Il giardino delle farfalle
I lepidotteri
 Lepidottero è termine che
deriva dal greco antico lepis,
che significa "squama", e
pteron, "ala".

Indica, tutti quegli insetti
(150.000 specie) che
possiedono quattro ali
membranose fittamente
ricoperte da minute squame
 ( 276 specie in italia).

Anche se artificiosamente, è
tradizione suddividere i
lepidotteri in due grandi
raggruppamenti: farfalle diurne
e farfalle notturne, o falene.
Thecla quercus
squame, scansione
elettronica 750x
Le farfalle
 Volano durante il giorno,
presentano antenne che
terminano con un
ingrossamento a forma di
clava (da cui il nome di
ropaloceri), mantengono
collegate le due ali dello
stesso lato del corpo grazie
ad un irrobustimento delle
nervature alla base delle
posteriori e, a riposo,
richiudono generalmente le ali
a libro sopra il torace
Anthocharis damone
Le falene
 Sono attive generalmente
nelle ore crepuscolari e
notturne, hanno antenne
dalle forme più svariate ma
mai clavate (da cui il nome
eteroceri), sono munite di
ciuffi di forti setole che
mantengono unite le ali di
ciascun lato del corpo che, a
riposo, vengono ripiegate,
generalmente, a tetto, in
modo da formare un
caratteristico triangolo.
Lemonia taraxaci
Il volo
 Il volo delle farfalle
avviene grazie alla
potente contrazione dei
muscoli del torace,
attività dipendente dalla
temperatura. E’ infatti
stato chiarito che
durante il volo le ali dei
lepidotteri non si
muovono solo dall’alto in
basso e viceversa, ma
disegnano una traiettoria
più complessa, a forma
di otto.
La velocità
 Per quanto riguarda la velocità, essa
dipende dalla forma delle ali e dalla
potenza della muscolatura. Il record è
detenuto dagli sfingidi, che possono
raggiungere i 50 km orari.
migrazioni

Prima di tutto: cosa si intende per
migrazione? Gli etologi la definiscono
come un movimento attivo e di
massa, orientato, ciclico, che comporta
un cambiamento temporaneo
dell’habitat della specie. Sono molti gli
animali, che mostrano uno spiccato
comportamento migratorio: pesci,
uccelli, mammiferi… e anche insetti.
Meno note, ma non meno spettacolari,
sono le migrazioni di molti lepidotteri,
sia diurni sia notturni. Le famiglie ove
questo fenomeno è più comune sono,
tra i ropaloceri, i pieridi, i danaidi, i
ninfalidi, i licenidi e gli esperidi, e, tra gli
eteroceri, gli sfingidi e i nottuidi.

Una ninfalide migratrice, cosmopolita e
comune anche alle nostre latitudini, è la
vanessa del cardo (Vanessa cardui).
Vanessa cardui
mimetismo
 Spesso gli animali, per
proteggersi dai predatori,
imitano nei colori l’ambiente
in cui vivono o si rendono
simili nell’aspetto ad un altro
animale. Questo fenomeno
generale prende il nome di
mimetismo.
 Tra i lepidotteri sono assai
comuni i casi di mimetismo
criptico, batesiano, mulleriano
e di atteggiamenti terrifici.
Mimetismo criptico
 Tra i lepidotteri sono assai
comuni i casi di mimetismo
criptico: le larve, le pupe o le
farfalle adulte hanno cioè la
capacità di essere "invisibili"
ai predatori possedendo
colorazioni simili a quelle
dominanti nell’ambiente o una
forma del corpo che possa
confondersi con strutture
naturali come pietre, steli di
piante o foglie, escrementi di
uccelli, e così via.
Anthocharis euphenoides
- pupa
Mimetismo batesiano

Esistono specie che, pur essendo
prive di sostanze repulsive, imitano in
tutto e per tutto livrea, aspetto e
comportamenti dei modelli protetti.
Sono dunque dei veri e propri mimi
che sfruttano le difese chimiche altrui
per sfuggire alla predazione. Questo
tipo di mimetismo è detto batesiano,
a ricordo di Bates che, nel 1862,
per primo studiò il mimetismo negli
insetti.E’ il caso, ad esempio, dei
lepidotteri sesidi (mimo) che imitano
tanto nei colori che nelle forme
generali del corpo api, vespe,
calabroni (modello), cioè altri insetti
con difese antipredatorie molto
potenti.
Paranthrene tabaniformis
(mimo) che imita l'aspetto di una
vespa (modello).
Mimetismo mulleriano



Appare chiaro il vantaggio, per le diverse
specie velenose, di possedere tutte gli
stessi disegni e colori: è capitato così che
nel corso dell’evoluzione siano stati
selezionati alcuni "modelli" principali a cui
le specie difese chimicamente si sono
rifatte. Questo fenomeno prende il nome di
mimetismo mulleriano, in onore dello
zoologo Muller che per primo, nel 1878, ne
ipotizzò la spiegazione.
Di solito le specie non commestibili
presentano livree dai colori accesi e
vistosi, detti aposematici o di avvertimento.
Un esempio può essere fornito dalle
zigene (genere Zygaena) che, capaci di
liberare acido cianidrico, istamina e
acetilcolina in quantità, risultando così
immangiabili agli uccelli, segnalano il
pericolo con la sgargiante colorazione
rossa e nera delle ali
Zygaena filipendulae
Atteggiamenti terrifici


A volte vengono imitati altri
animali di per sé pericolosi: così
alcuni bruchi presentano forma e
colorazioni tali da ricordare dei
piccoli serpenti, e se disturbati ne
imitano addirittura le posture
d’attacco. Oppure, sono
moltissime le specie di farfalle sia
diurne (ad esempio i satiridi) sia
notturne con ali ornate di grossi
ocelli colorati.
Gli ocelli vengono mostrati
all’improvviso in caso di
pericolo: Si pensa che i disegni
imitino i grandi occhi degli uccelli
rapaci, riuscendo in tal modo a
spaventare e mettere in fuga
l’aggressore
Saturnia pyri
La vita della farfalla: uovo
 Le farfalle, durante lo
sviluppo, subiscono un
processo di metamorfosi che
comprende, oltre all'uovo, tre
stadi: larva, pupa e immagine
o insetto adulto. Questi stadi
sono tra loro profondamente
diversi, dato che il passaggio
dall’uno all’altro presuppone
un totale riarrangiamento del
corpo dell’individuo.
 La metamorfosi è detta quindi
completa e le farfalle sono
annoverate tra gli insetti
olometaboli.
Papilio machaon
La larva o bruco



La larva o bruco è una fase del
ciclo vitale dei lepidotteri
essenzialmente deputata alla
nutrizione e all’accrescimento.
Comunemente lo stadio larvale si
protrae per 20 - 30 giorni.
Particolare è il caso di quelle
specie adattate a superare i
periodi critici (rigori invernali,
siccità estive, scarsità di
nutrimento) in diapausa allo
stadio di bruco: l’attività e la
crescita cessano, e in questo
stato di vita latente la larva può
trascorrere anche parecchi mesi.
si riconoscono un capo e un
tronco, costituito a sua volta da
torace e addome
Papilio machaon
La vita della farfalla: Pupa



In generale si può dire che la pupa è uno stadio
del ciclo vitale delle farfalle caratterizzato dalla
immobilità esteriore e, nel contempo, da
complessi fenomeni di riarrangiamento interno,
che sostituiscono e trasformano i tessuti e gli
organi larvali nelle strutture tipiche dell’insetto
adulto, pronto allo sfarfallamento.
Solo dopo aver scelto un luogo ben riparato ove
impuparsi (la fenditura di una corteccia, una
piccola nicchia sotto un sasso, una foglia
accartocciata) il bruco maturo effettua l’ultima
muta, che lo condurrà allo stadio di pupa o
crisalide, dalla caratteristica anatomia.
il bruco può costruirsi un bozzolo in cui trascorrere
la ninfosi oppure cingersi a livello del torace con
vere e proprie cinture per ancorarsi agli steli
d’erba, o ancòra filare dei piccoli batuffoli da
fissare ad un supporto a cui poi appendersi a
testa in giù mediante il cremaster, una particolare
struttura dell’estremità addominale della crisalide
dotata di spine e minutissimi uncini
Papilio machaon
Immagine o adulto

Non possedendo uno scheletro
interno, il corpo dei lepidotteri è
sorretto da un robusto
rivestimento esterno
(l’esoscheletro) costituito da una
cuticola chitinosa pluristratificata.
L'anatomia interna è in genere
simile. Le farfalle, come tutti gli
insetti, sono organismi
metamerici, cioè con il corpo
formato da una successione di
segmenti simili tra loro, detti
metameri. Essi possono essere
riuniti in tre differenti regioni
anatomiche: il capo, il torace e
l’addome
Papilio machaon
Apparato boccale


L’apparato boccale dei lepidotteri adulti
è di tipo succhiatore, a differenza delle
larve che ne posseggono uno di tipo
masticatorio. Assumono invece grande
importanza le galee, cioè i lobi distali
delle mascelle, che si allungano e si
accollano l’un l’altro a formare una
sorta di tubicino, la spiritromba o
proboscide
Con questa vera e propria "cannuccia",
che a riposo viene tenuta avvolta a
spirale sotto il capo, i lepidotteri
suggono il nettare dei fiori, il succo
della frutta matura, l’acqua, i liquidi
prodotti da sostanze in
decomposizione, la linfa di molte piante.
In alcune famiglie di falene la
spiritromba può modificarsi o ridursi
sino all’atrofia: e in questo caso l’adulto
non si alimenta, la sua vita riducendosi
a poche ore. Viceversa, gli sfingidi sono
noti per possedere una proboscide
lunghissima (in alcune specie può
arrivare a 30 cm.!), con la quale sono in
grado di raggiungere il nettare nel
fondo dei calici dei fiori.
la spiritromba
Jacques Henry Fabre


Jacques Henry Fabre, 1823 - 1915, entomologo dilettante, osservatore
inimitabile secondo Charles Darwin, premiato dall'Accademia di Francia
solo all'ottantasettesimo anno.... "La Pavonia è farfalla solo per prolificare.
La nutrizione le è sconosciuta. Mentre tanti altri suoi giocondi conviventi
volano di fiore in fiore, agitando il loro succhiatoio e immergendolo nelle
dolci corolle, essa - incomparabile digiunatrice - libera completamente
dalla servitù dello stomaco, non si ristora mai. I suoi organi orali sono
appena abbozzati, dei veri simulacri e non degli utensili che possano
funzionare. Nemmeno una succhiata entra nel suo stomaco; prerogativa
magnifica, se non implicasse una vita breve. Per evitare che la lampada
si estingua, è pure necessario aggiungervi una goccia d'olio. La Pavonia
vi rinuncia, ma deve rinunciare anche a una lunga esistenza. Due o tre
sere, il tempo necessario ad un convegno d'amore, e poi basta: il
farfallone ha vissuto." ...
Fabre, J. H. - 1927 - I costumi degli insetti. Ricordi entomologici, seconda
edizione, R. Bempord & F.° Editori, Firenze, pag. 173.
Macaone
 Papilio machaonLinné 1758Lunghezza ala anteriore
32-45 mm.Maschio - Ibrido Femmina - Rovescio - Ibrido Distribuzione in Italia: tutta
Italia comprese le isole.
Habitat: Specie termofila si
rinviene nei prati dal livello del
mare al piano montano fino a
circa 2500 metri s.l.m.
Generazioni annuali: Tre con
sfarfallamenti in aprilemaggio, giugno-luglio e
agosto-settembre.
Piante nutrici
Daucus carota-
Foeniculum vulgare –
Pastinaca sativa –
Ruta graveolens
Podalirio
 Iphiclides podaliriusLinné –
1758
 Lunghezza ala anteriore 3243 mm.Maschio - Femmina Distribuzione in Italia: tutta
Italia esclusa la Sardegna.
Habitat: Specie mesofila, si
rinviene nei prati e nelle
radure dal livello del mare al
piano montano fino a circa
1600 metri s.l.m. Generazioni
annuali: Tre con sfarfallamenti
in aprile-maggio, giugno-luglio
e agosto-settembre
maschio
femmina
Piante nutrici
Prunusspinosa
Crataegus monogyna
Pyrus pyraster
Polissena
 Zerynthia polyxenaDenis &
Schiffermüller 1775Lunghezza ala anteriore
23-31 mm.
 Distribuzione in Italia: tutta
Italia tranne la Sardegna e
l'isola d'Elba.
 Habitat: Specie mesofila si
rinviene nei prati e nelle
radure del piano basale fino a
circa 1000 metri s.l.m.
 Generazioni annuali: Una
sola con sfarfallamenti in
aprile-maggio.
Piante nutrici
Aristolochia rotunda
Aristolochia pallida
Aristolochia longa
Note: inserita nell’elenco delle
specie europee minacciate di
estinzione (dir CEE 92/43)
Vanessa io - occhio di
pavone
 Inachis io Linné – 1758
 Lunghezza ala anteriore 2732 mm
 Distribuzione in Italia: Tutta
Italia isole comprese.
 Habitat: Specie euricora con
tendenze migratrici, frequenta
ogni tipo di ambiente dal
piano basale a quello
montano fino a circa 2500
metri s.l.m.
 Generazioni annuali: Una
sola con sfarfallamento degli
adulti in giugno-luglio.
Piante nutrici
Urtica dioica
Humulus lupulus
Vanessa atalanta





Vanessa atalanta Linné – 1758
Lunghezza ala anteriore 27-33
mm.
Distribuzione in Italia: Tutta Italia
isole comprese.
Habitat: Specie euricora con
tendenze migratrici, frequenta
ogni tipo di ambiente dal piano
basale a quello montano fino a
circa 2000 metri s.l.m.
Generazioni annuali: Due, con
sfarfallamento degli adulti in
giugno-luglio e settembreottobre.
Piante nutrici
Urtica
dioicaParietaria
officinalisParietaria
diffusa
Vanessa del cardo





Vanessa cardui Linné – 1758
Lunghezza ala anteriore 26-33
mm.
Distribuzione in Italia: Tutta Italia
isole comprese.
Habitat: Specie migratrice,
frequenta ogni tipo di ambiente
dal piano basale a quello
montano fino a oltre 2000 metri
s.l.m.
Generazioni annuali: Gli individui
migranti che raggiungono la
nostra regione si riproducono in
genere due volte, dando luogo
ad adulti in giugno-luglio e
settembre-ottobre
Piante nutrici
Cirsium vulgare
Urtica dioica
Symphytum tuberosum
Vanessa dell’Ortica
 Aglais urticae Linné – 1758
 Lunghezza ala anteriore 2227 mm. –
 Distribuzione in Italia: Tutta
Italia esclusa la Sardegna.
 Habitat: Specie euricora con
tendenze migratorie si
rinviene in diversi ambienti
dal piano basale a quello
montano fino a oltre 3000
metri s.l.m.
 Generazioni annuali: Una
sola con sfarfallamento degli
adulti da giugno ad agosto.
Piante nutrici
Urtica dioica
Pafia
 Argynnis paphia Linné – 1758
 Lunghezza ala anteriore 3036 mm
 Distribuzione in Italia: Tutta
Italia isole comprese. Habitat:
Specie sciafila, frequenta i
margini dei boschi e le radure
dal piano basale a quello
montano fino a circa 1800
metri s.l.m.
 Generazioni annuali: Una
sola con sfarfallamento degli
adulti in giugno-luglio.
Piante nutrici
Viola reichenbachiana
Viola canina
Icaro
 Polyommatus icarus
Rottemburg – 1775
 Lunghezza ala anteriore 1317 mm.
 Distribuzione in Italia: Tutta
Italia isole comprese.
 Habitat: Specie euricora, si
rinviene in ogni tipo di
ambiente dalla pianura al
piano montano fino a circa
2200 metri s.l.m.
 Generazioni annuali: Due
con sfarfallamento degli adulti
in maggio-giugno e agostosettembre.
Piante nutrici
Medicago sativa
Lotus corniculatus
Melilotus officinalis
Ononis spinosa
Trifolium repens
Cedronella
 Gonepteryx rhamni Linné –
1758
 Lunghezza ala anteriore 2733 mm.
 Distribuzione in Italia: Tutta
Italia, isole comprese.
 Habitat: Margini dei boschi,
radure e cespuglieti dal livello
del mare al piano montano
fino a oltre 2000 metri s.l.m.
 Generazioni annuali: Una con
sfarfallamento degli adulti in
giugno-luglio e una seconda
parziale in agosto-settembre.
Piante nutrici
Rhamnus catharticus
Rhamnus alaternus
Frangula alnus