romanze d`amore - Accademia Corale Stefano Tempia

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Eva Mei è considerata uno dei maggiori soprani di
coloratura dei nostri tempi. Le straordinarie doti tecniche
unite ad una presenza scenica non comune le hanno
permesso di calcare i palcoscenici dei più grandi teatro
al mondo, fra i quali Covent Garden, Wiener Staatsoper,
Opernhaus di Zurigo, Staatsoper di Monaco, Teatro alla
Scala, Maggio Musicale Fiorentino, Rossini Opera Festival,
Salzburg Festival, Accademia di Santa Cecilia e Deutsche
Oper di Berlino. Nata a Fabriano, si è diplomata al
Conservatorio di Firenze. Nel 1990 ottiene il premio
“Catarina Cavalieri” al concorso “Mozart” di Vienna, cui
fa seguito il debutto alla Wiener Staatsoper. Eccellente
interprete mozartiana e rossiniana, include nel suo vasto
repertorio opere di Donizetti, Bellini, Verdi e Puccini,
composizioni sinfoniche di Beethoven, Mozart, Haydn,
Bruckner, nonché molteplici lavori nel genere sacro.
Ha collaborato con prestigiosi direttori d’orchestra come
Myung-Whun Chung, Nikolaus Harnoncourt, Daniel
Oren, Riccardo Muti, Marcello Viotti, Franz Welser-Möst,
Riccardo Chailly, Wolfgang Sawallisch, Daniel Barenboim.
Gianni Fabbrini si è diplomato in pianoforte presso il
Conservatorio di Firenze. Contemporaneamente al suo
perfezionamento clavicembalistico, si è diplomato in
canto e successivamente in musica vocale da camera.
Ha lavorato come pianista collaboratore per prestigiose
istituzioni concertistiche e operistiche in Italia e all’estero
quali il Festival d’Aix-en-Provence, l’Opera Bastille a
Parigi, il Theatre Royale de La Monnaie a Bruxelles,
il Palau de Les Arts di Valencia, l’Osterfestspiele di
Salzburg, il National Opera Theatre di Seul, il Biwako Hall
di Kyoto e il Bunkamura Orchid Hall di Tokyo, la Semper
Oper di Dresda, l’Orchestra Regionale della Toscana, gli
Amici della Musica di Firenze, il Festival Pergolesi di Iesi,
il Rossini Opera Festival, affiancandosi a direttori quali
Claudio Abbado, Gianluigi Gelmetti, Donato Renzetti,
Alberto Zedda, Renè Jacobs, Marc Minkowsky, Jeffrey
Tate, Lu Ja, Claudio Scimone, Emanuelle Haim.
Biglietteria e informazioni
Via Giolitti 21/A 10123 Torino
Dal lunedì al venerdì, 9.30 - 14.30
Tel. 0115539358
Fax 0115539330
[email protected]
ROMANZE D’AMORE
lunedì
4 FEBBRaio 2013 ore 2i
Conservatorio “G. Verdi”
Piazza Bodoni, Torino
Concerto n. 879
in abbonamento
dalla fondazione
PROSSIMO CONCERTO
lunedì 25 FEBBRAIO 2013
DAL PIEMONTE A
SCHUMANN
Teatro Vittoria, ore 21
Trio Arché
Umberto Fantini, violino
Kristina Porebska, viola
Musiche di Radicati, Ghebart,
Schumann
ROMANZE D’AMORE
Eva Mei, soprano
Gianni Fabbrini, pianoforte
Luigi Gordigiani (1806 - 1880)
Canti popolari toscani
Guardate un po’
Ognuno tira l’acqua al suo mulino
Ciliegie nere e pere moscatelle
Lascia stare il can che dorme
La donna di Toscana
Francesco Paolo Tosti (1846 - 1916)
Tre romanze per voce e pianoforte
Chanson de l’adieu
Ideale
L’alba separa dalla luce l’ombra
Giuseppe Verdi (1813 - 1901)
Romanze per voce e pianoforte
Il brigidino
Stornello
Ad una stella
Lo spazzacamino
Gioachino Rossini (1792 - 1868)
Les soirées musicales
La promessa
Il rimprovero
La partenza
L’orgia
L’invito
La pastorella delle Alpi
La gita in gondola
La danza
UNA SERATA MUSICALE
NEL SALOTTO OTTOCENTESCO
di Marina Verna
Questo concerto è un tuffo nel salotto musicale
ottocentesco, quel concentrato di musica e mondanità,
patriottismo e cultura, che prese a modello le
«schubertiadi» viennesi - le serate che ruotavano attorno
al pianoforte e ai lieder - e le adattò a una cultura diversa,
con il suo stile, le sue glorie, le sue tradizioni. Ecco infatti
i Canti popolari toscani di Luigi Gordigiani (1806-1860),
fiorentino versatile cresciuto in una famiglia di musicisti,
cantante e pianista prima che compositore, autore di
tre volumi di «poesie musicate» - su testi dello stesso
Gordigiani, della figlia Leonina o di autori contemporanei
- che non sono romanze e non piacquero ai critici.
Nonostante il loro giudizio, questi canti sono arrivati fino
a noi - soprattutto gli stornelli - insieme al soprannome
di «Schubert italiano» dato al loro autore, apprezzato
per l’armonizzazione semplice, la scrittura melodica
lineare, la cantabilità immediata. E la varietà dei toni, dal
comico al patetico, dall’ironico al drammatico.
.
Con Francesco Paolo Tosti (1846-1916) si entra nella
romanza classica e nel grande personaggio ottocentesco:
violinista e compositore, amico di D’Annunzio e
maestro di canto di Margherita di Savoia, chiamato a
Londra a insegnare alla corte della regina Vittoria e del
suo successore Edoardo VII, che lo nominò baronetto.
Ha lasciato oltre cinquecento romanze per canto e
pianoforte, la più celebre delle quali, Ideale - scritta su
versi del poeta Carmelo Errico - è un cavallo di battaglia
di tutti i cantanti. Per i suoi testi, si è valso sempre del
meglio. L’alba separa dalla luce l’ombra è una poesia
di D’Annunzio, mentre la Chanson de l’adieu (Partire
è un po’ morire) è opera del poeta francese Edmond
d’Araucourt.
Anche Verdi (1813-1901) ha voluto cimentarsi con la
romanza da camera: ne ha scritte una trentina, in verità
poco apprezzate dai critici. D’altronde, quasi tutte
sono state scritte prima della grande stagione creativa
operistica, e hanno ben poco della tipica romanza.
Il brigidino è un canto patriottico, pare composto dal
Maestro-deputato in Parlamento, tra una seduta e l’altra.
Il titolo riprende il nome di una coccarda bicolore,
bianca e rossa, usata nella Milano risorgimentale e
portata al bavero o sul cappello, unita a una foglia di
edera, in modo da formare un tricolore che la polizia
austriaca non potesse condannare. Allegramente
popolaresca è Lo spazzacamino, su testo di Manfredo
Maggioni. Ad una stella è una delle romanze più celebri,
ma è Stornello che viene considerato tra le più belle.
.
Tutt’altra aria si respira con Les soirées musicales di
Gioachino Rossini (1792-1868), dodici canzoni per
pianoforte e voce. Quando le scrisse (nei primi Anni
1930), il maestro aveva chiuso con le opere - ne aveva
composte 40 tra i 19 e i 37 anni - e si era ritirato a Parigi
per curare un esaurimento nervoso. Non aveva però
smesso di scrivere, si era limitato a cambiare genere:
musica sacra e cameristica. Anche con le canzoni diede
prova di essere eccelso, le sue composizioni sono
all’altezza della tradizione liederistica di lingua tedesca:
grande ispirazione melodica e virtuosismo tecnico,
ironia e piacere di misurarsi con un testo poetico
senza le limitazioni del libretto d’opera. Erano state
pensate, quelle canzoni, - e venivano eseguite - per
il suo salotto parigino, dove raccoglieva belle signore
e amici artisti e la musica era all’altezza del cibo che
faceva servire - e che fu uno degli elementi del suo
successo mondano. Un invito chez Monsieur Rossini
era ambito, e mai deludeva. Les soirées musicales
erano l’intrattenimento artistico, che accompagnava
il gorgonzola e il panettone, fatti arrivare apposta da
Milano. Al pianoforte si metteva spesso lui, gli capitava
anche di cantare - in gioventù era stato contralto e
cantore all’Accademia Filarmonica di Bologna. Delle
otto canzoni in programma, le prime tre sono su testo
del Metastasio, le altre su poesie di Carlo Pepoli, il
nobile fiorentino esule a Parigi che aveva scritto il
libretto per I puritani di Bellini. Il concerto si chiude
con il pezzo più popolare di questa raccolta, una
trascinante tarantella napoletana.
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