Lezione 1

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Chimica Dei Cosmetici
Docente: Dott. Adriano Mollica
Lezioni Marzo: Giovedì 17, 31
Lezioni Aprile: Giovedì 14, 21,28
Lezioni Maggio: Giovedì 5
Email: [email protected]
Ricevimento: Giovedì dopo lezione o per appuntamento
Studio: Dip. Di Farmacia, Corpo B , I Piano.
Programma indicativo del corso:
1) Introduzione alla cosmetologia
2) Cute
3) Legislazione e Conservazione dei cosmetici
4) Materie prime dei cosmetici
5) Prodotti dermatologici, insettorepellenti, solari e antisolari, deodoranti, profumi
ed essenze, polveri aspersorie e ciprie, comesmetici per i capelli
6) Reologia: tensioattivi, saponi
7) Analisi di prodotti cosmetici
Chimica dei
Cosmetici
La cosmetica, dal grego  “ornativo” è quel ramo
della scienza che ha come oggetto la conservazione e la
cura della bellezza del corpo umano.
Per questa ragione interessano la cosmetica diverse branche della scienza ma
principalmente:
- la chimica
- la farmacologia
- la fisiologia
- la biochimica
I cosmetici comprendono tutte preparazione adoperate per abellire il corpo (viso,
mani, capelli, unghie...), per mantenere e mettere in evidenza la bellezza, ovvero
per procurare a chi ne fa uso, una bellezza artificiale.
Se i farmaci hanno la funzione di mantenere la salute dell’ uomo, i cosmetici
hanno quella di accrescere la bellezza.
Cenni storici
L’ origine e l’ uso dei cosmedici si perdono, come i farmaci, nella notte dei tempi.
Ad uno sguardo più generale ed ampio consideriamo i fenomeni biologici vedremo
che in taluni periodi della vita, connessi generalmente con il periodo della
riproduzione, gli animali trovano un abbellimento, con richiami vistosi come ad
esempio il cambiamento del manto e delle piume negli uccelli.
Da diverse ricerche è emerso che, quando un soggetto entra in contatto con uno
del sesso opposto, il suo corpo va incontro a determinate variazione fisiologiche:
il tono muscolare aumenta in vista di un potenziale incontro sessuale, i gonfiori
del viso diminuiscono, le spalle si raddrizzano, il petto viene spinto all’infuori, il
ventre viene automaticamente retratto e l’intero corpo assume una postura
eretta, tanto che la persona acquista un’aria più giovanile.
Il trucco rende le persone più giovani, dando un senso generale di maggiore
salute, e fecondità.
Il cosmetico nell’ antichità
L’ uso dei cosmetici era diffuso presso quasi tutti i popoli delle antiche civiltà
medio-orientali: tale uso fu favorito dal fatto che in oriente e medio-oriente
cresceva la maggior parte delle piante e si trovano i minerali adoperati per
estrarre le materie prime a scopo di abbellimento: resine, olii, profumi, ocra,
kohl, ecc.
Il naturale amore del fasto e la cura pagana del corpo, dovuta anche a motivi
igienici come era il caso delle unzioni di olio sulla pelle, tendenti ad evitare, in
climi caldi, l’ eccessiva traspirazione, contribuirono ad accrescere la diffusione
dei prodotti di bellezza.
I profumi provenivano dall’ arabia (odierno Yemen) e dalla Palestina orientale, che le
carovane trasportavano fino alle coste della Siria, l’ Antimonio per il trucco degli occhi
(Kohl), l’ olio profumato, gli unguenti, erano già diffusi in Egitto, così come presso i
Medi, i Fenici, e gli stessi ebrei.
- Il pigmento rosso più usato in tutto il corso della storia egizia fu l' ocra rossa, molto diffuso nel territorio,
si prelevava lungo il mar rosso, era impiegato per la preparazione di inchiostri altri pigmenti rossi sono il
MINIO, cioè il tetraossido di piombo Pb3O4 il realgar , solfuro di Arsenico As2S2. La mortalità dei minatori
nelle miniere di arsenico era talmente alta che solo i criminali erano mandati in miniera.
- Il bianco era gesso, (sofato di calcio bidrato, o calcio carbonato, il calcare) di grande reperibilità su tutto
il territorio.
- Il nero. Sono due principali, la fuliggine, cioè carbonio finemente suddiviso, raschiando le pietre del
focolare o dei tegami, e sucessivamente prodotto apposta bruciando sostanze idonee, il secondo più
comune è l ' ossido di manganese MnO2 detto pirolusite, o il nero d' ossa, ottenuto per combustione delle
ossa in assenza di ossigeno altri inchiostri neri erano minerali tipo il solfuro di piombo PbS.
- Il giallo era tra i pigmenti più usati, l' ocra gialla, che è formata da misciele di ossidi come il Fe2O3 si
riacava da giacimenti.
- Blu e verde, dalla lavorazione del rame da minerali, si ricavano l' azzurrite o la malachite.
L' azzurrite è un carbonato basico del Rame CuCO3 + Cu(OH)2.
Anche gli eroi omerici e le loro donne dopo il bagno si ungevano d'olio.
Dall'uso di correggere con essenze l'odore dell'olio derivarono le molte specie
di unguenti che si ricordano: di rosa, di gelsomino, di nardo, prezioso profumo
arabico, ecc. Questi unguenti venivano usati a profusione durante il
massaggio che si praticava dopo il bagno e durante i banchetti; i commensali
se ne profumavano senza risparmio testa e capelli.
L’ uso dei cosmetici penetrò dall’ oriente nella grecia, e quindi nel mondo
romano.
Appare molto diffuso tra i popoli dell’ antichità classica e rispondente ad
esigenze estetiche varie della moda maschile e femminile.
Gli ombretti, erano diffusissimi, Famoso era il Kohl, di antichissima origine egizia
a base di Galena, ossidi di ferro, rame, ocra bruna, malachite, crisocolla e
caolino. Le analisi chimico fisiche hanno confermato che tale preparato era in
uso a Roma almeno sin dal II secolo a.c.
In roma, le signore e i giovani eleganti si lavavano con il latte d’ asina che aveva
proprietà , dicevano, direndere bianca e morbida la pelle.
L’ uso dell’ unguento deriva dalla consueudine di spalmarsi con olio di oliva il
corpo dopo il bagno e dall’ uso di correggere con essenze l’ odore dell’ olio
derivano le molte specie di unguenti: di rosa, di gelsomino, ecc.
Questi unguenti venivano usati a profusione durante il massaggio che si praticava
dopo il bagno e durante i banchetti.
Col nome generico di splenia, erano intese dai romani le applicazioni d’ una pasta
rosea che si stendeva sulla pelle per nascondere bruciature e abrasioni.
Fra i belletti femminili ve n’ erano di tipo vario; il nero (fuligo stibii) con cui si dava
risalto alle ciclia e alle sopracciglia e si prolungavano le linee; il rosetto per colorire
la pelle (fucus, purfumisium).
Ma il tipo di belletto più usato era la cerussa che donava freschezza e candore
giovanile alle guance delle donne e consisteva in una crema a base di biacca
(PbCO3).
Rinomatissima era la cerussa di Rodi, che veniva preparata sciogliendo nell’ aceto il
piombo e poi lasciando carbonatare all’ aria la mescolanza.
Notissimo l’ episodio evangelico di Maria Maddalena
che asperge d'olio profumato e di nardo i piedi e il
capo di Gesù documentano un uso già per quell‘
epoca, ma intimamente connesso con l'antica
predilezione orientale per i cosmetici.
I costumi più rozzi del medioevo non ignoravano i cosmetici, l’ uso dei quali,
condannato fino agli inizi da scrittori cristiani, non era sconosciuto agli stessi
barbari; le donne Sassoni infatti usavano il rossetto, quelle Borgognone si
lucidavano i capelli con unguenti a base di burro acido.
Nella letteratura Italina, l’ agomento è trattato fino dagli inizi: le materie prime più
adoperate erano l’ antimonio e il nerofumo usato per annerire le sopracciglia e
le ciglia, il minio e lo zafferano per i rossetti per le gote e le labbra, la salvia per i
denti, la biacca e il sublimato d’ argento , il borace, l’ allume accanto a mandorle e
fave, limone, albume d’ uovo per polveri e creme svariate per mantenere bella la
carnagione.
Nelle formule spesso complicatissime, non di rado nocive, non mancano
ingredienti strani come la pelle della cipolla, ali di api, rifiuti animali.
Rinascimento
Nel rinascimento, l’ opulenza di vita, l’ ammirazione per la bellezza corporea
portarono per i belletti, come per i profumi, una vera mania.
Centro di eleganza diventò l’ italia e divenne oltre chè il centro motore della moda
anche quello informatore di prodotti cosmetici.
Nel ‘500 l’ideale di bellezza proponeva una donna formosa, del portamento
elegante, con abiti di prestigio, acconciature laboriose, trucco semplice ma
sofisticato e gioielli di ottima manifattura.
La grande mania soprattutto veneziana era quela di schiarirsi i capelli con
prodotti a base di soda, sostanze naturali, e minerali. E’ possibile anche oggi
osservare sui tetti delle case di venezia le famose altane (terrazza di legno) che
servivano alle signore per prendere il sole e completare cosi’ il procedimento
della schiaritura dei capelli.
“Lume di rocca oncie sei, vitriolo oncie quattro, salnitro oncie due, il tutto distillato
con acqua - oglio di miele e rosso d'ovo mischiato assieme - lissiva di cenere di
vite, paglia di orzo, scorza di liquerizia, limature di bosso, e zafran, comin,
reobarbaro tagliato a minuto e posto in decorazione di foglie, e ramificazione di
ghi, lasciandolo sopra fuoco lento dopo alquanto bollito; indi con una sponga
spesso si bagna i capelli, e si asciugano con pezze calde, ch'è meglio se si
seccassero al sole".
La rivoluzione francese abbattè il lusso, le ultime aristocratiche si imbellettarono
per salire al patibolo. Passato il turbine, la moda riprese con la raffinata eleganza
di Madame Tallien prima e Giuseppina Bonaparte dopo.
Il trucco rosso esagerato sulle gote era la
moda dell’ epoca
Il romanticismo aboli’ il rosso, rimasero le ciprie, creme che davano pallore
sentimentale. I nei ebbero nella vienna imperiale un nuovo momento di voga.
Alla fine del secolo scorso il livellamento dei costumi estese enormemente anche
l’ uso dei cosmetici.
A partire da notivazioni di igiene pubblica, iniziando dalla vasta produzione
industriale di sapone, inizia la fase industriale moderna della produzione dei
cosmetici.
Il Sapone di Aleppo è un sapone per l'igiene personale, basato sull'uso dell'olio
d'oliva con l'aggiunta di una percentuale variabile di olio d'alloro; è un prodotto
tipico della città di Aleppo in Siria, mentre nella città palestinese
di Nablus (attuale Cisgiordania) contiene esclusivamente olio d'oliva senza
aggiunta di olio d'alloro, entrambe le lavorazioni artigianali seguono una
tradizione che risale all'antichità, perpetuata generazione dopo generazione.
l 5 ottobre 1688 l'editto di Colbert, Ministro della Real Casa di
Luigi XIV, regolamentò la fabbricazione del sapone.
Ai sensi dell'articolo III di quest'editto: Non si potrà utilizzare
nella fabbricazione di sapone, insieme a barrilla (soda di
Spagna), soda o cenere, nessun grasso, burro né altre
materiale; ma soltanto puro olio di oliva, e senza mescolanza
di grasso, a pena di confisca delle merci.
La moderna industria è in grado di produrre un numero considerevole di prodotti
cosmetici, tuttavia alcune formulazioni possono nascondere numerose insidie
anche molto gravi per la salute del corpo in generale e della pelle in particolare.
Nel complesso dobbiamo dire che il momento attuale rappresenta per la
cosmetica, quello che il cinquantennio passato ha rappresentato per la
chimica farmaceutica, e cioè il passaggio dalla fase officinale alla fase
industriale.
Il cosmetico evolvendosi da un tipo di formulazione e preparazione artigianale ad
un tipo di progettazione e produzione industriale, ha aperto una serie di problemi di
ordine normativo, di carattere sanitario ed economico, che sono stati affrontati in
tutte le nazioni civili. Si cerca cosi’ di arrivare ad una disciplina che, nello stesso
tempo sia capace di tutelare tanto il consumatore quanto il produttore.
All'inizio dello XX secolo, nella città di Marsiglia c'erano 90
saponifici. François Merklen fissò nel 1906 la formula del
sapone di Marsiglia: 63% d'olio di copra o di palma, 9% di
soda, 28% d'acqua.
Realizzazione del podotto cosmetico
Il cosmetico inteso nella sua moderna accezione di preparato topico destinato
alla pulizia, protezione, emolliente e per la deodorazione, profumazione e
decolorazione della superficie epidermica, nasce da un complesso di tecnologie
e disciplne, quali:
- la reologia
- la tensiochimica
- l’ emulsologia,
volte alla realizzazione di forme chimico-fisiche diverse, (miscele mecaniche,
unguenti, paste emulsioni, microemulsioni, idrogeli, lipogeli, oleoliti, idroliti
tensioliti).
COSMETICA
Comprende quattro discipline diverse:
CHIMICA COSMETICA: si occupa dei costituenti chimici che compongono i
cosmetici e delle loro proprietà chimico-fisiche
TECNICA COSMETICA: si occupa delle operazioni necessarie per dare a
materie prime, additivi e sostanze funzionali la forma dei cosmetici
COSMETOLOGIA: si occupa dell’azione e degli effetti dei cosmetici sull’uomo
e ne determina le norme generali dell’uso pratico
COSMESI: è l’arte di applicazione dei cosmetici
I prodotti cosmetici devono:
interagire con i tessuti di rivestimento
Integrità funzionale
Qualità estetiche
- non hanno finalità terapeutica
- non possono vantare proprietà curative o
preventive
REQUISITO ESSENZIALE
Innocuità del cosmetico nelle normali condizioni d’uso
FUNZIONI DEL PRODOTTO COSMETICO
FUNZIONE IGIENICA: Ha lo scopo di eliminare lo sporco
dalla superficie epidermica rispettandone le caratteristiche
fisiologiche (DETERGENZA, DEODORAZIONE)
FUNZIONE EUTROFICA: Ha lo scopo di mantenere lo stato
dei tessuti, sui quali i cosmetici vengono applicati, nelle
migliori condizioni. Cosmetico eutrofico: mantiene corretto
trofismo cutaneo apportando sostanze che svolgono un’
azione di supporto ai normali eventi fisiologici che si
verificano
in
una
pelle
sana
(PROTEZIONE,
NORMALIZZAZIONE)
FUNZIONE ESTETICA:
Ha lo scopo di influenzare positivamente le funzioni sensoriali
di vista e olfatto.
E’ l’ anello di congiunzione del circolo igiene- salute- bellezza
( DECORAZIONE, TRATTAMENTI ESTETICI,
PROFUMAZIONE)
“BERSAGLI” DEL PRODOTTO COSMETICO
-EPIDERMIDE
-LABBRA
-Genitali esterni
-ANNESSI CUTANEI:
-GHIANDOLE SEBACEE E SUDORIPARE
-Ghiandole mammarie
-PELI E CAPELLI
- UNGHIE
DERMOCOSMESI FUNZIONALE
Nella cosmesi cosiddetta funzionale, si ammette che i principi attivi, ridefiniti
"cosmeceutici", penetrando in profondità nello spessore cutaneo, dove svolgono
particolari azioni biologiche verificabili sia a livello istologico-molecolare che clinico.
Azione principale su:
-DERMA
- PICCOLI VASI DEL DERMA PAPILLARE (ANTICELLULITE, STIMOLANTI)
- FIBRE DERMICHE E SOSTANZA FONDAMENTALE (ANTIRUGHE,
ANTISMAGLIATURE, ELASTICIZZANTI, RASSODANTI, …)
LA PELLE o CUTE
Poichè i prodotti cosmetici vengono applicati sulla pelle e sui suoi annessi è
opportuno riportare alcuni brevi cenni relativi a questo importante organo.
CARATTERI FISIOLOGICI E ANATOMICI
La pelle nell’ adulto normale occupa una superficie
di circa 2 m2 Le principali funzioni della pelle sono:
-Contenimento: controllo nella perdita di fluidi vitali
importanti
-Protezione
da
stimoli
esterni
dannosi
(penetrazione sostanze esogene, radiazioni)
-Attenuazione di shock meccanici
-Ricezione e traduzione di stimoli esterni
-Sintesi
e
SPECIFICHE
VITAMINA D)
metabolismo
di
SOSTANZE
(CHERATINA, LIPIDI, SUDORE,
-Termoregolazione
-Riserva lipidica
-Fotoprotezione
-Eliminazione di alcuni prodotti
attraverso le secrezioni ghiandolari
metabolici
In tutti gli animali la pelle protegge (funzione protettiva) gli organi e i tessuti sottostanti da lesioni o dall’ azione
di microorganismi e costituisce l’ organo tattile. La pelle, infatti è provvista di recettori sensibili per mezzo
dei quali (funzione sensoriale) l’ individuo è messo in relazione con le variazioni che hanno luogo nell’
ambiente. Negli animali superiori la pelle esplica il ruolo molto importante funzione di termoregolazione nella
regolazione della temperatura corporea e nella escrezione (funzione secretoria. Inoltre realizza le funzioni
cheratinopoietica, pigmentogenetica, sudoripara, sebipara. Queste funzioni complesse sono rese
possibili dalla presenza di strutture specializzate (ghiandole sudoripare e sebacee, recettori sensoriali)
oltrechè dalla presenza di moltissimi vasi linfatici, vasi sanguigni e nervi, per una lunghezza totale di circa 1-4
metri per centimetro quadrato di pelle.
La pelle, o cute è un insieme di tessuti che ricopre il corpo riproducendone l’ aspetto
generale. Nell’ uomo adulto il suo peso 4kg e il suo spessore è di circa 2 mm o 3 nel palmi
della mano e del piede, e 4 mm del cuoi capelluto.
La sua composizione chimica è circa la seguente
Acqua 67-70 %
Proteine 24-26
Lipidi 2-3
Glucidi 0.3-05
Sali minerali enzimi tracce.
La cute nei vertebrati può rappresentare grandi variazioni di spesore in relazione allo
spessore degli strati cornei dell’ epidermide, del derma e dei depositi di tessuto adiposo
che si trovano tra le travate connettivali dell’ ipoderma. Lo spessore del derma è
determinante ai fini delle caratteristiche meccaniche della pelle, perchè esso stesso è
costituito da un tessuto connetivo ricco di fibre elastiche, ne risulta una struttura assai
resistente e dotata anche di notevole elasticità.
Il derma di alcuni mammiferi dopo il procedimento della concia, dà luogo al cuoio, materiale
di largo uso tecnologico. Quando lo spessore del derma è considerevole con fasci di
collagene molto densi, ma povero di fibre elastiche ed inoltre ispessito da una grande
quantità di materiale corneo superficiale, la cute risulta dura e poco deformabile, come si ha
ad esempio nei pachidermi.
Lo spessore dell’ impoderma varia a seconda delle diverse specie animali, delle
zone della pelle e per una stessa specie varia anche da individuo ad individuo;
influenza le caratteristiche meccaniche ed è responsabile del grado di morbidezza
della pelle stessa.
L’ idratazione dei tessuti connettivali (dermici ed ipodermici) è responsabile della
plasticità della pelle.
Questa infatti può cambiare al variare delle condizioni fisiologiche. Quando alcuni
stati patologici determinano aumento del contenuto idrico della pelle (come
negli stati edematosi) questa diventa facilmente pastosa, compressibile e
deformabile e conserva per un certo tempo l’ impronta di agenti deformanti.
La pelle è un organo plurifunzionale grazie a connessioni con
•Circolo sanguigno
•Circolo linfatico
•Sistema nervoso
La pelle è articolata in succesivi strati (epidermide, derma,
ipoderma) identificabili anche all’ osservazione macrospopica.
Nei diversi strati sono sistemate le strutture cutanee sopra
menzionate:
• EPIDERMIDE: barriera alla permeazione
dell’acqua e resistenza all’abrasione. Formata
da tessuto epiteliale corneificato
• DERMA: conferisce massa e resistenza della
pelle.
Formato
da
tessuto
connettivo
fibroelastico compatto Questi 2 strati hanno
spessore variabile da 0,5 a 4,0 mm. Separati
da GIUNZIONE DERMO-EPIDERMICA detta
MEMBRANA BASALE
• IPODERMA: Mette in rapporto il derma con i
tessuti sottostanti (come la fascia superficiale
comune del corpo oppure direttamente ossa o
cartilagine) permettendo anche un reciproco
scorrimento consentendo di sollevare la pelle in
pieghe.
Un ipoderma particolarmente ricco di adipociti
viene definito pannicolo adiposo sottocutaneo
Epidermide
Epidermide
All’ esame istologico l’ epidermide risulta composta di strati di cellule che mutano i loro
caratteri dalla profondità dello strato germinativo verso lo strato corneo. Le cellule vengono
trasformate in sottili scagliette cornee, formate quasi totalmente da cheratina, che vengono
poi eliminate. L’ epidermide quindi, è un tessuto che si rinnova continuamente intervenendo
anche in un particolare aspetto del meabolismo organico (ricambio di N e S).
A) Strato Germinativo
o basale
E’ formato da un’ unica fila di cellule
impiantate sulla membrana basale che, a sua
volta ,è saldamente fissata al derma
sottostante da un fitto intreccio fibrillare. Ciò
permette il forte ancoraggio dell’ epidermide al
derma e spiega anche l’ aderenza dello strato
germinativo alla membrana basale. Questo
strato partecipa al continuo rinnovamento dell’
epitelio
attraverso
un
processo
di
moltiplicazione cellulare; in questo strato si
verifica circa il 12% delle mitosi dell’
epidermide.
L’ ossevazione al microscopio elettronico
evidenzia nelle cellule sottili filamenti diretti
ortogonalmente
alla
superficie
cutanea
interpretabili come il primo stadio di formazione
di strutture fibrillari (tonofibrille), più
abbondanti e meglio visibili negli strati
successivi.
B) Strato Spinoso
Strato spinoso (o malpighiano) è costituito da
diversi strati di cellule poligonali di dimensioni
maggiori rispetto a quelle dello strato generativo.
Queste tendono ad appiattirsi progressivamente
procedendo dagli strati più profondi verso quelli
superficiali. Hanno una membrana cellulare ben
evidente e netta con piccole dentellature (spine) o
ponti intercellulari che si saldano, punta a punta con
quelle delle cellule vicine. Queste punte al
microscopio elettonico risultano costrituite da
protrusioni
della
membrana
cellulare
che
aderiscono per mezzo di placche di contatto
(Desmosomi) da cui si dipartono fasci di tonofirille
che si espandono nel cioplasma. Negli spazi
interspinosi (sistema lacunare epidermico) possono
arrivare dal derma materiale nutritivo e con i loro
movimenti attivi anche linfociti.
La moltiplicazione cellulare è molto attiva, può
raggiungere l’ 80-90% di tutte le mitosi che
avvengono nell’ epiermide ed è comunque
proporzionale alla desquamazione dello strato
corneo.
c) Strato granuoso: le cellule 2-3 ordini
sovrapposti, sono appiattite ed hanno un
citoplasma ricco di granuli di cheratoialina
d) Strato lucido: consta di pochi ordini di
cellule appiattite, indistinte che , in sezione
appaiono chiare e splendenti perchè
contengono una sostanza semifluida
chiamata eleidina.
e) Strato corneo: è il più superficiale; le
cellule sono anucleate, e si presentano
ulteriormente appiattite, in forma di laminelle
più spesse al centro. Può a sua volta essere
diviso in due porzioni, lo strato corneo
desquamante, più estrerno, costituito da
una sottile porzione relativamente povera di
acqua e di lipidi, e lo strato corneo
compatto (più interno) risultante di lamelle
cheraniche più ricche di acqua e inglobanti
grasso.
Derma
Il derma è un tessuto connettivo fibroso ed elastico in cui è possibile distinguere
due parti:
la zona più esterna (derma superficiale o corpo papillare) che confina con l’
epidermide e svolge funzioni sensoriali e nutritive grazie ad un particolare
sviluppo della vascolarizzazione
e la zona più interna (o corion) che ha tipiche funzioni di tenuta e di sostegno
essendo costituita da fibre collagene ed elastiche (anche detto strato reticolare). Nel
derma si trovano anche i recettori cutanei e numerose fibre muscolari che
svolgono funzioni diverse quali, per esempio il restringimento dei canali escretori
sebacei, e sudoriferi e la crescita dei peli. I recettori cutanei, ben irrorati dai capillari,
sono costituiti da corpuscoli tattili, recettori termici e dolorifici.
Ipoderma ( o strato sottocutaneo)
É anche denominato connettivo lasso sottocutaneo, in quanto forma soltanto un
sottile piano di clivaggio tra la pelle e i piani di fissazione. Nella grande
maggioranza dei casi esso è ricco di adipe e quindi viene chiamato tessuto
adiposo sottocutaneo.
Può presentare notevoli variazioni di spessore in dipendenza delle condizioni di
nutrizione e di fattori locali legati alle stesse strutture della pelle ed alla densità
del derma.
Nell’ uomo si hanno depositi preferenziali di adipe in talune regioni come quella
addominale e genitale, ecc.
Esistono anche differenze tra i due sessi: nella donna il tessuto aposo
sottocutaneo è più sviluppato che nell’ uomo, tanto da porre a volte il
problema della sua riduzione e del suo contenimento entro certi limiti
armoniosi ed accettabili un punto di vista fisiologico ed estetico. I mezzi
fondamentali per risolvere tale problema sono :
-applicazione di una dieta qualitativamente e quantitativamente valida
-esercizio fisico, a livelli ragionevoli
- In casi più gravi nei quali intervengono meccanismi psicosomatici occorre fare
ricorso a cure mediche appropriate caso per caso.
Il connettivo sottocutaneo, particolarmente nella donna può diventare sede di
accumuli di grasso irregolari che si presentano sotto forma di noduli o
granuli che conferiscono alla pelle il caratteristico aspetto a buccia di
arancia. Questo fenomeno è noto col termine improprio di cellulite.
PROCESSO
DI
EPIDERMICA (EPU)
CHERATINIZZAZIONE,
UNITA’
PROLIFERATIVA
E’ il processo di differenziazione dei cheratinociti in corneociti per attiva
proliferazione cellulare con sintesi e accumulo di cheratina, trasformazione delle
cellule che perdono il nucleo e altri organuli, formazione di complessi tra
filamenti di cheratina e cheratina amorfa
CHERATINA: principale proteina dei capelli e delle strutture cornee. Ha alto
contenuto di cisteina, molti ponti disolfuro e alta stabilità meccanica e fisica. Non
contiene idrossiprolina
La cheratina (dal greco: kératos = corno) è una proteina filamentosa ricca
di zolfo, contenuto nei residui amminoacidici di cisteina; è molto stabile e
resistente. Si tratta di una struttura quaternaria, composta da più strutture
terziarie messe una in fila all'altra. È prodotta dai cheratinociti, ed è immersa
nel loro citosol come filamenti intermedi. È il principale costituente dello strato
corneo dell‘ epidermide
PROCESSO DI CHERATINIZZAZIONE
FASI E TEMPI
1) MITOSI DI CELLULE BASALI
2) MIGRAZIONE VERSO SUPERFICIE
3) CORNEOCITI
4) DESQUAMAZIONE 2 settimane circa
SISTEMA PIGMENTARIO
Colore della pelle: fenomeni di riflessione e assorbimento provocati dalla presenza
di:
-Emoglobina
-Carotenoidi
-Pigmento chiamato MELANINA
UNITA’ EPIDERMICA DI MELANIZZAZIONE (EMU)
Associazione funzionale tra melanociti e cheratinociti è detta EMU.
Il melanocita è la cellula che produce melanina. Affinché si verifichi la colorazione
della melanina essa deve passare dal citoplasma del melanocita a quello del
cheratinocita tramite le giunzioni dendritiche del melanocita. Questa collaborazione
cellulare è chiamata unità epidermica di melanizzazione. (EMU)
MelanocitaMelanosomicheratinocita
Sistema pigmentario della cute
Il colore della pelle è legato alla presenza di pigmenti particolari in altre cellule (dette
pigmentarie) della epidermide e del derma. La maggiore o minore quantità di pigmento
cutaneo nello strato basale dl’ epidermide e del derma è un fattore determinante per il
colore (più o meno scuro) della pelle delle varie razze umane.
Esso dipende però anche da molti altri fattori oltre che dalla quantità di pigmento cutaneo
(melanina), dalla presenza nelle cellule epiteliali di carotene che conferisce al tessuto un
debole colore giallastro, dalla presenza di ossiemoglobina e di emoglobina ridotta nel
letto vascolare cutaneo che danno un particolare colorito roseo o bluastro.
Non si conosce ancora la
formula
completa
della
melanina, si sa che è un
polimero dell’ indolo-5,6chinone
ottenuto
per
condensazione
ossidativa
tra le stesse molecole.
Dal grado di polimerizzzione
e dalla maggiore o minore
ossidazione del polimero,
risultano pigmenti di vario
colore:
giallo,
rosso,
bruno, nero.
Schema dei passaggi biochimici della melanogenesi
La formazione della melanina avviene nei mitocondri dei melanociti che la
producono sotto forma di bastoncelli più scuri e di sfere più chiare. Il punto di
partenza è la tirosina (un aminoacido) che per mezzo della tirosinasi viene
ossidata a diossifenilalanina (dopa) la quale attraverso successive tappe
ossidative, enzimatiche e non, viene trasformata in indolo 5,6-chinone, che si
polimerizza poi per dare i vari tipi di pigmento.
La melanogenesi è il processo di produzione della melanina. Esso è ripartito in
quattro fasi:
1) produzione dei melanosomi dentro i melanociti;
2) sintesi della melanina dentro i melanosomi;
3) trasferimento dei melanosomi dai melanociti ai cheratinociti;
4) degradazione dei melanosomi;
Esistono due tipi di melanina, la eumelanina (pigmento più scuro ed insolubile) e la
feomelanina (pigmento rosso-giallastro ricco di zolfo). A seconda del tipo di
melanina e delle dimensioni dei melanosomi, possiamo distinguere tre tipi razziali:
NEGROIDE: i melanosomi sono molto grandi e particolarmente ricchi di
eumelanina
CAUCASICO: i melanosomi sono più piccoli e contengono eumelanina
CELTICO: i melanosmi sono acora più piccoli e contentengono feomelanina (pelle
molto chiara, popolazioni del Nord Europa)
Il passaggio successivo consiste nel trasferimento dei melanosomi ai
cheratinociti. Questo passaggio è fondamentale poiché fino a quando la
melanina rimane all'interno dei melanociti l'epidermide non acquista
colore. Solamente quando i melanosomi vengono ceduti ai cheratinociti la cute
diventa pigmentata.
Attivazione della melanogenesi
La tirosinasi, è una metallo proteina che contiene rame, è presente nei melanociti in una
forma inibita. Questa inibizione fisiologica è dovuta sia alla presenza di sostanze riducenti
come il glutatione e l’ acido ascorbico, sia di sostanze capaci di legare il rame. L’ azione
dei raggi ultravioletti (UV) provoca l’ ossidazione dei radicali mercaptanici, -SH e
generalmente di tutte le sostanze riducenti con conseguente disinibizione dei
sistemi tirosina-tirosinasi e dopa-tirosinasi ed aumento, quindi della pigmentazione
per produzione di melanina.
La melanogenesi è sotto il controllo della melanotropina MSH ormone proteico secreto
dalla parte intermedia dell’ ipofisi che agisce direttamente sul melanocita regolando la
sintesi del pigmento ed attivandone il metabolismo; la melanotropina attiva anche i processi
di degradazione del pigmento attraverso reazioni non ancora ben note.
Anche gli ormoni androgeni ed estrogeni stimolano la melanogenesi attraverso un’ azione
diretta sui melanociti di specifiche regioni, quali l’ areola delle mammelle, lo scroto e lungo
la linea alba.
In alcune situazioni si nota sinergismo tra i vari ormoni, come avviene nel corso della
gravidanza, periodo in cui si più avere una pigmentazione dovuta alla concorrenza della
melanotropina e del progesterone.
La tirosinasi può essere assente per una alterazione genetica è questo il caso dell’
albinismo, in questi soggetti non è possibile la sintesi della melanina e di nessun altro
pigmento indolico per incapacità di ossidare la tirosina e la dopa.
ANNESSI CUTANEI
Gli annessi della pelle comprendono:
• UNGHIE
• PELI
• GHIANDOLE SEBACEE
• GHIANDOLE SUDORIPARE: eccrine e
apocrine
• CAPELLI
UNGHIE Sono lamine cornee, dure, rettangolari convesse traslucenti dello
spessore di 0,5-0,75 mm, che rivestono la faccia dorsale delle falangi distali
delle dita delle mani e dei piedi.
In essa si distinguono una porzione principale, corpo dell’ unghia, un letto
ungueale (la superficie epidermica dove essa aderisce prodondamente), a un vallo
ungueale (la piega cutanea che ricopre i margini della lamina) e la radice, molle
flessibile elastica, biancastra. La lamina che costituisce l’ unghia è formata da cellule
corneificate ed appiattite sempre più mano a mano che si avvicinano allo strato
corneo. Solamente lo strato germinativo della zona che corrisponde alla radice ed
alla lunula provvede alla formazione ed all’ accrescimento dell’ unghia (strato
onicogeno, zona della matrice delle unghie) che può riformarsi solo se la matrice è
integra.
PELI I follicoli piliferi distribuiti sulla superficie corporea (ad eccezzione delle
piante dei piedi, del palmo delle mani e labbra)
Sono legati al tessuto connettivo del derma attraverso fibre muscolari lisce
(muscoli erettori del pelo).
Sono formati da cheratina con alto tenore di zolfo dovuto alla cisteina. Si
formano in una zona del follicolo pilifero (invaginazione dello strato vivente
dell’epidermide) detta papilla. Il processo di divisione cellulare e di migrazione
delle cellule è simile a quello che porta alla formazione dello strato corneo.
Al pelo sono annessi:
1) Un muscolo (erettore del pelo)
2) Una ghiandola sebacea
3) Una ghiandola sudorale
4) Vasi sanguigni
Formazioni pilifere
I peli sono produzioni epidermiche a forma di filamenti, fissati alla cute per mezzo
della radice del pelo e che sporgono dalla superficie cutanea con una parte libera, il
fusto del pelo. Sono elastici e resistenti alla trazione. La radice è situata nel
follicolo pilifero ed alla sua estremità , nel bulbo del pelo, è rigonfiata.
Al follicolo sono annessi una ghiandola sebacea ed un fascetto di cellule
muscolari lisce che costituiscono il muscolo erettore del pelo.
Nelle ascelle e nelle regioni genitali, al follicolo si trova annessa una ghiandola
sudoriara apocrina.
La sostanza fondamentale dei peli è rappresentata
da costiuenti proteici appartenenti al gruppo delle
scheroproteine, simili alle cheratine epidermiche,
denominate eucheratine (cheratine morbide). Le
cheratine dei peli, pseudocheratine (cheratine dure)
differiscono da quelle della pelle per il maggior
contenuto di zolfo. La struttura polipeptidica dei peli è
caratterizzata da un contenuto relativamene costante
di amminoacidi: istidina, lisina, arginina, che nei
capelli si trovano nel rapporto 1:4:12.
Da un punto di vista strutturale le cheratine possono
esistere allo stato filamentoso e amorfo. Le singole
catene polipeptidiche possono essere disordinate o
disposte secondo le due configurazione
fondamentali dell’ alfa elica: alfa cheratine, o del
foglietto pieghettato (beta-cheratine). Quando i
capelli vengono immersi in acqua le catene
superspiralizze della alfa cheratine si distendono e
raggiungono anche il doppio della loro lunghezza.
Questo è dovuto alla rottura dei legami idrogeno
intracatena che stabilizzano strutturalmente l’ alfa
elica, la quale si distende ed assume un andamento
a zig-zag che è chiamato da Pauling e Corey,
conformazione beta.
Nei capelli come nella lana i residui degli amminoacidi essendo caricati
elettricamente interagiscono tra loro e non permettono la formazione della struttura
a foglietti pieghettati. La configurazione beta è un evento transitorio, e cessata la
causa che l’ ha determinata, ritorna spontaneamente alla forma più stabile, della
alfa cheratina.
Se il capello viene sottoposto a calore umido o trattato con soluzioni alcaline a
temperatura ambiente i ponti disolfuro si rompono, le catene polipeptidiche si
ripiegano fino a raggiungere il 70% della loro lunghezza originale. Con la rottura dei
legami disolfuro, le catene polipeptidiche si staccano e possono assumere una
nuova posizione, se questa viene stabilizzata con calore secco, si fà per ottenere la
formazione di nuovi ponti disolfuro con le catene polipeptidiche adiacenti. Queste
sono le condizioni che si verificano nella ondulazione permanente. Le sostanze
alcaline accelerano questo processo.
L’ ondulazione permanente si può ottenere anche a freddo con sostanze riducenti
che rompono i legami disolfuro, qualche volta però possono provocare problemi
alla capigliatura.
I processi della cheratinizzazione, in particolare quello della formazione dei peli,
sono regolati da ormoni, vitamine, fattori genetici e metabolici, ed è dimostrato
che un aumento della concentrazione degli ormoni androgeni determina la caduta
dei capelli.
I peli si definiscono con termini diversi a seconda delle regioni alle quali
appartengono: capelli, barba, ciclia, sopracciglia, vibrisse tragi, pubi, irci.
I capelli variano di lunghezza secondo le razze, il sesso, gli individui : sono più
lunghi nelle donne, più lunghi e più grossi nella razza gialla. I capelli biondi sono
più sottili e più folti dei capelli neri. Il colore dei capelli dipende dalla quantità di
pigmenti, dal loro rapporto e anche da altri fattori individuali.
Il pigmento granuloso è reponsabile del colore nero o castano, quello “diffuso” del
mogano o del rosso, i due pigmenti possono coesistere in questo caso il colore
dipenderà dal loro rapporto.
La densità dei capelli nella razza bianca è di circa 30 capelli per cm quadrato. Il
tipo di capigliatura ha molta importanza nella classificazione antrolpologica delle
razze umane, i capelli possono essere sottili ed ondulati, crespi o grossi e rigidi.
Composizione della cheratina dei capelli
Valina
Isoleucina
Leucina
Cisteina (14%)
Metionina
Fenilalanina
Prolina
Treonina
Acido aspartico
Acido glutammico(17%)
Arginina (10%)
Lisina
Istidina
Incanutimento dei capelli e dei peli
Di regola incanutiscono prima i capelli, poi la barba per ultimo il pube. Il
fenomeno inizia ad età variabile ed è legato a quello del rinnovamento, nel
senso che il pelo di nuova formazione non è più capace di elaborare
pigmento. Negli incanutimenti improvvisi per cause psichiche si può avere
anche la distruzione del pigmento. L’ incanutimento è dovuto all’ età ed è
collegato anche alla presenza negli interstizi delle strutture polari di aria, che vi
penetra per alterazione dovuta ad invecchiamento delle connessioni
impermeabilizzanti superficiali.
Rinnovamento e caduta dei capelli
Caduta e rinnovamento avvengono normalmente in modo dontinuo ed
accidentale. Il progredire dell’ età porta per atrofia dei follicoli unitamente all’
atrofia del derma e del sottocutaneo, ad un rallentamento progressivo dei
processi di rinnovamento fino ad un diradamento dei peli in tutte le aree
cutanee. Frequentemente anche in età giovanile, è la scomparsa dei peli in
aree più o meno estese del cuoio capelluto (calvizie).
GHIANDOLE SEBACEE
Sono associate ai follicoli piliferi secernono miscuglio di lipidi; formazione del
film lipidico superficiale dell’epidermide (pH circa 5)
Film formato da: trigliceridi, acidi grassi, esteri cerosi, squalene, steroli. Soggetti a
degradazione e perossidazione, con sviluppo odore corporeo.
Le ghiandole sebacee sono delle strutture piriformi costituite da una parete
secerente e da un breve canale escretore che si apre nel follicolo pilifero. Si trovano
su tutto il tegumento, tranne che nel palmo della mano e nella pianta del piede.
In massima parte si presentano come appendici dei follicoli piliferi nei quali si
aprono in numero di 1-3 per ogni follicolo. Esistono tuttavia ghiandole sebacee
libere, cioè senza rapporto coi follicoli piliferi, come nel foglietto interno del prepuzio,
nel glande, nelle piccole labbra, nell’ orlo esterno delle labbra. Esistono anche
follicoli piliferi senza ghiandole sebacee annesse.
Ghiandole di tipo OLOCRINO
La ghiandola sebacea è acinosa o alveolare di tipo olocrino, la parete adegli
alveoli è costituita da strati sovrapposti di cellule, quelle più esterne sono appiattite
e presentano di solito segni di proliferazione, le cellule situate internamente a
queste sono molto più grandi ed il loro citoplasma è trasformato in una rete nelle
cui maglie si trovano granuli di grasso, esse aumentano di volume cosicchè nel
lume dell’ acino prossimale al dotto escretore troviamo soltanto una massa di
frammenti cellulari e goccioline di materiale grasso (secrezione olocrina)
3Ghiandola apocrina
2Ghiandola olocrina
1Ghiandola merocrina
Ghiandole sudorifere sparse
Ghiandole sudorifere ascellar
E pube
Ghiandole sebacee
Gli acidi grassi del sebo sono per la maggior parte combinati con alcooli superiori e
col il colesterolo.
Composizione dei lipidi cutanei
Lipidi del Sebo % Epidermide %
Gliceridi
30–50
30–35
Acidi grassi 15–30
8–16
Esteri Cere 26–30
Squalene 12–20
Esteri Colesterolo 3.0–6.0
15–20
Colesterolo 1.5–2.5
20–25
L’ eliminazione dei prodotti di secrezione è determinata dalla presenza di fibre
muscolari liscie, i muscoli erettori dei peli, che dalla superficie della cute passano
obliquamente sotto la superficie esterna della ghiandola sebacea. Questi sono
innervati da fibre simpatiche. Quando le fibre muscolari si contraggono, i peli si
rizzano ed una certa quantità di sebo viene spremuta nel follicolo del pelo e quindi
sulla superficie cutanea circostante contribuendo a conferire ad essa la sua
caratteristica untuosità e morbidezza.
La secrezione sebacea è diversa nei vari distretti cutanei: è massima sulla
fronte, più attiva sul petto e sulla schiena e più scarsa sull’ addome e sugli arti.
A questa secrezione è dovuta quasi esclusivamente la parte lipidica del
mantello che riveste la cute e che in condizioni normali è costituito da una
emulsione in cui la fase continua è la parte grassa e la fase dispersa è
rappresentata da acqua (emulsione A/O)
La composizione dei lipidi della superficie è rappresentta da trigliceridi (30%)
acidi grassi liberi (10%) cere ed esteri del colesterolo (25%), squalene (17%) in
quantità minori si trovano digliceridi, monogliceridi, fosfolipidi. Il 3% di questi lipidi
è prodotto dall’ epidermide, ma il restante 97% è segreto dalle ghindole sebacee
che sintetizzano prevalentemente squalene e trigliceridi.
La ciclizzazione dello squalene porta al colesterolo che avviene nelle cellule dell’
epidermide. L’ ulteriore trasformazione dei lipidi è dovuta all’ azione della
flora presente sulla cute. I grassi residui intracellulari vengono demoliti
attraverso la normale via dell’ ossidazione con formazione di diacetil-Co A.
Talvolta il sebo prodotto dalle ghiandole sebacee può non essere
immediatamente eliminato e rimanere in situ: si produce allora un indurimento ed
un annerimento per apporto di materiale estraneo polverulento. E’ questa la
genesi dei punti neri cutanei, dovuti anche alla ipercheratosi dell’ orifizio sebaceo
o pilosebaceo.
GHIANDOLE SUDORIPARE ECCRINE
Associate al poro sudorale, diffuse su tutta la superficie cutanea, secernono
una soluzione acquosa (99%) a pH 5 contenente acidi organici, sali inorganici,
tracce di sostanze organiche azotate e di zuccheri. Secrezione controllata da
temperatura esterna, esercizio fisico, S.N.A.
Funzioni di questo tipo di sudorazione:
• termoregolazione
• eliminazione di tossine
• protezione da radiazioni
• mantenimento del pH acido cutaneo
GHIANDOLE SUDORIPARE APOCRINE
localizzate in regioni specifice,
associate al poro sudorale, le ghiandole
sudoripare apocrine, secernono un liquido lattiginoso contenente proteine,
lipoproteine, lipidi, saccaridi. La secrezione è controllata da stimoli sessuali,
emozioni e fattori ormonali degradazione dei componenti da batteri saprofiti,
sviluppo di sostanze a basso P.M., volatili e maleodoranti
Si tratta, in sostanza, di una particolare
modalità secretiva, che consiste nella perdita
dell'apice cellulare e nella sua espulsione
insieme al secreto. le ghiandole apocrine sono
localizzate in particolari regioni anatomiche,
soprattutto nel cavo ascellare, intorno alle
areole mammarie, nella regione pubica e a
livello del perineo (tratto di cute compreso tra
l'ano e gli organi genitali).
Mentre il secreto delle ghiandole sudoripare è
particolarmente fluido e trasparente, quello
delle ghiandole apocrine è viscoso, lattiginoso
e facilmente maleodorante.
Perspirazione
All’ attività delle ghiandole sudoripare
dobbiamo
la
cosiddetta
“perspirazio
sensibilis” o sudorazione.
E’ stato osservato che una persona normale,
con un metabolismo di 100 calorie, perde circa
36 grammi d’ acqua per ora, sia attraverso i
polmoni sia attraverso la pelle, ciò corrisponde
a circa 430 grammi attraverso la sudorazione
cutanea e ad un’ uguale quantità attraverso i
polmoni nelle 24h.
Nei climi più umidi, l’ eliminazione di acqua
può essere inferiore. Circa un quarto della
perdita totale attraverso la pelle si verifica,
attraverso le mani i piedi e le ascelle, che
perdono acqua ad una velocità 3 volte
superiore a quella di altre aree cutanee di
uguale superficie.
Esiste inoltre una Perspirazio insensibils, la quale ha luogo costantemente e
sembra che non sia dovuta ad una leggera sudorazione, ma al passaggio di
vapore acqueo per osmosi attraverso al pelle.
Sudore
Il sudore, costituito dal secreto delle ghiandole eccrine è il più diluito di tutti i
liquidi animali. Appena raccolto contiene frammenti epiteliali ed un po’ di sebo;
ha di solito reazione acida, ma il pH può variare da 4 a 8 a seconda nella misura
in cui l’ acido lattico è neutralizzato. Dalla sudorazione dipende essenzialmente
la fase acquosa dispersa del mantello idrolipidico che si indentifica strutturalmte
con il cosiddetto mantello acido idro-lipidico. Questo è una vera e propria entità
funzionale che con il suo pH acido ( da 4.2 a 5.6) stabilizzato dai tamponi
cutanei di superficie, contribuisce alla difesa contro i germi ed all’ equilibrio
morfo-funzionale degli strati sottili (soprattutto il corneo). Come si può osservare
dalla seguente tabella la composizione del sudore può variare notevolmente da
individuo ad individuo:
Acqua 99.7-99.2
Sodio 0.25
Solidi organici 0.03
Cloro 0.059
Potassio
Solfato
Acido lattico
Urea
Zucchero
ceneri
Nella sudorazione profusa un individuo può perdere fino a 10
grammi di NaCl in 3 ore.
La sudorazione è facilitata dal lavoro muscolare, in genere l’ inizio
della sudorazione coincide con l’ aumento della temperatura
corporea, proprio per un principio di termoregolazione.
Nelle ascelle dell’ uomo vi sono sia ghiandole eccrine sia
ghiandole apocrine. Il secreto di queste ultime differisce dal
sudore normale; è lattiginoso, contiene proteine ed ha un pH
meno acido, può emanare un odore peculiare e non viene escreto
continuamente.
L'odore tipico di sudore ascellare, estremamente sgradevole, pungente ed
acre, è il risultato di un'aumentata decomposizione del secreto apocrino,
operata dalla flora batterica che popola normalmente gli strati superficiali
della cute. Una sudorazione ascellare sgradevole è causata dall'esalazione di
composti butirrici (acidi grassi a corta catena), solfurei (mercaptani) e proteici
(ammine ed ammoniaca).
Una sudorazione ascellare diviene sovrabbondante (iperidrosi) e
maleodorante (bromidrosi) in alcune circostanze: è risaputo che le situazioni
di stress e le tensioni stimolano le ghiandole apocrine e sudoripare a produrre
massicce quantità di secreto apocrino e sudore. Ricordiamo, inoltre, che
l'attività di queste ghiandole è pesantemente influenzata anche da stimoli
ormonali: non a caso, la sudorazione ascellare dei ragazzini durante
la pubertà risulta particolarmente "nauseabonda". Da ultimo, un’ abbondante
e/o sgradevole sudorazione ascellare può essere legata ad alcune patologie
(es.
ipertiroidismo,
ipoglicemia,
depressione,
obesità)
ed
alla
somministrazione
di
certe
sostanze
(es.
farmaci
antidepressivi, termogenici, colinergici). Anche l'alimentazione, come vedremo,
può giocare un ruolo importante.
Nota Bene: molto spesso, l'eccessiva e maleodorante sudorazione ascellare
può riflettere una scarsa o inadeguata pulizia del corpo.
DEODORANTI
Per evitare la formazione di cattivi odori corporei, sul mercato esistono
svariati tipi di deodoranti, che possono essere classificati in:
deodoranti antimicrobici (batteriostatici e/o battericidi);
deodoranti antisudorali o antitraspiranti;
deodoranti antienzimatici;
deodoranti antiossidanti;
deodoranti adsorbenti;
deodoranti coprenti.
Allume di Rocca
1. Allume di rocca, allume crudo e allume di potassa sono tre termini
elementari, dall'eguale significato, che semplificano una più complessa
espressione scientifica "solfato doppio di alluminio e potassio dodecaidrato"
(formula chimica: KAl(SO4)2): stiamo parlando di un sale, composto con
alluminio e potassio, dell'acido solforico. Il termine allume di rocca deriva dal
luogo in cui gli antichi greci estraevano il minerale (Rochka).
Da pochi anni a questa parte, l'allume di rocca ha preso piede nelle
erboristerie e nelle profumerie come eccellente rimedio naturale al sudore,
nonostante il suo potere deodorante fosse noto sin dall'antichità.
In questa breve disquisizione analizzeremo la composizione dell'allume di
rocca, i suoi impieghi cosmetici e le sue proprietà benefiche.
Nel settore cosmetico-profumiero e naturale, l'allume di rocca viene
utilizzato come eccellente sostituto al classico deodorante ascellare:
applicato più volte su pelle accuratamente detersa, ancora umida, l'allume
di rocca esercita ottime proprietà deodoranti ed antibatteriche. Per il
medesimo scopo, l'applicazione dell'allume di rocca è consigliata anche per
ridurre il sudore ai piedi, riducendo - entro certi limiti - il cattivo odore.
Come
può
un
sale
esercitare
un'azione
deodorante?
In caso di sudorazione abbondante, l'allume di rocca riduce l'odore esalato
dal corpo esercitando un effetto antitraspirante: l'azione astringente che il
minerale espleta (eccellentemente) sulla pelle determina il blocco
(temporaneo) delle ghiandole sudoripare. L'elevato potere osmotico,
inoltre, induce la morte delle cellule batteriche.
Deodoranti e antitraspiranti
Il problema della sudorazione esiste fin dai tempi antichi , Gli Egizi sono stati i
primi ad introdurre i bagni profumati
I greci prima e successivamente i Romani , dopo aver preso contatto con i paesi
dell’ Oriente Mediterraneo divennero i più fervidi ed appassionati amatori dei
bagni profumati e medicati. Già al tempo di Ippocrate (V secolo a.c.) si sapeva
che certe sostanze allo stato di vapore traspiravano dalla pelle e
successivamente Galeno affermava che la traspirazione avveniva
continuamente ed uniformamente su tutta la superficie corporea e che quando in
particolari condizioni veniva aumentata, fuoriusciva sotto forma di liquido.
E’ molto importante sotto un profilo igienico, che a fuoriuscita del sudore sulla pelle
venga regolata e vengano evitati gli odori sgradevoli.
Questo si può ottenere con gli antitraspiranti, e con i deodoranti. Già il nome di
deodorante lascia intendere che il deodorante non influenza la formazione del
sudore, mane impedisce l’ odore, prodotto dalla decomposizione batterica. Gli
antitraspiranti invece ne limitano, più o meno intensamente, la formazione.
Prodotti deodoranti
Il sudore appena escreto è quasi inodore, il cattivo odore si sviluppa infatti
quando i batteri, generalmetne Gram positivi, presenti sulla superficie della pelle,
lo decompongono.
Il tipico odore di sudore ascellare, infatti si nota solo in presenza di batteri.
Nelle ascelle sono stati trovati un numero considerevole di batteri:
Micrococcus Pyogenes (varietà albus e aurens)
Corynebacterium
Aerobacter aerogenes
Sarcina Lutea
E altri
I prodotti antibatterici più usati nei deodoranti sono:
-le basi ammoniche quaternarie, l’ irgasan, il denolsulfonato di zinco, l’
actamer , l’ anbial , la triclorocarbanilide TCC, il diclorodimetilfenolo DCMX,.
-I Sali di alluminio, la triclorosalicilanilide.
Alcuni prodotti antibatterici hanno un ottimo potere di adesione alla pelle, e la
loro azione è più lunga.
Un ‘ applicazione del deodorante preparato con queste sostanze può essere
sufficiente per una giornata.
Anche antibiotici quali la tirotricina, gramicidina, neomicina, bacitracina ,
clorotetraciclina, sono prodotti attivi come deodoranti.
Gli antibiotici sviluppano però rapidamente fenomeni di resistenza!
Molti fattori influenzano l’ azione delle sostanze battericide:
-La quantità di batteri più è alto il numero di questi nella zona da trattare e
più elevata deve essere la concentrazione di sostanze
-la concentraizone del prodotto: in generale si può affermare che più alta
è laconcetraizone della sostanza deodorantee maggiore è l’ effeto del
deodorante stesso, sempre nei limiti della tossicità
-il sinergismo e l’ antagonismo. L’ antagonismo più essere di ordine
chimico, fisico, fisiologico. Un esempio di antagonismo chimico è dato
dalla inattivazione della formaldeide da parte dell’ ammoniaca; un
antagonismo fisico avviene quando una sostanza inibisce l’ azione delle
altre per competizione con una struttura o substrato cellulare; l’ antagonismo
fisologico si verifica quando due sostanze producono effetti opposti in favore
o contro la proliferazione batterica.
- La compatibilità chimica con gli altri componenti della formula deve
essere ben controllata per evitare perdita di attività nel tempo.
Prodotti antitraspiranti
L’ azione antitraspirante si può ottenere:
1) Con prodotti anticolinergici naturali o di sintesi che inibiscono la secrezione
delle ghiandole sudoripare . La loro azione è basata sul blocco delle sinapsi
colinergiche.
Sono stati fatti numerosi stidi nell’applicazione orale e topica di questi prodotti. I
prodotti più attivi sono risultati i derivati dell’ atropina e della scopolamina.
(atropa belladonna, anticolinergici).
Il bromidrato di benzoilscopolamina, alla dose del 0.025%, usato su un’ areea
limitata ed è molto attivo.
Questi prodoti vengono assorbiti rapidamente sulla cute.
Queste sostanze in alte dosi pià non permettono al sudore di fuoriuscire,
possono provocare ingorghi del sudore, e quindi fenomeni di infiammazione
anche gravi.
I Sali di alluminio , zirconio, terre rare, etc, hanno effetti astringenti molto
efficaci per eliminare la sudorazione.
Il meccanismo di azione di questi prodotti non è ancora del tutto chiarito.
Alcuni autori sostengono che i Sali di alluminio provocano coagulazione delle
proteine e che queste bloccando gli sbocchi dei canali sudoriferi limiterebbero
il flusso sudorale.
Si può affermare invece che i Sali di alluminio abbiano una triplice
azione:
1) limitano il flusso sudorifero dai pori della pelle,
2) agiscono da battericidi ,
3) complessano le sostanze volatili, rendendole non volatili.
Preparati dodoranti e traspiranti
I prodotti deodoranti antitraspiranti vengono usati in soluzione in stick, gels, polveri, saponi e
aerosol.
Liquidi:
I deodoranti e gli antitraspiranti liquidi in commetrcio sono in soluzione acquosa o idralcolica.
La sostanza attiva, ad esempio costituita da sali di alluminio, vengono aggiunte sostanze
antibatteriche e piccole quantità di glicerina, sorbitolo, e glicol propilenico.
Seil ph è troppo acido, si può aggiungere acetammide o urea.
Sono preparati molto ben tollerati dall’ epidermide.
Stick
La forma stick per la sua compattezza e manegevolezza, viene usata per i preparati
deodorantie antitraspiranti
La gelificazione di questi prodotti viene conferita dallo stearato di sodio che è solubile a
caldo nelle soluzioni idroalcooliche e per raffreddamento conferisce alla soluzione uno stato di
gel solido, stabile, trasparente.
Creme deodoranti
Sono emulsioni olio/acqua, con tensioattivi anionici.
Gels
L’ ossicloruro di alluminio con borace o acido borico, in soluzione idroalcolica
danno prodotti gelatinosi. Si possono aggiungere poi piccole quantità di
glicerina, sorbitoli, glicole propilenico che stabilizzano il gel.
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