Michele A. Cortelazzo
Lineamenti di italiano contemporaneo
Master in Comunicazione delle scienze
a.a. 2015/16
Michele A. Cortelazzo
Lineamenti di italiano contemporaneo
Il docente
Michele Cortelazzo (Padova 1952) è Professore ordinario di
Linguistica italiana nel Dipartimento di Studi linguistici e
letterari dell′università di Padova. Insegna anche all'Università
di Rijeka (Fiume). Ha insegnato nelle università di
Saarbrücken, Innsbruck, Venezia, Trieste e Ferrara.
Il nucleo fondamentale delle sue ricerche riguarda l′italiano
contemporaneo e le lingue speciali (linguaggio medico,
linguaggio scientifico, linguaggio giuridico). In particolare, si è
occupato di semplificazione del linguaggio amministrativo,
modernizzazione del linguaggio giuridico, analisi del
linguaggio istituzionale-politico.
Accademico corrispondente dell'Accademia della Crusca.
Delegato del Rettore dell'Università di Padova per la
Comunicazione istituzionale
I suoi siti: www.cortmic.eu
www.cortmic.myblog.it
www.facebook.com/SentieriDellaLingua
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PROGRAMMA
Obiettivi
Il corso si pone due obiettivi:
• un obiettivo conoscitivo, che riguarda la
definizione delle caratteristiche dell'italiano
scientifico (in rapporto all'italiano comune)
• un obiettivo operativo, che consiste
nell'analisi
linguistica
di
prodotti
di
divulgazione scientifica (e, se possibile, nella
produzione collettiva di un testo).
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PROGRAMMA
Contenuti
Italiano contemporaneo: i parlanti, i domini, il repertorio
Il linguaggio scientifico come lingua speciale: precisione,
concatenazione, deagentivizzazione, condensazione.
Analisi linguistica di testi scientifici (articoli in italiano,
testi divulgativi).
Scrivere progetti (analisi di progetti, riflessioni su
struttura e modelli, analisi linguistica, eventuale
redazione di un piccolo progetto didattico a gruppi).
Valutazione del lavoro e conclusioni
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PROGRAMMA
Riferimento bibliografico di base
Cortelazzo M. A., 2011, Scienza, lingua della, in
Enciclopedia dell'italiano, diretta da Raffaele
Simone, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,
pp. 1281-1283
In rete:
http://www.treccani.it/enciclopedia/lingua-dellascienza_%28Enciclopedia_dell%27Italiano%29/
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PROGRAMMA
Riferimento bibliografico generale
Cortelazzo M. A., 1990, Lingue speciali. La
dimensione verticale, Padova, Unipress
In rete:
www.cortmic.eu/LS.pdf
Riccardo Gualdo, Stefano Telve, Linguaggi
specialistici dell'italiano, Roma, Carocci, 2011
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PENSATE CHE
• in uno scritto tecnico-scientifico contano i fatti
• un testo tecnico-scientifico è sempre difficile
perché tratta di contenuti difficili
• in uno scritto tecnico-scientifico lo stile non
conta
• scrivere è un'abilità innata posseduta solo da
alcuni
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IN REALTÀ
• in uno scritto tecnico-scientifico i fatti sono
fondamentali, ma non bastano
• un contenuto, per quanto difficile, può essere
sempre esposto in forma chiara; anzi, più
difficile è il contenuto, più importante è
scrivere chiaramente
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Lineamenti di italiano contemporaneo
IN REALTÀ
• lo stile è fondamentale anche in un testo
tecnico-scientifico, se per stile intendiamo la
capacità di essere il più possibile chiari,
concisi, precisi. Scrivere testi tecnicoscientifici è certamente diverso dallo scrivere
testi creativi,
o dallo scrivere temi: ciò
significa che lo stile è diverso, non che manca
lo stile.
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IN REALTÀ
• Scrivere è un'arte; ma come tutte le arti è
fatta di una tecnica. C'è chi la possiede come
dote naturale; ma anche chi non la possiede
può impararla.
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Quanti italiani parlavano italiano nel 1861?
De Mauro
2,50%
Castellani
8,77%
Tullio De Mauro, Storia linguistica dell’Italia unita, Bari-Roma, Laterza, 1963
Arrigo Castellani, Quanti erano gli italofoni nel 1861?, “Studi linguistici
italiani” N.S. I, 1982, pp. 3-26.
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Quanti italiani non parlano italiano oggi?
Parlano solo o prevalentemente dialetto con estranei
1987/88
13,9%
1995
6,9%
2000
6,8%
2006
5,4%
Fonte: indagini multiscopo ISTAT
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Domini dell’italiano
Il risultato è che quando si apre un dizionario nomenclatore come il
Duden italiano, per sapere come si chiamano quelle cordicelle di cui
stiamo parlando ora, ci si trovano i lacci, i legacci, i lacci(u)oli, le
stringhe, e questa volta la confusione va a tutta lode della minuzia del
compilatore, a cui si può solo rimproverare di aver dimenticato i
laccetti e gli aghetti.
[…]
In conclusione, noi abbiamo oggi un vocabolario nazionale per
discutere dell’immortalità dell’anima, per esaltar il valor civile, per
descrivere un tramonto, per sciogliere il lamento su un amore perduto,
ma non abbiamo un vocabolario comunemente accettato ed univoco
per parlare delle mille piccole cose della vita di tutti i giorni, quali sono
appunto le stringhe delle scarpe.
Fonte: Emilio Peruzzi, Una lingua per gli italiani, Torino, ERI, 1967, pp. 13-14.
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Tendenze di ristandardizzazione
Pronomi
1. Te in funzione di soggetto (Questo lo dici te). [SS]
2. Lui, lei, loro in funzione di soggetti (Lui ha detto proprio questo, Non è detto che lei sia
d’accordo, Loro non sono venuti). [NS]
3. Lui, lei, loro riferiti a cose (L’automobile anche lei fa quello che può con queste salite). [NS-SS]
4. Gli per ‘a lei’ (Ho visto Maria e gli ho detto di venire anche lei). [SS]
5. Gli per ‘a loro’, maschile e femminile (Ho visto quelli della III B e gli ho detto di venire anche
loro). [NS]
6. Declino di loro come allocutivo di cortesia (Loro si rendono conto per Voi vi rendete conto). [NS]
7. Dimostrativi usati come pronomi personali, spesso con una sfumatura negativa (Ora questo mi
si presenta, e cosa gli dico?, Quelli non ne vogliono sapere). [NS]
8. Forme rafforzate questo qui, quello lì (Se continua a tenere quell’atteggiamento lì, fa poca
strada). [NS-SS]
9. Forme ‘sto, ‘sta, ecc., per ‘questo’, ‘questa’ (E così c’è ‘sto problema del rimborso). [SS]
10. Niente usato come aggettivo (Niente scherzi, mi raccomando!). [NS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Tempi e modi verbali
11. Presente indicativo per il futuro (Stasera danno un film giallo; Dove vai per Pasqua?; Mi laureo
fra due anni).[NS]
12. Presente per il passato (presente storico vivace) (Si mette lì in fila, e chi si trova davanti?).
[NS-SS]
13. Passato prossimo invece del passato remoto nelle narrazioni storiche (Nel 1968 il sindacato
ha condotto delle lotte molto dure; Renzo e Lucia alla fine si sono ritrovati dopo molte peripezie).
[NS-SS]
14. Passato prossimo per futuro anteriore (Quando ho finito il servizio civile mi metto a cercare
lavoro, Dopo che il Parlamento ha approvato la finanziaria forse si apre la crisi di governo). [NSSS]
15. Imperfetto attenuativo di cortesia (Volevo dirti un’altra cosa). [NS]
16. Imperfetto per il condizionale nelle ipotetiche dell’irrealtà (Se me lo dicevi in tempo, ti potevo
dare una mano). [NS-SS]
17. Imperfetto per il futuro nel passato (Ha detto che veniva domani). [NS-SS]
18. Imperfetto per significare intenzione e previsione (Partiva stasera). [NS-SS]
19. Indicativo al posto del congiuntivo in proposizioni dipendenti (Non dico che hai torto; Gli chiesi
se poteva aiutarmi). Per le ipotetiche dell’irrealtà con doppio imperfetto indicativo, vedi il tratto 16.
[NS-SS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Preposizioni e particelle avverbiali
20. Preposizioni + articoli partitivi (Sul tavolo c’è un bicchiere con del latte). [NS-SS]
21. Gli per ‘ci’ locativo, ipercorrettivo da ci italiano popolare per ‘gli’: Ce lo dico io (Non portarglielo
il bambino
Posizione dei clitici
22. Risalita del clitico con verbi modali (Non ci posso credere invece di Non posso crederci; Ora te
lo posso dire; Non ti voglio far perdere tempo; Lo devo incontrare). [NS]
23. Risalita lunga dei clitico in complessi verbali (Ci continuano a far aspettare; La sto cercando di
rintracciare). [SS]
Fenomeni di tematizzazione
24. Frase segmentata (Il giornale non l’ho ancora letto; Le conosco bene, queste situazioni; Lo so
che non è vero). [NS]
25. Anacoluto o tema pendente (L’ingegner Bertocchi, non ne voglio più sentir parlare; I figli, ci
pensa lei). [SS]
26. Frase scissa (Sono io che lo chiedo a te; È Giovanna che si è tirata indietro; È per amicizia
che ti ha fatto questa proposta; Quand’è che ci vieni a trovare?; Chi è che deve prendere il suo
posto?; Com’è che non ti sei più fatto vivo?; Non è che ce l’hai con me, per caso?). [NS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Che polivalente
27. Con valore temporale (Il giorno che ci siamo conosciuti; Mi sono alzato che era ancora notte),
finale (Vieni, che te lo spiego) consecutivo o causale, o di subordinazione generica. [NS]
28. Che in frase scissa: vedi sopra il tratto 26. [NS]
29. Nessi dichiarativi (il fatto che, ecc.) ridotti al solo che (Tieni conto che abbiamo poco tempo).
[NS]
Posizione dei clitici
30. Che invariabile + clitico di ripresa (È un gatto che non gli piace la carne; Il problema del
conflitto di interessi è un problema che non se ne esce). [NS-SS]
31. Che invariabile senza clitico di ripresa (Ho un amico che la madre lavora alla Asl; È un’azienda
che i dipendenti non si trovano bene). A volte poco distinguibile dal che congiunzione polivalente
del tratto 27. [SS]
32. Di cui, a cui, ecc. + clitico di ripresa (È proprio questo di cui non posso farmene carico). [SS]
33. Cosa interrogativo invece di che, che cosa (Cosa sei venuta a fare? ). [SS]
34. Che + aggettivo (Che bello!; Che simpatico Guido!). [NS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Concordanze a senso
35. Concordanza a senso di verbo plurale con soggetto collettivo + complemento di specificazione
(Una decina di sciatori rimasero bloccati dalla bufera). [NS]
36. Concordanza a senso di verbo plurale con soggetto collettivo (La gente muoiono). [SS]
37. Riprese anaforiche a senso di verbo plurale con soggetto collettivo: come i tratti 35 e 36. [NSSS]
38. Concordanza del verbo con la persona del soggetto logico (Io sono uno che mi alzo presto; Voi
siete dei giudici che non perdonate). [NS-SS]
39. Mancata concordanza dei verbo con soggetti posposti che rappresentano il nuovo (Non c’è
problemi; Ci vorrebbe degli strumenti adatti). [SS]
Altre costruzioni
40. Costruzioni pronominali affettive (Ci prendiamo un tè; Stasera mi guardo la partita; Fatti una
bella dormita; La vacanza non me la sono goduta per niente). [NS]
41. Costrutti vari di senso impersonale: terza persona al plurale senza soggetto espresso
(Finalmente hanno ridato la luce; Dicono che sarà un’estate tropicale); soggetto indefinito uno
(Capita sempre quando uno non se l’aspetta) o il tu generico (Tu credi di aver finito, e ti danno
dell’altro lavoro da fare). [NS]
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Tendenze di ristandardizzazione
Lessico
42. Affatto e assolutamente usati con significato negativo, specialmente nelle risposte (Te la sei
presa? Assolutamente!). [SS]
43. Si capisce usato con significato di ‘è ovvio’, ‘è sottinteso’, ‘certamente’ (Si capisce che questi
prezzi poi vanno scontati). [NS]
44. Quello che è..., quelli che sono... come riempitivo (Veniamo ora a quelli che sono gli sviluppi
della situazione). [NS-SS]
45. Mi sa usato con significato di ‘mi sembra’, ‘ho l’impressione’, ‘penso’ (Mi sa che non viene più).
[NS-SS]
46. Si vede che usato con significato di ‘è chiaro’, ‘evidentemente’ (Non è ancora arrivato, si vede
che ha trovato traffico). [NS]
47. Ci vuole, ci vogliono usato con significato di ‘occorre’, ‘occorrono’ (Ci vuole pazienza; Ci
vogliono certi requisiti). [NS]
48. Lo stesso usato con significato di ‘ugualmente’ (Ci sono andato lo stesso). [NS]
49. Se no, sennò usato con significato di ‘altrimenti’ (Bisogna ridurre i costi, se no salta tutto il
bilancio). [NS]
50. Per forza usato con significato di ‘obbligatoriamente’, ‘necessariamente’ (Con questo costo del
denaro, l’inflazione deve scendere per forza). [NS]
51. Solo che usato con significato di ‘tuttavia’, ‘però’ (Hai ragione, solo che io non ti posso aiutare).
[NS]