CompitoFinale_CiviliInformatici_2011.nb 1 COMPITO FINALE CIVILI-INFORMATICI 1) Due fili conduttori rettilinei indefiniti sono disposti lungo gli assi x e z e percorsi da correnti elettriche rispettivamente i1 =10A ed i2 =20A in verso positivo (vedi figura). Se nello spazio è presente un campo induzione B Æ uniforme B = B0 èi , con B0 = 10-6 T, determinare nel punto P di coordinate (0m,1m,0m): a) il modulo la direzione ed il verso del campo induzione B; b) la densità di energia. (si ricordi che m0=4π 10-7 Tm/A) Soluzione: a) si applica il Principio di sovrapposizione. Dal teorema della circuitazione d'Ampere (crosscheck con la regola della mano destra), m0 i1 m0 i2 si sa che B1 HPL = ÅÅÅÅ ÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅ k , B2 HPL = - ÅÅÅÅ ÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅ i. 2 p Py êê 2 p Py ê Con Py il modulo della componente lungo l'asse Y del punto P = 1 m Ø Ø À B1 À = À B2 À = 2 10-6 T = 2 B0 . Quindi in numeri: Ø Ø Ø Quindi Btot = -B0 êi + 2 B0 êkê Ø Ø m0 m0 b) Densità di energia magnetica: ÅÅÅÅ ÅÅÅ Btot 2 = ÅÅÅÅ ÅÅÅ Btot ÿ Btot = ÅÅÅÅ52 m0 B0 2 2 2 2) Una spira quadrata di lato L è costituita da un cavo metallico di resistività r’ e sezione S. La spira si muove Ø nel piano xy con velocità costante V = V0 êi con i lati paralleli ai due assi in una regione di spazio in cui è presente il campo induzione magnetica dato dall’espressione B = C H1 + tL èi + C H1 - tL èè k , dove C è una costante nota e t il tempo. Al tempo t=0 la spira si trova con uno spigolo coincidente con l’origine O del sistema di assi (vedi figura). Determinare al tempo t=0: a) il verso della corrente che circola nella spira; b) l’intensità della corrente elettrica; c) la forza totale agente sulla spira. Æ Soluzione: Ø a) Il flusso del campo magnetico B attraverso la spira si scrive in generale come F(t) = ‡ B ÿ „ S, dove scegliamo la convenzione di assumere dS = dS êkê. Ø S Ø Ø CompitoFinale_CiviliInformatici_2011.nb 2 Soluzione: Ø a) Il flusso del campo magnetico B attraverso la spira si scrive in generale come F(t) = ‡ B ÿ „ S, dove scegliamo la convenzione di assumere dS = dS êkê. Ø Ø Ø S Quindi F(t) = ŸS H C H1 + tL êi + C H1 - tL êkêL ÿ dS êkê = ŸS C H1 - tL dS = C H1 - tL ŸS dS = C S H1 - tL . Ø In sostanza: il campo magnetico è variabile nel tempo, ma è omogeneo spazialmente e quindi il flusso di B attraverso la superficie della spira non dipende dalla posizione della stessa. Per il flusso conta soltanto il campo magnetico nella sua componente lungo z. Ora, quello che succede quindi è che con il passare del tempo, fintanto che t < 1 il flusso diminuisce ma resta F (t) >0. Per t =1, il F(0)=0 ; poi per t>1, F(t)<0. In sostanza il flusso diminuisce sempre. Ora, per la legge di Faraday Neumann e Lens, che asserisce che la corrente indotta deve instaurarsi in modo da compensare la variazione di flusso, si può dire che la corrente circola sempre in senso antiorario. d Infatti, la f.e.m. indotta è costante: eind = - ÅÅÅÅ ÅÅ FHtL = C S. dt r b) Essendo sia la resistività che la sezione della spira delle costanti, Rspira = 4 ÅÅÅÅ ÅÅÅÅ!ÅÅ . Di conseguenza, per la legge di è!!! S Ohm, è!!!! CS S C L3 il modulo della corrente indotta Iind = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅ . 4r 4r c) Per la legge di Biot-Savart, la forza che si applica sulla spira vale Fmag = ‡ Ø Ø I dl ä B . Siccome il campo è omoge- circ neo, le forze indotte sui lati opposti si compensano e la risultante delle forze è nulla. 3) Siano date tre cariche puntiformi poste come in figura ai vertici di un quadrato di lato L. Le cariche in A e C valgono Q, quella in B . Determinare: a) l’espressione del campo elettrico generato nel punto O; b) il lavoro necessario per portare una carica positiva Q dall’infinito al punto O. Soluzione a) Principio di sovrapposizione Etot = ‚ Ei . Innanzi tutto sono tutte cariche puntiformi, e quindi tutte hanno il i Ø i campo esprimibile nella semplice forma E = ÅÅÅÅÅÅÅÅÅQÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ r` , con R la distanza i-esima della carica da O, e r` il versore Ø Ø i 4 p e0 Ri 2 i i i direzione di Ri . 1 Sia il versore êuê il vettore unitario diretto secondo la bisettrice del I quadrante, in verso positivo êuê = ÅÅÅÅ ÅÅÅÅ!ÅÅ Hiê + êjL. è!!! 2 Nell'origine degli assi O, il campo generato dalla somma dei campi delle cariche positive vale in modulo è!!!! Q Q 1 1 2 E+ = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ H ÅÅÅÅ ÅÅÅ + ÅÅÅÅ ÅÅÅ L = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅLÅ2ÅÅÅ2ÅÅ , e ha la scrittura vettoriale come E+ = - E+ êuê. 4 p e0 L4 L4 4 p e0 ÅÅ1ÅÅ Ø La carica negativa origina in O un campo con la stessa direzione ma con il verso opposto. In modulo vale è!!! Q E- = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ1ÅÅÅÅÅ dove L 2 rappresenta la diagonale che congiunge -Q a O. 4 p e0 2 L2 Ø In sintesi E- = E- êuê Di conseguenza Ø Ø Ø + - + - 1 Sia il versore êuê il vettore unitario diretto secondo la bisettrice del I quadrante, in verso positivo êuê = ÅÅÅÅ ÅÅÅÅ!ÅÅ Hiê + êjL. è!!! 2 Nell'origine degli assi O, il campo generato dalla somma dei campi delle cariche positive vale in modulo CompitoFinale_CiviliInformatici_2011.nb + E = Q ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ 4 p e0 1 H ÅÅÅÅ ÅÅÅ L4 + 1 ÅÅ2ÅÅ ÅÅÅÅ ÅÅÅ L L4 1 = Q ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅ 4 p e0 è!!!! ÅÅÅÅLÅ2ÅÅÅ2ÅÅ , Ø 3 + e ha la scrittura vettoriale come E+ = - E êuê. La carica negativa origina in O un campo con la stessa direzione ma con il verso opposto. In modulo vale è!!! Q E- = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ1ÅÅÅÅÅ dove L 2 rappresenta la diagonale che congiunge -Q a O. 4 p e0 2 L2 Ø In sintesi E- = E- êuê Etot = E+ + E- = -E+ êuê + E- êuê = H-E+ + E- L êuê = è!!!! è!!! 1 Q Q = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅ I- ÅÅÅÅLÅ2ÅÅÅ2ÅÅ + ÅÅÅÅ Å1ÅÅÅÅÅ M u = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅ1ÅÅÅ I- 2 + ÅÅÅÅÅ Mu = 4 p e0 2 L2 êê 4 p e0 L2 2 êê Di conseguenza Ø Ø Ø Q = - ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅ1ÅÅÅ C êuê 4 p e0 L2 con C ? 0.914 In sostanza, il vettore del campo elettrico risultante, con punto d'applicazione in O, ha il verso diretto secondo il senso negativo della bisettrice del primo quadrante. Si confronti questo risultato con il risultato del punto successivo. b) Il lavoro compiuto dalle forze esterne per portare in O una carica positiva Q equivale all'energia potenziale sentita da Q2 Q in O per la presenza delle tre cariche. Le due cariche positive danno una U + = Q · 2 V(Q, L) = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ . La carica 2 p e0 L è!!! Q2 negativa dà una U = Q ÿ VI-Q, 2 LM - ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅ!ÅÅÅÅÅÅ , quindi, è!!! è!!!! 4 p e0 2 L Q Q Q Q 1- 2 Utot = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ - ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ!ÅÅÅÅÅ = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ I ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅ M = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ 2 I1 è!!! 2 p e0 L p e0 L 2 4 p e0 L 2 2 4 p e0 2 2 L 2 è!!! Q2 2 M = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ K , 4 p e0 L con K ? 0.83. Di conseguenza il lavoro fatto dalle forze esterne è positivo. Questo trova riscontro con il risultato del punto precedente. Infatti, si supponga di portare la carica Q dall'infinito ad O muovendola lungo la bisettrice del III quadrante. La forza elettrostatica risultante in ogni punto della bisettrice ha il verso opposto al moto imposto alla carica Q. Di conseguenza, il lavoro non può che essere positivo (leggete: si deve far fatica per portare la carica Q in O). 4) Il circuito mostrato in figura è composto da quattro resistenze rispettivamente del valore R1 = R2 =60W ed R3 = R4 =80W, da tre condensatori di capacità C1 = C2 = C3 =10mF, da due generatori di forza elettromotrice rispettivamente ¶ε1 = 60 V ed ¶ε1 = 90 V e resistenza interna trascurabile e da un interruttore T inizialmente aperto. Determinare a) la corrente elettrica che circola nelle quattro resistenze in funzione del tempo; Determinare in regime stazionario (t Æ •): b) il valore del potenziale nel punto A; c) l’energia totale immagazzinata nel sistema. d) la potenza dissipata nel sistema. Soluzione In virtù della f.e.m. e2 , che mantiene la d.d.P costante tra i suoi capi, il circuito si splitta in due circuiti indipendenti. Circuito A: si identifica con la maglia di sinistra, e pertanto è un banale circuito RL, con R3 R4 RA = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = 40 W, R3 +R4 LA = L1 + L2 = 2 mH; la f.e.m. vale eA = e2 , e solo per questo circuito ha senso fare il conto delle correnti nel tansitorio. Circuito B: si identifica con la maglia di destra, ed è un circuito RC, ma in esso non circola corrente, a causa di C1 o C3 , che tengono sempre aperto il circuito. La f.e.m. da considerare è eB = e1 + e2 = 150 V. Siccome non circola Soluzione CompitoFinale_CiviliInformatici_2011.nb 4 In virtù della f.e.m. e2 , che mantiene la d.d.P costante tra i suoi capi, il circuito si splitta in due circuiti indipendenti. Circuito A: si identifica con la maglia di sinistra, e pertanto è un banale circuito RL, con R3 R4 RA = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = 40 W, R3 +R4 LA = L1 + L2 = 2 mH; la f.e.m. vale eA = e2 , e solo per questo circuito ha senso fare il conto delle correnti nel tansitorio. Circuito B: si identifica con la maglia di destra, ed è un circuito RC, ma in esso non circola corrente, a causa di C1 o C3 , che tengono sempre aperto il circuito. La f.e.m. da considerare è eB = e1 + e2 = 150 V. Siccome non circola corrente, per la legge di Ohm ai capi delle resistenze R1 e R2 non ci sono cadute ohmiche; questo implica in particolare che il condensatore C2 è scarico, non avendo nessuna d.d.P. ai suoi capi. Quindi in pratica si può schematizzare ulteriormente il circuito come un circuito con soli i condensatori C1 e C3 C1 C3 disposti in serie, cui corrisponde una capacità complessiva CB = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = 5 m F, che presenta una d.d.P. ai suoi capi C1 +C3 pari a eB . --Detto questo: a) Il transitorio si ha soltanto nel circuito A, ed è immediato risolvere l'equazione differenziale lineare di primo grado non omogenea d eA = RA IA + LA ÅÅÅÅ ÅÅ I , dt A che ha come soluzione eA IA HtL = ÅÅÅÅ ÅÅÅÅ J1 - e RA R A - ÅÅÅÅ LÅÅ Å Å t A N; quindi R4 in R3 circola IA HtL ÅÅÅÅ ÅÅÅÅ ; RA R3 in R4 circola IA HtL ÅÅÅÅ ÅÅÅÅ ; RA e come già detto, in R1 e R2 non circola mai corrente. b) A regime stazionario, il potenziale nel punto A vale 0, dato che è direttamente collegato alla massa (le induttanze d non rappresentano nessuna caduta di tensione quando ÅÅÅÅ ÅÅ I = 0). dt c) A regime stazionario, si immagazzina energia nell'induttanza LA e nella capacità CB , pari a eA 2 Utot = ÅÅÅÅ12 LA IA H¶L2 + ÅÅÅÅ12 VB 2 CB = ÅÅÅÅ12 ALA I ÅÅÅÅ ÅÅÅÅ M + eB 2 CB E = 0.51 10-2 + 5.62 10-2 J = 6.13 10-2 J. RA eA d) A regime, si dissipa potenza solo in RA , con potenza W = IA H¶L2 RA = ÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅ = 202.5 W RA 2 5) Siano dati una sfera conduttrice di raggio R ed un guscio sferico conduttore di raggio interno R1 = 2R raggio esterno R2 = 3R concentrici. Sulla sfera è distribuita uniformemente una carica negativa -Q così come sul guscio sferico. Determinare: a) l’espressione della densità di carica sulla superficie interna Hs1 L ed esterna Hs2 L del guscio. b) il lavoro necessario per portare una carica positiva Q dall’infinito al centro della sfera. Supponendo che ad un certo istante i due conduttori vengano messi in contatto elettrico attraverso un filo sottile, determinare all’equilibrio: Soluzione: a) Per le proprietà dei conduttori, secondo cui nel conduttore il campo elettrico è nullo all'equilibrio, la carica sulla sfera non è condizionata minimamente dalla carica depositata esternamente sul guscio sferico. Q Di conseguenza la densità sulla sfera vale s = - ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅ . 4 p R2 A causa del fenomeno di induzione elettrica, una carica +Q si induce sulla superficie interna al guscio, generando Q Q quindi una s1 = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ . A causa di questa induzione sulla superficie esterna del guscio si induce una carica 16 p R2 4 p R1 2 2Q Q -Q che si somma alla carica -Q depositata. Di conseguenza, s2 = - ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = - ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ 18 p R2 4pR 2 2 CompitoFinale_CiviliInformatici_2011.nb 5 Soluzione: a) Per le proprietà dei conduttori, secondo cui nel conduttore il campo elettrico è nullo all'equilibrio, la carica sulla sfera non è condizionata minimamente dalla carica depositata esternamente sul guscio sferico. Q Di conseguenza la densità sulla sfera vale s = - ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅ . 4 p R2 A causa del fenomeno di induzione elettrica, una carica +Q si induce sulla superficie interna al guscio, generando Q Q quindi una s1 = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ . A causa di questa induzione sulla superficie esterna del guscio si induce una carica 16 p R2 4 p R1 2 2Q Q -Q che si somma alla carica -Q depositata. Di conseguenza, s2 = - ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = - ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ 18 p R2 4pR 2 2 b) Basta calcolarsi il potenziale totale nel centro della sfera, dato da tre contributi: quello della sfera, del guscio interno e del guscio esterno. Qui si sfrutta il fatto che il campo elettrico all'interno di una distribuzione di carica sferica è nullo, e quindi il potenziale è costante. Quindi Q Q Q Vtot = - ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ + ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅQÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ - 2 ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅQÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ H-1 + ÅÅÅÅ12 - ÅÅÅÅ23 L = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ K 4 p e0 R 4 p e0 2 R 4 p e0 3 R 4 p e0 R 4 p e0 R con K = 1.1; c) Quando si collega la sfera interna con il filo conduttore al guscio esterno si connettono due conduttori. All'equilibrio quindi si deve avere che ciascun punto del conduttore complessivo sia equipotenziale. L'unica configurazione di cariche che permette questa situazione è una carica tutta disposta sulla superficie esterna del guscio. Ovviamente, per la conservazione della carica, questo implica che la carica originariamente disposta sulla sfera migri tutta sulla superficie esterna del guscio, portando la carica complessiva su tale superficie a -2 Q. Di conseguenza, dopo il collegamento tra sfera e guscio, alla situazione di equilibrio abbiamo: s1 = 0 -2Q -Q s2 = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅ = ÅÅÅÅÅÅÅÅ ÅÅÅÅÅÅÅÅÅÅ , ovvero rimane immutata rispetto al caso precedente. 18 p R2 4pR 2 2