economia dopo seconda guerra mondiale

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• LʼEuropa esce a pezzi dalla guerra. Gli Stati Uniti, invece ne escono molto rinforzati. La
loro economia si era rinvigorita dopo la crisi del 1929 e avevano concesso moltissimi
prestiti a tutti i Paesi in guerra.
• Economicamente dopo la guerra la situazione era questa: le finanze degli Stati europei
erano vuote e la bilancia dei pagamenti con lʼestero, gli Stati Uniti, era molto squilibrata.
• Dopo la guerra si assistette anche a unʼondata di inflazione causata dalla grande
quantità di banconote che erano state stampate durante il conflitto per far fronte alle
spese militari.
• La crisi era aggravata dal fatto che la gran parte degli apparati produttivi europei era
stata distrutta nel corso della guerra. I bombardamenti avevano anche inferto danni
pesantissimi al patrimonio immobiliare e alla rete dei trasporti.
• Situazione degli USA: grazie alla neutralità dei primi anni di guerra la macchina
produttiva americana si era notevolmente potenziata. Gli USA, inoltre, non dovevano
affrontare i problemi della ricostruzione.
• Per tutti questi motivi, oltre al fatto che le casse di Fort Knox erano piene dʼoro
ricevuto come pagamento durante la guerra, il dollaro si affermò come valuta più
solida del mondo.
• Era necessario ricostruire unʼeconomia mondiale aperta e improntata al libero
mercato per due motivi:
• Data la grande capacità produttiva degli USA unʼeventuale limitazione delle
esportazioni avrebbe portato a una gravissima crisi di sovrapproduzione.
• La segmentazione del sistema economico in entità nazionali chiuse e in competizione
tra di loro era considerata una delle cause della guerra appena conclusa.
• Per riattivare il commercio internazionale era necessario ancorare gli scambi a un
sistema di pagamenti stabile e condiviso.
• Luglio 1944 conferenza di Bretton Woods. 44 nazioni riunite decisero che il dollaro
diventava la moneta di riserva e il mezzo di pagamento internazionale, da
affiancare allʼoro. Il valore del dollaro venne ancorato a quello dellʼoro (34 dollari per
oncia). Stabilito con il dollaro il livello di cambio di ciascuna moneta, questa veniva
automaticamente ancorata allʼoro. In cambio il governo americano accettava di
convertire in oro la sua moneta a qualunque banca centrale che ne facesse richiesta.
• Conseguenze degli accordi di Bretton Woods:
• Rafforzamento della moneta americana man mano che lʼeconomia mondiale
ripartiva.
• Stretta integrazione dei sistemi economici capitalistici, anche se sempre subalterni
allʼeconomia americana.
Durante
la conferenza vennero create nuove istituzioni economiche:
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• Fondo monetario internazionale, finalizzato a riattivare i meccanismi finanziari ogni
volta che questi si fossero inceppati in una qualunque parte del mondo. Inoltre
doveva assicurare la stabilità dei cambi tra le diverse valute utilizzando il proprio
capitale, con il quale erogava prestiti ai governi in difficoltà. (Strumento del governo
americano per fare pressione sui paesi economicamente più deboli).
• Banca mondiale: o Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, che
doveva aiutare le economie più deboli a rafforzarsi.
Dopo
la guerra era necessario: riorganizzare lʼEuropa dopo i regimi fascisti, e lʼAsia e
•
LʼAfrica dopo il crollo degli imperi coloniali.
• I leader mondiali si erano riuniti a Yalta (febbraio 1945) e a Potsdam (luglio 1945) per
delineare i nuovi ordinamenti politici mondiali.
• I futuri scenari politici del globo erano stati decisi da due fattori:
• I nuovi rapporti di forza tra le grandi potenze che la guerra aveva contribuito a
delineare.
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• La dislocazione dei contingenti militari delle potenze in campo nelle ultime fasi della
guerra. Le potenze si erano infatti preoccupate, oltre che di combattere il nemico
comune, di assumere il controllo di intere aree per precostituire i futuri assetti
geopolitici del mondo.
Novembre 1943: incontro di Teheran tra Churchill, Roosevelt e Stalin. Si prospetta la
teoria dei “quattro poliziotti” e Churchill e Stalin decido le zone di influenza delle
rispettive potenze.
Scontro tra le due grandi potenze vincitrici: USA e URSS, portatrici non solo di interessi
strategici divergenti, ma di due sistemi politici e ideologici contrapposti e di due modelli
economici antitetici.
Nascita dellʼONU. Agosto 1941, Terranova: Churchill e Roosevelt sottoscrivono la Carta
Atlantica. Durante la conferenza di San Francisco (aprile - giugno 1945) fu sottoscritta la
Carta delle nazioni unite.
Contrasto delle due potenze nella ridefinizione dellʼordine internazionale:
• LʼURSS intendeva impedire la rinascita di una Germania forte e minacciosa e voleva
garantirsi una cintura di paesi affini in Europa orientale.
• Gli USA volevano estendere il più possibile lʼarea delle democrazie capitalistiche in
unʼeconomia mondiale aperta e quindi volevano la rapida ricostruzione dei paesi
sconfitti: Germania e Giappone.
Parigi luglio - ottobre 1946: trattati di pace.
• LʼURSS ottenne significativi vantaggi territoriali: i confini dellʼimpero russo prima della
Prima guerra mondiale, i paesi baltici, parte della Finlandia.
• La Polonia fu risarcita a spese della Germania a cui sottrasse la Prussia orientale, la
Slesia e la Pomerania.
• LʼItalia fu privata delle isole del Dodecaneso, restituite alla Grecia, e di parte della
Venezia-Giulia. Dovette inoltre rinunciare alla sovranità sullʼAlbania e sulle colonie
africane.
Marzo - aprile 1947: Conferenza di Mosca:si ruppe la collaborazione tra le potenze
occidentali e lʼURSS.
• Problema della Germania: inizialmente fu divisa in quattro zone controllate dalle
quattro potenze, in seguito (1950) fu spezzata in due stati: la Repubblica federale,
con capitale Bonn, e la Repubblica democratica, con capitale Pankow. A Berlino
avvenne esattamente lo stesso.
• Il Giappone fu privato di ogni possedimento coloniale e della possibilità di formare un
proprio esercito.
Politica del contenimento degli USA: detta anche “dottrina Truman”. Gli USA si
assunsero il compito di sostenere, in qualunque parte del mondo, i governi e i movimenti
anticomunisti per evitare che lʼURSS si inserisse nelle zone non comprese nella sua
sfera di influenza.
Grecia 1947: applicazione della “dottrina Truman”. In Grecia era in corso una guerra
civile tra lo schieramento comunista (che aveva combattuto il nazismo e che godeva di
un largo consenso popolare) e quello filomonarchico e conservatore. Gli USA
intervenirono e liquidarono la resistenza comunista: si instaurò un governo dittatoriale
che governò per tutti gli anni Cinquanta.
Piano Marshall (European recovery program). Piano di aiuti economici per facilitare
lʼopera di ricostruzione dei paesi dellʼEuropa occidentale. Lʼidea di fondo era che la
stabilità economica e sociale fosse un validissimo baluardo contro lʼinfluenza sovietica.
Il piano Marshall favorì lʼinizio di una duratura cooperazione economica tra i paesi
europei. Le conseguenze di questa collaborazione furono:
• Un più stretto coinvolgimento della Gran Bretagna nelle questioni europee.
• Rapida ricostruzione dellʼeconomia tedesca con il superamento della storica rivalità
franco-tedesca.
• Formazione nel 1951 della Ceca: Comunità europea del carbone e dellʼacciaio.
• Tra il 1946 e il 1949 in Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania i governi
di unità nazionali che si erano formati dopo la guerra vennero rimpiazzati da governi
autoritari filosovietici controllati dal governo di Mosca. Solo la Iugoslavia di Tito si
mantenne indipendente dal blocco sovietico. In Italia la DC fu sostenuta dagli USA.
• Formazione del Cominform: un centro di informazione e coordinamento tra tutti i partiti
comunisti del mondo.
• Crisi di Berlino: tra lʼaprile 1948 e il maggio del 1949 le truppe sovietiche impedirono
lʼaccesso alla città sperando così di costringere gli occidentali ad abbandonare la città:
gli occidentali organizzarono un ponte aereo che sostenne la città.
• Aprile 1949, come conseguenza della crisi di Berlino: formazione della NATO (North
atlantic treaty organization).
• Maccartismo: movimento negli USA che portò alla promulgazione di una serie di misure
restrittive dellʼattività sindacale e politica, oltre che a una campagna intimidatoria nei
confronti dei comunisti.
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