Corso base di Visualizzazione Introduzione di Stefano Calamita UN UOMO E’ CIO' CHE PENSA All’inizio della Bibbia. (Lett. Come un uomo pensa cos egli ) IL DOMINIO SUI PENSIERI CONFERISCE DOMINIO SUL CORPO E SULLA VITA Gautama Buddha E se imparassimo a pensare nella maniera corretta al fine di poter raggiungere tutti i nostri obiettivi e quindi rendere migliore la nostra vita e quella degli altri ? E = mc2 Per la fisica moderna : la materia intercambiabile con l’energia. Nel 1905 Einstein partor la Teoria Speciale e nel 1915 la Teoria Generale della Relativit. Le sue concezioni rivoluzionarie frastorneranno prima, e cambieranno poi, la concezione dello spazio e del tempo e ...non solo di questi...! Einstein, scopr che lo spazio non tridimensionale, che il tempo non lineare, e che lo spazio e il tempo non sono entit separate; al contrario essi sono integrati in un continuum a quattro dimensioni chiamato spazio-tempo. Il cosmo intero quindi percepito alla luce delle nuove scoperte come un campo continuo di densit variabile, e non come una serie di entit separate fra loro da spazi vuoti. L’astronomo inglese James Jeans gi sessant’anni fa, prima che avvenissero ulteriori importanti scoperte, disse: "L’universo dei fisici moderni assomiglia molto pi ad un "grande pensiero" che ad una gigantesca supermacchina". Cos ai giorni nostri possiamo, grazie al contributo di studiosi del calibro di : Karl Schwarzschild (Curvatura dello spazio), Sir Artur Eddington (Dimostrazione della teoria della relatività di Einstein, 1930), Louis De Broglie (Le particelle atomiche sono anche onde: la nostra casa, la sedia sulla quale siamo seduti, gli alimenti che ingeriamo, noi stessi; non siamo niente più che onde, onde molto complesse naturalmente, la somma delle onde individuali che rappresentano tutte le particelle atomiche del nostro corpo, ma comunque sempre un’onda dall’inizio alla fine. Concetto trascendentale che va a rivalutare l’idea non soltanto di un universo le cui parti si trovino interconnesse tra loro, ma anche quei vecchi paradigmi che la filosofia tradizionale dell’Oriente da sempre sostiene e che rapporta l’uomo al resto della creazione : noi esseri umani non siamo quindi che ...onde..!! ), Erwin Schrodinger (Forma matematica alle onde enunciate da Louis De Broglie: ideò anche il celebre esperimento di fisica quantistica chiamato appunto Il gatto di Schrodinger), John Bell ( Fisico irlandese del C.E.R.N. famoso per le considerazioni sul "realismo locale"), Alan Aspect ( Il fisico francese che dimostrò, con il famoso esperimento iniziato nel 1975 e conclusosi nel 1981 relativo a coppie di fotoni gemelli polarizzate, che l’informazione può viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce; a questo punto prende corpo concretamente grazie alle scoperte della fisica quantistica l’ipotesi più volte segnalata da autori di filosofia orientale: tutta la materia dell’universo, esseri umani compresi, sono uniti da misterioso vincolo immateriale ed istantaneo), John Wheeler (Nel 1979 in occasione della commemorazione del centenario della nascita di Einstein a Princeton: "Quello che chiamiamo mondo reale, per esistere, deve sperare di avere esseri coscienti che lo possano osservare") ( Per chi ha letto Castaneda : "Il mondo è in un modo o nell’altro perché siamo noi a dire a noi stessi che questa è la sua forma - diceva don Juan al suo discepolo Carlos Castaneda - Se smettiamo di dire che il mondo è così o cosà, il mondo smette di essere così o cosà"), Richard Feynmann (Per un fotone energetico che incontra un elettrone non c’è alcuna differenza tra viaggiare... nel futuro e viaggiare... nel passato...!!), David Bohm ( Teoria dell’ "ordine implicato": a livello profondo, infinitesimamente piccolo, tutto è in connessione diretta è un tutt’uno non spezzato che nega la concezione classica che credeva nella possibilità di effettuare un’analisi del mondo nelle sue parti separate ed indipendenti, inoltre mente e materia non sono cose distinte e separate, infatti le onde che compongono la materia penetrano attraverso i sensi, nella materia del nostro cervello che ha anch’esso una struttura ondulatoria. Entrambi i treni d’onda si combinano formando un modello di interferenza, fondendosi nella totalità di un ologramma. Infatti il paradigma di Bohm si spiega facilmente facendo ricorso ai modelli di interferenza degli ologrammi), ed altri, guardare la realt e la nostra esistenza in un modo completamente nuovo, ma soprattutto : possiamo intervenire per modificarla a nostro piacimento. IMPARIAMO A PENSARE OSSIA IMPARIAMO A VISUALIZZARE Un apporto importante che completa e potenzia l’azione del pensiero la visualizzazione. Visualizzare significa vedere, ricordare mentalmente, configurare una cosa, persona, scena o situazione senza l’uso del nostro occhio fisico e senza avere davanti a s materialmente l’oggetto visualizzato. Anzi non occorre necessariamente averlo visto: la visualizzazione pu essere una creazione completamente nostra, modificabile in qualunque momento, (alterazione in maniera creativa dei dati base memorizzati). Molti individui non credono di saper visualizzare, eppure chiaro che nessuno di noi in grado di compiere l’attivit pi semplice senza visualizzare: infatti appare evidente che tutti visualizzano perch tutti hanno una memoria; purtroppo spesso abbiamo la tendenza a complicare anche questo processo del tutto naturale. E’ anche chiaro che c’ gente pi abile di altri nella visualizzazione grazie ad una approfondita educazione mentale appresa col tempo come ad esempio accade agli artisti (scultori, pittori, etc.) che hanno sviluppato l’arte della visualizzazione mediante la continua osservazione di oggetti, necessit dovuta al loro lavoro; oppure come soggetti che hanno questa facolt innata, e che involontariamente, inconsciamente, l’hanno sviluppata e potenziata col tempo e grazie alla quale in larga parte dovuto il loro successo nella vita, negli affari, nello sport ecc., o anche come succede agli operatori dell’occulto seri, (pochissimi per la verit..) che mediante rituali pi o meno fantasiosi hanno imparato a visualizzare e concentrare il pensiero. Abbiamo gi accennato agli ultimi studi scientifici i quali confermano che per meglio comprendere il funzionamento del cervello bisogna rapportarsi alle tecniche olografiche. (vedi studi Dott. Carl Pribram della Stanford University : il cervello memorizza le stesse informazioni fondamentali in diverse cellule multiple, e non come si credeva che ogni dato venisse memorizzato solo in uno specifico neurone). L’arte della visualizzazione, quindi, assomiglia per molti aspetti alla tecnica olografica. Affinch l’immagine visiva si avvicini il pi possibile ad un perfetto ologramma, occorre che i suoi dettagli e particolari siano completi. C’ bisogno dunque di incrementare il numero di particolari delle informazioni inserite originariamente nel cervello: pi sono i dati, i dettagli e i punti di vista, PIU’ FORTE RISULTERA’ L’IMMAGINE MENTALE. Per far ci occorre migliorare la capacit di osservazione: aumentando le prospettive e i punti di riferimento, aggiungendo dunque dettagli e possibile ottimizzare la visualizzazione. Per riprodurre una immagine mentale dobbiamo compiere un passo indietro e osservare come la mente memorizza: infatti necessario ricordare che la memorizzazione una esperienza che racchiude elementi fisici e mentali: LA VISTA I SUONI GLI ODORI IL TATTO I SAPORI LE EMOZIONI I SENTIMENTI pertanto, non viene memorizzato solo il ricordo visivo ma tutta l’esperienza, comprese le sensazioni del momento. La visualizzazione o programmazione mentale o anche interiorizzazione olografica quindi dipende semplicemente dalla: QUALITA’ DEI DATI INSERITI Come nel campo dell’elaborazione dei dati informatici non importante il numero di volte che inserite i dati stessi ma la qualit dell’inserimento che deve essere eseguito in maniera perfetta, cos avviene nella visualizzazione. Appare chiaro che per creare un modello di visualizzazione corretto indispensabile utilizzare ed interiorizzare mentalmente un’immagine avvalendosi dell’apporto di tutti i nostri sensi : L’olfatto - gli odori e gli aromi cambiano frequentemente anche da un momento all’altro: gli ambienti esterni possono sapere di mare, di erba appena tagliata, del profumo silvestre degli aghi di pino o anche di ...una discarica urbana! Il tatto - un oggetto pu essere caldo, freddo, liscio, ruvido, pu anche dare sensazioni diverse (accarezzare ad occhi chiusi il seno di una bella donna da sicuramente sensazioni diverse dall’accarezzare sempre ad occhi chiusi il dorso di un topo o un serpente). Il gusto - bisogna concentrarsi e riportare alla mente il ricordo del sapore pi legato e confacente all’esperienza da visualizzare. Inoltre ricordiamo che quando si tristi o delusi speso si ha la sensazione dell’amaro in bocca, mentre dopo un successo o un obiettivo raggiunto si pu notare chiaramente una sensazione di dolce e pi gustoso. Il suono - il traffico stradale dei veicoli, il rumore del vento, il suono delle voci, il tono e l’altezza acustica delle stesse, il soffio della respirazione, etc. Tutti dettagli importanti da inserire opportunamente per la creazione di una corretta visualizzazione. La vista - bisogna sforzarsi di cogliere soprattutto i particolari ossia le sfumature, i dettagli, le ombre, i contrasti, ecc. LE EMOZIONI (e i sentimenti) - la chiave del successo nella visualizzazione proprio l’emozione. Il livello emotivo raggiunto nella creazione dalla situazione da visualizzare il vero segreto per un rapido successo dell’azione. L’inserimento dell’ "impatto emotivo" il punto di riferimento e, non a torto molti esperti dicono, d’inizio di tutta l’esperienza di interiorizzazione. Data l’importanza dell’emozione nella riuscita della visualizzazione dedicheremo successivamente una intera area di approfondimento sull’argomento, evidenziando le correlazioni tra volont, desiderio ed un ACUTO COINVOLGIMENTO EMOTIVO. Un grosso aiuto alla corretta e veloce impostazione delle tecniche di visualizzazione ci stato fornito da uno psicologo definito il maggior esperto di ipnosi del nostro tempo: Milton Erickson con la scoperta e l’utilizzo della Programmazione NeuroLinguistica (PNL). Questa tecnica particolarmente utile per gli individui che hanno difficolt a visualizzare o perch non comprendono cosa sia la visualizzazione e quindi ne complicano il processo erigendo dei blocchi, oppure perch per natura non sono persone con sviluppate capacit visive (e che di solito possiedono acute abilit auditive o cinestetiche). E’ sicuramente utile leggere alcuni testi di PNL per chi voglia approfondire l’arte della visualizzazione (Bandler - Grinder PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA oppure MODELLI DI TECNICA IPNOTICA DI M. ERICKSON ed. Astrolabio). Il tutto si basa sulla scoperta che quando pensiamo o ricordiamo gli occhi, dal momento che sono propaggini del cervello, si direzionano automaticamente e in modo specifico. Essi ad esempio, tendono a muoversi verso l’alto e a sinistra quando stiamo richiamando dei dati visivi, e verso l’alto a destra allorch costruiamo o modifichiamo tali dati; sono soggetti allo stesso meccanismo logico anche gli altri aspetti sensoriali ed emotivi. In seguito anche per questo argomento ci sar una necessaria area di approfondimento, visto che probabilmente la pi importante scoperta fatta negli ultimi anni a riguardo delle tecniche di visualizzazione. Un pensiero creato, emesso, rafforzato mediante le tecniche sopra esposte capace di compiere...miracoli... !!! Vediamo come e perch. Il pensiero agisce sulla materia : Niente di pi facile da dimostrare razionalmente, ogni giorno migliaia di persone si scontrano con la "interferenza" della sperimentazione farmacologica: l’effetto placebo (domanda: che cosa sarebbe possibile ottenere se riuscissimo ad esasperare l’effetto placebo?). In campo scientifico alcune volte si utilizza l’ipnosi per anestetizzare un paziente, utilizzando, quindi, la sola forza della mente sul corpo. Stiamo varcando l’area del condizionamento mentale. Ma il pensiero agisce solo sul nostro corpo o anche su quello di altri? E quindi, se agisce sul corpo, deve necessariamente agire sulla mente di un individuo perch, come abbiamo visto, per agire sul corpo bisogna necessariamente prima agire sulla mente. Anche a distanza? (per chi voglia approfondire citiamo alcuni degli scritti pi interessanti per rigidit sperimentale: tutti i testi di Milan Ryzl, Vasiljev: esperimenti di suggestione mentale, i testi del prof. Calligaris) Se la risposta fosse positiva, come in effetti , questo significa che posso condizionare mentalmente un soggetto indipendentemente dalla sua volta e quindi modifico il corso dei suoi eventi? Modifico il suo destino? Ebbene ...si...!! Il pensiero in grado di modificare gli eventi e quindi di crearli a nostro piacimento. Ma facciamo un passo indietro. L’evoluzione della scienza ci riporta nel ... passato...! Vediamo come. Allo stato attuale delle cose all’interno della comunit scientifica, tre sono le teorie principali concorrenti sulle particelle fondamentali della materia e le loro interazioni. La prima la teoria dei quark, la pi diffusa e la maggiormente sviluppata; la seconda la teoria delle superstringhe, il cui numero di sostenitori in aumento, ma che finora non ha raggiunto una perfezione paragonabile alla teoria dei quark, dato che non ancora possibile calcolare alcune delle propriet pi significative delle particelle elementari; la terza la teoria della matrice "S", associata all’ipotesi del bootstrap: sono pochissimi a sostenerla ed essa inoltre non in grado ora come ora, di proporre previsioni valide quanto quelle ricavate dalla teoria dei quark. Poi esistono alcune originali teorie ancora pi azzardate come quella dello spazio di plasma, o quella teoria psiconica dell’etere elettromagnetico, che riserviamo a chi ha voglia di ...approfondire.. ! Riassumiamo allora le implicazioni, effettuate da Gary Zucav, relative alla logica quantistica e al teorema di Bell: " Le ricerche sulla fusione al laser e la grande caccia ai quark sono sforzi che rientrano nei paradigmi tradizionali della fisica, dove per paradigma si intende un processo mentale radicato, una struttura. La logica quantistica e il teorema di Bell sono potenzialmente esplosivi per le strutture esistenti. La prima (la logica quantistica) ci riporta dal simbolismo all’empirismo. Il secondo (il teorema di Bell) ci dice che non esistono "parti separate". Tutte le "parti" dell’universo sono unite attraverso un legame intimo e immediato che in passato veniva ipotizzato solo dai mistici e da altri individui ai margini della scienza". Ma che cosa sostengono da sempre i mistici, gli esoteristi, i filosofi orientali e tutti quanti gli altri che da sempre si occupano dello studio della mente umana? IL DESTINO NOSTRO E DEGLI ALTRI E’ NELLE NOSTRE "MANI" Il pensiero una entit viva, un flusso bioradiante. Le irradiazioni bioenergetiche umane rilevate dall’elettrofoto Kirlian (vedi risultati degli studi effettuati presso la Los Angeles University dott. Moss e Johnson, la Stanford University dott. William Tiller, e infine gli studi del neurologo italiano dott. Calligaris) dimostrano inequivocabilmente che esistono delle "irradiazioni umane che aumentano mediante la concentrazione del pensiero". Questo riprende da un punto di vista pi razionale quello che affermano alcuni eminenti studiosi esoterici, che "il pensiero una entit viva" dotata di vita e autonomia propria nel momento in cui stato creato (vedi BESANT - LEADBEARTER Le forme-pensiero) pertanto possiamo facilmente utilizzarlo per raggiungere i nostri scopi. Ritorniamo a questo punto, vista l’importanza del pensiero, alle tecniche di visualizzazione che ci permettono di formulare pensieri con caratteristiche tali da essere capaci di raggiungere gli scopi prefissati. Per iniziare la pratica della visualizzazione necessario disporre di una riserva di energia (non dimentichiamoci che .... siamo soltanto energia, onde.... ! !) considerevole, infatti presto ci si accorger che visualizzare significa anche "bruciare" energia. Dopo una seduta di visualizzazione, infatti, non a caso ci si sente pi scarichi. Pertanto necessario evitare da un punto di vista mentale inutili sprechi. La maggior parte di noi si trova incline a dissipare le proprie energie psichiche, pensando a troppe cose, contemporaneamente o quasi, diverse fra loro. Una riserva di energia possibile aumentarla molto velocemente in capo a soli 4 - 5 giorni semplicemente ...sopprimendo gli inutili sprechi. (In seguito invece vedremo come produrla). Ogni manifestazione di espansivit in particolar modo emotiva, ma anche sensoriale, costituisce un dispendio di "energia". Non bisogna cedere al bisogno di confidarsi, di partecipare agli altri il proprio stato d’animo. E’ necessario evitare per quanto possibile, di mettere nelle proprie parole e nei propri atti la minima animazione irriflessa, impulsiva, non bisogna dare segno esteriore del proprio stato d’animo. Non disperdete l’energia in frivole chiacchiere, in commenti sugli avvenimenti del giorno, in apprezzamenti sulle persone che passano o sulle azioni a cui assistete, esprimete il vostro parere solo se indispensabile. Non lasciate che vi si faccia parlare vostro malgrado. Se qualche chiacchierone vi tormenta con le sue chiacchiere, fate finta di interessarvi a quello che dice, lasciate che sperperi la sua forza nervosa e continuate a condensare la vostra. Ascoltate quelli che vi parlano: scoprirete quanti sforzi sterili la vanit, la ricerca di approvazione, impone alla maggior parte delle persone inclini al desiderio di essere approvate, osservateVi in modo da reprimere con cura questa tendenza. Tutto questo non significa asocialit, ma semplicemente inibizioni di attivit inutili. Infatti pochissimi giorni di prova saranno sufficienti a convincervi della considerevole efficacia di questi consigli, perch in seguito alla loro applicazione si prover una quasi immediata sensazione di intima potenza. Ogni volta che viene represso un impulso a parlare o a fare senza la indispensabile utilit si conserva interiormente una riserva di energia, di forza psichica, che altrimenti si sarebbe esteriorizzata: l’esercizio dell’impassibilit contribuisce fortemente a conservare l’energia. Ogni desiderio deve essere considerato come un impulso. Ogni desiderio il cui appagamento inutile dovrebbe essere soppresso e rimanere insoddisfatto, perch la sua soddisfazione implica una perdita di energia. Ricordatevi che stiamo gettando le basi per la padronanza di noi stessi, per la pratica dell’influenza a distanza su una o pi persone e infine per il condizionamento volontario del destino finalizzato a creare un mondo migliore per noi e per gli altri. I primi effetti determinati dalle tecniche di visualizzazione che andr esponendo, si traducono in un impulso all’iniziativa mentale, e poi in un senso di sicurezza, di potere: si ha coscienza di essere capaci di ogni sforzo di volont. A poco a poco (tanto pi rapidamente quanto pi ci si dedica alle applicazioni) la fiducia in se stessi diventa continua, le idee parassite, gli stati emotivi negativi, le sollecitazioni sensoriali sono dominate. La padronanza di s diviene integrale e presto impariamo a dirigere con grande soddisfazione i nostri sensi, la nostra sensibilit, il nostro intelletto. A questo punto, divenuti capaci di concentrare la nostra energia su una immagine precisa, ognuno di noi potr agire anche come regolarizzatore, guaritore o anestetizzatore sugli organi fisici. Anche indipendentemente dall’influenza telepsichica diretta sugli altri, evidente che colui che ha imparato a dominarsi, a ragionare sulle proprie impressioni, a conservare una perfetta sicurezza in presenza di chiunque, influisca, con questa imperturbabilit stessa, su coloro che lo circondano. Uno sguardo che esprima determinazione, una parola netta e giudiziosamente pronunciata, un’attitudine di calma e possente energia impressionano in modo considerevole. Altre qualit intrinseche sempre ottenute con l’educazione della volont, si uniscono ai fattori precedenti di influenza personale: il senso dell’opportunit, la memoria, l’ordine nelle idee, la rapidit di assimilazione. Divenuto incrollabile di fronte alle circostanze o agli incidenti imprevisti come di fronte all’atteggiamento e al comportamento altrui, dotato di energia e di forza, chi ha assimilato le tecniche di visualizzazione, facilmente in grado di modificare il proprio destino. Infatti conserver anche, in presenza di ogni eventualit, il massimo di lucidit di spirito e di INTUIZIONE per agire e reagire. Vedr, quindi la via pi vantaggiosa da seguire e, infine, eseguir in modo calmo e risoluto quello che ha progettato. Se vi sembra che per tutto questo valga la pena effettuare qualche sacrificio continuiamo. Stefano Calamita icio continuiamo. Altri articoli della serie "Corso base di Visualizzazione": Corso base di Visualizzazione Capitolo 1 di Stefano Calamita Nelle varie filosofie più o meno occulte si afferma unanimemente che gli esseri umani sono costituiti da più apparati energetici o corpi. Essi risultano indispensabili per adattarsi ai diversi livelli vibratori o dimensioni dell’universo (rimandiamo l’interessato ad approfondire la conoscenza dei vari corpi in altri articoli più specialistici in Esonet). Dimostrare scientificamente la consistenza del corpo eterico, del corpo astrale e di quello mentale è compito estremamente complesso, ma fortunatamente non impossibile! Infatti per arrivare ad ottenere significativi risultati con la visualizzazione è necessario conoscere razionalmente ed oggettivamente mediante quali principi agiscono le tecniche operative che man mano esporremo in questo trattato. La comprensione del perché si ottengono determinati risultati con la visualizzazione e la concentrazione passa, quindi attraverso una conoscenza più profonda e completa dell’uomo. Ricordiamo una premessa fondamentale del nostro lavoro: riuscire a "condizionare", "influenzare", "persuadere" gli altri significa, arrivare perfino a cambiare le vicissitudini, il corso della loro vita e quindi a modificare, ad interagire, a creare il loro destino. Riuscire a dimostrare ciò significa riuscire ad aver posto delle ottime basi per arrivare a dimostrare di poter essere in grado di dominare "la materia" il destino, il corso degli eventi a nostro totale piacimento. CAP. I REAZIONI TELESOMATICHE INTENZIONALMENTE INDOTTE L’ipnosi ci fornisce alcune decisive prove. Una importante esperienza, un classico esperimento ripetuto in molti laboratori in più parti del mondo, alla quale da sempre medici ed esperti di tale disciplina cercano di fornire delle risposte convincenti, ma a quanto pare non credo che abbiano le conoscenze necessarie per far ciò è il seguente. Davanti ad un soggetto in trance ipnotica si pongono due bicchieri d’acqua, eguali ed egualmente pieni a metà; l’ipnotista colloca uno dei bicchieri nelle mani del soggetto "ordinando" nello stesso tempo che la sensibilità (al tatto, al dolore, ecc.; i sensi, il corpo sensitivo: il doppio eterico???...!!! N.d.T.) di questi "si trasferisca" totalmente nell’acqua, in modo che le braccia restino insensibili (ad eventuali contatti o punture). Dopo che la suggestione è stata ripetuta varie volte, si tocca la superficie dell’acqua con la punta di un ago ; il soggetto avvertirà la "puntura" nelle proprie carni. Pungendo con l’ago le mani o le braccia del soggetto, questo non avverte alcuna sensazione, lo stesso accade se si "tocca" l’acqua dell’altro bicchiere (testimone o control). Togliendo il primo bicchiere dalle mani del soggetto, e portandolo lontano, per esempio in un’altra stanza, la prova si può ripetere con lo stesso risultato (purché l’operatore sia sempre l’ipnotista o colui che l’ipnotista ha "messo" in rapporto con il soggetto). Infine lo sperimentatore rimette il bicchiere nelle mani del soggetto e "comanda" che la sensibilità di questi sia restituita integralmente nelle sedi naturali (braccia e mani), in modo che al cessare dell’ipnosi (e dell’esperimento) il soggetto torni in perfetta normalità. La "esteriorizzazione della sensibilità" (questo è il nome che ha da un punto di vista scientifico questo fenomeno, anche se io la definirei più opportunamente esternalizzazione della personalità) può essere operata verso un frutto (mela) o verso un altro oggetto, il quale in tal modo diviene "vittima insensibile" delle "punture sentite dal soggetto". ("La Telepatia" ed. Mediterranee, Vincenzo NETSLER pag. 106, ed altri testi, vedi bibliografia, dove viene denominata esteriorizzazione della sensorialità). E ancora. Charles Tart, ha condotto sull’ipnosi uno degli esperimenti più importanti in assoluto, in merito al quale la scienza medica ha dovuto "prenderne atto" ma non ha saputo dare alcuna spiegazione scientificamente valida. E’ noto che il "rapporto", la speciale relazione fra l’ipnotizzatore e il suo soggetto, sembra intensificarsi via via che la trance diventa più profonda. Tart pensò che tutto ciò che aumenta il "rapporto" dovrebbe anche approfondire la trance, e concentrò le sue ricerche sullo schema dell’"ipnotismo reciproco" in cui due persone si ipnotizzano a vicenda e ognuna continua ad approfondire la trance dell’altra. Tart ipotizzò anche che gli stati completi potrebbero essere condotti attraverso un ipnotismo reciproco anche in persone che, in caso contrario, risulterebbero difficili da ipnotizzare. La tecnica di Tart raggiunse non solo tutto quello che lui si aspettava ma molto di più, poneva degli interrogativi alla scienza di estremo imbarazzo. I suoi primi due soggetti, Anne e Bill, entrarono in trance completa per mezzo dell’ipnotismo reciproco e riuscirono a esplorare insieme altri mondi. Nel loro "terzo" viaggio arrivarono in un luogo da loro descritto come un "cielo" tale che in esso i colori erano superlativamente vivaci, e anche le pietre erano belle, traslucide e scintillanti. La sua acqua piena di grandi bolle, sembrava champagne. Essi vi nuotarono e trovarono che li teneva a galla con strema facilità, era "elastica e deliziosa". Il lussureggiante mondo, in cui essi facevano baldoria insieme, non era per loro un sogno, ma completamente reale. Anne e Bill supposero di creare insieme il loro mondo attraverso una comune suggestione nella loro conversazione che dovrebbe essere consueta nell’ipnosi. E credettero quindi di parlare in continuità, mentre in realtà erano rimasti in silenzio. Ma quando infine Tart poté interrogarli, essi risposero di essersi sempre parlati. Più tardi, quando lessero la trascrizione dei nastri magnetici registrati durante la seduta essi rimasero delusi nel sapere di essere stati in silenzio per la maggior parte del tempo in cui avevano esplorato il loro mondo. Mancavano le suggestioni verbali che avrebbero dovuto evocare le esperienze comuni. Apparentemente essi avevano allucinato il fatto di essersi parlati e di essersi uditi parlare, e avevano allucinato un mondo comune, da loro percepito nello stesso identico modo. L’esperimento successivamente ripetuto da Tart con altri soggetti, confermò simili "avventure". Una implicazione di immediato interesse è che la telepatia può procedere con tale fluenza da non essere riconosciuta e diviene primo mezzo di comunicazione per coloro che entrano in rapporto di trance profonda. Ma che cosa è materialmente avvenuto tra i soggetti? Le ipotesi possono essere principalmente due. La prima presupporrebbe una reciproca suggestione telepatica. La seconda ipotizzerebbe una condizione alterata di coscienza ottenuta in maniera intelligente, mediante la quale è avvenuto realmente e insieme un viaggio in un altra dimensione mediante i loro corpi astrali. (Tart C. "Possible Physiological correlates of Psi Cognition" International Journal of Parapsycology, 5, 1963). Sicuramente un risultato importante è stato raggiunto: abbiamo accertato che comunque la telepatia svolge un ruolo determinante quindi esiste ed è dimostrabile sperimentalmente in maniera abbastanza semplice. Ma esiste anche un metodo ancor più razionale ed oggettivo per dimostrarla messo a punto da un medico ricercatore qualche anno prima. Esperimenti sulla percezione subliminale, sul biofeedback e sull’ipnosi hanno dimostrato in laboratorio che una persona può rispondere a stimoli che non sono stati coscientemente percepiti. Ma che dire se gli stimoli fossero telepatici? Stefan Figar, un neurofisiologo, della ex Cecoslovacchia, e un autorità nel pletismografo, lo scoprì casualmente. Il pletismografo è uno strumento che registra minimi cambiamenti del volume del sangue nelle estremità. Questi sono fra i molti sottili cambiamenti fisiologici che riflettono la risposta del corpo all’ira, alla paura, al dolore, allo sforzo mentale e così via. Figar investigo sui cambiamenti del volume del sangue in risposta allo sforzo mentale dando ai suoi soggetti vari compiti da compiere, come moltiplicare mentalmente due numeri, mentre essi erano collegati con un pletismografo. Appena un soggetto iniziava a calcolare, lo strumento registrava una vasocostrizione e una netta caduta del volume del sangue. Figar fu sorpreso nel notare che parecchi dei suoi soggetti presentavano una vasocostrizione subito prima che egli desse loro il problema ; ossia mentre egli pensava che era il momento di assegnare il problema, la penna registratrice indicava una caduta del volume del sangue. Era come se i suoi soggetti avessero letto nella sua mente. Ulteriori esperimenti dimostrarono a Figar che avveniva esattamente quello che ipotizzò : il pletismografo può indicare l’attuarsi di una "bio-comunicazione" o più comunemente di una comunicazione telepatica. Figar non aveva interesse per la ricerca parapsicologica, ma riconobbe che altri avrebbero potuto trovare interessanti i suoi risultati.(Figar S. "The Application of Pletysmografy to the Objective Study of Socalled Extrasensory Perception" - Journal of the Society for Phychical Research, 40, 1959) Infatti così avvenne. Nel 1960 E. Douglas Dean e Karlis Osis, condussero una serie di esperimenti finalizzati a dimostrare la percezione telepatica tra un soggetto addormentato (percepente) e degli agenti con metodo scientifico e rigoroso a tal punto che Dean riferì entusiasticamente : "Finalmente ce l’abbiamo fatta: abbiamo trovato un metodo con il quale chiunque può metter su un laboratorio in qualsiasi momento e far telepatia quando vuole". Una caratteristica importante emersa durante la sperimentazione è che non apparse l’effetto declino presumibilmente perché era stata evitata l’interferenza della mente conscia. Estremamente interessante fu un loro esperimento che confermava un aspetto della telepatia molto importante per certi fini operativi. Era già stato dimostrato in laboratorio che le onde celebrali di un soggetto addormentato rispondono quando egli "ode" il suo nome o quello di una persona a lui importante: loro si posero il quesito di sperimentare se l’inconscio risponderebbe ugualmente se i nomi fossero inviati telepaticamente. Essi trovarono che quando un agente si concentrava sui nomi conosciuti dal suo percepente, il tracciato pletismografico di lui saltava circa il 50 per cento delle volte in più di quando l’agente si concentrava su nomi conosciuti da lui o da nessuno, sebbene i percipienti rispondessero ai nomi delle persone che conoscevano, e ad alcuni più che ad altri, non ne erano per nulla consapevoli. Ricordiamo che l’effetto declino è l’effetto che concentra in genere i risultati statisticamente più interessanti nella parte iniziale di un esperimento, per rendere meno significativi gli stessi man mano che la sperimentazione prosegue nel tempo, probabilmente per un calo degli stimoli di interesse. Tutta questa serie di esperimenti ed altri ancora (vedi D.H.Lloid, Toronto Puthoff Stanford Research Institute, ed altri) portò i ricercatori in più parti del mondo quasi contemporaneamente a delle conclusioni simili : noi possiamo ricevere segnali telepatici e il nostro corpo può rispondere ad essi pur senza essere consapevoli dei segnali e che qualcuno stia cercando di inviarceli. Però solo raramente l’informazione telepatica riesce ad attrarre l’attenzione cosciente dopo essere arrivata all’inconscio. (vedremo successivamente che gli atti chiari di telepatia spontanea hanno una matrice fortemente emotiva) Perché? Probabilmente perché il livello energetico del segnale trasmesso risulta troppo basso, o anche, pervia del fatto che la coscienza è inondata da stimoli molto più imperiosi provenienti dai sensi. Ma se questa corrente che fluisce dal mondo esterno è deviata così da permettere "una vacanza" ai sensi, come negli stati di deprivazione sensoriale o di isolamento ( leggi: concentrazione, o meglio ancora, meditazione), possiamo divenire più ricettivi? E se la risposta fosse positiva, esisterebbe la possibilità di dimostrarlo da parte di qualunque ricercatore in laboratorio? Uno dei primi investigatori della deprivazione sensoriale, Woodburn Heron, della McGill University, come spesso accade, non era affatto interessato alla telepatia. Ma l’interesse sorse spontaneamente nei suoi esperimenti sul rilassamento. Alcuni dei suoi soggetti ricevevano impressioni telepatiche da amici lontani o "vedevano" ricercatori in altre parti dell’edificio. Egli riferì che essi erano così impressionati dalle loro esperienze, che, appena possibile, andavano in biblioteca a cercare libri sulla telepatia : infatti succedeva che anche le persone rilassate sono in un certo modo liberate dal "rumore" dei sensi. Tutta una serie di esperimenti abbastanza complessi portavano in laboratorio diversi ricercatori ad ottenere significativi risultati a riguardo della dimostrazione che esiste un rapporto diretto tra facoltà paranormali e stati di coscienza alterati da forme di deprivazione sensoriale. Però alcuni ricercatori iniziarono a sperimentare tecniche ancora più semplici affinchè praticamente tutti potessero avvalersi delle loro doti " di trasmissione condizionante per via mentale". Una di queste tecniche fu ideata da Charles Honorton, utilizzando l’effetto Ganzfeld, allo studio già da qualche anno da parte di psicologi che si occupavano di percezione visiva. Ganzfeld significa semplicemente "campo omogeneo". Questi psicologi erano interessati a scoprire quali effetti psicologici e visivi si sarebbero verificati se ad una persona fosse stato fatto fissare un campo assolutamente vuoto. Ad esempio, guardare fissamente un foglio bianco rappresenterebbe un ganfeld. Alcuni di questi psicologi cominciarono anche a domandarsi che cosa sarebbe successo a quegli stessi soggetti se, contemporaneamente, avessero ascoltato un "suono bianco"( qualcosa di uniforme, simile a ciò che si può udire sintonizzandosi tra due stazioni radio), (notiamo la somiglianza tecnica, per monotonia e ripetizione, con la pratica dei suoni sacri ripetitivi orientali utilizzati durante la meditazione, ad esempio il famoso ..OM..). Quello che scoprirono fu estremamente interessante. Molti dei soggetti cominciarono ad avere "allucinazioni" o a vedere, sullo sfondo omogeneo delle immagini che sembravano "sogni ad occhi aperti". Sulla base di ciò Honorton si rese conto che questi sogni ad occhi aperti, procurati artificialmente, avrebbero potuto essere usati sperimentalmente per trasmettere mentalmente informazioni tra due soggetti. Per creare un ambiente ganzfeld intorno al soggetto (fatto precedentemente sedere in una cabina insonorizzata su una comoda poltrona), i suoi occhi venivano coperti con delle palline da ping-pong tagliate a metà. Se queste non combaciavano perfettamente, veniva inserito del cotone per evitare qualsiasi infiltrazione di luce. Quindi una luce rossa veniva diretta verso il soggetto. Le paline da ping-pong diffondevano la luce, così tutto quello che il soggetto poteva vedere era un campo visivo rossastro perfettamente uniforme. Successivamente sulla sua testa veniva posta una cuffia, attraverso la quale si trasmetteva un suono statico indifferenziato. A tutti si chiedeva di rilassarsi e di raccontare, in un interfono, ogni pensiero, immagine, o sensazione che avesse percepito nei trentacinque minuti successivi. Sebbene il soggetto venisse informato che una persona gli avrebbe "inviato" un messaggio nel corso del test, gli veniva raccomandato di cercare di non pensare e di non tentare di indovinare in anticipo. Gli esperimenti ebbero un enorme successo da un punto di vista statistico, fin al punto di andare ben oltre l’ipotesi iniziale, la quale fu totalmente confermata. Dagli esperimenti emerse, oltre a dimostrare inconfutabilmente rapporti di trasmissione del pensiero che, i soggetti leggessero le informazioni trasmesse addirittura con un certo anticipo, quasi come se avessero guardato addirittura nel futuro! (Journal of American Society for Psychical Research, aprile 1974). Tutta una serie di ulteriori esperimenti fu innescata da questa scoperta. Due ricercatori il Dr. William Braud e la Dr.ssa Lendell ne misero in atto uno estremamente interessante che dimostrò che rispetto ad un gruppo di controllo, i soggetti sottoposti al ganzerfield riuscivano regolarmente a percepire degli elementi dell’immagine che veniva loro trasmessa. Ma che cosa succede nella deprivazione sensoriale al soggetto? Egli dopo un certo tempo perde la normale coscienza, e la sua mente si volge all’interno. Vivaci allucinazioni possono allora sfilare davanti a lui e egli le osserva come farebbe davanti alla televisione. Tuttavia se rimane nella situazione sperimentale le allucinazioni passano ed egli scivola nell’incoscienza. Si è così indotti a sospettare che possa non essere l’alterazione dell’ambiente sensoriale in se stesso quella che produce gli effetti favorevoli alla telepatia, ma lo stato di coscienza che segue. Tutto questo dimostra che condizionare telepaticamente dei soggetti non è impossibile ma, è estremamente difficile, in quanto viviamo in un mondo accelerato, che costringe le nostre menti e i nostri corpi a sostenere un ritmo così frenetico che essi non risponderebbero, non reagirebbero a degli input trasmessi in questo modo. Però, proviamo a considerare altre situazioni. Sappiamo tutti che naturalmente il sonno è uno stato di coscienza alterato. E se gli input esterni possono essere afferrati mentre il mondo sensoriale svanisce, dovremmo di conseguenza aspettarci che il sonno alimenti la ricezione telepatica. Democrito lo pensava, nel quinto secolo a.C. egli suppose che i sogni fossero causati da pensieri che filtravano da altre menti. Sebbene Freud credesse con certezza che i sogni abbiano anche altre cause, egli considerò "incontestabile" che "il sogno crei condizioni favorevoli per la telepatia" E Jung confermò: "Ho trovato che la telepatia, effettivamente, influenza i sogni, come è stato affermato sin dai tempi antichi". Dopo la scoperta che tutti sognano anche se alcuni non ricordano di averlo fatto mediante la definizione delle fasi del sonno ( fase r.e.m.), presso il Maimonides Medical Center’s Dream Laboratory il Dr. Montague Ullnar e il Dr. Stanley Krippner iniziarono a investigare sulla telepatia nei sogni. Mentre il percepiente dormiva in una stanza isolata, controllato da un Elettro Encefalo Gamma, un agente in una stanza distante, tentava di trasmettere l’immagine di un disegno scelto a caso . Quando il tecnico dell’EEG notava che il percepiente stava sognando, questi veniva svegliato perché raccontasse il suo sogno. In seguito le registrazioni del sogno riferito venivano date ad un giudice estraneo perchè li accoppiasse. La tecnica usata in sintesi, era la seguente: l’agente doveva concentrarsi sui particolari dell’immagine, visualizzare il volto del percepiente e proiettare il bersaglio nei suoi sogni. La serie di esperimenti sulla questione, condotta anche in altri laboratori, come ad esempio quello dell’Università di Virginia effettuati da Calvin Hall, condusse ad alcune importanti risultati: primo che il percepiente in questi esperimenti non sembra fare altro che ricevere passivamente; secondo che una persona comune, quando dorme, ha una sensibilità telepatica uguale a quella di un sensitivo dotato. Abbiamo visto che l’informazione può essere trasmessa telepaticamente, ma questa informazione può benissimo avere la forma di una suggestione. Ne abbiamo ragioni per supporre che, se così ricevuta, abbia meno efficacia di una suggestione comune. Inoltre può essere trasmessa senza che "l’agente" e soprattutto il "percipiente" ne siano consapevoli. Quindi se i soggetti possono ricevere telepaticamente dei messaggi, comprese delle sensazioni di gusto, odore, dolore, come vedremo, ci si può aspettare che eseguano suggestioni date mentalmente? La risposta non può che essere positiva, infatti abbiamo già visto che gli esperimenti con il pletismografo e l’EEG indicarono che uno stimolo telepatico può causare una risposta fisiologica inconscia del percepiente. Ritorniamo ancora ad osservare delle manifestazioni interessantissime ai nostri fini che sono ottenibili con l’ipnosi. Sin da quando si iniziarono a condurre i primi esperimenti sul magnetismo nei tempi in cui questo era in auge all’inizio del secolo scorso, emerse una importante reazione telepatica nella quale il soggetto magnetizzato provava sensazioni che hanno origine nei sensi del magnetizzatore. Bertrand notò nel 1823, che alcuni soggetti in trance rispondevano a sensazioni provate dal magnetizzatore: il soggetto poteva per esempio sentire il "gusto" di sostanze messe nella bocca del magnetizzatore. Successivamente altri esperimenti furono confermati da Elliston, H.S Thompson, Jamese Esdaile, il quale addirittura riteneva questo "fenomeno" niente di eccezionale. In tempi più recenti alla "comunità di sensazione", questo è il nome scientifico dato al fenomeno, si sono interessati in altri contesti e con altri fini, scienziati di varie nazioni come vedremo più avanti. Ma un esperimento, a mio parere, merita di essere ricordato perché ci potrà essere molto utile in seguito. Schrenck-Me Notzing, condusse una serie di trentatré esperimenti con un eccellente soggetto, Lina. Ella sapeva riconoscere il gusto di molte sostanze che egli si metteva in bocca, - dolci, caffè, trementina, pepe, - e l’odore di altre che lui odorava. Ma l’aspetto più importante era che se lui si pungeva con uno spillo, Lina "sentiva" la puntura. Milan Ryzl ci descrive in uno dei suoi testi un altro importantissimo esperimento tra quelli da lui osservarti nella ex Cecoslovacchia. L’agente e il percepiente erano a miglia di distanza e al percepiente non fu detto quali trasmissioni sarebbero state tentate. Ma nel preciso momento in cui fu chiesto all’agente di immaginare di essere sepolto vivo, il percepiente soffrì un attacco di asma sebbene non avesse mai avuto problemi di respirazione : Siamo arrivati a dimostrare che una vivida immaginazione può sostituire l’esperienza reale. (il che non sarebbe neanche tanto strano se pensassimo che soprattutto in fase adolescenziale, come qualunque sessuologo può dichiarare, molti uomini hanno avuto orgasmi solo mediante avventure erotiche mentali) Jule Eisenbud affermò: "Non è più misterioso ne soprannaturale, per uno stimolo telepatico, provocare un attacco di asma o qualche altro fatto fisiologico, di quanto non sia, per uno stimolo telepaticamente percepito, ottenere una reazione in un sogno. Nelle analisi ho visto molti esempi di sviluppi psicosomatici su base telepatica" (Eisenbud J. "the case of Florence Marryat" Journal of American Society for Psychical Research,40, 1946). Il lavoro più completo sull’ipnotismo telepatico è stato comunque effettuato nella Northwestern Illinoi University di Chicago dalla Dott.ssa Lee Schaefer. (Schaefer L. "Hypnosis by telepathy. Northwestern Illinoi University, Chicago 1977). Il suo studio risulta interessantissimo perché confermò tutte le precedenti scoperte europee e russe, con soggetti normali, e una casistica corposa estrapolata da 191 prove effettuate con decine di soggetti. I suoi risultati portarono a questo : il 20,7 per cento dei soggetti fu ipnotizzato avvalendosi soprattutto di tecniche telepatiche in soli 5 minuti, il numero di soggetti che furono attendibilmente ipnotizzati da un comando verbale si attestò intorno al 5 per cento, cifra vicina alla media di successi riferita dallo sperimentatore russo Platonov (egli dimostrò anche la possibilità di poter ipnotizzare telepaticamente un soggetto a sua insaputa - Platonov K. The word as a Physiological and Therapeutic Factor., Moscow, 1959); dei rimanenti soggetti, un ulteriore 34 per cento ricevette il messaggio, ma non ne fu influenzato o resistette attivamente. Inoltre uno degli ipnotizzatori ebbe più successi (era più potente psichicamente?) degli altri due e in termini di probabilità di molti ordini di grandezza. Aggiungiamo ancora un ultimo elemento prima di iniziare delle considerazioni alla luce di tutto quello che sappiamo. Vasiliev (vedi: "Esperimenti di suggestione mentale". Ed. Mediterranee) trovò che non era necessario per l’agente, sapere dove fosse il soggetto né in quale direzione, ma era essenziale per lui conoscere la sua identità. Scoprì anche che i migliori risultati venivano ottenuti quando l’agente visualizzava fortemente l’immagine del soggetto, oltre a concentrarsi sulla suggestione che voleva fare. Le scoperte di Vasiliev sancirono l’importanza dell’immaginazione e della visualizzazione nella suggestione telepatica. Le prove accumulate in più nazioni negli ultimi due secoli di investigazione e sperimentazione da parte di numerosi scienziati anche autorevolissimi convengono verso l’inevitabile conclusione che: LA MENTE E LA VOLONTA’ DI UNA PERSONA POSSONO INFLUENZARE L’INCONSCIO DI UN’ALTRA. Questo significa, e le prove lo confermano, che è possibile comandare segretamente i poteri dell’inconscio altrui. Quando si è capaci di comunicare con l’inconscio di un altro, con il suo "controllatore", si può anche ottenere il suo aiuto per realizzare i nostri desideri a beneficio o a danno di un altro. Quando una persona può, con la sua sola mente, cercare un’altra persona, dovunque sia, anche nella più impenetrabile fortezza, e farla soggiacere alla propria volontà questo significa che possiamo intervenire sul suo destino. Qualcuno potrebbe obiettare che da un punto di vista statistico solo una percentuale minima della popolazione potrebbe essere influenzata (e/o come suggeriscono altri esperimenti in questo ambito, solamente soggetti con caratteristiche psichiche e quindi di personalità particolari associate con disordini isterici quali l’egoismo, l’istrionismo emotivo, ipersensibilità ecc.) e questo in parte è vero, o per meglio dire, è vero che sono più facilmente e velocemente condizionabili. (Uno studio effettuato presso il Cusching Hospital di Framingham, Massachusetts, condotto da Sheryl Wilson e Theodore Barber, ha portato alla scoperta che le persone più suggestionabili sono anche le più creative e spazialmente orientate, e le più capaci di visualizzare chiaramente, questo suggerisce che l’ipnosi così come il condizionamento telepatico sia più efficace su persone nelle quali domina l’emisfero destro del cervello. (Vedi Wilson S. e Barber T. "The fantasy-prone personality: implication for understanding imagery, hipnosis and parapsycological phenomena" in A. Sheikh, [a cura di], "Imagery : current theory, research and application", New York, 1982). A chi crede che solo una parte minima della popolazione potrebbe essere influenzata telepaticamente suggeriamo di considerare attentamente quanto andrò ad esporre. Gli esperimenti sull’ipnosi telepatica fin qui riferiti furono condotti mentre i soggetti erano vigili e attivi. Che cosa potrebbe avvenire se i soggetti fossero addormentati o in qualche altro stato superiore di suggestionabilità? E se l’ipnotizzatore avesse dedicato non solo pochi minuti al tentativo di suggestione mentale, ma ore, giorni o settimane ? E che cosa potrebbe avvenire se l’ipnotizzatore fosse un "fuori classe" motivato non già dalla semplice curiosità scientifica, ma da un potente, ardente, imperioso desiderio? Già, che cosa? A questo proposito Jule Eisenbud osservò che "il fatto che una persona possa influenzare mentalmente non solo pensieri e sogni di altre persone a grandi distanze, ma anche le loro azioni, deve essere uno dei più antichi "fatti di natura" noti all’uomo". Dopo aver con successo tentato la suggestione a distanza con parecchi dei suoi pazienti, egli fu indotto a dire : "E’ tempo che liberiamo questo e altri non statisticamente impastoiati aspetti della psi dal loro stato di curiosità isolate...per spingerli direttamente nella battaglia che infuria sui vasti e turbolenti fronti della vita e della scienza". Ma perché c’è tutta questa reticenza intorno alla sperimentazione della suggestione telepatica? Proviamo a dare delle spiegazioni plausibili. Stanley Krippner affermò : "Se si può usare l’energia psichica per guarire, la si può usare anche per danneggiare". Jule Eisenbud commentò: "E’ significativo che, non molto tempo fa, in una conferenza durata parecchi giorni sui fattori delle guarigioni non ortodosse, non è stata detta una sola parola sulla possibilità, accettata dalla gente comune di tutti i tempi e di tutti i luoghi, che questi fattori possano anche operare nella direzione opposta." Già nella Bibbia troviamo una frase interessante : "Non offrire a nessuno l’occasione di maledirti, perché se uno ti maledice con amarezza, il suo creatore ESAUDIRA’ la sua preghiera". (Saracide 4,6) Questo potere che abbiamo scoperto, può essere usato purtroppo anche per scopi ostili e maligni oltre che per guarire o per altri scopi amichevoli. Stiamo scivolando verso un’area...occulta ? è Magia ?... è Stregoneria ?... o è semplicemente scienza sulla quale si comincia oggi a far luce? Ehrenward scrisse : "Alcuni fenomeni in realtà sono "derivati" della magia, essi sono stati disidratati, dissossati e spinati per essere resi digeribili allo stomaco degli scienziati...la parapsicologia è una versione della magia radicalmente riveduta raffinata ed espurgata, sebbene essa tragga oggi, i suoi dati costitutivi anche da molti altri campi quali la medicina psicosomatica, la fisiologia, la neuroimmunologia, la psicologia ecc. Edgar Mitchell, lo scienziato astronauta che andò sulla luna, ha detto che "l’energia psichica - come l’energia atomica - può essere applicata in modo creativo e distruttivo", e avvertì che uno dei peggiori usi della energia psichica "sarebbe quello di - programmare - la gente con suggestioni telepatiche inconsce". Un altro sperimentatore molto accreditato, Laurence Le Shan, affermò a proposito dell’energia psichica e delle guarigioni : "L’elettricità è neutra, può essere usata per guarire o per uccidere. E così, mi sembra, tutte le altre energie dell’universo...non è chiaro se avvenga anche l’inverso di questa guarigione, ...la maledizione, ma a nostro parere sembra teoricamente possibile". Uno scienziato coraggioso si è spinto oltre, affermando questo uso distorto dell’energia psichica. Alan Watson, lettore anziano di medicina legale all’Università di Glasgow, prestò servizio in un ospedale dello Zaire, nella giungla africana. Mentre era lì potè essere testimone di una morte ogni tre mesi, in media, per maledizione, e disse che molti di più morivano per "maledizione" nei villaggi e nella foresta, aggiungendo che anche coloro che non credevano alla morte per maledizione ne cadevano vittime. Watson commentò che "morte per maledizione" è un’espressione che non si troverà mai in un certificato di morte nel mondo civile, ma che sarebbe stato lieto di vedere "studiate alla luce di queste possibilità molte delle così dette in termine medico, morti inesplicabili". Le parole di Watson rivelano il suo sospetto che alcuni, nei paesi civili, conoscano e utilizzino con appropriati "riti" queste "energie psichiche". I suoi sospetti stimolerebbero certo il pubblico interesse se fossero più vastamente conosciuti, ma furono pubblicati in Medicine, Scienze e Law, non certo un organo di diffusione che possa illuminare le masse.("Death by Cursing - A problem in forensic psychiatry". Medicine, Scienze and Low, 13,1973) Comunque sembrerebbe che la povertà generalizzata di questi poteri, salvo eccezioni come abbiamo visto riconducibili ad una pratica o ad un "allenamento" sistematico, è dovuta molto probabilmente al fatto che il genere umano non ha ancora raggiunto il necessario livello di sviluppo morale: per fortuna, perché per chi sapesse maneggiarla questa energia psichica significherebbe avere tra le mani un’arma micidiale di una potenza inaudita per condizionare a proprio piacimento gli eventi fino alla possibilità di indurre sofferenze e perfino la morte ad altra gente! Se è vero che per sviluppare questi poteri occorre un certo livello di sviluppo morale, questo fatto molto fortunato tenderebbe ad impedire che ne venga fatto un cattivo uso, e renderebbe questi poteri, la prima "scoperta scientifica" che possa essere usata solo a scopi benefici, protetta contro un suo eventuale uso malvagio di massa essendo questo purtroppo alla portata di tutti. Esistono più elementi che ci indicano questa ipotesi come ipotesi estremamente attendibile. Per esempio, nella rabbia, quando i pensieri incontrollati si avvicendano più rapidamente e la placida serenità della mente ne risulta disturbata, questi "poteri", salvo rarissimi casi, non funzionano. In armonia con questa osservazione le dottrine esoteriche di tutti i tempi e quelle orientali in particolare, hanno sempre messo in risalto il fatto che taluni poteri della nostra mente non potranno essere usati con buoni risultati finché non sia stato raggiunto un determinato livello di sviluppo morale. Ci sono poi scuole che non si curano assolutamente dell’uso pratico delle abilità mentali e portano i propri adepti a sforzarsi soltanto per lo sviluppo morale e per le più alte esperienze spirituali. Per esempio, lo yoga che probabilmente è il più antico sistema esistente che offra un corso completo per lo sviluppo spirituale, comincia con l’osservanza dei principi morali, prosegue con esercizi fisici, che sono studiati per lo sviluppo di un corpo in ottima salute, e aggiunge soltanto alla fine gli esercizi mentali che conducono all’illuminazione spirituale. La dottrina yoga insiste sul fatto che durante la sua lunga strada, il rispetto delle regole di una condotta corretta costituisce il primo e indispensabile requisito per conseguire qualsiasi successo. Tali insegnamenti includono la limitazione dei cattivi costumi (yama) e l’educazione dei buoni (niyama). Le regole basi includono la proibizione del mentire, del rubare, dell’arrecare danno, l’obbligo di conservare l’equanimità della mente in tutte le situazioni, di essere pazienti e gentili, ecc. Ora, cerchiamo di capire le procedure operative per utilizzare questa "energia psichica", osservando anche con un occhio diverso usi e costumi su pratiche magiche di varie culture. Abbiamo visto che la capacità di V I S U A L I Z Z A R E di un agente è stata considerata importante per la riuscita di esperimenti di telepatia : quanto più vivacemente viene visualizzato il bersaglio, tanto maggiore è la probabilità di successo. Nel riferire i suoi esperimenti, Kotkov descrisse il "suo" metodo utilizzato per esperimenti di suggestione mentale, nel quale formava una immagine del soggetto di intensità quasi allucinatoria e se lo rappresentava addormentato e con gli occhi chiusi. "Desideravo fortemente che quella ragazza si addormentasse", disse. "E infine questo desiderio diveniva certezza che adesso effettivamente dormiva". Anche Vasiliev notò che nell’ipnotismo telepatico " i contenuti della suggestione trasmessa devono essere accompagnati da un’immagine mentale della persona a cui viene fatta la trasmissione". Platonov, che ipnotizzò una ragazza mentre ella stava danzando, sottolineò che la suggestione verbale non bastava. Egli notò che un comando mentale "Dormi !" non aveva effetto. Ma quando visualizzava l’immagine del suo soggetto, "l’effetto era sempre positivo" nelle persone suscettibili.