi per
quelle di tipo acustico.
Caratteristiche della Memoria a Breve
Termine e a Lungo Termine
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Due tipi di memorie: Memoria a breve termine – Memoria a
lungo termine;
Memoria a breve termine: è detta anche memoria di
lavoro – ha la funzione di trattenere informazioni per
intervalli brevi, tipicamente al disotto dei 30 secondi;
Ad esempio il ricordo di un numero alla fine di una
telefonata coinvolge la memoria e breve termine e di solito
sparisce in pochi secondi se non viene effettuato un
processo di ripasso.
Caratteristiche della Memoria a Breve
Termine e a Lungo Termine
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La Memoria a lungo termine: le informazioni
tramite la ripetizione passano alla memoria a lungo
termine. Essa costituisce una delle più grandi
funzioni del sistema nervoso centrale.
N.B.: ricordi e esperienze sono depositati nel nostro
sistema nervoso, ma, i neuroni (le cellule del nostro
sistema nervoso)sono “cellule plastiche” soggette a
essere influenzate dalle esperienze e quindi a poter
cambiare l’emozione del ricordo.
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